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IL 13 E 14 APRILE TORNA VIVICITTÀ a Reggio Emilia


 122 gli istituti scolastici raggiunti in questi giorni da Uisp, che si prepara a celebrare la 40esima edizione della “corsa più lunga del mondo”

 

Reggio Emilia – Sta per tornare in città la corsa più lunga del mondo organizzata da Uisp. Vivicittà, alla sua quarantesima edizione, sarà nuovamente in piazza della Vittoria il 13 e il 14 aprile come un grande movimento sostenibile che coinvolge grandi e bambini.

 

Non solo una corsa, ma un evento sociale molto importante che, attraverso la promozione dello sport per tutti, diffonde messaggi di pace e solidarietà, di sensibilità ambientale e di rispetto della diversità.

 

Come sempre i grandi protagonisti di Vivicittà saranno i bambini, insieme alle famiglie e alle scuole che anche quest’anno stanno rispondendo numerose e con grande entusiasmo alla chiamata degli organizzatori.

 

Sono 122 gli istituti scolastici della città dai nidi alle scuole secondarie di primo grado raggiunti dalla macchina organizzativa di Uisp, che in questi giorni sta raccogliendo le adesioni alla camminata non competitiva, che partirà da piazza della Vittoria domenica 14 aprile alle 9:30 sulle distanze di 1,8 – 2,8 – 5 e 10 km dopo la competitiva di 10 km.

 

Tutte le scuole partecipanti divise per ordine e grado con almeno 10 iscritti verranno premiate con buoni acquisto per materiale didattico, sportivo o prodotti di cancelleria.

Tre premi speciali saranno destinati alla scuola più fiorita, a quella più eco-rumorosa e allo slogan più sostenibile. Un premio molto speciale andrà invece alla scuola con il maggior numero di iscritti in assoluto, che potrà ospitare il campione di basket Nicolò Melli, testimonial dell’edizione reggiana della manifestazione.


Fonte: UISP

IL PROGRAMMA DI #FotografiaEuropea2024 È ONLINE!

 

Il 26 aprile torna la XIX edizione di Fotografia Europea a Reggio Emilia con il tema: "La natura ama nascondersi". 

 

I progetti fotografici inviteranno a riflettere su una tematica di grande urgenza: le interconnessioni tra uomo e natura, e le trasformazioni che gli esseri umani possono intraprendere al di là di un atteggiamento di controllo dominante. 


Torna anche Palazzo Magnani come sede espositiva! 
Stiamo lavorando a una ricca programmazione per il weekend inaugurale (26/28 aprile) con conferenze, talk, incontri e spettacoli: scopri il programma delle mostre e ci vediamo a Reggio Emilia! 

 

  • 22 MOSTRE
  • OLTRE 30 ARTISTI
  • 9 SEDI ESPOSITIVE
  • Fonte: comunicato stampa

Turismo, Reggio Emilia avrà 76 nuovi cartelli per illustrare le bellezze del centro storico

 
Nella foto: Annalisa Rabitti, assessora a Cultura, Marketing territoriale e turismo, Maurizio Battini direttore generale del Comune di Reggio Emilia e tutto il personale che si è occupato della cartellonistica turistica di Reggio Emilia

REGGIO EMILIA – All’indomani della presentazione del brand #Bellastoria del Ducato Estense alla Bit-borsa  internazionale del turismo di Milano, che comprende le emergenze storiche, artistiche e culturali di Reggio Emilia, l’Amministrazione comunale mette in campo la realizzazione di un nuovo progetto per la promozione e l’attrattività della città.

Viene istallata infatti, a partire da fine febbraio nelle vie e piazze di Reggio Emilia, la nuova Segnaletica turistica, costituita ad oggi complessivamente da 76 elementi e destinata ad essere arricchita e sviluppata nel tempo, con lo scopo di accompagnare, indicare e illustrare le valenze, la storia e le caratteristiche dei beni culturali e dei luoghi di maggior interesse a coloro che visitano la città e a coloro, i cittadini, che la abitano e la vivono ogni giorno. La cartellonistica è stata realizzata grazie ai profitti della tassa di soggiorno.

Nella fase di ripresa del turismo post-Covid, Reggio Emilia, tradizionalmente assestata sul turismo business (legato a chi viene in città per motivi di lavoro e attività economiche), ha deciso di approcciare nuovi segmenti turistici per posizionarsi con una specifica identità e inserirsi nel circuito di altre destinazioni appetibili dal turismo leisure (praticato nel tempo libero). L’obiettivo è rivolgersi a un tipo di viaggiatore curioso e attivo, che cerca una meta accogliente (già nel Settecento Reggio era definita “città gentile”) e vuole apprezzare il modo di essere e di vivere reggiano, trascorrendo del tempo in una città contemporanea e aperta, facilmente accessibile e inclusiva, ricca di una proposta culturale variegata, “capace di sorprendere e stupire” come ha detto chi ha già scoperto Reggio Emilia.

“Reggio Emilia desidera diventare sempre più una città attrattiva anche per il turismo leisure, quello più classico che si realizza nel tempo libero, oltre che per il più abituale turismo business – ha spiegato l’assessora a Cultura, Turismo e Marketing territoriale Annalisa Rabitti – L’apposizione di questi primi 76 cartelli aiuta a perseguire questo obiettivo, poiché rappresenta un’importante opportunità per far conoscere le eccellenze storico-artistiche di Reggio Emilia, in realtà non soltanto a chi si trova nella nostra città per un soggiorno, ma anche agli stessi cittadini, favorendo conoscenza e appartenenza.”

Nell’ambito delle azioni del Piano strategico, nei mesi scorsi la città si è dotata di un brand (marchio logotipo) e di un payoff – Reggio Emilia Welcome – oltre che di materiali informativi come guide e mappe tematiche, con l’intento di esprimere una identità specifica di destinazione turistica. Il Piano è attuato dal Comune con la collaborazione di Apt Servizi Emilia-Romagna e di operatori del settore.

La nuova segnaletica turistica è fondamentale per accogliere e accompagnare il turista durante il suo percorso esplorativo e aiutare il cittadino a riconoscersi nei luoghi che frequenta abitualmente, sentendosi parte di una città che si evolve senza snaturarsi.

Si procede quindi a un intervento di ‘infrastrutturazione morbida’ del centro storico, concepito con una logica affine a quella adottata da Modena quale città Unesco, con elementi identificativi di qualità, capaci di durare nel tempo, individuabili ma non invasivi e accessibili a tutti.

La segnaletica turistica è stata realizzata basandosi sul concetto di Wayfinding (Trovare la strada) ed è composta da diverse tipologie e gerarchie di pannelli e totem, di diverse misure e contenuti in relazione alle funzioni di ciascuna istallazione.

Vengono collocate 8 plance nei principali punti di accesso al centro storico e alla città: piazzale Fiume, piazza Diaz (porta Castello), piazza Duca d’Aosta (porta Santo Stefano), piazza Tricolore (porta San Pietro), piazzale Zucchi, piazza Franco Lombardini, Stazione Fs centrale (piazzale Marconi) e Stazione Av Mediopadana.

Da qui inizia la guida, che aiuta progressivamente il turista a muoversi a piedi entro la città storica, con un percorso di avvicinamento caratterizzato da diversi cartelli (totem e cartelli direzionali) fino al raggiungimento del monumento desiderato, dove il visitatore troverà un leggio (pannello descrittivo) con le notizie storico-culturali in doppia lingua, italiano e inglese.

Gli 8 totem vengono posizionati in corrispondenza delle principali piazze della citta: Prampolini, del Monte, San Prospero, Fontanesi, Martiri del 7 Luglio, della Vittoria, Roversi e Gioberti.

30 cartelli direzionali indicano il percorso da seguire per raggiungere i totem posizionati nelle piazze e da qui, per scoprire i beni storico-artici della città. Dalla Plancia al Leggio dunque, il percorso di avvicinamento del turista verrà guidato dai cartelli direzionali.

I primi 30 leggii descrivono altrettanti monumenti. Sono collocati presso: Palazzo Dei Musei, Galleria Parmeggiani, Teatro Municipale Romolo Valli, Teatro Ariosto, Palazzo Dossetti-Università, Parco del Popolo, Spazio Gerra, Sinagoga e Ghetto ebraico, Palazzo Ducale-Allende, Chiesa di Santo Stefano, Basilica della Ghiara, Chiostri della Ghiara, Palazzo Magnani, Chiesa di Sant’Agostino, Chiesa del Cristo, Palazzo San Giorgio – Biblioteca Panizzi, Museo e Sala del Tricolore, Cattedrale, Museo Diocesano e Palazzo Vescovile, Basilica di San Prospero, Chiesa dei Santi Girolamo e Vitale, Chiostri di San Pietro, Chiostri di San Domenico, Palazzo Da Mosto, Porta Santa Croce, Via Emilia, Palazzo del Capitano del Popolo, Reggia di Rivalta, Mauriziano.

Sono così individuati – ma la selezione sarà implementata nel tempo – i primi 30 luoghi di interesse nel centro storico, indicati con 30 leggii, che si raggiungono con 30 cartelli, 8 totem e 8 plance, per un totale di 76 cartelli.

La segnaletica ha specifiche caratteristiche di accessibilità, per poter essere fruita dalle persone con disabilità.

I materiali dei supporti, in ferro zincato verniciato, sono selezionati e progettati per durare a lungo e resistere alla intemperie; colori e formati sono stati scelti per inserirsi nel contesto urbano e nello stesso tempo per essere facilmente individuabili; i testi e le scritte sono composti a loro volta con soluzioni in grado di durare nel tempo e resistere alle intemperie.

E’ previsto un codice QR che rimanda al sito turistico del Comune www.reggioemiliawelcome.it e alla web app www.visitareggio.it. Nella nuova segnaletica trovano spazio anche i loghi del brand turistico Reggio Emilia Welcome’ e del Comune di Reggio Emilia/Città delle persone.

Un altro QR code indirizzerà all’app “Loquis”, applicazione assai diffusa in tutto il mondo. Mentre ascolti la tua musica, cammini, sei in auto o sui mezzi pubblici, Loquis ti racconta storie ed informazioni legati ai luoghi di Reggio Emilia o che visiti di frequente.

stampareggiana.it

“a ribbon and a prayer” da spazi laici a luoghi sacri

Dal 28 aprile all’11 giugno 2023, a Reggio Emilia, Binario49 ospita la mostra A ribbon and a prayer – da spazi laici a luoghi sacri, progetto fotografico di Massimiliano Camellini a cura di Andrea Tinterri e Benedetta Incerti.

A ribbon and a prayer rivela la trasformazione culturale e sociale di luoghi precedentemente dedicati al lavoro, all’abitazione, al commercio, al tempo libero, in luoghi di culto. Piccoli magazzini, capannoni industriali, laboratori, fattorie: edifici forzati a cessare la loro attività per il cambiamento di paradigmi economici e sociali, sono stati “riscattati” da comunità religiose (spesso composte di migranti) che li hanno trasformati in luoghi di preghiera, dando loro una nuova luce e una nuova prospettiva.

Andrea Tinterri lo descrive come “un processo che lascia spazio a un dibattito complesso, sulle cicatrici del capitalismo e dell’Occidente che vengono occupate, come fossero voragini fisiche, da comunità religiose, quasi sempre extraeuropee. […] La dimensione del lavoro è uno spettro che appare sotto forma di dettagli, residui alle pareti, la stessa configurazione dei soffitti, dei pavimenti. Dove prima c’era un banco di lavoro ora si materializza un altare carico di simboli e oggetti necessari al rito”.

L’indagine fotografica di Massimiliano Camellini ha toccato tutte le confessioni religiose, dall’Induismo al Cattolicesimo, dalle chiese Evangeliche a quelle Pentecostali, dall’Islam al Sikhismo, dallo Scintoismo al Buddismo e molte altre.

La sua macchina da presa svela piccoli mondi invisibili ai più: un tempio indù dietro i locali poco invitanti di un magazzino abbandonato; paia di scarpe accuratamente allineate all’ingresso di una sala di preghiera musulmana in un ex edificio industriale; l’iconostasi riccamente decorata e il lampadario in ottone di una chiesa moldava dietro le persiane di un’ex macelleria; le spaziose sale di preghiera delle congregazioni pentecostali e la loro fredda funzionalità estetica.

Il progetto fotografico, iniziato nel 2017, al momento principalmente europeo ma con l’obiettivo di estendersi a tutti i continenti nel prossimo futuro, dà una rappresentazione di tutte le religioni esistenti sul pianeta al fine di realizzare auspicabilmente una ricerca antropologica attraverso le immagini sull’evoluzione di spazi e oggetti comuni in luoghi di adorazione.

Massimiliano Camellini (Venezia 1964, vive e lavora tra Reggio Emilia e Milano). Negli anni Novanta si avvicina alla fotografia di ricerca. Dal 2001 realizza progetti costituiti da serie di opere dedicate a temi universali, accompagnate dai rispettivi progetti editoriali. La prima serie è dedicata agli istinti e sogni dell’uomo: appartengono a questo ciclo Oltre le Gabbie (2001), I Volanti (2004), Duel (2006), Nuove Arene (2009), Il laboratorio dell’ossessione (2010), Ore 18.00, l’orario è finito (2012) Al di là dell’acqua (2016), e l’ultimo progetto, a ribbon and a prayer (2022).

Le sue foto sono nelle collezioni museali di tutto il mondo tra cui Museum of Fine Arts (Houston, USA), Collezione Maramotti (Reggio Emilia), Galerie Municipale du Chateau d’Eau (Toulouse, Francia), Musée du Strasbourg (Francia), Museum of Photography (Seoul, Korea), Fondazione Sandretto Re Rebaudengo (Torino).

A RIBBON AND A PRAYER.
Fotografie di Massimiliano Camellini
28 aprile – 11 giugno 2023
a cura di Andrea Tinterri e Benedetta Incerti

Orari: venerdì – sabato 18.00 – 22.00; domenica: 17.00 – 21.00
29 e 30 aprile 2023: 15.00 – 22-00

Ingresso libero

#FE2016 a Reggio Emilia Fotografia Europea 2016

Torna dal 6 maggio a Reggio Emilia uno dei festival più amati in Italia. Punto di partenza, la storica strada attorno alla quale nacque un'intera regione e i fotografi che l'hanno raccontata. Tutti gli eventi di quest'anno, a partire dalla mostra sul gigante americano Walker Evans

Trent’anni dopo, la via Emilia solca ancora una regione di terra e d’acqua, una fetta d’Italia che ancora si estende dagli Appennini alle onde (del Po e dell’Adriatico), attraversando il parmigiano, le discoteche e i carrelli elevatori, come quando la videro Luigi Ghirri e lo straordinario dream team di veggenti che mise assieme allora. Ma rivederla e rifotografarla oggi è un’avventura nuova. Cambiano i luoghi. Cambiano gli occhi. Da venerdì e fino al 10 luglio, a Reggio Emilia e altrove, questa terra torna a guardarsi allo specchio in un’edizione speciale, e allargata, di Fotografia Europea.

L'appuntamento clou per la fotografia. Doveva aspettare forse la sua maturità, il festival reggiano che è un appuntamento clou dell’anno fotografico, per affrontare quel mito che furono le Esplorazioni sulla via Emilia del 1986, libro che rivoluzionò la fotografia italiana di paesaggio, che ora torna virtualmente visibile nelle immagini recuperate dagli archivi: oltre a Ghirri, Olivo Barbieri, Gabriele Basilico, Vincenzo Castella, Giovanni Chiaramonte, Vittore Fossati, Guido Guidi, Mimmo Jodice, Klaus Kinold, Claude Nori, Cuchi White, Manfred Willman. Messe a confronto, in un intero piano degli splendidi Chiostri di San Pietro, con le “nuove esplorazioni” di autori di una generazione successiva, Alain Bublex, Stefano Graziani, Antonio Rovaldi, Sebastian Stumpf, Davide Tranchina, Paolo Ventura, Lorenzo Vitturi.
Discoteche, viaggi e operai. Ma il tema prosegue allo spazio Gerra con il viaggio di Gabriele Basilico nelle discoteche degli anni Ottanta (rivisitato da altri autori) e a Palazzo da Mosto con Dalla via Emilia al mondo, nove autori internazionali che lavorano attorno al tema del viaggio. E quest’anno, appunto, lungo la mother road della pianura padana, altre mostre in altre città indagano storie e cronache della terra che nacque da una strada. A Bologna, il Mast, il museo della fotografia industriale, contribuisce con una selezione (fino all’11 settembre), a cura di Urs Stahel, di duecento grandi immagini sull’Emilia Romagna al lavoro, dagli operai ancora contadini di Enrico Pasquali alla fabbrica del latte di William Guerrieri, dall’industria meccanica di Gabriele Basilico alle ceramiche di Paola De Pieri, ai centri commerciali di Olivo Barbieri, alla surreale strada-aeroporto di Franco Vaccari, allo sfregio cementizio dell’alta velocità di Tim Davis, John Gossage, Walter Niedermayr e Bas Princen. A Parma è lo Csac a ripescare dal suo prezioso archivio le immagini di un grande documentarista come Bruno Stefani e quelle professionali del bolognese studio Villani. A Rubiera, l’associazione Linea di Confine ritrova le esplorazioni di Guidi e di Ghirri e le mette a confronto con le visioni sperimentali di Sabrina Ragucci e Marco Signorini.

Il gigante Evans. Tornando a Reggio Emilia da non perdere a Palazzo Magnani il doppio omaggio a un gigante della fotografia americana, Walker Evans: Anonymous è la riscoperta, finalmente, del suo straordinario e spesso incompreso lavoro di editor oltre che di fotografo, mentre Walker Evans Italia indaga l’influenza di Evans (ispiratore riconosciuto di Ghirri) sulla fotografia italiana. Come ogni anno a Reggio c’è molto di più, ma non è difficile scoprire cosa sul sito della manifestazione. 
repubblica.it