Giubileo degli Operatori del Turismo

20 Febbraio 2016

Il Cardinale Agostino Vallini, Vicario del Papa, ha voluto pensare anche a tutti gli Operatori del Turismo impegnati nell'accoglienza dei pellegrini a Roma, nel Lazio e nelle regioni del centro Italia, affinchè possano vivere personalmente l'esperienza del pellegrinaggio giubilare ed il passaggio alla Porta Santa. L'Opera Romana Pellegrinaggi è incaricata di organizzare il Giubileo degli Operatori del Turismo nell'Arcibasilica Papale di San Giovanni in Laterano, sabato 20 febbraio 2016.

Programma
Ore 8.30 Accreditamento partecipanti presso la Pontificia Università Lateranense
Ore 9.00 Inizio lavori in Aula Magna presso la Pontificia Università Lateranense
Ore 10.15 Pellegrinaggio dalla Pontificia Università Lateranense all'Arcibasilica Papale di San Giovanni in Laterano
Ore 11.00 Passaggio della Porta Santa
Ore 11.30 Santa Messa presieduta da S.Em. Cardinale Agostino Vallini, Vicario del Papa
FONTE: Opera Romana Pellegrinaggi

Idee Pellegrinaggi, sui passi del Maestro

All’interno di quasi tutte le chiese cattoliche ci sono le stazioni della Via Crucis appese ai muri. Spostandoci da una stazione all’altra, accompagniamo Gesù nel suo rapido cammino dal palazzo di Ponzio Pilato a Gerusalemme, dove era stato condannato a morte, fino alla croce e poi al sepolcro. Questo breve e tortuoso itinerario si svolse duemila anni fa in una calda e polverosa città del Medio Oriente. Che senso ha, oggi, ripercorrerlo in una chiesa dell’Alaska o di Città del Capo? Qual è la sua ragione d’essere? Questa antica devozione è il frutto di due tradizioni che si trovano in un rapporto di feconda tensione reciproca. 

Da una parte, Dio è ovunque; non è necessario andare in qualche luogo speciale per incontrare il divino. Dio si trova ugualmente a Johannesburg come a Giakarta o a Gerusalemme. D’altra parte, Dio si è incarnato in un unico essere umano, che visse in una remota provincia dell’Impero romano (divenuta per noi, quindi, la Terra Santa). L’attrito fra due tradizioni in contrasto sprigiona intuizioni interessanti! I cristiani del I secolo credevano fortemente nell’onnipresenza di Dio. Non abbiamo bisogno di luoghi sacri per essere in contatto con Dio. Gesù disse alla Samaritana presso il pozzo: «Credimi, donna, viene l’ora in cui né su questo monte né a Gerusalemme adorerete il Padre» (Gv 4,21). 

Stefano, il primo martire, viene arrestato perché «non fa che parlare contro questo luogo santo» (At 6,13), il tempio. L’espansione del cristianesimo tutto intorno al Mediterraneo e la distruzione del tempio nel 70 d.C. rappresentarono la conferma del fatto che la nuova fede non aveva legami con alcun luogo sacro. Si può essere cristiani dappertutto. La globalizzazione è presente nel Dna del cristianesimo fin dalle origini. 

Nel IV secolo, Gregorio di Nissa dichiarava che un cambiamento di luogo non porta più vicino a Dio, «ma là dove sei, Dio ti verrà incontro». Martin Lutero disprezzava i cristiani che veneravano i luoghi santi: «E riguardo alla tomba dove il Signore giacque, e che ora è posseduta dai saraceni, Dio la stima quanto un pascolo per le vacche in Svizzera». Fin dall’inizio, tuttavia, questa tradizione si trovò in tensione con un’altra che rispondeva all’universale desiderio religioso di compiere pellegrinaggi. Il cristianesimo continuò ad alimentare l’amore ebraico per Gerusalemme e per il tempio. «Il Signore ama le porte di Sion più di tutte le dimore di Giacobbe» (Sal 87,2). Qualcuno sostiene che la narrazione della Passione nel Vangelo secondo Marco si basa sulla versione più antica della Via Crucis, quando i pellegrini a Gerusalemme seguivano il percorso delle ultime ore di Gesù (cfr. Rowan Williams, Meeting God in Mark). L’angelo dice alle donne: «Ecco il luogo dove l’avevano posto» (Mc 16,6). Fin dall’inizio la gente andava letteralmente a vedere. Il culto dei martiri trovava espressione nei pellegrinaggi alle loro tombe. 

A partire dal IV secolo, la Terra Santa divenne la meta archetipa di schiere di pellegrini. La madre di Costantino, Elena, dichiarò di avervi trovato la vera croce e il vero sepolcro di Gesù. I pellegrini andavano a contemplare i luoghi in cui Gesù aveva vissuto ed era morto. San Girolamo scriveva alla discepola santa Marcella che ogni volta che entriamo nel sepolcro, vedia- mo il Salvatore che giace avvolto nel lenzuolo. Se ci fermiamo per un momento, possiamo ancora vedere l’angelo seduto ai suoi piedi e il telo ripiegato vicino alla sua testa. Molti cristiani dell’Europa occidentale, però, non potevano recarsi fino a Gerusalemme. 

Era un viaggio troppo lungo, costoso ed estremamente pericoloso, specialmente in tempi di conflitto tra cristianesimo e islam. La Via Crucis si sviluppò, di conseguenza, come un mezzo per compiere quel pellegrinaggio restando a casa propria. Bastava andare nella chiesa più vicina. Si trattava di una brillante conciliazione tra due convinzioni in tensione tra loro, ciascuna delle quali coglie una verità della nostra fede: Dio è dappertutto, e – meraviglia! – ha condiviso le nostre vite in un luogo e in un tempo particolari. Dovunque nel mondo, da Chicago a Tokyo, puoi camminare con Gesù, puoi vederlo mentre abbraccia sua madre e incontra le figlie di Gerusalemme, muore sulla croce e viene deposto nel sepolcro. È una bella espressione del contenuto centrale della nostra fede che Gesù ha abbracciato i drammi di ogni vita umana, le nostre vittorie e sconfitte, le nostre gioie e sofferenze. 

Ripercorrendo la Via Crucis ricordiamo che il Signore è con noi, specialmente quando ci sembra di esserci impantanati, di avere smarrito la strada, di non riuscire più ad andare avanti. Egli cammina con noi, inciampa con noi quando cadiamo e ci aiuta a rimetterci in piedi. Tutto comincia con la sua condanna a morte. È allora che Gesù entra nella Passione. Non è quando comincia a soffrire: questo era già cominciato molto tempo prima. Passione letteralmente significa che Gesù subisce delle azioni che vengono compiute su di lui. È trattato come un oggetto. Viene condannato e caricato della croce. È sopraffatto dallo sfinimento. 

Viene inchiodato, trafitto, ucciso e sepolto. È con noi ogni volta che avvertiamo che la nostra vita non è nelle nostre mani, quando ci sentiamo spinti di qua e di là, umi-liati, tormentati e strumentalizzati, e nell’incapacità di reagire veniamo condotti alla morte. Ciascuna stazione ricorda un momento in cui Gesù si è fermato. Stazione significa semplicemente luogo di sosta, come quello dei treni che si fermano alle stazioni ferroviarie. Gesù si ferma a parlare con le persone che piangono per lui; si ferma quando cade a terra sfinito, incapace di andare avanti; si ferma sul Golgota, che è il punto finale del suo cammino. 

Gesù ci è vicino quando anche noi ci fermiamo e ci chiediamo se è ancora possibile vivere. Forse ci ha bloccati una malattia, un fallimento, un dolore, la disperazione. Ma Gesù va avanti, compiendo lentamente la sua strada verso la croce e la risurrezione, e ci porta con sé nella speranza. Mettiamoci in cammino.

2016 ogni mese un viaggio, dal Chianti alle Hawaii


Gennaio
Quest’anno la storica e affascinante regione vitivinicola del Chianti Classico, tra Siena e Firenze, compie 300 anni: è l’occasione giusta per passeggiare tra le cantine più prestigiose che festeggiano l’anniversario con eventi, mostre e appuntamenti unici e per scoprire i tantissimi borghi medievali e le abbazie che spuntano tra le pieghe di ogni collina. Anche il celebre giornale statunitense The Guardian consiglia di visitare questa piccola zona della Toscana, che affascina per la bellezza del paesaggio e per la bontà dei prodotti enogastronomici - in particolare vino e olio - di ogni singola azienda. Il Chianti Classico sorge all’interno di una zona geografica, familiarmente chiamata Chiantishire per la grande presenza di produttori inglesi trapiantati in Toscana, e ricopre 70mila ettari di territorio che toccano alcuni comuni come Castellina, Gaiole, Greve e Radda in Chianti e ospitano 600 produttori associati nel celebre consorzio del Gallo Nero. Per festeggiare i tre secoli di storia, che l’hanno resa famosa in tutto il mondo, anche l’atteso Giro d’Italia affronterà a maggio la sua nona tappa ciclistica lungo i 40 chilometri di strada che separano Radda da Greve in Chianti.
Febbraio 
Il 23 febbraio nella Sala del Centenario – Hala Stulecia - di Breslavia si terrà l’atteso concerto di Ennio Morricone, organizzato per festeggiare la nomina della città polacca a Capitale europea della cultura di quest’anno, assieme alla spagnola San Sebastián. Oltre al concerto del pluripremiato compositore e direttore d’orchestra italiano e a quello di David Gilmour il 25 giugno nella piazza del Mercato, sono previsti fino alla fine dell’anno tanti altri eventi di grande richiamo: mostre, convegni, spettacoli, festival di teatro e di cinema. Nel complesso si svolgeranno più di mille eventi e 400 proiezioni di filmati mentre la città si trasforma in un museo a cielo aperto con installazioni e opere di artisti emergenti. E’ un’ottima occasione per conoscere da vicino la città di Breslavia (Wroclaw in polacco), a sud ovest della Polonia, famosa per la sua vitalità artistica e per le bellezze architettoniche dei suoi palazzi storici, dei suoi 112 ponti, dell’Università e delle tante chiese lungo la celebre strada dell’ambra. Meritano una visita l’imponente piazza del Mercato, cuore della città, dove si affacciano bellissimi edifici barocchi e rinascimentali; il Municipio, una delle costruzioni medievali più belle d’Europa; Ostrow Tumski sul fiume Oder, la parte più antica della città; la cattedrale di san Giovanni Battista e l’antichissima chiesa di sant’Egidio.
Marzo
Nella magica atmosfera nordica della Groenlandia, l’isola più grande del mondo, si svolgono dal 6 al 12 marzo i Giochi invernali artici: 2mila atleti provenienti da nove paesi, tra cui Canada, Alaska, Lapponia, la repubblica autonoma russa della Jugra e altri piccoli stati del Polo Nord si daranno appuntamento nella capitale Nuuk e si sfideranno in discipline tradizionali che vanno dalla corsa con le racchette da neve al lancio del giavellotto e allo sci. Fanno parte dei Giochi artici anche altri sport eschimesi come il pole-pushing, una specie di tiro alla fune al contrario con un tronco d’albero, e giochi stravaganti che consistono nel colpire al volo una palla di legno con il piede libero mentre ci si tiene l’altro con le mani. Oltre ai Giochi invernali è previsto anche un grande festival con danze, musica e cibo tradizionale. E’ l’occasione migliore per visitare questa meravigliosa e affascinante terra artica, più di due milioni di chilometri quadrati di ghiacci che ricoprono quasi interamente questa terra selvaggia, a volte ostile ma unica al mondo che sorge tra l’Islanda e il Canada, nella parte settentrionale dell’oceano Atlantico. I pochi abitanti dell’isola, gli inuit, vivono in case di legno coloratissime nei rari villaggi, sparsi nella parte occidentale dell’isola, la più visitabile, con fiordi e, d’estate, praterie verdi. Le due città più accoglienti sono Ilulissat, famosa per gli iceberg, e la capitale Nuuk, nella Groenlandia centro-meridionale. Tra le esperienze da programmare ci sono l’avvistamento delle balene, degli immensi iceberg che si muovono lungo i fiordi, dell’aurora boreale e del sole a mezzanotte.
Aprile 
Rinomata per la sua gastronomia e per la presenza di ristoranti stellati (tre con 3 stelle Michelin), la città basca di San Sebastián offre fine alla fine dell’anno una miriade di appuntamenti artistici, mostre, laboratori, concerti e festival di danza, cinema e teatro per omaggiare la sua nomina a Capitale europea della cultura di quest’anno. Ovunque si è accolti da installazioni artistiche e da illuminazioni speciali che portano il visitatore a scoprire la città, seguendo itinerari originali e inediti. Fedele alle sue tradizioni tutti i ristorante e locali della città offriranno le migliori proposte enogastronomiche della ricca regione spagnola, a partire dai caratteristici e gustosissimi pintxos. Oltre ai templi del buon cibo meritano una visita la basilica di santa María e la piazza con portici della Constitución, dove i balconcini numerati indicano che questa un tempo era l’arena della corrida e dove si trova il Municipio, gioiello Belle Èpoque. E, ancora, la chiesa gotica di san Vincente, il luogo di culto più antico della città, il museo di san Telmo, antico convento domenicano con un bellissimo chiostro, e la baia della Concha, che offre una spettacolare spiaggia a mezzaluna, lunga un chilometro e mezzo, e la possibilità di fare passeggiate romantiche su una delle spiagge urbane più visitate e ammirate del’Europa.
Maggio
Aahrus, la seconda città della Danimarca dopo la capitale Copenaghen, ha ricevuto molti riconoscimenti gastronomici, entrando di diritto nell’élite della cucina nordica: l’arrivo di chef innovativi e l’apertura di nuovi ristoranti stanno trasformando la cittadina dello Jutland in un polo gastronomico di grande rilievo con festival, appuntamenti e incontri in attesa di diventare il prossimo anno Capitale europea della cultura. Protagonisti sono lo chef Wassim Hallal e il suo ristorante Frederikshøj, che con Gastromé e Substans sono gli unici tre locali ad aver ricevuto una stella Michelin al di fuori di Copenaghen. Altre aperture annunciate sono il ristorante Domestic con piatti preparati solo con prodotti dello Jutland e la birreria Mikkeller. Per il cibo, per il bellissimo e caratteristico porto e per l’accoglienza della gente è un piacere visitare la città e la sua regione, piena di luci e di colori.
Giugno
Dal 10 giugno al 10 luglio in Francia si svolgeranno i campionati europei di calcio: molte città accoglieranno tifosi, sportivi e semplici curiosi che approfitteranno degli eventi sportivi per visitare le bellezze artistiche e architettoniche delle singole città - dalla capitale Parigi a Lille, da Lione a Marsiglia, da Lens a Bordeaux, da Tolosa a Nizza e a Saint-Etienne - e godere delle loro prelibatezze gastronomiche. La squadra degli azzurri esordirà il 13 giugno nello stadio di Lione proseguirà il 17 in quello di Tolosa e il 22 giugno a Lille. Lione e Tolosa sono nel centro sud della Francia, mentre la città di Lille si trova a nord di Parigi, ma per l’occasione sono previsti numerosi pacchetti turistici per i tifosi e gli accompagnatori che viaggeranno in aereo o con il TGV e che potranno comodamente seguire la squadra e visitare ogni città. E’ un’ottima opportunità per unire l’interesse per lo sport e il desiderio di scoprire le magnifiche città francesi, sedi della manifestazione Euro 2016.
Luglio
E’ in questo mese che uscirà nelle sale cinematografiche italiane I cavalieri della tavola rotonda, diretto da Guy Ritchie; il film è stato girato in gran parte nella Snowdonia, zona verde del Galles settentrionale, da scoprire per le sue attrazioni naturali e per la bellezza dei suoi paesaggi. In occasione dell’uscita del film sono stati creati tour tematici per visitare i luoghi dove è stata girata la pellicola: si scopriranno così il labirinto di re Artù a Corris, le fortezze di re Edoardo I a Harlech e Caernarfon e tutte le altre magiche atmosfere delle terre dei cavalieri. Il territorio di Snowdonia è interamente protetto come parco nazionale e offre tante attrazioni naturalistiche, come la zipline più lunga d’Europa e il trampolino sotterraneo nelle caverne di Llechwedd, ma anche un’infinità di laghi, 59 chilometri di costa e spiagge immacolate, brughiere, paludi e 90 montagne, tra cui Snowdon, la cima più alta d'Inghilterra con i suoi 1.085 metri d’altezza. Un trenino percorre la linea della Snowdon Mountain Railway che raggiunge la sommità. L’intera area è ricca di storia e di cultura e sono numerosi i luoghi da visitare: le tombe risalenti all’Età della Pietra, i forti romani, i resti di chiese medievali e i castelli fatti costruire da re Edoardo. Tra questi meritano una visita lo splendido castello di Harlech, situato sulla sommità di uno sperone roccioso, e il castello di Caernarfon, una delle più eleganti strutture medievali del mondo.
Agosto 
Dal 5 al 21 agosto si terranno a Rio de Janeiro i Giochi della XXXI Olimpiade: la città brasiliana si trasformerà nel tempio dello sport e accoglierà tantissimi visitatori che approfitteranno del grande evento per recarsi nei luoghi simbolo di Rio. Si potranno ammirare la mitica spiaggia di Copacabana, lo stadio Maracanà, il Cristo Redentore che domina dal Corcovado e il Pan di Zucchero. I luoghi più frequentati saranno, comunque, le spiagge che circondano Rio: gli abitanti evitano le più famose, quelle frequentate dai turisti, e si recano nei lidi più defilati come Barra da Tijuca, che si estende per 18 chilometri nella parte occidentale della città, da dove si estende la foresta di Tijunca, una vera giungla tropicale e la più grande all’interno di un’area urbana, con sentieri dove fare jogging e itinerari dove correre a piedi o in bicicletta. Ci sono anche Praia do Pontal de Sernambetiba e Prainha, le più amate dai surfisti; Praia do Pepe, frequentata dai giovani e dalle celebrities, e la tranquilla e dorata Praia Grumari, valida alternativa alle caotiche spiagge del centro. I Giochi olimpici sono solo un pretesto per immergersi nell’atmosfera calda e sorprendente di Rio ma anche per scoprire angoli paradisiaci come la più lontana Costa Verde, ricca di spiagge deserte, isolotti tranquilli, cascate e sentieri emozionanti nella giungla. Qui meritano una visita la tranquilla cittadina coloniale di Paraty e quella di Vila do Abraão.
Settembre 
I giornali inglesi e quelli statunitensi indicano tra le destinazioni da non mancare nel 2016 la regione italiana delle Marche perché la considerano una valida e sorprendente alternativa alla Toscana. Niente di nuovo per noi italiani, che ben conosciamo la bellezza della sua costa e delle sue città d’arte, dei borghi arroccati all’interno su colline generose di vigneti e delle straordinarie attività artigianali e gastronomiche che hanno reso le Marche una terra famosa in tutto il mondo. Il consiglio degli inglesi è uno stimolo in più per scoprire meglio il Cònero, con le sue spiagge bianche come quelle dei Caraibi; i mille sentieri che si addentrano nei magici monti Sibillini; i gioielli artistici di Urbino; i vigneti sopra Ascoli Piceno; la bellezza della piazza di Senigallia e i numerosi castelli dell’entroterra. Ecco perché è fortemente consigliabile organizzare un tour, in auto, in moto o in bicicletta, nella regione marchigiana, che offre davvero tanti paesaggi, uno diverso dall’altro, e tanti spunti di viaggio.
Ottobre 
La prestigiosa guida Lonely Planet considera la baia di Kotor in Montenegro uno dei luoghi da visitare quest’anno. E’ considerato l’unico e impressionante fiordo del Mediterraneo, che si addentra tra montagne impervie, gole pietrose, calette azzurre, insenature e castelli che dominano dall’alto fino alla città fortificata di Kotor. E’ una destinazione poco conosciuta ma merita un viaggio per la sua sorprendente bellezza naturale e per le tante testimonianze storiche che racchiude. Il modo migliore per visitare le bocche di Cattaro - ma il nome montenegrino è più affascinante - è sul battello che naviga lungo tutta la baia e nel fiordo. Kotor, protetta dall’Unesco, merita una visita più approfondita con le sue stradine che si inerpicano tra piazze e terrazze dove fermarsi a godere lo spettacolo della natura che domina ogni cosa, in particolare l’immensa baia, il porto naturale più grande del Mediterraneo. La cittadina fortificata, protetta da una cinta muraria, è ricca di chiese e di palazzi storici, tutti da scoprire ed è anche il punto migliore per fare escursioni a piedi nei dintorni.
Novembre 
Quest’anno in Botswana si festeggiano i 50 anni dell’indipendenza: è un buon momento per visitare il Paese, tranquillo e avventuroso allo stesso tempo, anche perché a novembre fa caldo e, con il risveglio della fauna, nei suoi Parchi è possibile compiere safari fotografici davvero indimenticabili. Protagonista assoluta del Botswana è la natura: dal delta del Okavango al deserto del Kalahari e al parco di Chobe c’è davvero l’imbarazzo della scelta. Sorprendente è il delta del Okavango, il secondo più grande del mondo, che ospita la riserva naturale Moremi, savane, lagune, canali e isolette. Quest’immenso territorio africano, al confine con lo Zimbabwe, lo Zambia, la Namibia e il Sudafrica, è da scoprire a bordo di una jeep tra le radure e in piroga lungo il fiume, accompagnati da centinaia di migliaia di animali, i veri padroni di casa. Qui si possono scorgere giganteschi branchi di elefanti, coccodrilli, ippopotami, bufali, leoni nuotatori, antilopi, rinoceronti, leopardi, giraffe e i temuti black mamba, i serpenti velenosi che uccidono in 15 minuti. Gli animali in Botswana vivono in totale libertà e sono protetti da leggi molto severe: la popolazione sa bene che la difesa del territorio e della fauna, mecca di documentaristi, fotografi, ricercatori e naturalisti, è l’unica vera risorsa per il futuro e, grazie alle loro severe norme, è diventata una nazione modello nella tutela degli animali. Sono rigorosamente vietate la caccia e la costruzione di staccionate e protezioni elettriche e le uniche strutture ricettive presenti nel territorio sono lodge a basso impatto ambientale e campi tendati.
Dicembre
Il parco nazionale di Haleakala nelle Hawaii festeggia un secolo di vita: è solo uno dei motivi per recarsi nelle lontane isole del Pacifico e godere della loro bellezza e dell’accoglienza della popolazione locale. C’è anche una celebrazione meno festosa ma comunque che ricorda un importante evento storico: i 75 anni dell’attacco a Pearl Harbour. Per l’occasione sono stati organizzati convegni, mostre, filmati e manifestazioni di piazza. Chi, invece, preferisce eventi più gaudenti può seguire il movimento gastronomico Hawaii Regional Cuisine, nato negli anni Novanta che unisce i sapori e gli ingredienti etnici delle isole a quelli gourmet più tradizionali. Le spiagge tropicali, l’oceano e i vulcani delle Hawaii, tuttavia, restano i veri protagonisti delle otto isole d’origine vulcanica: Niihau, Kauai, Oahu con la capitale Honolulu, Molokai, Lanai, Kahoolawe, Maui e la Grande Isola.
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A Carnevale ogni dolce vale, viaggi solo per golosi

A Carnevale tutto è ammesso, anche in cucina: ovunque, da Nord a Sud, ci si sbizzarrisce con ricette della tradizione regionale che valorizza i dolci, quasi tutti fritti o, tutt’al più, cotti al forno. Per accompagnare le sfilate e le feste in maschera, sempre tese all’eccesso, si preparano piatti stracolmi di zucchero, liquore, creme e cioccolato, quasi a voler fare il pieno prima della sobria Quaresima. E’ proprio questo uno dei motivi che da sempre invoglia ogni città e ogni regione d’Italia a omaggiare la festa del Carnevale con tante ricette dolciarie - chiacchiere, frappe, castagnole, bugie, zeppole – che spesso hanno ingredienti e preparazioni simili ma nomi diversi.
E’ il caso della frappa romana, marchigiana e abruzzese, sottile sfoglia friabile di farina, burro, vino o liquore a forma di nastro o rettangolo o rombo dentellato, fritta nello strutto e spolverata da zucchero a velo, che in Toscana si chiama cencio, in Romagna fiocchetto, a Venezia galano, in Liguria e in Piemonte bugia e chiacchiera in Lombardia, Sicilia e Umbria. Stessa ricetta ma con l’aggiunta di lievito di birra, frutta secca e candita per le friole veneziane e per i crostoli del Veneto e del Friuli Venezia Giulia. Con la pasta dei bignè si preparano le frittelle, a cui si aggiungono, a seconda della tradizione locale, uvette, crema pasticcera, miele o liquore; in molte regioni del Centro si chiamano castagnole, in Toscana bomboloni, in Campania struffoli e tortelli in Lombardia.
Ecco, dunque, un tour gastronomico alla scoperta delle più famose e tradizionali ricette carnevalesche, regione per regione. 
Nelle Marche si preparano gli scroccafusi, dolce tipico di Macerata a base di alchermes, e i ravioli fritti, sfoglie di vin cotto, acqua e farina farcite con crema pasticcera o di castagne e con cannella.
In Abruzzo, in Molise e in Umbria a Carnevale si cuoce la laboriosa cicerchiata, una piramide di palline di pasta frolla fritte, rotolate nel miele e guarnite con granella di zucchero colorato.
In Toscana, invece, oltre ai bomboloni fritti ripieni di crema o di cioccolato e ai cenci, è imperdibile il berlingozzo, un ciambellone che si consuma dal Quattrocento ogni giovedì grasso. Anche in Basilicata il dolce più caratteristico è rotondo: è il tarallo al naspro, a base di anice e glassa di limone.
In Calabria, invece, si prepara la pignolata, dolce a forma di piramide con piccoli bastoncini di pasta fritta ricoperti di miele, molto simile alla cicerchiata. In Campania ci sono le ciambelle graffe, con pasta lievitata, cotta al forno e poi fritta, e gli struffoli, piccole palline di pasta dolce, fritte, poi immerse nel miele e decorate con confettini colorati. Ci sono anche il migliaccio, una specie di farinata a base di uva passa, pinoli e canditi a pezzetti, e nel napoletano, tra i piatti salati, le tradizionali lasagne, a base di salsiccia e pancetta.
Sono tutti fritti i dolci dell’Emilia Romagna: le classiche frappe, le ravioline ripiene – simili alle castagnole o ai tortelli - e le tagliatelle, rettangoli di pasta arrotolati e spolverizzati di zucchero a velo.
I crostoli sono frappe tipiche del Veneto (friole a Venezia) e del Friuli Venezia Giulia, mentre nel Trentino si preparano i chifelini, gustosi nastrini a forma di mezza luna ripieni di marmellata. La ricetta è interessante anche da un punto di vista storico: il nome deriva da gipfel, la punta della mezza luna simbolo dell’esercito turco, e pare sia stato inventato da un panettiere viennese che, durante l’assedio ottomano di Vienna, alla fine del Seicento, volle confortare i suoi concittadini con un dolce molto invitante e profumato. Se nel Lazio, oltre a preparare le frappe, si riempiono le castagnole di crema pasticcera, in Liguria gli stessi dolci – le bugie – si cucinano con la farina di castagne, schiacciati come delle piccole frittelle.
In Lombardia a Carnevale si preparano, oltre alle classiche chiacchiere, i tortelli ripieni, che in Piemonte e in Val d’Aosta si chiamano friciò, con l’uvetta, e bignole, con il cioccolato. Nelle due isole maggiori i dolci di Carnevale riflettono le tradizioni gastronomiche locali: in Sicilia non mancano mai i cannoli, nati proprio in occasione del Carnevale, e la pignoccata di Palermo, dolce a forma di pigna con palline fritte ricoperte di miele, mandorle, arance condite e confettini di zucchero colorato; in Sardegna ci sono le cattas o zippulas, frittelle a forma di spirale con zafferano e arancia. Infine meritano un assaggio i bocconotti della Puglia, piccolo dolce di pasta frolla (da mangiare in un solo boccone) con crema e marmellata di ciliegie, presenti con altri ingredienti anche nelle cucine abruzzese, molisana, salentina e lucana.
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