Le nuove chiese e la vitalità delle periferie

Il Duomo e la basilica di San Pietro e Paolo ad Acireale

La città «è un fenomeno affascinante e ambiguo. Può rappresentare la forma più avanzata di civiltà e il luogo più temuto dove abitare perché dispersore di relazioni umane». Mario Abis, sociologo, docente alla Iulm, al Convegno internazionale di liturgia in corso a Bose, dedicato ad Architetture di prossimità, traccia un profilo mobile della città. Termine ampio sia perché sempre più la popolazione mondiale vive in ambito urbano (nel 2030 il 75% degli 11 miliardi di abitanti del pianeta, sarà nativo cittadino) sia perché il concetto si è così esteso da far perdere di senso distinzioni antiche come città e campagna. «Cambiano modelli di rappresentazione sociale durati per secoli. È un territorio fisico che esplode o implode, dentro il quale esiste la complessità sociale». Questa complessità si fonda sulla «relazione fra soggetti, comunità, segmenti urbani, nuove forme di territorio». 

Cambia soprattutto la dinamica, viziata di pregiudizi, centroperiferia. «Questa tensione storica si frantuma in un mondo caratterizzato da nuovi processi di decentramento. È la 'città-mondo' di Augé, una città-infrastruttura inanellata di non-luoghi nei quali si innescano dinamiche che annullano la capacità di generare relazioni ». Ci sono però alcuni fenomeni che suggeriscono letture ulteriori. «Nella società postindustriale assistiamo a uno sviluppo elastico della comunità. I singoli individui esprimono scelte che includono la propria qualità di vita, gusti e bisogni. L’area metropolitana come è oggi concepita - concetto funzionale e non territoriale - si configura come centro di produzione di valore immateriale». Questi nonluoghi, «riempiti di funzioni sociali anche degenerate, ma sempre ricche di significato antropologico e di valore economico, si trasformano in iperluoghi, spazi non condizionati di sperimentazione condivisa». «Occorre avviare uno studio dei luoghi periferici – prosegue Abis – non solo come semplice accezione di territorio generato da un’espansione metropolitana ma come luoghi a sé stanti e complessi, eterogenei dal punto di vista economico, sociale, demografico». 

Il segreto è vedere le periferie come micro-comunità con background specifici in grado di generare domande specifiche da parte della comunità che vi vive. «Esse rappresentano la ri- sposta creativa al problema imperante dell’individualità latente, nascosta dalla forte spinta omologante». La funzione elastica e diversificata del tempo diviene uno dei cardini principali nella costruzione di politiche di inclusione future. «La Chiesa, storicamente, è già attrezzata di strutture di prossimità che lavorano in questo senso, pensiamo agli oratori». Abis porta alcuni esempi in Italia di città e quartieri che sperimentano azioni di governance partecipata e processi legati alla creatività. Uno dei casi più interessanti, secondo il sociologo, è quello di Acireale, città alla “periferia” di Catania. È il parco culturale ecclesiale di Sicilia, Terre dell’Etna dell’Alcantara. Itinerari della Fede. «È un nuovo modello di sviluppo creativo in grado di creare sinergie tra cultura, arte e ambiente attraverso la valorizzazione dei beni culturali di proprietà della Chiesa, all’insegna di un rammendo architettonico che assume la connotazione di intervento amministrativo su più livelli. Il progetto trasforma i territori periferici in nuovi percorsi museali che possano divenire esempi di un rinnovato dialogo tra passato/presente, tradizione e innovazione. Assistiamo alla nascita di un partenariato tra mondo laico e mondo cristiano. Il valore espansivo e la portata di tale esperienza è resa possibile grazie e soprattutto alla credibilità e alla capillarità della Chiesa nel territorio italiano e dai valori sociali che essa ha sempre saputo diffondere anche nelle realtà più marginali». Questo modello rappresenta «il ruolo strategico della Chiesa anche di supplenza rispetto alle politiche urbane pubbliche, nel costruire modelli di sviluppo nel rapporto fra città, periferie, luoghi, individui e comunità».
avvenire

Da Verdi a Woody Allen: il nuovo programma della Scala

Una scena da "Woolf Works"  di Wayne McGregor
Quindici titoli d’opera, di cui nove nuove produzioni, sette balletti, otto concerti sinfonici. E poi recital di canto, concerti straordinari, spettacoli per i bambini e tournée. Da Attila di Giuseppe Verdi a Woody Allen, regista del pucciniano Gianni Schicchi, passando per la presenza sul palco come attore del sovrintendente Alexander Pereira. È la stagione 2018-2019 del Teatro alla Scala che, come ha detto soddisfatto il sindaco di Milano e presidente della fondazione lirica, Giuseppe Sala, «è uno dei pochi teatri in Italia ad avere i conti in ordine». Si parte il 7 dicembre con l’opera di Giuseppe Verdi che, ancora una volta, andrà in diretta su Rai 1. Sul podio il direttore musicale Riccardo Chailly che sul leggio avrà l’edizione critica del 2012 «ma con due sorprese nel terzo atto: la romanza di Foresto O dolore e un piccolo preludio al terzetto, cinque battute scritte da Gioachino Rossini nel 1865 a Parigi per introdurre un’esecuzione privata della pagina. Dicono la grande ammirazione del musicista per Verdi». Protagonista Ildar Abdrazakov. Odabella sarà Saioa Hernández, con la quale Chailly sta già lavorando. «Possiamo pensare a tutti i titoli che vogliamo, ma se non abbiamo i cantanti adatti i progetti non vanno in porto», riflette Chailly. Regia di Davide Livermore. Verdi, ma anche Puccini per Chailly che proseguirà nella riscoperta dei capolavori del compositore toscano. Questa volta – in attesa della Tosca che con Anna Netrebko protagonista e Luca Salsi come Scarpia andrà in scena per il Sant’Ambrogio del 2019 – tocca a Manon Lescaut.«Faremo la versione originale andata in scena nel 1893 al Regio di Torino e poi modificata da Puccini. Specie nel complesso finale del primo atto: settanta battute difficilissime». La regia sarà di David Pountney, protagonisti Maria José Siri e Marcelo Alvarez. Puccini anche per Woody Allen che a luglio del 2019 rimonterà il suo allestimento nato a Los Angeles del Gianni Schicchi con i giovani dell’Accademia che saranno affiancati da Ambrogio Maestri. Verdi sarà affidato alle bacchette di Myung-Whun Chung per La traviata (protagoniste Marina Rebeka e Sonya Yoncheva nell’allestimento di Liliana Cavani), di Michele Mariotti per I masnadieri (spettacolo di David McVicar) e di Nello Santi per Rigoletto con Leo Nucci protagonista accanto ai giovani dell’Accademia. Verdi e Puccini i pilastri sui quali poggiano le stagioni costruite da Chailly e Pereira «per valorizzare il repertorio italiano » tra belcanto (torna la rossiniana Cenerentola con la regia di Ponnelle affidata alla bacchetta di Ottavio Dantone e con Marianne Crebassa protagonista, Michele Gamba sul podio per L’elisir d’amore di Donizetti) e verismo (quest’anno assente, ma per la prossima stagione si annunciano Fedora di Giordano e L’amore dei tre re di Montenmmezzi). «Attenzione poi alla musica contemporanea: dopo Finale di partita di Kurtag il prossimo anno riproporremoQuartet di Luca Francesconi che ha debuttato proprio alla Scala nel 2011», annuncia Pereira, che sarà in scena nei panni di attore nell’Arianna a Nasso di Richard Strauss con Franz Welser-Möst sul podio e Frederic Wake-Walker in regia. «Vestirò i panni del maggiordomo come ho già fatto a Zurigo, Vienna e Londra. Mi diverto e faccio risparmiare un cachet al teatro», sorride il sovrintendente che annuncia anche la prima esecuzione alla Scala di un altro titolo straussiano, la Elena egiziaca, direttore ancora Welser-Möst, regia di Seven-Eric Bechtolf. «Dopo tanto Strauss il prossimo anno tornerà Wagner», promette il sovrintendente che ha affidato a Mario Martone la regia della Chovanšcina di Musorgskij con Valery Gergiev sul podio. Nuovi allestimenti per Idomeneodi Mozart affidato a Matthias Hartmann e per Die tote Stadt di Krongold (opera mai ascoltata alla Scala) con la regia di Graham Vick. Robert Carsen firmerà la regia di Giulio Cesare di Händel, primo titolo della trilogia (gli altri saranno Semele nel 2020 e Ariodante nel 2021) che segna il ritorno alla Scala di Cecilia Bartoli, qui Cleopatra a fianco di tre controtenori Bejun Mehta, Philippe Jaroussky e Christophe Dumaux. Stagione sinfonica che si inaugura con La creazione di Haydn, che vede il debutto del giovane Lorenzo Viotti, e che prosegue nella proposta dell’integrale delle Sinfonie di Mahler. «Arriveremo anche all’Ottava e allaDecima», annuncia Chailly, che porterà poi per la prima volta in Italia (il 14 ottobre) la Lucerne festival orchestra che guida dopo la scomparsa di Claudio Abbado.
La stagione di balletto si apre con la prima volta in Italia dello Schiaccianoci con la coreografia di George Balanchine. Prosegue con un nuovo lavoro di Angelin Preljocaj sulla Winterreise di Schubert, vede il ritorno di Alessandra Ferri con Woolf Works di Wayne McGregor e ripropone grandi classici come La bella addormentata di Nureyev, la Giselle di Coralli e Perrot, l’Onegin di Cranko e il Bolero di Bejart con le étoile di casa Roberto Bolle e Svetlana Zakharova. Molte le proposte per i più piccoli con L’elisir d’amore e i concerti di Invito alla Scala. «In 35 recite portiamo a teatro cinquantamila bambini e con loro centomila genitori che, è capitato spesso, poi tornano per opere e concerti», conclude Pereira.
Avvenire

Dieci mete non convenzionali per l'addio al celibato o nubilato

Cetina © Ansa

C’è chi ama l’avventura, chi un fuoriporta per musei e chi ancora vorrebbe far bisboccia fino all’alba. Poco importa come si decide di dire addio alla vita da single, ciò che conta è conservarne un ricordo speciale che susciti emozioni anche quando si staranno festeggiando le nozze d’argento. Per ispirare chi è in cerca di un viaggio unico e indimenticabile Momondo ha selezionato le attività più alternative e insolite in giro per l’Europa per trasformare un rito di passaggio in un ricordo senza tempo.
Le notti bianche di San Pietroburgo - Per celebrare fino a tardi e avere l'impressione che i festeggiamenti non volgano mai al termine, San Pietroburgo è la destinazione ideale: tra i mesi di maggio e luglio, infatti, si può assistere allo strabiliante spettacolo naturale delle notti bianche, il fenomeno causato dalla latitudine che permette alla città degli zar di rimanere avvolta dalla luce fino a 18 ore, creando un'atmosfera unica e mozzafiato. Sfruttando appieno il roseo chiarore del crepuscolo, una passeggiata per l'incantevole Prospettiva Nevskij e il lungoneva, vividi e animati anche di notte, sarà l'esperienza perfetta per vivere "un attimo di vera beatitudine".

Matrimonio nel gelido nord - Se il sogno del futuro sposo è brandire una spada per difendere le mura del freddo nord, Castle Ward è la destinazione perfetta. Immerse nella fiabesca contea di Down, a circa 30 km da Belfast, si trovano infatti le straordinarie location che hanno dato vita ai luoghi leggendari nati dalla penna e dal genio dell’autore delle cronache del ghiaccio e del fuoco. Ma c’è di più: non solo è possibile addentrarsi nelle proprietà, ma anche lasciarsi coinvolgere in esperienze uniche degne dei protagonisti della saga. Dal tiro con l’arco all’invito a un delizioso banchetto, passando per un’intrepida notte facendo glamping nei boschi fino a calarsi in un’ entusiasmante rappresentazione della saga sugli originali set di ripresa: sarà l’occasione perfetta per indossare i costumi di scena e vestire i panni – in tutti i sensi – dei personaggi dei sette regni. 

A Londra in una sala d’incisione - Se un week-end nella vecchia Londra è il desiderio dello sposino, è necessario ingegnarsi con un’attività unica e divertente che renda il ricordo del viaggio ancora più speciale. A incidere il momento ci pensano gli Abbey Road Studios situati ai piedi della suggestiva Primrose Hill, passati alla storia per aver ospitato il famoso quartetto di Liverpool nella registrazione dei suoi pezzi più rinomati. Oltre a visitare le sale, infatti, c'è la possibilità di incidere la propria personale versione di una canzone del fantastico gruppo: per un’ora e mezza da vera celebrità, si avrà a disposizione un vocal coach, i tecnici e le attrezzature dei leggendari studi dove hanno preso vita le melodie non solo della band inglese, ma anche di altri artisti memorabili. Una volta conclusa la sessione, il brano viene mixato e trasferito su un CD personalizzato, a testimonianza di un indimenticabile momento da star.

Per abbazie e birrifici trappisti in Belgio - Senz'altro alla birra è riservato un posto d’onore tra le prelibatezze tipiche belghe. Non c’è che l’imbarazzo della scelta: Achel, Chimay, Orval, Rochefort, Westvleteren e Westmalle sono sei delle dodici birre trappiste prodotte al mondo secondo precisi criteri da monaci cistercensi e sono tutte brassate in Belgio, la terra sacra per i patiti della bevanda dorata. Non si tratta solo di un’occasione per assaporarne i differenti aromi ma un vero e proprio pellegrinaggio del gusto tra antiche abbazie e birrifici. Oltre a un’entusiasmante immersione nel mondo dei luppoli, tra un sorso e l’altro si rimane estasiati anche con assaggi di squisiti formaggi e prelibato cioccolato, selezionati per esaltare il sapore del nettare degli dei vichinghi. Per gli spostamenti l’ideale è noleggiare un’auto o un pulmino e in base ai giorni a disposizione scegliere la soluzione preferita, che sia concedersi un trappist tour completo oppure recarsi nelle brasserie di una singola regione, tra la Vallonia e quella delle Fiandre. 

A Parigi il cabaret lo fate voi: a scuola di cancan - Da sempre scenario di romanzi e pellicole, Parigi è la città dell’amore per antonomasia. Ma all’ombra della Tour Eiffel sono sorti anche alcuni tra i più celebri cabaret, diventati veri e propri simboli della vita notturna parigina. Tra i locali storici della ville lumière, il Paradis Latin è la tappa imperdibile per infondere al viaggio la vena comica necessaria per trascorrere un fine settimana all’insegna della spensieratezza. Ma sedersi tra il pubblico e intrattenersi con gli spettacoli di qualità è solo una delle esperienze previste dal menù: le più intrepide, infatti, potranno esibirsi sul palco armate di paillettes interpretando la propria personale performance coreografica. Qui, una volta al mese, va di scena la Belle Époque: grazie a un laboratorio di cancan tenuto da abili ballerine professioniste, è possibile organizzare e prenotare un workshop privato per gruppi. Inoltre, calato il sipario su piroette, volteggi e vaporose sottane svolazzanti, si solleveranno invece un prelibato cocktail al bancone del bar e il meritato diploma di cancanneuse. Bonne chance!

In bici lungo il Danubio da Vienna a Bratislava - Un week-end all’insegna del movimento può essere un’idea stimolante e divertente. Gli amanti della bicicletta che non vogliono rinunciare a fragorosi festeggiamenti in alcune delle più splendide capitali europee possono trovare nella pista ciclabile del Danubio il compromesso perfetto! Inserita nella rete EuroVelo 6, parte da Donaueschingen in Germania, dove il fiume ha origine, e si prolunga sino alla foce sul Mar Nero. Il tratto compreso tra Vienna e Bratislava è quello più indicato per alternare a una sana pedalata tappe culturali visitando le città. Il tracciato è pianeggiante, le indicazioni della ciclovia opportunamente segnalate e i ciclisti colti da appetito potranno contare su numerosi punti di ristoro. Il percorso si sviluppa per un’ottantina di km lungo il quale ci si imbatte nel rigoglioso Parco nazionale Donau-Auen. Nessun timore di non riuscire a tenere il passo con il resto del branco, la città austriaca e quella slovacca sono collegate anche per via fluviale: è l’occasione perfetta per concedersi una pausa dalle due ruote o una mini-crociera veleggiando tra le onde dell’affascinante Danubio blu. 

Rafting sul Cetina in Croazia - Se si amano scosse di adrenalina immersi nella natura selvaggia, il rafting è la risposta ideale per un addio al celibato o nubilato alternativo. Nella vastità dei corsi d’acqua che permettono di praticarlo in totale sicurezza, il fiume Cetina nella Croazia meridionale è tra i più indicati: il senso dell’avventura è messo alla prova grazie alla presenza di canyon, grotte, cascate e piscine naturali che lo adornano; è tra i più affascinanti perché navigandolo si ha la possibilità di ammirare un incantevole paesaggio: la partenza è a Spalato, una piccola gemma incastonata sulla costa della Dalmazia. Diversi operatori specializzati organizzano le escursioni sul Cetina e costantemente accompagnati da professionisti, non è necessario essere esperti navigatori: seguendo le indicazioni dello skipper, il divertimento estremo è dietro l’angolo!

Sulle orme di Zeus: trekking sul Monte Olimpo - Ergendosi maestoso per oltre 2.900 metri, il Monte Olimpo è il più alto massiccio della Grecia: situato sul confine che separa Tessaglia e Macedonia, non lontano dall’Egeo, era la mitica dimora di Zeus e delle altre divinità. Una scarpinata lungo i suoi pendii è un’esperienza unica ed entusiasmante ideale per rafforzare il lavoro di squadra: per raggiungere Mitikas, la cima perennemente avvolta dalle nubi, è necessaria un’escursione di circa due giorni. Inoltre, pernottando in un rifugio, oltre a riprendere fiato si avrà l’occasione di conoscere e intrattenersi con altri escursionisti provenienti dai luoghi più disparati del pianeta: conquistare la vetta del monte degli Dei sarà un’impresa ancora più elettrizzante in compagnia di nuovi avventurieri. Il periodo compreso tra maggio e settembre è quello più favorevole per l’impresa: una volta giunti al traguardo, una vista mozzafiato delizierà gli occhi e ripagherà di tutte le fatiche. 

Siviglia, a lezione di flamenco - Assistere a un’autentica esibizione di flamenco è percorrere un viaggio emozionante che tocca le corde più profonde dell’animo umano attraverso le movenze sinuose, l’ipnotico battito di mani, il ticchettio travolgente dei tacchi, il canto melodioso e struggente e infine il suono melanconico della chitarra. Se oltre a ghiottissime tapas e rinfrescanti tintos de verano si vuole lasciarsi trasportare da una delle danze più sensuali al mondo, la spumeggiante Siviglia è la destinazione azzeccata. Non solo la variopinta città andalusa è da tempo immemore sinonimo di quest’arte incredibilmente coinvolgente, ma è anche un’imperdibile meta culturale e un centro brioso ed effervescente per trasformare un sorso di cerveza in un party animato e stravagante prima del grande giorno. Per insegnare ai futuri moglie e marito a conquistare il partner a ritmo di nacchere bisogna iscriverli ai corsi intensivi di Taller Flamenco, nel vivace quartiere della Macarena. Terminate le lezioni di tecnica e coreografia del venerdì pomeriggio e del sabato mattina, uno spettacolo serale travolgerà il cuore degli spettatori ammaliati.

Cena in mongolfiera: a spasso tra le nuvole - Se stare coi piedi per terra non è una prerogativa di chi sta per pronunciare il fatidico “sì”, una passeggiata tra le nuvole in mongolfiera può essere la trovata appropriata per regalare al futuro sposo un’esperienza decisamente fuori dal comune. Ammirare dall’alto il paesaggio offerto dal Bel Paese è possibile da nord a sud dello stivale, ma per un rinfresco di benvenuto e un panorama da togliere il fiato sorvolare sulle colline toscane è d’obbligo. Se all’adrenalina del viaggio nell’etere si vuole invece associare un vero e proprio aperitivo ad alta quota, ci si può lasciar catturare dalle solenni vette innevate della Val d’Aosta. Sospesi a 3.000 metri di altezza si può gustare una deliziosa colazione o una cena in estate, mentre in inverno un ricco brunch o un pranzo allieteranno l’emozione di toccare il cielo con un dito.
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Il mito e l'antico, 'Picasso Metamorfosi' a Milano

Picasso, Nudo sdraiato, 1932 olio su tela, 130x161,7 cm Paris, Musée National Picasso Credit: RMN-Grand Palais (Muséenational Picasso-Paris) /Adrien Didierjean/ dist. Alinari © ANSA

MILANO - Entrare nel laboratorio dei processi creativi dell'autore di 'Guernica' attraverso il suo rapporto con l'antichità: è il viaggio proposto da 'Picasso Metamorfosi', la grande mostra in programma dal 18 ottobre a Palazzo Reale, a Milano. Promossa e prodotta da Comune di Milano - Cultura, Palazzo Reale e MondoMostreSkira, l'esposizione - tappa milanese della grande rassegna europea triennale Picasso-Méditerranée, promossa dal Musée Picasso di Parigi con altre istituzioni internazionali - è curata da Pascale Picard, direttrice dei Musei civici di Avignone. Il progetto presenta circa 200 opere tra lavori di Picasso e opere d'arte antica cui il grande maestro si è ispirato, provenienti dal Musée National Picasso di Parigi e da altre importanti istituzioni europee come il Louvre di Parigi, ma anche i Musei Vaticani e il Museo Archeologico di Napoli.
La mostra "sarà il cuore dell'autunno artistico milanese" dice convinto il sindaco di Milano Giuseppe Sala, ricordando che "quando nel 1953 Picasso scelse Milano e la Sala delle Cariatidi di Palazzo Reale, in parte distrutta dalla guerra, per mostrare al mondo Guernica, simbolo della sua straordinaria capacità espressiva, tra il suo genio e la nostra città nacque un legame unico e reso evidente, ad ogni ritorno delle sue opere, da una appassionata partecipazione di pubblico. E' stato così nel 2001 con 450.000 visitatori e nel 2012 con più di mezzo milione".
Dopo l'antologica del settembre 2001 e la rassegna monografica del 2012, con Picasso Metamorfosi sarà l'antichità nelle sue diverse forme a declinarsi nelle mitologie reinventate da Picasso e presentate nelle sei sezioni della mostra con le opere del grande artista accostate a quelle di arte antica - ceramiche, vasi, statue, placche votive, rilievi, idoli, stele - che lo hanno ispirato e profondamente influenzato. Si parte dalla mitologia del bacio, con Il bacio di Rodin e Paolo e Francesca di Ingres a far da contrappunto alle opere sul tema firmate da Picasso. Varie le versioni de Il bacio presenti in mostra, diverse una dall'altra e connotate da una evidente tensione erotica che Picasso declinerà per tutta la sua carriera, dal 1899 sino al 1970.
Si passa poi al repertorio mitologico e alla scoperta dell'antico grazie alle visite al Louvre e a un viaggio in Italia, scoprendo che un'opera come la fonte (1921), si ispira a una personificazione del Nilo conservata al Campidoglio a Roma ma anche a un dipinto di Ingres. Le figure dei bassorilievi greci custoditi al Louvre sono di ispirazione per il dipinto Donna seduta (1920), come per il tardivo Nudo seduto in poltrona (1963), il bronzo Uomo stante (1942), la statua L'uomo col Montone (1943). Dall'antico si passa al mito con le Metamorfosi di Ovidio, di cui Picasso illustra nel 1931 una celebre edizione pubblicata da Albert Skira e di cui Skira, in occasione della mostra, riediterà la copia anastatica. Chiude la rassegna una sezione dedicata alla ceramica, che Picasso scopre nel dopoguerra, aprendo un nuovo capitolo delle sue declinazioni dall'antico. 
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Torna il Franciacorta Summer Festival

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Torna a giugno, sempre più glamour e internazionale, il Franciacorta Summer Festival, una serie appuntamenti per migliaia di wine lovers. Saranno 4 i weekend tematici alla scoperta del territorio e delle 113 cantine consorziate: 1-3 Giugno: Weekend Food&Wine; 9-10 Giugno: Sport e Outdoor; 16-17 Giugno: Arte e Cultura; 23-24 Giugno: Musica. Il Festival prenderà il via con un long weekend dedicato al Food: Venerdì 1 giugno menu ad hoc con prodotti del territorio presso ristoranti, trattorie, agriturismo della Strada del Franciacorta. Sabato 2 giugno visite guidate, degustazioni ed eventi in cantina e nei laboratori del prodotto tipico. Tour sulle colline a piedi e in bicicletta.
Domenica 3 giugno il palazzo e il parco della settecentesca Villa Fassati Barba di Passirano faranno da cornice a proposte gourmet di Chef locali e ospiti, abbinate a Franciacorta in quattro isole tematiche all'interno delle sale affrescate della Villa e nella Limonaia si terranno laboratori legati al Franciacorta, al cibo e al territorio. Durante tutta la giornata, partiranno dalla Villa tour guidati a piedi e in pullmino vintage. In serata, condizioni meteo permettendo, ci sarà possibilità di ammirare la location dall'alto a bordo di una mongolfiera ancorata.
    Nel weekend dedicato allo sport e alla vita all'aria aperta, verranno proposti itinerari in bicicletta, a piedi, in vespa con tappa nelle cantine e pic-nic nei vigneti.
    Nel successivo dedicato all'arte un programma di mostre e visite con il patrocinio del FAI-Delegazione Brescia e in collaborazione con i Comuni di Terra della Franciacorta. La musica sarà protagonista dell'ultimo weekend di giugno con concerti nelle cantine e in luoghi di particolare fascino.
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Mostre del week end, propaganda, foto e pittura

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VIGEVANO - La propaganda nei manifesti elettorali dell'immediato dopoguerra a Vigevano, la perfezione delle tele di Regoli a Pienza, l'armonia dei giardini italiani nelle immagini di Beck, perfino i segreti custoditi dal retro dei quadri a Bassano del Grappa: sono alcune delle principali mostre che apriranno nel prossimo week end, durante il quale tornerà l'iniziativa ministeriale della domenica a ingresso gratuito nei musei.
    VIGEVANO (Pv) - Primo week end per "Italiani, al voto!": l'esposizione, in programma dal 2 giugno al 1 luglio 2018 alle Scuderie del Castello Sforzesco, raccoglie un patrimonio iconografico composto da 130 manifesti elettorali italiani, realizzati dal 1945 al 1953. Provenienti dalla Collezione Maurizio Cavalloni di Piacenza, i lavori raccontano con disegni, illustrazioni e slogan, i primi passi della Repubblica italiana.
    Particolarmente approfondita è la sezione dedicata alle elezioni del 1948, con la Democrazia Cristiana contrapposta al Fronte Democratico Popolare.

    PIENZA (Si) - E' dedicata a Luciano Regoli, l'artista che ha fatto del contrasto all'asserita "Morte della Pittura Figurativa" la sua missione, e alla scuola dell'Elba da lui fondata la mostra ospitata nelle sale di Palazzo Salomone Piccolomini dal 2 al 24 giugno. Al centro del percorso ritratti, scene di tradizione religiosa, quadri di figura, nature morte, paesaggi: tutte opere perfette per impianto compositivo, cromatismo e atmosfere, i cui generi sono stati oggetto privilegiato dell'arte classica.

    BASSANO DEL GRAPPA (Vi) - Si intitola "Abscondita. Segreti svelati delle opere d'arte" la mostra in programma dal 2 giugno al 3 settembre alla Galleria Civica del Museo di Bassano del Grappa. Per una volta a essere protagonista non sarà il fronte delle opere ma il retro: tele, telai e cornici che svelando la loro vera materia potranno dare informazioni determinanti per la conoscenza della storia del dipinto, dell'artista e di coloro che nel tempo lo hanno posseduto.

    SASSUOLO (Mo) - A Palazzo Ducale dal 1 giugno al 2 settembre sarà allestita la mostra di Lawrence Beck dal titolo "Dialogo con l'antico. Fotografie": 8 immagini di grande formato raccontano la grazia e la bellezza dei giardini italiani, in una affascinante relazione con le opere d'arte antica custodite nel palazzo. Partendo dal concetto tradizionale di fotografia come documento, Beck approfondisce nella mostra il rapporto tra uomo e natura, concentrandosi su paesaggi in cui s'inseriscono alcuni dei capolavori più importanti dell'architettura italiana.

    ROMA - Ultima occasione per ammirare i dipinti del padre dell'Impressionismo: dopo un enorme successo di pubblico, chiude al Vittoriano il 3 giugno la mostra "Monet. Capolavori dal Musée Marmottan Monet, Parigi", che presenta circa 60 opere, quelle che l'artista conservava nella sua ultima, amatissima dimora di Giverny. Tra i capolavori esposti anche Ritratto di Michel Monet neonato (1878-79), Ninfee (1916-1919), Le Rose (1925-1926), Londra. Il Parlamento. Riflessi sul Tamigi (1905).

    CHIASSO (Svizzera) - Il fuori scala, la cinetica, l'allegoria, la sequenza, il ready made, il segno grafico sono alcune caratteristiche del lavoro di Achille Castiglioni (1918-2002), il grande designer al quale il m.a.x. dedica una grande mostra dal 31 maggio al 23 settembre, a 100 anni dalla nascita. Intitolata "Achille Castiglioni. Visionario", l'esposizione racconta attraverso schizzi, disegni, modelli, testimonianze video, oggetti originali e prototipi la lunga carriera dell'artista che realizzò nella sua attività professionale ben 484 allestimenti e più di 150 oggetti.

    BILBAO (Spagna) - Dal 1 giugno il Museo Guggenheim accoglierà la retrospettiva "Chagall. Los aos decisivos, 1911-1919", dedicata alla prima parte della carriera del grande artista.
    Allestita fino al 2 settembre, la mostra presenta più di 80 tra dipinti e disegni nei quali è già evidente lo stile che Chagall sviluppò pienamente con la maturità artistica. Le opere permettono al visitatore di immergersi nel mondo del pittore, rivelando i movimenti e gli artisti che lo influenzarono e i temi che egli indagò nel corso della sua attività. 

Fai, al via censimento Italia del cuore

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BERGAMO - Oltre 100 tra comitati e comuni hanno già preso contatto con il Fai per il 9/o censimento dei Luoghi del cuore. Un'iniziativa che dal 2003 ha coinvolto 5 milioni di cittadini, desiderosi di segnalare, salvare, un posto magico, spesso per intere comunità. Le votazioni, al via il 30/5, si chiuderanno il 30/11. "Ormai questo è un modo di dire entrato nel lessico comune - ha detto oggi Marco Magnifico vicepresidente del Fai -. In questi anni ha fatto emergere l'Italia degli italiani e ha fatto capire quanto gli italiani siano innamorati del loro paese".
    Tra le prime segnalazioni arrivate i tabernacoli votivi di Capannoli (Pisa), l'ex carcere di Sant'Agata a Bergamo, l'isolotto di Vivara a Procida (Napoli). Il bene più votato riceverà 50.000 euro.
    "In tutti questi anni sono stati smossi circa 20 milioni di euro con i contributi di Mibact, istituzioni, associazioni", ha detto Magnifico. Numerosi i testimonial che

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EUROPEI SEDENTARI, UN PROGETTO UE PER 'CONVERTIRLI' Let's #Beactive nei club con trainer motivazionali

Davanti ad una pizza si gioca al golf da tavolo foto selimaksan iStock. (ANSA)
Europei sedentari, troppo, è ora di correre ai ripari. C'è un progetto dell'Unione Europea per 'convertire' 60.000 adulti inattivi, di età compresa tra 18 e 55 anni, nel corso dei prossimi 3 anni in 8 diversi paesi dell'UE, e attraverso quasi 500 centri fitness. Si intitola Let's #Beactive e intende motivare i sedentari ad aiutarli concretamente ad adottare uno stile di vita sana, fisicamente attivo, aiutando così fitness-wellness club e centri sportivi ad attrarre e fidelizzare nuovi iscritti.
La campagna, presentata a RiminiWellness il 1 giugno, partirà il 23 settembre, in concomitanza con l'inzio della Settimana Europea dello Sport 2018, in un periodo dell'anno in cui i club italiani attuano i loro open day. Il progetto è promosso daEuropeActive in collaborazione con ANIF e Technogym. Durante le prime 6 settimane, gli ex sedentari saranno seguiti 2 volte alla settimana, per implementare i risultati ed aumentare la loro motivazione nel tempo nel proseguire il programma di allenamento in palestra. Il monitoraggio e il supporto da parte del trainer continueranno grazie all’app, anche per i successivi 3 e 8 mesi, per generare una forte motivazione a restare fisicamente attivi dato che l’obiettivo del progetto resta la conversione, sotto forma di adozione di nuovi stili di vita.
Del resto l'esigenza di promuovere l'attività fisica per migliorare la salute nell'Unione europea è stata oggetto di una raccomandazione del Consiglio europeo già nel 2013. L'inattività fisica è il quarto più grande fattore di rischio per la mortalità prematura e impone costi economici di 80,4 miliardi di euro all'anno per l'UE-28 - l'equivalente al 6,2% di tutta la spesa sanitaria in Europa. Oltre al benessere c'è pure un importante indice economico a muovere la campagna .
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Viaggio tra i campanili più belli d’Italia

La torre di Pisa, il campanile più famoso del mondo, caratterizzato da una visibile pendenza © ANSA

BOLZANO - Svettano tra i tetti di chiese e basiliche di tutto il Paese: i campanili sono strutture antichissime e ricche di storia, gioielli architettonici che fanno parte del paesaggio del nostro Paese e che racchiudono cultura e ricchezze millenarie. Ecco, da Nord a Sud, alcuni dei campanili più belli, caratterizzati da stili artistici diversi.
Campanile di san Nicolò a Merano
E’ alto 83 metri ed è uno dei più imponenti dell’Alto Adige: il campanile del duomo di Merano ha una forma ottagonale e ogni lato è delimitato da decorazioni color rosa e da colonnine in stile romanico. La sua costruzione richiese quasi tre secoli: i tre piani più bassi furono realizzati tra il XV e il XVI secolo e nel 1617 fu edificato il corpo ottagonale con la cupola finale.

Campanile del lago di Resia
E’ un insolito campanile che emerge dal lago di Resia, comune di Curon Venosta, in provincia di Bolzano. Dalle acque svetta solo la parte sommitale che d’inverno, quando il lago ghiaccia, è possibile raggiungere a piedi. La torre, solitaria davanti alle maestose montagne della Val Venosta, regala un’immagine suggestiva e poetica, anche se la sua storia non è affatto fiabesca: la costruzione di una diga nel 1950, infatti, sommerse l’antico borgo di Curon, che venne trasferito altrove, e una chiesa del Trecento di cui oggi resta solo la punta del campanile, instabile e pieno di infiltrazioni. Una leggenda racconta che, nelle rigide notti invernali, qualcuno senta ancora le sue campane suonare.

Campanile di san Marco a Venezia
I veneziani amano chiamarlo “el parón de casa”: con i suoi 98,6 metri è uno dei campanili più alti d’Italia e, assieme alla basilica, il simbolo della città veneta. Si erge, isolato, in un angolo di piazza san Marco di fronte alla chiesa; è semplice con una struttura in mattoni rossi e una cella campanaria ad archi, decorato con lunette e con le figure di due leoni veneziani; in cima, una cuspide piramidale ospita la statua dell’arcangelo Gabriele. Nato come torre di avvistamento, il campanile venne più volte rimaneggiato e la cuspide venne danneggiata da un fulmine nel 1489 e poi distrutta da un terremoto nel 1511; quindi si decise di costruire una cella campanaria in marmo, di decorarla con le sculture dei leoni di Venezia e di usare il bronzo per la cuspide per rendere la torre visibile dal mare. Se oggi il campanile è il luogo simbolo del volo della Colombina durante il Carnevale, la torre è ricordata soprattutto per aver ospitato nel 1609 Galileo Galilei che vi usò il suo primo cannocchiale. Nei secoli la torre subì modifiche e ristrutturazioni, soprattutto dopo il crollo del 1902. Nel 1912 venne di nuovo eretta e dotata di 5 nuove campane e nel 1962 venne costruito un ascensore lungo la canna per permettere di ammirare il paesaggio di Venezia dall’alto.

Campanile di sant’Anastasia a Verona
E’ costruito in stile gotico e dai suoi 72 metri d’altezza si ammira un panorama spettacolare: il campanile della basilica di sant’Anastasia di Verona, che svetta a sinistra della chiesa, ha una canna in mattoni che termina con una trifora per ogni lato, coronata da una balaustra in pietra bianca che circonda la guglia conica. Ospita nove campane in bronzo, famose per le decorazioni e il pregio acustico: la scuola campanaria di sant’Anastasia, fondata nel 1776, è stata infatti la principale esponente dei concerti di campane in Italia.

Campanile del duomo di Parma
Alta 63 metri e costruita in stile gotico tra il 1284 e il 1291, la torre campanaria della cattedrale di Parma è caratterizzata da cornicioni decorati con archetti ciechi in marmo, piccole bifore e un grande orologio sulla facciata. Alla sommità c’è una balaustra in marmo e i lati sono decorati con guglie; all’interno, invece, si trovano sei campane in bronzo. Nel 2009 il campanile venne raggiunto da un fulmine che colpì la statua dell’Angelo d’Oro, provocando un incendio: i lavori di ristrutturazione sono terminati solo nel 2015.

Campanile del duomo di Siena
Alta 77 metri e costruita in stile romanico per la chiesa di santa Maria Assunta, la torre campanaria del duomo di Siena è caratterizzata da sei ordini di finestre e da un’alternanza di fasce di marmo bianco e verde che le conferiscono eleganza e unicità. Il campanile venne completato nel 1313 e , durante i secoli, più volte rimaneggiato.

Torre di Pisa
E’ senza dubbio la torre campanaria più famosa del mondo: caratterizzata da una visibile pendenza con una ripetizione di arcate e loggette, è alta 56 metri e sorge nella celebre piazza del Duomo di Pisa. Costruito tra il XII e il XIV secolo, è il campanile della cattedrale di santa Maria Assunta della città toscana. La sua pendenza, che l’ha resa famosa in tutto il mondo, è dovuta a un cedimento del terreno che si verificò nelle prime fasi della costruzione. Nell’Ottocento venne più volte restaurata, così come nel 1990 quando cominciarono importanti lavori di consolidamento che hanno ridotto la pendenza: sono stati cerchiati alcuni piani della torre e applicati tiranti e contrappesi di piombo. E’ stata, inoltre, consolidata la base per poter garantire l’accesso ai visitatori e apportate modifiche anche nelle decorazioni esterne. Internamente ospita due stanze e tre rampe di scale: una ininterrotta dalla base fino al sesto anello, dove si esce all'esterno; una, a chiocciola più piccola che porta dal sesto anello al settimo, e, infine, una ancor più piccola e sempre a chiocciola, che porta alla sommità.

Campanile di Giotto a Firenze
Alta più di 80 metri, la torre campanaria della cattedrale di santa Maria del Fiore a Firenze, è una grande opera d’arte con una ricchissima decorazione scultorea e iconografica, raggiungibile scalando 414 gradini. Costruita nel 1334 da Giotto, dalla sua posizione inusuale, allineata dalla facciata, si capisce subito quanta rilevanza artistica doveva avere per il suo progettista. L’impronta giottesca è evidente nel raffinato rivestimento in marmi bianchi, verdi e rossi e soprattutto nel ciclo figurativo che decora il basamento del campanile. Dai documenti redatti dal Vasari, risulta che la torre venne ispessita e modificata da Andrea Pisano che proseguì i lavori dopo la morte di Giotto nel 1337, modificando le decorazioni esterne e la struttura dei piani superiori con l’aggiunta di una scala che sacrificò il volume delle finestre. Il campanile venne quindi terminato nel 1350 da Francesco Talenti, genero di Giotto. Oggi il campanile ospita 7 campane antiche e storiche.

Campanile della basilica della santa Casa a Loreto
Il campanile della basilica di Loreto, alto 75 metri, venne realizzato tra il 1750 e il 1754 dall’architetto Luigi Vanvitelli, autore anche della Reggia di Caserta. E’ la torre più alta delle Marche e svetta sul lato sinistro della basilica; costruito in mattoni con finiture in pietra bianca d’Istria, si sviluppa su cinque livelli: i primi due sono a pianta quadrata, il terzo è ottagonale, il quarto è a pianta circolare e il quinto è costituito dalla balaustra con il pinnacolo barocco a bulbo. La torre ospita un carillon di nove campane.

Campanile della cattedrale dei santi Filippo e Giacomo a Sorrento
Il campanile della cattedrale di Sorrento sorge a 50 metri dalla sua chiesa ed è caratterizzato da colori vivaci e un grande orologio decorato con piastrelle in ceramica. Poggia su una base romanica e ospita colonne, quattro sezioni quadrate decorate con archi, cornici e nicchie.

Campanile di santa Maria Assunta a Lecce
Costruito tra il 1661 e il 1682, il campanile di santa Maria Assunta, il duomo di Lecce, svetta con i suoi 72 metri sul cuore della città salentina. Venne edificato su un’antica torre normanna ed è caratterizzato da una forma quadrata su 5 piani, l’ultimo dei quali è sormontato da una cupola ottagonale decorata con maioliche; in cima si trova la statua in ferro di sant’Oronzo, patrono della città. Gli ultimi quattro piani presentano delle balaustre simili a lunghi balconi. Dall’alto di questa preziosa torre si può ammirare il mare Adriatico e, nei giorni più limpidi, le montagne dell’Albania.

Campanili della cattedrale della santa Vergine Maria Assunta a Palermo
Sono quattro i campanili del duomo di Palermo: le loro strutture, di chiara ispirazione araba, somigliano infatti a minareti islamici. In epoca altomedievale svolgevano funzioni strategiche di torri d’avvistamento e di vie di fuga; una rete di cunicoli sotterranei dalla cripta, infatti, collegano la cattedrale al palazzo vescovile passando per i campanili. Le torri, danneggiate dai terremoti che sconvolsero la regione dal 1160 al 1893, vennero rimaneggiate e decorate nel corso dei secoli. Nel 1954, infine, sulla cuspide più alta del complesso di guglie venne collocata la statua della Madonna della Conca d’oro. Restauri e ammodernamenti si sono poi avvicendati fino ai giorni nostri.
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Sito Unesco Modena, promozione e tutela. Nuovo piano gestione sito

Concluso il restauro del Duomo di Modena © ANSA


MODENA - Tutela, conservazione e restauro, ma anche accessibilità, promozione in chiave turistica e di condivisione della conoscenza e ampliamento dei Musei del Duomo di Modena: il Comitato tecnico sta predisponendo un nuovo Piano biennale di Gestione del Sito Unesco, che sarà sottoposto all'approvazione degli enti proprietari (Basilica Metropolitana e Comune) e della Soprintendenza. Gli obiettivi - spiega l'amministrazione comunale - sono finalizzati all'applicazione del regolamento del sito, alla prosecuzione di interventi di consolidamento post-sisma della cattedrale e all'incremento di ciò che è stato realizzato negli ultimi anni.
    Il piano prevede inoltre interventi sull'implementazione della segnaletica e tiene conto dei suggerimenti di chi è stato intervistato sulla percezione del sito Unesco, cittadini di Modena e visitatori. La ricerca, pubblicata online (www.unesco.modena.it), sarà riproposta in futuro. Accanto ad aspetti migliorabili (segnaletica direzionale, materiale informativo, promozione da potenziare sviluppando ulteriormente l'uso di Internet, parcheggi e mezzi pubblici), i risultati testimoniano che molte più persone oggi sanno che Duomo, Ghirlandina e piazza Grande rientrano nella Lista del Patrimonio mondiale dell'umanità, e la maggior parte ritiene che ciò sia un valore aggiunto. La valutazione complessiva del sito che ne emerge è buona (voto medio 7,9), mentre Modena viene giudicata una città turisticamente accogliente, che offre in particolare eccellenti opportunità di ristorazione (voto 8). L'apprezzamento è anche frutto dell'impegno messo in campo sia dagli altri enti coinvolti, sia dal Comune di Modena: biglietto Unico x Unesco, apertura tutto l'anno della Ghirlandina visitata da decine di migliaia di persone, interventi di restauro e altri finanziati dalla legge 77 sui siti Unesco, sviluppo del sito web visitmodena.it.
    Tra gli obiettivi e gli interventi da prevedere nel Piano di gestione c'è la creazione di un archivio informatizzato di lavoro del sito, che raccoglierà tutti i dati conoscitivi e scientifici acquisiti negli ultimi anni. In programma azioni di manutenzione e di riqualificazione, mentre prosegue il consolidamento antisismico del Duomo, già avviato con i fondi del terremoto 2012. Previste inoltre la mappatura delle opere d'arte custodite nel Duomo e l'elaborazione di uno studio di fattibilità per il restauro conservativo dei suoi arazzi cinquecenteschi. Tra gli interventi più significativi, la riqualificazione e ampliamento dei Musei del Duomo anche con risorse di Fondazione Cassa di Risparmio e Unicredit, una nuova illuminazione interna in Ghirlandina e in Palazzo Comunale postazioni multimediali con informazioni su Sale storiche e Sito Unesco. Tra i servizi turistici, un nuovo servizio di audioguide multimediali versatili basate su tecnologia mobile. (ANSA).

Arriva la pizza Pascalina, buona e previene i tumori

La pizza Pascalina © Ansa


(ANSA) NAPOLI  - Una pizza allunga la vita. Al Napoli Pizza Village, in pogramma dal primo al 10 giugno sul lungomare di Napoli, sarà infatti presentata la Pizza Pascalina, nata da un progetto dell’Istituto dei Tumori di Napoli Fondazione Pascale, che mira alla diffusione di un comportamento sano e attento ad una corretta alimentazione anche attraverso la pizza grazie allo studio di gruppo di esperti di diverse discipline e che ora mette in rete ristoratori, produttori, consumatori, e ricercatori per un unico obiettivo, di salvaguardia della salute

. Farina di frumento, friarielli campani a crudo, pomodorini di Corbara o San Marzano, olive di Caiazzo, olio extra vergine d’oliva del Cilento, aglio e peperoncino, questi gli ingredienti perfetti emersa dallo studio dei ricercatori per comporre la pizza che risulta protettiva nel ridurre il rischio di malattie cardiovascolari e alcuni tipi di tumori dell’apparato digestivo, incluso il tumore al colon. La Pizza Pascalina, informano gli organizzatori del Napoli Pizza Village, grazie ai suoi ingredienti può essere consumata come pasto principale anche due volte a settimana ed è stata inserita nella Piramide Alimentare Pascaliana, che applica i principi della dieta Mediterranea ma si basa anche sulle linee guida contro i tumori della World Cancer Research Fund e sulle evidenze scientifiche più recenti su dieta e prevenzione dei tumori.

La nuova pizza che "allunga la vita" si potrà provare al Napoli Pizza Village nello stand della pizzeria "Don Peppe", una delle 50 pizzerie presenti alla grande kermesse in arrivo a Napoli. (ANSA).

Marisa Mori, la pittrice che scelse l'oblio dopo le leggi razziali

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 ROMA  - L' adesione al Futurismo nel 1931 le procurò all' epoca una notorietà che non ha retto al tempo, destino comune dopo la tragedia della guerra per molti esponenti del movimento marinettiano. Per lei, che era cresciuta artisticamente sotto l' ala di Felice Casorati, la stagione del dinamismo e dell' aeropittura durò fino al 1938 quando le leggi razziali la convinsero a dissociarsi. Da allora riprese a dipingere nature morte, nudi e ritratti, a produrre i suoi quadri in solitudine fino alla morte, a Firenze, nel 1985. A riportare l' attenzione su Marisa Mori è la Galleria del Laocoonte di Roma con una antologica che presenta fino al 25 giugno una trentina di opere a documentare l' intero itinerario artistico, dai primi disegni inediti da autodidatta all'attività silenziosa condotta per quaranta anni lontana dalle scene.
    Tra le poche opere futuriste in esposizione, spicca la grande "Scomposizione meccanica della folla", del 1933. "E' cominciato tutto da quel quadro - spiega Monica Cardarelli, curatrice della galleria e della mostra -. Mio marito la acquistò in un'asta diversi anni fa ma di Marisa Mori non sapevo nulla. Ho cominciato a studiarla, ho ritracciato i suoi eredi, esaminato le sue numerosissime opere e il suo archivio e sto lavorando al catalogo generale che sarà pubblicato da Polistampa a novembre.
    La sua è una testimonianza fondamentale di quell' epoca storica.
    Guardava a tutto ciò che aveva intorno, dal realismo al metafisico. E' uno sguardo al femminile di una artista che ossessivamente ha studiato il disegno per passare al dipinto. E' figlia del ritorno all' ordine, con il richiamo alla pittura del Quattrocento".
    Maria Luisa Lurini - Mori è il cognome del marito Mario - era nata a Firenze nel marzo del 1900. La madre Edmea Bernini era figlia dell' ultimo discendente maschio del grande scultore Gian Lorenzo. Dopo il trasferimento con la famiglia a Torino nel 1918, la passione per il disegno la portò a entrare nel 1925 nella casa-studio di Casorati, di cui apprese la lezione talmente in fretta che quello stesso anno il maestro del Realismo Magico la volle accanto nella rassegna "Vedute di Torino", alla quale la pittrice partecipò con due versioni di Via Lanfranchi, la strada dove abitava, la prima delle quali è esposta in mostra. Gli anni successivi furono scanditi dalla partecipazione a molte altre esposizioni a Torino, Milano, Parigi e Londra con Casorati e con i suoi allievi, tra cui Carlo Levi, Lalla Romano, Nella Marchesini, Daphne Maugham (che poi sposò Casorati). Di quegli anni sono "Marina di Andora", "Venezia", "Marina di Massa", malinconiche e rarefatte, lontane anni luce dalla turbolenza delle avanguardie. La svolta, invece, arrivò nel 1931 per la necessità - spiegò lei stessa molti anni dopo - di trovare di una nuova forma espressiva. Grazie all' amico Fillia (Luigi Colombo) si avvicinò ai futuristi piemontesi: Prampolini, Rosso, Tullio Mazzotti, e a Filippo Tommaso Marinetti che chiamava scherzosamente "il rinoceronte". Fu lui a convincerla a sperimentare il volo acrobatico che poi tanto peso ebbe nella sua fase aeopittorica e ai successi ottenuti in mostre e rassegne di quegli anni. Nel 1933 tornò a Firenze con il marito allargando l' interesse alla fotografia e alla scenografia teatrale. Quando nel 1938 comincò la discriminazione degli ebrei, Marisa Mori prese le distanze dal movimento futurista e ospitò gli amici Paola, Rita e Gino Levi Montalcini. Dopo la morte del marito, nel 1943, chiuse definitivamente con i futuristi e tornò ai soggetti e ai paesaggi del primo periodo, esponendo solo di rado le sue opere.
    L' oblio si è interrotto nel 1980 quando due suoi quadri sono stati stati inclusi a Palazzo Reale, a Milano, nella mostra "L' altra metà dell' avanguardia", la prima grande rassegna dedicata alle donne del Futurismo. Alcune opere di Marisa Mori sono attualmente esposte al Man di Nuoro in "L' elica e a luce", che mette a confronto per la prima volta storie e percorsi di 26 artiste futuriste.

Santa Cecilia, torna Yuja Wang

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ACCADEMIA SANTA CECILIA  - Torna ad esibirsi a Santa Cecilia in un recital solistico la pianista Yuja Wang, tra le più affermate del panorama mondiale per le straordinarie doti virtuosistiche ma spesso criticata per il suo look sexy fatto di gonne cortissime, spacchi vertiginosi e tacchi a spillo. L' artista cinese, lunedì 28 maggio alle 20:30, sarà all' Auditorium Parco della Musica per la Stagione da Camera con un programma che mette in luce le sue capacità tecniche eccezionali: dai brevissimi Etudes di Ligeti - un classico del pianoforte contemporaneo - alle pagine di Rachmaninoff, dalla Sonata n. 10 di Skrjabin, alla grande Sonata n. 8 di Prokofiev (la Terza e più complessa delle cosiddette Sonate di Guerra, composte tra il 1939 e il 1944).
    Yuja Wang, 31 anni, dopo il debutto nel 2005 si è affermata in breve tempo fino a diventare una figura carismatica. Nel 2017 Musical America l'ha incoronata Artista dell' Anno. La pianista di Pechino è stata protagonista la scorsa stagione di una tournée trionfante in Germania insieme con l'Orchestra di Santa Cecilia diretta da Antonio Pappano, nel corso della quale ha eseguito uno dei suoi cavalli di battaglia, il Concerto n. 1 di Ciajkovskij.
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A Pisa sedie terzo paradiso Pistoletto

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 PISA  - Fino al 2 settembre 2018 la chiesa della Spina, gioiello gotico sulla riva dell'Arno nel centro di Pisa, ospiterà la mostra di Michelangelo Pistoletto "Il Tempo del Giudizio", curata da Ludovico Pratesi, che avrà un'appendice nella Sala delle Baleari di Palazzo Gambacorti. Promossa dall'amministrazione, in collaborazione con l'Università e l'associazione SpazioTempo di Michela Rizzo, l'esposizione è la quinta di una serie di interventi site specific di artisti nazionali e internazionali nella chiesa affacciata sui Lungarni.
    Pistoletto ha realizzato un'opera per Pisa, con il coinvolgimento diretto della città: un'installazione composta da circa 50 sedie, prestate dai cittadini, per rappresentare la forma del Terzo Paradiso. Il simbolo del Terzo Paradiso, riconfigurazione del segno matematico dell'infinito, è composto da tre cerchi consecutivi. I due esterni rappresentano tutte le diversità e le antinomie, quello centrale è la compenetrazione fra i cerchi opposti e rappresenta il grembo della nuova umanità.

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A Palermo la storia del Castello a mare



PALERMO - Il 27 maggio 1860 le artiglierie del Castello a mare e delle navi borboniche in rada vomitarono su Palermo fuoco e morte. Il compianto Rosario La Duca ha dedicato numerose pagine al baluardo posto all'imboccatura del porto, carcere dalle oscure segrete, sede vicereale e poi dell'Inquisizione. Forse per la sua storia, nel 1922, il forte venne distrutto fra l'indifferenza generale per far posto all'ampliamento del porto. Solo qualche voce di intellettuale si levò alta in difesa. Grazie all'impegno di storici, architetti e archeologi, primo fra tutti proprio La Duca, da un ventennio il sito dove sorgeva è sede di ricerche per riportare alla luce le consistenti fabbriche superstiti, fra cui spicca la torre aragonese. "Il Castello a mare, un poderoso baluardo difensivo nel porto di Palermo" è il titolo della mostra documentaria, allestita nel cortile Maqueda del Palazzo reale, dedicata al Castello attraverso i secoli. Un'iniziativa che conduce al convegno del prossimo luglio di Unesco Sicilia con l'obiettivo di ottenere un ampliamento del percorso arabo-normanno. Il Castello a mare è, infatti, con le chiese della Magione e della Maddalena e il castello di Maredolce e la Cuba, fra i principali candidati ad entrare nell'itinerario della World Heritage List, anche perché il Molo Sammuzzo sarà il nuovo hub delle grandi navi da crociera e il Castello potrebbe così diventare l'apertura del percorso arabo normanno dal mare. La mostra, su progetto di Marco Failla, è divisa in cinque sezioni accompagnate da un esaustivo repertorio iconografico.
    Nelle prime tre sono illustrate le vicende storiche e architettoniche del Castello a mare dalle origini fino al suo recupero; la quarta sezione descrive lo stato attuale; l'ultima offre ipotetiche proposte di fruizione che raccontano virtualmente il sito futuro. Il Castello a Mare è già documentato nel XII secolo come Castrum inferior, per distinguerlo dal Castrum superior (il Palazzo Reale). Era costituito da un impianto con alte torri collegate da cortine murarie, che racchiudevano un baglio; un primo ampliamento è datato XV secolo sotto Ferdinando il Cattolico. Utilizzato come dimora dei vicerè di Sicilia dal 1517 al 1553, il Castello fu rafforzato dal Ferramolino. Nel 1860 fu incamerato dallo Stato italiano, venne adibito a caserma del Regio Esercito d'Italia (Caserma Orsini) fino al 1922 quando venne raso al suolo.
    Quarant'anni dopo l'area con i resti del Castello a mare passò all'Ente autonomo del porto. Nel frattempo, il cemento e le costruzioni abusive avevano coperto le tracce dell'ex fortezza.
    Fino agli anni '80, quando fu iniziato il recupero dell'area, riportando alla luce le antiche strutture del castello, che dal 2009 è stato riaperto al pubblico. Nell'anno di Palermo Capitale Italiana della Cultura, la mostra è promossa dal Comitato del sito seriale Unesco "Palermo arabo-normanna e le Cattedrali di Cefalù e Monreale", realizzata dalla Fondazione Patrimonio Unesco Sicilia con il Lions Club Palermo Host. All'inaugurazione interverranno l'assessore regionale ai Beni Culturali Sebastiano Tusa, il direttore della Fondazione Federico II, Patrizia Monterosso, il direttore della Fondazione Unesco Sicilia Aurelio Angelini, Francesco Montemagno (Lions Sicilia), Francesco Bertolino a capo della Commissione Cultura del Comune di Palermo, Marilena Volpes, già direttore generale dell'assessorato regionale ai Beni Culturali e l'attuale direttore generale, Sergio Alessandro. La mostra è aperta fino al 3 luglio.

Domodossola Sacro Monte Calvario / Presentazione del festival Oxilia - teatro e musica per la terra d’Ossola


La Cappella Musicale del Sacro Monte Calvario, in collaborazione con l’Associazione di Promozione Sociale Compagnia Dellozio e l’Associazione Culturale Cabiria Teatro organizza una conferenza stampa di presentazione per illustrare la prima edizione del festival “Oxilia - teatro e musica per la terra d’Ossola” che si terrà lunedì 28 maggio p.v. alle ore 17.00 in Sala Bozzetti, presso il convento dei P.P. Rosminiani al Sacro Monte Calvario di Domodossola. Il progetto “Oxilia – Teatro e musica per la terra d’Ossola” intende proporre infatti un vero e proprio festival che unisca attività teatrali e musicali in una formula innovativa per il territorio di riferimento della Val d’Ossola, soprattutto grazie alla messa in comune di carismi e competenze differenti e complementari nei diversi ambiti artistici di riferimento. L’idea di un festival nasce dalla conoscenza delle virtù e qualità di un territorio dalla grande ricchezza storica, artistica e culturale. L’Ossola, terra di confne, incrocio di mondi, storie e nazioni, terra di cangianti contrasti e sintonie che costantemente stupiscono per la loro ricchezza, è certamente un luogo in cui la cultura e l’arte trovano posto, e possono ulteriormente sviluppare le loro radici. Il teatro e la musica hanno il loro proprio spazio tra le attività culturali della valle, soprattutto grazie all’attività costante e continua di numerose realtà (compagnie, formazioni musicali, teatri, associazioni, rassegne) che non mancano di proporre iniziative altamente qualifcate. Un festival con un’aspirazione non solo locale, ma che espanda il proprio orizzonte oltre i confni ossolani per essere evento di richiamo per il territorio e verso il territorio. Un festival per l’Ossola in due sensi: innanzi tutto perché sarà momento di arricchimento per la vita culturale delle valli e di chi le abita ma anche perché incrementerà l’offerta culturale a vantaggio dei numerosi turisti italiani e stranieri che sempre di più ricercano momenti artisticamente qualifcati. Sarà un momento di scambio, dialogo e relazione a più livelli; per il pubblico, perché andare a teatro o ad un concerto è azione sociale attiva che crea incontro; per i professionisti che potranno incrociare le proprie diverse esperienze e professionalità in momenti di scambio e racconto reciproco. Cappella Musicale del S. Monte Calvario località Sacro Monte Calvario 8 28845, Domodossola (VB) Un festival che vuole dialogare con le realtà attive sul territorio a tutti i livelli e porsi al loro servizio con iniziative dedicate e strutturate specifcamente. Riscoprire la socialità della cultura, in particolare del teatro e della musica, per l’arricchimento della vita civile e sociale. Nel corso dell’incontro il comitato organizzatore presenterà approfonditamente gli scopi e le modalità di svolgimento e realizzazione di questo progetto, nato in un’ottica di forte sinergia tra la Cappella del Sacro Monte Calvario, Compagnia dellozio e Cabiria Teatro. 

Courmayeur, ecco il meglio della stagione estiva

Ingresso Courmayeur © ANSA

Aria pura e natura incontaminata, ma in un contesto cosmopolita e vibrante: Courmayeur diventa la località ideale per ritrovare il proprio equilibrio, in un ambiente che unisce cultura alpina, ottimo cibo, sport, divertimento e shopping. A partire dai vini Doc e dai prodotti tipici della Valle d’Aosta (come il Jambon del Bosses Dop o l’ottimo Lardo di Arnad Dop) per arrivare ai rifugi alpini, passando per la spettacolare funivia Skyway, il suggestivo campo da golf incastonato nella Val Ferret, lo svago nelle vie del centro e le occasioni di relax con vista sul Monte Bianco nei centri benessere di molti alberghi.
Gli appuntamenti della stagione estiva prendono il via il 2 e il 3 giugno con iCourmayeur Black Saturday (un fine settimana dedicato allo shopping negli esclusivi negozi del centro) e i Courmayeur Mtb Event 2018, i campionati italiani Team relay giovanile Ccrr a cui si aggiungono bike test, attività a tema per bambini e stand promozionali.
Il 24 giugno è la volta de La Mont Blanc – Granfondo sul Tetto d’Europa:sono previsti tre percorsi agonistici, con partenza e arrivo a Courmayeur, che accolgono oltre duemila ciclisti: il granfondo (116 km e 3.210 metri di dislivello), il mediofondo (88 km e 2.030 metri di dislivello) e il percorso corto (45 km e 1.050 metri di dislivello).
Dal 2 al 20 luglio spazio alla musica classica con lo Zephyr International chamber music festival e, dal 5 all’8 luglio, a Celtica: festa internazionale di arte, cultura e musica celtica, giunta alla ventiduesima edizione, ha il suo fulcro a Courmayeur e nel bosco del Peuterey in Val Veny, ai piedi del Monte Bianco. Un’occasione per ritrovare i suoni e i sapori della cultura celtica, accompagnati da un ricco programma di attività per rivivere atmosfere di altri tempi.
La rassegna Courmayeur in Danza è protagonista dal 7 al 14 luglio: danza classica, moderna, contemporanea, jazz, hip hop, musical Broadway, pilates Barre, con prestigiosi coreografi, ballerini e personaggi del mondo dello spettacolo italiani e internazionali. Tra gli ospiti della tredicesima edizione Oliviero Bifulco, Little Phil, Alessandra Celentano e Brian Bullard.
Sport e montagna tornano in primo piano il 14 e 15 luglio con il Gran Trail Courmayeur, una sfida ai piedi del Monte Bianco, lungo i sentieri storici della Val Veny e della Val Ferret, dove i trail runners possono scegliere tra tre percorsi da 30, 75 e 105 km.
Silenzio, quiete e bellezza sono le parole chiave di Montagna sacra, in calendario il 21 luglio. Si tratta di tre appuntamenti dedicati allo yoga nelle suggestive baite Maisons de Judith in Val Ferret, valle laterale di Courmayeur particolarmente apprezzata dagli amanti della vacanza ‘slow’. Il luogo ideale per ritrovare equilibrio e armonia interiore.
Ogni martedì, dal 24 luglio al 21 agosto, i produttori locali propongono ilCourmayeur food market: cinque appuntamenti speciali con il mercato en plein air di prodotti agricoli tradizionali, biologici e a denominazione di origine protetta.
La Festa patronale di San Pantaleone, il 27 luglio, è da molti anni uno dei momenti più attesi dell’estate di Courmayeur, che si riempie di note, profumi e sapori tipici della tradizione come le sfilate con i costumi tipici dei Badochys de Courmayeur, della Banda musicale Courmayeur La Salle e stand dove assaporare i piatti tipici. Per l’occasione nei bar e nei locali aderenti è previsto un Courmayeur Street Party, con Dj set e concerti dal vivo fino a tarda notte.
luglio e agosto, ogni lunedì, si svolge la Fiera dell’antiquariato di Santa Margherita, con oggetti usati e/o prodotti sino al 1979 e, in particolare, minerali da collezione.
La corsa UYN Courmayeur Mont Blanc Skyrace si tiene il 3 e il 4 agosto:lunga 11 km per un dislivello positivo di oltre 2.200 metri, parte dal centro di Courmayeur per arrivare a Punta Helbronner, sulla terrazza panoramica di Skyway Funivie Monte Bianco, a 3.466 metri di altitudine.
Dal 14 al 17 agosto sono in programma gli Incontri di Courmayeur. Panorama di mezzo agosto. Economia, società, istituzioni mentre a Ferragosto è in programma la Festa delle guide, con cui si celebra la più antica società di guide alpine d’Italia. Si inizia al mattino, con la processione e la benedizione delle corde e delle piccozze e si prosegue con la sfilata lungo via Roma, animata dalla Banda musicale di Courmayeur – La Salle, e la consegna dei riconoscimenti alle guide e ai loro clienti che si sono maggiormente distinti durante l’anno.
L’Utmb torna dal 27 agosto al 2 settembre, quando l’elite dell’ultra-trail mondiale si dà appuntamento ai piedi del Monte Bianco per una settimana di sfide mozzafiato. Sette le gare in programma, con differenti lunghezze e percorsi, che culminano con l’Utmb, ultra-trail di 168 km con un dislivello positivo di 9.600 metri da percorrere in un tempo massimo di 46 ore.
Il 2 settembre il tradizionale mercato contadino all’aperto Lo Matson propone prodotti genuini e il meglio di quanto di buono produca la Valle d’Aosta.
Le corse in quota tornano tra il 9 e il 16 settembre, con il Tor des géants. Considerato l’ultra trail più duro del mondo, il suo percorso si snoda lungo le due Alte Vie della Valle d’Aosta con partenza e arrivo a Courmayeur Mont Blanc, per un totale di circa 330 km (200 miglia) e 24.000 metri di dislivello positivo.
Courmayeur Black Saturday sono protagonisti anche il 22 e 23 settembre, con lo shopping negli esclusivi negozi del centro di Courmayeur, tra Made in Italy e brand internazionali che in occasione dell’evento si trasformano in un mercato en plein air.
In collaborazione con:
Estate a Courmayeur