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L'altra Porto Rotondo

(di Eugenia Romanelli)

Una buona occasione per visitare Porto Rotondo è il 10 settembre quando, nella Piazzetta San Marco, arrivano Renato Sellani e Danilo Rea per "I miti del jazz", con "Due pianoforti". Di sicuro è un modo non convenzionale per approcciare una meta talmente stereotipata nell'immaginario turistico italiano da risultare poco conosciuta nella sua verità. Infatti, Porto Rotondo non è solo località VIP, residenza berlusconiana e mecca dei Paperoni italiani, ma è anche arte contemporanea, baie incontaminate, spiagge deserte perfino a Ferragosto e, soprattutto a settembre, scenario paradisiaco per i più solitari. Consigli per la valigia: maschera, boccaglio, pinne e qualche maglietta. Basta davvero poco, infatti, per vivere qualche giorno di vacanza in questa parte di Sardegna, perché tutto è a portata di mano, facilmente raggiungibile e, a differenza di quanto si crede, senza pretese, se non quelle, come sarebbe necessario ovunque, del rispetto della buona educazione.

Nonostante i suoi recentissimi natali, Porto Rotondo (così battezzata dai suoi stessi creatori, i Conti veneziani Luigi e Nicolò Donà dalle Rose) continua ad essere l'ottimo risultato del progetto che nel 1964 un gruppo di imprenditori (primi tra tutti Vittorio Cini e il banchiere inglese George Frank) mise in piedi per realizzare un atollo elegante e riservato in cui multiproprietà, residence e ville potessero ospitare in assoluta pace un turismo responsabile. Oggi, soprattutto in piena estate, il porto riesce ad accogliere fino a 35 mila persone (solo un migliaio, invece, durante l'inverno). L'architettura ricalca Venezia con ponti e ponticelli che confondono l'orientamento, canali e controcanali, scalette e marciapiedi rifinitissimi fin nei dettagli. La piazza principale, appunto denominata Piazza San Marco, è punto di ritrovo sia del turismo estivo sia degli abitanti autoctoni, deliziosa nella sua leggera curvatura a imbuto. Addentrandosi all'interno, oltre la modera chiesa e tra gli stretti viottoli travolti da fiori colorati, aiuole curatissime e cespugli di tutti i tipi, si scopre una Porto Rotondo romantica e silenziosa, del tutto lontana dall'idea che spesso se ne ha, di cittadina chiassosa e mondana. Perfino lungo i canali principali, dove si susseguono deliziosi caffè, bar, ristorantini sull'acqua, pizzerie, negozietti artigianali e non, gioiellerie varie e dove i turisti – prevalentemente equipaggi – si incontrano per riposarsi dal mare, regna il silenzio, anche grazie alla totale assenza di macchine e motori. In particolare, per una vista sul porto turistico un po' fuori dal brulicante centro, dove è anche possibile gustare un aperitivo o cenare al lume di candela, piazza Rudalza, con la scultura di Romano Costu, è il luogo perfetto.

Anche le spiagge, a differenza delle comuni credenze, non sono affollate e alcune addirittura deserte. In particolare, proseguendo sugli scoglia oltre la spiaggia di Sassi (percorso un po' scomodo e in parte nell'acqua, ma lungo solo un centinaio di metri), si raggiunge una baietta azzurrissima con sabbia bianca, nota solo ai locali, dove è possibile fare bagni caraibici in perfetta solitudine. Le più rinomate invece sono Ira (Sa Rena Manna in sardo), in onore di Ira von Furstenberg, Punta Volpe (in sardo Iscia Segada) e, dall'altro lato di Sassi, la spiaggia di Alghe.

Tuttavia è ovvio che qui anche i fanatici del "VIP-tourism" trovano pane per i loro denti: a Punta Lada infatti c'è la strafamosa residenza estiva di Berlusconi, Villa Certosa (sul Golfo di Marinella), ma anche Gigi D'Alessio, Marta Marzotto, Gerry Scotty e molti altri personaggi del mondo dello spettacolo hanno casa in zona. Un vanto, poiché, non facendo parte della Costa Smeralda (secondo quanto stabilito dal Consorzio Costa Smeralda), nella rivalità coi "portocervini" Porto Rotondo sarebbe una località meno pop e più snob, ben felice quindi di non detenere la leadership smeraldina.

Come è noto, Porto Rotondo è inoltre noto in tutto il mondo per la sua Marina: il gotha del turismo nautico internazionale la batte da almeno 50 anni e la plaude sia per la facilità dell'accesso agli ormeggi sia per la loro sicurezza, ma soprattutto per la straordinaria bellezza dell'ambiente circostante, innalzandola a meta tra le più ambite di tutto il Mediterraneo. Perfino gli antichi romani utilizzavano questo approdo naturale per i loro commerci, tanto che ancora oggi è possibile ammirare alcune colonne scolpite oltre 2000 anni fa (all'ingresso del porto). Lo sviluppo turistico della Gallura deve quindi molto ai Conti veneziani e al villaggio Donà Dalle Rose ma anche al Gruppo Ciga (che negli anni '80 ha acquistato la Marina) e, dal 1997, al Gruppo Molinas (per la prima volta, un gruppo imprenditoriale esclusivamente sardo ha acquistato la gestione di una struttura realizzata da imprenditori "stranieri"), che ha ristrutturato gran parte del porto e lo ha allargato alle imbarcazioni superiori ai 30 metri (di solito costrette, in inverno, a restare alla fonda proprio per la mancanza di spazio). Oggi Porto Rotondo (a capo di una rete di porti turistici di cui fanno parte Cala Bitta, Punta Marana, Marina di Bosa e Portus Kalaris a Cagliari) è in cima alle classifiche dei porti di tutto il mondo per la qualità dei servizi e anche grazie alle attività dello Yacthing Club che, dal 1985, organizza grandi eventi nazionali ed internazionali.
ansa

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