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Lungo la strada delle chiese... Itinerario alla scoperta dei luoghi religiosi storici più affascinanti

(di Ida Bini)
L’abbazia di santa Giustina a Padova, la corte benedettina di Correzzola e l’abbazia di Praglia, a Teolo, sono le tre principali tappe della Via delle Chiese, itinerario alla scoperta del territorio padovano attraverso i luoghi di culto più belli e antichi. E’ un percorso turistico-religioso promosso dalla provincia di Padova grazie al finanziamento europeo del progetto Thetris che tutela i monumenti sacri, valorizzando il turismo religioso che nel nostro Paese lo scorso anno ha raggiunto 5,6 milioni di presenze.
Questo dato, secondo un’indagine dell’Istituto nazionale di ricerche turistiche, è in continua crescita. Lo ribadisce anche Barbara Degani, presidente della provincia di Padova, convinta che il progetto attragga turisti e pellegrini di tutta Europa alla scoperta del patrimonio architettonico della provincia di Padova, ricco di chiese, monasteri, eremi, abbazie, conventi e santuari: “Buona parte della crescita futura del nostro territorio – dice Degani - si giocherà sul turismo e quello religioso rappresenta senza dubbio un segmento strategico.
Parliamo infatti di una città conosciuta nel mondo per il Santo dove sorge anche un’altra bellissima chiesa, santa Giustina, che pochi sanno che custodisce le spoglie di san Luca evangelista. E parliamo di un’area che da nord a sud racchiude alcune delle abbazie e corti più belle d’Italia”. L’itinerario religioso - che completa la già ricca offerta culturale, artistica e paesaggistica del padovano - parte dall’abbazia di santa Maria Assunta di Praglia, immersa nel verde dei colli euganei di Teolo, a una decina di chilometri da Abano Terme. E’ un complesso benedettino fondato nel XI secolo e ricostruito nel XV in stile rinascimentale, famoso per la biblioteca e il laboratorio di restauro dei libri antichi e dei codici miniati. La sua struttura, celebrata anche da Fogazzaro nel suo Piccolo Mondo Antico, si articola in quattro chiostri quadrangolari ai quali si affiancano il refettorio monumentale, quello ordinario, la basilica e la prestigiosa biblioteca antica, dichiarata monumento nazionale italiano, costruita in seguito alla riedificazione del monastero.
La biblioteca ha un patrimonio librario di circa centomila volumi con moltissime opere rare, restaurate nel laboratorio dell’abbazia dagli stessi monaci che qui vivono secondo l’antica regola dei Benedettini, ora et labora. Da qui una breve deviazione conduce alla vicina località di Torreglia, dove sorge l’eremo del Monte Rua, oasi camaldolese e luogo di meditazione e preghiera risalente al XIV secolo, soggetto a una rigida clausura: i visitatori, infatti, possono accedere solo alla piccola chiesa. Dal parco regionale dei Colli Euganei, tra vigneti, casolari e stazioni termali, ci si sposta verso est in direzione Padova, la città della basilica di Sant’Antonio, luogo di pellegrinaggio di milioni di fedeli e pellegrini da tutto il mondo, e di santa Giustina, complesso benedettino che si affaccia come la più celebre basilica sulla grandiosa piazza settecentesca di Prato della Valle. L’imponente chiesa di santa Giustina, riconoscibile per le tante cupole, è costituita da tre chiostri e una basilica al cui interno sono ospitate opere d’arte di grande pregio tra cui la pala di Paolo Veronese raffigurante il martirio di santa Giustina.
La città veneta regala numerose altre testimonianze religiose, come il santuario di san Leopoldo Mandic, custode delle spoglie e della cella del santo cappuccino di origine dalmata, e il santuario dell’Arcella, dove morì sant’Antonio. Prima di lasciare la città per tornare sul percorso religioso, merita senz’altro una visita la centrale e ampia piazza del Duomo che ospita la cattedrale, capolavoro del Trecento, e l’adiacente battistero con i preziosi affreschi di Giusto de’ Menabuoi. Lasciata Padova, e percorrendo la strada che porta a sud, verso Mantova, si giunge alla città fortificata di Monselice, abbarbicata su un colle e circondata da mura volute dagli Estensi. Il suo centro storico è ricco di palazzi gentilizi, piccole case medievali e cappelle ed è dominata da un antico castello; da qui parte la Via delle sette Chiese, un suggestivo itinerario votivo che permette di visitare sei cappelle che la famiglia Duodo fece costruire tra il 1605 e il 1615 per accedere alla propria villa. Ognuna è intitolata a una basilica romana e, grazie alla concessione di papa Paolo V, i pellegrini che percorrono questo tratto di strada ottengono l’indulgenza plenaria. Viaggiando lungo la strada che da Padova arriva a Chioggia, si raggiunge Correzzola dove si trova la Corte benedettina, simbolo della cultura monastica e del sistema agrario benedettino, immerso nei boschi e vicino all’ansa di un grande fiume navigabile. Il fondo dove sorge la Corte venne acquistato dai monaci di santa Giustina di Padova nel 1129, che cedettero piccoli appezzamenti a famiglie di coloni per incrementare le attività agricole. La Corte divenne il centro direzionale benedettino: l’ala più a ovest era adibita a foresteria e residenza dei monaci, mentre il lato sud ospitava granai e fienili; all’interno c’erano pozzi, depositi e un locale per la tessitura mentre tra orti e giardini sorgeva una grande e attiva scuderia.
Nei secoli il complesso monastico subì trasformazioni e ampliamenti, ma anche lunghi periodi di incuria e di degrado; fu soltanto verso la metà del XVIII secolo che si riprese a bonificare il territorio e a migliorare gli edifici, la cui proprietà passava di famiglia in famiglia. Dopo la prima guerra mondiale i possedimenti finirono nelle mani dei cittadini del comune di Correzzola, che oggi ha recuperato le attività agricole del monastero e che organizza visite guidate all’interno della bellissima Corte benedettina. Per maggiori informazioni: www.provincia.pd.it
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