Matrimonio di pellegrini a Santiago de Compostela

Vivere quel giorno senza preoccuparsi del vestito, del ricevimento, degli invitati, per ritornare ad un esperienza spirituale umile e semplice. Un blog raccoglie le loro storie

Il giorno del matrimonio è per il credente il momento in cui la sua comunione con la persona amata viene consacrata davanti a Dio e, come tale, esso assume per chi lo vive un intenso valore spirituale. Per cogliere appieno il significato di questa scelta alcune coppie, già da anni, celebrano il loro matrimonio al termine di un pellegrinaggio verso luoghi significativi per la cristianità.

Tra le mete preferite da questi “sposi pellegrini” c’è la città di Santiago de Compostela nella regione spagnola della Galizia che fin dal Medioevo è stata la destinazione ultima di un cammino di forte esperienza religiosa.
«Nel fascino del cammino di Santiago – dice Francesco Dragoni, il primo ad essersi sposato a Santiago - si colloca la storia di tanti sposi pellegrini. Desiderio comune a tutti è vivere le nozze in completa intimità con se stessi e con Dio, aggirando le convenzioni sociali e le prosaicità che in genere circondano la celebrazione del matrimonio, anche di quello religioso».

Il giorno del matrimonio spesso si accompagna a preoccupazioni per il ricevimento, gli invitati, la lista dei regali, l’abito e le bomboniere col risultato di mortificarne il senso religioso della celebrazione a favore di una mondanità dilagante anche nelle scelte forti della vita. «Sono in tanti – sottolinea Francesco - a manifestare disagio verso un simile modo di intendere il matrimonio e che desiderano invece più sobrietà. Celebrare le nozze al termine del cammino di Santiago è certamente una rottura rispetto alla tradizione, ma non si tratta di mera insofferenza verso la prosaicità che circonda il giorno delle nozze. Dietro la decisione di sposarsi a Santiago c’è la volontà degli sposi di tenere la consacrazione del loro rapporto affettivo isolata dal resto del mondo in modo da assaporare in maniera esclusiva i sentimenti, la semplicità, il profondo significato del momento senza dar peso all’esteriorità» .

Per cui questi sposi convolano a nozze vestiti come tutti i giorni, davanti al solo sacerdote officiante ed al massimo qualche altro presente, spesso un pellegrino conosciuto sul cammino o qualche diretto parente. Si vuol sottolineare che la celebrazione pur coinvolgendo amici e familiari nella gioia, alla fine è un momento che riguarda unicamente i futuri coniugi.
“In questo gesto non c’è nessun atteggiamento egoista o snob, per tenere alla larga parenti ed amici che si aspettano nozze tradizionali – ribadisce Francesco. L’affetto e la stima rimangono immutati e non vengono minimamente scalfiti dalla scelta di un matrimonio pellegrino, solo si assapora in confidenza sentimenti e sensazioni irripetibili».

Il cammino verso Santiago, diventa pure un esame della vita di coppia, che nel corso degli anni, potrà presentare insidie e difficoltà ma è col sostegno reciproco che potranno superarsi. L’avercela fatta, durante il cammino, trasmette fiducia e forza anche per le eventuali prove del futuro.

Ma chi sono nella quotidianità questi sposi pellegrini? «Non sono degli originali, ma persone la cui vita non è diversa da quella della maggior parte di noi, a conferma che si possono compiere scelte coerenti senza bisogno di essere dei superuomini o degli strambi». Ogni coppia che si è già sposata a Santiago porta un bagaglio di solidarietà, che gli è stata espressa lungo il cammino, ma che li fa sentire uniti anche con tutti gli altri che come loro hanno perseguito questa scelta. Da qui l’idea di un blog (http://ilcamminodeglisposi.blogspot.com), creato dai pionieri di quest’esperienza: Francesco e Michela Dragoni di Grosseto, oggi anche genitori della piccola Irene.

Nelle pagine web sono ospitate tante storie di coppie pellegrine: Marco e Monica da Bergamo Fabio e Laura di Piacenza, Maristella e Christian da Verona, Filippo e Tania da Nuraghe , Dino e Nadia di Brebbia (Va) , Claudia e Ivano di Alessandria, Lorenzo e Francesca di San Lucido, Diego e Stella di Ivrea, Diana e Mario e molti altri. C’è poi una sezione dedicata alle indicazioni pratiche per quanti vogliono seguirli in questa scelta.

«Alcuni degli sposi pellegrini – conclude Francesco -, pur risiedendo in varie regioni d’Italia, dalla Toscana alla Calabria, dal Piemonte alla Sardegna, e non essendosi mai incontrati direttamente, si scrivono cartoline d’auguri, si fanno presenti per i nuovi matrimoni. Attraverso la mail si stabilisce un legame forte anche per il supporto ricevuto da persone apparentemente estranee, ma accomunate dalla stessa esperienza.

Decisivo per questi sposi pellegrini si è rivelato il ruolo dei parroci, che hanno caldeggiato le autorizzazioni, evidenziando le genuine esigenze spirituali che animavano i richiedenti. Qualche parroco è addirittura volato in Spagna per celebrare il matrimonio dei suoi fedeli e star loro vicino in quel giorno e persino l’arcivescovo di Oristano, mons. Ignazio Sanna, ha voluto celebrare la funzione di due sposi sardi Filippo e Tania, nella cattedrale di Santiago de Compostela.
cittanuova.it

Turismo online: France.fr bissa l'Odissea di Italia.it?



I tempi francesi non sono quelli italiani ed è probabile che il governo non abbia sprecato tante risorse come gli esecutivi impegnati sul sito del nostro Paese. Restano comunque ampi margini di peggioramento. È curioso che la sfortuna del turismo online non abbia confini.

France.fr cerca perciò di bissare il fallimento di Italia.it, dichiarando che il downtime sia causa del “successo” ottenuto in pochi giorni. Messaggio poi sostituito da uno più sobrio.

Chianti: vinoterapia benessere stupendo



Se l'emozione è una delle variabili più ricercate per un viaggiatore, la vinoterapia sta diventando un fenomeno ricercatissimo e di grande suggestione, perché lega benessere e relax, salute e voglia di sentirsi coccolati.

Ecco perché a Gaiole nel cuore del Chianti, il relais Castellare de' Noveschi (Siena) si sta ritagliando una pagina importante dell'ospitalità in Toscana, grazie a questo trattamento multisensoriale, che rappresenta la ciliegina sulla torta di un'ospitalità impeccabile.

Nel centro di Vinoterapia, gli ospiti del relais potranno infatti «abbandonarsi tra le braccia di Bacco» immergendosi nei tini di rovere pieni di acqua calda minerale, arricchita da estratti di uva fresca, mosto e oli biologici. L'aspetto romantico, molto ricercato dalle coppie, è che il «Bagno al Vino» può essere fatto anche insieme, degustando al bicchiere di Chianti prodotto nella tenuta.

Ricavato da una torre di avvistamento del XIII secolo, avamposto del borgo medievale di San Sano, Castellare è uno scrigno di bellezze (come la meravigliosa camera a forma di botte dove tutto richiama il mondo enologico), natura incontaminata e anfitrioni come il giovane patron Federico Minghi, capace di guidarvi alla scoperta di formidabili artigiani del gusto, piccoli produttori di olio, carni, paste e vini, il cui unico credo è l'eccellenza assoluta.

Su questo fronte lo stesso Minghi si è mosso proprio con un imprenditore bergamasco, Leonardo Pellini, noto nel Senese nel comparto bomboniere ed articoli da regalo, dando vita a una Champagnerie che è la vera novità dell'anno per la città di Siena (ha sede in via Monna Agnese): una bomboniera ai piedi del Duomo che già si candida a diventare luogo di eccellenza per chi ama scoprire le piccole maison che hanno fatto grande il terroir di Reims.

Tornando al Castellare, affiliato di Charming Hotels & Resorts, network internazionale che riunisce alberghi indipendenti e di fascino presenti nelle più suggestive località del mondo, le virtù dell'uva e del vino vengono anche utilizzate per l'estetica, grazie alla creazione in loco di creme ed emulsioni vellutate e inebrianti, in grado, insieme alla vinoterapia, di ricreare nei visitatori il giusto equilibrio tra corpo e psiche, abbandonando finalmente ansie e stress.

Per informazioni: tel: +39 0577 306058 fax: +39 0577 307842 info@castellaredenoveschi.com  Località San Sano 12- 53013- Gaiole in Chianti (Siena)

La Svizzera punta sul turismo






BERNA - Il governo svizzero vuole rafforzare il turismo, settore di primaria importanza soprattutto per le regioni alpine, che sta perdendo terreno da alcuni anni. Per contrastare questa tendenza il Consiglio federale ha varato una nuova strategia di crescita destinata a sfruttare meglio le potenzialità esistenti.

L'industria turistica contribuisce al prodotto interno lordo nella misura del 3% circa. Con un totale di 151.000 posti a tempo pieno, questo ramo economico dà lavoro a circa il 4,2% della popolazione attiva in Svizzera. Da alcuni anni il comparto sta però perdendo colpi. Una tendenza che minaccia soprattutto le regioni alpine, per le quali rimane ancora oggi d'importanza vitale.

MIGLIORARE L'OFFERTA TURISTICA
Con una nuova strategia di crescita il Consiglio federale vuole sfruttare in modo più efficace le potenzialità turistiche nazionali e riguadagnare quote di mercato nell'area alpina, tenendo conto dei principi dello sviluppo sostenibile. La nuova strategia mira a creare posti di lavoro di qualità elevata e aumentare il valore aggiunto delle regioni. Per le aziende turistiche si devono ottenere le migliori condizioni quadro possibili e l'attrattiva dell'offerta turistica deve essere migliorata in modo mirato. Il governo ha inoltre avviato una procedura di consultazione concernente la revisione della legge federale che promuove l'innovazione e la collaborazione nel turismo.