Turismo / Tirana in Albania!

Capitale e maggiore città dell’Albania, Tirana è anche il principale polo politico, industriale e culturale del paese.
Situata lungo il fiume Ishëm, la città vanta una storia millenaria – come testimoniano i suoi numerosi siti archeologici - nonostante la sua fondazione ufficiale sia avvenuta in tempi relativamente recenti (1614).

In virtù della sua posizione centrale, nel 1920 fu scelta come capitale temporanea e sede governo provvisorio stabilito dal Congresso di Lushnjë. Nel novembre 1944 vi si insediò il governo comunista di Enver Hoxha.

Nel corso degli anni ’50 ha vissuto un periodo di notevole sviluppo demografico, economico e sociale.

Oggi la città si presenta attiva, moderna nella mentalità e nelle infrastrutture e vivace dal punto di vista culturale. Molto però si può - e si deve – ancora fare.

Tirana ancora non è una vera e propria città turistica e spesso le sue strutture ricettive non sono di alta qualità; nonostante ciò la capitale dell’Albania merita sicuramente di essere scoperta.

ABITANTI: 726.547 (dato aggiornato al gennaio 2008)

SUPERFICIE: 41,8 km²

DENSITÀ: 14,746 ab./km²

ALTITUDINE: 104 m s.l.m.

CLIMA: il clima della città è di tipo mediterraneo. Gli inverni sono caratterizzati da temperature non troppo fredde, mentre le estati sono calde e molto secche. Le precipitazioni si concentrano nei mesi invernali.

TELEFONO: +355 (0) 4

NUMERI UTILI:


Polizia: 129
Ambulanza: 127
Servizio medico: ABC CLINIC (Qendra Shendetesore) con personale medico sanitario che parla inglese. Tel: +355 4 223 4105 ‎

Week End Benessere e Divertimento a Tirana

Pompei, da scavi emerge affresco Priapo

 © ANSA


POMPEI - Una dimora di pregio su via del Vesuvio con stanze elegantemente decorate e all'ingresso un Priapo affrescato, in atto di pesare il membro su una bilancia, sono emersi nel corso dei lavori di riprofilatura dei versanti della Regio V che affacciano sulla via di Vesuvio, nell'ambito del cantiere dei nuovi scavi. Le operazioni in corso rientrano nel più ampio intervento di messa in sicurezza dei fronti di scavo, che delimitano i 22 ettari di area non scavata di Pompei, previsto dal Grande Progetto Pompei e che interesserà circa 3 km di fronti. Lo rende noto il Parco archeologico di Pompei.
La figura di Priapo, a Pompei ben conosciuto per la raffigurazione che campeggia all'ingresso della casa dei Vettii, oggi appare per la seconda volta in questa domus poco distante.
Dio della mitologia greca e romana, era secondo buona parte delle fonti, figlio di Afrodite e di Dionisio; leggende minori lo vogliono invece figlio di Afrodite e di Ermes o Ares, o Adone o Zeus. Era, gelosa del rapporto adulterino di Zeus con Afrodite, si vendicò con Priapo e gli diede un aspetto grottesco, con enormi organi genitali. Il fallo, così spesso raffigurato in affreschi e mosaici dell'epoca, era ritenuto origine della vita, e per gli antichi romani un simbolo apotropaico, utilizzato contro il malocchio o per auspicare fertilità, benessere, buon commercio e ricchezza. Non è un caso, difatti, che poco oltre un altro fallo in tufo grigio dipinto è emerso, lungo la strada, su una parete del vicolo dei balconi.
"La tutela a Pompei, condotta correttamente e sistematicamente porta a straordinari rinvenimenti - dice il Direttore Generale, Massimo Osanna - Ricerca, conoscenza (e dunque scavo), tutela e conservazione sono aspetti tutti strettamente connessi e non si possono portare avanti se non in maniera sistemica. Via di Vesuvio, da cui provengono i nuovi affreschi, via delle Nozze d'argento e via dei Balconi, dove in questo momento si concentrano i lavori di messa in sicurezza, sono stati in passato oggetto di crolli ripetuti e perdita di materia archeologica (come il volto di Priapo). Interventi non sistematici fatti a posteriori, quando ormai il danno era avvenuto, hanno tamponato momentaneamente le criticità senza risolverle. Il progetto attuale è invece un imponente intervento caratterizzato da sistematicità e rigore metodologico che risolverà le criticità nel complesso, riprofilando i fronti di scavo per tutta la loro estensione".

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Turismo: boom stranieri nel 2018, 216 mln presenze Regioni più scelte Veneto, Lazio, Lombardia, Trentino Alto Adige

Sicilia iStock. © Ansa


Agli stranieri piace l'Italia e quest'amore è sempre più forte nonostante le varie "malattie", dall'abusivismo scoperto anche oggi dalla Guardia di Finanza alla non adeguatezza dei trasporti, che tormentano il turismo italiano. A confermare la notizia è oggi l'indagine dell'Istituto Demoskopika che nel 2018 prevede poco più di 126 milioni di arrivi che dovrebbero generare ben 426 milioni di presenze, con un periodo medio di permanenza di 3,37 notti per cliente. Un andamento in crescita rispetto all'anno precedente: +2,7% di arrivi e +1,3 di presenze. Ma nel 2018 si consolida la fidelizzazione dei clienti stranieri nella scelta dell'Italia come destinazione turistica prioritaria: 62,8 milioni di arrivi a fronte dei 60,5 milioni del 2017 (+3,7%) e 216,4 milioni di presenze a fronte dei 210,7 milioni di presenze dell'anno precedente (+2,7%). Tradotto in incrementi assoluti, si prevede l'arrivo di oltre 2 milioni di turisti stranieri in più che dovrebbero generare un surplus di circa 6 milioni di presenze.
    Sono cinque le destinazioni regionali nelle cui offerte ricettive, in valore assoluto, si concentra circa il 70% dei pernottamenti dei clienti stranieri pari a ben 150 milioni di presenze: Veneto (48,3 milioni di notti), Trentino Alto Adige (30,3 milioni di notti), Toscana (25,5 milioni di notti), Lombardia (24,9 milioni di notti) e, infine, Lazio (21 milioni di notti).
    Invece la permanenza media stimata nel 2018, ossia il numero medio di notti trascorse negli esercizi ricettivi per ogni arrivo, è pari a 3,37 notti per cliente, in calo per la componente della clientela domestica (da 3,35 notti del 2017 a 3,29 del 2018) e sostanzialmente stabile per quella estera (3,48 nel 2017 e 3,45 nel 2018). A livello regionale, la permanenza nelle strutture ricettive dei clienti è in media più lunga nelle Marche (5,30 notti per cliente), in Calabria (4,92 notti per cliente), in Sardegna (4,53 notti per cliente), in Trentino Alto Adige (4,26 notti per cliente) che nelle rimanenti realtà territoriali turistiche regionali. Al sopra della media italiana, pari a 3,37 notti per ogni arrivo, si collocano, inoltre, l'Abruzzo (3,86 notti per cliente), la Puglia (3,84 notti per cliente), la Campania (3,56 notti per cliente), il Veneto e l'Emilia Romagna (3,55 notti per cliente), il Friuli Venezia Giulia (3,45 notti per cliente) e, infine, il Molise (3,38 notti per cliente).
    "E' prioritario - dichiara il presidente di Demoskopika, Raffaele Rio - che si metta mano al Piano strategico del Turismo in linea con la programmazione attuata da ciascuna regione consentendo, in tal modo, al documento di trovare concreta attuazione attraverso l'utilizzo condiviso di risorse provenienti dagli enti regionali. Un approccio proficuo oltre che obbligato senza il quale il Piano strategico del Turismo resterà un libro dei sogni o, nella migliore delle ipotesi, potrà assurgere al solo ruolo di linee guida per lo sviluppo del comparto. In questa contesto l'Enit può rappresentare un degno braccio operativo se rinnovato in un'ottica più mirata agli obiettivi da raggiungere". (ANSA).

Mostre di Ferragosto, da Fettolini a Borzelli

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Le tele in blu di Fettolini a Como, le sagome in ferro dipinto di Borzelli a Viterbo, fino alle memorie infantili di Caputo a Castell'Umberto: i linguaggi contemporanei dominano le mostre che si apriranno nella settimana di ferragosto, visitabili nel week end.
    COMO - Scorci di cielo e distese d'acqua, eterei paesaggi dipinti di blu tra realtà e immaginazione: è la mostra di Armando Fettolini in programma negli ambienti dell'ex Chiesa San Pietro in Atrio dal 14 agosto al 2 settembre. Dal titolo "Blu Agostino" e a cura di Simona Bartolena e Salvatore Marsiglione, la mostra presenta una selezione di opere della recente serie dei Blu, nelle quali i paesaggi, da sempre tema prediletto dall'artista, divengono astratti, trasformandosi in luoghi intangibili e infiniti.
    VITERBO - Artiste di epoche diverse, talentuose ma troppo libere e anticonvenzionali per essere tollerate, impegnate nell'arte, nella letteratura, nella scienza e nella politica, che hanno in comune la caratteristica di essere state dimenticate: sono le protagoniste di "Sagome, storie di artiste ignorate", la personale di Rossana Borzelli che si terrà presso lo Spazio Pensilina dal 18 agosto al 15 settembre. Tina Modotti, Seraphine Louis e Claude Cahun sono solo alcune delle donne a cui Borzelli rende omaggio attraverso suggestivi ritratti realizzati su sagome di ferro dipinto, alte 2.50 metri. ASCIANO (Si) - Si intitola "Lauretana 2018" la mostra personale di Anna Sala, allestita dal 19 agosto al 30 settembre presso la Torre de' Bandinelli. Nate dal colloquio surreale tra l'artista milanese e l'intimità/sacralità del paesaggio lauretano, le opere esposte evocano l'antica via Lauretana che congiungeva, fin dal Medioevo, Siena e le Crete Senesi con il Santuario Mariano di Loreto e con l'Oriente, attraverso il mare dalle Marche.
    ALBI (Cz) - "Origins" è la prima mostra d'arte Contemporanea nel Museo delle Arti e delle Tradizioni del Parco Nazionale della Sila, dedicata ai due giovani artisti albesi Domenico Canino e Valeria Dardano. Nella bipersonale gli artisti, esaltando il dialogo costante fra visibile e invisibile, vogliono sensibilizzare le comunità locali a valorizzare il patrimonio del luogo in cui vivono e al tempo stesso ad aprirsi a contaminazioni provenienti da differenti contesti.
    CASTELL'UMBERTO (Me) - Dal 19 agosto al 2 settembre il Frantoio Cinquecentesco dell'antico borgo di Castanìa di Castell'Umberto accoglie alcuni dipinti e una scultura di Ilaria Caputo nella personale "Per ricordi, case e richiami. Presenze di memoria a Castanìa". L'esposizione ripercorre i ricordi infantili dell'artista palermitana lungo un itinerario che si muove tra differenti nuclei tematici (fiori, animali, frutti), in cui le opere sono realizzate contaminando vecchi e nuovi materiali e utilizzando supporti eterogenei. (ANSA).

I consigli per caricare bagagli e biciclette Fissaggio sul tetto con cinghie e nuovi portabici per la coda

Esodo, sanzioni salate per chi carica troppo l'auto © Ansa

Tempo di partenze in auto per le località di vacanza e, dunque, tempo di problemi di carico e di preparazione della vettura per quella che spesso diventa una vera ‘fatica’ per persone e mezzi meccanici. Anche se sono lontani anni luce i tempi in cui un’utilitaria – classicamente la Fiat 600 – veniva stipata all’inverosimile ed obbligata ad ospitare sul tetto bagagli, ombrelloni e sedie a sdraio, le moderne automobili, per quanto spaziose, presentano comunque un limite ‘fisico’ alla capacità di carico, legato evidentemente anche al numero dei passeggeri che devono condividere lo spazio con le valige e gli altri oggetti. Mettersi in marcia con i passeggeri schiacciati dalle borse e dai sacchetti o, peggio, con traballanti carichi su improvvisati portapacchi aumenta il rischio e la gravità degli incidenti stradali.
D’obbligo, dunque, adottare alcune regole di base, che servono a guidare l’automobilista nella scelta dell’accessorio ideale e nella sistemazione di bagagli ed attrezzature sportive a bordo. Innanzitutto occorre sistemare gli oggetti più pesanti (è il caso, ad esempio, delle bombole per immersioni sub) sul fondo del vano di carico dell’auto, fissandoli con cinghie in tessuto se sono presenti gli appositi anelli. Nelle station wagon occorre servirsi, se l’auto non ne è dotata, di una rete o di un sistema di barre da inserire per separare bagagliaio e vano passeggeri ed evitare così l’effetto catapulta in caso di frenata improvvisa.
I carichi posizionati sul tetto dell’auto invece tendono a modificare il baricentro ed ad aumentare il rischio di ribaltamento della vettura; per questo motivo bisognerà prestare maggiore attenzione al comportamento da tenere al volante per mantenere la tenuta di strada soprattutto in caso di frenata. Ogni carico sul tetto deve essere assicurato saldamente con idonei ed omologati sistemi di fissaggio ed utilizzando la soluzione tecnica specifica (portabiciclette, portasurf, porta canoe, ecc.) e non improvvisate combinazioni di barre portasci o portapacchi generici. Le corde elastiche sono assolutamente da evitare, proprio perché non danno garanzie di tenuta in quanto soggette ad allungamento. Bisogna usare le cinghie con cricchetto, che sono una soluzione professionale e si possono tendere efficacemente.
Va sottolineato come un carico sistemato sul tetto alla rinfusa possa far consumare il 20-25% in più a parità di velocità autostradale. L’ideale è puntare sui box da tetto che garantiscono una maggiore sicurezza sia in fatto di sistemazione e protezione dei bagagli sia in termini di aerodinamica e quindi di consumi e risparmio. Oltre che sul tetto le biciclette, se si guida un’auto o un suv già dotati di gancio di traino per il rimorchio, possono essere trasportate sfruttando uno dei moderni sistemi (molto diffusi in Germania e altri Paesi del Nordeuropa) che ospitano le bici in posizione trasversale, sfruttando la larghezza del veicolo.
Questi dispositivi sono già dotati di porta targa e luci aggiuntive e relativi cablaggi per essere in totale regola con quanto riportato dal Codice della strada all’art.164 comma 1. La capacità di trasporto è fino a 4 bici complete e questa soluzione permette di effettuare il carico e lo scarico anche da soli, senza la fatica di arrivare sul tetto.
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