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Preziosi debutta a Nora con Otello Sold out e applausi tra le rovine dell'antica città

 © ANSA


(ANSA) - NORA, 19 LUG - "Nessuno è immune dal male". E' il concetto centrale di "Otello: dalla parte di Cassio" che ha visto il 18 luglio come protagonista un istrionico e convincente Alessandro Preziosi sul palco di Nora, area archeologica che chiude a sud ovest il golfo di Cagliari. Lo spettacolo ha debuttato in prima nazionale sul palco del teatro di pietra al tramonto, tra le rovine dell'antica città fenicio-punica e poi romana, per "La Notte dei Poeti" del Cedac. Focus sulla figura di quel "Michele Cassio fiorentino, uno che si baratterebbe l'anima per correr dietro ad una bella donna" come insinua Iago, nel poco lusinghiero ritratto di colui che considera suo rivale, preferitogli da Otello come luogotenente.
    Alessandro Preziosi interpreta le parole di Shakespeare, dà voce a Iago, l'"anima nera" della storia, ma anche ad Otello, così "spaventato dall'idea di apparire come un 'negro' nella bianca e cattolica Venezia da costruirsi un'immagine da condottiero, rinnegando le sue origini", come spiega l'attore partenopeo. E soprattutto l'artista presta volto e voce a Cassio, figura chiave dell'emblematico "dramma della gelosia".
    Una vicenda tragica, dal finale già scritto, in cui Cassio è insieme vittima e carnefice, per non aver saputo capire né vedere, e complice dell'assassinio di Desdemona, che non è riuscito a difendere né a proteggere. Il recital, da un progetto di Elena Marazzita per AidaStudio in collaborazione con KhoraTeatro con elaborazione dei testi di Tommaso Mattei, intreccia frammenti dell'"Otello" e citazioni shakespeariane ai pensieri del protagonista di questa inedita rilettura sulle note del pianoforte di Rebecca Woolcock. Michele Cassio alla fine di tutto si ritroverà comandante di Cipro, al posto di Otello, solo con i suoi fantasmi e il suo dolore. Dopo gli applausi, un bis, nel segno della poesia, con la folgorante sintesi di un sonetto che mostra il gioco di specchi tra Iago, Otello e Cassio, così diversi ma in fondo simili, uniti dall'arroganza e da una strana, reciproca gelosia.
   

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