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Turismo / Enit: mercato russo è una garanzia per l’Italia. I russi non temono la crisi e investono nella Penisola


I dati dell’Ufficio studi ENIT intercettano la passione per l’Italia dei turisti dell’est Europa, big spender per eccellenza, pronti a tutto per un’esperienza di shopping tourism. I dati raccolti mostrano che tra le mete luxury travel c’è l’Italia, destinazione prediletta per i turisti extraeuropei fra i Paesi Schengen con 43 milioni di presenze. Nel 2018 il Bel Paese ha sorpassato anche la Francia e tallona la Spagna che invece ha subito una flessione 1,4 per cento in termini di presenze internazionali. Continua a crescere la spesa dei turisti stranieri in Italia (+5,8%) e si impennano le vendite del turismo organizzato. L’amore dei russi per la Penisola si rafforza sempre di più: dal 2015 al 2018 se i viaggi dei russi all'estero si sono incrementati del 33,7%, guadagnano ben il +67% quelli verso l'Italia che raggiunge il podio al terzo posto dopo Turchia e Thailandia con 804 mila viaggi (+19% sul 2017), superando i 780 mila della Spagna. La propensione a spendere fa scegliere esercizi alberghieri nell’80,6% dei casi e non si accontentano: il 45% si orienta sull’extra lusso. Si intensifica anche il traffico aereo e da nord a sud d’Italia le rotte sono coperte da varie città: Verona, Torino, Milano, Venezia, Bergamo, Bologna, Rimini, Pisa, Roma, Napoli, Bari, Cagliari, Olbia, Catania, Palermo. Nel primo trimestre 2019, con 44mila arrivi aeroportuali dalla Russia in Italia, si consolida il trend dell’aumento di passeggeri soprattutto da Mosca e San Pietroburgo.

Arte. Leonardo, genio scientifico in anticipo anche su Galilei

Leonardo, genio scientifico in anticipo anche su Galilei

La scienza moderna, si sa, nasce con Galileo Galilei. Prima di lui, in molti campi del sapere, vigeva l’ipse dixit con vari riferimenti a Galeno, a Tolomeo e, soprattutto, ad Aristotele. In altri termini, ci si rifaceva alla scienza consolidata dall’autorevole tradizione dell’antichità che, in quanto tale, non aveva bisogno di ulteriori verifiche. La posizione di Galilei, invece, era molto diversa e fu esplicitata, oltre che nel corso della sua vita di studi, in un’opera centrale, come i Discorsi e dimostrazioni matematiche intorno a due nuove scienze pubblicato a Leida nel 1638. Il testo iniziava con la nota descrizione dell’attività all’interno dell’Arsenale di Venezia, dove si costruivano le navi della Serenissima, con la frequenza di una galea al giorno. Qui, infatti, lo scienziato poteva vedere applicati quotidianamente i principi della fisica meccanica e, dunque, aveva agio di osservare sperimentalmente quanto teorizzato. È infatti questo il punto di discrimine fra la scienza antica e quella moderna: l’esperimento che può modificare la teoria enunciata. Bene, prima di Galileo, un altro genio toscano aveva inaugurato questa strada: Leonardo da Vinci. 
Non è un caso che la bella mostra inaugurata ieri alle Scuderie del Quirinale ( Leonardo da Vinci. La scienza prima della scienza, fino al 30 giugno) ponga l’accento su questo tema e attribuisca al grande Vinciano il primato di questo nuovo modo di pensare. L’esposizione, progettata per le celebrazioni del cinquecentenario della scomparsa di Leonardo (2 maggio 1519) è un viaggio nella mente di uno dei più grandi geni della Storia. Anzi, sembra che Claudio Giorgione del Museo Nazionale Scienza e Tecnica Leonardo da Vinci di Milano, autore di varie pubblicazioni sul genio vinciano, e raffinato curatore di questa mostra, sia partito proprio da Galileo perché la gran parte dell’esposizione s’incentra sullo studio e la realizzazione delle macchine che Leonardo progettò, ma raramente costruì, nel corso della sua vita. 
La prima indicazione che viene fornita lungo un itinerario dalla vocazione eminentemente didattica, ma basato su un rigorso metodo scientifico, è quella di chiarire che Leonardo muoveva i primi passi in un mondo che vedeva il proliferare di architetti e ingegneri di altissimo livello, come Brunelleschi, Leon Battista Alberti, Taccola ossia Mariano di Jacopo, senese come Francesco di Giorgio Martini che completa questo poker d’assi. Figlio del suo tempo, Leonardo, però, riesce a coniugare la capacità artistica con quella progettuale, come dimostra lo splendido disegno di un Argano a leva, disegnato secondo un metodo che si chiamerebbe modernamente “esploso”, ovvero tale da far vedere a colpo d’occhio le componenti del meccanismo e la loro collocazione funzionale. Siamo però nel 1478, 1480, ossia poco meno di tre secoli prima dell’Encyclopedie di Diderot e Dalembert, quando questa modalità fece la sua timida apparizione. 
Così, la prima sezione è dedicata, per così dire ai colleghi, per stabilire affinità e differenze, mentre la seconda prende in considerazione l’antico perché la tradizione, allora, era sempre il punto di partenza per ogni ricerca a cominciare da quelle architettoniche e anatomiche (volutamente, quest’ultime, limitate ad alcuni accenni) che vedevano in Vitruvio uno dei prinipali punti di riferimento. Si può allora ammirare la declinazione sull’UomoVitruviano che coinvolse figure come Francesco di Giorgio Martini, Cesare Cesariano e Antonio Averluino, meglio noto come il Filarete, di cui è presente uno straordinario codice della Marciana di Venezia, realizzato per Mattia Corvino. Il senso delle proporzioni che è alla base della ricerca architettonica e anatomica conduce diretti alla terza sezione dedicata al tema della prospettiva, non solo con l’impiego di prospettigrafi a vetro o a velo, ma con l’analisi delle conoscenze geometriche sui solidi che costituiscono l’argomento principe del celebre testo di Luca Pacioli, presente in mostra. 
Si può sfogliare, così, virtualmente il De divina proportione, con l’emozione di avere accanto l’originale, per un tuffo irripetibile nel mondo di Leonardo che fu l’autore delle illustrazioni. Dallo studio della prospettiva alla città ideale e alle sue vie prospettiche il passo è breve ed è infatti questo l’argomento della quarta sezione che, però, si declina anche con lo studio idraulico delle vie d’acqua che Leonardo curò per i Navigli di Milano all’epoca di Ludovico il Moro. Del resto, il rapporto con il potere, è stato una costante nella vita del grande Vinciano che pose la sua scienza militare (splendido il disegno della Biblioteca Ambrosiana, dal Codice Atlantico, f. 33, con i due mortai che sparano proiettili esplosivi) e civile, piegata verso l’intratte-nimento teatrale. 
Bella la ricostruzione a grandezza naturale del carro semovente che non va certo interpretato come prefigrazione dell’automobile, ma come macchina teatrale, scenografica. Una sezione importante è quella della dedicata alla biblioteca di Leonardo che arrivò a possedere 150 volumi, di cui sono in mostra edizioni compatibili con la cronologia leonardesca, come le Favole di Esopo, con deliziose xilografie, oltre al celebre De sphera di Sacrobosco proveniente dalla Biblioteca Estense che, da solo, vale una visita alla mostra. Un’ulteriore sezione è dedicata agli esperimenti sul volo e agli studi della dinamica degli uccelli che diventano spunto per la costruzioni d’ipotetici areomobili appena schizzati sui fogli degli appunti leonardeschi, come la Vite aerea del manoscritto B di Parigi. Corredata da un bel catalogo edito da L’Erma, con autorevoli interventi di grandi specialisti come Frank Zöllner, l’esposizione si conclude con una sezone sull’inevitabile quanto gradito mito di Leonardo.
avvenire

Musei: Bonisoli, a aprile comunicazioni su rinnovo direttori


ROMA, 13 MAR - "Ad aprile le prime comunicazioni" sul rinnovo o meno del contratto ai direttori dei musei autonomi. A dirlo, il ministro dei Beni culturali, Alberto Bonisoli, rispondendo oggi ai cronisti a margine della presentazione delle Giornate Fai di primavera. 

"I contratti di diversi direttori scadono in autunno - dice Bonisoli - Vogliamo anticipare la comunicazione sulla nostra intenzione o meno di rinnovare il contratto per un altro quadriennio. Per farlo abbiamo iniziato a lavorare questo mese: stiamo raccogliendo i dati e valutando in termini tecnici le performance. Nulla di diverso da quello che avviene in qualunque azienda, ma tenendo conto di due aspetti. Il primo di natura quantitativa: per esempio le variazioni sul numero di visitatori dal momento dell'arrivo del direttore. Un dato molto semplice, sereno ed univoco perché il numero parla da solo. C'è poi il numero dei contratti, la sicurezza" e una serie di "elementi il più possibile oggettivi". 

"Poi c'è un aspetto legato alla parte 'soft' - prosegue il ministro - Ad esempio, come un certo dato è stato portato avanti rispetto al disegno originale, se è stato realizzato. O come è stato interpretato essere direttore di un certo museo e come questo museo si sia incastrato nel territorio. Secondo, è molto importante anche come l'operato del direttore del museo abbia partecipato al progetto culturale complessivo del luogo in cui si trova. La somma di tutto ci darà un'idea di quelle che riterremo essere le persone su cui continueremo a puntare e a quali invece, magari, suggeriremo di cercare altre opportunità professionali, mettendo i loro posti a bando. Io tengo a dare una risposta a queste esigenze. Volevo farlo entro marzo, spero aprile. Penso sia semplicemente dignitoso per un direttore di museo saperlo con qualche mese di anticipo in modo da potersi organizzare e rispettare la sua professionalità". (ANSA).

Fai: Giornate di primavera, un Ponte tra culture. Il 23 e 24/3 in 1100 luoghi, con guide anche di altri paesi


Giornate FAI di Primavera 2019 | Foto © FAI
(di Daniela Giammusso) (ANSA) - ROMA, 13 MAR - Il viaggio tra le lingue latina, araba, greca e volgare nei manoscritti che raccontano la nascita dell'algebra e dell'astronomia nella Biblioteca Carlo Viganò dell'Università Cattolica di Brescia. L'intera piazza Sett'angeli per rileggere sulle facciate dei suoi palazzi e chiese (persino una domus romana del I-II d.C.) la storia della città di Palermo. O ancora il Gabinetto cinese di Palazzo Reale a Torino, dove scoprire, tra lacche e pannelli, il significato originario di tanti decori e bellezza. Fino a Venezia e quel dialogo sempre vivo che si respira ancora alla Scuola Dalmata dei Santi Giorgio e Trifone. Con oltre 1.100 siti aperti eccezionalmente, 296 luoghi di culto, 227 palazzi e ville, 30 castelli e 50 borghi in 430 località e 20 regioni, tornano le Giornate Fai di primavera, il 23 e 24 marzo, con una 27/a edizione che promette di guardare l'Italia come mai prima. Sarà ''un vero ponte tra culture'', spiegano il presidente e vicepresidente del Fondo Ambiente Italiano, Andrea Carandini e Marco Magnifico. ''La nostra patria è un amalgama di metalli preziosi - spiega Carandini - ora indigeni, ora forestieri, persino esotici, che hanno dato vita al più significativo e bel crogiolo del nostro pianeta''. ''E' un paese che cambia a pochi chilometri di distanza - concorda il ministro dei beni culturali, Alberto Bonisoli - Non è un caso, l'uomo ci ha messo del suo''. Il risultato sono ''culture, paesaggi, tradizioni, gastronomia diverse". E "quando si incontrano, con il giusto habitat e dialogo, il risultato è superiore alla somma degli addendi''. Ecco allora che tra i 40 mila apprendisti ciceroni del Fai, per la prima volta questa primavera ci saranno anche un centinaio di volontari di origine straniera a raccontare aspetti storici, artistici e architettonici tipici della loro cultura di provenienza, disseminati nel patrimonio italiano, ''dai Giardini panteschi che rivelano la grazia dello stile arabo - dice Carandini - ai decori egizi del Castello Masino a Torino fino a Villa Panza a Varese illustrata da una guida originaria del Sudan''. Ma ce n'è davvero per tutti i gusti e tutte le storie, ad ascoltare i frenetici racconti del vicepresidente Magnifico. Come, a Roma, la ''prima volta'' di Palazzo della Rovere a Roma, sede dell'Ordine Equestre del Santo Sepolcro con il Soffitto dei Semidei del Pinturicchio, o Palazzo della Consulta, sede della Corte Costituzionale dal 1955, con il calamaio con cui venne firmato l'armistizio di Villafranca. 

A Melegnano (MI) il castello cinquecentesco ''che nessuno conosce - dice Magnifico - come la storia del suo signore, il 'furfante' Medeghino'' dei Medici, aprirà straordinariamente l'ala est non restaurata, mentre a Torino si potrà passeggiare come il Re da Palazzo Reale attraverso appartamenti, luoghi sacri e di loisir fino ai 25 chilometri di documenti dell'Archivio di Stato (Statuto Albertino compreso). E ancora Matera, Capitale della cultura europea 2019, svelerà la Fabbrica del carro trionfale della Bruna mentre a Catania saranno visitabili al porto le opere di Street Art Silos. Due navi, l'Italia e la Bergamini, per La Spezia e uno stadio, l'Artemio Franchi, a Firenze. E ancora 35 parchi e giardini, 22 siti archeologici, 23 campanili e torri, 11 biblioteche, 8 ex ospedali psichiatrici e antichi ospedali, 12 teatri e 20 biciclettate in collaborazione con la FIAB. Se dal 1993 le Giornate Fai hanno appassionato quasi 11 milioni di visitatori, obbiettivo dichiarato è passare ''entro il prossimo anno da 190 mila a 250 mila iscritti''. Per il quinto anno le Giornate chiudono la Settimana Rai dedicata ai beni culturali (18-24 marzo). Si può sostenere la campagna fondi Tu che puoi Fai fino al 31 marzo con sms al 45584.

Sacro Monte Calvario di Domodossola. Una pausa rigenerante per assaporare il risveglio della natura nelle Alpi Piemontesi

Tutto a pochi passi da una perla, il Sacro Monte Calvario di Domodossola.
Val d’Ossola: tutti i colori e i profumi della primavera


La natura primaverile che si risveglia è il momento migliore per ammirare splendidi paesaggi a bordo di una mountain bike o in sella ad un cavallo, lungo percorsi panoramici e rigorosamente "slow", nell'anno del turismo lento.


Appuntamenti con la primavera - Il benessere primaverile passa anche dai moderni centri termali della Val d'Ossola. Le Terme di Premia e quelle di Bognanco sono i due poli principali, con piscine interne ed esterne, getti idromassaggi e trattamenti benefici. Da non perdere le speciali e romanticheserate sotto le stelle del centro di Premia (la prossima il 20 aprile). In attesa dei celebri festival estivi, la primavera in Val d'Ossola può essere occasione di (ri)scoperta di borghi, tradizioni e sapori, grazie a due eventi in particolare. Il 28 aprile da non perdere il Palio degli Asini di Varzo. Domenica 5 maggio una prima assoluta, "Ossola in Cantina": otto cantine ossolane presenteranno i propri vitigni eroici, grazie ad un percorso di degustazione inedito, di calice in calice.



Trekking e bici - Il tutto senza dimenticare gli itinerari di trekking primaverili di media montagna tra sentieri poco affollati, aria frizzante, natura brillante e i profumi inconfondibili della flora che rinasce. Uno su tutti, l'antica Via dei Torchi e dei Mulini, semplice e per tutti, un viaggio nella storia rurale locale. L'intera piana della Val d'Ossola è attraversata da un'interminabile ciclovia di oltre 80 km, che parte dal Lago di Mergozzo e raggiunge Domodossola, una pista adatta a tutti, che attraversa paesaggi variegati: dai primi scorci fioriti sul delizioso lago di Mergozzo all'Oasi WWF del Bosco Tenso, lungo il fiume Toce, per addentrarsi tra boschi antichi e lungo sentieri ricchi di storia.



Il romantico lago di Mergozzo - Primavera, stagione ideale anche per l'arrampicata, grazie a temperature e condizioni climatiche perfette lungo le pareti della Val d'Ossola: sono molte le falesie e le vie lunghe segnalate per scoprire queste valli con un pizzico di adrenalina e avventura. Le città e i borghi si scuotono dal torpore invernale: come rimanere indifferenti davanti alle tranquille e splendide rive del Lago di Mergozzo (borgo Bandiera Arancione del TCI), sul cui lungolagouna passeggiata è d'obbligo; o ancora, con partenza dal suo romantico centro storico, un viaggio di scoperta tra archeologia e piccole perle naturalistiche.



La magnifica piazza di Domodossola - Domodossola apre la propria piazza-gioiello ai visitatori: i dehors estivi tornano a costellare il salotto cittadino dipiazza Mercato, un vero capolavoro di architettura quattrocentesca: visitare il centro storico del capoluogo ossolano sarà come compiere un tuffo nel passato dell'affascinante "Borgo della Cultura". E ancora, bastano pochi passi per avvicinarsi ad un'altra perla, il Sacro Monte Calvario di Domodossola.

fonte: tgcom24

Enit: i russi amano l'Italia, sorpassata la Spagna

 © ANSA


 I russi amano l'Italia: se i viaggi verso l'estero di questi turisti, big spender e amanti dello shopping e del lusso, sono cresciuti del 33,7%, guadagnano ben il +67% quelli verso l'Italia che raggiunge il podio al terzo posto dopo Turchia e Thailandia con 804 mila viaggi (+19% sul 2017), superando i 780 mila della Spagna. La propensione a spendere fa scegliere esercizi alberghieri nell'80,6% dei casi e non si accontentano: il 45% si orienta sull'extra lusso. Per questo l'Enit, Agenzia Nazionale del Turismo, sarà presente con uno stand di circa 800 metri quadrati alla Mitt di Mosca (da domani al 14 marzo 2019), la fiera B2b numero uno per il mercato turistico russo. Coinvolte le Regioni Calabria, Campania, Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Lazio, Marche, Puglia, Sardegna, Sicilia, Veneto e oltre 200 aziende turistiche.
ansa
   

Dieci milioni per rilanciare la coltivazione degli agrumi

da Avvenire

Dieci milioni per rilanciare l'agrumicoltura italiana. Buona notizia in un periodo nel quale l'agricoltura pare essere più alla ribalta delle cronache per i problemi degli allevamenti sardi oppure per quelli dell'olio di oliva. Certo, l'avvio del Fondo nazionale agrumicolo, sancito qualche giorno fa dall'approvazione in Conferenza Stato Regioni dello schema di decreto, non risolverà tutti gli affanni degli agrumicoltori, ma è certamente un buon passo in avanti. Nel dettaglio, si tratta di 6 milioni a disposizione quest'anno e di 4 milioni pronti nel 2020. Ciò che conta di più, poi, è che le modalità di spesa dovrebbero essere il frutto di un lavoro di concertazione fra istituzioni e rappresentanti dei produttori, tutti riuniti attorno al "tavolo agrumicolo" dello scorso novembre. L'importo totale dello stanziamento sarà quindi distribuito lungo tre assi d'azione. Circa 8 milioni di euro saranno utilizzati per la concessione di contributi per il sostegno al ricambio varietale delle aziende agrumicole danneggiate dal virus della Tristeza e dal Mal secco (le due malattie principali di queste piante che hanno creato più di un problema per i produttori). Altri 1,5 milioni di euro serviranno per il finanziamento di campagne di comunicazione istituzionale e promozione rivolte ai consumatori per sostenere la competitività e la qualità del settore agrumicolo. Circa 0,5 milioni saranno invece usati per la concessione di contributi per la conoscenza, salvaguardia e sviluppo dei prodotti agrumicoli DOP/IGP. Occorrerà adesso vedere se le modalità operative di erogazione e di utilizzazione degli stanziamenti saranno davvero efficaci per il comparto. Ma quanto meno si parte con il piede giusto. Cosa buona, come si è detto, soprattutto se si guarda non solo ai mali di mercato del comparto, ma anche a quanto sta accadendo sempre di più all'agricoltura italiana e cioè all'impoverimento dell'assortimento varietale delle nostre coltivazioni. Ha fatto bene Coldiretti ha lanciare l'ennesimo allarme sul tema. In Italia, infatti, sarebbero scomparse dalla tavola tre varietà di frutta su quattro nell'ultimo secolo anche, dicono i coltivatori, "per effetto dei moderni sistemi della distribuzione commerciale che privilegiano le grandi quantità e la standardizzazione dell'offerta". A conti fatti, nel nostro Paese, nel secolo scorso si contavano 8.000 varietà di frutta, mentre oggi si arriva a poco meno di 2.000 e di queste ben 1.500 sono considerate a rischio di scomparsa, ma la perdita di biodiversità riguarda l'intero sistema agricolo, dagli ortaggi ai cereali, dagli ulivi fino ai vigneti.

Chef e papà: non si vive di sole stelle Michelin...


Solitudine ed economia. Potrebbe essere il titolo di un convegno venturo, cui invitare il professor Massimo Folador e chi altri possa dire qualcosa a favore o contro un aspetto umano che ne interseca uno tecnico. Da un sondaggio realizzato da Adnkronos pare che la solitudine sia diventata l'incubo di un italiano su dieci, mentre negli ultimi dieci anni lo status di single è cresciuto del 30%. Eppure siamo sempre più connessi coi social, che a questo punto diventano un'illusione relazionale, alla stregua del successo professionale e di altre faccende che, nella vita, si pongono in primo piano. Da questo punto di vista ha destato stupore la decisione di uno chef di 30 anni, Matteo Metullio, in cucina alla Siriola di San Cassiano dove aveva conquistato le due stelle Michelin, di lasciare tutto per stare con il figlio di un anno. In un'intervista ha dichiarato che non poteva lavorare 14 ore al giorno e sette giorni su sette. Solitudine ed economia possono andare d'accordo? Qualcuno vorrebbe sostituire la prima parola con disciplina, ma se guardiamo l'esempio del cuoco i contorni non cambiano. La proprietà del ristorante, a questo punto, ha deciso di chiudere definitivamente (ma intervenire prima? Evitando 14 ore per sette giorni su sette?). Una settimana fa eravamo in compagnia di un produttore di vino, Gianfranco Soldera, che fra disciplina e solitudine ha collezionato tanti racconti. Il momento più buio deve averlo passato nel 2012 quando un ex dipendente gli ha aperto i rubinetti di 10 botti di vino pregiato (500 euro la bottiglia, per capirci), finiti nelle fogne di Montalcino. Ha salvato poche quantità dell'annata 2010 ed ha deciso di metterle in bottiglie grandi, rare quanto un Gronchi rosa. E le ha offerte all'asta, per beneficenza, a Londra come a Milano lunedì sera, dove ha raccolto 110 mila euro a favore del progetto La Casa di Sam delle Suore di Carità dell'Assunzione, in zona Corvetto a Milano. Lo ricordo sul palco con le tre religiose, sorridente e felice. È l'ultima volta che l'ho visto, perché sabato mattina, quando è tornato solo sull'auto per visitare le sue vigne di Montalcino, probabilmente un malore gli ha fatto perdere i sensi ed è morto sul colpo. Lo conoscevo da oltre 30 anni e la faccenda – accaduta fra l'altro proprio mentre nel teatro di Montalcino erano radunati i produttori di vino con i giornalisti di tutto il mondo – mi ha scosso. Solitudine ed economia, già. Si può dire che si possono integrare se in qualche modo si tende una mano al prossimo? Per Soldera è stata La Casa di Sam; per lo chef Metullio una vita da far crescere; per un datore di lavoro significa immaginare che l'uomo non sarà mai una macchina. Fra solitudine ed economia, c'è sempre un cuore che batte.
da Avvenire

Prepàrati al viaggio



«Io voglio che il mio lettore, chiunque egli sia, pensi a me solo e non alle nozze della figlia o al processo o alla casa, al podere, al tesoro; e, almeno finché legge, io voglio che stia con me. ...Se è preoccupato dei suoi affari, differisca la lettura... io non voglio che studi nel momento stesso in cui si occupa d'altro; non voglio che apprenda senza fatica ciò che non senza fatica ho scritto». Francesco Petrarca è un poeta importantissimo: la sua lirica diverrà modello per secoli di quella a venire, in Occidente. In una lettera indirizzata a un amico, si sofferma sul tema della lettura: la poesia dal punto di vista del lettore, non del suo autore. Petrarca sottolinea l'assolutezza e l'importanza dei versi scritti, e il dovere, da parte di chi apre il libro, di affrontarli con assoluta concentrazione. Se hai altro per la testa, rinvia la lettura a domani. O fanne anche a meno. Per entrare nei miei versi devi avere la mente e l'animo sgombri da ogni altro pensiero o affanno. Un giusto, elevato richiamo alla dedizione rispettosa che esige ogni opera d'arte. Quanto mai necessario oggi, tempo di distrazione e superficialità. Affronta il libro, il film, la tela, con lo spirito preparato e svuotato. Non sprecare l'occasione di un viaggio, forse un tesoro.
Avvenire

Le tele di un italiano per rileggere il Codice di Leonardo

Veneziano - Amboise (Immagini fornite dall' autore) © ANSA

   AMBOISE- Un Leonardo introverso e malinconico si intravede tra l' enorme mole di disegni, bozzetti, studi e progetti a volte visionari custoditi in quell' immenso scrigno che è il Codice Atlantico. A mettere in luce questo aspetto, spesso sovrastato dalla grandezza dell' artista di Vinci nelle discipline più disparate, dalla scienza all' architettura, dall' idraulica alle macchine per il volo, è il pittore italiano Corrado Veneziano, chiamato dalla Francia a partecipare ad Amboise alle celebrazioni del Cinquecentenario dalla morte. Nella cittadina della Loira dove Leonardo trascorse gli ultimi tre anni Veneziano porterà la sua rilettura personale del Codice Atlantico intrenta tele esposte dal 24 maggio al 7 giugno proprio nella chiesa di Saint Florentin, che accolse le spoglie del genio del Rinascimento.
    "Sono sorpreso e lusingato - dice -. Le mie opere, ancorchè fedeli al Codice, vogliono dare una visione in chiave fantastica, poetica e diversa di Leonardo e del suo sguardo plurale e curioso sul mondo". Dal gigantesco lavoro di studio e di analisi svolto da Leonardo l' essere umano appare immerso nella Natura e nelle regole che la governano, divenendone il riflesso. "L' uomo speculum dell' Universo", è appunto il titolo della mostra, curata da Niccolò Lucarelli, che presenta tele anche di grandi dimensioni, fino a tre metri per due, in cui a fare da sfondo costante è il firmamento, il cielo blu e stellato di notte o dorato all' alba, "che ci proietta in uno spazio più profondo". Parole e disegni, frasi e schizzi sono estrapolati dalle pagine di Leonardo; i disegni del Codice "restituiscono modernità e scientificità alle tele: bulloni, ruote, pilastri, archi, ponti, tramezzi, cannoni di artiglieria, dighe per incanalare corsi d'acque". Echi di De Chirico, Mirò, Kandinskij e Chagall affiorano tra le evocazioni più esplicite dei classici leonardeschi come l'Ultima Cena, la Battaglia di Anghiari, l'Uomo Vitruviano.
    "Ho cominciato ad approfondire nel 2017 i simboli e i segni del Codice - dice Veneziano -. Lo scorso giugno ho scritto al Comune di Vinci, al ministero e ad Amboise proponendo il mio lavoro. Dalla cittadina francese, che fa parte del comitato per le celebrazioni con l' Associazione Avec, Amboise e Vinci gemellate per gli scambi culturali, hanno subito mostrato interesse. A fine novembre mi hanno dato l' ok. Il mio progetto si inserisce in un programma di iniziative di estremo rigore scientifico". Aver esaminato il Codice - 12 volumi, 1119 fogli autografati e 1751 disegni di macchinari redatti dal 1478 al 1519 - ha permesso all' artista italiano di cogliere dettagli intimi sparsi da Leonardo tra migliaia di schemi, numeri e formule algebriche. "Nel foglio 110 - spiega - c'è il volto di una donna che ricorda la Gioconda, e le parole 'Tu dimmi' e in caratteri più piccoli 'dimmi come sono le cose passate', quasi una riflessione sulla fugacità del tempo. Nel foglio 118, vcino al profilo di un uomo dallo sguardo profondo, si legge la parola 'fato'. L' ho intitolato 'L' uomo che dialoga con il fato', per invitare adapprezzare Leonardo non solo come geometra, architetto e tecnico, ma anche per questa sua introversione".
    Corrado Veneziano, 60 anni, lucano di Tursi trapiantato a Roma, insegna arte, lingua e cultura italiana al Conservatorio di Santa Cecilia. Ha cominciato a dipingere da bambino. A lanciarlo sulla scena della grande arte è stato nel 2013 Achille Bonito Oliva in occasione di una sua mostra in una galleria di Roma. Ad incoraggiarlo ha contribuito l' antropologo Marc Augè presentando a Parigi i suoi quadri dedicati a Dante Alighieri.
    Altro incontro importante nel 2014 a Bruxelles con il sociologo Derrick De Kerckhove, per  una mostra all' Istituto italiano di Cultura. L' ultima esposizione nel settembre 2017 in Cina alla Galleria Nazionale di Arte moderna di Lanzhou.

Dopo la "chiamata" in Francia per le celebrazioni leonardesche, per l' artista italiano si sono create nuove opportunità. La Nasa avrà le sue opere a Washington in occasione del convegno annuale in programma nel prossimo novembre. A settembre - invitato dall' Istituto Italiano di Tecnologia di Genova - porterà i suoi quadri al Festival delle Scienze. Dieci delle 30 tele destinate ad Amboise saranno visibili in anteprima il 23 e 24 marzo, nella sede della Banca d' Italia a Bari per le giornate del Fai. "La Francia è storicamente una nazione sorella - osserva Veneziano a proposito dei recenti contrasti con l' Italia su questioni politiche e sulla concessione proprio delle opere d' arte per le celebrazioni -. La vicenda stessa di Leonardo lo dimostra: vi si trasferì portando con sé la Gioconda. Non servono le piccole gelosie ma segnali di vicinanza a dispetto di chi vuole giocare sui confini e sulle separazioni. L' arte va oltre i muri". 
   
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McCurry, la passione per la lettura nei suoi scatti A Palazzo Madama di Torino, testi e sezione sui suoi libri

STEVE McCURRY. LEGGERE © ANSA

TORINO - Una mostra dedicata all'amore per la lettura, attraverso lo sguardo del grande fotografo Steve McCurry. Oltre 70 immagini accompagnate da un'antologia di scritti dedicati alla lettura, scelti da Roberto Cotroneo, giornalista e scrittore, in una città, Torino, che anche grazie al Salone del Libro, può essere considerata la 'capitale italiana della lettura'. 'Steve McCurry. Leggere', curata da Biba Giacchetti, apre al pubblico il 9 marzo fino al primo luglio, in un ambiente suggestivo, la Corte Medievale di Palazzo Madama. Sono gli scatti realizzati in oltre quarant'anni di carriera che lo stesso McCurry ha riunito in un volume, pubblicato come omaggio al grande fotografo ungherese André Kertesz.
Le fotografie - alcune inedite - ritraggono persone di tutto il mondo, assorte nell'atto intimo e universale del leggere, nei contesti più vari: i luoghi di preghiera in Turchia, i mercati. Persone che leggono circondate da animali o da macchine, altre rilassate sui marciapiedi. Dall'Italia all'India, dall'Afghanistan all'Africa, dagli Stati Uniti a Cuba. Completa la mostra la sezione 'Leggere McCurry', dedicata ai libri pubblicati dal 1985 con le sue foto: ne sono esposti 15, alcuni ormai introvabili. "Il soggetto della mostra non è tanto il libro, ma la persona intenta alla lettura, colta dall'obiettivo in contesti spesso di povertà ed emarginazione, dove l'ultima cosa a cui pensare sembrerebbe essere l'interesse per un libro", spiega Guido Curto, direttore di Palazzo Madama.
"Ogni scatto - sottolinea Maurizio Cibrario, presidente della Fondazione Torino Musei - è un'autentica perla. Ci sembrava giusto che Palazzo Madama facesse qualcosa per celebrare il Salone del Libro che sembrava perso ed è stato ritrovato". "Una mostra diversa, da leggere. L'autore ci invita a osservare, quasi silenziosamente, quanto accade in un universo traslato, in cui le persone abbandonano la loro realtà, anche drammatica, per essere totalmente assorbite da altro", spiega Biba Giacchetti. "McCurry - aggiunge Cotroneo - è capace di farci leggere per un attimo lo stesso libro dei suoi soggetti, di lasciarci con loro per un attimo, quello che basta a riempirci di storie e di passioni. Quello che ho fatto, da parte mia, è stato mettere insieme il perché la lettura sia sempre e comunque qualcosa di irrinunciabile e di prezioso per le nostre vite. per tutte le vite, anche le più povere e le più lontane da noi". "Una mostra molto importante, un'occasione per guardare, leggere e imparare ad ascoltare", conclude l'assessore comunale alla Cultura, Francesca Leon.
ansa

Il vino italiano cresce negli Usa


da Avvenire
È stato un ottimo 2018 quello del vino italiano negli Usa. Un risultato importante, soprattutto pensando ai venti di crisi e di guerre commerciali che hanno caratterizzato lo scorso anno. A fornire i numeri più aggiornati è stato il Dipartimento del Commercio degli Stati Uniti, con una serie di statistiche che sono state poi analizzate dall'Ice, l'Agenzia per la promozione all'estero e l'interazionalizzazione delle imprese italiane. E si tratta di ottimi numeri. A conti fatti, per le esportazioni italiane il 2018 è stato un anno che gli esperti definiscono "decisamente positivo" per tutti gli indicatori: aumento in valore del 6,8% (il più alto degli ultimi cinque anni), incremento delle quantità dello 1,2%, rafforzamento della quota di mercato, che sale al 32% rispetto al 31,4% del 2017, e crescita dei prezzi medi che raggiungono 5,9 dollari al litro, contro i 5,6 dollari al litro dell'anno precedente (+5,4%). In valori assoluti le vendite di vini italiani oltre oceano hanno superato quota 1,9 miliardi di dollari e i 3,4 milioni di ettolitri. Guardando oltre il dato generale, poi, pare che sia stati i vini bianchi ad essere "la componente più importante delle nostre vendite negli Usa (oltre un terzo del totale)", ma bene sono andati lo scoro anno anchei vini rossi e soprattutto gli spumanti e i vini frizzanti che rappresentano oltre il 22% del nostro export verso gli Stati Uniti, con circa 440 milioni di dollari. Per quanto riguarda i vini rossi, poi, l'Italia è il primo fornitore del mercato nordamericano con una quota di mercato del 32,5% (in crescita rispetto al 31,6% del 2017), tallonata però dalla Francia con il 30,7%.
Proprio la gara con i nostri cugini francesi caratterizza comunque sempre la situazione del mercato statunitense. In termini generali, ha spiegato l'Ice in una nota rilanciata dall'agenzia specializzata winenews.it, «la Francia è il primo fornitore in valore (grazie in particolare al recente boom dei vini rosati), con crescita sia dei valori (+12,7%) che delle quantità (6,5%)». E non basta, perché buone prestazioni sono state ottenute anche da Nuova Zelanda (in terza posizione) e dalla Spagna; mentre in gran crisi sono concorrenti come Australia, Argentina, Cile e Germania. Lo scorso febbraio è iniziato da Los Angeles il tour promozionale americano che l'Ice, assieme a Via-Vinitaly International Agency, organizza per il vino italiano. La prossima tappa sarà a giugno, a New York.
Testa a testa, dunque, fra Italia e Francia. Ma rimane comunque il dato di fondo: quello degli Stati Uniti è uno dei nostri principali mercati, ma occorre combattere per tenere le posizioni. Oltrepassare quota due miliardi di dollari di etichette vendute oltre Atlantico nel 2019, potrebbe essere un ottimo risultato. Ed è tutto sommato a portata di mano.