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Arte contro plastica a Venezia Twin bottles, messaggio antinquinamento sul Canal Grande

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VENEZIA - La metafora della plastica che soffoca il mare prende la forma di due enormi bottiglie d'acciaio inossidabile a pelo d' acqua sul Canal Grande. Una è lucida e strizzata come un rifiuto, sull' altra sono impresse foto che documentano l' inquinamento in ogni parte del mondo.
    Con "Twin Bottles" l' arte lancia da Venezia il messaggio contro la minaccia ambientale che mette a rischio le sorti del pianeta.
    L' installazione, davanti al Casinò, è opera dello scultore albanese Helidon Xhixha e del giovane fotografo svizzero Giacomo 'Jack', accomunati dalla passione per le immersioni subacquee. "In luoghi straordinari abbiamo trovato il mare malato e pieno di plastica - dice Xhixha - e abbiamo deciso di dare la nostra interpretazione artistica utilizzando l' immagine che viviamo ogni giorno di due bottiglie galleggianti alte quattro metri.
    La plastica diventa acciaio per un concetto unico: salviamo i mari del mondo". "Venezia è la citta dell' acqua e dell' arte - aggiunge Jack - quale luogo migliore per questo appello? E' importante far partire proprio da qui l' impegno per rendere il mondo più pulito. Il mare è la nostra vita".
    A sostenere il progetto è la Fondazione Braglia, che a Lugano promuove da tempo mostre d' arte ed è impegnata con Legambiente per salvare e proteggere cento tartarughe marine. "L' arte deve comunicare - spiega Riccardo Braglia, imprenditore farmaceutico - e allora il classico messaggio nella bottiglia di mio figlio Giacomo e dell' amico Helidon è il richiamo a eliminare la plastica dal mare per non ucciderlo, in un evento creato con Città di Venezia e la società Vela in concomitanza con la festa importantissima del Redentore". L' idea è portare le Twin Bottles - che resteranno davanti a Palazzo Ca' Vendramin Calergi ancora per qualche giorno, poi saranno ospitate all'Arsenale e torneranno sul Canal Grande a settembre per la Regata Storica - in tour nei prossimi mesi a Verona e Milano, puntando anche a Londra, e in alcuni laghi del nord Italia. L' assessore comunale al Bilancio Michele Zuin ha rimarcato che Venezia sostiene l'iniziativa che unisce arte e impegno per l'ambiente, condiderandola la prima tappa di un percorso legato a temi sui quali la città è molto sensibile. In linea con l'impegno ecologista, i due artisti hanno donato diecimila euro e adottato simbolicamente due tartarughe Caretta Caretta, pescate alcune settimane fa durante una battuta di pesca a strascico e liberate in mare nei giorni scorsi a Mattinata (Foggia) dopo le cure nel centro di recupero di Legambiente a Manfredonia. Dai controlli è risultato appunto che avevano ingerito oggetti di plastica. "I nostri operatori hanno documentato che più dell' 80 per cento degli esemplari assistiti nel centro - ha spiegato Stefano di Marco, coordinatore della campagna Tartalove di Legambiente - ha ingoiato questi materiali che possono provocare la morte per soffocamento o per blocco intestinale o, come nel caso di queste due tartarughe, seri problemi di galleggiamento". Helidon Xhixha, 47 anni di Durazzo, si è specializzato in sculture monumentali in acciaio. Il padre Sal era uno dei nomi di spicco della scena artistica albanese. Per la Biennale di Venezia del 2015, tra provocazione e impegno ambientalista per denunciare rischio di scioglimento dei ghiacciai, ha ideato un imponente Iceberg di acciaio. Giacomo Braglia, 23 anni di Lugano, vive a Londra e realizza le sue foto 3D utilizzando materiali diversi, gesso, alluminio, ferro e acciaio. Agli argomenti ambientali affianca la ricerca sulle questioni sociali, come l' immigrazione in Africa e Medio Oriente, documentata recentemente nei lavori esposti al Padiglione della Repubblica Araba Siriana alla 58? Biennale di Venezia. (Ansa).

Fino fine anno "Spoleto d'estate e..."

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(ANSA) - SPOLETO (PERUGIA), 25 LUG - L'opera e i recital a cura del Teatro lirico sperimentale, Maria Rosaria Omaggio protagonista di Note Lettere, e una serie di concerti di musica da camera diretti da Niccolò Muti sono alcuni degli appuntamenti di "Spoleto d'estate e non solo". In programma fino alla fine dell'anno.
    Tra gli appuntamenti proposti uno spettacolo comico, diretto da Riccardo Leonelli, ambientato nell'Antica Roma, un monologo di Stefano de Majo su San Francesco e al Bosco Sacro di Monteluco, un recital dedicato a Lucrezia Borgia, i concerti all'alba di Umbria Ensemble alla Rocca Albornoz, un tributo allo swing degli anni '30 e '40, recital-tributo alla tradizione musicale napoletana e a quella medioevale ancora con Maria Rosaria Omaggio, il più importante evento cicloturistico del centro Italia lungo il suggestivo percorso della ex ferrovia Spoleto-Norcia, la magia del tango con TangOpera e i tradizionali appuntamenti con la tombola di Ferragosto, un festival delle birre artigianali e un evento di street food solidale, trekking e visite guidate per scoprire monumenti celebrati e angoli nascosti della città. Un ricco e denso programma che - spiega il Comune -, estendendosi senza soluzione di continuità fino alla fine dell'anno, compone un cartellone "lungo e ininterrotto" di eventi, "nel pieno solco della vocazione di Spoleto come città ideale per lo spettacolo e la cultura".
    Tra i grandi nomi e gli appuntamenti che si susseguiranno fino a dicembre anche Uto Ughi e Patti Smith, un concerto che celebra Ennio Morricone e una minirassegna da titolo "Spoleto Jazz Season" che vanta, tra gli altri, Fabrizio Bosso e Javier Girotto e un Festival Nazionale dei Dolci tipici Italiani dal titolo Dolci d'Italia. (ANSA).
   

Le acrobazie di Torinodanza in montagna. Spettacoli ad Avigliana, Sestriere e Prali dal 26 al 28 luglio

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(ANSA) - TORINO, 26 LUG - Torinodanza esplora le relazioni fra danza e montagna con tre giorni di spettacoli, dal 26 al 28 luglio ad Avigliana, Sestriere e Prali, per mettere in connessione la città di Torino e le sue montagne. "ANDIAMO!" è il secondo capitolo di #VERTIGINE, che coinvolge anche Malraux scène nationale Chambéry Savoie, Associazione Dislivelli di Torino e Université Savoie Mont Blanc.
    Apre la manifestazione Piergiorgio Milano, danzatore, coreografo e circense, sulla Palestra di Roccia di Avigliana.
    L'aostano Marco Chenevier guida invece un laboratorio a Sestriere, trasformando giovani sciatori in performer. Silvia Gribaudi, coreografa torinese attenta al lavoro sul corpo, presenta a una prima traccia di creazione a Prali. A integrare il programma grandi personaggi di montagna, come la guida alpina Anna Torretta, il campione di sci Piero Gros e l'antropologa e scrittrice Irene Borgna, protagonisti degli incontri coordinati dal giornalista e scrittore Enrico Camanni che seguiranno ogni spettacolo.

Il 'Cibo' di McCurry a Forlì. Ottanta scatti dal mondo ai Musei San Domenico dal 21 settembre

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FORLI' - Arriva in prima mondiale ai Musei San Domenico di Forlì, dal 21 settembre al 6 gennaio, la mostra 'Cibo' di Steve McCurry, un'esposizione inedita con 80 scatti del fotografo americano quattro volte vincitore del World Press Photo. Un racconto per immagini sul cibo come elemento universale, pur così diverso da Paese a Paese, ponte di conoscenza tra i popoli. Un giro del mondo sui modi di produrlo, trasformarlo e consumarlo, mettendo in evidenza il suo valore, l'attenzione al non spreco.
    Il progetto scenico si sviluppa in cinque sezioni che seguono il ciclo di vita del cibo: le foto, scattate tra America Latina, Asia ed Europa nella sua ultratrentennale carriera, sono accompagnate da strutture scenografiche e video per un'esperienza "immersiva dal punto di vista fisico ed emozionale". "Ogni fotografia di Steve McCurry - commenta la curatrice Monica Fantini - cerca l'universale nel particolare.
    E' paradigmatica di una persona o di un'intera comunità".

Raffaello e gli amici di Urbino. La Galleria Nazionale delle Marche omaggia il genio a ottobre

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URBINO La fioritura di un genio, la conquista della modernità e di uno stile rivoluzionario, alla luce di una rete di incroci generazionali e scambi culturali: è la mostra "Raffaello e gli amici di Urbino" che la Galleria Nazionale delle Marche - Palazzo Ducale di Urbino accoglierà dal 3 ottobre al 19 gennaio, in occasione dell'anno raffaellesco che celebra i 500 anni dalla morte dell'artista urbinate.
    A cura di Barbara Agosti e Silvia Ginzburg, l'esposizione documenta quanto le relazioni personali di Raffaello Sanzio con un gruppo di artisti che operavano a Urbino abbiano contribuito alla nascita della sua eccezionale personalità. Analizzando il ruolo di Pietro Perugino nella formazione e nella prima attività di Raffaello e il rapporto tra quest'ultimo e i concittadini artisti Girolamo Genga e il più anziano Timoteo Viti (e soprattutto gli esiti diversi che i due ebbero rispetto a Raffaello di fronte alle nuove sollecitazioni della pittura figurativa) emerge nella mostra il grande salto qualitativo che il genio urbinate riuscì a compiere, dando il proprio contributo all'evoluzione del linguaggio pittorico tra '400 e '500.
    Il progetto espositivo presenta al pubblico circa 80 opere, di cui una decina di Raffaello, con un obiettivo ambizioso, quello di "trasmettere lo spirito dell'umanesimo e l'atmosfera di creatività che c'era nella seconda metà del '400 a Urbino dove è nato Raffaello", spiega a Roma il direttore della Galleria Nazionale delle Marche, l'austriaco Peter Aufreiter, che dopo 4 anni di direzione lascerà a fine anno Palazzo Ducale per trasferirsi a Vienna, dove guiderà il Technischen Museums, il Museo della Scienza e della Tecnica. Un addio amaro il suo, in polemica con la 'controriforma' ministeriale voluta dal ministro Bonisoli che ridimensiona l'autonomia gestionale dei musei (introdotta dall'ex ministro Franceschini): "Per esempio ora anche gli accordi per i prestiti internazionali saranno gestiti da Roma. Mi dispiace andare via proprio nel 2020, con l'anno raffaellesco, ma in questa situazione non mi sento più di dirigere il museo. Mi auguro che questa mostra di livello internazionale sia un punto di partenza per Urbino: se non si viene in questa città non si può capire Raffaello", dice il direttore, che lascia le Marche nonostante i successi (e il grande aumento di visitatori) ottenuti con la sua direzione.
    La mostra, il cui progetto ha richiesto circa 3 anni di lavoro, sarà dunque il primo omaggio che la Galleria Nazionale delle Marche farà al grande urbinate, per capire quanto il contesto cittadino sia stato fondamentale per l'artista e la sua crescita; poi seguiranno altri due appuntamenti espositivi, "Raphael ware. I colori del Rinascimento", dedicata alla ceramica cinquecentesca, e "Sul filo di Raffaello", legata alla realizzazione dei cartoni che il Sanzio fece per gli arazzi della Cappella Sistina. Intanto, proprio in vista delle celebrazioni raffaellesche, la Galleria ha appena portato a termine il progetto "Raffaello in Minecraft", in collaborazione con Microsoft: per la creazione del videogioco, che svela la storia di Raffaello nella città di Urbino, sono stati coinvolti attraverso un contest oltre 2000 studenti delle scuole primarie e secondarie per permettere loro di contribuire alla narrazione.
    Inoltre, la Galleria ha voluto realizzare per il suo pubblico più giovane ("un terzo dei nostri visitatori è costituito da studenti in gita scolastica che quest'anno sono addirittura aumentati del 20%", dice Aufreiter) il volume illustrato "Raffaello bambino", opera dell'illustratore urbinate Giancarlo Carloni: nel libro sono raccontate le vicende di Raffaello bambino che, sognatore, irrequieto e un po' pasticcione, scopre alla Corte di Urbino la sua vocazione, ossia diventare pittore come lo era suo padre Giovanni Santi.

Cultura / Teatro Verso il Meeting. Lagerkvist, la fede e... l'attualità di Barabba

In cartellone una pièce teatrale tratta dal romanzo col quale lo scrittore giunse al Nobel. Un’ambientazione moderna per dare voce alle domande dei non credenti dei nostri giorni
Barabba in un’incisione ottocentesca

Barabba in un’incisione ottocentesca

da Avvenire
“Midnight Barabba” è prodotto da Meeting Rimini in collaborazione con Avl Tek. Oltre al regista Otello Cenci, coautore del testo con Giampiero Pizzol, hanno contribuito al soggetto Davide Rondoni e Nicola Abbatangelo; scene di Nicola Delli Carri, costumi della Sartoria Shangrillà. Sette gli attori in scena: Raffaello Lombardi, Michele d’Errico, Antonella Carone, Franco Ferrante, Carla Guido, Roberto Petruzzelli e Mimmo Padrone. Lo spettacolo andrà in scena al Teatro Galli il 18 e il 19 agosto alle 20.45 (biglietti su www.vivaticket. it).
Pär Lagerkvist
Pär Lagerkvist

La Leporina non sa niente del Maestro. Non sa perché non l’abbia guarita, lasciandole quel viso sfigurato. E non sa perché proprio a lei abbia chiesto di portare testimonianza. Sa solo che non può fare a meno di seguirlo, fino al martirio, fino a essere presa in braccio, per l’ultima volta, dall’unico uomo che sembra averle mai prestato attenzione. Un malfattore, scampato alla croce e destinato ai lavori forzati. Si chiama Barabba e, se il processo non fosse andato com’è andato, sarebbe toccato a lui morire sul Calvario, non a Gesù di Nazareth. Eppure sul Calvario Barabba ci va lo stesso, per contemplare l’agonia del giusto. Per rendere testimonianza, in un certo senso, anche se - almeno in questo - la Leporina è più consapevole di lui, più pronta a obbedire alla chiamata. La tensione fra i due personaggi è uno degli elementi portanti di Barabba, il capolavoro dello scrittore svedese Pär Lagerkvist, che per questo romanzo (ora riproposto da Jaca Book nella classica versione di Giacomo Oreglia e Carlo Picchio e con una nota di Alesandro Ceni, pagine 158, euro 14) ottenne nel 1951 il premio Nobel per la letteratura. Documento di un’inquietudine spirituale che attraversa per intero l’opera di Lagerkvist, Barabba fu trascritto in forma drammatica dallo stesso autore e diede spunto a un fortunato film hollywoodiano, con Anthony Quinn nel ruolo del protagonista.
Del tutto inedito è invece l’adattamento che debutterà a Rimini come spettacolo inaugurale del quarantesimo Meeting per l’amicizia fra i popoli. La rivisitazione si annuncia originale fin dal titolo, Midnight Barabba, che allude alla cornice della messinscena: un party molto sofisticato, nel corso del quale i vari personaggi, tutti intellettuali influenti nella Stoccolma di metà Novecento, si ritrovano a immedesimarsi nelle figure e nelle situazioni del Barabba di Lagerkvist. «Non è un semplice espediente di teatro nel teatro – spiega il regista Otello Cenci, che è anche autore del copione insieme con Giampiero Pizzol –. Al contrario, il confronto col romanzo porta alla luce l’umanità di ciascuno, altrimenti nascosta dalle consuetudini della mondanità. Le maschere sono quelle che i personaggi indossano nella vita quotidiana. L’incontro con le parole di Lagerkvist diventa l’occasione per mostrare il proprio volto, in tutta la sua fragilità e complessità».
Già in precedenza gli spettacoli del Meeting avevano adottato la formula di una fittizia prova generale. «Sì, abbiamo fatto qualcosa di simile per i cori da La Rocca di Eliot e per le parti del Tommaso Moroattribuibili a William Shakespeare – ricorda Cenci –, ma in quei casi c’erano da colmare le lacune presenti nel testo di cui disponevamo. La scelta operata per Barabba è differente. Una versione drammatica esiste già, d’accordo, ma lo stesso Lagerkvist non ne era del tutto soddisfatto: si tratta di una sorta di sacra rappresentazione il cui stile rischia di accentuare la distanza fra la nostra epoca e quella in cui il romanzo fu scritto. Lagerkvist ha operato in un momento storico in cui anche un 'ateo cristiano', quale lui si riteneva, non poteva fare a meno di misurarsi con Cristo. Questa è esattamente la condizione di Barabba nel corso del romanzo: salvato dalla morte di Gesù, continua a essere spiritualmente perseguitato dalla grandezza del suo salvatore. Oggi non è più così, al cristianesimo non si riconosce più cittadinanza nei discorsi della quotidianità. Per questo avevamo bisogno di allestire lo sfondo di un ricevimento in cui tutto è apparenza e in cui, all’improvviso, la realtà fa irruzione sotto forma di domanda radicale».
Anche il poeta Davide Rondoni, che ha contribuito alla stesura del soggetto di Midnight Barabba, insiste sulla necessità di rivalutare l’intuizione fondamentale dello scrittore svedese: «Insieme con pochi altri, tra cui Pier Paolo Pasolini, don Luigi Giussani e Carlo Betocchi, Lagerkvist aveva compreso che in Occidente il cristianesimo non poteva più illudersi di vivere di rendita. Il capitale era stato dilapidato, occorreva ricostruire tornando all’origine essenziale del Vangelo. Di tutto questo il personaggio di Barabba offre una rappresentazione geniale. Non sa da dove gli venga la salvezza perché ignora tutto di se stesso, si muove come uno straniero in una terra nella quale il cristianesimo comincia già germogliare. Per lui l’insegnamento di Gesù è nuovo e misterioso, così come può tornare a esserlo per noi al principio del XXI secolo. Finita la stagione dei trionfalismi, rimane il fascino delle cose vere. Pur nella crisi sua personale e della generazione a cui apparteneva, Lagerkvist disponeva ancora di un linguaggio adeguato a esprimere la profondità di questa ricerca. Un suo verso, in particolare, riassume in modo esemplare l’irrequietezza dei Barabba di ogni epoca: 'Uno sconosciuto è mio amico'».

Uno sconosciuto, non a caso, gioca un ruolo decisivo anche nella partitura di Midnight Barabba: «Ed è proprio la sua presenza a far emergere la personalità autentica degli altri personaggi – osserva Giampiero Pizzol –. Ognuno degli invitati al party allude a una particolare posizione interiore: c’è lo scettico e il curioso, chi si interroga sull’amore e chi preferisce restare in disparte. Lo stesso Barabba, in fondo, sceglie per sé il ruolo dello spettatore ed è per questo che il pubblico può riconoscersi tanto facilmente in lui. Fa pensare a un san Paolo al contrario, recalcitrante di fronte alla conversione, ma ancora capace di consegnare la propria umanità in un abbandono che assume i tratti dell’esperienza mistica».

76/a Mostra del cinema di Venezia MARCELLO, MARTONE E MARESCO GUIDANO L'ITALIA A VENEZIA

ATTESI JOKER, POLANSKI, AD ASTRA. NON SCORSESE E ALLEN Pietro Marcello, Franco Maresco e Mario Martone sono i tre registi italiani con i loro film in concorso alla 76/a Mostra del cinema di Venezia. Ad Astra con Brad Pitt, J'accuse di Roman Polanski, Joker di Todd Philips con Joaquin Phoenix, The Laundromat di Steven Soderberg con Gary Oldman, Banderas, Meryl Streep sui Panama papers sono tra i titoli top in concorso. Nel cartellone due assenze: The Irishman di Martin Scorsese ('non è pronto', dice Barbera) e A rainy day in New York di Woody Allen ('lo avrei voluto, ma hanno preferito un'uscita senza i clamori di un festival').

Grande successo della III edizione del Grand Italia Fest a Mosca


Oltre 82 600 visitatori del Grand Italia Fest svoltosi il weekend del 13-14 luglio nel parco Ermitage nel cuore di Mosca. Nel ricco programma della manifestazione concerti di cantanti italiani, esibizioni degli sbandieratori, racconti di personaggi famosi russi sull’Italia nella zona dei public talk, lezioni della cultura e del cinema italiano, della lingua italiana, pigiatura dell’uva, mostra fotografica dedicata a #Leonardo500 e ai borghi, gioco d'avventura, master di cucina,  corner enogastronomici, programmazione di viaggi nella zona del travel market, animazione per bambini, mostra dei manifesti storici ENIT. Lunghe file per scattare foto nelle aree selfie e soprattutto tante dichiarazioni d'amore russo per l’Italia. 

PROSSIME FIERE ENIT

ENIT si prepara ad una prossima stagione densa di appuntamenti, fiere e workshop. L'Agenzia Nazionale del Turismo sta portando l'Italia nel mondo grazie alla partecipazione alle principali fiere di settore e all'organizzazione di incontri, eventi e scambi trade. Ci si prepara all'Imex di settembre in America



Comune di Ruvo di Puglia per Rassegna Culturale “Il Morso della Murena” Venerdì 2 agosto ore 19.00

Il Morso della Murena

di Nicola De Matteo
Venerdì 2 agosto ore 19.00

Corso Cavour 46, Ruvo di Puglia, Libreria L'Agorà




“Mi sento anima in viaggio

generosa maternità di questo giorno

da raccontare ancora con il tempo che serpeggia

lento come murena in cerca di un anfratto sicuro”.


Nell’ambito della rassegna culturale estiva Immaginari – scene d’estate 2019 del Comune di Ruvo di Puglia, In folio incontra la scrittura di Nicola De Matteo, poeta barese molto attivo nella produzione poetica e nella organizzazione di eventi per la diffusione della poesia, Presidente dell’Accademia delle Culture e dei Pensieri del Mediterraneo, ideatore e organizzatore dell’appuntamento annuale La Notte Bianca della Poesia nella città di Giovinazzo, in cui centinaia di poeti e amanti della poesia si ritrovano nel nome delle muse delle arti poetiche. 

Faremo un viaggio nella parola poetica di Nicola De Matteo, attento osservatore e narratore del quotidiano, alla ricerca di colori, odori e sapori, di personaggi e paesaggi, delle diverse tonalità dell’essere e del sentire, attraverso storie e vissuti della gente del mediterraneo. 

Nell’alternarsi di liriche lunghe e lente a liriche più brevi e veloci, “Il Morso della Murena” è un invito a riappropriarsi del proprio tempo per scoprire che nulla è dato per sempre, che ogni cosa si rigenera nella capacità del nostro far esperienza del mondo con rinnovato sentire, di riprogettare la speranza con la fiducia di poter agire sulla realtà. La silloge è un invito a ritrovare il contatto con la parte migliore del nostro essere umani, scevri da rigidità e calcoli, da ipocrisie e opportunismi.

Come la murena, la poesia si insinua fra le vie del nostro essere esplorandone strade maestre, varchi, viottoli e angoli reconditi, attraversa i corpi con parola che inquieta e rasserena, che addolora e nutre, che non è mai asettica e asfittica. 

A dialogare con l’autore sarà Zaccaria Gallo, poeta dal pensiero raffinato ed elegante.

A dare voce alle liriche saranno le poetesse Maria Addamiano e Elisabetta Stragapede
fonte: comunicato stampa
segnalazione web a cura di Giuseppe Serrone - Turismo Culturale

Enit Portogallo / TURISTI PORTOGHESI IN ITALIA: SUPERATO PER LA PRIMA VOLTA IL MILIONE DI PRESENZE



Continua a crescere il numero di portoghesi che sceglie l’Italia come meta turistica. Nel 2018 gli arrivi di turisti portoghesi nelle strutture ricettive della Penisola hanno visto un incremento del 16%. Le presenze hanno raggiunto per la prima volta la quota di 1 milione, registrando un aumento del 17,6% rispetto al 2017. Gli arrivi e le presenze dal Portogallo costituiscono – per l’Italia - la terza variazione omologa più elevata nel periodo in analisi. Riferiamo, inoltre, che si tratta del maggior aumento di turisti portoghesi in Italia degli ultimi 15 anni, sia in termini di arrivi che di presenze. Il turista portoghese rimane caratterizzato da una permanenza media (2,68 notti) che, seppur in lieve crescita, è inferiore rispetto alla media delle 3,35 notti trascorse dai turisti degli altri paesi. 

FONTE: rielaborazione sede ENIT di Lisbona su dati ISTAT
segnalazione web a cura di Giuseppe Serrone - Tuirsmo Culturale

MAGDA ANTONIOLI (CDA ENIT) VICE PRESIDENTE DI ETC GENERAL MEETING

tratto da newsletter enit

ENIT sempre più di respiro internazionale: da oggi è presente anche in Etc (l’European Travel Commission responsabile della promozione dell'Europa come destinazione turistica, numero uno in tutto il mondo nei principali mercati dei visitatori) grazie all’elezione a vice presidente del consigliere del Cda Enit, Magda Antonioli. Così l’Agenzia Nazionale del Turismo italiana punta a fornire una corretta distribuzione delle risorse europee destinate al turismo e ad indirizzare la promozione verso performance della filiera ancora più mirate. L'incontro generale ETC e il Consiglio d'amministrazione che si sono svolti a Bucarest, in Romania, e sono stati ospitati dal Ministero del turismo rumeno ha registrato un alto livello di partecipazione. Fondata nel 1948, la European Travel Commission è un'associazione unica nel settore dei viaggi, che rappresenta le Organizzazioni Nazionali del Turismo dei Paesi europei. La sua missione è rafforzare lo sviluppo sostenibile dell'Europa come destinazione turistica. Negli ultimi decenni, ETC si è posizionata in prima linea nel panorama turistico europeo, stabilendo le sue competenze e costruendo partnership in aree del turismo, basate sulla promozione, la market intelligence e la condivisione delle migliori pratiche. L’European Travel Commission, che considera la ricerca uno strumento fondamentale per sviluppare strategie e servizi di marketing, trova nella figura della professoressa della Bocconi Magda Antonioli, tra i massimi esperti del settore un punto di riferimento. “Enit con Etc accelera e corrobora l’affermazione dell’Italia turistica sui mercati extraeuropei. L’Agenzia Nazionale del Turismo è orgogliosa di creare una rete sempre più strutturata per la costruzione di un’industria del settore integrata e rivolta ad obiettivi comuni. E’ fondamentale il consolidamento delle risorse umane ed economiche ancora disomogenee per garantire investimenti mirati e un’offerta sempre più qualificata” commenta Antonioli.
segnalazione web a cura di Ruci Albana - Turismo Culturale

NUOVI SCENARI PER IL TURISMO: VICINI AD UN ACCORDO TRA ENIT E CGIE

Si è vicini ad un accordo tra Enit-Agenzia Nazionale del Turismo e il Consiglio Generale degli Italiani all’Estero per la promozione del turismo e in particolare di quello delle radici che punta ad attrarre gli italiani residenti fuori dai confini nazionali che, come confermato dal Segretario Generale del CGIE Michele Schiavone, hanno raggiunto numeri importanti. Ai 6 milioni di connazionali iscritti all’AIRE (Anagrafe degli Italiani Residenti all’estero) vanno sommati almeno 1 milione di non iscritti e decine di milioni di discendenti di seconda/terza generazione. L’intesa porterà alla sottoscrizione di un protocollo di collaborazione attraverso cui i Comitati degli Italiani all’Estero (Com.It.Es) diventano avamposti di Enit, in sinergia con le sedi internazionali dell’Agenzia del turismo nel mondo, per potenziare la filiera e la rete turistica. “Il turismo di ritorno è una grande risorsa per l’Italia in termini culturali ed economici. I viaggiatori - dichiara il presidente Enit Giorgio Palmucci - in visita in Italia a familiari e amici e che investono nel Bel Paese sono quasi 10 milioni. Un trend in crescita: dal 1997 ad oggi è aumentato di visitatori stranieri di oltre il 70 per cento e del 51 per cento anche il numero di notti trascorse in Italia dai “turisti di ritorno”, nonché la spesa con un + 127,5 per cento. Dieci le mete più coinvolte dal fenomeno: Lombardia, Lazio, Piemonte, Veneto, Sicilia, Toscana, Emilia Romagna, Campania, Liguria, Trentino Alto Adige”. Dall’Assemblea Plenaria di Cgie, che viene convocata 2 volte l’anno a Roma, sono emersi i punti fondamentali dell’imminente protocollo d’intesa tra Enit e Cgie: posizionare ancor meglio il brand Italia sulla scena internazionale anche alla luce del turismo di ritorno, migliorare i trasporti accelerando la nascita di collegamenti diretti ed efficientare il Sistema Italia.

ENIT SIGLA UN PROTOCOLLO CON ACI

ENIT e Aci hanno firmato a Roma un protocollo d’intesa per una sinergia istituzionale finalizzata alla promozione dell’immagine unitaria dell’Italia, anche attraverso l’immenso patrimonio storico, culturale e sociale di paesi e borghi che impreziosiscono l’offerta turistica del nostro Paese, dove non ci sono solo i grandi e i piccoli centri, ma anche le strade e i percorsi che li uniscono, che tanti turisti percorrono in auto scoprendo angoli affascinanti ed occasioni di svago. "Il protocollo con ACI fidelizza ancora di più i turisti: attraverso questa collaborazione si promuove in modo capillare la destinazione Italia, rafforzando una rete di attori territoriali che operano sinergicamente. Ad oggi il 30 per cento dei turisti che visita l'italia è dell'area Dach e sceglie di venire in auto: Germania, Austria, Svizzera scoprono l'Italia al volante e grazie al protocollo con ACI la promozione di eventi congiunti permetterà di andare a raccontare e tracciare la storia dell'Italia nel mondo", dichiara il presidente Enit, Giorgio Palmucci.
fonte: newsletter Enit / segnalazione web a cura di Giuseppe Serrone

ENIT, PRESENTATO IL PIANO TRIENNALE DI MARKETING E PROMOZIONE TURISTICA CON IL MIPAAFT


Sono oltre 600 gli eventi Enit programmati nel mondo (+5% rispetto al 2018) tra cui momenti significativi come il Centenario Enit a novembre, le celebrazioni legate a Leonardo da Vinci, la partecipazione al Giro d’Italia e altri eventi sportivi e fiere internazionali come il Seatrade, il World Routes, la Settimana della cucina. Il brand Italia vivrà un profondo cambiamento e ad Enit è affidato il compito di catalizzatore tra i protagonisti pubblici e privati del settore. “L’ENIT, la Casa del turismo prosegue nella sua mission di promozione del comparto turistico italiano” dichiara il Ministro delle politiche agricole alimentari, forestali e del turismo Sen. Gian Marco Centinaio.  “Con il nuovo piano triennale presentato oggi dal Presidente Giorgio Palmucci sarà in grado di indicare ed analizzare al meglio i mercati obiettivo, potendo di fatto supportare l'azione del settore privato e contribuire allo sviluppo delle destinazioni turistiche del nostro Paese. In questo modo sarà capace di coinvolgere i potenziali visitatori nella scoperta di un patrimonio straordinario che rende unico il nostro Paese e sarà in grado di ritrovare un ruolo consistente grazie alla valorizzazione di un patrimonio costituito non solo di cultura e natura, ma anche di eccellenze nei settori imprenditoriali che rappresentano il vanto del nostro Paese: Made in Italy, alberghi, agricoltura di qualità, solo per citarne qualcuno. Lavoreremo in sinergia per accrescere la stagionalità che insieme al turismo rappresentano un binomio inscindibile, per individuare le nuove esigenze dei visitatori, per valorizzare i territori italiani e rilanciarli in chiave sostenibile favorendo esperienze di viaggio innovative. Investire nel turismo sostenibile significa proporre in una veste nuova i luoghi, l’artigianalità, le memorie dell’Italia. Sarà indispensabile migliorare le infrastrutture per governare la crescita dei flussi turistici e puntare su un turismo di nicchia che abbia un target ben preciso. Bisognerà, in ultimo, rafforzare la presenza di Enit e le partnership con le eccellenze del Made in Italy consolidando i mercati avanzati e puntando a quelli emergenti il tutto in un’ottica di brand nazionale. Il turismo è un settore determinante per la crescita dell'economia italiana ed è destinato a rimanere uno dei driver per la ripresa dell'economia e dell'occupazione” conclude.“E’ cambiata la visione e l’approccio all’industria del turismo, valorizzato oggi da tutto il Sistema Italia. Ora - commenta il presidente Enit Giorgio Palmucci - ha finalmente l’attenzione che merita un settore che muove 428,8 milioni di presenze e 41,7 miliardi di euro di spesa dei turisti stranieri in Italia nel 2018. Finalmente si può parlare di programmazione reale e strutturata che non proceda a tentativi senza un coordinamento tra i vari livelli territoriali e gli stakeholder pubblici e privati, ma che sviluppi sinergia, qualità dell’offerta ed efficientamento della filiera turistica in rete. Potenziando la filiera con metodo: incidendo ad esempio sulla stagionalità della domanda, sulla formazione, captando in tempo le richieste del mercato: responsabilità sociale ed ecologica per la valorizzazione delle biodiversità e delle tradizioni ma con un occhio al lusso, alla ricerca di destinazioni meno battute ma con un altissimo confort”. Sta premiando, quindi, un approccio pragmatico al mercato: in termini di presenze estere, l’Italia, con oltre 216,5[1] milioni di pernottamenti totalizzati nel 2018 (+2,8%), supera la Francia (140,7 mln di notti, +5,4%) e cresce a differenza della Spagna (301 mln di notti, -1,6%) che, pur essendo prima nel confronto europeo, è in flessione rispetto al 2017[2]. Le presenze totali negli esercizi ricettivi italiani sfiorano i 429 milioni e aumentano del +2,0% nel 2018 sul 2017. La componente internazionale cresce più di quella italiana (+2,8 vs 1,1%) e rappresenta il 50,5% delle presenze totali.  La spesa internazionale in Italia, a quota 41,7 miliardi di euro, aumenta del +6,5% nel 2018 sul 2017. Gli elementi del Piano si basano su sostenibilità, accessibilità, innovazione, deconcentrazione stagionale, crescita a valore, sinergia con il Sistema Italia e coordinamento con gli enti locali per strategie promozionali omogenee, centralità del Made in Italy, valorizzazione e posizionamento competitivo dell’Italia come meta turistica nel mondo, sviluppo di una rete di servizi e trasporti pubblici e privati. Un ruolo fondamentale è svolto dall’enogastronomia, cruciale per attrarre nuove esperienze di viaggio tra visitazione culturale, sportiva, active e slow. Un’autenticità garantita da un’ampia stagionalità dell’offerta che vede crescere le presenze in tutti i mesi dell’anno e dalla capacità di intercettare le esigenze dei viaggiatori alla ricerca di esperienze di Italian Style evidenziando una crescita anche nei piccoli comuni. A ciò si aggiunge lo storytelling dei grandi eventi: dalla montagna (Cortina 2021 e Milano-Cortina 2026) alla cultura dei personaggi storici italiani, fino agli appuntamenti internazionali dell’agroalimentare come Vinitaly o del design come il Salone del Mobile, vetrine indiscusse per il segmento alto di gamma.  ENIT – Agenzia Nazionale del Turismo promuove l'Italia come meta di viaggi e vacanze dal 1919 e festeggerà a novembre i primi 100 anni. Attraverso le sue 29 sedi nel mondo l’Agenzia opera con attività promozionali B2B e B2C, di comunicazione e di monitoraggio della filiera turistica incoming a livello internazionale. Dal 2016, grazie ad una nuova struttura aziendale che consente l'ottimizzazione delle risorse, ha incrementato l'efficienza e l’efficacia delle azioni e degli strumenti promozionali adottando un severo approccio di marketing sul quale si basa la pianificazione a breve e medio termine.
enit

Italia Economia n. 30 del 24 luglio 2019. Enit, aumentano i turisti in Italia, 429 milioni nel 2018


Enit, aumentano i turisti in Italia, 429 milioni nel 2018; Poste, al via il più grande hub logistico d’Italia; Agricoltura, tecnologia nei campi per migliorare competitività, Petrolio volatile, un 2019 incerto per le quotazioni; G7. Stati Uniti e d'Europa più vicini dopo il G7 di Chantilly. Pil. Nuovo declino per il Pil italiano, secondo l'ufficio parlamentare di bilancio, che rivede una crescita decisa solo nel 2020. Vacanze. Sempre più persone scelgono le bici per visitare l'Italia. Commercio. La crisi del commercio non accenna a finire.Lavoro. Una laurea salva dalla disoccupazione e il dipartimento Welfare della Cgil lo mette nero su bianco in un rapporto.Prometeo: A Lampedusa , riciclare conviene! Il 'pesce sprecato' che non finisce in tavola
adnkronos

Turismo #weddingplanning in Italia

Aumentano le richieste di competenze sempre più specifiche

Sette miliardi di euro: è questo il valore dei matrimoni nel nostro Paese. I dati parlano chiaro e i professionisti che decidono di specializzarsi in questo settore sono sempre più. Secondo le cifre riportate dal più noto portale del settore, matrimonio.com, infatti, le aziende di wedding planning in Italia sarebbero 3.615. Ma se da un lato la figura del wedding planner, seppur con tutte le difficoltà che ancora incontra, sta cercando di acquisire sempre più autorevolezza agli occhi dei futuri sposi, dall’altro lato il settore wedding presenta ancora notevoli carenze di figure professionali ancora più strutturate e di nicchia. Ne è convinta Ines Pesce, professionista del settore marketing e comunicazione, riconosciuta come la prima wedding marketing specialist in Italia. 

«La società è ormai in continua evoluzione, le stesse necessità del mercato stanno cambiando al punto tale da richiedere la nascita di nuove professioni per sopperire alla domanda di professionisti sempre più specializzati. Il matrimonio è ormai considerato al pari di un vero e proprio evento e come tale deve essere gestito, prestando attenzione ad ogni minimo dettaglio - spiega Ines -. Impossibile pensare che oggi tutto dipenda da un singolo wedding planner. Come in ogni organizzazione che si rispetti è necessario avere ruoli precisi pronti ad occuparsi con le loro skill di alcuni aspetti peculiari della giornata».

Tra queste nuove figure che stanno emergendo Ines Pesce ne ha identificate alcune che nei prossimi anni saranno sempre più richieste e nelle quali oggi c’è ancora molta libertà di azione per emergere e costruirsi una solida expertise e professionalità.

Social media wedding concierge
Non c’è evento ormai che non venga vissuto due volte: di persona e sui social. Entrambi rigorosamente in tempo reale, in molti casi. I social network hanno rivoluzionato il modo non solo di comunicare quanto di raccontare e raccontarsi alla propria platea di amici e follower, motivo per il quale il social media wedding concierge potrebbe sicuramente diventare una nuova figura emergente in Italia. Questo ruolo, ideato dalla catena WHotels di New York già qualche anno fa, ha il compito di costruire una narrativa social intorno all’evento che non si limita solo al giorno della cerimonia bensì, eventualmente, comprenderà anche il dietro le quinte del matrimonio: dalla scelta dell’abito da sposa alla creazione di una gallery della luna di miele su Pinterest. Questa professione è quotata in America per ben 3mila dollari a matrimonio e a oggi in Italia non ha ancora un suo professionista di riferimento.
Wedding dog sitter Secondo l'Eurispes, tre famiglie su dieci convivono con un animale da compagnia e nella maggior parte dei casi si tratta di cani (63,3%). La stessa quota di intervistati sacrifica una buona parte del proprio tempo libero per il benessere e le necessità del suo amico animale e il 46,2% di chi ha un animale domestico rinuncia in alcune occasioni ad uscire o a fare un viaggio per non lasciarlo solo. E se ci si sposa? Qui nasce la necessità di un wedding dog sitter, capace di prendersi cura per tutto il giorno del proprio cane, rendendolo partecipe del matrimonio dei propri padroni e, d'altro lato, facendo attenzione che una giornata del genere non gli comporti eccessivo stress. 

Wedding show manager
Oggi un evento come il matrimonio non può che avere tra i suoi obiettivi quello di essere estremamente accattivante anche per il social dell’estetica per eccellenza: Instagram. Diventa quindi fondamentale riuscire a creare momenti d’intrattenimento tali da stupire i propri ospiti. Basti pensare al matrimonio più social degli ultimi anni, quello di Chiara Ferragni e Fedez, i quali hanno sorpreso i propri invitati montando un Luna Park. Gli sposimillennials pongono infatti parecchia attenzione sul divertimento dei propri ospiti durante il ricevimento, la classica band musicale perciò non basta più. Qui entra in gioco il wedding show manager, un professionista specializzato in show per matrimoni che propone agli sposi spettacoli come il cake mapping, la digital singer, performer vari e circensi.
Wedding e-commerce
Pur acquistando quotidianamente sempre più beni di consumo online, gli sposi ancora oggi prediligono la via tradizionale dell’acquisto nei negozi fisici per quel che concerne l’organizzazione del matrimonio. Che sia la scelta della wedding planner, il fotografo, il fiorista o, ancor più, l'abito da sposa, l'acquisto si conclude in atelier e gli sposi sono disposti a fare anche parecchi chilometri pur di incontrare il professionista giusto per il loro evento. Se però è vero che l'America è pioniera di tendenze, l'ultimoWedding Industry Report Usa (2018) informa che su un totale di 54,4 miliardi di dollari spesi per il giorno del sì, gli acquisti online (via computer o smartphone), hanno raggiunto gli 8,2 miliardi di dollari e i vestiti da sposa nel 14% dei casi sono stati acquistati sul web. Un dato che oggi non è ancora considerevole ma che deve essere sicuramente tenuto in considerazione per entrare in maniera innovativa nel mercato dei matrimoni e sfruttare così un futuro vantaggio competitivo.
Wedding influencer
L'influencer nel mondo wedding è ancora oggi quel professionista del settore con un certo seguito che racconta la propria professione e che, incidentalmente, fornisce agli sposi informazioni utili sull'organizzazione delle nozze. In Italia sono ancora molto poche le figure che possono essere definite “di riferimento” e, quindi, influenti nel mondo wedding. Ovvero manca un vero personaggio di spicco in grado di influenzare le scelte d'acquisto degli sposi diversamente dalle note testate di settore.
«Ci troviamo di fronte a cinque professioni che possono davvero avere un impatto incisivo sul mondo del wedding e che rappresentano delle opportunità lavorative per chi nutre una forte passione nei confronti di questo settore: come per ogni attività, un’intensa formazione e una pratica costante possono portare a raggiungere l’eccellenza professionale», conclude Ines Pesce. 

Contadini: piedi per terra e tante idee in testa


Che bell'incontro quello con Federico Cremasco di Polcenigo, grazioso paese della zona collinare delle Prealpi Friulane. Ha creato Fred Jerbis, una piccola azienda di liquori che distilla tutto ciò che offre la natura intorno. Nell'antico bar, proprio di fronte al laboratorio, ho assaggiato i suoi prodotti ispirati a ricette del primo dopoguerra: il Vermut, il Bitter, l'Amaro, il Fernet e il Gin di camomilla. Mi ha impressionato la purezza di quei profumi, la nettezza della riconoscibilità, l'amore per la botanica che riesce ad esprimere un nuovo racconto. Pochi metri più un là, in un locale vintage, La Taverna, Diego Zambon ed Egor Riet propongono una teoria di prodotti tutti a base di zafferano, coltivato in loco. Anche qui una filiera che va dalla terra al consumatore. Invece a Maniago il macellaio Alessandro Antonini ha riabilitato l'antenato di un antico salame prodotto in Ungheria: si chiama Salame di Barba Nane. Lo rivende accanto alla Pitina, che è un salume speziato e saporoso, orgoglio di queste terre. Da un paio d'anni il nipote ha accettato di gestire una sorta di wine bar, dove chi si siede assaggia questi salumi superbi con un bicchiere di Friulano. Ma la cosa che mi ha colpito è che nell'osteria di fronte, Alla Casasola, condotta da due ragazzi romeni, Marian e Florina, han detto: «Bene, allora l'aperitivo lo vengono a prendere da te». Si chiamano sinergie, e se penso che questa rinascita succede in una terra che nel 1963 venne ferita dalla tragedia del Vajont mi sento rinfrancato. Ma queste non sono soltanto sinergie: è un modo umano di affrontare il futuro. Il Corsera nei giorni scorsi ha lanciato il sasso del "Reddito di contadinanza", su cui si è aperto un dibattito dopo l'appello sottoscritto da Andrea Segre e Susanna Tamaro, che parte dalla domanda su cosa rimanga di quell'annuncio dell'allora ministro Martina del "ritorno alla terra". L'intuizione era buona, ma l'applicazione sembra non appartenere ai pensieri dei politici, che poi sanno bene che tutto si affossa nelle pastoie di una burocrazia soffocante. E non c'è rimedio, nonostante tutti dicano di voler semplificare. A pensar male viene da dire che la burocrazia soffocante è un salvacondotto elettorale a cui tutti alla fine si possono aggrappare per indicare la fonte di un fallimento. Il reddito di contadinanza fa il verso a una legge che a quanto pare non ha avuto gli esiti sperati, soprattutto in termini di maggiore occupazione. Per cui associarlo al mondo contadino induce a qualche perplessità, quasi una reminiscenza della cultura dei "contributi". In realtà è un pensiero nobile: perché non incentivare iniziative come quelle sopra menzionate, tornando a rimettere in moto le cattedre ambulanti che promossero la formazione nella campagne? Vogliamo parlarne, prendendo sul serio una spinta d'impresa che viene dal basso?
Avvenire

Reportage. I turisti ritornano a Stromboli. «Ma niente sarà come prima»

Turisti tra le case di Ginostra. Sullo sfondo lo Stromboli

avvenire
«Quello che doveva fare, lo ha fatto», capita di sentirsi ripetere, una volta che si mette piede sull’isola di Stromboli, versante di Ginostra, il villaggio più colpito dalla violenta e improvvisa esplosione parossistica del 3 luglio scorso. Trentacinque abitanti circa, solo 20 d’inverno, 120 case in totale che ospitano nei mesi estivi fino a 350 turisti, più i visitatori giornalieri che giungono in gita sul vulcano: in questo borgo, da sempre senza auto né illuminazione pubblica, due settimane dopo il grande scoppio gli arrivi di turisti sono ripresi.
Li si vede sbarcare dagli aliscafi, dopo giorni in cui i portelloni si aprivano solo per scaricare qualche pacco. «La gente dimentica in fretta, ma ci sono danni che non si vedono ad occhio nudo», dice il ragazzo che imbusta pane e verdure in una delle due botteghe del villaggio, accanto alla chiesa a sbalzo sulla scogliera. Dietro, si staglia 'Iddu', il vulcano nero incenerito, che fa da sfondo a ogni costruzione bianca del paese e a ogni fico d’India scampato alle fiamme.
A “lui” si finisce per puntare di continuo lo sguardo, voltando spesso le spalle allo spettacolo maestoso del mare e delle altre Eolie. Sullo Stromboli è ancora in corso un’alta attività esplosiva: lo riferisce l’ultimo comunicato del Laboratorio di Geofisica Sperimentale dell’Università di Firenze. Lo si percepisce anche senza bollettini: il vulcano tuona, fuma e di notte dà un rosso intenso, ipnotico al cielo.
Si assesta, dicono in paese, «fa il suo lavoro normale, o quasi» commenta il signor Pasquale Giuffrè che in 71 anni, tutti trascorsi qui, non aveva mai visto niente del genere. Suo figlio Gianluca è molto attivo nel borgo, è stato lui a scrivere – «di getto» ci dice – una lettera al presidente della Regione Sicilia Nello Musumeci, invitandolo sull’isola per rendersi conto dei danni. «Abbiamo ottenuto lo stato di calamità e ora attendiamo che da Roma dichiarino lo stato d’emergenza. Hanno già quantificato in 20 milioni di euro l’ammontare dei costi per mettere in sicurezza, prima delle piogge, il versante bruciato e il costone che dalla chiesa scende al porto». Sull’isola Musumeci è arrivato in visita subito. Se sarà lo stesso anche per i fondi, si vedrà.
Dal pomeriggio dello scoppio e per quattro giorni, abitanti e volontari hanno ripulito il paese dal materiale lavico che lo aveva ricoperto. «Ora cerchiamo di tornare alla normalità, consapevoli che potrebbe ricapitare, tra un anno o tra 20» prosegue Giuffrè. «Quello che è successo ci ha segnato profondamente, però il morale sta risalendo. Certo non si dimentica, il mio rapporto con il vulcano è cambiato». I residenti riprendono vita e attività, incalzati dagli aliscafi e dai passeggeri in vacanza. «Nella settimana dell’esplosione in tanti hanno cancellato le prenotazioni. Ora cerco di tranquillizzare i miei ospiti, ma nel profondo non sono ancora tranquilla io» dice Antonietta Favorito nella grande casa dove ha diverse stanze in affitto.
Chi da anni interpreta i segni e i suoni del vulcano è la guida Mario Pruiti, fondatore della cooperativa di guide vulcanologiche Magmatrek. Vive nell’abitazione più alta del villaggio, verso Punta del Corvo. «Ero in casa quando c’è stata l’esplosione, in 30 secondi è iniziato a cadere materiale caldo. Ho visto una massa che si alzava e ci si buttava addosso, toglieva il respiro. La mia bambina di due anni era sul terrazzo» racconta. «Io sono stato fortunato, avevo 4mila litri d’acqua dietro casa, ho fatto quello che potevo: capire dove tirava il vento, spegnere il fuoco attorno».
Dice, come molti a Ginostra, di aver visto per la prima volta il vulcano fare quello che i più anziani in tante occasioni avevano descritto, ricordando l’esplosione del 1930. «È un piromane lo Stromboli. Ma è più quello che il vulcano dà, rispetto a quello che si prende. Nella parte alta il responsabile è lui, nella parte bassa, invece, è l’uomo». L’area che si è salvata dal fuoco era quella più pulita dalle sterpaglie. «Questo è il punto, la pulizia: ora che non siamo più una società agricola e gli interessi sono altrove, non c’è alcun re-investimento sul territorio dei soldi che arrivano dal turismo. Se si deve proteggere Ginostra si cominci dall’alto verso il basso, non viceversa: in quota ci sono terrazzamenti lavorati dall’uomo più di 5mila anni fa».
I muretti a secco si vedono bene, ora che la vegetazione è carbonizzata, lungo il sentiero percorso anche dal giovane escursionista di Milazzo morto nell’esplosione: «È stato trovato a 20 metri sopra la panchina di Punta del Corvo, in una zona di vegetazione fitta che è bruciata. Non troppo lontano da casa mia» prosegue la guida. «Questo povero ragazzo è stato sfortunato. E, invece, in tanti noialtri siamo stati fortunati. Ho deciso che se mia figlia vorrà restare qui, quando dovrò farle un regalo, sarà una cisterna d’acqua. Invece di pensare ad aumentare posti letto, in quest’isola comprare cisterne e avere cura del territorio come si faceva nel passato sono i migliori investimenti per il futuro».

Messaggio del Prefetto del Dicastero per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale in occasione della Giornata Mondiale del Turismo 2019


Pubblichiamo di seguito il Messaggio che il Prefetto del Dicastero per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale, Em.mo Card. Peter Kodwo Appiah Turkson, ha inviato in occasione della Giornata Mondiale del Turismo, che si celebra ogni anno il 27 settembre:

Messaggio
“Il Turismo e il Lavoro: un futuro migliore per tutti” è il tema della Giornata Mondiale del Turismo, che ricorre il 27 settembre, promossa dall’Organizzazione Mondiale del Turismo (UNWTO). Un tema che richiama l’iniziativa: “Il futuro del lavoro”, voluta dall’Organizzazione Internazionale del Lavoro (ILO), che quest’anno celebra il suo centenario.
La scelta di trattare il tema del turismo dalla prospettiva del lavoro appare particolarmente opportuna a fronte delle criticità radicate e crescenti che caratterizzano la dimensione lavorativa della vita per moltissime persone, a tutte le latitudini. Gli obiettivi auspicati della pace, la sicurezza, la promozione e l’inclusione sociale non possono essere raggiunti se si trascura l’impegno congiunto per assicurare a tutti un lavoro dignitoso, equo, libero, costruito intorno alla persona e alle sue esigenze primarie di sviluppo umano integrale. “Lavorare è proprio della persona umana. Esprime la sua dignità di essere creata a immagine di Dio”1, ha detto Papa Francesco. Dove non c’è lavoro, non ci può essere progresso, non ci può essere benessere, e sicuramente, non ci può essere un futuro migliore. Il lavoro, che non è solo l’impiego, ma la modalità attraverso cui l’uomo realizza se stesso nella società e nel mondo, è una parte essenziale nel determinare lo sviluppo integrale sia della persona che della comunità nella quale essa vive.
“Siamo chiamati al lavoro fin dalla nostra creazione” ha scritto Papa Francesco nell’Enciclica Laudato si’, rimarcando che “Il lavoro è una necessità, è parte del senso della vita su questa terra, via di maturazione, di sviluppo umano e di realizzazione personale”2. “Senza lavoro – ha detto ancora nel videomessaggio ai partecipanti alla 48.ma Settimana Sociale dei Cattolici Italiani (Cagliari, 26-29 ottobre 2017) - non c’è dignità”.
Come ricorda poi il Compendio della Dottrina Sociale della Chiesa: “La persona è il metro della dignità del lavoro” e - citando l’Enciclica Laborem exercens - «Non c'è, infatti, alcun dubbio che il lavoro umano abbia un suo valore etico, il quale senza mezzi termini e direttamente rimane legato al fatto che colui che lo compie è una persona»”3.
Con particolare riferimento al turismo, nel suo Messaggio per la XXIV Giornata Mondiale del Turismo4, San Giovanni Paolo II spiegava altresì che tale settore “va considerato come un'espressione particolare della vita sociale, con risvolti economici, finanziari, culturali e con conseguenze decisive per gli individui e i popoli. La sua diretta relazione con lo sviluppo integrale della persona dovrebbe orientarne il servizio, come per le altre attività umane, all'edificazione della civiltà nel senso più autentico e completo, all'edificazione cioè della ‘civiltà dell'amore’ (cfr Sollicitudo rei socialis, n. 33)”.
Ad oggi non sono poche le problematicità legate all’esercizio del lavoro nel settore del turismo, che si declina in professionalità variegate e con mansioni specifiche. Consulenti di viaggio e guide turistiche, chef, sommelier e camerieri, assistenti di volo, animatori, esperti di marketing turistico e social network: in molti operano in condizioni di precarietà e talvolta di illegalità, con retribuzioni non eque, costretti ad un lavoro faticoso, spesso lontano dalla famiglia, ad alto rischio di stress e piegato alle regole di una competitività aggressiva.
Indigna poi lo sfruttamento del lavoro nei paesi poveri ma ad alta vocazione turistica in virtù del ricco patrimonio ambientale e storico-culturale che li caratterizza, dove a trarre beneficio dall’utilizzo delle risorse locali raramente sono i popoli autoctoni. Inaccettabili sono anche gli atti di violenza contro le popolazioni che accolgono, l’offesa della loro identità culturale, e tutte le attività che causano il degrado e lo sfruttamento vorace dell’ambiente.
Al riguardo, ancora San Giovanni Paolo II nel 2003 evidenziava che “L'attività turistica può svolgere un ruolo rilevante nella lotta alla povertà, sia dal punto di vista economico, che sociale e culturale. Viaggiando si conoscono luoghi e situazioni diverse, e ci si rende conto di quanto grande sia il divario tra Paesi ricchi e Paesi poveri. Si possono, inoltre, meglio valorizzare le risorse e le attività locali, favorendo il coinvolgimento dei segmenti più poveri della popolazione”5.
In tal senso, a ben vedere le potenzialità di sviluppo offerte dal settore del turismo sono riguardevoli, sia in termini di opportunità di impiego che di promozione umana, sociale e culturale. Opportunità che si aprono in particolare ai giovani e che ne incoraggiano la partecipazione come protagonisti del loro sviluppo, magari attraverso iniziative di autoimprenditorialità nei paesi svantaggiati.
I dati diffusi dall’Organizzazione Mondiale del Turismo (UNWTO) rilevano che su 11 posti di lavoro nel mondo almeno 1 è generato – direttamente o indirettamente – dal turismo, e registrano una costante crescita del fenomeno che coinvolge milioni di persone in tutti gli angoli della terra. Si parla di un ciclo espansivo, con enormi implicazioni sul piano sociale, economico e culturale, che ha superato le più rosee aspettative. Basti pensare che nel 1950 i turisti internazionali erano poco più di 25 milioni mentre nel prossimo decennio si stima che potrebbero raggiungere la cifra di 2 miliardi di viaggiatori in tutto il mondo.
A fronte di questi flussi, ci pare incoraggiante la dimensione dell’incontro che il lavoro nel turismo può offrire. Gli operatori del settore a tutti i livelli, nell’esercizio delle loro mansioni quotidiane, in molti casi, hanno l’opportunità di confrontarsi con persone provenienti dai più diversi paesi del mondo, e di avviare quella conoscenza che costituisce il primo passo per l’abbandono di pregiudizi e stereotipi e per la costruzione di rapporti improntati all’amicizia. Del turismo come occasione di incontro ha parlato Papa Francesco rivolgendosi ai giovani del Centro Turistico Giovanile nel marzo scorso, in occasione del 70.mo anniversario di fondazione dell’associazione. Il Pontefice ha espresso apprezzamento per l’impegno da loro profuso nella promozione di un “turismo lento”, “non ispirato ai canoni del consumismo o desideroso solo di accumulare esperienze, ma in grado di favorire l’incontro tra le persone e il territorio, e di far crescere nella conoscenza e nel rispetto reciproco”6.
Il Dicastero per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale fa dunque appello a tutti i governanti e ai responsabili delle politiche economiche nazionali affinché favoriscano il lavoro, particolarmente dei giovani, nel settore del turismo. Un lavoro che metta al centro la dignità della persona - come d’altronde raccomanda anche la Commissione Mondiale sul Futuro del Lavoro dell’Organizzazione Internazionale del Lavoro (ILO)7 - che si faccia strumento di promozione dello sviluppo integrale di ogni uomo e di tutto l’uomo, che cooperi allo sviluppo delle singole comunità, ciascuna secondo le proprie peculiarità, e che favorisca la creazione di rapporti di amicizia e fraternità tra persone e i popoli.
Assicuriamo la nostra vicinanza e il nostro sostegno a tutti coloro che sono impegnati nel raggiungimento di questi obiettivi, ed esortiamo i responsabili e gli operatori del turismo ad acquisire consapevolezza circa le sfide e le opportunità che caratterizzano il lavoro nel settore turistico. Infine, desideriamo ringraziare in particolare gli operatori pastorali per tutte le energie quotidianamente profuse affinché la Parola di Dio possa illuminare e vivificare questo singolare campo del vivere umano.
Dal Vaticano, 23 luglio 2019
Peter K. A. Cardinale TURKSON
Prefetto
_________________
1 Francesco, Catechesi all’Udienza generale, 15 agosto 2015.
2 Francesco, Lettera Enciclica Laudato si’, 24 maggio 2015, n. 128
3 Compendio di Dottrina Sociale della Chiesa, n. 271.
4 Giovanni Paolo II, Messaggio per la XXIV Giornata Mondiale del Turismo, 2003.
5 Ibidem.
6 Francesco, Discorso durante l’Udienza ai Dirigenti e ai Soci del Centro Turistico Giovanile, 22 marzo 2019.
7 Lavorare per un futuro migliore, Rapporto della Commissione mondiale sul futuro del lavoro, 22 maggio 2019; disponibile anche sul sito: https://www.ilo.org/rome/risorse-informative/comunicati-stampa/WCMS_664152/lang-- it/index.htm
[01251-IT.01] [Testo originale: Italiano]
[B0606-XX.01]
http://press.vatican.va/content/salastampa/it/bollettino/pubblico/2019/07/24/0606/01251.html

I protagonisti della storia dello Sport al Meeting dell’Amicizia fra i Popoli Zanetti, Sacchi, Roda, Cipressa, Barbolini fra i grandi nomi già confermati

comunicato stampa
I protagonisti della storia dello Sport al Meeting dell’Amicizia fra i Popoli
Zanetti, Sacchi, Roda, Cipressa, Barbolini fra i grandi nomi già confermati


(Rimini, 24 luglio 2019) In occasione dei propri 40 anni il Meeting dell’Amicizia fra i Popoli, una delle più grandi kermesse culturali del mondo, darà particolare rilievo allo Sport come piattaforma ideale per amplificare tematiche etiche quali l’educazione, la famiglia, l’integrazione e altri valori portanti del Meeting (Rimini, 18/24 agosto pv).
Il Padiglione Sport si chiamerà Sport Village, avrà una veste nuova e accoglierà un palinsesto di incontri ed attività di grande appeal coinvolgendo i principali protagonisti del mondo dello sport nazionale ed internazionale.
Lo sviluppo e l’organizzazione del nuovo progetto è stata affidata a Master Group Sport, società leader nel marketing sportivo in Italia, che coinvolgerà oltre al CSi, partner storico del Meeting, Federazioni, Leghe, Club e personaggi del mondo dello Sport.

Oltre all’attività sportiva nei campi da gioco dei diversi sport, animati dal CSI e da Federazioni, Leghe, Club, sono attese infatti testimonianze di grandi personaggi sportivi e importanti dibattiti con personalità del mondo dello sport. Primi fra tutti il 19 Agosto “Vincere, ma non solo” con Javier Zanetti,-vice presidente FC Internazionale e membro del Comitato organizzatore delle competizioni FIFA- ed il 21 agosto “I grandi allenatori che hanno fatto la storia dello sport”, con Arrigo Sacchi -un grande ritorno dopo 20 anni dall’ultima presenza-, Flavio Roda -attualmente Presidente Federazione Italiana Sport Invernali-, Andrea Cipressa -Commissario Tecnico Nazionale Fioretto- e Massimo Barbolini -allenatore Igor Gorgonzola Novara-,appuntamento imperdibile condotto da Giovanni Bruno per ripercorrere momenti storici dello sport raccontati dai protagonisti che ci hanno regalato emozioni indelebili.
segnalazione web a cura di Albana Ruci - Turismo Culturale

Week end comico per Oxilia a Varzo e al Calvario di Domodossola con una commedia e La Serva Padrona

Oxiila - Teatro e Musica per la Terra d'Ossola

 Presenze - Scalinata della chiesa parrocchiale di Varzo

La Serva Padrona - Convento dei P.P. Rosminiani al S.M. Calvario




Sabato 27 Luglio 2019
Domenica 28 Luglio 2019
Ore 21.15

Organizzato dalla Cappella Musicale del S. Monte Calvario, in collaborazione con Compagnia Dellozio, giunge al suo settimo e ottavo appuntamento con due spettacoli a Varzo e Domodossola. Sabato 27 luglio alle ore 21.15, presso la scalinata della chiesa parrocchiale di Varzo andrà in scena Presenze, spettacolo inedito di Luca Savani, regista emergente e drammaturgo a capo della Compagnia DreamMusical, che ha prodotto lo spettacolo. L’appuntamento si colloca nel solco di una fruttuosa collaborazione tra Oxilia e il Comune di Varzo, che nella persona dell’assessore Mauro Tiboni ha da sempre dedicato grande attenzione alle attività del festival. La serata vedrà protagonista la compagnia bresciana diretta da Savani; un valore aggiunto per Oxilia festival in quanto la serata realizzerà la vocazione del festival di dare voce a realtà emergenti e a giovani artisti. DreamMusical porterà sul palco un’irresistibile commedia in cui il protagonista, trasferitosi a Roma per amore, si trova a doversi confrontare da un lato con sé stesso, i proprio sogni e le proprie paure, ma dall’altro anche con la presenza di misteriosi fantasmi che popoleranno la sua nuova abitazione. Uno spettacolo che però sa essere anche profondo, parlando di amore, di costruzione del futuro e di ricerca della propria identità. In caso di maltempo lo spettacolo si terrà presso l’aula magna del Collegio Rosmini Maschile di Domodossola nel medesimo orario. L’organizzazione invita a controllare i social del festival (facebook e instagram) per avere notizie in merito a questo aspetto. Domenica 28 luglio alle ore 21.15 presso il Cortile dei Sodales, nel convento del P.P. Rosminiani al Sacro Monte Calvario di Domodossola verrà rappresentata La Serva Padrona con un organico e un cast d’eccezione. La Camerata Strumentale di S. Quirico, diretta da Alessandro Maria Carnelli accompagnerà l’eccezionale talento della soprano Federica Napoletani (Serpina) e del baritono Yiannis Vassillakis (Uberto). Il servo muto Vespone sarà interpretato dal talentuoso giovane attore Fabio Crivellari. Un ricco e attempato signore di nome Uberto ha al suo servizio la giovane e furba Serpina che, con il suo carattere prepotente, approftta della bontà del suo padrone. Eseguita per la prima volta a Napoli nel 1733, La serva padrona di Giovanni Battista Pergolesi è considerata da molti la prima opera buffa della storia e nel 1752 una sua rappresentazione parigina fece scoppiare la Querelle des bouffons, una vera e propria guerra musicale tra lo stile francese e quello italiano. La straordinaria bellezza della musica di Pergolesi, i toni brillanti e sottilmente maliziosi del libretto di Gennaro Antonio Federico e il divertente confronto tra la giovane e bella servetta e l’anziano ma ancora gioviale padrone – nel quale si inseriscono gli esilaranti lazzi del mimo Vespone – continuano a conquistare il pubblico di tutto il mondo, sancendo la grandezza della Scuola Napoletana. Gli spettacoli saranno a ingresso a offerta libera. Un appuntamento che mette insieme la grande tradizione dell’opera buffa con la nuova drammaturgia di un autore emergente e che vuole sottolineare come Oxilia sia luogo sia della riproposizione del grande repertorio del passato, ma anche vetrina per giovani talenti delle arti del teatro e della musica. 
Tutte le informazioni sul sito www.oxilia.it.


segnalazione web a cura di Giuseppe Serrone

Al Calvario di Domodossola anche esperienze di Turismo Conviviale

Anche per la Casa di Ospitalità religiosa del Sacro Monte Calvario di Domodossola può essere il turismo conviviale la declinazione al futuro – perché profetica – di quello che fino ad oggi è stato il turismo religioso! 


È quanto affermato da don Gionatan De Marco, direttore dell’ufficio nazionale per la Pastorale del tempo libero, turismo e sport della Cei, nella pubblicazione “Turismo conviviale. Declinazione al futuro del turismo religioso. Lettera a Mohamed ed Elisheva” (edizioni Nicola Palumbi, 2019).
Ma come il turismo può definirsi conviviale? Il turismo conviviale è un tempo, uno spazio, e un’esperienza. È anzitutto «un tempo – afferma don De Marco – in cui le persone si incontrano e condividono insieme il tempo di un viaggio in cui scoprire la bellezza della convivialità delle differenze e dove l’egoismo viene gettato in mare a discapito della solidarietà e dell’amicizia. Il turismo conviviale è poi uno spazio in cui scoprire la bellezza della prossimità capace di guarire il dolore della solitudine e in cui si riscopre la bontà dell’altro. Il turismo conviviale è infine un’esperienza in cui le storie di ognuno divengono il vero paesaggio da scoprire e da arricchire, in cui si scopre la bellezza della felicità alternativa che nasce dal dare più che dal ricevere».
Facile pensare al Mediterraneo, un mare sulle cui sponde si sperimenta la convivialità delle differenze e dove l’umanità ha scoperto le relazioni e l’incontro tra culture e civiltà diverse. Il Mediterraneo che anche oggi è al centro di scambi e di un turismo che non sempre sa, però, apprezzare la bellezza, la cultura e la stessa missione che la storia ha affidato a questo specchio d’acqua. «Oggi, tante forze ci obbligano – ha sottolineato don De Marco – a volgere la nostra attenzione ai confini, per difenderli. Il nostro mare non è un confine, ma è prospettiva, orizzonte e, nello specifico, il Mediterraneo è la bellissima e straordinaria tavola attorno alla quale siamo seduti insieme».
Quando ci accostiamo al turismo religioso, andiamo con la mente ai pellegrinaggi ai grandi o piccoli santuari, a una vacanza in un monastero che sia oasi della nostra spiritualità, a un’esperienza missionaria o anche alla partecipazione a un appuntamento nazionale o internazionale dell’associazione o del movimento cui facciamo parte, un campo estivo di preghiera, lavoro o volontariato. Il turismo conviviale non cancella tutto questo ma lo sublima, offrendo una nuova prospettiva. Non l’esperienza in sé ma lo spirito con la quale si vuol vivere questo tempo e questa esperienza. «L’esperienza di un turismo conviviale, vuole restituire ad ogni persona – spiega don Di Marco – la percezione autentica della sua domanda di felicità. E non ci sarà mai turismo conviviale se, prima che proposte di viaggio, non siamo capaci di offrire messaggi per la vita e la speranza».
Il turismo conviviale può attivare anche prassi di economia, quella che don Di Marco chiama «l’economia della bellezza condivisa» che non rinuncia certo alla produzione di valore, ma lo fa attraverso il processo senza fare dell’obiettivo un’ossessione, diventando un’economia armonica.
fonte: insiemeragusa.it

segnalazione web a cura di Giuseppe Serrone turismoculturale@yahoo.it