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Via libera alla cabinovia. "Alpine Crossing", da Zermatt a Cervinia

"Alpine Crossing", da Zermatt a Cervinia

da Avvenire
Il sogno diverrà realtà. Anzi, la cabinovia dei sogni! Perché dopo un periodo interlocutorio di discussioni, dovute principalmente all'opposizione della Fondazione svizzera per la tutela del paesaggio, si è giunti all'intesa. L'accordo porterà alla realizzazione dell'Alpine Crossing tra Cervinia e Zermatt, permettendo un collegamento transfrontaliero tra l'Italia e la Svizzera via cabinovia salendo sul Piccolo Cervino a sfiorare i 4mila metri.

Innovazione e sostenibilità per il turismo

Se la tratta dalla perla svizzera alla vetta del Piccolo Cervino era stata inaugurata l'autunno scorso, restava da dare il via libera alla parte che congiunge la cima alla perla della Valle d'Aosta. Alla fine ecco l'intesa. Così lafunivia trifune realizzata dall'altoatesina Leitner ropeways potrà permettere un viaggio mozzafiato, per un turismo di qualità, un'esperienza della montagna e della natura di alto livello ed il rispetto della natura. Il lavori di costruzione della nuova funivia trifune tra Testa Grigia e Matterhorn glacier paradise (il Piccolo Cervino) - che collegheranno Cervinia con Zermatt per tutti i dodici mesi dell'anno e stabilendo il record del più alto collegamento transalpino - inizieranno subito. E la messa in servizio dell'Alpine Crossing è scalettata per il 2021. Il sogno si avvicina a diventare reale e le splendide cabine realizzate in Alto Adige - alcune impreziosite dai cristalli di Swarovski - luccicheranno tra il Canton Vallese e la Valle D'Aosta.

Viaggiare, tra un altrove e un ritorno: per amare


Con il titolo Odissei senza Nòstos, Gabrio Vitali ha raccolto nove saggi recenti, sottraendoli alla labilità delle originarie conferenze o all'occasionalità di interventi convegnistici (Moretti & Vitali, Bergamo 2018, pp. 240, euro 15,00). Ne viene una sorta di “autobiografia culturale”, nella quale confluiscono le esperienze educative dell'autore (Vitali è il professore di lettere che tutti avremmo voluto avere) e le sue competenze di critico e di scrittore. Filo conduttore è il tema del viaggio, in duplice versione: il nòstos è il viaggio che cerca il ritorno, mentre l'exodos è il viaggio che cerca un altrove. Archetipo del nòstos è il peregrinare di Odisseo-Ulisse per tornare alla sua Itaca dove una Penelope lo attende, ben diverso dall'uomo contemporaneo, intenso viaggiatore spaziale e culturale privo però di una meta che dia senso al suo stesso viaggiare. Il rischio che oggi corriamo è, appunto, di essere Odissei senza nòstos. Ma il libro è anche un'appassionata riflessione sulla funzione “civile” della letteratura, in particolare della poesia. Emblematico il titolo della prefazione di Mauro Ceruti “Insegnare la vita con la letteratura”, in simmetria con il primo capitolo, “Insegnare la lingua con la letteratura”. «Il problema della letteratura», scrive Vitali, «è oggi un problema di civiltà. E il problema dell'insegnamento della letteratura è, pertanto, un problema di pedagogia civile». Perché «la letteratura è uno di quei “denominatori comuni” dell'esperienza umana che stabiliscono appartenenze condivise e identità comuni». E ancora: «La lettura o l'ascolto di un'opera poetica ci libera dalle situazioni di infelicità e di insufficienza esistenziale, aiutandoci a pensare in un altro modo il mondo, che è poi il presupposto per provare a cambiarlo e a farlo migliore». Questi criteri vengono applicati “sul campo” quando Vitali analizza alcuni luoghi letterari, classici o contemporanei. Da Omero mette a tema il canto delle Sirene e, ancor più minaccioso, il loro silenzio; dalla Commedia isola il Canto XXVIII del Purgatorio senza storicizzare se la bellissima Matelda che, nel giardino dell'Eden, dispone Dante all'ascesa paradisiaca facendogli bere le acque del Lete e dell'Eunoè, sia Matilde di Canossa, o la Donna gentile della Vita Nuova, o altro personaggio ancora. Vitali sceglie un'interpretazione simbolica squisitamente letteraria, riprendendo immagini e metafore stilnovistiche: «L'idea che quel giardino contenga tutti i germi della vita della natura che la costante carezza dei cieli diffonde di continuo sulla terra abitata dagli uomini. E, infine, il raffronto fra quel luogo di equilibrio e di grazia creato da Dio per l'uomo e il mondo dell'armonia e della bellezza che la poesia consente all'uomo di recuperare». Ormai, dopo l'incontro purificatore con Matelda, la poesia di Dante è pronta a cantare, di Dio e del mondo, la Bellezza e l'Amore. Fra i contemporanei, la valorizzazione di Luigi Meneghello è un altro merito di Gabrio Vitali.
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