Venezia, quando l'hotel diventa un set

Tour degli alberghi scelti dai registi per girare scene di film celebri

Sotto i riflettori per la sessantanovesima edizione della Mostra internazionale d'arte cinematografica, Venezia non deve la sua fama filmica soltanto alla kermesse. Complici i canali e le viuzze, le gondole e un'atmosfera unica, la città è stata più volte immortalata da registi di fama mondiale, che hanno scelto i suoi hotel più esclusivi sia per soggiornare, sia per ambientare alcune scene. Il sito Trivago ne ha selezionati cinque, da visitare per riconoscere i set di film celebri.

Il tour degli hotel non può che iniziare dall'Excelsior, la cui terrazza ospitò la prima Mostra nel 1932. Situato a Venezia Lido, negli anni è stato scelto da star del calibro di George Clooney e Denzel Washington per il loro soggiorno a Venezia. Il fascino e la solennità dell'albergo colpirono Sergio Leone, che girò nella Sala degli Stucchi – tra colonne in marmo e lampadari di cristallo - la scena della cena tra Noodles (Robert de Niro) e Deborah (Elizabeth McGovern) di "C'era una volta in America".

La seconda tappa prevede di sorseggiare un Vodka Martini, agitato ma non mescolato, al Cip's Club dell'Hotel Cipriani, proprio come James Bond in "007 – Casino Royale". Le scene finali del film, in cui Vesper Lynd (Eva Green) perde la vita, sono state girate tra le calli e i canali di Venezia, e alcune sono state ambientate all'interno dell'albergo. Per ricordarlo, al bar c'è ancora una targa a sottolineare che quello è stato il Bond's Bar.

In anni più recenti Venezia ha visto passeggiare tra le sue stradine la coppia formata da Johnny Depp e Angelina Jolie, in città per le riprese di "The Tourist". Diverse scene sono state girate a Palazzo Pisani Moretta, per l'occasione trasformato nell'hotel Danieli, mentre alcune scene sono ambientate nella nella lobby del vero albergo. Da non perdere, se si sceglie di visitarlo, un drink nella terrazza panoramica con vista sulla laguna.

Al momento non si può visitare (sarà chiuso per restauri fino al prossimo febbraio) ma merita un passaggio per ammirare da fuori il palazzo cinquecentesco che lo ospita, il Gritti Palace, che a metà degli anni Novanta ha accolto Woody Allen e Natasha Lyonne nella suite Hemingway 116 durante le scene veneziane di "Tutti dicono I love you". L'hotel viene citato direttamente dal regista americano quando, in una scena del film, si scontra con Julia Roberts e le chiede dove si trovi il Gritti Palace.

Per vedere un set de "Il talento di Mr. Ripley" basta andare sotto i portici delle Procuratie in piazza San Marco, dove si trova il Caffè Florian, che è stato inaugurato il 29 dicembre del 1720 e oggi si vanta di essere il più antico caffè italiano. L'incontro tra Tom (Matt Damon) e Dickie (Jude Law) avviene invece nella suite 453 del Westin, in una una stanza con una spettacolare vista sulla laguna dell'hotel che si affaccia direttamente sul Canal Grande.

 ansa

Vacanza "lenta" a Lisbona

Rinfrescati dalla brezza atlantica, a passeggio tra i vicoli dell'Alfama, le ampie piazze di Rossio e Baixa, i palazzi eleganti del Chiado

(di Stefania Passarella)

Come sostiene il Pereira raccontato da Tabucchi, non c'è niente di meglio di una limonata fresca per affrontare il caldo estivo nel cuore di Lisbona, sebbene la fresca brezza atlantica renda sopportabili anche le giornate più torride. D'estate la città gronda di turisti, di file più o meno interminabili alle vecchie vetture in legno dei tram di una volta che scarrozzano qualche residente e molti visitatori tra i vicoli dell'Alfama e le eleganti piazze del Chiado. Ma è anche il periodo in cui la capitale portoghese si anima di festival e spettacoli all'aperto, dal teatro alla musica.

Approdando nella soleggiata Praça do Comércio con le sue arcate e il palazzi dalle facciate gialle si abbraccia con uno sguardo il volto altero della città, ma anche la sua identità marinara. La piazza, dominata dalla statua equestre di Dom José I, finisce dove iniziano le acque del fiume Tago, Tejo in portoghese, ma la sensazione è quella di trovarsi già di fronte all'Oceano. Il profumo è quello del mare anche se all'orizzonte si intravede ancora una striscia di terra e lo sguardo cade sul Ponte 25 de Abril (Ponte Salazar fino alla Rivoluzione dei Garofani del 1974), praticamente identico al Golden Gate di San Francisco (fu costruito da una compagnia americana che nella città californiana aveva già realizzato l'Oakland Bay Bridge). Nella Praça do Comércio ci si può rilassare sfiorando l'acqua nella banchina che si tuffa nel Tejo, gustando un gelato nei gazebo dei bar che circondano la piazza, il sabato e la domenica ci si può riparare dal sole sotto i portici e fare shopping al mercatino di artigianato locale, comprando azulejos dipinti a mano e personalizzati, ventagli, coprispalle ricamati.

Lasciandosi alle spalle il Tejo sotto l'arco di Rua Augusta e prendendo l'omonima via o una delle parallele ci si addentra nelle vie del Rossio e della Baixa, pianeggianti, per ammirare alcune delle piazze più belle della città, tutte ampie, monumentali, così come da direttive dopo il violento terremoto del 1775: Praça da Figueira, Praça Dom Pedro IV, Praça Restauradores, Largo Martim Moniz con i suoi incredibili giochi d'acqua (in mezzo alle fontane si può anche camminare se non si teme qualche schizzo). In quest'ultima c'è uno dei capolinea del 28, il tram antico il cui itinerario consente di ammirare quartieri molto diversi della città. Tuttavia, essendo consigliato praticamente da tutte le guide turistiche, questo tram giallo è normalmente preso d'assalto in tutte le zone più centrali (anche perché chi fa l'abbonamento giornaliero al trasporto pubblico non paga extra). Meno conosciuto sicuramente l'altro capolinea, a Campo Ourique (Prazeres), dal quale tra l'altro si può ammirare anche il quartiere della Basilica Estrela dove non distante si trova il candido edificio del Parlamento portoghese. Un complesso architettonico imponente ma quasi “in borghese” visto che non si trova nelle comuni rotte turistiche. Ottimi punti per salire al volo su un 28 non troppo affollato anche alcune viuzze del Chiado, in particolare Largo Picadeiro dove ci sono tanti caffè e ristoranti in cui sostare all'aperto per godersi con stile le specialità portoghesi.

Per provare l'ebrezza di una scarrozzata su e giù per i vicoli dell'Alfama va bene anche il tram 12, sempre carrozza storica di legno, che però fa un giro circolare passando per il Castelo de São Jorge e la , la cattedrale. L'Alfama è il quartiere popolare, intimo di Lisbona. I panni stesi tra i vecchi palazzi piastrellati di azulejos sembrano quasi una cartolina per turisti. E invece dalle chiacchiere di abbondanti signore sospese tra un balcone e l'altro, il cestino con la spesa tirato su con una corda dalla finestra, gli anziani che giocano a carte sull'uscio di casa, ci si accorge che questo dedalo di strade è forse l'immagine più autentica della città. Dal Miradouro de Santa Luzia, o belvedere, col Fado in sottofondo, ci si perde con lo sguardo sui tetti dell'Alfama e sul Tejo. Patrimonio Unesco, la melodia triste del Fado è la cornice di questa collina, anche se gli spettacoli serali dal vivo sono un'attrazione più per turisti che per lisboetas.

Una vivacità diversa caratterizza il quartiere del Chiado. È una zona raffinata, sempre abbastanza labirintica con le stradine che si incrociano in salita e in discesa, caratterizzata da piazzette coi chioschi all'aperto, dai sontuosi palazzi restaurati. Quartiere di teatri, boutique, caffè e ristoranti più ricercati. Tra i suoi vicoli si scorge sempre e comunque l'azzurro increspato del Tejo. Se il Chiado vive in egual misura di giorno e di notte, il vicino quartiere – in linea d'aria – del Bairro Alto si anima invece dal tramonto in poi: meno eleganti e curati i palazzi che costeggiano le sue stradine, più sconnesse, è il cuore della movida di Lisbona. Nei suoi locali fino a notte fonda si incontrano i più giovani.

Una giornata intera servirebbe solo per apprezzare tutte le attrazioni racchiuse nella zona di Belém, dove si arriva col tram 15E da prendere a Praça da Figueira. A cominciare dal Mosteiro dos Jerónimos, dove un tempo vivevano i monaci dell'ordine di san Geronimo, e nel cui presbiterio si trovano le tombe dell'esploratore Vasco de Gama e del poeta cinquecentesco Luis Vaz de Camoes. Imponente nelle decorazioni in stile manuelino (dal re Manuel I che commissionò e finanziò l'opera per celebrare la scoperta della via per l'Oriente di de Gama, 1498), mantiene la grandezza all'interno con le altissime navate che terminano in nervature di pietra. Ma è il chiostro patrimonio Unesco che lascia senza parole per la ricchezza figurativa, la luce degli intagli, la varietà di motivi decorativi. Vi riposa Fernando Pessoa. Si prosegue almeno con la visita dentro la Torre di Belém, anch'essa in stile manuelino, che assomiglia a un grosso pezzo da scacchiera, salendo la claustrofobica scala a chiocciola e scendendo nelle segrete. La domenica mattina, dalle 10 alle 14, si entra gratis in entrambi i siti e conviene arrivare presto perché si formano file parecchio lunghe per l'ingresso, senza contare che monastero e torre distano fra loro un paio di fermate di bus o tram. Varrebbe poi la pena almeno ammirare dall'esterno il Padrão dos Descobrimentos, ovvero il monumento alle scoperte geografiche con il mosaico di fronte che traccia le vie percorse dai portoghesi, ed entrare al Museu de Marinha per rivivere l'epoca delle grandi scoperte geografiche. Pausa consigliata alla famosa pasteleria del 1837, più avanti del monastero, dove concedersi anche un paio di pastel de nata, dolci tipici ripieni di crema.

********ASSOCIATA INFO UTILI********* PAROLE CHIAVE: Lisbona, Alfama, Chiado, Belem, Unesco, Portogallo, Turismo, ANSA In Viaggio CITTA': Portogallo/Europa TITOLO: Lisbona: muoversi, dormire, mangiare SOTTOTITOLO: Da poco inaugurata fermata metropolitana in aeroporto per raggiungere il centro della città TESTO: Lisbona è collegata alle principali città italiane da compagnie aeree low cost e anche di linea con Alitalia-Tap Portugal. Spesso i prezzi si equivalgono quindi conviene controllare tutte le opzioni quando si cerca un biglietto. Avere un aeroporto molto vicino al centro città – oltre a favorire atterraggi spesso panoramici – ha consentito a Lisbona di inaugurare a luglio di quest'anno un prolungamento della linea metro “Vermelha” con tre nuove fermate, una proprio presso lo scalo. In questo modo raggiungere il cuore della città è ancora più facile.

Lisbona può essere una città faticosa da visitare a piedi, nonostante l'ausilio di quattro linee di metropolitana, gli autobus e i tram. Guardando la mappa spesso non ci si rende conto dei dislivelli tra un quartiere o l'altro che possono richiedere la ricerca e l'attesa di un ascensore urbano (come l'elevador storico di Santa Justa del 1902), di una funicolare, o semplicemente di un bus, tanta è la ripidità delle strade. Per fortuna i taxi non sono molto costosi rispetto alla media italiana e la sera, se non si ha voglia di aspettare i mezzi pubblici, possono essere un'alternativa da considerare per tornare in hotel. L'ideale è comunque fare un abbonamento almeno giornaliero ai mezzi pubblici (Carris/Metro) acquistando per 50 centesimi una carta “Viva” da ricaricare in contanti alle macchine automatiche nelle stazioni della metro. Sebbene aumentato (da gennaio 2011 l'Iva in Portogallo è salita dal 21 al 23%il suo costo di 5 euro (per 24 ore) viene 'abbattuto' già con due o tre corse in metro e l'utilizzo di un tram.

I prezzi degli hotel anche di fascia alta, quattro o cinque stelle, sono 'abbordabili' rispetto alla media italiana e spesso convengono anche per offerte lanciate online e per la qualità del servizio. Di sicuro super low cost, ma con meno comfort, le pensioni disseminate per tutto il centro, anche nel caratteristico Alfama.

Per mangiare basta scegliere una delle tascas, osterie, in città. Il pesce e in particolare polpo e baccalà – cucinato in decine di modi diversi – sono gli ingredienti prediletti della cucina portoghese, attenzione però alla scelte dei condimenti perché spesso i piatti sono tutt'altro che leggeri. Il coperto, a pagamento, comprende sempre un mini antipasto: bruschette, olive, creme da spalmare su pane croccante. Il dolce di Lisbona è il pastel de nata, di croccante pasta riempita di crema.
ansa

 

Un evento una meta: Una notte per la Batman-mania

Mentre i fan dell'uomo-pipistrello aspettano l'uscita del terzo atto del "Cavaliere oscuro", nel mondo una notte di eventi ci aiuta a scoprire la singolarità del mammifero.


21/08/2012

Chi immaginava che il pipistrello suscitasse tante simpatie e che avesse orde di fan sparsi in tutto il mondo, pronti a celebrarlo in una notte a lui interamente dedicata? Provare per credere: scrivete "Bat Night" in un qualsiasi motore di ricerca e ne avrete la prova. E sapevate che il 2011-2012 è l'Anno internazionale ed europeo del pipistrello, in virtù del fatto che la sua complessità e fragilità sono splendidi esempi di una biodiversità sempre più minacciata?
Certo, sappiamo bene che al pipistrello si sono ispirati grandi personaggi del cinema e della letteratura, a partire dal celebre Batman. E proprio in questi stessi giorni, il 29 agosto precisamente, è prevista l'uscita in Italia (nel mondo anglosassone è nelle sale già da un mese) del terzo atto della saga del Cavaliere oscuro di Christopher Nolan, Il ritorno, con Christian Bale nei panni dell'eroe e Hanne Hathaway in quelli di Catwoman.

Al mammifero è senz'altro legata anche una componente misteriosa, oscura, inquietante, magica, a volte sinistra. Un aspetto drammaticamente testimoniato dall'orribile fatto di Denver del 20 luglio scorso, quando un folle, James Holmes, scelse proprio la prima americana del nuovo episodio della saga cinematografica per compiere una strage, per poi chiedere, indifferente, al secondino, come finiva il film...

Ma la pipistrello-mania non si esaurisce nell'interesse intorno al film. Nella notte del 25 agosto, la Bat Night appunto, in tutto il mondo si svolgeranno eventi, attività, iniziative che spaziano dal naturalismo al folklore, dalla magia alla biodiversità. Vediamone alcune, non prima di aver ricordato che il nome scientifico del pipistrello è chirottero (un mammifero placentato) e che lo studioso dell'animaletto è il chirotterologo.

Partiamo dal Garda Trentino, che si appresta a festeggiare la Bat Night con una serie di escursioni guidate. La natura locale offre protezione e nutrimento a numerose specie di chirotteri, che potranno essere osservati durante tutta l'estate nel corso di passeggiate notturne, guidate da esperti naturalisti. Il 25, chiritterologi di fama internazionale sveleranno segreti e curiosità dell'unico mammifero capace di volare. Farà da ambientazione alle escursioni la riserva naturale del Monte Brione. Info: www.gardatrentino.it.

Al Castel Taufers, a campo Tures, in Alto Adige, la notte dei pipistrelli viene anticipata al 22 agosto, con trucchi e serata dei fantasmi fra le stanze del castello, proiezione di film e ricerca di pipistrelli col detector, per poterne udire gli ultrasuoni altrimenti non pecepibili dall'orecchio umano.

Al Parco San Giuliano e Albanese di Mestre, il 25, sono in programma laboratori e giochi a partire dalle 17, mentre alle 20 si terrà una conferenza, seguita da una passeggiata esplorativa.

A conferma del legame fra la riscoperta del pipistrello e l'emergere di una coscienza ambientalista, sabato 8 settembre al Palazzo Orsini di Bomarzo (Viterbo), la Riserva naturale regionale di Monte Caasoli organizza una passeggiata notturna alla scoperta dei chirotteri con il naturalista Vincenzo Ferri. Ancora una Riserva naturale, questa volta di Castelcerreto (Teramo), al Centro museale Penna Sant'Andrea, organizza il 24 agosto una passeggiata con lo stesso naturalista. Iniziativa che riguarderà anche la Riserva naturale di Tuscania (Teramo), il 25 agosto. Aveva anticipato tutti il Giardino botanico di Oropa, Biella, dedicando una giornata ai pipistrelli il 28 luglio.
Paolo Perazzolo

famigliacristiana.it

VERBANIA, UN GIARDINO SUL LAGO MAGGIORE. Ospitalità: HOTEL IL CHIOSTRO

Ospitalità: HOTEL IL CHIOSTRO
Via F.lli Cervi, 14 - Verbania Intra (VB)
Tel. +39 0323 404077 - Fax +39 0323 401231
E-mail info@chiostrovb.it
Internet http://www.chiostrovb.it



"Verbania, un giardino sul lago Maggiore" è il motto con cui la città, terrazzo naturale sul Golfo Borromeo, si presenta ai visitatori. Giardini e parchi, infatti, sono la principale attrattiva turistica della zona, da sempre meta ideale di chi cerca di coniugare al relax della vacanza la bellezza e l'armonia del paesaggio.
UK
VERBANIA, A GARDEN ON THE LAKE
"Verbania, a garden on the lake Maggiore": this is the image of itself with which Verbania, in its marvellous natural setting on the Borromean Gulf, welcomes visitors. Gardens and parks are a major tourist attraction of the area, an ideal destination for those seeking a relaxing holiday with, as backdrop, a landscape of breathtaking beauty and harmony.

FR
VERBANIA, UN JARDIN SUR LE LAC
C’est sous l’appellation "Verbania, un jardin sur le lac Majeur" que la ville se présente à ses visiteurs, tel un balcon naturel sur le Golfe Borromée. Les jardins et les parcs sont en effet le principal attrait touristique du territoire, depuis toujours destination idéale pour celui qui désire conjuguer détente et repos avec la beauté et la totale harmonie des paysages.

DE
VERBANIA, EIN GARTEN AM SEE
"Verbania, ein Garten am Maggiore See" ist das Motto, unter dem sich die Stadt, die als von der Natur geformte Terrasse dem Boromäischen Golf zustrebt, dem Besucher vorstellen will. Gärten und Parks sind in der Tat die Hauptanziehungspunkte für Touristen in dieser Gegend. Seit e und je ist es das ideale Ziel, für den, der Entspannung in den Ferien mit Schönheit und Harmonie der Landschaft verbinden will.

segnalazione web a cura di G. Serrone

In viaggio con gusto: Cucina di mare, salumi e... falanghina

Il nome Flegrei deriva dal greco flègo ovvero "ardere", a indicare la vasta area di origine vulcanica a nord-ovest di Napoli. Ora, annoverando le isole Flegree (Ischia, Procida, Vivara), la tradizione culinaria del luogo è caratterizzata dalla presenza del mare con le sue risorse. Notevole è tuttavia la produzione di vino, da sempre. La doc Campi Flegrei individua l'area di produzione nei Comuni di Procida, Pozzuoli, Bacoli, Monte di Procida e Quarto e parte di quelli di Marano e Napolico e i seguenti vini: Campi Flegrei bianco, Campi Flegrei rosso, Campi Flegrei falanghina, Campi Flegrei piedirosso o per è palummo. Altri prodotti tipici sono la gloriosa mela annurca, il limone di Procida, o'friarello, la cicerchia e fava dei Campi Flegrei. Per conoscere meglio le tipicità, tre negozi degni di nota. A Bacoli, la salumeria Sciardac (via Roma, 128) fondata da Giuseppe Scamardella, salumiere dal 1922. Imperdibile la pancetta lardata servita su una bruschetta calda di pane di patate. Ma da assaggiare sono anche le pizze contadine con cipolla, fave, scarola o mais e, sempre dalla tradizione casalinga, i loro infusi al finocchio selvatico, ai fiori d'arancio e all'alloro. Nella zona del lago Fusaro anche Giovanni Quadrano offre una ragionata selezione di salumi (di maiale nero) e di formaggi campani sia freschi sia stagionati: merita la mozzarella di latte di bufala di produzione propria. Infine a Pozzuoli, la pasticceria Buono (corso Umberto I, 43) per la sfogliata salata con salsiccia e verdure e i gelati artigianali (specialità è il nero biscotto, mousse extra fondente con biscotto). Semplici e popolari le ricette che proponiamo, ricche di gusto anche nell'abbinamento ideale coi vini. Con la Falanghina dei Campi Flegrei, merita accostare un piatto come la zuppa di frutti di mare alla bacolese, che, prevede, per quattro persone: 500 gr di cozze, 300 gr di vongole, 300 gr di fasolari, 200 gr di telline, 200 gr di cannolicchi, 2 spicchi d'aglio, 1 dl di olio d'oliva, 1 cucchiaio di prezzemolo tritato, pepe. Per la preparazione si fa soffriggere l'aglio versando poi tutti i frutti di mare nell'olio bollente, in modo che si aprano nella pentola coperta. Quando saranno tutti aperti, basta aggiungere pepe e prezzemolo. Un altro piatto che va bene in questa stagione, sempre accompagnato dai vini sapidi di quest'area, sono i cucuziell cas e ov, semplici da preparare e molto gustosi. Per sei persone occorre 1 kg di zucchine, olio extravergine di oliva, 50 gr di sugna, 2 uova, pecorino grattugiato, prezzemolo e cipolla tagliata finissima e, naturalmente, sale, pepe. Si inizia lavando e tagliando le zucchine nella forma desiderata, mentre si preparerà un soffritto con la cipolla nell'olio e la sugna. A quel punto si versano le zucchine, per cuocerle dolcemente a fuoco lento. Nel frattempo, a parte si sbatteranno le uova aggiungendo prezzemolo, formaggio, sale, pepe. Il colpo finale è cospargere gli zucchini di questo preparato, lasciando sul fuoco ancora per qualche minuto. Quando lo servirete in tavola, sappiate che il piacere dell'abbinamento con un vino bianco sarà speciale.
avvenire.it

Trekking e fotosafari in Uganda Avventure tra gli animali in una natura da sogno

(di Ida Bini)

Festeggia quest'anno 50 anni d'indipendenza l'Uganda, una delle dieci destinazioni migliori del mondo secondo la prestigiosa guida Lonely Planet. E' un Paese moderno e sicuro che in Africa centrale ha sconfitto combattenti ribelli e antichi regimi e che oggi offre vacanze indimenticabili a chi ama gli animali e adrenaliniche avventure sportive in una natura selvaggia. Il Paese africano, a cavallo dell'equatore, racchiude in appena 230mila chilometri quadrati uno stupefacente patrimonio naturale e faunistico: savana e vette imbiancate, colline e laghetti, cascate e foreste, riserve naturali e i celebri, possenti, bellissimi gorilla di montagna. E' come se tutte le bellezze naturali africane si fossero concentrate proprio qui, tra il Nilo a ovest e il lago Vittoria a est, tra il Kenya a nord e la Tanzania a sud.

Grazie alla sua generosa natura l'Uganda si è trasformata in una meta richiestissima per affascinanti safari fotografici e trekking alla ricerca degli ultimi esemplari di gorilla tra i parchi naturali, belli e ancora poco affollati di turisti; per rafting tra le numerose rapide e cascate; per pedalate in mountain bike e passeggiate a cavallo. Gli spericolati che amano buttarsi lungo i torrenti devono recarsi nella città di Jinja, sul lago Vittoria, dove si trovano le sorgenti del Nilo, scoperte nel 1864. Non lontano ci sono le spettacolari rapide di Bujagali, sempre sul Nilo: è un'esperienza eccitante ma anche sicura. E' altrettanto bello fare dei giri in barca sul lago Bunyonyi, il più profondo del Paese, ricco di isole e di volatili; fare quad riding, le divertenti escursioni in barca lungo il Nilo, oppure trekking guidati alle cascate Sipi, quattro spettacolari cascate lungo l'omonimofiume.

E' un vero paradiso anche per chi ama gli animali: leoni, giraffe, ghepardi, elefanti nel Queen Elisabeth National Park o nelle savane del parco della valle del Kidepo,uno dei posti più intatti e selvaggi d'Africa con 80 specie di mammiferi e 465 specie di volatili, attraversatodal fiume omonimo che scorre tra paesaggi di montagne e savane. Si possono avvistare gli ippopotami, le antilopi, i bufali e numerosissime specie di uccelli alle cascate di Murchinson,il più grande parco nazionale del Paese; gli scimpanzè e le scimmie dalla coda rossa nel parco nazionale della foresta di Kibale e i gorilla nei parchi nazionali di Bwindi e Mgahinga. Il trekking dei gorilla comincia all'alba con guide e portatori dell'Uganda Wildlife Authority e dura in base agli spostamenti di questi meravigliosi primati, timidi e pacifici, il cui incontro desta sempre emozioni profonde. 

L'Uganda regala anche paesaggi da cartolina, come la catena montuosa del Ruwenzori, conosciuta anche come le montagne della luna, con cime alte più di 5mila metri; oppure laghi dalle acque placide come quelle del Bunyonyi. E ancora i punti panoramici lungo la Rift Valley Albertina tra le verdi piantagioni di canna da zucchero, tè, banane e caffè o la regione dei laghetti craterici Kasenda. E' un territorio accogliente e ancora poco turistico, tutto da scoprire, che regala sensazioni forti e avventure d'altri tempi.
ansa


L'altra Porto Rotondo

(di Eugenia Romanelli)

Una buona occasione per visitare Porto Rotondo è il 10 settembre quando, nella Piazzetta San Marco, arrivano Renato Sellani e Danilo Rea per "I miti del jazz", con "Due pianoforti". Di sicuro è un modo non convenzionale per approcciare una meta talmente stereotipata nell'immaginario turistico italiano da risultare poco conosciuta nella sua verità. Infatti, Porto Rotondo non è solo località VIP, residenza berlusconiana e mecca dei Paperoni italiani, ma è anche arte contemporanea, baie incontaminate, spiagge deserte perfino a Ferragosto e, soprattutto a settembre, scenario paradisiaco per i più solitari. Consigli per la valigia: maschera, boccaglio, pinne e qualche maglietta. Basta davvero poco, infatti, per vivere qualche giorno di vacanza in questa parte di Sardegna, perché tutto è a portata di mano, facilmente raggiungibile e, a differenza di quanto si crede, senza pretese, se non quelle, come sarebbe necessario ovunque, del rispetto della buona educazione.

Nonostante i suoi recentissimi natali, Porto Rotondo (così battezzata dai suoi stessi creatori, i Conti veneziani Luigi e Nicolò Donà dalle Rose) continua ad essere l'ottimo risultato del progetto che nel 1964 un gruppo di imprenditori (primi tra tutti Vittorio Cini e il banchiere inglese George Frank) mise in piedi per realizzare un atollo elegante e riservato in cui multiproprietà, residence e ville potessero ospitare in assoluta pace un turismo responsabile. Oggi, soprattutto in piena estate, il porto riesce ad accogliere fino a 35 mila persone (solo un migliaio, invece, durante l'inverno). L'architettura ricalca Venezia con ponti e ponticelli che confondono l'orientamento, canali e controcanali, scalette e marciapiedi rifinitissimi fin nei dettagli. La piazza principale, appunto denominata Piazza San Marco, è punto di ritrovo sia del turismo estivo sia degli abitanti autoctoni, deliziosa nella sua leggera curvatura a imbuto. Addentrandosi all'interno, oltre la modera chiesa e tra gli stretti viottoli travolti da fiori colorati, aiuole curatissime e cespugli di tutti i tipi, si scopre una Porto Rotondo romantica e silenziosa, del tutto lontana dall'idea che spesso se ne ha, di cittadina chiassosa e mondana. Perfino lungo i canali principali, dove si susseguono deliziosi caffè, bar, ristorantini sull'acqua, pizzerie, negozietti artigianali e non, gioiellerie varie e dove i turisti – prevalentemente equipaggi – si incontrano per riposarsi dal mare, regna il silenzio, anche grazie alla totale assenza di macchine e motori. In particolare, per una vista sul porto turistico un po' fuori dal brulicante centro, dove è anche possibile gustare un aperitivo o cenare al lume di candela, piazza Rudalza, con la scultura di Romano Costu, è il luogo perfetto.

Anche le spiagge, a differenza delle comuni credenze, non sono affollate e alcune addirittura deserte. In particolare, proseguendo sugli scoglia oltre la spiaggia di Sassi (percorso un po' scomodo e in parte nell'acqua, ma lungo solo un centinaio di metri), si raggiunge una baietta azzurrissima con sabbia bianca, nota solo ai locali, dove è possibile fare bagni caraibici in perfetta solitudine. Le più rinomate invece sono Ira (Sa Rena Manna in sardo), in onore di Ira von Furstenberg, Punta Volpe (in sardo Iscia Segada) e, dall'altro lato di Sassi, la spiaggia di Alghe.

Tuttavia è ovvio che qui anche i fanatici del "VIP-tourism" trovano pane per i loro denti: a Punta Lada infatti c'è la strafamosa residenza estiva di Berlusconi, Villa Certosa (sul Golfo di Marinella), ma anche Gigi D'Alessio, Marta Marzotto, Gerry Scotty e molti altri personaggi del mondo dello spettacolo hanno casa in zona. Un vanto, poiché, non facendo parte della Costa Smeralda (secondo quanto stabilito dal Consorzio Costa Smeralda), nella rivalità coi "portocervini" Porto Rotondo sarebbe una località meno pop e più snob, ben felice quindi di non detenere la leadership smeraldina.

Come è noto, Porto Rotondo è inoltre noto in tutto il mondo per la sua Marina: il gotha del turismo nautico internazionale la batte da almeno 50 anni e la plaude sia per la facilità dell'accesso agli ormeggi sia per la loro sicurezza, ma soprattutto per la straordinaria bellezza dell'ambiente circostante, innalzandola a meta tra le più ambite di tutto il Mediterraneo. Perfino gli antichi romani utilizzavano questo approdo naturale per i loro commerci, tanto che ancora oggi è possibile ammirare alcune colonne scolpite oltre 2000 anni fa (all'ingresso del porto). Lo sviluppo turistico della Gallura deve quindi molto ai Conti veneziani e al villaggio Donà Dalle Rose ma anche al Gruppo Ciga (che negli anni '80 ha acquistato la Marina) e, dal 1997, al Gruppo Molinas (per la prima volta, un gruppo imprenditoriale esclusivamente sardo ha acquistato la gestione di una struttura realizzata da imprenditori "stranieri"), che ha ristrutturato gran parte del porto e lo ha allargato alle imbarcazioni superiori ai 30 metri (di solito costrette, in inverno, a restare alla fonda proprio per la mancanza di spazio). Oggi Porto Rotondo (a capo di una rete di porti turistici di cui fanno parte Cala Bitta, Punta Marana, Marina di Bosa e Portus Kalaris a Cagliari) è in cima alle classifiche dei porti di tutto il mondo per la qualità dei servizi e anche grazie alle attività dello Yacthing Club che, dal 1985, organizza grandi eventi nazionali ed internazionali.
ansa

NYC, da traghetto per Ellis Island a hotel

Da traghetto turistico verso le isole del Maine a imbarcazione di transito per gli emigrati fra Manhattan ed Ellis Island passando per il 'servizio militare'. L'ex Machigonne oggi Yankee, una delle più antiche navi americane inserite nel registro nazionale dei luoghi di interesse storico, sembra avere nove vite e in effetti è stata appena rinnovata per quella che, pare, sia la sua ultima avventura: la conversione in hotel glamour con vista impareggiabile su New York.

I nostalgici potrebbero storcere il naso, ma il traghetto è stato salvato dalla 'pensione' e valorizzato con il reinserimento di elementi storici e di arredamento andati perduti nel tempo. Senza trascurare le comodità moderne e qualche chicca tecnologica. Questa almeno è stata l'intenzione di una coppia di artisti, Victoria e Richard MacKenzie-Childs, come riporta il Daily Mail, che hanno recuperato l'imbarcazione con un arredamento studiato ad hoc. Il nuovo Yankee ora dispone fra l'altro di cinque camere da letto, 16 letti a castello, una sala da pranzo e anche di un computer Apple accanto al timone. Ancorati nei pressi dell'Hoboken's Sinatra Drive sul fiume Hudson, si soggiorna con una prospettiva privilegiata sulla Grande Mela.

In oltre un secolo di vita Yankee ha conosciuto le destinazioni d'uso più svariate. Costruito nel 1907 in un cantiere navale di Philadelphia, il traghetto inizialmente serviva come collegamento alle Calendar Islands del Maine per le ferie estive dei turisti benestanti. Nel 1913 fu acquistato da una compagnia di Boston per fungere da collegamento con Pines Island, mentre durante la Prima Guerra Mondiale la nave fu requisita dalla Marina e spogliata delle sue decorazioni di mogano e cristallo per essere adibita a motovedetta. Dal 1921 in poi, riacquistata da un privato, la nave si trasferì nel porto di New York per traghettare gli immigrati 'con la valigia di cartone' fra Manhattan ed Ellis Island. In seguito l'imbarcazione fu ribattezzata Hook Mountain e trasportò passeggeri verso Governors e Liberty Island. Il nome Yankee le fu assegnato nel 1948.

Di hotel galleggianti ce ne sono diversi nel mondo, anche in Europa. Il maggior porto del Vecchio Continente, Rotterdam ha trasformato un'ex nave da crociera in hotel di design, il De Rotterdam, aperto anche alle visite del pubblico. Fra le ultime inaugurazioni c'è invece il “sottomarino giallo”, omaggio per nulla casuale a Yellow Submarine dei Beatles, nella città madre dello storico gruppo: Liverpool. Inaugurato a luglio, questo hotel dispone anche di tv 3D e internet wireless. È ricavato tra l'altro da un pezzo della cinematografia a stelle e strisce: l'imbarcazione è stata acquistata dalla Paramount che l'aveva utilizzata nel film “Caccia a Ottobre Rosso” con protagonisti Sean Connery e Alec Baldwin.

Chi soffre il mal di mare e preferisce stare 'fra le nuvole' per un soggiorno originale ha l'imbarazzo della scelta. La fantasia degli albergatori non ha confini: sono stati convertiti in hotel anche antichi velivoli, da un Boeing 727 in Costa Rica, tra l'altro incastrato fra alberi, a un jet di fine anni '70 in Svezia.
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Da Picasso a Vermeer, sfidano la crisi

Per le rassegne piu' attese e' gia' boom di prenotazioni : centomila solo a Milano

(di Nicoletta Castagni)
Più di 100.000 prenotazioni per Picasso a Palazzo Reale di Milano, oltre 55.000 per Vermeer alle Scuderie del Quirinale e altrettante per la storia del ritratto nella più defilata Vicenza, che proprio con questo evento inaugura la Basilica Palladiana e si inserisce nel circuito delle sedi espositive nazionali: per le grandi mostre, quelle che investono sulla qualità e i nomi di richiamo, anche in pieno 2012 non c'é crisi che tenga. A un mese dall'apertura, è vero e proprio boom di prenotazioni. Si tratta, in tutti e tre i casi, di esposizioni di rilievo internazionale, che portano in Italia per la prima volta capolavori dell'arte di tutti i tempi, provenienti dalle collezioni più prestigiose del mondo.
Nel caso di Vermeer, alle Scuderie dal 27 settembre, per l'ultima mostra a lui dedicata (nel mondo) si deve risalire al 2003, quando il Museo del Prado riuscì a riunire nove dipinti del genio olandese. L'Italia, come la Spagna, non possiede opere di Vermeer nelle proprio collezioni pubbliche, quindi c'é grande attesa per gli otto capolavori che tra poco arriveranno a Roma. E comunque le trattative sono ancora aperte (in particolare con il Louvre) e negli ultimi giorni gli organizzatori (Azienda Speciale Palaexpò e MondoMostre) potrebbero fare il colpaccio portando una o due opere in più. Intanto di sicuro, dei 37 dipinti sicuramente di mano dell'artista (e solo 26 spostabili), saranno alle scuderie, tra gli altri, i celeberrimi 'Donna in piedi alla spinetta' e 'Donna seduta alla spinetta' della National Gallery di Londra, la splendida 'Allegoria della Fede' e la 'Suonatrice di liuto' del Metropolitan Museum, mentre dalla National Gallery of Art di Washington ecco l'icona della rassegna, il bellissimo 'Fanciulla con cappello rosso'.
Mostra di eccezionale richiamo anche quella di Picasso, la cui opera è spesso oggetto di esposizioni, ma questa volta a Milano sono attesi i capolavori provenienti, in gran parte, dalla Museo Nazionale di Picasso a Parigi. In tutto oltre 200 opere, che dal 20 settembre a Palazzo Reale si susseguiranno in una excursus cronologico sulla produzione dell'artista, mettendo a confronto tecniche e mezzi espressivi. Innumerevoli i capolavori, come 'La Celestina', 'Uomo con il mandolino', 'Ritratto di Olga', 'Due donne che corrono sulla spiaggia', 'Paul come Arlecchino', 'Ritratto di Dora Maar' e 'La supplicante'.
Non meraviglia quindi che in pochi mesi, dalla tarda primavera ad agosto, le prenotazioni abbiano superato quota 100.000. Un dato impressionante, che riporta ai primi anni Duemila, quando il settore espositivo era in pieno sviluppo e i venti di crisi inimmaginabili. A proposito dei 55.000 prenotati per 'Raffaello verso Picasso', alla Basilica Palladiana di Vicenza dal 6 ottobre (con opere capitali di Botticelli, Mantegna, Antonello da Messina, Tiziano, Caravaggio, Velazquez, Van Gogh, Gauguin, Cezanne, Bacon, Freud e altri), il produttore e curatore Marco Goldin ricorda che "per la mostra di Genova 'Van Gogh e il viaggio di Gauguin', la più vista dello scorso inverno, abbiamo avuto un avvio molto più rallentato". E che neanche ai tempi delle grandi rassegne di 'Brescia lo splendore dell'arté, si registrava un tale incremento di prenotazioni.
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Tra le città più belle dell’antica Russia, partendo da Mosca attraverso paesaggi da sogno

(di Ida Bini)

E' sicuramente il percorso più turistico di Russia, un circuito artistico, culturale e storico che ripercorre per 900 chilometri gli antichi splendori dei primi zar, ma è anche quello che permette di visitare città bellissime poco conosciute e di attraversare una campagna infinita di boschi e praterie, seguendo il corso del fiume Volga tra monasteri, chiese e cittadelle fortificate.

L'anello d'oro parte da Mosca e, precisamente, dalle cattedrali del Cremlino che luccicano al sole, e prosegue, possibilmente in automobile, verso nordest toccando altre otto città che hanno fatto la storia del popolo russo.

La zona a nordest di Mosca è storicamente molto ricca per la presenza di un'ottima rete fluviale, utile per i commerci e i collegamenti nel Paese. Lungo i corsi dei fiumi vennero costruiti cittadelle fortificate ma anche chiese e monasteri, luoghi di potere non solo spirituale.

Prima tappa dell'anello d'oro, dunque, è la fortezza del Cremlino, quasi interamente progettata da architetti italiani, con le mura di mattoni interrotte da 20 torri; sul lato meridionale, che si affaccia sulla Moldava, c'è il palazzo Grande, usato per le visite di Stato, e la cattedrale dell'Annunciazione con le cupole dorate, chiesa voluta dagli zar e progettata nel 1457 da Aristotele Fioravanti.

Usciti da Mosca si viaggia sulla E22-M7 in direzione est fino a Vladimir, seconda tappa dell'anello. La strada attraversa piccoli centri abitati e villaggi rurali, circondati da orti e isbe di legno, le tipiche abitazioni russe, spesso trasformate in negozi di souvenir dove acquistare le tradizionali matrjoske. Vladimir, ex capitale dell'Impero dopo Kiev e sede della Chiesa ortodossa, è uno splendore con bellissimi monumenti del XII secolo tra cui la Porta d'Oro, monumento unico nell'architettura russa; le cattedrali della Dormizione, che servì da modello per il Cremlino, e di San Demetrio con i rilievi in pietra bianca.

Usciti da Vladimir si viaggia sulla A113 in direzione nord verso Suzdal', terza tappa del percorso, attraverso rilievi collinari. La città, fiorente centro commerciale, è davvero monumentale con i suoi tanti musei e chiese da visitare: la cattedrale della Natività, famosa per gli affreschi; il palazzo-museo del Metropolita; il museo dell'architettura lignea con chiese, case e mulini a vento provenienti da tutto il Paese; il monastero dl Salvatore e di Sant'Efimio. La città ha saputo conservare gli antichi splendori e il fascino di un'epoca passata, tanto che nel 1991 le è valso la nomina a sito patrimonio dell'umanità da parte dell'Unesco.

Quarta tappa è Kostroma, che si raggiunge viaggiando sulla A113 e costeggiando il lago Gor'kovskoe fino alle porte della città. La vicinanza del fiume Volga ha reso Kostroma uno dei più importanti e ricchi centri commerciali del Paese e sede di chiese e musei; il più interessante è quello etnografico all'aperto con preziose opere lignee come la chiesa della Trasfigurazione del Salvatore. Belle e preziose sono le icone e gli affreschi conservate nella chiesa della Trasfigurazione, diventata anche location di numerosi film tra cui Oci ciornie di Nikita Michalkov con Marcello Mastroianni.

Superato il ponte del centro e tornando sulla A113 si viaggia per una novantina di chilometri fino al porto fluviale di Jaroslavl', quinta tappa dell'anello d'oro. E' un centro ricco di monasteri e di chiese illuminate dalle piastrelle in ceramica, tra cui una cattedrale con preziosi affreschi; sulla riva del Volga, poco fuori dalla città, sorge il monastero femminile di Tolga, importante centro spirituale, dove il 21 agosto si svolge una spettacolare festa.

Uglic è la sesta tappa, raggiungibile dopo aver attraversato numerosi villaggi rurali. E' la città del mistero, dove nel 1591 morì in strane circostanze il figlio di Ivan il terribile, e che ospita una bella cattedrale.

Si prosegue, dunque, sulla strada P153 fino a Rostov, settima tappa del percorso; sulle rive del lago Nero sorge la sua grande fortezza, risalente al XVII secolo. Il Palazzo del Metropolita, la cattedrale dell'Assunzione e le tre chiese affrescate sono raccolte dentro una cinta muraria turrita, lunga un chilometro.

Viaggiando sulla M8 e attraversando un territorio rurale molto bello si arriva dopo una sessantina di chilometri alla penultima tappa dell'anello: Pereslavl' Zalesskij. Ha una bellissima chiesa, decorata come un gioiello, una cattedrale e, poco fuori dal centro, il monastero di Gorickij. La città sorge sulle sponde del lago Plešceevo, dove lo zar Pietro il Grande nel 1691 vi costruì la prima flotta russa.

Il viaggio prosegue, prima di rientrare a Mosca e di completare così l'anello d'oro, per Sergiev Posad, ultima tappa del percorso, cittadina famosa perché ospita uno dei tre monasteri principali del Paese. All'interno della cinta muraria, scandita da 11 torri, ospita la cattedrale della Dormizione con le cupole dorate, la cattedrale della Trinità con preziose icone e un campanile barocco color azzurro
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Boom turismo in location Montalbano

E' un matrimonio ormai indissolubile quello tra la provincia di Ragusa e il 'commissario Montalbano'. Il successo della serie tv sul celebre commissario nato dalla penna di Andrea Cammileri, è cresciuto di pari passo alla promozione di questo territorio che il piccolo schermo ha messo in luce con i bellissimi monumenti barocchi, i riflessi del mare in cui nuota il commissario reso celebre da Luca Zingaretti e le coste dorate, da oggi nel mirino dei carabinieri che dovranno verificare presunti abusi edilizi.

Location divenute ben riconoscibili ai turisti-telespettatori che non mancano di visitare la 'Vigata' immaginaria di Camillieri. Una promozione a 360 gradi che trova grande interesse anche alle borse del turismo dove gli enti locali, i tour operator e i siti internet con itinerari turistici, mettono in evidenza l'equazione provincia di Ragusa uguale set del commissario Montalbano: sono decine e decine gli annunci di 'affitto casa luoghi Montalbano'.

Nonostante i nomi delle località delle storie e delle riprese non coincidano con quelli reali (l'immaginaria Vigata è Ragusa Ibla, Merfi è Menfi, Fiacca è Sciacca, Raccadali è Raffadali), il turismo in tutta la Sicilia del sud-est è cresciuto, dal 1998, quando la fiction ha debuttato, al ritmo del 12-14% l'anno, con un aumento esponenziale dei bed & Breakfast e gli agriturismi, da 65 nel 2001 ai 2900 dieci anni dopo, di cui molti intitolati al Commissario, fra cui 'La casa di Montalbano', a Punta Secca, dove si può affittare la dimora fittizia del personaggio.

La veranda di Marinella, dove Montalbano trascorre la maggior parte del tempo, tra riflessioni, pranzi a base di pesce, la voglia di respirare la Sicilia autentica raccontata da Camilleri, è diventata una vera e propria gallina dalle uova d'oro per il territorio. Così come il commissariato di Vigata dove lavorano Salvo e i suoi collaboratori, Mimì Augello, Carmine Fazio e Agatino Catarella, ambientato all'interno del Municipio della barocca Scicli, un edificio dei primi del secolo in stile neorinascimentale.

Mentre i telefilm su Montalbano sono stati girati nel selvaggio ragusano, i romanzi di Andrea Camilleri sono ambientati tra Vigata e Montelusa ovvero cittadine semifantastiche identificate con Porto Empedocle e Agrigento. Nel 2003, addirittura, il comune di Porto Empedocle ha chiesto allo scrittore di poter adottare il nome di Vigata: permesso concesso.
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La città più vivibile al mondo?

È Melbourne
Seguono Vienna e Vancouver. Nella top ten anche Toronto, Helsinki e Auckland
Voglia di cambiare aria? In cerca di un'esperienza all'estero? Se l'obiettivo è migliorare la qualità della vita bisogna fare i bagagli e mettere in conto un viaggio dall'altro capo del mondo. È infatti l'Australia, e in particolare Melbourne, il luogo migliore dove mettere nuove radici. A incoronare la capitale del Victoria, per il secondo anno consecutivo, città più vivibile al mondo, la classifica "Global Liveability Report" stilata dall'Economist Intelligence Unit.

La graduatoria sulla vivibilità valuta la qualità della vita in 140 città di tutto il mondo, assegnando un punteggio per stabilità, sanità, cultura e ambiente, istruzione e infrastrutture. Nello specifico, Melbourne ha ricevuto il massimo punteggio nelle valutazioni di sanità, istruzione e infrastrutture, guadagnandosi così la prima posizione.

"Questo conferma ciò che tutti i Melburnians sanno da tempo: Melbourne non è solo la migliore città dell'Australia, è la migliore al mondo”, ha dichiarato il premier della regione del Victoria, Ted Baillieu. "Siamo invidiati dal resto del mondo per il nostro intenso stile di vita, per il business competitivo e la forza lavoro qualificata e innovativa. Abbiamo una vivace comunità multiculturale, una rinomata scena artistica ed eccellenze enogastronomiche di fama mondiale, così come svariate opportunità per shopping e tempo libero".

E Melbourne non è la sola eccellenza australiana. In classifica, infatti, entrano anche Adelaide al sesto posto, Sydney al settimo e Perth al nono. La medaglia d'argento è appannaggio dell'austriaca Vienna, mentre chiude il podio la canadese Vancouver. Il Canada conquista anche la quarta e quinta posizione con Toronto e Calgary, mentre l'unica altra città europea nella top ten è la capitale della Finlandia, Helsinki, all'ottavo posto. A chiudere la lista delle prime 10 è Auckland, in Nuova Zelanda.

Sul fronte opposto, la città meno vivibile del mondo è la capitale del Bangladesh, Dacca, preceduta dalla capitale di Papua Nuova Guinea, Port Moresby, e da Lagos, in Nigeria.
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Il turismo en plen air: l'appuntamento è per il Salone del Camper, in programma dall'8 al 16 settembre a Parma




Portandosi dietro la "casa" come una chiocciola. Il turismo en plen air,  nonostante la crisi economica e i troppi vincoli che esistono nel  nostro Paese per chi ha scelto di passare le vacanze in camper o in  caravan, è una realtà dinamica e interessante. Ogni anno, secondo i dati  del Ciset (Centro Internazionale di Studi sull'Economia Turistica  dell'Università Ca' Foscari di Venezia), sono 5,6 milioni i turisti en  plen air che visitano il nostro Paese, di cui 3 milioni di italiani e  2,6 milioni provenienti da altri Paesi. Cifre interessanti, considerando  anche che il turista itinerante, se da una parte non spende soldi in  strutture alberghiere, dall'altra spesso acquista beni e servizi  "altri".
In Italia, esiste dal 1977 Apc, l'Associazione dei produttori Caravan e  Camper, che rappresenta 41 aziende con con un fatturato complessivo di  600 milioni di euro, di cui il 58% destinato all'export.


 Quest'anno, Apc  ha presentato il primo Rapporto sul turismo en plen air. I dipendenti  del settore sono 4mila, a cui se ne aggiungono altri 3mila della  filiera; in totale vengono prodotti nel nostro Paese circa 13mila camper  all'anno. L'associazione, oltre a rappresentare gli interessi  dell'industria del caravanning made in Italy, si propone anche di  tutelare i diritti di chi viaggia in camper e in caravan. E proprio su  questo fronte c'è sicuramente molto da fare nel nostro Paese. Basta per  esempio considerare che in Italia ci sono circa 8.100 Comuni e soltanto  600 aree di sosta camper comunali attrezzate. La stessa Apc fin dal 2001  ha realizzato iniziative come il bando «I Comuni del Turismo all'Aria  Aperta», attraverso il quale sono state realizzate 26 aree di sosta  comunali.
Per quanto riguarda le immatricolazioni di camper nuovi, la domanda ha  continuato a crescere fino al 2007 quando il settore ha raggiunto il suo  massimo, con quasi 15mila unità immatricolate, una cifra raggiunta  senza mai beneficiare di alcun sostegno. Con l'avvento della crisi,  tuttavia, la domanda interna ha vissuto un calo fino alle circa 7mila  unità registrate nel 2011. In Italia, il mercato delle caravan ha una  dimensione piuttosto contenuta: nel 2011 sono state immatricolate 1.699  unità, con un calo del 5,7% rispetto all'anno precedente. Maggior  tenuta, invece, ha dimostrato il mercato dei camper usati: nel 2011 la  vendita di veicoli ricreazionali usati ha interessato 21.409 unità, con  un calo di solo 1,2% rispetto al 2010.
Se guardiamo al parco circolante, i Paesi con più alta densità di camper  e caravan ogni 10mila abitanti sono quelli del Nord e del Centro  Europa. L'Italia si posiziona alla metà della classifica europea per  quanto riguarda i possessori di camper mentre è in fondo per i caravan.
Dall'indagine del Ciset è possibile anche tracciare un identikit del  camperista italiano: età media 39 anni, svolge in media 4 viaggi  all'anno, il 50% delle volte recandosi al mare, il 21% in aree diverse,  il 14% in montagna. Età più alta invece per i camperisti francesi e  tedeschi: 47-48 anni.
Paolo Bicci, presidente Apc, sottolinea come in Italia, pur essendoci un  importante flusso turistico en plen air, si debbano ancora potenziare  le strutture: «Come associazione, abbiamo tra i compiti promuovere il  cosiddetto "camper style". In Italia c'è sicuramente carenza di aree  attrezzate, anche perché esiste il falso mito che il camperista non  spenda sul territorio. Certo, la spesa è più bassa rispetto a quella di  chi risiede in albergo: in media 50-55 euro al giorno per persona. Ma in  genere il turista plen air rimane più giorni, e inoltre i viaggi in  camper sono destagionalizzati e si preferisce spesso stare fuori dai  giri turistici tradizionali, cercando della "piccola grande Italia". E  il camperista spesso spende tanto in prodotti locali». Tra le iniziative  di Apc ci sono anche accordi per la diffusione del camper style: «Per  esempio - ricorda Bicci - abbiamo fatto due accordi con Federparchi e  Terranostra: noi offriamo la realizzazione di alcuni camper services e  le associazioni si sono impegnate a mappare aree per ricevere camper e  consentire la sosta gratuita per una notta negli agriturismi».
L'appuntamento è per il Salone del Camper, in programma dall'8 al 16  settembre a Parma. «In quell'occasione - ricorda Bicci - venderemo un  voucher che, per 99 euro, consente di "provare" un camper dal venerdì  sera al lunedì mattina».




Franco Sarcina - ilsole24ore.com

segnalazione web a cura di Giuseppe Serrone e Albana Ruci - turismoculturale@simail.it

La Valle d'Aosta in maximongolfiera

Si sorvolano anche le cime delle Alpi e i ghiacciai
 In 20 su una mongolfiera, più pilota e co-pilota, per ammirare dall'alto le bellezze naturali della Valle d'Aosta, dalle più alte cime delle Alpi fino ai ghiacciai e alle grandi foreste di conifere. E' la proposta della Charbonnier Mongolfiere, società specializzata in voli e con una lunga esperienza alle spalle. Il decollo avviene all'alba dal centro valle e il pallone aerostatico si alza fino ad ottenere una vista panoramica delle imponenti montagne che fanno da cornice alla regione. Il volo dura circa un'ora. Si parte sorvolando Aosta, con il suo centro storico ricco di vestigia romane, per poi dirigersi verso la catena alpina osservando il Gran Paradiso, la catena del Monte Bianco, le Grandes Jorasses, il Grand Combin, il Cervino e il massiccio del Monte Rosa. Per i più esigenti nel cesto si può anche consumare uno spuntino o il pranzo, ammirando il panorama.
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L'arte si compra anche in hotel

Dall'Italia agli Usa, gli alberghi si affidano ad artisti locali per abbellire le camere

Dall'Italia agli Usa spopola fra gli alberghi la tendenza di abbellire camere, suite e spazi comuni con dipinti e disegni di artisti locali. Un modo per distinguersi, rendere il soggiorno più accogliente per i clienti e valorizzare la cultura del posto. Una 'moda' che comincia a trasformarsi in vero e proprio business visto che sempre più spesso agli ospiti che lo desiderano è consentito acquistare le opere esposte.

Insomma per chi non resiste al souvenir direttamente dall'hotel, e non si intendono asciugamani o campioni di sapone e creme corpo da 'trafugare' in valigia, c'è un'idea in più. Tutto si può comprare, non solo i soffici accappatoi dei cinque stelle ma anche il quadro appeso sulla parete del letto. Senza contare che spesso le opere prodotte da artisti locali ritraggono la località turistica che si sta visitando e quindi si candidano a 'ricordino' perfetto della vacanza.

Una tendenza che già si fa spazio in Italia, dove gli alberghi ospitano anche mostre e workshop di artisti, e che va forte soprattutto negli Stati Uniti. Ecco qualche esempio. Aperto da poco, l'hotel Omni Dallas ha arredato stanze, hall e altri spazi della sua avveniristica struttura con circa 6.500 opere d'arte di 150 artisti locali. Opere 'texane' che se gli ospiti gradiranno potranno acquistare e portare con sé. La 'collezione', secondo quanto detto al Los Angeles Times dal managing director dell'hotel Ed Netzhammer, "può vantare una quantità d'arte maggiore di tante gallerie e musei del Paese" oltre a rendere "più divertente e interessante" l'esperienza dei clienti. Anche il Lancaster Arts Hotel in Pennsylvania vende gli oggetti d'arte che abbelliscono camere e corridoi e addirittura mette in vendita alcuni dei mobili usati, rigorosamente opera di artisti e artigiani locali. Chi soggiorna al Renaissance Arts Hotel di New Orleans, proprietà del Marriott, può chiedere al personale come acquistare gli oggetti che compongono l'arredamento, dai quadri alle sculture in vetro del bagno.

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Manarola fra i borghi più colorati al mondo

La cittadina nella classifica di Budget Travel. All'estero media celebrano Cinque Terre

(di Stefania Passarella)

Dopo le immagini del disastro causato dall'alluvione dello scorso autunno, il fascino delle Cinque Terre risorge anche all'estero. Budget Travel, magazine specializzato in dritte su vacanze alla portata di tutti i portafogli, consiglia il pittoresco angolo dello Stivale come uno dei luoghi più "colorati" al mondo, peculiarità per cui vale un viaggio.

Ci sono città nel mondo "che non hanno bisogno di accendere neon per illuminare il paesaggio", spiega la rivista, ma dall'Italia all'Argentina ci sono cittadine che "fanno del colore il loro tratto distintivo". Patrimonio Unesco, ricorda Budget Travel, le cinque località di Riomaggiore, Manarola, Corniglia, Vernazza e Monterosso sono un caleidoscopio di colori. In particolare viene segnalato l'antico centro di Manarola, l'ideale per far sì che le foto della propria vacanza assumano tutte le tonalità "tranne quelle sbiadite del beige". La tavolozza spazia dal blu del mare al rosso, giallo, verde delle casupole che spuntano sulla rocca.

Già "in piedi" in primavera dopo l'alluvione di ottobre scorso, il Parco nazionale delle Cinque Terre ha consolidato per quest'estate la ripresa della promozione turistica. Risorti i borghi a picco sul mare e riaperta pian piano la rete di sentieri nota in tutto il mondo per i percorsi mozzafiato. Sforzi apprezzati anche dai media stranieri specializzati in viaggi e turismo.

Gadling.com, uno dei maggiori travel blog, spiegava a fine luglio che le Cinque Terre dovrebbero essere meta di un viaggio soprattutto per aver mantenuto un fascino d'altri tempi e uno stile semplice. "La zona – si legge sul sito – non ha ceduto al mondo delle imprese, mentre le sue colline terrazzate, le abitazioni variopinte, i negozietti offrono la possibilità di sperimentare la vita reale della riviera italiana". A coronare questo mix per Gadling sono poi le prelibatezze culinarie del posto (uve, olive, pesto) e la possibilità di effettuare escursioni. Per l'Irish Times un viaggio alle Cinque Terre è uno dei modi per fare esperienza della Dolce Vita in Italia, mentre un cronista di The Chronicle Herald che ha visitato la via dell'Amore quest'estate definisce i borghi delle Cinque Terre luoghi "sospesi nel tempo". Condé Nast Traveler loda il lavoro degli italiani in particolare per la ricostruzione di Vernazza.
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