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Turismo enogastronomico: DiWine tra cibo, vino e moda per promuovere il Made in Italy

Le eccellenze della Regione Lazio protagoniste del nuovo format presentato in anteprima all’antica dimora Sublime La Villa di Roma. Prossime tappe in Francia e Marocco.

Cibo, vino, musica, moda e tutte le bellezze del Made in Italy, indiscusse eccellenze, attraverso esperienze multisensoriali e immersive che coinvolgono i cinque sensi, possono essere valorizzate almeglio creando benessere e sviluppo economico. È quanto propone DiWine Fashion, il nuovo format presentato in anteprima a Roma nell'antica dimora Sublime La Villa con un focus tutto incentrato sulle eccellenze artigianali della Regione Lazio. Le tappe successive saranno Francia e in Marocco ma sono previsti altri appuntamenti dedicati alle realtà regionali e all'intero sistema Paese.

Valeria Mangani e Sergio Grasso
«La nostra migliore produzione e l'Italian style se presentati in modo adeguato - ha detto Valeria Mangani, ideatrice del progetto e ceo di Italy Luxury - possono riuscire a mettere in moto una vera e propria economia delle emozioni alla cui crescita potrebbe contribuire in modo determinante il turismo. Basti pensare al vino, nostro ambasciatore nel mondo».

La presentazione del format a Roma
Il debutto romano dell'iniziativa ha coinvolto in uno spettacolare programma tutti gli ospiti e i loro sensi con un percorso emozionale di luci, colori, suoni e tableau vivant di modelle con abiti di Gai Mattiolo e della sartoria teatrale CostumEpoque. A stimolare il gusto sono stati i piatti selezionati per gusto e stagionalità abbinati ai vini del territorio laziale delle Cantine Coletti Conti (Anagni, Frosinone), Stefanoni (Montefiascone, Viterbo), Casale del Giglio (Agro Pontino, Latina) e Azienda Agricola San Lazzaro (Marta, Viterbo). Nell'aria si percepiva una dolce essenza al mosto d’uva fragola creata per l'occasione dal Laboratorio Olfattivo mentre l'atmosfera era resa ancora più suggestiva dalle contaminazioni musicali dalla vocalist Cinzia Tedesco. Accompagnata da Stefano Sabatini al piano e da Giovanna Famulari al violoncello, la cantante ha proposto arie d'opera verdiane e pucciniane riproposte in chiave jazz e tratte da Verdi's Mood e da Mister Puccini.

I vini del territorio sono protagonisti di DiWine
Nella conduzione del programma della serata-evento, Sergio Grasso, antropologo del gusto, ha affiancato Valeria Mangani. Dopo l'illustrazione degli ingredienti dei piatti, della loro origine e della storia familiare e professionale delle aziende vitivinicole, Grasso ha posto l'accento sulla percezione dei colori. «Il rosso e il giallo - ha detto - sono i più usati nei costumi e sui palcoscenici del melodramma perché messaggeri di emozioni che evocano l'amore, la passione, il sangue, il lusso, il potere e la ricchezza. Sono anche i colori con cui Verdi e Puccini - sublimi compositori ma anche impenitenti e raffinati gourmet - colmavano i loro calici e brindavano alla meritata fortuna delle loro opere. Tuttavia il colore non è l'unico legame tra l'opera lirica e il piacere della tavola, entrambi sublimi manifestazioni di creatività e buongusto».

DiWine Fashion vuole proporsi così, attraverso i nostri sensi, per valorizzare le nostre eccellenze e il patrimonio culturale ed enogastronomico su scala territoriale come appeal turistico. Soprattutto il segmento del turismo enogastronomico, stando ai dati Enit, muove 117 euro al giorno pro capite registrando il più alto tasso di crescita rispetto ad altre modalità di vacanza. Il dato è confermato dai tour operator esteri che riferiscono incrementi tra il 5 e il 10% rispetto al 2018. Anche i prodotti artigianali italiani non sono soltanto oggetti ma rappresentano la storia, la manualità e la passione di tanti e possono rappresentare una continua accelerazione economica perchè senza eguali nel mondo.
italiaatavola.net

Parigi. Mondrian prima dell'astrazione, cioè figurativo

Mistico e sognatore, iconoclasta poi nella tradizione protestante della “non rappresentazione” della realtà, al Museo Marmottan si studiano i suoi inizi e i suoi rapporti col realismo olandese
Piet Mondrian, "Mulino al tramonto" (1907-1908)
Piet Mondrian, “Mulino al tramonto” (1907-1908)
Avvenire
Secondo alcuni il “genio” degli olandesi è il loro pragmatismo. E il pragmatismo è funzionalità adeguata allo scopo col minimo costo. È efficienza, economia e ricchezza. La prima multinazionale al mondo fu olandese, la Compagnia delle Indie Orientali; con le loro navi gli olandesi governavano il commercio in gran parte del globo e fecero del Seicento un Secolo d’Oro, rispecchiandosi nei quadri dipinti dai loro pittori. Si sa anche che quella ricchezza era in parte sostenuta dalla tratta degli schiavi fra Africa e Americhe, e va nondimeno ricordato che le navi negriere degli olandesi erano le più confortevoli per gli schiavi: non per senso umanitario, ma per la ragione pratica che meglio alloggiava la mercanzia umana durante il viaggio in mare, meno ne morivano e quindi l’investimento economico era salvaguardato da perdite evitabili.
Detto questo, vedendo la mostra che il Museo Marmottan di Parigi – il Sancta Sanctorum di Monet – dedica alla pittura di Mondrian prima della svolta astratta e “neoplastica” (fino al 26 gennaio) mi sono venute in mente le immagini del Seicento olandese ma anche quelle di New York. Qui Mondrian trovò la morte nel 1944 per malattia, all’undicesimo piano di un ospedale. E qui aveva avviato una nuova fase della sua pittura di linee e zone colorate, come nel quadro NewYork City del 1942: un reticolo irregolare di linee gialle, rosse, blu, nere, su fondo bianco, e in Broadway Boogie-Woogie dipinto a cavallo tra il 1942 e il 1943, cui si aggiungono nel reticolo altri quadratini colorati.
Pensavo a New York anche se ora a Parigi non c’è, ovviamente, nessun quadro di quel periodo (o meglio, la mostra si chiude con la Composizione con grande piano rosso, giallo, nero, grigio e blu del 1921, dove già la svolta linguistica è compiuta). Qui si studiano gli anni che precedono la messa a punto del suo linguaggio canonico e di solito quando ancora un artista va cercando se stesso e la propria espressione, è lì che si possono scoprire opere che vivono di una libertà strana, mai più trovata dall’artista, perché siamo nel regno del “già e non ancora”. Per me sono due: L’albero grigio del 1911 e Composizione: alberi II del 1912-1913, dipinti dove si potrebbe dire, parafrasando un libro che ebbe qualche anno fa troppo successo per nulla, che assistiamo alla scomposizione di uno o più alberi in una orchestrata sinfonia di cinquanta sfumature di grigio. Gesto, segno, struttura, colore: c’è tutto, ancor prima che il cervello, l’occhio e la mistica visiva prendano il sopravvento nelle celebri griglie.
Disse una volta Gertrude Stein che Picasso divenne un grande colorista soltanto dopo aver affrontato una fase di pittura grigia, perché questo è il colore – o non colore – più difficile da dipingere. E sempre la Stein, in tutt’altro contesto, disse che gli americani erano i “materialisti dell’astratto”. E dove potrebbe prendere forma questa affermazione se non a New York, dove Mondrian finì i suoi giorni? Quella città-delirio che deve il suo miracolo – secondo Rem Koolhaas – alla famosa griglia ortogonale, che discende dalle centuriazioni romane, unita alla totale libertà di espandersi in altezza. Risultato? Congestione totale. Che significa da un lato sfidare il cielo (e la sua metafora: Dio), dall’altro porre davanti a tutto il denaro e la potenza. Un mito babelico e prometeico insieme.
Mondrian era cresciuto in una cultura calvinista, ma in un primo momento tende a separarse, per poi affermarla una volta raggiunta la completa sintesi della “non rappresentazione” (un tema che dura fin dall’iconoclasmo protestante, che ha a sua volta radici nelle dispute, anche sanguinose, dei cristiani del primo millennio). Il capitalismo è il pragmatismo economico aggiornato ai nostri tempi ma in definitiva perfettamente conciliabile con la mentalità olandese di ieri e di oggi (vedi i dibattiti delle associazioni olandesi pro-eutanasia come soluzione economica e pragmatica ovvero come distillato finale della mentalità capitalista di fronte ai costi di u- na popolazione sempre più anziana). La congestione, a un dato momento, trova anche le sue regole per la sopravvivenza. Perché penso a questo mentre a Parigi vogliono mostrare da dove Mondrian sia partito per arrivare all’astrazione e alla purezza della pittura?
Intanto si deve dire che questa esposizione è stata possibile perché il Museo francese ha trovato il consenso del Kunstmuseun Den Haag a prestare un gruppo cospicuo di opere della sua collezione, nata dall’iniziativa di Salomon B. Slijper. Come si capisce dal nome, Slijper era di origini ebraiche e negli anni divenne il più importante collezionista di Mondrian. Si deve dire, e lo stesso Mondrian lo ricorda a Slijper nelle sue lettere, che il pittore ebbe alcuni anni di vita grama, e per sbarcare il lunario andava al Rijksmuseum a dipingere copie dei quadri tipici del Secolo d’Oro.
Alcuni dipinti esposti datano dal 1891 (una Natura morta con lepre morta) al 1913, ma gli anni in cui Mondrian lotta per sopravvivere sono quelli fra il 1915 e il 1920, quando già è un pittore dotato di una tecnica molto solida e raffinata. Slijper lo aiuta e gli compra le opere “figurative”. Ma mentre lui si fa suo mecenate, Mondrian non ha riguardo a rivolgersi all’amico manifestando i propri pregiudizi antisemiti. Wietse Coppes e Leo Jansen ricordano nel catalogo della mostra che il padre di Piet era un seguace del pastore protestante e politico Abraham Kuyper, che scrisse pagine di profondo antisemitismo. Alla fine dell’Ottocento, quando il giovane Mondrian si forma, l’antisemitismo, pur senza la veemenza di altri paesi europei, era molto diffuso in Olanda, come una sorta di ossessione contradittoria «fondata su angosce a carattere religioso, sociale, economico o politico». Angosce che certamente Mondrian doveva ancora vincere dentro di sé, come si percepisce dello sguardo con cui si ritrae nel 1908 ripetutamente e, in quello stesso anno, nei ritratti di giovani donne che ci guardano con una fissità inquietante presa dentro colori dalla trasparenza di crisalidi.
Le prime opere di Mondrian sono nel solco del realismo lirico postimpressionista; ritratti e paesaggi dove già la pennellata si mette in luce per una propria forza strutturale e una ritmicità (come in Pascolo con vacche del 1902-1905 e Giovenca bianca e marrone nella campagna, 19041905). Il colore e la pennellata infatti hanno sempre in lui una prevalenza sul fattore emotivo, come nella bella tela del Bosco di salici sul fiume Gein del 1902-1904. La forza quasi informale dei questa pittura dice proprio una sorta di contemptus per la realtà nella sua apparenza: tutto deve trasfigurarsi in colore, luce, struttura, come La stazione Geinrust nella nebbia del 19061907, portando sulla tela il riverbero interiore dell’artista che vuole dissolvere le forme reali per riportarle a una manifestazione più vera, strutturale, profonda.
Dal 1909 in poi i quadri di Mondrian diventano sempre più squillanti di colori; la scomposizione abbraccia anche la tecnica puntinista, come nelle tele di chiese, fari, mulini, alcuni eseguiti nel soggiorno zelandese, ma è soltanto quando arriva a Parigi e frequenta il mondo delle avanguardie che capisce che se vuole raggiungere il punto più remoto della propria interiorità (una sorta di “origine”) deve rinunciare a tutto ciò che il mondo gli offre. Ormai la figurazione è soltanto il riflesso, il doppio insignificante della realtà. In Stazione a Duivendrecht del 1916, gli alberi e l’edificio specchiandosi sulle acque del fiume creano una continuità sulla tela con pause e ritmi ripartiti fra le due metà verticali del quadro che, a vedere bene, è già un progetto di scomposizione che aspetta solo di essere iconoclasticamente purificato nel segno.
da Avvenire

Fotografia. I santi nei "tabernacoli" di strada: così "vedono" il paesaggio

Al Mufoco di Cinisello Balsamo il progetto di arte partecipata “Tra cielo e terra” di Claudio Beorchia è un racconto del territorio lombardo visto dagli "abitanti" delle edicole votive

“Santi che guardano il lago”, Pietro Sala; - Museo di Fotografica Contemporanea, Cinisello Balsamo

da Avvenire
In Lombardia si chiama santella, in Toscana tabernacolo e marginetta, nel Veneto è capitello, in Piemonte pilone e in Emilia-Romagna maestà. E l’elenco potrebbe continuare scendendo per tutto lo Stivale: sono i termini che designano le edicole votive che ospitano immagini sacre – santi, Madonne, Crocifissi... – diffusi in tutta Italia. Immagini oggetto di sguardi: ma a loro volta cosa guardano?

«Nel 2014, durante una residenza in Sicilia, nel Val di Noto, cercavo un modo diverso per raccontare il territorio. Passeggiavo per le vie e mi sono reso conto di sentirmi un po’ osservato da santi in decine di nicchie. Ho provato a mettere la fotocamera davanti ai loro occhi, e ho capito che non osservavano me ma il paesaggio che avevano di fronte».

A raccontarlo è l’artista Claudio Beorchia, che dall’esperienza ha creato un progetto (“Di fede osservante”) sviluppato anche in altre zone d’Italia e che si è poi evoluto in “Tra cielo e terra”, progetto di fotografia partecipata a cura di Matteo Balduzzi presentato fino al 1 marzo al Museo di Fotografia Contemporanea (Mufoco) di Cinisello Balsamo.

Grazie al coinvolgimento di nove musei sparsi su tutto il territorio lombardo, è stato rivolto l’invito a fotografare il paesaggio lasciando da parte il proprio “estro” ma mettendosi dal punto di vista dei santi. Tra maggio e settembre scorsi hanno risposto all’appello quasi trecento persone, che hanno inviato le immagini di 2.911 santelle: «Una risposta che ha superato ogni nostra aspettativa – commenta Balduzzi, impegnato da anni con il Mufoco in importanti progetti di arte pubblica – Il successo, a nostro avviso, ribadisce quanto un certo tipo di arte sia ancora capace di affrontare in modo semplice e giocoso questioni universali e testimonia una volta di più l’esistenza di una domanda di spazi di riflessione e sperimentazione estranei alle logiche di mercato e di consumo, anche soprattutto da parte di cittadini che vivono in territori sempre più esclusi da quell’accumulo di capitale, opportunità e sapere che si concentrano nelle grandi aree metropolitane».

Enit all'estero / Usa

ENIT USA
L'Italia a Times Square
Fino a metà gennaio saranno proiettate su maxi schermi a Times Square a Nyc le immagini della campagna pubblicitaria sull’Italia, “A Beauty to Treasure”, #treasureitaly.  Diciotto ore al giorno per un tuffo nell'Italia con immagini iconiche di una Penisola da sogno. Le immagini dei filmati proiettati sullo schermo gigante della torre Nasdaq e quello sottostante Thomson Reuters, sull’angolo north Ovest di Times Square, saranno visibili nel periodo di maggior flusso turistico, quello delle festività natalizie, fino al 15 gennaio, incluso Capodanno, durante la diretta TV dell’ultimo dell’anno.

ENIT USA porta media italiani in America con la Regione Piemonte 
ENIT USA collabora con la Regione Piemonte, Langhe, Monferrato, Roero all'organizzazione di due educational per promuovere lo slow tourism nella Regione del Barolo e Barbaresco patrimonio mondiale dell'Unesco sul mercato USA attraverso l’esperienza diretta di operatori e stampa di settore. Cucina tipica locale, ospitalità di lusso e Spa sono stati sperimentati nei quattro giorni di permanenza. Gli ospiti hanno apprezzato tradizioni e cultura delle destinazioni storiche visitate: Acqui Terme, Asti, Casale Monferrato, Alba, Museo del Vino a Barolo e hanno assaporato cibi e vini pregiati serviti in ristoranti e moderne osterie.

PROSSIME FIERE ENIT

ENIT si prepara ad una prossima stagione densa di appuntamenti, fiere e workshop. L'Agenzia Nazionale del Turismo sta portando l'Italia nel mondo grazie alla partecipazione alle principali fiere di settore e all'organizzazione di incontri, eventi e scambi trade. 

Enit / VOLARE A NATALE PER CREDERE ALLA BELLEZZA DEL BEL PAESE

VOLARE A NATALE PER CREDERE ALLA BELLEZZA DEL BEL PAESE
I turisti stranieri approfitteranno del periodo natalizio per testare la bellezza e lo stile di vita italiano. Da Natale all’Epifania i cieli del Bel Paese saranno melting pot: è previsto un picco infatti degli arrivi aeroportuali internazionali con un +4,6% rispetto al 2018. A far rotta sulla Penisola soprattutto Stati Uniti (+3,1% sul 2018), Russia e Francia che rappresentano insieme circa il 30% del totale flussi. Il Made in Italy suscita curiosità e i turisti si godono 2 settimane.

Luoghi e Cammini di Fede pubblicazione dell'Ufficio CEI per la Pastorale del Turismo

L'Ufficio per la Pastorale del Turismo della Conferenza Episcopale Italiana ha dedicato in questi giorni all'ospitalità religiosa l'ultimo numero del periodico "Luoghi e Cammini di Fede": contiene molti interventi di estremo interesse.

Potete scaricare il periodico usando il tasto arancione qui di seguito.

Leggi "Luoghi e Cammini di Fede"



oppure usando il link https://turismo.chiesacattolica.it/wp-content/uploads/sites/24/2018/10/02/LUOGHI_E-CAMMINI_28_Ospitalita.pdf

segnalazione web a cura di Turismo Culturale

ENIT ALL'ASSEMBLEA UNPLI


Enit all'Assemblea nazionale delle Pro Loco aderenti all’Unpli, “Pro Loco, una rete al servizio delle comunità" tenutasi a Roma in questi giorni. All’appuntamento hanno aderito oltre 400 delegati in rappresentanza delle 6200 Pro Loco italiane; fitto il programma di lavori: oltre 30 i relatori, con esponenti del mondo delle istituzioni, del turismo, della cultura e del terzo settore. Impegnate tutti i giorni nella promozione dei territori, nella salvaguardia del patrimonio immateriale culturale e nella valorizzazione dei prodotti tipici, le Pro Loco contano circa 600mila volontari e sono presenti capillarmente nel territorio italiano.

ENIT ALL’ILTM A CANNES: IL FUTURO E’ DEI VIAGGI DELLA RIGENERAZIONE PSICO-FISICA


Enit-Agenzia Nazionale del Turismo italiana ha preso parte alla Iltm di Cannes dal 2 al 5 dicembre con gli operatori del settore e le Regioni per promuovere le magnificenze del Bel Paese. Si tratta dell'unico evento globale dedicato all'industria dei viaggi di lusso che offre ai buyer di viaggi una collezione senza pari di esperienze turistiche internazionali. 

TURISMO DIFFUSO: ECCO L’IDENTIKIT DEGLI OLTRE 45MILA VIAGGIATORI DI 164 PAESI CHE NEL 2019 HANNO SCELTO L’ACCOGLIENZA DIFFUSA PER VISITARE IL NOSTRO PAESE


Comunicato stampa
TURISMO, ACCOGLIENZA DIFFUSA: ECCO L’IDENTIKIT DEGLI OLTRE 45MILA VIAGGIATORI DI 164 PAESI CHE NEL 2019 HANNO SCELTO L’ACCOGLIENZA DIFFUSA PER VISITARE IL NOSTRO PAESE.
Italianway, la start up prop-tech che chiude il 2019 con 26mila prenotazioni gestite (130mila notti vendute in tutta Italia) e un turn over di 15 milioni, rende noti i numeri inediti sull’incoming e l’identikit dei viaggiatori accolti (età media, spesa media e notti prenotate): i più anziani gli Scandinavi (età media 62 anni), i più giovani i Sudamericani (età media 29 anni); quelli che hanno speso di più dal Kuwait (3.500 euro in media per prenotazione).
Scarantino, Founder, e Celani, AD: “Centrati gli obiettivi ambiziosi che ci eravamo prefissati ad inizio anno e vinto scommesse strategiche come il lancio del Progetto Partner, con 40 destinazioni attivate in tutta Italia, che sta conquistando sempre più proprietari e imprenditori del turismo”.
Da sinistra il Founder Italianway Davide Scarantino e l'AD Italianway Marco Celani

Milano, 20 dicembre 2019
È un vero e proprio anno d’oro quello che sta per chiudersi per Italianway (https://www.italianway.house/) che nel 2019 ha portato in tutta Italia, con il primo franchising del vacation rental lanciato a livello nazionale, il suo modello operativo ben strutturato sperimentato con successo in quattro anni di attività su Milano, in cui è diventata rapidamente la prima azienda di property management grazie ad un Team di 100 professionisti (dal Booking al Revenue, dal Customer all’Home staging, dalla Fiscalità alla Contrattualistica) e alla piattaforma software sviluppata internamente a disposizione di proprietari e dei partner del network

L’azienda fondata alla fine del 2014 da Davide Scarantino, Direttore Commerciale, e guidata dall’AD Marco Celani ha gestito quest’anno un volume di prenotazioni senza precedenti, ben 26mila, vendendo 130mila notti (di cui 9 mila fuori Milano ed in soli sette mesi, a partire da maggio 2019 quando sono andate on line sul portale di prenotazione diretta Italianway le prime destinazioni attivate in tutta Italia con il “Progetto Partner”) a 45mila viaggiatori provenienti da ben 164 nazioni.

Numeri record che consentiranno ad Italianway di chiudere il 2019 con un forecast di 15 milioni di turn over ad un tasso di crescita del +30,6% rispetto al 2018.

DATI INCOMING E IDENTIKIT VIAGGIATORI ITALIANWAY NEL 2019
Dalla piattaforma software sviluppata internamente con un investimento di oltre due milioni e mezzo di euro, l’Ufficio Studi di Italianway ha estratto dati ed informazioni inedite che ci restituiscono uno spaccato autentico ed inedito del turista che viaggia alla “italian way”.

L’azienda, che in primavera ha portato il suo progetto di ospitalità diffusa in tutto il Paese, ha accolto negli oltre 700 immobili gestiti quest’anno 45mila ospiti per un volume di 26mila prenotazioni (130mila notti vendute).

Si tratta di viaggiatori con età media 38 anni, con le donne leggermente più giovani degli uomini (37 a 39 anni) ed una proporzione sostanzialmente identica (51% a 49%) a favore degli uomini. In generale i viaggiatori più anziani, con una media di 62 anni, arrivano dai Paesi scandinavi mentre i Sudamericani sono i più giovani, con una media di 29 anni.

LE DIECI NAZIONALITÀ PIÙ RAPPRESENTATE E CHI SPENDE DI PIÙ
I viaggiatori Italianway provengono da ben 164 Paesi del mondo: gli Italiani rappresentano il 42% degli ospiti (in calo del 9% rispetto al 2018 visto che le aperture in 40 località italiane oltre Milano hanno innescato un maggiore afflusso di viaggiatori per lo più stranieri). A seguire, in ordine decrescente, Russi (6%), Francesi (4,54%), Americani (3,78%), Tedeschi (3,71%) e Britannici (3,35%) in netto calo, causa Brexit, rispetto all’anno precedente. In crescita Spagnoli (all’ottavo posto con il 2,37%) e Brasiliani al decimo con l’1,71%.

I viaggiatori del Kuwait sono quelli che spendono di più (3.500€ in media per prenotazione), seguiti dai Neozelandesi che spendono in media 2.023€; gli Italiani (che si spostano non soltanto per turismo ma anche per trasferte sanitarie, oppure per questioni di studio o di lavoro) in media spendono 317€ per soggiorno ponendosi al centesimo posto rispetto alla spesa media per nazionalità che è globalmente di 531€ per prenotazione.

Siamo molto soddisfatti - commentano il Founder di Italianway Scarantino e l’AD Celani - di quel che i nostri numeri documentati raccontano: abbiamo centrato gli obiettivi ambiziosi che ci eravamo prefissati ad inizio anno e vinto scommesse strategiche come il lancio del Progetto Partner in tutta Italia che, come un’onda lunga, non si ferma e sta conquistando sempre più proprietari e imprenditori del turismo desiderosi di portare a casa loro il modello Italianway. Stiamo già lavorando alle prossime sfide con cui apriremo il 2020 continuando a perseguire oltre alla soddisfazione dei proprietari, che vedono i propri immobili recuperare valore perchè affidati a chi questo mestiere lo fa in maniera strutturata senza spazio per le improvvisazioni, quella dei nostri ospiti, la cui esperienza di soggiorno positiva è al centro del successo di Italianway”.

COS’È ITALIANWAY
Italianway (https://www.italianway.house/) è la start up innovativa prop-tech del settore turismo-hospitality fondata da Davide Scarantino e guidata da Marco Celani, AD; conta su un Team di 100 under 30 laureati e plurilingue e gestisce attualmente oltre 700 immobili in tutta Italia tra appartamenti, ville e residenze d’epoca (prenotabili direttamente sul suo portale).
Gli ultimi bilanci hanno fatto registrare un giro d’affari di oltre 11 milioni e il 2019, anno d’oro per l’azienda, si chiuderà con un forecast di 15 milioni di turn over ad un tasso di crescita del +30,6% rispetto al 2018.
Italianway ha mosso i primi passi nel settore turismo-hospitality alla fine del 2014 accogliendo viaggiatori da tutto il mondo nelle seconde case inutilizzate degli italiani, iniziando da Milano. Grazie ad un modello operativo ben strutturato e ad un software integrato, sviluppato internamente con oltre due milioni e mezzo di euro di investimento ed in grado di gestire l’intero processo del vacation rental, Italianway è rapidamente diventata il più grande property manager di Milano
A fine gennaio 2019 ha lanciato il primo franchising italiano del vacation rental attivando in pochi mesi, a partire dalla primavera 2019, 40 destinazioni in tutta Italia, tra borghi, città d’arte, località di mare. di montagna o in collina.
Sempre quest’anno, e come già accaduto nel 2018, Italianway ha ricevuto il secondo certificato di eccellenza dalla Commissione Europea, che riconosce il suo progetto di sviluppo tra i migliori 400 a livello europeo in considerazione della capacità di impatto sui borghi e sulla capacità di attrarre turisti. Italianway si è inoltre aggiudicata la 31esima posizione su 400 nella classifica delle 400 aziende italiane che crescono di più, redatta da Statista in collaborazione con Il Sole 24 Ore.

Cantine aperte a Natale Degustazioni, laboratori e spettacoli in 172 aziende vinicole

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BEVAGNA - Torna la manifestazione "Cantine aperte a Natale", evento organizzato dal Movimento Turismo del Vino che coinvolge piccoli e grandi produttori italiani. Per tutto il mese di dicembre 172 cantine organizzano spettacoli, degustazioni, visite guidate, laboratori sensoriali, concerti, cene a lume di candela e attività rivolte ai più piccoli, come la caccia al tesoro tra le botti e le favole di Natale sotto l'albero. E' un modo per festeggiare, fare acquisti natalizi e conoscere il territorio e i suoi prodotti enogastronomici, in alcuni casi di avvicinarsi a piccoli musei e a mostre d'arte organizzate nelle singole cantine.
Ma è anche l'occasione per scoprire gioielli architettonici come la tenuta Castelbuono della famiglia Lunelli, che sorge su un antico vitigno tra le dolci colline di Bevagna, nel territorio di Montefalco dove si produce il Sagrantino. La cantina si trova all'interno di una gigantesca e suggestiva opera d'arte premiata dall'Unesco, progettata nel 2012 da Arnaldo Pomodoro. Si tratta di un carapace - l'altro nome della cantina - un gigantesco guscio di tartaruga in rame, inciso da crepe che ricordano i solchi della terra e con zampe rosse, simbolo di longevità e di unione tra cielo e terra. E' la prima scultura al mondo in cui è possibile vivere e lavorare, un'opera che sfida i confini tra scultura e architettura e che accoglie per visite e degustazioni davvero panoramiche. Oppure la manifestazione dà l'opportunità di visitare luoghi di design come la Cantina Su'entu a Sanluri, in provincia di Cagliari, dove la doppia cantina è uno spettacolo: nelle campagne del Medio Campidano la corte serve gli ambienti per la produzione e la vendita, mentre gli spazi per la fermentazione del vino si trovano in un edificio in pietra a doppia altezza, collegato al resto della cantina da una passerella. Dall'esterno la cantina sembra un cubo di pietra e intonaco bianco con magnifiche aperture in vetro sul paesaggio circostante. Un forte legame con l'arte c'è anche nelle antiche e prestigiose cantine di montagna di La-Vis e Valle di Cembra, in Trentino, che per alcune etichette di vini e grappe della linea "Ritratti" hanno usato dipinti di Giovanni Segantini.
    E' anche l'occasione per scoprire le colline del Prosecco di Conegliano e Valdobbiadene, in provincia di Treviso, da pochi mesi dichiarate patrimonio mondiale dell'umanità dall'Unesco "grazie alla loro bellezza paesaggistica, culturale, agricola".
    Inoltre il Prosecco Superiore Docg, prodotto in 15 comuni nell'area di Conegliano e Valdobbiadene, tra i vini più richiesti sulle tavole natalizie, compie 50 anni grazie alla denominazione storica italiana riconosciuta appunto nel 1969.
    Ogni regione e ogni cantina che aderisce alla manifestazione "Cantine aperte a Natale" personalizza il proprio programma e le attività da svolgere

Capodanno carinziano per un 2020 da tradizione austriaca


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Dai portafortuna a forma di maialino, coccinella, quadrifoglio e spazzacamino, fino ai "Bleigiessen", piccoli pezzi di piombo che vengono messi su un cucchiaino, sciolti sopra una candela accesa e infine versati velocemente in una ciotola d'acqua fredda dove, in base a come si solidificheranno, sarà possibile interpretare all'istante che cosa riserva il futuro. Sono tante le tradizioni del Capodanno austriaco, che anche a Villach, la città carinziana a pochi chilometri dal confine con l'Italia, riserva molte sorprese per chi voglia assaporare un'atmosfera tipica a portata di mano e degustare prodotti locali autentici.
    Villach o Villaco è da sempre meta turistica per gli italiani, che vi trovano lo spirito natalizio settentrionale, a portata di mano, senza dover raggiungere la Germania o, ancor più lontano, i Paesi scandinavi.
    I prodotti tipici cominciano dalla birra maturata con cura nelle cantine dello storico birrificio Villacher, con sede proprio in città, che in occasione delle festività produce come specialità stagionale la Villacher Bock, una "doppio malto" dal colore giallo oro intenso, con un corpo forte e un sapore aromatico di dolce e una nota delicata di amaro sul retro-palato.
    Dal valzer di mezzanotte "Sul bel Danubio Blu" di Johann Strauss, che il 31 dicembre si danza in tutte le piazze dell'Austria (trasmesso anche alla radio e in televisione), fino alle già menzionate statuette portafortuna che si regalano aspettando il passaggio al nuovo anno e che possono essere sia di legno, ma anche di cioccolato o marzapane, Villach offre la possibilità di immergersi nella tipica lunga notte di San Silvestro austriaca, in occasione della quale, tra l'altro, vengono anche organizzate delle corse, Silvesterlauf, quasi tutte per beneficienza, per salutare l'anno appena trascorso.
    Dovunque si brinda con la classica frase augurale, "Guten Rutsch und Prosit Neujahr!" la cui prima parte si può tradurre letteralmente come "buona scivolata", ma che non contiene riferimenti al ghiaccio. Il termine, infatti, proviene dalla parola della lingua yiddish "rosch", che significa "inizio". Il termine "Prosit" proviene, invece, dal latino e significa "sia utile, faccia bene, giovi", ma è entrato nella più pura tradizione del mondo germanofono.
    A Villach, lo Stadtmarketing e tutta l'amministrazione comunale si impegnano al massimo per trasformare il centro cittadino in un'unica grande area di festa, con musica dal vivo, animazione, fuochi artificiali e il tradizionale mercato di Capodanno. Curiosando tra le colorate bancarelle, ecco spuntare i simpatici portafortuna per celebrare con i migliori auspici l'arrivo del 2020, ma anche i golosi dolci e i biscotti della tradizione. Oggetti e prodotti tipici fanno bella mostra di sé anche nel contemporaneo mercatino di Capodanno allestito nella Plaza di Atrio, il centro commerciale più grande della Carinzia sfavillante di decorazioni, che anche nell'ultima giornata dell'anno vale una puntata alla scoperta dei suoi quasi cento negozi, dei servizi a misura di famiglie e delle ariose architetture che lo rendono "uno degli shopping center più accoglienti ed ecologici del mondo". Il 31 dicembre da Atrio c'è anche una festa per i bambini nel regno dei giochi per i più piccoli, Planet Lollipop, dove i giovanissimi (dai 3 anni in su) possono divertirsi (sotto l'occhio attento di personale specializzato) mentre i genitori si dedicano allo shopping.  
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A Roma il primo Gauguin impressionista

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ROMA - Un Gauguin dalla luce straordinaria brilla nel centro di Roma. Il pittore francese aveva 34 anni quando nel 1882 trasferì sulla tela la sua visione del paesaggio nei dintorni di Pontoise, nella val d' Oise, a nord di Parigi. "Il sentiero di Gratte Coqs", splendido olio su tela di 54x46 centimetri firmato dall' autore in basso a sinistra, è in mostra in questi giorni nella Galleria Russo, a due passi da piazza di Spagna, nel cuore di Roma. Il dipinto torna ad essere ammirato dal pubblico trenta anni dopo l' ultima esposizione, nel 1986 in Francia al Musée Départemental Du Prieuré di Saint-Germain. E' un' opera preziosa, valore stimato due milioni di euro, che resterà visibile per un breve arco di tempo durante le festività di fine anno.
    Paul Gauguin realizzò quel dipinto nell' ultimo dei suoi tre soggiorni a Pontoise, ospite di Camille Pissarro, che vi si era stabilito da anni, al quale era legato da grande amicizia e stima. Pissarro abitava a poca distanza dal sentiero di Gratte Coqs e lo aveva scelto a sua volta per rappresentalo in diverse occasioni. Gauguin era andato una prima volta a Pontoise nel 1878 in compagnia, fra gli altri, di Paul Cezanne, e vi era tornato l' anno successivo, quando le sue opere furono esposte alla mostra parigina degli impressionisti. "Il soggiorno del 1882 - spiegano i curatori della mostra - coincide con la definitiva scelta di Gauguin di abbandonare il lavoro in banca e di dedicarsi esclusivamente all'arte e prelude ad una serie di trasferimenti, la Normandia, la Bretagna, la Provenza, che determineranno in maniera totale l'evoluzione del suo stile''.
    Seppur ancora fortemente ispirata da suggestioni impressioniste, nel dipinto Gauguin prelude "a quella visione intellettuale della natura non riprodotta fotograficamente, ma interpretata e ricreata con accenti che, nelle opere più mature, diventeranno esplicitamente simbolisti". Il sentiero di Gratte Coqs è considerato, quindi, cruciale nella vita di Gauguin, l' opera della svolta "che nella sua struttura e nella sua idea compositiva - è stato osservato - costituisce quasi uno spartiacque e contiene i germi dell'attività di Gauguin degli anni successivi. La sua pittura si allontana dalla semplice dimensione ottica e naturalistica rappresentando la profondità del sentiero in uno spazio che sembra espandersi e comprimersi allo stesso tempo con una stesura cromatica densa di materia nel pieno stile impressionista".
    "Questo capolavoro - dice Fabrizio Russo - è arrivato nella nostra galleria grazie al rapporto che alimentiamo da anni con un membro della famiglia reale saudita, ormai non più un cliente ma un amico, che dopo una visita ad alcune sue opere molto importanti a Ginevra ci ha dato l' incarico di seguirne la vendita". La risposta non si è fatta attendere. "Quattro musei internazionali, europei e americani, hanno mostrato interesse - osserva Russo - . E' un vero peccato che i musei italiani non siano nelle condizioni di poter immaginare una acquisizione di questo genere. Confido, comunque, di poter solleticare la curiosità di alcuni importantissimi collezionisti italiani che stanno costruendo collezioni memorabili". (ANSA).

Il nuovo Empire State Building, ultimo tassello ad 80mo piano #NYC

 Lea Michele,Empire State Building's 2019 holiday light show © AP
NEW YORK - Dopo oltre quattro anni di lavori il rinnovo dell'Empire State Building è ufficialmente completato. L'ultimo tassello lo spazio espositivo all'80mo piano che aprirà i battenti al pubblico dal 27 novembre. Si tratta di una superficie da oltre 1200 mq con sei mostre che consentiranno al visitatore di contestualizzare l'edificio nella città e di ricreare anche esperienze personali. Tra queste una partnership con NYC & Company, l'agenzia che si occupa della promozione turistica della Grande Mela, che con l'esperienza 'NYC: Above and Beyond' attraverso una serie di pannelli interattivi in diverse lingue consentirà di ricreare un itinerario di viaggio personalizzato attraverso tutte e cinque le municipalità della città.
    All'80 piano si avrà anche il primo assaggio di quella che è la vista spettacolare sulla città prima di passare all'osservatorio all'86mo piano, sia all'aperto che al chiuso, per finire con il panorama mozzafiato dal 102mo piano. Tra le altre esperienze, 'Scenes of New York', con dei telescopi puntati su nove punti di New York che mostrano un'immagine ravvicinata di come appaiono ad esempio la Statua della Libertà, la stazione Grand Central con la sua frenesia quotidiana, Coney Island a Brooklyn, la Borsa a Wall Street. Ancora un'altra mostra spiega come viene ricreato lo spettacolo di musica e luci che per tre volte all'anno rivela un Empire del tutto insolito con l'illuminazione che si sincronizza con le note musicali. Il primo spettacolo di luci e musica si è tenuto nel 2012 sulla musica di Alicia Keys.
    "Ora l'Empire State Building è totalmente reimmaginato dall'ingresso al 102mo piano - ha detto all'ANSA Holly Houghton di Squint/Opera, lo studio che si è occupato dell'aspetto digitale del progetto di rinnovo dell'Empire -. Ora è sia un museo che racconta la storia dell'edificio, celebra King Kong, trasporta il visitatore attraverso un'esperienza digitale all'80mo piano e infine affascina con le viste spettacoli all'86mo e al 102mo piano".
    Il progetto di rinnovo dell'Empire è costato 165 milioni di dollari. Il primo ad essere interessato è stato l'ingresso che dal 2018 si è spostato solo sulla 34ma strada snellendo le code.
    L'ultimo in ordine di tempo ad essere riaperto prima dell'80mo piano è stato l'osservatorio al 102mo piano. La porte sono state aperte lo scorso 12 ottobre rivelando una vista senza ostacoli della città al di là dello spettacolare. Si tratta di una vera e propria vetta sulla Grande Mela con una parte composta da 24 finestre che mostrano tutto il panorama. Fino allo scorso gennaio la parte inferiore era in muratura, limitando quindi la vista. Il secondo piano mostra invece come è stato realizzato l'edificio. L'Empire è considerato tra le sette meraviglie al mondo dalla societa' americana degli ingegneri civili e dal 1986 e' monumento nazionale. (ANSA)

Natale e Capodanno, 18,3 mln italiani in viaggio +10%

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Circa 18 milioni e 287 mila italiani, pari al 30,3% della popolazione, si godranno una vacanza tra Natale e Capodanno, facendo segnare un incremento del 9,82% rispetto all'anno scorso. In crescita anche il giro d'affari, che supererà i 13 miliardi di euro (+12,5%). Lo rileva Federalberghi. In particolare, saranno 9,8 milioni gli italiani che si muoveranno per le vacanze di Natale (+9,3%): l'89,9% resterà in Italia (87,9% nel 2018) contro un 10,1% che sceglierà l'estero. In 8,4 milioni partiranno per Capodanno (+10,5%): Italia ancora meta preferita (per il 69,4%), mentre il 30,6% opterà per l'estero.
Numeri che rappresentano "segnali positivi che fanno ben sperare in prospettiva, senza peraltro illuderci che le festività natalizie siano sufficienti a risollevare le sorti di un anno a corrente alternata, durante il quale le imprese turistico ricettive italiane hanno continuato a soffrire in solitudine, a causa del dilagare incontrastato delle attività abusive, delle avversità metereologiche, dei fallimenti dei tour operator e della riapertura di alcuni mercati concorrenti". A sottolinearlo è il presidente di Federalberghi, Bernabò Bocca, che chiede al governo maggiore impegno sul fronte del settore turistico. "Ci riempie d'orgoglio la circostanza - prosegue Bocca - che l'Italia sia di gran lunga la destinazione scelta dagli italiani, con l'89,9% di preferenze a Natale ed il 69,4% a Capodanno. E' un dato che conferma come il nostro sistema Paese continui ad esprimere un'offerta di qualità, che viene riconosciuta e premiata dal mercato, e ci spinge a perseverare nell'impegno per un miglioramento continuo". "Non si può tuttavia contare solo sulle iniziative degli imprenditori privati - conclude il presidente di Federalberghi - Ora tocca al governo adottare misure adeguate che facciano bene al Paese. Più di un milione di persone sarà al lavoro durante le festività, per accogliere i turisti italiani e stranieri che visiteranno le nostre destinazioni. Spiace constatare come questo grande alveare operoso, che produce ricchezza per l'Italia ed offre lavoro ai nostri giovani, sia stato dimenticato dalla manovra di bilancio per il 2020, che si è occupata dell'economia del turismo solo al fine di raddoppiare l'imposta di soggiorno".
ansa

In bici da Carpi a Guastalla percorrendo una “ciclovia”: un progetto corale pensato per pendolari e turisti

Una “ciclovia” da Carpi a Guastalla, che attraverserà cinque comuni con peculiarità ambientali e paesaggistiche, oltre che dal rilevante patrimonio storico e architettonico: è il progetto per cui è stato firmato oggi un protocollo d’intesa fra le Amministrazioni promotrici, prima “pedalata” per avviare il tavolo operativo che studierà il tracciato (ca. 35 km.) e cercherà i finanziamenti, soprattutto europei e regionali.
La cerimonia è avvenuta nel Municipio di Carpi, in quanto la città dei Pio è comune capofila: ma – è stato sottolineato – si tratta di un lavoro di squadra, un’azione corale che nei mesi scorsi ha visto tutti i consigli comunali approvare lo stesso ordine del giorno per dare il via, in tempi stretti, all’iter attuativo.
La “ciclovia”, è stato spiegato, non è da confondersi con una pista ciclabile: è infatti di un percorso che, pur potendo prevedere tratti riservati alle biciclette – per esempio ciclabili già esistenti in questi comuni – comprende anche strade secondarie con traffico promiscuo, strade che comunque i ciclisti e i cicloturisti possono percorrere in condizioni di sicurezza rispetto ad arterie principali e molto trafficate.
L’ambizioso progetto – pensato per la mobilità locale dei pendolari ma anche per un turismo “lento”, enogastronomico e ambientale – vede insieme Enti appartenenti a due province e quattro Unioni comunali: Carpi (“Terre d’Argine”), Rio Saliceto e Campagnola (“Pianura Reggiana”), Novellara e Guastalla (“Bassa Reggiana”), e Bagnolo in Piano (“Unione Terra di Mezzo”), quest’ultimo coinvolto perché al tracciato Est-Ovest si aggiungerà una diramazione Nord-Sud, per raggiungere attraverso appunto Bagnolo la stazione “Mediopadana” di Reggio, sulla ferrovia ad alta velocità.
Sei quindi complessivamente gli Enti locali firmatari, rappresentati oggi dai seguenti amministratori: il Sindaco di Carpi Alberto Bellelli con l’assessore ai Lavori pubblici e frazioni”  Marco Truzzi; l’assessore a turismo e attività produttive di Guastalla Ivano Pavesi; il primo cittadino di Rio Saliceto Lucio Malavasi; il Sindaco di Campagnola Alessandro Santachiara; il primo cittadino di Novellara Elena Carletti con l’assessore all’Ambiente Alberto Razzini;  il Sindaco di Bagnolo in Piano Gianluca Paoli, accompagnato dall’assessore all’ambiente Luisa Ghiselli
 
laliberta.info

Turismo: al via stagione fondo a Valsavarenche

 Parte domani la stagione dello sci di fondo a Valsavarenche, dove, nella frazione Dégioz, sarà aperto un anello da 7 chilometri. Inoltre, dopo la chiusura dello scorso 24 ottobre è stata aperta la strada regionale che collega il fondo valle fino alla località Le Pont.
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La 'guida Michelin' per i poveri compie 30 anni. 'Dove mangiare e dormire', S. Egidio presenta storico vademecum


Francesco, 86 anni, ha bisogno di qualcuno presente nei momenti di difficoltà legati all'età. Incontra Flavio, 34 anni, in cerca di casa dopo la morte della madre e la perdita del lavoro. Mario, Giovanni e Cosimo trovano rifugio notturno nella chiesa di San Calisto a Roma durante l'emergenza freddo. Con una mediazione amichevole, un benefattore e mettendo insieme le risorse riescono a vivere in una casa e anche ad aiutare altri senza dimora. Pasquale, invece, non sa di avere diritto alla pensione. Vive la povertà di non conoscere i suoi diritti. Aiutato, ora vive in una casa. Sono alcune delle storie a lieto fine, incontrate nell'impegno della Comunità di Sant'Egidio. A raccontarle è stato don Marco Gnavi alla presentazione della 30esima edizione di "DOVE mangiare, dormire, lavarsi", la cosiddetta "Guida Michelin dei poveri" con 262 pagine di indirizzi utili, 891 servizi censiti per senza dimora, persone in difficoltà, e per chi aiuta. Viene distribuita a Roma in 10mila copie. 

La Guida raccoglie tutte le indicazioni, con indirizzi e telefoni, di servizi pubblici e privati indispensabili per chi si trova in stato di necessità, italiani e stranieri, e informazioni utili per avere accesso a residenza anagrafica, assistenza sanitaria, formazione professionale e lavoro, prestazioni assistenziali e pensionistiche, alloggio. E' pubblicata anche in altre città italiane (Firenze, Genova, Milano, Napoli, Padova), altre città europee e a Buenos Aires. 

Nel corso della conferenza stampa è stata presentata da Sant'Egidio anche la proposta per andare oltre l'emergenza freddo: "Non solo un tetto, ma una casa" è l'appello della Comunità che rilancia le esperienze positive di convivenze, il cohousing, "per guarire insieme solitudini e difficoltà economiche". A Roma ci sono oltre 70 convivenze e interessano più di 300 persone, ma ci sono esperienze analoghe a Genova, Napoli, Novara, Padova, Torino. Si tratta di appartamenti in uno stesso stabile in cui si conserva la propria autonomia e ci si aiuta a vicenda quando insorge un problema o un'emergenza. 

La Comunità di sant'Egidio sottolinea che resta la necessità di incrementare i posti letto di rifugio per l'inverno e propone un'Agenzia dell'abitare, che riunisca le istituzioni, i costruttori, le associazioni. 

Sant'Egidio ricorda infine la campagna per i pranzi di Natale: saranno 18mila gli ospiti nelle parrocchie, negli istituti per anziani, nelle carceri. Per contribuire, è già partita la campagna "A Natale aggiungi un posto a tavola".

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Expo2020: Crui, quasi 300 domande per tirocinio a Dubai

 Sono quasi 300 gli studenti da tutta Italia che hanno risposto al bando promosso dalla Fondazione della Conferenza dei rettori delle Università italiane (CRUI) e dal Commissariato per svolgere un tirocinio trimestrale presso il Padiglione Italia all'Expo 2020 di Dubai. Le domande sono arrivate da iscritti a 28 atenei pubblici e privati tra i quali l'Università degli studi dell'Insubria di Varese, la Luiss di Roma, l'Orientale di Napoli. Dodici studenti potranno svolgere il tirocinio, confrontandosi con i coetanei provenienti da tutti i Paesi partecipanti all'Esposizione Universale che prenderà il via il 20 ottobre del prossimo anno. Di seguito l'elenco delle Università coinvolte con il numero delle domande presentate tra parentesi: Insubria (34), Bergamo (33), Bologna (31), Parma (28), LUISS (20), Macerata (17), Ca' Foscari Venezia (12), Napoli l'Orientale (12), Genova (10), Brescia (10), Milano Iulm (8), Trento (8), Napoli Federico II (8), Padova (8), Sassari (8), Milano Bocconi (7), Firenze (6), Perugia Stranieri (6), Roma Sapienza (6), Campania Vanvitelli (6), Perugia (4), Siena (4), Milano Bicocca (2), Roma Lumsa (2), Urbino (2), Tuscia (2), Messina (2), Salerno (1).

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Dormire nella mente di Hopper: in Virginia si può. Esperienza sold out per mostra al Museum of Art di Richmond

UNA NOTTE NELL'HOTEL DI HOPPER IN VIRGINIA © ANSA


Dormire dentro l'immaginario di Edward Hopper, in una delle camere di albergo ricreate su tela dal pittore americano interprete dell'alienazione del mondo moderno. La stanza allestita al Virginia Museum of Arts di Richmond ha tutto quello che contiene "Western Motel" del 1957, tranne la donna con il vestito bordeaux che guarda, seduta sul letto, il panorama oltre la finestra.
    Il quadro del 1957 e' stato riprodotto in una installazione aperta fino al 23 febbraio nel museo della Virginia a corollario alla mostra "Edward Hopper e l'Hotel Americano" che presenta sessanta opere dell'artista con il lei motivo dell'alloggio durante il viaggio: e dunque alberghi, motel, pensioni, camere d'affitto.
    La "Dream Suite", fino a che le prenotazioni sono andate esaurite prenotazione, era disponibile tre sere alla settimana, check in alle 21 e uscita alle 8 del mattino successivo e un cartellino del prezzo compreso tra 150 e 500 dollari a seconda degli extra. E' la prima volta che il museo della Virginia permette ai visitatori di passare una notte al museo e le misure di sicurezza sono state aumentate con un custode al suo posto fuori dalla porta fin tanto che gli ospiti della "Hotel Experience" restano nella stanza.
    La mostra e' la prima a puntare i riflettori su un soggetto di importanza centrale per l'artista. Per l'occasione una decina di dipinti di Hopper sono stati accostati ad acquarelli e una piccola selezione di opere collegate a Hopper e al tema dell'albergo di altri autori, tra cui i fotografi William Eggleston e Cindy Sherman e dipinti di John Singer Sargent, Ed Ruscha e Robert Cottingham.
    Hopper aveva passato parte degli anni Venti creando le copertine di due riviste diffuse nell'industria alberghiera.
    L'artista e la moglie Jo Nivsom erano grandi viaggiatori e tra 1941 e 1953 attraversarono cinque volte in lungo e in largo gli Stati Uniti, piu' o meno allo stesso tempo in cui Vera Nabokov e il marito Vladimir esplorarono gli Usa mentre lui scriveva "Lolita". Molti dei quadri rivelano le trasformazioni degli alberghi in quel periodo assieme agli effetti del boom dell'auto e l'espansione della rete autostradale: due fattori che resero la possibilità di viaggiare accessibile a molti americani.
    In mostra sono anche i diari di viaggio di Jo che rivelano la vera natura del marito, un conservatore con un profondo scetticismo verso il nuovo: Hopper odiava i grattacieli, aveva una idiosincrasia contro i viaggi in aereo e, incapace di accettare l'indipendenza delle donne, proibiva alla moglie di mettersi al volante. 

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I musei di Milano dedicano mostre 2020 ai 'Talenti delle donne'

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Sono spalmate su 12 plessi le 54 mostre nel programma 2020 degli spazi espositivi del Comune. Il nuovo palinsesto è dedicato a 'I talenti delle donne', ed è prevista anche una coda legata a quello del 2019, su Leonardo Da Vinci, con altri due progetti espositivi al Castello Sforzesco, uno sul Salvator Mundi e l'altro sulla scrittura speculare.

"La cultura non va considerata un regalo alla città ma è una delle componenti fondamentali del vivere cittadino - ha dichiarato il sindaco Giuseppe Sala -. L'ambizione è vivere in una Milano multicentrica e portare l'interesse di tutti in vari centri". Il programma dedicato al protagonismo delle donne nella cultura e pensiero creativo è ricco di iniziative multidisciplinari, fra cui le 'Storie di strada' fotografate da Letizia Battaglia, l'antologica di Grazia Varisco e 'Divine avanguardie' sulla rappresentazione della donna in Russia (Palazzo Reale), la mostra su Adriana Bisi Fabbri (Museo del Novecento) e quella fotografica di Luisa Menazzi Moretti (Mudec).

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Parma Capitale della Cultura 2020, oltre 400 gli eventi

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PARMA - Sono oltre 400 gli eventi di Parma città della Cultura 2020 che includono spettacoli, mostre, incontri ma anche aziende aperte e restauri che restituiranno alla città, entro la fine dell'anno, alcuni importanti monumenti, come l'Ospedale Vecchio, complesso che risale al 1300, la chiesa di San Francesco (opera medievale, trasformata in carcere da Napoleone e tale rimasta fino agli anni '90) e l'ex monastero di San Paolo, che nelle intenzioni ospiterà il museo dell'enogastronomia.
Alla cerimonia ufficiale di inaugurazione, il 12 gennaio, sarà presente il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, mentre il giorno dopo per la cerimonia di Sant'Ilario, che è patrono della città, è atteso il premier Giuseppe Conte.
"Parma ha fatto squadra e ha vinto una sfida importante" ha detto il sindaco Federico Pizzarotti. "Per Parma - ha assicurato in un videomessaggio il ministro dei Beni Culturali Dario Franceschini - sarà la definitiva affermazione sul piano internazionale". (ANSA).

Enit, l'Italia destinazione top per il lusso +12.7% in business dall'estero, 11 mln notti in 5 stelle



L'Italia si colloca in testa alle scelte dei turisti tra le destinazioni mondiali legate al benessere e soprattutto al lusso per il quale è prima per il segmento affluent, in testa a Francia, Sud Africa e USA; per i millennial batte Thailandia, Islanda e Sud Africa; per le famiglie l'Italia supera il Messico, le Hawaii e perfino Orlando (Disneyworld). Sono i risultati di una ricerca diffusa dall'Enit - Agenzia nazionale del turismo alla vigilia dell'Iltm (International Luxury Travel Market) in programma a Cannes dal 2 al 5 dicembre. Si tratta dell'unico evento globale dedicato all'industria dei viaggi di lusso e quest'anno lancia l'Anno della salute: riunirà una comunità di esperti del wellness perché il futuro è dei viaggi che migliorano il benessere fisico, mentale e sociale del viaggiatore. La vacanza promette di trasformare il turista e i marchi di viaggio odierni offrono soluzioni per migliorare la vita e tornare rigenerati.
I turisti stranieri coronano in Italia il proprio sogno d'amore: per i viaggi di nozze in Italia sono considerati esclusivi e preferiti a località come Maldive, Polinesia Francese e Maui. Anche la scelta della modalità di viaggio rende bene l'idea di come si stia alzando la quota di mercato con maggiore disponibilità economica attratta dal nostro Paese. Nel 2019 sono aumentati i viaggiatori in business dall'estero del +12,7%, trascorrendo, insieme ai viaggiatori italiani, oltre 11 milioni di notti in alberghi di lusso. Di questo passo - secondo le previsioni dell'Enit - l'industria del lusso non conoscerà mai crisi e entro il 2025 i viaggi di lusso cresceranno più velocemente rispetto a qualsiasi altro tipo di viaggio del +6,2%: più di un terzo rispetto al totale dei viaggi che cresceranno del +4,8%.
La spesa internazionale extra Ue per lo shopping in Italia segue un trend di crescita nel primo semestre 2019 sul 2018: +7% il volume degli acquisti effettuati nei fashion store di prestigio del Belpaese con uno scontrino medio intorno agli 800 euro. Cresce anche l'attrattività dell'Italia turistica sul mercato francese nel primo semestre 2019 sul 2018: gli arrivi aeroportuali dalla terra transalpina sono aumentati del +4,2 nell'ultimo trimestre 2019. Sono 6 milioni i viaggiatori e 17,8 milioni i pernottamenti. Oltre 1,8 miliardi di euro di spesa turistica: +7,0%.
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