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Andar per musei sulle tracce delle donne


Un itinerario tra siti e musei in Sardegna, alla scoperta delle principali testimonianze dello status femminile, dalla preistoria all'epoca punica e romana. Lo ha ideato l'archeologo Nicola Dessì, 35 anni, di Perdaxius, nel Sulcis. Prima tappa il Museo Archeologico Nazionale di Cagliari, dove è esposto il maggior numero di rappresentazioni femminili. "Tra queste la più antica finora rinvenuta in Sardegna, la sua datazione dovrebbe essere risalente al Paleolitico", spiega Dessì. Si prosegue al Museo Archeologico di Carbonia, nel Sulcis, dove si può ammirare una spettacolare statuina in argilla risalente al V millennio a.C. e proveniente da una tomba neolitica visitabile dentro la città.
    Sempre nello stesso museo sono esposte alcune delle mille raffigurazioni di Demetra rinvenute nel tempio a lei dedicato nel Comune di Narcao, in località Terraseo. "Questo tempio - sottolinea l'archeologo - venne realizzato nel V secolo a.C. e voleva rendere onore alla più importante divinità dei sardi, colei che incarnava in tutto e per tutto le antiche virtù vitali della Grande Madre". L'itinerario prosegue al Museo Archeologico di Cabras, in provincia di Oristano, che annovera numerosi idoletti neolitici della Dea Madre. "Da qui ci si sposta nell'entroterra, al Museo Archeologico di Teti, in Barbagia, dove è esposta una statuina in pietra rossa di una donna che porta le mani al ventre, indicando la vita che porta nel suo grembo", ci guida ancora Dessì. Il viaggio si conclude a Perfugas, in provincia di Sassari, al Museo Archeologico. "In una vetrina - suggerisce l'esperto - si potrà esprimere la propria meraviglia nell'ammirare una statuina di pietra di una donna raffigurata nell'atto magico dell'allattamento".
ansa

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