Autunno, tempo delle mele

Autunno tempo delle mele. Il frutto e' predominante nei reparti ortofrutta di supermercati e ipermercati e sui banchi dei fruttivendoli.

Tra le varieta' torna in questi giorni il gusto di Kanzi®, la mela coltivata in Italia dai Consorzi VOG e VI.P, nei terreni dell’Alto Adige / Südtirol, ottimali per lo sviluppo delle sue caratteristiche. Nata dall’incrocio tra varietà Gala e Braeburn, questa mela cattura il palato al primo morso con la sua dolcezza, per poi liberare il suo sapore aromatico e le sue note acidule. Un gusto unico, a cui si aggiungono un colore rosso e una polpa croccante e succosa. Grazie a queste qualità Kanzi® è una delle mele più versatili in cucina. Per un primo originale, si può provare ad esempio l’abbinamento con la zucca, in un risotto o una vellutata. Questi  frutti possono stupire anche gli ospiti più esigenti, magari in un’insalata accompagnata dai funghi o insieme alla carne.

Le mele Kanzi® sono deliziose anche nei dolci: le loro particolarità sono in grado di dare un tocco inconfondibile a pancake o frittelle. Infine al naturale, per uno snack gustoso e salutare, che fornisce vitamine e sali minerali utili per affrontare i mesi freddi.

A questa mela e' legata anche l’iniziativa lanciata dalla pagina Facebook “The Seductive World of Kanzi®” (http://www.facebook.com/KanziApple.italia) per celebrare insieme ai propri fan l’inizio della stagione di questa mela rossa. Non solo: ci sono 2 iPad in palio per chi saprà indovinare quante mele ci sono in un carrello della spesa.

Per partecipare all’iniziativa, è sufficiente accedere entro il 18 novembre all’applicazione Facebook (www.facebook.com/KanziApple.italia/app_431220440270134), cliccare “Mi piace” sulla pagina e tentare di indovinare il numero di mele Kanzi® presenti all’interno del carrello della spesa mostrato in una immagine.

Infine , in collaborazione con Mela Val Venosta, il 7 e 10 novembre alle ore 16.00 sarà possibile partecipare ad una lezione dedicata ai bambini “L’ABC DELLA MELA IN CUCINA” proposta dalla scuola di cucina Congusto. Le lezioni si svolgeranno presso la sede di Congusto in via G.B. Nazari 3 a Milano. Un pomeriggio divertente rivolto ai piccoli chef in erba per fare loro scoprire l’immensa versatilità delle mele in cucina. Il corso è gratuito per gli iscritti al club Congusto.

Dai bimbi al mondo del design: il Consorzio la Trentina, azienda che produce e commercializza mele, in collaborazione con DesignHUB e POLI.design – Consorzio del Politecnico di Milano, propone un’altra sfida ai giovani designer autoproduttori. Un contest last minute – le cui adesioni si chiuderanno il 15 novembre 2012 – per la progettazione di prodotti innovativi relativi al tema “La filiera della mela: dall’albero al consumo”. Due sono le categorie che verranno premiate: packaging “monouso” e prodotto/servizio per i bambini. I vincitori delle 2 categorie riceveranno un premio di 1000 euro e i progetti saranno presentati nel corso dell’edizione 2012 di '”L’Artigiano in fiera” dal 1 al 9 dicembre 2012 presso il polo fieristico di Rho-Pero (MI), in uno spazio dedicato all’interno dell’Area Trentino
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Oasi di gusto e tranquillita' nel cuore della Citta' Santa, meta di ogni viaggio in Israele

(di Francesco Gerace)

Se andate a Gerusalemme, non negatevi un pranzo nel ristorante armeno Bulghourji. Il locale si trova (naturalmente) nel quartiere armeno della citta' santa, a pochi passi dalla porta di Jaffa e dalla torre di Davide, ed e' dunque facilmente raggiungibile. L'ingresso del ristorante passa quasi inosservato, trovandosi in una lunga e anonima strada che conduce dal quartiere arabo a quello ebraico, attraversando appunto la zona armena. Ogni giorno da qui passano migliaia di pellegrini e turisti diretti soprattutto al Muro del pianto, ma trattandosi di una via stretta, quasi senza marciapiedi e trafficatissima dalle auto con il clacson facile, raramente ci si ferma a curiosare.

Il quartiere armeno e' il piu' piccolo dei quattro quartieri in cui e' suddivisa Gerusalemme (gli altri sono quello ebraico, islamico e cristiano). Anche gli armeni sono cristiani, ma per una serie di vicissitudini lontane nel tempo e non sempre facili da comprendere e ricostruire, hanno mantenuto una loro singolare autonomia. Il quartiere armeno e' davvero molto piccolo, il ristorante Bolghourji sorge lungo la 'Armenian Ortodox Patriarchate Road', nome invero pomposo per questa specie di budello di cemento che conduce alla zona ebraica di Gerusalemme senza passare per il quartiere islamico.

 Bulghourji merita una sosta per un motivo semplice: si mangia bene, costa poco, il locale e' accogliente e pulito, il personale molto gentile, il servizio rapido. Chi conosce Gerusalemme, comprende di che cosa stiamo parlando. Naturalmente la cucina e' quella tipica armena, fortemente influenzata dalla tradizione araba, anche non speziata per chi eventualmente non gradisce il genere. Vi si trovano birra e vino, anche di qualita'. Se cercate piatti occidentali, andate altrove. Con una spesa che in genere non supera i 15 euro si mangiano prelibatezze varie, quasi tutte a base di verdure e salse, piccanti ma non solo, con tanti condimenti diversi, su tutto svetta una straordinaria crema di ceci. Dopo l'antipasto arrivano le pietanze a base soprattutto di carne d'agnello e di pollo. Il solo antipasto in realta' equivale a un pranzo vero e proprio, trattandosi di una dozzina di abbondanti assaggini, accompagnati dalla pita, il pane tipico di queste parti, che assomiglia a una specie di piadina spessa.

La maggior parte dei turisti, forse a causa della difficile comprensibilita' del menu, al momento di ordinare, chiedono ai giovani camerieri del Bulghourji 'fate voi'. Cosi' oltre al ricco antipasto sulla tavola si materializzano delle piacevoli e saporite composizioni a base di coni di riso bianco, rotoli di carne di montone, bocconcini di pollo, carote e salsine. Quindi gli imperdibili dolcetti al miele. Infine un modesto conto da pagare. Va aggiunto che il personale e' molto gentile, qualcuno dei ragazzi ha anche studiato in Italia quindi parla bene la nostra lingua; inoltre il locale e'accogliente e pulitissimo, cose non propriamente scontate nei locali della citta' vecchia, dove l'igiene non e' propriamente di casa e la cortesia una perfetta sconosciuta.

Al Bulghourji c'e' una sala con pochi posti e un po' in penombra, giusto all'ingresso del locale; sul retro, un grande salone, in parte all'aperto, in mezzo al verde, puo' ospitare oltre cento persone. Al riparo dal clamore dei clacson e dal vociare dei turisti che sciamano lungo la via armena. Luogo ideale per pranzare e riposare qualche ora prima di riprendere il faticoso e suggestivo cammino lungo le stradine della citta' santa.
Bulghourji - Armenian Ortodox Patriarchate Road, aperto a pranzo e a cena - tel 0579443920
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Ultimi giorni di spettacolo del grandissimo Circo American Circus a Reggio Emilia fino al 18 Novembre

L’ AMERICAN CIRCUS può essere paragonato ad una piccola città viaggiante, completamente autosufficiente; ogni tappa della tournée prevede, ad esempio, lo spostamento di 148 carovane abitazione, di tre enormi scuderie, di 40 grandi camion e di due treni speciali per il trasporto degli animali e delle strutture. Il materiale per il montaggio del tendone, che misura m. 50x80 ed ha una capienza di 4.000 posti, viene spostato su 60 carri. L’operazione di montaggio, che richiede solo 6 o 7 ore - mentre per smontarlo sono sufficienti 4 ore - impegna 200 persone. Bisogna tenere presente che - mentre in inverno il Circo tocca i centri più importanti, arrivando a fermarsi nella stessa città anche un mese - durante l’estate la tournèe costringe a spostamenti ogni 4 o 5 giorni, con l’impegno che ne consegue. Due gruppi elettrogeni indipendenti da 400 Kilowatt forniscono, attraverso 2500 metri di cavi, l’energia alle 18.000 lampadine ed ai 520 tra riflettori, scanner ed effetti speciali che trasformano il circo in un mare di luci erendono possibili gli effetti speciali del numero “spaziale” con gli elefanti.
La maggior parte dei numeri si svolge sulle tre piste, per tracciare le quali sono necessari 100 metri cubi di segatura; ogni pista ha un diametro - standard per ogni circo - di 13 metri, ma all’occorrenza possono essere riunite in un unico ovale che misura 50x18 metri. Artisti, musicisti, ballerine, tecnici, staff organizzativo: all’American circus convivono circa 400 persone per le quali ogni anno vengono preparati circa 105.000 pasti da una mensa aziendale. Per ogni pasto vengono consumati circa 50 Kg di cibo, tra pasta, carne, verdura, uova etc. Va sottolineato che questa moltitudine è composta da persone di nazionalità e religione diverse, pertanto i cuochi devono tener conto delle esigenze di ogni gruppo etnico: I Musulmani non possono consumare carne di maiale di cui invece i polacchi sono ghiotti; gli indiani, per contro, non mangiano carne di bue, ramadan e imposizioni religiose costringono le cucine a orari strani e così via... Uno zoo composto da 13 elefanti indiani, 60 cavalli, 8 tigri tra le più rare al mondo, bianche tabi, rosa e reali del bengala, scimmie, ghepardi, orsi, cammelli, zebre ecc. Ogni giorno vengono dati in pasto ai tanti animali presenti oltre 2000 Kg di frutta e verdura, 350 chili

PRIMA PARTE
Arriva il circo la leggendaria parata dell’American circus
PIRAMIDI A CAVALLO gli Alex
BAYBAK TRAMPOLINO COMICO (troupe Ukraina)
STRAORDINARIO BALLETTO AEREO Gli Elastonautes
ARRIVANO I CLOWN e diventano PUGILI  Ives e Davide Caveagna
NEL MONDO DI INDI con gli elefanti dei Togni
STRAORDINRI ATLETI ALLA BANCHINA Troupe Atlantics
TRE PISTE di CAVALLI IN LIBERTA' in frac presentati da Cristina, Daniele e Flavio togni
Le Farfalle Volanti in un quadro FASCE (ROSSE)
                                           
SECONDA PARTE
TIGRI di tre differenti colori  FLAVIO TOGNI
LA COMICITA' con la MACCHININA comica di Bubù
Straordinari atleti alle sbarre FLKY TO DE STAR
La grande alta scuola della FAMIGLIA TOGNI
MAYA & IVAN SOSTENUTO AEREO
I CLOWN CON la ripresa APE DAMMI MIELE  Ives e Davide Caveagna
It’s MAGIC il più grande show di illusionismo e magia da Las Vegas il celebre Mister Walter Forgione e le sue partners
Il gran finale magico dell’ American circus

A bordo di un fuoristrada tra le dune del deserto omanita

(di Ida Bini)
Oman, punto d’incontro tra Asia e Africa nella parte sud-orientale della penisola arabica, è un Paese sicuro, tranquillo, ricco di paesaggi affascinanti e misteriosi, a poco più di sei ore di volo dall’Italia. L’antica terra della regina di Saba offre tanti volti diversi: dallo stretto di Hormuz fino all’oceano Indiano si attraversano spiagge mozzafiato e deserti infiniti, città d’arte e piccoli villaggi che racchiudono antiche tradizioni, grotte inaccessibili, alte montagne rocciose e canyon strettissimi. I due terzi del Paese, che è poco più grande del nostro, sono occupati dal deserto – le dune di sabbia di Rub al-Khali, Sabkha con il lago salato di Umm Al-Samim, il deserto roccioso di Jiddat el Harassis e quello sabbioso di Wahiba - con dune rosse, gialle e ocra, alte anche 300 metri che si muovono con il vento che ogni giorno ridisegna il paesaggio. Queste distese infinite di territorio sono punteggiate da villaggi nomadi con case fatte di foglie di palma e tende di lana di dromedario e capra, e di città-oasi lussureggianti, nate dal complesso sistema tradizionale d’irrigazione dei falaj. Abbracciato dalle montagne e custode millenario di antiche civiltà nomadi, il vasto deserto dell’Oman affascina chiunque lo attraversi. Ed è proprio l’autunno il momento migliore per scoprirlo e apprezzare a fondo la straordinaria natura del Sultanato: le temperature sono favorevoli e l’escursione termica è praticamente assente. Da Muscat, la capitale, e dalle principali località turistiche omanite partono avventurose escursioni in fuoristrada verso le oasi più belle, dove, in alcuni casi, è possibile anche alloggiare: verso sud si arriva alla suggestiva Wadi Bani Khalid, nella regione al-Sharqiyya, dove si trova il deserto di sabbia pietrificata più vasta del mondo; alla città di Ibra, famosa per il coloratissimo mercato delle donne beduine, vietato agli uomini, che si tiene ogni mercoledì, e, poco lontano, a Wahiba Sand, famosa per le dune dorate, incontrastato territorio dei beduini. Per godersi i magnifici tramonti e i passaggi delle carovane dei nomadi è consigliabile alloggiare all’Al Raha Tourism Camp (www.alrahaoman.com), che ospita in lussuose capanne di palme da dattero, in tende e in piccoli bungalow; nelle tende in tessuto del Desert Camp (www.safaridesert.com), a 25 chilometri da Al-Ghabbi, nella città di Bidiyah, o nel tradizionale 1000 Nights Camp (www.1000nightscamp.com) dove si dorme in romantiche tende beduine illuminate dalle candele. Le escursioni arrivano anche al villaggio Jabrin tra i palmeti e con uno dei forti meglio conservati del Paese, risalente al 1670, e alla città delle ceramiche Bahla, inserita nell’elenco del patrimonio mondiale dell’Umanità, circondata da 12 chilometri di mura e con un antico forte. C’è anche Nizwa, antica capitale del Sultanato, famosa per una fortezza risalente al XVI secolo, per gli edifici in stile omanita e un grande souq, che sorge in una grande e verdissima oasi di palme, situata nel punto di incontro delle brulle piste carovaniere provenienti da Nord e da Sud. Ovunque spuntano canyon profondi sul corso dei wadi, i fiumi secchi. Non lontano si arriva ad Al Hamra con le sue case color ocra a due piani, calde e accoglienti dove, sul lato ovest della catena dei monti Hajar, si può alloggiare presso il resort The View (www.theviewoman.com), un lussuoso campo tendato a 1400 metri d’altezza, il luogo ideale per scoprire la regione di Jabal Shams con le montagne rosse, i canyon e i caratteristici villaggi dove il tempo sembra essersi fermato
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Milano, citta' di libri e scrittori. Al debutto Bookcity e writers

(di Alessandra Scanziani)
Libri, incontri con autori, maratone di lettura, fotografie, mostre, performance teatrali, dibattiti e ancora presentazioni delle novità cartacee e digitali. Milano, cuore pulsante dell'editoria italiana, dedica una speciale attenzione agli amanti della buona lettura e ospita due prime edizioni: dal 16 al 18 novembre sarà l'esordio di BookCity (www.bookcitymilano.it) e dal 24 al 25 novembre debutterà Writers (www.writersfestival.it). Il cuore pulsante di BookCity sarà il centro storico di Milano, il Castello Sforzesco con i suoi magnifici cortili delle Armi, Ducale e della Rocchetta, che diventeranno luoghi d'incontro e diffusione della pratica della lettura in tutte le sue forme, dal cartaceo all'e-book.
Una rete di librerie, biblioteche, palazzi storici, la Triennale di Milano, teatri, l'acquario, scuole e istituti culturali, tutti insieme trasformeranno la città in un salotto letterario, coinvolgendo, in oltre 350 eventi, l'intera filiera dell'editoria: editori grandi e piccoli, librai, bibliotecari, autori, agenti letterari, traduttori, grafici illustratori, blogger, fino a scuole di scrittura e ai gruppi di lettura. Molti anche gli appuntamenti per bambini, per i quali oltre alla mostra al Castello Sforzesco 'Da Pinocchio a Harry Potter. 150 anni di illustrazione italiana dall'Archivio Salani. 1862-2012', che resterà aperta fino a gennaio, sono previsti numerosi laboratori. In occasione di Writers aprirà al pubblico il complesso dei Frigoriferi Milanesi (www.writersfestival.it) in via Piranesi 10: nati nel 1899 come fabbrica del ghiaccio e magazzini refrigeranti, affiancati nel 1923 dal Palazzo del Ghiaccio, la pista ghiacciata coperta più grande d'Europa, oggi sono stati trasformati in spazio polifunzionale dedicato alla cultura e sono diventati la prima realtà europea a integrare tutte le attività necessarie alla gestione, conservazione e valorizzazione delle opere d'arte. Writers vuole essere una forma più intima d'incontro, nel quale gli scrittori si lasciano conoscere dal loro pubblico attraverso ciò che a loro piace: un quadro, uno strumento, una lettura, un suono, un cibo. Un'occasione unica che aprirà al pubblico i 1200 mq dei Frigoriferi Milanesi: si va dalla Cucina, dove tre autori si proporranno con un menù a loro particolarmente caro, ai Laboratori di restauro di Open Care che ospiteranno una scenografica mostra di Pop-Up; dal vecchio e potente telescopio Schiapparelli in restauro, fin dentro al Caveau più grande d'Europa.
E poi videoproiezioni e letture nella Sala Carroponte, dove il gancio del carroponte di un tempo per il trasporto dei blocchi di ghiaccio è rimasto spettatore; musica e un ricco bistrò con comodi angoli di lettura nel Cubo, dove una volta c'erano i motori che ghiacciavano l'acqua; e infine una lunga Galleria di libri negli ex magazzini del ghiaccio. Ci sarà spazio anche per gli autori esordienti che partecipano all'iniziativa con sei appuntamenti Book Up!
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Piaceri d'autunno in Val d'Orcia. Relax nella valle patrimonio Unesco, tra degustazioni doc e il giro dei borghi in un weekend

Ogni stagione è buona per ritagliarsi un fine settimana in Val d'Orcia. Se la primavera è l'apoteosi del verde nel paesaggio ondulato, in autunno i terreni imbruniscono e le colline virano verso le decine di sfumature dell'ocra, del marrone ma anche del giallo dei vigneti. I borghi che puntellano la valle con i campanili e le rocche spuntano spesso da soffici nuvole di nebbia. In apparenza paesi-fantasma, i centri accolgono i visitatori con degustazioni di prodotti tipici e di stagione: è tempo di vino novello, di "olio nuovo", ma anche di castagne e funghi.

In questo periodo l'ideale è visitare la valle in auto. Senza troppi programmi e itinerari, basta lasciarsi condurre fra i colli dalle strade che collegano Pienza, Monticchiello, Montalcino, tanto per citarne alcuni. L'importante è non indugiare sull'acceleratore. Sia per godersi un paesaggio unico al mondo, sia perché i caprioli che scorrazzano sulle colline sono soliti attraversare la strada asfaltata a una velocità che richiede riflessi di frenata ben pronti.

L'ambiente naturale è la prima attrazione della valle, iscritta nei siti Patrimonio dell'Unesco (2004) in primis perché "testimonianza eccezionale del modo in cui il paesaggio è stato ridisegnato nel Rinascimento per riflettere gli ideali di buon governo e creare un'immagine esteticamente gradevole" e poi perché lo stesso paesaggio è stato celebrato dai pittori della Scuola Senese del periodo rinascimentale. Le foto-cartolina hanno un profilo dolce, spezzato dai cipressi e da casolari solitari, spesso convertiti in agriturismi e relais.

Poi ci sono le specialità enogastronomiche locali che pure sono apprezzate in tutto il mondo. Il pecorino o cacio di Pienza, che ha origini addirittura nella Preistoria, da abbinare nel piatto a una gelatina o a una marmellata di Brunello di Montalcino, fra i primi vini italiani a ottenere i titoli Doc e Docg. Ma anche il miele, l'olio, la carne di cinta senese, lo zafferano. Tornando ai vini sono i rossi che monopolizzano la tavola: non solo il Brunello ma anche il Rosso di Montalcino e l'Orcia Doc.

L'enogastronomia è motivo di un viaggio, e ottimo spunto per i souvenir da portarsi a casa, al pari delle testimonianze artistiche e architettoniche della valle. Per visitare i borghi si lascia l'auto all'ingresso del paese - tutti per fortuna a traffico limitato - e si procede a piedi per vicoli e piazzette. Pienza è la "città ideale" di Pio II che trasformò il borgo natio di Corsignano nella città-simbolo del Rinascimento, patrimonio Unesco a sé. Realizzata da Bernardo Rossellini tra il 1459 e il 1462, Pienza si conserva come un borgo elegante. Si visitano la cattedrale dell'Assunta, Palazzo Piccolomini, il palazzo comunale e il palazzo vescovile. Del medioevo è invece la Chiesa di San Francesco. Impossibile uscire dal paese senza aver acquistato almeno una formella di pecorino. La strada fatta di tortuosi saliscendi che si apre a sud conduce a Monticchiello, un paese scrigno di edifici medievali e che vanta la chiesa duecentesca dei santi Leonardo e Cristoforo. Il borgo è rinomato anche per gli spettacoli del "Teatro Povero". Montalcino non si esaurisce con un calice del suo vino pregiato ma è una vera e propria città d'arte che domina tremila ettari di vigneti. Sorvegliato dalla rocca della seconda metà del 1300, il centro è raccolto intorno alla piazza del Popolo e alla Loggia gotica.

L'elemento dominante di Bagno Vignoni è l'acqua: quella calda termale conosciuta per le sue proprietà fin dagli etruschi. Abitazioni, diversi bar, ristoranti e la chiesa sorgono attorno alla piazza centrale del paese che in realtà è costituita da una grande vasca in cui sgorgano dal suolo vulcanico le acque della sorgente termale. E poi c'è il parco dei mulini da poco restaurato e trasformato in percorso turistico con l'intento di valorizzare uno dei principali e più antichi poli molitori del senese. Completano una visita della valle i borghi di Radicofani, San Quirico d'Orcia e Castiglion d'Orcia, quest'ultimo al confine con le foreste del Monte Amiata, dominato dalla rocca di Tentennano.
Informazioni: www.terresiena.it.
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Il mercatino di Bolzano, tradizione ed autenticità. Al via dal 29 novembre al 23 dicembre

Il Mercatino di Natale di Bolzano apre i battenti per la 22/a volta il 29 novembre alle ore 17.00 e, fedele alla sua tradizione senza prolungamenti artificiosi, proporrà la collaudata formula di 78 espositori, 7 partner e 3 stand gastronomici ad ospiti e concittadini fino al 23 dicembre. Un appuntamento atteso ogni anno, volto alla riscoperta delle tradizioni che in Alto Adige si celano dietro le quattro settimane dell'Avvento, dell'attesa della festa più bella dell'anno che si compie attraverso riti ed usanze che si perdono nella notte dei tempi. Il legame con le abitudini familiari è forte: l'abete bianco decorato a festa, il presepe, la corona d'Avvento, la pasticceria profumata confezionata settimana dopo settimana dalle mani sapienti di chi custodisce i segreti e la "malizia" delle ricette. Dietro l'operazione commerciale si trova la tradizione dello scambio di doni fra grandi e verso i piccini, la cura dei dettagli nella decorazione della casa e della tavola imbandita per la festa. Tutto senza dimenticare il mercatino di Norimberga che più di vent'anni fa, ha suggerito ai bolzanini i segreti di una buona riuscita organizzativa e di contenuti. (ANSA).

Genova, 'non te l'aspetti cosi' bella!' E' campagna promozionale per la citta' per attirare visitatori


La rinascita del Porto Antico e di Palazzo Ducale, il restauro dei Palazzi dei Rolli patrimonio dell'umanita' Unesco, il recupero del centro storico, la vitalita' di musei e teatri, la bellezza delle chiese, hanno alimentato il boom turistico di Genova negli ultimi vent'anni. ''Genova. Non te l'aspettavi cosi' bella!'', e' diventata la promessa della nuova campagna promozionale di una Genova che sta scalando la classifica delle 10 citta' italiane piu' visitate ogni anno da viaggiatori nazionali e internazionali, anche grazie alla vicinanza di mete come Portofino e le Cinque Terre. Sbarcati dalla navi da crociera, atterrati all'aeroporto, arrivati in pullman, auto o treno, i turisti a passeggio lungo il centro storico piu' grande d'Europa, durante tutto l'anno, sono diventati una costante. Tornata a essere una meta ambita come al tempo dei Grand Tour culturali o turistico-economici dal Nord Europa, quando lungo gli stretti vicoli del centro storico (caruggi) capitava di parlare con Cechov, Nietzsche, Stendhal, Twain, Freud, Wilde, Flaubert, Byron e tanti altri. Genova e' una citta' ricca d'arte e storia, accanto a scorci che sembrano conservati intatti dal Medioevo sorgono gli splendidi Palazzi dei Rolli, edificati tra la fine del Cinquecento e l'inizio del Seicento, restaurati negli anni '90, e inseriti dal 2006 nel Patrimonio dell'Umanita' Unesco. Un ritorno al passato ma con importanti novita': come l'arte di Miro' e la fotografia di McCurry protagoniste di due mostre nella stagione 2012/2013 di Palazzo Ducale, uno dei piu' maestosi e affascinanti edifici storici della citta' affermatosi come polo museale-culturale del capoluogo ligure. Il rinnovamento del Porto Antico, ridisegnato da Renzo Piano nel '92, e' il simbolo della rinascita turistica della citta' della Lanterna, ospita strutture come l'Acquario, il Museo del Mare, la Citta' dei bambini, il Galeone dei Pirati, il Museo Luzzati, il Bigo, il sommergibile Nazario Sauro, il Museo dell'Antartide. Appuntamento del periodo natalizio la visita ai caratteristici presepi storici, mercatini e animazioni.
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