FELTRINELLI 1+1  IBS.IT

24 / 27 novembre 2018 - Assisi (PG) Btri, “Itinerari di Fede, Arte e Cultura”



ENIT  Agenzia Nazionale del Turismo patrocina la Borsa del Turismo Religioso Internazionale, l'evento di incontro e scambio tra i vari attori del mercato turistico religioso e culturale. Si rivolge al mondo del turismo religioso e dei pellegrinaggi, del turismo culturale, artistico e storico, dei territori, per far emergere le eccellenze dell'offerta nei rispettivi campi, offrendo loro la opportunità di incontro con altri attori di mercato, i buyer del mondo turistico, gli opinion leader della comunicazione, i professional della cultura, dell’arte e dei servizi. L'evento sarà anticipato da un press tour, calendarizzato dal 21 al 25 novembre, al quale parteciperanno 15 giornalisti, italiani e stranieri in visita ad Assisi e ai territori limitrofi. 


ENIT PREMIUM PARTNER DEL FESTIVAL DEL CINEMA ITALIANO "VERSO SUD" A FRANCOFORTE



ENIT a Francoforte sarà Premium Partner del Festival del Cinema Italiano d’autore “Verso Sud”, che si terrà dal 30 novembre al 12 dicembre 2018. La collaborazione prevede la proiezione di spot promozionali dedicati all’Italia prima di ogni film e nei circuiti tv interni al Museo del Cinema, lo sponsoring dell’evento di apertura con il regista Marco Tullio Giordana e la direttrice del Deutsches Filminstitut Ellen Harrington, la brandizzazione con logo ITALIA di biglietti d’ingresso, un catalogo ufficiale e materiale pubblicitario online e offline, un gioco a premi con in palio un soggiorno per due persone in Italia, un advertorial ENIT di una pagina nel programma del Filmmuseum e uno sul catalogo del festival, un roll-up e un desk ENIT nel foyer del museo. Lo scopo è quello di promuovere l’Italia come destinazione di vacanza e set cinematografico ideale, integrando nella comunicazione Matera, Capitale Europea della Cultura 2019. Si stima che il festival, dedicato a un pubblico affine all’Italia e con una capacità di spesa medio-alta, consentirà di generare circa 20mila contatti.


L'ITALIA A SPASSO PER GLI STATES: AL VIA LA PROMO ENIT



Fino al 23 dicembre è in programma la campagna  dell'ENIT - Agenzia Nazionale del Turismo sui trasporti urbani in USA. Grazie alla brandizzazione di circa 200 autobus, le immagini dell’Italia attraverseranno  le strade di Manhattan a NY; da Hollywood a Beverly Hills a Santa Monica; da Cambridge sede di Harvard e del MIT a Boston; da Washington DC fino alla Silicon Valley. A novembre parte la campagna rivolta a oltre 15 milioni di viaggiatori, in gran parte professionisti e uomini d’affari, negli aeroporti di Chicago Midway, Hartford Connecticut, Denver, Minneapolis, Oakland e Seattle.

PARTE DA CHICAGO IL TOUR MONDIALE DI ENIT E FONDAZIONE MARCHESI



ENIT, la fondazione Gualtiero Marchesi e la Grande Cucina Italiana è in giro per il  mondo con un road show che tocca 10 città e celebra la vita dello chef Marchesi, noto come "il padre della cucina italiana moderna". Il tour gastronomico è partito dal Chicago Cultural Center lunedì 12 novembre con una proiezione speciale di "Gualtiero, The Great Italian", documentario del regista Maurizio Gigola che mette in risalto la vita culinaria di Marchesi e il suo straordinario contributo all'elevazione della cucina e della cultura italiana sul palcoscenico mondiale. Inoltre è stata realizzato un evento-degustazione di 12 "Capolavori di Gualtiero Marchesi" (tra cui i suoi iconici piatti "Dripping Fish" e "The Red and The Black") a cura dallo chef Antonio Ghilardi  discepolo di Marchesi. Il progetto itinerante coincide con il terzo anniversario della "Settimana della cucina italiana nel mondo" e con "L'anno del cibo italiano" dedicato a Marchesi. Il tour mondiale della Grande Cucina Italiana è reso possibile dalla Fondazione Gualtiero Marchesi insieme a ENIT - Agenzia Nazionale del Turismo sotto l'egida del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari, Forestali Politiche e del Turismo, il Ministero della Cultura insieme con Regione Lombardia, Fipe e Altagamma, e in collaborazione con l'Associazione "Tra il Dire e il Fare". 

ENIT LANCIA LA CAMPAGNA #IRRESISTIBLEITALIE



L’ENIT lancia a Parigi la campagna affissionistica intitolata "Un voyage gourmand" in riferimento al viaggio gastronomico e preceduta dal nuovo claim #IrresistibleItalie (Irresistibile Italia). Sarà visibile sui tram e gli autobus delle città di Parigi, Nantes, Nizza, Lione e Bordeaux. La campagna rientra nelle azioni a sostegno dell' Anno del Cibo italiano 2018 e in coincidenza con un roadshow gastronomico organizzato dalla sede ENIT di Parigi per la Cucina Italiana nel Mondo (19-25 novembre 2018).  Il roadshow gastronomico si snoderà in vari centri commerciali - scelti strategicamente in base all’affluenza e al target dei consumatori delle città selezionate. Saranno allestiti così piccoli villaggi brandizzati, per invitare i visitatori a scoprire  il territorio italiano, le sue bellezze e le delizie. L’evento sarà  reso noto attraverso i social ENIT e pubblicizzato tramite una campagna d’informazione sui media, in particolare sul quotidiano "20 Minutes" diffuso  in tutte le città. Parallelamente  un gioco/concorso sarà organizzato su Facebook con il premio di un viaggio in Italia e inviti in ristoranti gastronomici italiani (in Francia). In ogni tappa del road show sarà inoltre organizzato un momento B2B: un evento nell’evento dedicato alle relazioni con la travel industry, i media e le istituzioni locali.

OLTRE 100 EVENTI ENIT PER LA SETTIMANA DELLA CUCINA ITALIANA NEL MONDO




ENIT - Agenzia Nazionale del Turismo in occasione della terza "Settimana della Cucina Italiana nel Mondo", in collaborazione con il Sistema Italia, realizzerà ben 109 iniziative promozionali di cui 62 in area Emea, 10 in Nord America, 6 in Sud America, 25 in Asia e 4 in Oceania. La terza edizione della Settimana della Cucina Italiana nel Mondo, dal 19 al 25 novembre 2018, promuove l'agroalimentare di qualità all'estero, segno distintivo del Made in Italy sulla scia dei temi lanciati a partire da Expo 2015 Milano: qualità, sostenibilità, cultura, sicurezza alimentare, diritto al cibo, educazione, identità, territorio, biodiversità, insieme all’opera di valorizzazione, anche a fini turistici, dei territori, degli itinerari dell’arte culinaria italiana, nonché della dieta mediterranea, uno degli elementi che rende l’Italia il Paese più sano del mondo. Il progetto, ideato e coordinato dalla Direzione Generale per la Promozione del Sistema Paese del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, è stato sviluppato da un gruppo di lavoro che coinvolge il Ministero delle Politiche Agricole Alimentari Forestali e del Turismo, il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca e il Ministero per i Beni e le Attività Culturali, nonché tutti i principali enti, associazioni ed istituzioni che rappresentano la cucina italiana e l’Italia nel mondo: Regioni,  ENIT - Agenzia Nazionale del Turismo, ICE, università, sistema camerale, associazioni di categoria, scuole di cucina, reti dei ristoranti italiani certificati e operatori del settore enogastronomico e del design. Punto di riferimento per le oltre 1000 attività previste sono le quasi 300 sedi diplomatico-consolari e degli Istituti italiani di cultura, che coordinano le iniziative dei vari partner per ottimizzare l’uso delle risorse, fare massa critica e garantirne la coerenza. Previsti seminari e conferenze, incontri con gli chef, degustazioni e cene, eventi di promozione commerciale, corsi di cucina, proiezioni di film e documentari legati al cibo, convegni, concerti, corsi di lingua, mostre fotografiche. 

Schmidt, Vasariano probabile riapra 2020

 © ANSA

FIRENZE - "Se tutto andrà liscio" nel 2020 sarà riaperto al pubblico il Corridoio Vasariano, il passaggio realizzato nel 1565 da Giorgio Vasari per volere di Cosimo I de' Medici tra Palazzo Vecchio e Palazzo Pitti a Firenze. Eike Schmidt, direttore delle Gallerie degli Uffizi, ha confermato oggi l'obiettivo della data, annunciando che il progetto di riallestimento e riapertura del corridoio, oggetto di un lavoro di due anni, è stato completato. Il Vasariano è chiuso dal dicembre 2016 proprio in vista dei lavori di adeguamento, che prevedono anche la messa a norma in materia di sicurezza: trasferiti al museo degli Uffizi gli autoritratti precedentemente esposti nel Corridoio, nel nuovo allestimento ci saranno marmi commemorativi e documenti sulla storia di Firenze e degli Uffizi, per dare vita a un "percorso della memoria".
L'operazione, ha spiegato Schmidt, avrà un costo fra 7 e 8 milioni di euro: Invitalia gestirà il bando di gara per i lavori atteso a breve, mentre la conferenza dei servizi sarà convocata dalla Soprintendenza per i beni architettonici. Due i biglietti di ingresso, entrambi con tariffa variabile (non ancora fissata dal Cda degli Uffizi) secondo la stagione: uno per il 'Percorso del Principe' integrale da Palazzo Vecchio a Forte Belvedere, e uno per visitare Corridoio e Giardino di Boboli, con ingresso dall'auditorium Vasari degli Uffizi dove "verrà proiettato - ha detto Schmidt - un filmato sulla storia di Firenze, sulla storia dei Medici e sulla storia architettonica degli Uffizi e del Corridoio".
L'allestimento consisterà in "un percorso su Firenze - ha aggiunto il direttore - con vista su Firenze, ma anche con i momenti storici della città, quindi iniziando dalla bomba dei Georgofili, ma poi ad esempio ci sarà un altro spazio dedicato al bombardamento da parte dei nazisti nell'agosto 1944". Schmidt rivendica la mole del lavoro di ricerca svolto negli ultimi due anni e mezzo: "Non soltanto abbiamo fatto tutti i rilievi analitici, a partire dalle termografie fino ai carotaggi, ma una squadra dell'Università di Firenze ha fatto un'analisi a tappeto di tutti i materiali archivistici dal '500 fino ad oggi. Questo è confluito in un libro in corso di stampa della professoressa Francesca Funis, che ha studiato questo argomento, e che quindi risolve tutti i dubbi che eventualmente ci potevano essere sul Vasariano".
ansa

Viaggi, 12 mete da non perdere nel 2019

null © Ansa

Relax lontano dalla routine quotidiana, avventura nella natura incontaminata o sulle tracce di antiche civiltà: con l’arrivo del 2019 la #stravoglia di partire e di organizzare un nuovo viaggio che soddisfi pienamente i propri desideri si fa sempre più forte.
Volagratis.com ha stilato la classifica dei Travel Trends 2019 dalla spiaggia blu delle Maldive ai vini dell’Algarve. 
Prima fra tutte la Tunisia, che apre la classifica di Volagratis.com: nel 2018 ha registrato un aumento rispetto all’anno precedente - tra prenotazioni e ricerche - pari al 400%. A spiegare il boom di questa destinazione sono le tante attrazioni che offre: dal deserto all’antica medina di Tunisi. Sul podio anche le Maldive e i Caraibi, che rimangono il viaggio dei sogni per molti: l’interesse è cresciuto rispettivamente del 180% e del 167%. Notevole anche la presenza della Polonia (+96%), ideale per un city break ma anche per partire alla scoperta dei Carpazi. Tra le destinazioni più inaspettate c’è il Caucaso (+30%): Volagratis.com suggerisce un itinerario tra tradizioni occidentali e orientali attraverso Georgia, Armenia e Azerbaijan.
Ecco la Travel Trends 2019 stilata da Volagratis.com
1. Tunisia (+400% rispetto al 2017)
In cima alla Top 12 di Volagratis.com quest’anno c’è la Tunisia, una destinazione dalle mille opportunità.
Da non perdere: El Haouaria, piccolo paese dedicato all’arte della falconeria. Ogni anno si svolge il festival della falconeria, per ammirare i rapaci in volo.
2. Maldive (+180% rispetto al 2017)
Continua a crescere anno dopo anno l’interesse per le Maldive, con il loro mare cristallino e le barriere di corallo.
Da non perdere: la battigia dell’isola Vaadhoo, che di notte si tinge di un blu scintillante per via della bioluminescenza del fitoplancton.

3. Barbados, Caraibi (+167% rispetto al 2017)
Medaglia di Bronzo per le Barbados, angolo di paradiso nel Mar dei Caraibi.
Da non perdere: Harrison’s Cave, detta anche “Sala di Cristallo”. Si tratta di meravigliose grotte nel distretto di St Thomas con stalattiti e stalagmiti, ruscelli, laghi e cascate.

4. Algarve (+155% rispetto al 2017)
Chilometri di splendida costa: è Algarve, la regione più a sud del Portogallo.
Da non perdere: ad Algarve si ha l’imbarazzo della scelta tra i tour gastronomici alla scoperta dei prodotti e dei vini del territorio, in particolare le pregiate varietà di Vinhos Verdes e Vinhos Verdes Alvarinho.

5. Mozambico (+150% rispetto al 2017)
Nel 2019 dedicatevi ad un viaggio nell’Africa più autentica volando in Mozambico.
Da non perdere: Maputo, dove moderni grattacieli convivono con l’architettura coloniale.

6. Turchia (+100% rispetto al 2017)
Dalla Basilica di Santa Sofia di Istanbul, ai siti archeologici: impossibile resistere al fascino della Turchia.
Da non perdere: vedere l’alba dalla mongolfiera, tra i camini delle fate di Goreme, in Cappadocia.

7. Polonia (+96% rispetto al 2017)
Destinazione ideale per ogni momento dell’anno, dai city break alla settimana bianca.
Da non perdere: le miniere di sale di Wieliczka, al cui interno si trova anche una stazione termale con un centro benessere sotterraneo, dove praticare trattamenti per le vie respiratorie.

8. Egitto (+90% rispetto al 2017)
Pronti per un salto indietro nel tempo di 5mila anni? In Egitto sarà difficile distinguere tra mito e storia.
Da non perdere: un giro nel coloratissimo mercato di Assuan, famoso per la produzione artigianale delle essenze e dove si trovano pietre preziose o altri oggetti unici.

9. Turkmenistan (+67% rispetto al 2017)
Tra le sorprese dei Travel Trends 2019 individuati da Volagratis.com spunta il Turkmenistan, per viaggiare in posti insoliti e lontani dal turismo di massa.
Da non perdere: a Karakum c’è la Porta dell’Inferno, un enorme cratere incendiato, causato da una perforazione effettuata durante gli scavi per cercare petrolio.

10. Perù (+41% rispetto al 2017)
Cominciate ad allenare le gambe per scalare la catena delle Ande!
Da non perdere: una passeggiata lungo la spettacolare Vinicunca, la Montagna Arcobaleno con rocce colorate a strati con i sette colori dell’iride.

11. Caucaso (+30% rispetto al 2017)
Tra Asia ed Europa, tra montagne e Mar Caspio: quella del Caucaso è una regione ricca di tradizioni e culture che si fondono tra loro.
Da non perdere: l’area archeologica di Gobustan, dove sono state individuate 60.000 incisioni rupestri.

12. Giordania (+20% rispetto al 2017)
I selvaggi paesaggi di Wadi e l’antica città di Petra sono solo alcuni dei motivi per i quali la Giordania conquisterà tutti i viaggiatori del 2019.
Da non perdere: la cittadella di Al-Karak, il più importante castello della Giordania: domina la città di Al-Karak e la valle del Giordano.
RIPRODUZIONE RISERVATA © Copyright ANSA

Rai e Mibac per i Siti Unesco, la bellezza diventa virale

Villa Adriana a Tivoli © ANSA

ansa
 Le torri di San Gimignano, grandiosi "grattacieli del Medioevo", che la storia ha tramandato fino a noi; le architetture di Villa Adriana, a Tivoli, nelle quali l'imperatore filosofo rivedeva la sua città ideale; la città di Matera con i suoi sassi, che ne fanno una "capitale mondiale del mondo contadino".
Arriva in tv, in pillole di documentario da oggi in onda su Rai3 e Rai Storia, ma anche con cinque lunghi speciali di approfondimento sempre su Rai Storia, la bellezza dei 54 siti italiani che l'Unesco ha riconosciuto patrimonio dell'Umanità. Immagini, musica e testi originali Rai per un progetto ambizioso e complesso, portato avanti di concerto con il ministero della cultura, che punta "a far conoscere anche agli italiani lo straordinario patrimonio di arte, cultura, saperi e paesaggi d'Italia", spiega presentando la campagna l'ad di Viale Mazzini Fabrizio Salini, che si dice pronto a "sperimentare anche su altri terreni" un impegno che definisce con orgoglio "da vero servizio pubblico". La sollecitazione è arrivata dal Mibac, impegnato in questi mesi, chiarisce accanto a Salini il sottosegretario Lucia Borgonzoni, nella battaglia per non perdere il primato da sempre esibito nella lista Unesco. "La Cina con 53 siti ci tallona, ci spiacerebbe proprio essere superati", incalza il sottosegretario leghista che si augura di vedere i filmati Rai "sugli schermi di Ferrovie dello Stato e nelle scuole". Anche per questo, racconta, l'impegno del ministero su questo fronte "è stato rafforzato" con la squadra del Mibac ("che speriamo di poter far crescere presto con le nuove assunzioni") impegnata "a dare indirizzi chiari" alle comunità che lavorano sui vari progetti e a "lavorare in sinergia".
Ma per proteggere con efficacia i nostri siti e "valorizzarli al meglio, bisogna innanzitutto conoscerli", sottolinea il sottosegretario. Da qui l'idea, fa notare il direttore di Rai Cultura Silvia Calandrelli, di puntare - accanto agli speciali di 50 minuti già confezionati guardando anche al mercato estero - "su un formato particolare, con mini film di due o tre minuti, perché volevamo rendere la bellezza virale". In tutto 54 piccoli docu da mandare in rete ogni giorno su Rai3 alle 16, prima di Geo, e poi il sabato alle 11, la domenica alle 10.30, oltre che tutti i giorni in prima serata su Rai Storia alle 21.10. Uno sforzo al quale si aggiungono pillole da 15 secondi per le altre reti generaliste, visto che per il momento il prodotto non andrà in prima serata su una rete generalista. Ma tant'è: nel pacchetto della campagna ci sono anche cinque veri e propri film, in onda dal 26 novembre al 24 dicembre ogni lunedì alle 21.10 su Rai Storia, con un racconto più lungo, in questo caso organizzato intorno a un singolo tema, dall'"L'ozio del potere", che conduce il telespettatore in un viaggio tra le ville, le delizie, i sollazzi reali (dalla romana Villa Adriana alle Ville Medicee, da Oplontis alle Residenze sabaude) ai "Paesaggi Culturali", ovvero quelli rimaneggiati dall'uomo, come succede con i vigneti del Piemonte, le agricolture della Val d'Orcia, il Cilento, le Cinque Terre. Dai "Luoghi di scambio interculturale" (come la Villa del Casale di Piazza Armerina ma anche i percorsi arabo normanni di Palermo o i monumenti paleocristiani di Ravenna). E ancora, dai "Siti Naturali" (dalle Dolomiti alle Eolie o le Faggete secolari) agli "Elementi del patrimonio immateriale", come l'Opera dei pupi, la Falconeria, la pizza. Obiettivo far conoscere, stimolare la curiosità, far venire anche agli italiani la voglia di partire alla scoperta. "Il primo sforzo da italiani è essere orgogliosi della nostra storia e del nostro patrimonio".

Viaggio nell'arte di tutto il mondo Bellezza e diversità insegnate ai bambini, da preistoria a oggi

Viaggio nell'arte © ANSA


ROMA - Le pitture rupestri di 35000 anni fa nelle grotte di arenaria di Nawarla Gabarnmang in Australia; i geroglifici dell'antico Egitto; Atene come culla della democrazia e la grandezza dell'Impero Romano. E poi il Rinascimento a Firenze e il fermento culturale di Timbuctù; l'Impressionismo francese a fine '800, l'opera d'arte totale dei primi del '900 a Vienna e la cultura rivoluzionaria degli anni '20 in Russia, la scena del jazz newyorchese negli anni '50 e la caduta del muro di Berlino.
E' una lunga e sorprendente avventura nella creatività il libro per bambini e ragazzi"VIAGGIO NELL'ARTE DI TUTTO IL MONDO E DI TUTTI I TEMPI" DI AARON ROSEN (GALLUCCI, PP.144, 18.70 EURO). In 30 tappe, l'autore racconta con un linguaggio fresco e semplice i momenti principali dell'arte attraverso l'evolversi delle epoche, dagli albori dell'uomo ai giorni nostri, incontrando popoli e civiltà. A spingere Rosen ad affrontare un'impresa così ambiziosa la convinzione che "qualunque cultura in qualunque epoca merita di essere studiata" e che quello proposto nel libro è solo uno dei tanti possibili itinerari da compiere per scoprire il mondo dell'arte, ricordando che ogni opera non è mai slegata dal contesto che l'ha prodotta. Accanto al racconto accattivante della storia di culture, movimenti artistici, monumenti e grandi personaggi, non mancano piccoli flash su ideologie, politica e religione e intersezioni con altri linguaggi, come il cinema, la letteratura, la musica e l'architettura.
A colpire occhi e immaginazione ci pensano poi le illustrazioni di Lucy Dalzell insieme alle fotografie delle opere d'arte, dal David di Michelangelo al Fregio di Beethoven di Klimt, mentre i termini più difficili sono spiegati in un glossario a fine libro. In questo lunghissimo e appassionante viaggio, i più piccoli avranno a disposizione una vera miniera di informazioni ma anche di meraviglie: potranno rendersi conto di quanta bellezza, diversità e profondità di pensiero sono state prodotte nella storia dell'umanità, dalla preistoria a oggi. Un patrimonio a portata di mano che aspetta solo di essere scoperto, non soltanto sui libri però: l'invito di Rosen è infatti quello di ammirare l'arte dal vivo, viaggiando il mondo in lungo e in largo, armandosi di curiosità e magari di matita e quaderno, per disegnare e portare la bellezza sempre con sé.
ansa

Il rito del tè nel mondo dalla Cina all’Inghilterra



ansa
ISTANBUL - Salato, freddo, con foglie di menta, con cardamomo o con anice stellato: ci sono mille modi per bere il tè, bevanda ricavata dall’infuso di foglie di Camellia sinesi Kuntze con l’aggiunta di spezie, erbe ed essenze. Nata nel III secolo nella Cina meridionale è la bevanda più conosciuta e popolare al mondo, soprattutto in Oriente dove originariamente veniva preparata con foglie cotte a vapore, pestate in un mortaio e ridotte a un panetto che veniva poi bollito con riso, zenzero, sale, buccia di arancia, spezie, latte e a volte cipolle. Nei secoli la bevanda si è diffusa con ingredienti e modi diversi di prepararla: ogni Paese, infatti, ha un modo riconoscibile di degustarla, spesso con cerimonie e riti tradizionali che meritano di essere conosciuti. Ed’ proprio dalla Cina che partiamo per un viaggio intorno al rito del tè.
Secondo un’antica leggenda l’uso del tè venne scoperto nel 2737 dall’imperatore cinese Shen Nung, a cui cadde incidentalmente una foglia di tè in una tazza d’acqua calda. Da allora il tè divenne una bevanda popolare e diffusa, accompagnata da un rito molto suggestivo che si chiama Gongfu Cha. E’ un modo raffinato di servire il tè seguendo regole precise: si riempie metà teiera in ceramica di foglie di tè, si versa acqua calda sulle foglie e dopo qualche istante si getta la prima infusione su un vassoio di legno dotato di un serbatoio; quindi si ripete l’operazione gettando acqua bollente sulle foglie già ammorbidite e si sorseggia il tè come un liquore in minuscole tazze di ceramica sottile, quasi trasparente. Generalmente si ripetono fino a 6 operazioni sulle stesse foglie di tè e ogni infusione risulta diversa dalla precedente; gli intenditori amano in modo particolare la seconda e la terza, perché risultano essere le più equilibrate. In Cina le varietà di tè sono tantissime, anche se quella verde è la più diffusa: il Long Jing è senza dubbio il miglior tè, apprezzato per il suo carattere tostato e il sapore fruttato, mentre il Pi Lo Chun è una varietà molto rara, prodotta da germogli lanuginosi e da giovani foglie che si trovano solo nelle montagne del Dong Ting. Sono popolari anche la varietà ai fiori di ibisco, giglio e gelsomino, profumatissima e dall’aroma delicato.
Ancor più affascinante è la cerimonia del tè che si fa in Giappone: la Chado o Cha no yu, un rito secolare influenzato dal Buddismo Zen, codificato da Sen no Rikyu, famoso maestro del tè, che ha dato vita a una vera arte meditativa basata sui concetti di armonia, rispetto, purezza e tranquillità. La raffinata cerimonia, sviluppata nel corso del XV secolo, si svolge all’interno di piccoli edifici di legno situati in giardini ricchi di acqua e di rocce, e coinvolge sia chi prepara il tè sia gli ospiti, che seguono precise regole di abbigliamento e di etichetta. La casa del tè, infatti, comprende una sala da cerimonia, una stanza per la preparazione e una piccola sala d’attesa. Per il rito, che tradizionalmente dura 4 ore, si usano la ciotola chawan, il contenitore chaire, il frullino di bambù chasen e il dosatè di bambù chashaku. Nella prima parte viene servito un pasto leggero di sette portate e nella seconda si servono il tè denso koicha e quello più leggero usucha; in questa seconda parte il maestro del tè lava il frullino e la tazza e li asciuga lentamente con un fazzoletto, quindi prende il contenitore del tè, preleva la polvere di tè verde, e versa un mestolo d’acqua bollente in una ciotola e lo mescola con il frullino fino a ottenere una schiuma finissima, chiamata “schiuma di giada”. Mentre il cerimoniere mette la ciotola vicino al braciere con il bollitore dell’acqua, l’ospite si avvicina con un inchino e prende la ciotola mettendola sul palmo della mano sinistra e dopo aver bevuto un sorso, pulisce il punto della tazza da cui ha bevuto e passa la ciotola ad altri ospiti. Tra le tante varietà di tè, la più diffusa in Giappone per la tradizionale cerimonia è la matcha, polvere di tè verde nota per le sue proprietà antiossidanti; le altre sono il bancha, profumato e digestivo, e il sencha, perfetto per accompagnare il sushi.
Restando in Oriente, in Tibet si beve il Po Cha, tè nero Pemagul con burro e sale, raccolto in grandi termos colorati. I tibetani amano mescolare una noce di burro di yak, sale, zenzero e latte alle foglie di tè sminuzzate, macerate e versate poi nell’acqua bollente. L’uso insolito del grasso è quasi un’esigenza per la popolazione che vive in alta quota e deve affrontare le rigidissime temperature dell’Himalaya.
Il tè delle 5 del pomeriggio è il rito più diffuso e popolare tra le tradizioni britanniche: ogni giorno in Gran Bretagna si bevono 120 milioni di tazze. Citato per la prima volta nel 1660, il tè è diventato una consuetudine pomeridiana, grazie alla settima duchessa di Bedford che nel XIX secolo la fece diventare una vera istituzione. Il rito dell’afternoon tea venne subito accompagnato da regole di etichetta e dalla nascita di accessori e utensili, come le scatole in cui conservare le foglie fragranti, gli infusori, le zuccheriere, le lattiere, le teiere e i servizi da tè in porcellana o d’argento. Per accompagnare il tè, sono nati dolci alla marmellata, piccoli sandwich come quelli famosissimi al cetriolo, muffin e crumpets, succulenti frittelle. Oggi il rito del tè pomeridiano è presente in ogni famiglia inglese anche se la bevanda viene consumata a ogni ora, quasi sempre accompagnato dal latte. La preparazione del tè segue cinque regole, adatte alla varietà più diffusa in Inghilterra, quella nera in foglie spezzate, una miscela proveniente da Ceylon e dall’Africa: si riscalda la teiera con acqua bollente, si aggiunge un cucchiaino di tè per persona più uno per la teiera, si versa l’acqua calda sulle foglie e si tiene in infusione da tre a cinque minuti; infine si mescola e si serve.
In Marocco la cerimonia del tè è una parte imprescindibile della cultura dell’ospitalità nordafricana: ovunque, nei locali o per strada, si assiste al bellissimo rito del tè verde cinese Gunpowder, fresco e dissetante, un’aromatica miscela di foglie di menta e addolcita da 5 zollette di zucchero. Rifiutare un bicchiere di tè, in Marocco, è una vera offesa all’ospitalità locale. La tradizione del tè caldo marocchino è legata alla cultura nomade dei beduini, che da secoli utilizzano questa bevanda per dissetarsi e far fronte agli sbalzi termici delle regioni desertiche. La cerimonia Atay Naa Naa è accompagnata da gesti lenti e ben calcolati che generalmente il capo famiglia svolge a fine pasto o durante la giornata in alti bicchieri decorati posti su un grande vassoio cesellato. Nella preparazione si mette un po’ di tè verde in due teiere di metallo dalla forma panciuta e con un lungo beccuccio, i Barrad; poi si aggiunge una tazza di acqua bollente e si versa in un bicchiere che si tiene da parte, errouh o anima del tè. Quindi si versa di nuovo acqua bollente nella teiera e si risciacquano le foglie per toglierne lo sfondo amaro; in ogni teiera si aggiungono foglie di menta, un grosso pezzo di pan di zucchero, l’anima del tè e l’acqua bollente. Dopo pochi minuti di infusione, si mescola l’infuso, lo si passa in un bicchiere e poi di nuovo nella teiera; dopo averlo assaggiato, si alza la teiera ad almeno un metro dai bicchieri e si versa il tè da offrire agli ospiti. Il tè viene accompagnato da squisiti dolci e generalmente viene offerto in tre bicchieri. I nomadi del deserto, invece, usano per il rito piccole teiere in metallo smaltato, riempite di foglie di tè, acqua e zucchero.
La tradizionale teiera in Russia è il samovar, letteralmente “che bolle da sè”: inventato agli inizi del Settecento, è un grande bollitore, simile a una caldaia, che contiene diversi litri d’acqua per la preparazione del tè. Spesso nei romanzi veniva descritto come fonte di calore attorno al quale la famiglia si riuniva e come momento di convivialità. Viene ancora usato, soprattutto nelle zone rurali, ma se un tempo un pezzo di carbone di legna veniva acceso nella parte centrale del samovar, oggi è elettrico con un concentrato di tè nella parte superiore e un termostato che regola la temperatura dell’acqua a seconda dei diversi tipi di miscela. Quando l’acqua comincia a bollire viene versata da un piccolo rubinetto sul profumatissimo concentrato di foglie di tè, preparato nella piccola teiera collocata al di sopra del samovar. Il tè viene bevuto zuccherato in tazze o bicchieri con sottopiatti e, secondo un’antica tradizione, si beve tenendo una zolletta di zucchero tra i denti e sorseggiando la bevanda.
Il tè in India si chiama chai e si beve arricchito con cannella, cardamomo, pepe nero e chiodi di garofano e addolcito con latte caldo e zucchero, talvolta con zenzero fresco grattugiato. E’ probabilmente la bevanda più diffusa, introdotta dagli inglesi agli inizi dell’800, e si consuma caldissima in bicchierini di vetro, altre volte in ciotole di terracotta, nelle case, nei locali e persino per strada. D’altronde l’India è con la Cina uno dei produttori mondiali maggiori di tè, in particolare di masala chai, un tè nero aromatizzato con spezie. In realtà la pianta del tè era presente nel Paese da millenni, ma l’infuso di foglie veniva usato solo come medicinale; dal 1830 gli inglesi lo diffusero come bevanda e soprattutto lo resero uno dei prodotti più redditizi dell’economia coloniale del Regno.
Anche in Turchia il tè è una bevanda molto diffusa: il cay, tè nero dal gusto e dall’aroma forti proveniente dalle regioni del Mar Nero, viene servito in bicchieri decorati a forma di tulipano. Anche la teiera è particolare e decorata: è divisa in due e dalla parte superiore il tè scende verso il basso dove viene diluito con acqua bollente.
In Sudamerica, soprattutto in Argentina e in Uruguay, la bevanda più diffusa è il mate, un infuso di foglie, seccate e sminuzzate, con un procedimento simile a quello del tè. Il consumo di mate è un rito quotidiano: si beve caldissimo, sorseggiandolo da una cannuccia di metallo infilata in un fiaschetto a forma di zucca dopo i pasti o durante la giornata.

EICMA, IL SUCCESSO DELLA 76ª EDIZIONE CORRE ANCHE SUL WEB

Il presidente Dell’Orto: “La qualità dei contenuti digitali prodotti conquista sempre più utenti ed è un servizio per le aziende che espongono”



Milano, 14 nov. – Il successo di EICMA 2018 conquista anche la rete. La settimana milanese più importante al mondo per gli appassionati delle due ruote non è stata scandita solo dal numero di anteprime presentate, padiglioni attraversati e prodotti toccati con mano, ma anche dalla quantità di emozioni digitali suscitate. La 76ª Edizione dell’Esposizione Internazionale Ciclo, Motociclo e Accessori, chiude infatti i battenti a Fiera Milano-Rho con numeri record anche sul web.

Nei giorni di EICMA l’ufficio stampa e la redazione on line hanno scattato 10mila foto, girato oltre 47 ore di filmati prodotti in sei stazioni di editing, pubblicato sul sito web dell’evento espositivo 160 news, diffuso 15 comunicati stampa istituzionali, editato 52 footage video degli stand e percorso oltre 250 km all’interno del quartiere fieristico. Contenuti che anche attraverso le piattaforme social e digital ufficiali hanno raggiunto tantissimi appassionati ed addetti ai lavori. Sono infatti più di 900mila le visite al sito eicma.it e oltre 20mila i download dell’applicazione dedicata. E a stupire sono anche i numeri che riguardano l’attività sui canali social di EICMA: 1,3 milioni di utenti raggiunti e oltre 6,4 milioni di visualizzazioni dei post su Facebook e più di 850mila impression su YouTube, con 200mila minuti di visualizzazioni e quasi 58mila spettatori unici.

Grande successo anche per il canale Instagram, che durante la manifestazione ha fatto segnare un più 72% nel numero di follower, raggiungendo con le immagini e i video postati oltre 750mila persone e totalizzando circa 2,5 milioni di impression. Una tendenza confermata anche dalla popolarità ottenuta attraverso più di cento stories pubblicate sul social network di proprietà Facebook, che hanno totalizzato quasi un milione di impression.


“I social, e più in generale la rete, non solo hanno reso globale la competizione per coinvolgere nuovi utenti, ma – ha commentato il presidente di EICMA Andrea Dell’Orto - sono stati al contempo causa ed effetto dell’affermazione di un pubblico di appassionati sempre più esigente, che siamo riusciti ad ingaggiare e conquistare con la qualità dei contenuti prodotti. Approcciare il web con la qualità è una sfida avvincente e rappresenta un vantaggio anche per le imprese che scelgono EICMA per esporre i loro prodotti. Il successo digitale di questa edizione ci riempie di soddisfazione, perché segniamo un'altra tappa importante nel potenziamento della nostra strategia digitale”. 

Enit, Italia al top per le presenze extra Ue 'Leonardo Da Vinci "vende come Nike", valorizzare Dante'


Turismo italiano continua a mietere successi anche grazie a grandi assi nella manica come Leonardo da Vinci, Dante e Raffaello. L'Italia è al primo posto tra i Paesi dell'area Schengen per presenze di provenienza extra Ue (+8,3% sul 2016) e in seconda posizione, nella stessa area, per presenze estere totali nel 2017. Le notti internazionali, pari a 124 milioni, crescono del 2,3% nei primi 7 mesi 2018 sull'anno precedente.

    Anche la spesa turistica di provenienza estera, circa 23 miliardi, aumenta del 4,9% sempre considerando gennaio-luglio 2018 rispetto al 2017. A scattare la fotografia sul turismo internazionale in Italia è l'Enit al World Travel Market di Londra, dove l'Agenzia Nazionale del Turismo è intervenuta insieme a 16 regioni più Roma Capitale, 1500 operatori.
    L'Italia per il prossimo triennio punta sulla crescita a valore e sulla sostenibilità e sulla campagna #cherishItaly, live in the moment, protagonista in questi giorni a Londra, che invita ad accarezzare ciò che il nostro Paese ha da offrire.
    Il pubblico inglese in particolare può essere definito un cliente affezionato all'Italia: Veneto, Campania e Lombardia sono le prime tre scelte di viaggio per il turista inglese che predilige soprattutto permanenze in strutture ricettive alberghiere, alimentando quello che si conferma essere un flusso stabile.
    Wtm 2018 è stata anche occasione per Enit di presentare i primi risultati di uno studio sul potenziale dell'offerta turistica e culturale: dalle interviste agli operatori turistici emerge che i centenari di Leonardo, Raffaello e Dante sono tre grandi attrattori così come di tutti gli eventi, i luoghi, le opere ad essi collegati: Leonardo Da Vinci "vende come Nike", Dante da valorizzare maggiormente, Raffaello ancora da avvicinare ai sogni del turista internazionale. Grazie ai centenari si stima un aumento del 2% della spesa turistica in Italia.
    Nello stand italiano, uno dei più estesi e frequentati di tutta la manifestazione, c'è stato anche il lancio della Virtual Reality e di un evento all'interno della London National Gallery con visita guidata alla straordinaria mostra dedicata a Giovanni Bellini e Andrea Mantegna, alla presenza del direttore del prestigioso museo, l'italiano Gabriele Finaldi.
ansa

Ecco la nuova guida Londra al femminile

 © ANSA

TORINO - Un percorso fuori dalle rotte segnate da tutte le guide, uno sguardo 'dietro l'angolo' in una Londra che non è solo quella di Piccadilly, dello shopping in New Bond Street e degli spettacoli di Convent Garden. E' la nuova guida Londra al femminile della blogger alessandrina Elisa B. Pasino, pubblicata da Morellini Editore. Arriva dopo il fortunato 'New York al femminile' ed è stata presentata al Circolo dei Lettori di Torino.
    "Londra è la New York d'Europa, in cui trovi le innovazioni e i negozi e le belle case in mattoni e con le scale come nel Village e come nel Brooklyn, ma ce l'hai appena al di là della Manica, non dell'Oceano", osserva Pasino, direttrice del magazine I like. L'autrice ti accompagna tra negozi vintage e saloni di bellezza glamour, nei luoghi da selfie e in quelli 'imperdibili' come i dieci vecchi cinema. Con grande attenzione ai dettagli. Tra le curiosità l'ostello per sole donne, il pub in cui è stata ricostruita la casa di Bridget Jones e le location di Shakespeare in love. (ANSA).


L'autoritratto di Giotto in Esaù respinto da Isacco



Leonardo firmò la Gioconda nascondendo nel ritratto più enigmatico della storia l'iniziale del suo nome nonché la data di composizione del dipinto, il 1501, e addirittura l'intera scritta 'Gioconda'. Ma non fu il solo. Lo stesso usavano fare in quel secolo Giorgione e Raffaello. E quasi duecento anni prima anche Giotto riempiva i suoi affreschi di scritte celate, iniziali, cifre. Il segreto? Una tecnica di scrittura nascosta nata come sorta di incancellabile autentica delle opere e tramandata di bottega in bottega, forse come protezione dai falsi, per oltre 700 anni, tanto che la conoscevano e la praticavano persino Klimt e Picasso.
Da anni al lavoro sulla sua scoperta che nel tempo lo ha portato a mettere a punto un personale metodo di analisi, l'artista e studioso trevigiano Luciano Buso torna ora a Giotto, con una nuova rivelazione, questa volta su Esaù respinto da Isacco, grande affresco della Basilica Superiore di Assisi (misura 3 metri per 3) dai più attribuito al Maestro di Isacco e tradizionalmente datato tra il 1291 ed il 1295. Niente affatto, sostiene Buso che quell'affresco ha studiato palmo a palmo negli ultimi dieci anni: "L'autore è Giotto, che lo firmò nel 1315 e vi inserì, nascondendolo, anche un suo probabile autoritratto". Di queste scoperte Buso parlerà oggi in un convegno ad Assisi nella Domus Pacis Santa Maria degli Angeli dove illustrerà anche la sua teoria sulle firme e sulle figure celate nell'arte. Lo studio su Esaù respinto da Isacco, spiega, cominciò nel 2008-2009. Fu in quegli anni, racconta, che individuò il primo volto di un demone semi celato "tra le pieghe del lenzuolo rosso sotto il corpo di Isacco". Un anno dopo la pubblicazione dell'anteprima del suo studio una studiosa di gran nome, Chiara Frugoni, individuò il secondo demone con un corno, nascosto tra le nuvole nelle scene centrali del ciclo della Vita di Francesco nella Basilica di Assisi. Scoperte che si susseguirono con l'individuazione, firmata in questo caso da Giuliano Pisani, di una serie di volti celati nell'azzurrite di alcuni affreschi di Giotto nella Cappella degli Scrovegni. Le ultime scoperte di Buso riguardano invece l'affresco di Esaù, con l'individuazione della firma di Giotto (ce ne sono due, spiega, una estesa, "Giottus", e l'altra con le sue iniziali, GB per Giotto da Bondone). Alla quale si aggiungono le date, anche in questo caso due (1315 per esteso e 15), che posticipano di 25 anni la realizzazione dell'opera, e "moltissime figure aliene dalla scena principale rappresentata". Quanto a queste altre figure ritrovate, scrive Buso, "alcune rappresentano volti demoniaci con addirittura il corno, altre paiono rappresentare un re e una regina dell'epoca".
Ma non solo. Perché tra le tante figure "aliene", sostiene Buso, c'è un volto che sembra proprio essere un autoritratto di Giotto. "Si trova in alto a sinistra, proprio sopra la tenda con la fascia azzurra", dice, vicino alla grande data '15'. "Il volto reca a cappello la data e questo mi ha indotto a pensare che esso rappresenti qualcuno di importante, ritenuto dall'artista trecentesco degno di attenzione". Quel volto, sottolinea, sembra riportare "una certa somiglianza" con un ritratto di Giotto eseguito nel XVI secolo. E l'abitudine di nascondere un proprio piccolo autoritratto all'interno dell'opera, fa notare Buso, è una cosa che si ritrova in altri grandi, da Michelangelo a Giorgione. "La presenza del presunto autoritratto - argomenta lo studioso - andrebbe a modificare la storia dell'affresco di Esaù e insieme ad altri particolari sottolineati nella mia ricerca, suggerirebbe in modo definitivo che l'artista abbia dipinto l'affresco proprio all'interno della Basilica, cosa che in passato era stata messa in dubbio".
ANSA

EICMA: DUCATI, BREMBO E MIVV GLI STAND PIÙ BELLI DELLA 76° EDIZIONE


I tre brand italiani premiati ieri all’Alcatraz nella serata di EICMALAND dal Presidente Dell’Orto


Milano, 11 nov. – Il pubblico ha votato, e deciso: gli stand più belli della 76° Edizione dell’Esposizione Internazionale Ciclo, Motociclo e Accessori sono quelli di Ducati, Brembo e Mivv. Sono questi i vincitori del concorso “Visita EICMA 2018 e vota il tuo stand preferito, potrai vincere fantastici premi”, il web contest collegato al biglietto d’ingresso. Tre le categorie, suddivise per metratura degli stand - fino a 50 metri quadrati, da 51 a 199 mq e oltre i 200 mq – e, soprattutto, la volontà degli organizzatori di premiare la creatività e l’impegno delle aziende nell’allestimento dei loro spazi espositivi.

I tre brand hanno ricevuto il riconoscimento ieri sera all’Alcatraz di Milano direttamente dalle mani del Presidente di EICMA Andrea Dell’Orto nell’ambito di EICMALAND, il primo grande party dedicato alle due ruote. La notte di EICMA ha visto la partecipazione dei protagonisti dell’industria di settore, addetti ai lavori, ma anche tanto pubblico e appassionati intrattenuti dai dj set di Street Clerks, Djette e Dj Molella.

A ritirare i premi il direttore marketing di Ducati Patrizia Cianetti per la categoria oltre 200 mq, il direttore comunicazione di Brembo Simone Piattelli, da 51 a 199 mq, e il responsabile commerciale Italia di Mivv Gianluca Foglia, per la sezione fino a 50 metri quadrati.

A margine della serata il Presidente Dell’Orto ha ribadito “il grande significato di questo contest, perché rappresenta idealmente un tributo al lavoro di tutti gli espositori, oltre che alle tre importanti realtà del Made in Italy che hanno raccolto la maggioranza dei voti e degli apprezzamenti del pubblico”.
“La bellezza è di casa in EICMA – ha aggiunto Dell’Orto – qui trova la sua massima espressione e se oggi siamo il più importate evento espositivo per le due ruote è merito delle aziende che animano e riempiono questo grande contenitore di passione al mondo”.


Con le premiazioni del concorso, che darà la possibilità a tutti quelli che hanno votato di essere estratti per vincere tanti prestigiosi premi legati al mondo della moto, il party di EICAMALAND ha chiuso formalmente la settimana di RIDEMOOD, il palinsesto di eventi, collaborazioni ed iniziative che ha portato lo spirito di EICMA all’interno della città, contaminando le vie del capoluogo lombardo con la passione per le due ruote.