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Un hashtag di 100.000 anni fa, era una decorazione Scolpito nella roccia in una caverna sudafricana

L’hashtag di 100.000 anni fa scoperto in Sudafrica (fonte:  Christopher Henshilwood e Francesco D'Errico) © Ansa
Le linee rette che si intersecano nella classica forma del cancelletto sono inconfondibili e inequivocabilmente oggi vengono interpretate come un hashtag, ma è davvero difficile capire che cosa significassero per gli uomini che circa 100.000 anni fa le avevano incise nella roccia rossastra di una caverna sudafricana. C'è chi le considera il più antico simbolo mai prodotto nella storia umana, ma molto più probabilmente erano semplici decorazioni, come dimostra la ricerca danese presentata nella conferenza internazionale sull'evoluzione del linguaggio Evolang, appena conclusa in Polonia, a Torun.

A giungere a questa conclusione, si legge sul sito della rivista Science, è stato il lavoro di squadra che ha visto gli archeologi confrontarsi con esperti di scienze cognitive, coordinati da Kristian Tylén, dell'università danese di Aarhus. Insieme i ricercatori hanno esaminato decine di graffiti nelle rocce trovate nel sito sudafricano Blombos, a circa 300 chilometri a Est da Città del Capo. Li hanno poi confrontati con le linee parallele e quelle incrociate in una sorta di scaletta incise sulle conchiglie fra 52.000 e 109.000 anni fa. Era l'epoca in cui l'Homo sapiens esisteva da tempo, ma precedeva molto quella delle prime pitture finora scoperte. 

E' stato un esperimento cognitivo a decidere che gli hashtag d'epoca non erano le più antiche opere d'arte del mondo né i più antichi simboli, ma semplicemente decorazioni piacevoli da guardare. In quanto tali, infatti, i simboli vengono tramandati sia nel tempo sia in popolazioni diverse e in questi passaggi il loro aspetto subisce dei leggeri cambiamenti. Una decorazione resta invece sempre uguale a se stessa. Gli emoji per esempio, hanno osservato i ricercatori, non potranno mai essere dei simboli perché hanno ovunque lo stesso aspetto.

Nell'esperimento è stato chiesto agli studenti di 65 università danesi di esaminare 24 segni, tra quelli incisi sulle rocce e sulle conchiglie, e poi di copiarli dopo averli guardati rapidamente. E' emerso così che i volontari non distinguevano affatto i segni scoperti in una zona da quelli di una zona diversa. Un altro esperimento, più complesso, ha infine dimostrato, ha detto Tylén nella conferenza, che "non abbiamo a che fare con un sistema simbolico perché ogni segno ha un significato diverso".
ansa - 23 Aprile 2018 ore 05.17

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