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Tra sogno e colore, Mirò riporta grandi mostre a Torino

TORINO - I capolavori surrealisti di Joan Mirò riportano a Torino le grandi mostre internazionali. Palazzo Chiablese espone da domani, e fino al 14 gennaio, 130 dipinti, sculture e disegni del grande artista catalano. Provengono dalla Fundacio Pilar i Joan Mirò di Maiorca, che grazie al prestito consente alla Città della Mole di ospitare la prima personale del pittore spagnolo. La mostra, 'Mirò. Sogno e colore', è promossa da Arthemisia, azienda leader nella produzione, organizzazione e allestimento di mostre, che conferma il suo rapporto privilegiato con Torino e con i suoi Musei Reali dopo il successo delle mostre di Tamara de Lempicka, Matisse e Toulouse-Lautrec.
A presentarla oggi c'erano la direttrice dei Musei Reali, Enrica Pagella, che ha sottolineato la volontà di legare sempre di più i Musei alle grandi mostre per un percorso sempre più divulgativo, e il direttore della Fondazione, Francisco Copado Carraiero, che ha raccontato come le opere in mostra siano risalenti al periodo più felice dell'artista, dal 1956 al 1983, ovvero gli anni vissuti a Maiorca, dove Mirò morì. "Questa è un'esposizione importante per Torino - ha detto Pagella - che ha visto Regione Piemonte e Comune affiancare Arthemisia nel piano finanziario". Pagella ha anche raccontato il suo grande amore per Mirò. "Mi colpì molto anni fa un'intervista - ha rivelato - in cui Mirò spiegava quanto era stato influenzato nella sua arte dalla visita al Museo romanico di Barcellona.
Come dire che arte del passato e arte contemporanea sono in continuo dialogo, ecco anche perché mi piace particolarmente ospitare questa mostra nel più 'antico' dei nostri Musei Reali". La mostra torinese immerge il visitatore nel mondo di Mirò e in quella fanciullesca creatività che caratterizzò la cosiddetta terza fase della sua vita, tutta vissuta tra le luci e le bellezze naturali della sua amata Maiorca. Oltre ai dipinti, sculture, disegni, libri illustrati, oggetti e materiali provenienti dai suoi atelier Taller Sert e Son Boter, sono infatti ricostruite le ambientazioni degli studi dove lavorava. "Un modo per capire un po' di più le visioni di cui era capace questo artista - spiega Francisco Copado Carraiero - che leggeva la realtà che lo circondava attraverso il suo mondo onirico, soggettivo e magico. La sua arte, il suo stile hanno cambiato e segnato l'arte contemporanea per sempre". A fare gli onori di casa oggi c'era anche l'assessore al Commercio e Turismo del Comune di Torino, Alberto Sacco, che ha sottolineato come la mostra sia il frutto di una sinergia tra Arthemisia, Regione Piemonte e Comune, "formula destinata ad essere usata sempre di più in futuro per mettere Torino in condizione di ospita eventi culturali di grande appeal".
ansa