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Pasquetta al Museo dell'Olivo

(ANSA) - ROMA, 4 APR - Dalle tavolette cuneiformi di Babilonia, che testimoniano del consumo e del commercio dell'olio già nel II millennio a.C., ai resti millenari di olivi selvatici; dai pratici orci dei commerci romani, fino alle sontuose oliere da tavola in argento e cristallo colorato della Francia ottocentesca. In tempi di grande allarme per gli ulivi mediterranei, con gli alberi secolari della Puglia a rischio abbattimento per colpa della Xylella fastidiosa e il panico per la 'peste' che invade l'Europa e mette a rischio anche le esportazioni, c'è in Liguria un piccolo, curioso museo tutto dedicato all'olivo che a Pasquetta apre le porte gratis ai visitatori, per un tuffo nella storia millenaria e affascinante di questa pianta da sempre simbolo di pace. Allestito dal 1992 a Imperia - Oneglia in un villino anni Venti dalla famiglia Carli, storica azienda olearia del ponente ligure, il piccolo museo privato offre 18 sale che gli hanno fatto meritare nel 1993 anche la menzione di "museo dell'anno".
    Tre gli itinerari tematici, per ripercorrere la storia, scoprire i segreti della coltivazione, imparare tutto sulle tecniche di produzione dell'olio, apprezzare perfino come è fatto un terrazzamento tradizionale ligure, ricostruito all'interno del Museo. Un lungo percorso per scoprire, anche con l'aiuto di filmati e di una voce narrante, nonché di reperti archeologici, libri e documenti antichi, presse monumentali, sistemi di pesatura, impianti e utensili per la produzione di olio antichissimi, giare e contenitori, che la storia dell'olivo comincia addirittura nel IV millennio avanti Cristo con le prime organizzazioni statali del Medio Oriente che danno il via alle grandi civiltà mediterranee.
    Dal Medio oriente alla Grecia, dove l'olivo è consacrato ad Atena, la dea della sapienza, che vincendo la contesa con Poseidone, re del mare, lo offre in dono agli abitanti di Atene.
    Albero sacro, considerato tramite tra l'uomo e la divinità, simbolo di pace. La tradizione vuole che sia il ramo di olivo portato dalla colomba ad annunziare a Noè la fine del castigo divino. Ramo che si dice provenisse dall'albero piantato sulla tomba di Adamo. Una lunga serie di riferimenti materiali costella le Sacre Scritture e la tradizione ebraico cristiana: di olivo dorato sono le porte del Tempio di Salomone, di olivo e di cedro, secondo una leggenda, era la Croce di Cristo. La visita si conclude con due sale dedicate all'arte e alla poesia ispirate dall'olivo e con le oliere e i lumi ad olio che narrano di tavole imbandite nelle corti europee e di fiammelle dorate che dall'impero romano rischiarano la notte fino all'inizio del secolo scorso. Mentre in parallelo un percorso tattile realizzato con l'Unione Italiana Ciechi permette anche ai non vedenti di approfondire temi botanici, colturali, storici e tecnologici dell'olivo in ambito mediterraneo.
    A Pasquetta il museo sarà aperto dalle 9 alle 12.30 e poi dalle 15 alle 18.30. L'iniziativa, spiega Claudia Carli, direttrice comunicazione Fratelli Carli, "nasce dal desiderio di valorizzare il patrimonio culturale imperiese, nella speranza di coinvolgere anche altre realtà che come noi hanno desiderio di promuovere il turismo in questa meravigliosa parte del ponente ligure dove l'olivo, appunto, è il protagonista indiscusso".
    Visitarlo, chissà, può servire anche un po' a fare il tifo per la sorte degli olivi pugliesi. O quantomeno a prendere coscienza del grande valore, anche storico e culturale, di queste piante.
    (ANSA).
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