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Viaggio archeologico in 10 siti di popoli e regni antichi tra scavi, rovine e leggende

Misteriosi templi immersi nella giungla, siti archeologici mozzafiato, tunnel scavati nella roccia e rovine nascoste: raccontano di antichi regni e civiltà che dopo un grandioso sviluppo sono scomparsi, abbandonando e dimenticando villaggi e città, ma le cui testimonianze oggi si possono visitare. L’amore per l’archeologia spesso invita a viaggi avventurosi e suggestivi, che permettono di scoprire luoghi ricchi di storia, di leggende e misteri. Ecco dieci siti, molti dei quali tutelati dall’Unesco, da scoprire in giro per il mondo.
Palenque, Messico 
E’ un paradiso per gli amanti dell’archeologia: immerso nella foresta ai piedi dei monti del Chiapas, nel Messico sudoccidentale, il sito di Palenque esiste da 100 anni prima di Cristo. Divenne, 5 secoli dopo, la culla della civiltà Maya, ricca di leggende e storie curiose; poi, dopo invasioni e razzie, venne definitivamente abbandonato. Oggi è un importante centro archeologico e turistico (mayaruins.com) che regala visite suggestive a un immenso palazzo, a luoghi a forma di piramide - tra cui il magnifico tempio delle iscrizioni - e alle più belle opere di scultura e di bassorilievi che i Maya abbiano mai prodotto. Dal 1987 è tutelato dall’Unesco.

Macchu Picchu, Perù
A pochi chilometri da Cusco, l’antica capitale dell’impero Inca, sorge Machu Picchu, che in lingua quechua significa “montagna vecchia”. E’ la più imponente opera megalitica del Perù, costruita sul ciglio del fiume Urubamba e ritrovata nel 1911 dall’archeologo statunitense Hiram Bingham che stava cercando un El Dorado tra le cime della Cordigliera. Trovò, invece, immersa nella foresta tropicale, la più straordinaria testimonianza della civiltà Inca, fiorita tra il 1200 e il 1550 e cancellata poi dai conquistadores spagnoli. Spogliata e abbandonata, la città di Machu Picchu rimase intatta sotto cumuli di terra e sterpaglia, scampata come per miracolo alla furia devastatrice dei conquistatori, che la usarono come cava di pietra per costruire palazzi e chiese. Oggi il sito, invece, è “invaso” da un esercito di turisti e appassionati di storia e di new age, che dall’alba al tramonto si riversano sulle sue alture; arrivano in pullman, in automobile, con il treno Perú Rail e, i più temerari, a piedi in tre o quattro giorni di cammino tra gli spettacolari villaggi incaici lungo l’Inca Trail. Il sito, che rappresentava il potere religioso e governativo dell’antico popolo, è un santuario e già la natura lo aveva disegnato così anche senza l’intervento degli architetti-sciamani al servizio di Pachacùtec, che nel 1400 progettarono in un luogo ricco di forza spirituale residenze, magazzini, laboratori e dormitori per le Vergini votate a Inti, il supremo dio Sole. Le scalinate e i canali di pietra sono presenti ovunque in tutto il sito archeologico, tutelato dall’Unesco dal 1983.

Angkor, Cambogia
Il potente impero Khmer fiorì nell’attuale Cambogia tra il 900 e il 1400; la capitale era Angkor, città talmente ricca e potente che raggiunse, attorno al 1.200 dopo Cristo, quasi un milione di abitanti, quando all’epoca Parigi e Londra ne contavano appena 100mila. In pochi secoli, però, la città venne abbandonata e dimenticata. Oggi è un luogo ricco di fatiscenti templi di pietra, immersi nella giungla, a 20 minuti a nord di Siem Reap e si visitano liberamente o con dei tour guidati in bicicletta, in autobus, in elicottero o a dorso di elefante.

Shahr-I-Sokhta, Iran
Fu costruita ai margini sudorientali del deserto iraniano tra il 3200 e il 2000 a.C. da una civiltà antica, nata spontaneamente in Mesopotamia, presumibilmente la civiltà Jiroft che viveva di commerci e non conosceva le armi. Shahr-I-Sokhta era nota anche come “città bruciata” per via di tre grandi incendi che la distrussero. I primi scavi, voluti dall’archeologo Maurizio Tosi, iniziarono nel 1967, ma si protrassero a causa di rivoluzioni politiche e temperature torride; nel 2006 furono rinvenuti manufatti antichissimi, legati alla zona e all’antica civiltà. Dal 2014 il sito è entrato a far parte dei beni patrimonio dell’umanità sotto la tutela dell’Unesco.

Petra, Giordania
Un canyon modellato dai venti si snoda per centinaia di metri e conduce ai templi della leggendaria Petra, città scolpita nella roccia rossa. E’ la capitale suggestiva e leggendaria del popolo nomade dei Nabatei e sorge in un luogo ancora carico di bellezza e mistero. La tribù dei Nabatei costruì la città per controllare le rotte commerciali di incenso, mirra e spezie tra Oriente e Occidente; il loro regno, protetto dalle montagne, durò 500 anni, inespugnabile fino alla conquista dei Romani. Poi la città rimase nell’ombra per secoli, finché nel 1812 lo svizzero Johann Ludwig Burckhardt la riscoprì. Da allora è uno dei siti archeologici più visitati al mondo, lo si fa a cavallo o a dorso d’asino fino all’imbocco del Siq, il canyon di arenaria che accede segretamente alla città; poi si prosegue a piedi tra pareti alte fino a 200 metri, fino al “tesoro del faraone”, il celebre monumento dalla facciata scolpita, e al maestoso monastero. Simbolo di Petra, comunque, è l’antica tomba di Aretas III, con figure della divinità e della mitologia, scavata nella roccia.

Cartagine, Tunisia
A nord di Tunisi, verso il mare, sorgono le rovine di Cartagine, la mitica città punica fondata dalla principessa Didone nell’814 a.C. che all’epoca sfidava per grandiosità Roma e che, distrutta, venne ricostruita da Cesare. Poi furono gli arabi a distruggerla completamente; oggi gli scavi, raggiungibili con la metropolitana leggera alla fermata Carthage-Hannibal, sono pochi ma meritano una visita, soprattutto le terme di Antonino, le cisterne, la chiesa Damous el Karita e il suo teatro. Per maggiori informaizoni: www.discovertunisia.com/it

Nevşehir, Turchia
Pinnacoli aguzzi e sottili, gole profonde e caverne misteriose come labirinti; rocce appuntite e altissimi coni che sembrano scolpiti dall’uomo: nel cuore dell’Anatolia turca vento e pioggia hanno creato uno scenario naturale straordinario, frutto delle violente eruzioni dei vulcani Erciyes e Hasandağ, che milioni di anni fa ricoprirono di lava l’antico territorio turco della Cappadocia. Questa terra, luogo d’origine del ricco impero ittita, vide fiorire numerose civiltà, tra cui quelle bizantina e romana, delle quali rimangono numerose testimonianze incise nella roccia. Per scoprirle è necessario attraversare tortuose gallerie che portano a segrete città sotterranee e alle oltre tremila case rupestri affrescate dai bizantini, abitazioni che l’Unesco ha dichiarato patrimonio dell’umanità. Una di queste città è Nevşehirù, capoluogo della regione, dove si rifugiarono monaci ed eremiti durante le prime incursioni musulmane; poi fu abitata dagli armeni nell’Xl secolo e dai greci ortodossi che l’abbandonarono agli inizi degli anni Venti. Meritano una visita la moschea Ürgüp Taşkınpaşa Cami, costruita nel 1726, il castello del XII secolo e il piccolo museo archeologico.

Dunwich, Inghilterra
Sulla costa orientale della Gran Bretagna fioriscono leggende legate alla storia dell’antico centro di Dunwich; la più suggestiva racconta che durante la bassa marea dalle onde si sente ancora il suono delle campane di una chiesa antica. Dunwich era una città ricca con un porto fiorente, capitale di una delle popolazioni più grandi dell’Inghilterra medievale. Ma alla fine del secolo XIII una tempesta la distrusse e l’erosione costiera la cancellò. Oggi nel museo locale (www.dunwichmuseum.org.uk) è esposto un modellino della città nel suo splendore; molti degli edifici originali sono oramai scomparsi e attualmente, accanto alle rovine di un priorato francescano e di un ospizio, si è formato un villaggio costiero che vive prevalentemente di turismo.

Gunung Padang, Indonesia 
Sorge su una collina nel villaggio di Karyamukti a 120 chilometri a sud-est di Giava ed è il più grande sito megalitico dell’Indonesia, costruito in 4 diverse epoche storiche. Scoperto dagli olandesi nel 1914, la struttura piramidale e a terrazze di Gunung Padang nascondeva le tombe di un’antichissima civiltà esistente intorno al 5200 a.C.: se per alcuni archeologi si tratta della piramide più antica del mondo, per altri invece non è corretto parlare di piramidi ma di semplici rilievi di un vulcano. Sicuramente però il sito è suggestivo e merita una visita.

Babilonia, Iraq
Fondata intorno al 2500 avanti Cristo, la città di Babele divenne uno dei centri più importanti della Mesopotamia antica, situata sull’Eufrate a circa 80 chilometri dall’attuale Baghdad, in Iraq. Sotto Hammurabi, il primo re dell’impero, raggiunse fama e ricchezza ma fu con Nabucodonosor II che arrivò all’apice della notorietà, estendendosi anche in Medio Oriente. Ottenne prestigio grazie ai suoi monumenti e alle alte mura, che potrebbero aver ispirato il mito della torre e dei suoi leggendari giardini pensili. La città poi venne distrutta nel secolo VI a.C. dagli Assiri e, 4 secoli dopo, a seguito della morte di Alessandro Magno. Gli scavi per ritrovare lo splendore dell’antica città cominciarono nel XX secolo grazie al tedesco Robert Koldewey e oggi le sue rovine, che ricordano solo in parte la bellezza del biblico passato, sono la meta di avventurosi archeologi che si spingono in un Paese dove è imprudente viaggiare.
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