Al via citta' animal friendly. Cani e Gatti in luoghi pubblici

la spiaggia per cani al Villa Bau Village
Ordinanze già pronte che, per esempio, per l'estate consentono di aprire le spiagge ai nostri amici a quattro zampe. E' con provvedimenti-modello di questo genere che l'ex ministro del Turismo Michela Vittoria Brambilla chiede ai sindaci di aderire per rendere sempre di più le città 'animal friendly'.
Le ordinanze già pronte, e soltanto da firmare per i comuni, sono infatti il senso dell'accordo che Brambilla, in qualità di fondatrice della Federazione italiana delle associazioni per i diritti animali e dell'ambiente, ha siglato oggi con l'Anci. Gli altri modelli ad hoc per i sindaci riguardano per esempio le aree verdi e l'ingresso in tutti i luoghi ed esercizi pubblici degli animali d'affezione. Inoltre, con l'accordo, osserva Brambilla, si favorisce "l'apertura di un ufficio dei diritti animali nei comuni italiani" e si tenta di "combattere in modo ancora più proficuo il randagismo", aumentando anche la "sinergia con le associazioni".
"Per noi - afferma l'ex ministro - gli animali domestici sono dei veri e propri membri della famiglia. Sono ormai 22 milioni gli italiani che vivono con animali domestici, e la sensibilità è crescente. Per questo - aggiunge - è un dovere delle istituzioni rendere loro la vita più facile". Per sapere dove trascorrere una vacanza in tutta tranquillità con il proprio amico fedele, Brambilla ricorda il sito 'vacanzea4zampe.info' di cui è possibile trovare informazioni e strutture che accolgono i nostri amici. Finora, tra spiagge e stabilimenti, si arriva a circa 150 tratti di costa dove far fare il bagno a 'Fido'. 
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Dubai verso il secondo boom turistico

(di Alessandra Antonelli)

DUBAI - L'annuncio dell'inaugurazione del Four Seasons hotel, albergo categoria extra-lusso, 237 camere e suites affacciate su 300 metri di spiaggia alla parte estrema di Jumeirah Beach, è solo l'ultima conferma di un trend turistico che racconta una Dubai ritornata a galoppare - turisticamente parlando - ai ritmi pre-crisi. Tanto che si parla già di un secondo boom. Attualmente nell'emirato, appena più grande della Valle d'Aosta, si contano 577 alberghi per 75,171 tra camere e mini appartamenti in residence.

Entro le fine dell'anno se ne dovrebbero contare circa 4,000 in più solo in alberghi di lusso secondo i dati del dipartimento del turismo di Dubai (Dtcm). In cantiere ce se sono altre 19,000 almeno, il 32,8 percento dell'attuale disponibilità, ha stimato Elizabeth Randall, direttrice della Str Global, al quotidiano Gulf News. Se nel primo trimestre del 2012 il tasso di occupazione alberghiera ha già superato l'86%, il 2011 ha registrato un aumento del flusso turistico del 23%, pari a quasi 33 milioni di visitatori che hanno portato nelle casse dell'emirato 3,48 milioni di euro, il 20% in più rispetto all'anno precedente.


In aumento è anche la domanada: 13,9% nel 2010, 17,1% nel 2011 e stimata ad una media del sei per cento nei prossimi sei anni. Numeri e stime che secondo gli analisti di settore dovrebbero mettere a tacere le voci degli scettici che non confidano nella capacità di Dubai di assorbire l'alto numero di camere in costruzione di varie tipologie e categorie. Dubai si piazza inoltre destinazione turistica numero uno nella regione del Medio Oriente e del Nord Africa (Mena) e per spesa turistica pro capite e rimane salda tra le prime 10 mete più gettonate al mondo, meglio piazzata di Roma o di New York, rispettivamente al 12/mo e al 13/mo posto, secondo i dati del Master Card Index.


A giocare in favore dell'emirato, al momento, due fattori chiave. Da una parte l'irrequietezza politica dell'intera regione che sta spostando significative masse di turisti da destinazioni tradizionali come l'Egitto o il Libano, dall'altra la crescita economica di Russia e Cina. Al turismo storico "locale" - ovvero proveniente dalle altre cinque monarchie petrolifere che insieme agli Emirati Arabi Uniti costituiscono il consiglio di Cooperazione del Golfo (Ccg) - e a quello europeo in cerca di relax in strutture spesso da favola per atmosfere e lusso, spiagge mare e shopping, tutti i comfort delle vacanze moderne con gli imprevisti delle avventure esotiche, si aggiungono i nuovi ricchi - e non solo - delle due gradi economie emergenti.
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Non solo calcio, Varsavia in 10 mosse. La semifinale Germania-Italia ottimo spunto per un viaggio


Girovagando per la città polacca nel fine giugno calcistico si intrecciano edifici moderni e vibranti quartieri dalle tinte pastello, crocevia di musei, buona musica e cucina generosa Una partita di calcio, soprattutto se una semifinale degli Europei 2012 come quella che giovedì 28 giugno si giocheranno Italia e Germania, è un ottimo spunto per inventarsi un ponte turistico.

E Varsavia, con i suoi musei, le sue case e piazze colorate, i suoi negozi d’ambra, la cucina d’autore e la buona musica è certamente una meta di grande vitalità. Si può iniziare da uno sguardo panoramico dal trentesimo piano del Palazzo della Scienza e Cultura, d’ispirazione sovietica, sui tetti di tegole rosse della Città Vecchia, completamente ricreata dopo la distruzione della Seconda guerra mondiale. La città, quasi due milioni di abitanti, è piena di musei (se ne contano una ventina) e in molti di questi sono richiamati la sofferenza e il coraggio della popolazione durante l’occupazione nazista. Giganteschi soldati sono, per esempio, immortalati in azione in piazza Krasinski nel Museo della Rivolta.

Le memorie belliche di Varsavia sono, però, sovrastate e vinte in ogni angolo dalla melodia di Chopin, il “poeta del pianoforte” cresciuto da queste parti. Il parco reale di Lazienki ospita nelle giornate e serate estive una serie di concerti dedicati al grande compositore. L’appetito è un altro elemento tipico della piazza polacca, dove abbondano locali specializzati in selvaggina, salsicce e gnocchi rustici. La vita notturna ha un suo filone nella zona di Nowy Świat, nel Quartiere dei Teatri con diversi bar e discoteche, oppure attraversando il fiume Vistola si può raggiungere il quartiere di Praga, dove anticamente venivano incoronati i re polacchi e oggi, fra vie degradate, si trovano anche edifici d'anteguerra dalla caratteristica architettura e alcuni esempi di chiese ortodosse come la Cattedrale di Santa Maria Maddalena.

Ecco una breve guida, in dieci tappe, per gustarsi Varsavia. 1) Città Vecchia (Stare Miasto). L’atmosfera dei vicoli si mescola alla confusione della della vita centrale, con piazze, caffetterie accoglienti. D’estate questa zona diventa un immenso palcoscenico all’aperto con spettacoli musicali, teatrali e gallerie d’arte. Seriamente danneggiato dagli eventi bellici, questo quartiere è stato ricostruito con precisione negli anni Cinquanta e Sessanta, basandosi in gran parte sulle famose vedute attribuite al Canaletto (in realtà, dipinte da Bernardo Bellotto. 2) Castello Reale. Nella parte meridionale della Città Vecchia si trova la Plac Zamkowy, piazza del Castello, dominata dal Castello Reale risalente al XIV secolo e ricostruito tra il 1971 e il 1988, riutilizzando quanto più possibile i materiali storici recuperati dopo la distruzione da parte degli occupanti nazisti nel 1944. Sulla piazza si affaccia anche la Colonna di Sigismondo, eretta nel 1644 e attualmente punto di ritrovo della città.

Dalla piazza del Castello inizia la cosiddetta Strada Reale (Trakt królewski), che conduce alla residenza reale di Wilanóv. Il primo tratto è costituito dal Krakowskie Przedmieście, grande viale alberato dove si trovano il Palazzo del presidente della repubblica, la chiesa neoclassica di Sant'Anna, il monumento al poeta nazionale Adam Mickiewicz e la città universitaria. 3) Palazzo Wilanów. Soprannominata la “Versailles polacca”, questa residenza rappresenta bene la grandezza polacca sotto il regno di Giovanni III (Jan Sobieski) e Augusto II, dei quali fu dimora estiva. Merita un passaggio il Giardino Sassone, primo parco pubblico aperto ai cittadini, con 21 statue delle muse e delle virtù, l'orologio solare e una fontana costruita sul modello del tempio di Vesta di Tivoli. All'entrata di questo parco c’è il Monumento al milite ignoto. In questa zona si trova anche Il Museo dei Poster che ospita una delle più grandi collezioni mondiali di poster art. Oltre metà di queste opere sono polacche, ma vi sono anche capolavori di artisti quali Dalí, Warhol e Picasso. (www.postermuseum.pl/en/main)

4) Parco Lazienki. Questo complesso architettonico, una vera opera d’arte del giardinaggio (è considerato uno dei più belli d’Europa da molte guide turistiche) risale al 17/mo secolo e comprende il Palazzo sull'Acqua fatto costruire da Stanislao II Augusto Poniatowski, ultimo monarca polacco.

5) Palazzo della Cultura e della Scienza. Completato nel 1955 come un “regalo” di Stalin (con il paradosso che lo volle ispirato all’Empire State Building di New York), questa torre è l'incarnazione dell’architettura del realismo socialista ed è ancora, con i suoi 231 metri, l'edificio più alto della Polonia, oltre ad essere il nuovo centro animato della città. Situato accanto alla stazione centrale, occupa quello che attualmente è il centro commerciale, finanziario e economico di Varsavia.

6) Museo della Rivolta. Aperto nel 2004 nel centro della città, è un tributo a quanti morirono per l’indipendenza del Paese. Questo moderno museo interattivo commemora la fallita ribellione del 1944 per liberare la città dai naziste rende visibile l’insurrezione grazie ad una vasta collezione di manufatti, filmati, fotografie ed anche a ricostruzioni di aerei (http://www.1944.pl/en/).

7) Museo Nazionale. Contiene una ricca raccolta di esposizioni dall'antichità ai tempi moderni. Ospita una splendida collezione d'arte che abbraccia molte epoche. Le 11 gallerie conservano manufatti provenienti dall'Egitto e dalla Mesopotamia, dipinti religiosi medievali, dipinti veneziani ed opere di maestri polacchi risalenti al 19° e 20° secolo. 8) Prigione di Pawiak. Divenne sinonimo di terrore nazista quando la Gestapo la trasformò in prigione politica. Qui furono uccise più di 37.000 persone ed oggi questo luogo è un tributo commovente a questi martiri, con celle ristrutturate ed effetti personali in esposizione.

9) Cattedrale di San Giovanni Battista. Anch’essa distrutta nel 1944 e successivamente ricostruita in stile gotico inglese, ha appesi su una delle pareti esterne i cingoli di un Goliath, carro armato tedesco, a ricordare la brutalità di cui la cattedrale e la città intera furono oggetto. All’interno si trovano diverse opere dell’artista tedesco Veit Stoss (1438-1533), autore tra l’altro della magnifica pala d’altare della basilica di Santa Maria a Cracovia. (www.katedra.mkw.pl)

10) Museo Fryderyk Chopin. La vita e le opere del celebre compositore e pianista sono raccolte in quest’edificio, nel centro città. Tra le raccolte spiccano lettere e manoscritti originali, regali personali e il suo ultimo pianoforte. Sono organizzate anche visite guidate nel luogo di nascita, a 50 km da Varsavia. Da non trascurare, inoltre, il Salotto della Famiglia Chopin, che si trova all’interno del Palazzo Czapski, la casa dove viveva l’artista. (http://en.chopin.nifc.pl/institute/)
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Aquileia rivive i fasti della sua fondazione


Un tuffo all'indietro di 22 secoli: lo vivrà Aquileia, già capitale della X Regio romana, il 29 e 30 giugno e il primo luglio prossimi quando oltre 400 figuranti da tutta Italia e mezza Europa si daranno appuntamento per rivivere i fasti della fondazione della città romana nel 181 avanti Cristo.

Un appuntamento voluto dalla Fondazione Aquileia che ha accolto la proposta della 'X Regio di Aquileia' costituitasi in confederazione 'Sulcus' - composta dalle associazioni 'Aes Torkoi' e Centro regionale studi di storia militare antica e moderna di Trieste e dalla 'Legio VI Ferrata' di Rovigo - di far rivivere le aree archeologiche della città da guerrieri celti, legionari romani, commercianti, gladiatori, danzatrici e popolani con lo scopo non solo e non tanto di 'rievocare,' ma anche quello di coinvolgere i turisti sempre più alla ricerca di un collegamento storico con il territorio che stanno visitando.

Due sono i siti che saranno dedicati alle rievocazioni con manifestazioni programmate ad intervalli di alcune ore per dare a tutti modo di vedere e di rivivere quelle pagine epiche. Si tratta del fondo 'Pasqualis' e del fondo 'Cal' che, di fatto, circondano piazza Capitolo e la superba basilica poponiana.

Tutta l'Aquileia storica, così, farà da sfondo impeccabile e naturale alle rievocazioni che partiranno venerdì 29 giugno con una festa celtica e l'accensione dei fuochi delle pire, cui seguiranno l'arrivo in città di una delegazione militare romana convocata dagli Istri e le inevitabili tensioni con i primi ricorsi alle armi. Sabato 30 giugno, giornata centrale della rievocazione, saranno ricordati gli ingressi in città dei legionari dagli accampamenti, i ludi gladiatori con il rito del 'Sulcis primigenius' con il quale fu definito il perimetro della futura città romana. Il primo luglio altri ingressi di militari romani, ancora ludi gladiatori, altre battaglie, danze e scene di vita comune che riporteranno Aquileia ai primissimi anni della sua fondazione.

I figuranti fanno parte di 25 associazioni sparse in tutta Italia e in diverse nazioni d'Europa non nuovi a queste rievocazioni, ma mai impegnati per tre giorni consecutivamente in uno scenario all'aperto che solo la città di Aquileia, con i suoi resti e le sue architetture, può ricreare. Sarà - è stato ricordato oggi - il più grande evento di rievocazione storica mai realizzato prima d'ora in Italia. Una 'festa' con la quale si spera di attirare in città migliaia e migliaia di turisti e di interessare quelli già presenti nelle località balneari di Grado (Gorizia) e Lignano (Udine), oltre che del vicino Veneto.

Aquileia - una delle città più grandi dell'Impero romano, uno dei più importanti antichi porti dell'Adriatico, punto di partenza delle principali strade commerciali, culturali e militari, sede nominale di un episcopato e di un patriarcato - già inserita nel 1998 dall'Unesco tra i Patrimoni mondiali dell'umanità, regalerà a tutti per tre giorni l'emozione di rivivere, fianco a fianco con i protagonisti, le atmosfere dei tempi della sua fondazione. Tutti gli spettacoli e le rappresentazioni saranno ad ingresso libero.
ansa

aprire alle persone con disabilità visiva l'accesso ad iniziative turistiche


Aprire alcune delle principali attrazioni turistiche a viaggiatori ciechi e ipovedenti, a partire da 3 regioni: Lazio, Campania e Toscana. E' l'obiettivo che si pone il progetto "Turismo culturale per disabili visivi", ideato dall'Unione italiana dei ciechi e degli ipovedenti e finanziato dal dipartimento per la Gioventù della presidenza del Consiglio dei Ministri. L'iniziativa, che sarà presentata presso la sede dell'Uic di Roma (via Borgognona 38) mercoledì 27 giugno, coinvolgerà
500 ciechi e ipovedenti, oltre ai loro accompagnatori e guide Altra finalità del progetto è sensibilizzare operatori del settore (responsabili delle strutture, addetti alla custodia e guide turistiche) alle problematiche dell'approccio dei disabili visivi con le varie forme di arte. Il progetto avrà la durata di 18 mesi e costerà complessivamente 235.000 euro. Nel Lazio, i siti coinvolti saranno: i Musei Capitolini, il Museo Baracco, il Museo degli Strumenti Musicali, i Mercati di Traiano, il Museo dei Fori Imperiali, il Museo d'Arte Contemporanea, il Museo ‘'Arte Moderna di Roma.
superabile.it

Da Trenitalia pacchetti turistici "all inclusive", per eventi culturali in Italia


Comprendono: biglietto andata e ritorno (seconda classe o livello Premium), ingresso agli spettacoli, pernottamento e servizi di ristorazione. Un’estate all’insegna della cultura e dei festival, da vivere tutta con il treno

Pacchetti turistici All Inclusive sono stati, infatti, messi a punto grazie a un accordo fraTrenitalia (Gruppo FS) e Italiafestival/AGIS, per raggiungere in treno alcuni dei più prestigiosi festival culturali in programma in Italia nel corso dell’estate e in autunno.
Le offerte turistiche, realizzate da Eden Viaggi, in virtù del protocollo d’intesa che Italiafestival ha stipulato con ASTOI/Confindustria Viaggi, prevedono, oltre al biglietto del treno andata e ritorno (in seconda classe o nel livello Premium se il viaggio è con ilFrecciarossa 4 livelli) e l’ingresso agli eventi in cartellone, anche  pernottamento, servizi di ristorazione e altri benefit.
Si inizia con gli spettacoli teatrali e musicali della 55esima edizione del “Festival dei 2Mondi”, in programma dal 29 giugno al 15 luglio a Spoleto, raggiungibile con unIntercity da Roma.
L’estate culturale continua a Milano, raggiungibile ogni giorno con 70 corse Frecciarossa,con il festival di musica jazz “Il ritmo della Città”, dall’ 1 al 3 luglio.
In treno anche al “Festival della Valle d’Itria”, dal 14 luglio al 2 agosto a Martina Franca, partendo da Roma con il Freacciargento per Bari.
Infine, da non perdere, i pacchetti per i concerti del “Guidoneum”, che si terranno ad Arezzo, fermata di un comodo Intercity da Roma, dal 16 al 28 agosto e per gli spettacoli di danza, teatro, musica e cinema della 27esima edizione del “RomaeuropaFestival”dal 26 settembre al 25 novembre nella Capitale.
atnews.it

Roma. Grazie Azerbaigian. Così rinascono le antiche catacombe

Migliaia di metri di cunicoli, con sale e cripte, spesso decorate con preziosi affreschi. Tra le più belle di Roma c'è la Catacomba di Marcellino e Pietro, sulla via Casilina che, con i suoi 18 mila metri quadri e articolata in tre livelli, è una delle più grandi della Capitale e quella con gli affreschi più belli e preziosi. Al momento lo splendido complesso (la cui responsabilità è del Vaticano) è chiuso e visitabile saltuariamente su prenotazione. Ma presto, grazie all'interessamento (e ai soldi) dalla first lady della Repubblica dell'Azerbaigian, Mehriban Aliyeva, le catacombe saranno restituite al loro splendore e visitabili con regolarità. Il presidente del Pontificio Consiglio della Cultura, il cardinale Gianfranco Ravasi, ha commentato così alla Radio Vaticana la notizia: «È la prima volta che un grande Paese di religione islamica» manifesta «la generosa disponibilità a sostenere i costi del restauro di uno dei luoghi più cari alla memoria storica e alla fede cristiana». Il restauro verrà offerto dalla Fondazione «Heydar Aliyev», presieduta appunto dalla first lady della Repubblica dell'Azerbaigian. La decisione è stata formalizzata l'altro giorno, alle 17,30, nella sede del dicastero vaticano, dove è stato firmato un documento di intesa dalla presidente della Fondazione e dal cardinale Ravasi, presidente della Pontificia Accademia di Archeologia sacra, che ha la competenza sulle catacombe. «Si tratta - ha osservato ancora il porporato - di un segno di nobile attenzione e di grande valore, proteso verso più intense relazioni interculturali ed un dialogo interreligioso di più ampio respiro». La Catacomba di Marcellino e Pietro sono inserite nel più ampio complesso «Ad duas lauros», sulla Casilina, al terzo miglio di quella che una volta era l'antica via Labicana. L'intera zona faceva parte di un fondo della famiglia imperiale e di proprietà di Flavia Giulia Elena. Le edificazioni più importanti nell'area risalgono al IV secolo dopo Cristo. La costruzione più nota in zona è il Mausoleo di sant'Elena che i romani chiamavano la «Torre Pignatta», dal quale è derivato il nome del quartiere: Torpignattara. Qui c'era l'ospedale dei pellegrini, trasferito poi nel XV secolo a S. Giovanni in Laterano come ospedale del Salvatore. I due martiri a cui sono intitolate le catacombe Marcellino Prete e Pietro Esorcista, morti nel 304, furono cristiani di fede fermissima sotto Diocleziano, il più feroce degli imperatori. I due, sfidando minacce e condanne, anche in prigione diffondevano il messaggio di Gesù e per questo subirono il martirio. Dopo crudele prigionia e moltissimi tormenti, i due vennero flagellati, si eseguì la condanna a morte. Marcellino e Pietro furono decapitati, sull'antica via Cornelia, in una zona denominata Sylva Nigra, poi chiamato Sylva Candida in onore dei martiri. I loro corpi furono sepolti nelle catacombe e il loro sepolcro fu poi adornato con versi da san Damaso Papa. Neanche da morti i due martiri riposarono in pace: le loro reliquie furono spostate in varie città, in parte portate anche in Francia. I santi furono venerati nelle prime epoche del Cristianesimo e sono santi dalla Chiesa cattolica e anche per quella ortodossa. In epoche più recenti il loro culto si è via via affievolito. Chissà, forse torneranno famosi grazie all'interessamento della Repubblica dell'Azerbaigian. E non deve stupire che l'impegno per restaurare un monumento di casa nostra arrivi da tanto lontano: non bisogna dimenticare che il restauro degli affreschi della Cappella Sistina, uno dei più importanti, complessi e difficili del Novecento, fu finanziato dall'azienda televisiva giapponese Nippon Television Network Corporation, che elargì 4,2 milioni di dollari americani. In cambio l'azienda nipponica chiese l'esclusiva per le riprese del restauro.
di Antonio Angeli / iltempo.it
24 Giugno 2012

A Pietrelcina itinerario dell'anima. Nell'antico borgo le pietre raccontano la storia e la vita di padre Pio

di Marzia Giglioli)


Sono passati 10 anni dalla canonizzazione di Padre Pio e il 16 giugno a San Giovanni Rotondo e a Pietrelcina si ricorderà quella che è la data più importante, quella che ha coronato la sua intensa vita spirituale. Due luoghi che costituiscono il filo per conoscere più a fondo il suo misticismo, ma anche la sua umanità. A Pietrelcina uno sperone roccioso dà il benvenuto al visitatore: è la “Morgia” che Padre Pio ricordava sempre e che ritorna spesso nelle sue biografie e che sovrasta Vico Storto Valle dove nacque Francesco Forgione. Qui nasce il cammino spirituale di Padre Pio tra la gente dell’antico rione del “Castello”.

E c’è ancora Cosimo, 90 anni, che ha conosciuto Padre Pio e che parla sempre volentieri dei loro incontri, narrando episodi lontani e suggestivi. I sassi, le case, gli scalini, gli anfratti, tutto ricorda la vita di padre Pio a Pietrelcina. E intorno c’è il fascino suggestivo delle colline del beneventano. Ma sono soprattutto le pietre a raccontare la vita di padre Pio quelle delle antiche mura, tra vico Storto Valle e quelle della chiesa di Sant’Anna dove passava ore a pregare. E c’è il Convento, costruito per volontà dello stesso padre Pio, che in quel luogo sentiva un coro degli Angeli e che potè essere costruito grazie alla benefattrice americana Mary Pyle e accanto al quale sorge la Chiesa dedicata alla Sacra Famiglia.

Ma il racconto passa anche attraverso le mura delle sue case natali, i luoghi dove tutto ebbe inizio In Vico Storto Valle si trova la Torretta, la casa dove il futuro santo iniziò le sue meditazioni. Un’unica stanza fatta di poche cose come erano tutte le case di Pietrelcina. Un unico locale ma con una finestra piena di luce e un panorama sulle colline . E sempre lungo lo stesso vicolo ci sono altre due case: Casa Forgione dove nacque Padre Pio nel 1887 e la Cucina. Piccoli locali separati dove visse la quotidianità ed ebbe le sue prime esperienze soprannaturali. Poi, oltrepassato il borgo medievale si scende alla Contrada Pontaniello per iniziare un altro itinerario fuori del borgo antico.

Il pozzo indica l’inizio della piccola strada di campagna che porta a Piana Romana dove la famiglia di padre Pio possedeva una masseria e un appezzamento di terreno Si percorre la suggestiva Via del Rosario, in questi giorni di inizio estate molto suggestiva, e che congiunge l’abitato antico del Castello con la zona rurale di piana Romana. Il sentiero Padre Pio lo percorreva anche due volte al giorno, un po’ per raggiungere i suoi che vi lavoravano, ma anche perché il medico di famiglia, gli consigliava di respirare aria buona in quel piccolo podere, lassù in collina . E in questa piana è cresciuto l’olmo della stigmate, ora custodito in una piccola cappella all’ombra di un bosco. Nei giorni di gran caldo, Padre Pio si rifugiava su questa piana in una piccola capanna appoggiata all’olmo e proprio quella capanna alla fine degli anni ’60 si trasformò nella piccola chiesa che si vede oggi. Tra il 1910 e il 1911 – padre Pio raccolto in preghiera presso il podere di Piana Romana, ricevette le prime stimmate.

L’episodio lo turba profondamente e confida tutto al proprio direttore spirituale in una lettera dell'8 settembre del 1911. Concluso il periodo di convalescenza trascorso a Pietrelcina, Padre Pio fa ritorno al convento di Foggia nel febbraio del 1916. Passa qualche mese ed il 4 settembre dello stesso anno fu trasferito al convento di Santa Maria delle Grazie a San Giovanni Rotondo. Doveva essere un trasferimento provvisorio, invece Padre Pio non si allontanerà mai più dal piccolo centro del Gargano. Poco lontano dalla cappella che ospita l’olmo, ci sono le due pietre dove Padre Pio si sedeva a guardare il cielo e i tramonti. E sono ancora le pietre a raccontare una storia di infanzia e di cammino spirituale. Alla Cappella si accede da un piccolo viale e tutto intorno un bosco che copre d’ombra questo terreno, una volta di proprietà della famiglia di padre Pio.

C’è silenzio e suggestione. Si torna a Pietrelcina, fatta di roccia e di storia antica, e di nuovo si ammira l’antico borgo teatro di antiche battaglie normanne e che conserva intatto il fascino di un tempo. Le sue stradine strette salgono e scendono in modo tortuoso, le piccole case arricchite da scale esterne (jafii), le piccole corti, ne fanno un monumento dal fascino straordinario. http://www.comune.pietrelcina.bn.it Tra queste case nacque Padre Pio e il pensiero porta a San Giovanni Rotondo l’altro luogo di Padre Pio dove il 16 giugno si ricordano i 10 anni dalla sua canonizzazione. Mentre a Pietrelcina il 16 giugno ci sarà una messa alla Chiesa di Santa Maria degli Angeli e un concerto ( parrocchia di Santa Maria degli Angeli). In questa Chiesa Padre Pio iniziò il suo apostolato e nel 1909 diede il battesimo ad un bimbo che sarebbe diventato poi sacerdote (http://www.cappuccinipietrelcina.com) Per visite guidate lungo i luoghi di Padre Pio a Pietrelcina si può telefonare alla Parrocchia di Santa Maria degli Angeli 0824 991304 Per consultare eventi e altri luoghi di Padre Pio consultare www.conventosantuariopadrepio.it/it/gli-altri-luoghi/pietrelcina

Non solo calcio. Kiev in dieci mosse. Breve guida per il fine settimana calcistico tra monasteri coloratissimi, musei, labirinti sotterranei e tanta cucina ucraina

chiesa cattedrale Kiev

Cosa c'e' di meglio di una visita da turista a Kiev se si arriva con largo anticipo, per esempio nel weekend 22-24 giugno, rispetto al fischio d'inizio dei quarti di finale degli Europei 2012 tra Italia e Inghilterra?. Kiev è una bella metropoli (2,8 milioni di abitanti) sul fiume Dnepr. I suoi monumenti testimoniano lo splendore di una città che, fondata tra il V e il VI secolo, fu la prima capitale della Russia e ha sempre ricoperto un ruolo fondamentale nella storia e nella cultura russa e ucraina. È tutt'oggi uno dei centri spirituali più importanti della Chiesa ortodossa. Il palazzo imperiale, la Cattedrale bizantina di Santa Sofia, la Chiesa di Sant'Andrea in stile barocco, i resti della porta d'Oro dell'XI secolo sono alcune delle tappe obbligate nel tour che parte dalla Città Vecchia e si snoda attraverso la via Andriyivsky fino a Podil, il quartiere dei mercanti.
Tutto merita di essere osservato con attenzione, fermandosi nei tanti localini, nelle caffetterie, nei negozi e case d'epoca ben conservate. Cuore di Podil è Kontraktova ploshcha, la piazza famosa per l'enorme Kontraktova Dim (Casa dei Contratti), caratterizzata da bianche arcate, che occupa il centro della piazza. L'edificio, che risale al 1817, ospita oggi ristoranti, gallerie e uffici.
Ecco un breve campionario per conoscere la capitale ucraina. 1) Monastero di S. Antonio. A sud della Città Vecchia sorge questo complesso religioso fondato nel 1051 che comprende una rete di catacombe che gli hanno valso il nome di S. Antonio delle Grotte. È possibile visitare per intero il monastero prenotando per tempo; la visita alle catacombe necessita di una guida esperta.Tra le numerose chiese con cupole dorate si dipanano labirinti sotterranei che custodiscono le spoglie mummificate dei monaci. 2) Cattedrale di Santa Sofia. Questo edificio di grande valore artistico espone al suo interno splendide icone e affreschi ben conservati. La chiesa, iniziata nel 1037, riflette la percezione della cristianità dell'Impero Bizantino. Il tempio, fino al 1240, era per dimensioni il secondo dell'intera Cristianità. Anche se è dedicato alla Santa Sapienza, come la grande cattedrale di Hagia Sophia a Costantinopoli, l'edificio ha una forma nettamente differente: invece di una singola cupola semisferica che si innalza dal corpo dell'edificio, la cattedrale di Santa Sofia a Kiev ha 13 cupole a cipolla montate su tamburi. 3) Cattedrale della Dormizione (1078). Risale al periodo in cui la città fu capoluogo del principato di Kiev, come altre chiese in pietra e mattoni di tipo bizantino (la Cattedrale di San Michele e la Chiesa di San Cirillo, entrambe con affreschi molto interessanti), e fa parte del complesso del Monastero.
È stata parzialmente distrutta dall'Armata Rossa durante la seconda guerra mondiale, ma è ancora oggi uno dei migliori edifici religiosi barocchi del paese. 4) A nord di questa cattedrale sorge il Museo Storico dei Tesori, che conserva soprattutto oggetti artigianali, pietre e metalli preziosi. La sezione di maggior pregio del museo è senza dubbio quella che ospita l'oro degli sciti del IV secolo a.C. Vi è custodito anche un plastico di Kiev del XII secolo, oltre a coppe riccamente decorate, croci, calici e icone di artisti ucraini, russi, polacchi e lituani. 5) Museo di Architettura Popolare. Si trova a 12 km a sud del centro, ma ha il fascino delle colline panoramiche costellate di cottage, chiese, fattorie e mulini a vento di legno dei secoli compresi tra il XVII e il XX.
Molti di essi presentano bellissimi giardini e, all'interno, mobili molto ben conservati. Il museo è diviso in sette piccoli villaggi che rappresentano le tradizioni delle diverse regioni; inoltre, ci sono alcuni buoni ristoranti e un negozio di articoli da regalo. Il museo è collegato al centro della città tramite un servizio di autobus urbani. 6) Fortezza di Kiev. Risale al 19° secolo, si trova a sud della città, nella zona di Pechersk ed ha una macabra storia. Kosy Kaponir, attualmente un museo, all'inizio del 20° secolo era una prigione politica, e Lysa Hora (Montagna Calva) era il luogo delle esecuzioni. 7) Museo di Chernobyl. Nell'antico quartiere commerciale di Podil sorge questo commovente memoriale del disastro nucleare avvenuto nell'aprile del 1986, con settemila reperti fra documenti e fotografie, animali mutanti imbalsamati, i documenti di identificazione e le storie di diverse vittime. 8) Rodina Mat - Memoriale alla Patria. Affacciata sul fiume Dnper, nella zona centrale di Pechersk, la statua Rodina Mat (Madrepatria) rende onore ai 7,5 milioni di vittime della Seconda Guerra Mondiale. Un ascensore conduce sino alla sommità, da dove si possono ammirare vedute spettacolari della città. Da visitare anche il museo sulle attrezzature militari 9) La Casa delle Chimere (Casa di Horodetsky). Architettura surreale in stile moderno nell’elegante quartiere di Lypky.
Costruita nel 1904 da un architetto determinato a dimostrare le potenzialità del calcestruzzo è oggi residenza privata del Presidente. 10) Parco e Monumento a Taras Shevchenko. Disegnato nel 1890 comprende la statua al lo scrittore eretta nel 1939. La statua di Taras è stata posta in sostituzione di quella dello zar Nicola I, che lo aveva perseguitato. Al centro una fontana a forma di Mar Nero, una scacchiera per giocare. Nel Parco, secondo alcuni forum web, si trova uno dei migliori ristoranti della città, il Taras appunto, con genuina cucina ucraina, come i ravioli dolci ripieni di amarena serviti con panna acida, il piatto del cosacco (maiale cotto in forno con funghi e piccole verdure con la croccante crosticina di formaggio) o il fantasioso piatto Kurenevska zabava, fatto di fegato di pollo cotto con mele e cognac.
Tra le più gettonate sono il ristorante “Za dvumia zaitsami“, specializzato in selvaggina; “Peshera” (La Grotta), che propone tra l’altro il fegato di pollo in salsa di lamponi o il tipico borscht a base di barbabietole servito con dei pasticcini salati; “Luchshie vremena” (I tempi migliori), “Cosacco Mamai” e, se si vuole restare sui piatti italiani, si può andare a seconda dei gusti e delle tasche all’osteria Pantagruel o al Da Vinci Fish Club. La maggior parte dei ristoranti è aperta dalle 12.00 alle 24.00, ma in città si possono trovare locali aperti 24 ore su 24.
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Gli italiani riscoprono le bellezze di casa. Veneto e Lazio le regioni più gettonate grazie al traino di Venezia e Roma

Il patrimonio culturale del Belpaese esercita da sempre una forte attrazione per i turisti stranieri, ma negli ultimi anni anche gli italiani stanno riscoprendo il le bellezze artistiche di casa, tanto che il turismo culturale interno ha registrato una crescita del 20% in soli due anni. Il dato proviene dall'Osservatorio CartOrange, che traccia una mappa delle regioni più amate dai turisti esteri e nostrani.



Nel primo semestre del 2011, dei 15,6 milioni di italiani in viaggio il 38,6% ha scelto località di interesse storico-artistico, sia interne che estere, mentre nelle città d'arte italiane il 60,2% delle presenze nel periodo più caldo, ossia tra luglio e settembre, è italiano, e il 39,8% straniero. 

I "turisti culturali" italiani preferiscono il Veneto (16,5% delle presenze nel 2010), seguito a poca distanza da Lazio (15,8%) e Toscana (15,2). Degli stranieri, invece, uno su tre sceglie il Lazio, uno su quattro il Veneto e il 17% punta sulla Toscana. Molto amata, soprattutto dagli italiani, anche l'Emilia Romagna, che prima del terremoto si collocava al quarto posto con il 14% per gli italiani e al quinto (4,3%) per gli stranieri.

Le destinazioni più gettonate sono quelle "classiche", con Roma e Venezia in testa, spiega Gianpaolo Romano, amministratore delegato di CartOrange. "Quello che sta cambiando nel settore è proprio il modo di viaggiare: il turista culturale non vuole più visitare tutto quello che c'è da vedere – dice Romano - ma è più selettivo e preferisce un approccio più slow. Si focalizza solo su quello che gli interessa davvero, magari anche in una destinazione già nota, ma intende capirla e contestualizzarla".

Nel complesso, osserva ancora Romano, il turismo culturale negli ultimi 10 anni è quello che è cresciuto più di tutte le altre tipologie. Nelle località di interesse storico e artistico, infatti, le presenze italiane sono aumentate del 17% e quelle straniere del 54%.

ansa

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A Roma Dali' vince anche sul caldo. Ultimi dieci giorni al Vittoriano


Il gran caldo non si addice alle mostre, che vedono, a parte la rassegna umbra dedicata a Luca Signorelli, calare il numero dei visitatori. Ma in questo esordio di estate e di grande afa e' ancora Dali' ad avere la meglio. Nella settimana dal 14 al 20 giugno, la bella rassegna allestita al Vittoriano si tiene ben stretta la prima posizione nella classifica ANSA delle mostre piu' viste preparandosi all'assalto del pubblico negli ultimi dieci giorni di apertura. A tallonare Dali' e' ancora una volta, senza piu' rivali, l'esposizione che ha portato al Chiostro del Bramante i capolavori del colore di Joan Miro', un po' in calo, molto probabilmente per le temperature torride della capitale.

Minor affluenza, infine, a Urbino, dove la Citta' Ideale scivola in quarta e ultima posizione, mentre nelle citta' d'arte dell'Umbria si registra una ripresa di interesse per le meraviglie di Luca Signorelli, vigoroso maestro della Rinascenza. 1)'Dali'. Un artista, un genio', Roma, Complesso del Vittoriano (fino all'1 luglio): 7.426 visitatori (media giornaliera 1.731) 2)'Miro'! Poesia e luce', Roma, Chiostro del Bramante (fino al 10 giugno): 6.523 visitatori (media giornaliera 1.292) 3)'Luca Signorelli ''de ingegno et spirto pelegrino''', Perugia, Galleria Nazionale dell'Umbria (fino al 26 agosto): 1.755 visitatori (media giornaliera 419) 4)'La Citta' Ideale', Urbino, Galleria Nazionale delle Marche di Palazzo Ducale (fino all'8 luglio): 1.513 visitatori (media giornaliera 370). (ANSA)

Per ombrelloni gratis a Lido di Camaiore basta donare il sangue. Da sabato 30 giugno

I balneari di Lido di Camaiore in collaborazione con Fratres, Avis, Usl 12 Versilia, Associazione In gioco per la solidarieta' e Tepee Onlus, in vista dell'evento in programma sabato 30 giugno presso il Pontile di Lido di Camaiore 'Un giorno al Mare Donando il Sangue', hanno organizzato questa iniziativa di sensibilizzazione offrendo un ombrellone gratis a tutti coloro che doneranno sangue.

Tutti coloro che doneranno il sangue nei giorni da lunedi' 25 a venerdi' 29 giugno in tutte le sale trasfusionali della Regione Toscana avranno la possibilita' di passare un giorno gratuito al mare. Bastera' infatti telefonare all'Associazione Balneari Lido di Camaiore, via Pistelli 41, telefono 0584 66708 e presentare il tesserino del Donatore per avere un ombrellone gratuito.

La donazione rimane per ora l'unico sistema per continuare ad offrire il necessario apporto di sangue al sistema sanitario. Si possono raggiungere punte di 160-170 sacche di globuli rossi, 290-300 di plasma e 140 di piastrine per interventi particolarmente impegnativi. Obbiettivo degli stabilimenti balneari di Lido di Camaiore, dell'amministrazione comunale e dei Consorzi Promozione Turistica e' promuovere e sensibilizzare l'importanza della donazione del sangue in particolare tra i giovani. (ANSA).