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Nuova Passeggiata Archeologica di Roma, un mega anello pedonale

 

Una passeggiata unica al mondo congiungerà via dei Fori Imperiali con gli altri percorsi intorno al Colle Palatino, intercettando l'itinerario ciclo-pedonale di via di San Gregorio, via dei Cerchi, via di San Teodoro e delle salite e discese del Colle Capitolino, e sarà caratterizzata da un incremento degli spazi e dei servizi dell'area, percorsi ciclo-pedonali, aree verdi e balconate.

Il progetto verrà realizzato dallo studio romano Labics che si è aggiudicato il concorso internazionale, per il quale sono state presentate 23 proposte progettuali, per la realizzazione di un grande anello pedonale.

Il progetto riprende l'idea della Passeggiata di fine Ottocento del ministro Baccelli. "Sono da sempre assertore della modernizzazione e della valorizzazione del patrimonio culturale come ci impone la Costituzione, allo stesso tempo la mia preoccupazione era che il progetto salvaguardasse il valore della storia: i Fori non nascono oggi, ma già con papa Alessandro VII era stato abbozzato il primo progetto di passeggiata sui Fori Imperiali. Possiamo dire che la via e la visione prospettica è stata storicizzata quindi il progetto dovrà armonizzarsi con questi criteri", ha detto il ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano in occasione dello svelamento del progetto vincitore del bando.
    Con questo progetto, ha aggiunto il sindaco di Roma. Roberto Gualtieri, "la via e i Fori si riconciliano: il percorso sarà un luogo piacevole dove passeggiare e dove poter anche indugiare per godersi la vista sui Fori. E lo sarà per i turisti ma anche per i romani" che potranno riappropriarsi di un luogo per vivere la bellezza della città eterna.

ansa.it

Il 26 maggio Roma torna ad ospitare la ventunesima e ultima tappa del Giro d'Italia , la più importante gara ciclistica nazionale

 
Il 26 maggio Roma torna ad ospitare la ventunesima e ultima tappa del Giro d'Italia , la più importante gara ciclistica nazionale. Dopo aver attraversato tutta la penisola, gli atleti taglieranno il traguardo in via dei Fori Imperiali.

Turismo Roma

L'evento. Papa Francesco incontra gli artisti nella Cappella Sistina

Venerdì prossimo l'udienza con duecento tra pittori, scultori, architetti, scrittori, musicisti, registi e attori da tutto il mondo. Da Anselm Kiefer a Ken Loach, da Ligabue a Alessandro Baricco

Duecento tra i più importanti artisti da 30 paesi incontreranno papa Francesco nella Cappella Sistina. L'occasione venerdì mattina a 50 anni dall'inaugurazione della Collezione d'Arte Moderna e Contemporanea dei Musei Vaticani.
L'udienza continua una tradizione avviata nel 1964, quando Paolo VI chiese di rinnovare l'amicizia tra la Chiesa e gli artisti. «La volontà del Santo Padre è quella di celebrare il lavoro e la vita degli artisti, evidenziando il loro contributo alla costruzione di un senso di umanità condivisa e alla promozione di valori comuni», si legge in una nota del dicastero per la Cultura e l'Educazione.
Impossibile elencare tutti, tra pittori, scultori, architetti, scrittori, musicisti, registi e attori: si va da Anselm Kiefer, Jean Nouvel, Anish Kapoor, Andres Serrano, Thomas Saraceno, Mario Botta, Rem Koolhaas, Joana Vasconcelos, Doris Salcedo a Ken Loach a Mario Ceroli, Giuseppe Penone, Fabrizio Plessi, Michele De Lucchi, Mimmo Paladino, Raul Gabriel, Nicola Samorì, Andrea Mastrovito, Stefano Arienti... e poi Caetano Veloso, Eric-Emmanuel Schmitt, Valerie Perrin, Amelie Nothomb, Colum McCann, Ferzan Ozpetek, Abel Ferrara, Jhumpa Lahiri, Javier Cercas Nicolò Ammaniti, Roberto Andò, Alessandro Baricco, Marco Bellocchio, Gianrico Carofiglio, Paolo Cognetti, Simone Cristicchi, Alessandro Zaccuri, Giuseppe Lupo, Luca Doninelli, Ludovico Einaudi, Giovanni Sollima, Mariangela Gualtieri, Alessandro Haber, Emilio Isgrò, Nicola Lagioia, Vivian Lamarque, Luciano Ligabue, Mario Martone, Arnoldo Mondadori, Michela Murgia, Mogol, Alice Rohrwacher, Sergio Rubini, Roberto Saviano, Igiaba Scego, Susanna Tamaro, Sandro Veronesi...

L'iniziativa conferma il ruolo del dicastero per la Cultura e l'Educazione come promotore delle relazioni tra la Santa Sede e il mondo della cultura, «privilegiando il dialogo come strumento indispensabile di vero incontro, di reciproca interazione e di arricchimento, affinché i cultori delle arti, della letteratura e della Cultura, in ogni sua forma, si sentano riconosciuti dalla Chiesa come persone al servizio di una sincera ricerca del vero, del bene e del bello».

Il prefetto del dicastero, cardinale José Tolentino de Mendonça, afferma che «abbiamo bisogno di rilanciare l'esperienza della Chiesa come amica degli artisti, interessati alle domande che la contemporaneità ci pone (tanto quelle attuali, pressanti di drammaticità, come quelle così visionarie che indicano nuovi futuri possibili) e disponibili a sviluppare un dialogo più ricco e una crescita della comprensione reciproca». L'evento è organizzato in collaborazione con il Governatorato vaticano, i Musei Vaticani e il dicastero per la Comunicazione.

avvenire.it

A Roma le riprese del Gattopardo


 AGI - Netflix ha annunciato l'inizio a Roma delle riprese della serie tv 'Il Gattopardo', tratta dall'omonimo romanzo di Giuseppe Tomasi di Lampedusa. I protagonisti saranno Kim Rossi Stuart (Don Fabrizio Corbera, Principe di Salina), Benedetta Porcaroli (Concetta), Deva Cassel (Angelica) e Saul Nanni (Tancredi). Nel cast anche Paolo Calabresi, Francesco Colella, Astrid Meloni e Greta Esposito.

La serie, in sei episodi, è prodotta da Fabrizio DonvitoDaniel Campos PavoncelliMarco Cohen e Benedetto Habib per Indiana Production e da Will GouldFrith Tiplady Matthew Read per Moonage Pictures e arriverà solo su Netflix.

Il regista Tom Shankland riscoprirà tutta la modernità di un racconto, quello del Principe di Salina e della sua famiglia, che è quello dell'Italia di ieri e di oggi. Shankland, che dirigerà gli episodi 1-2-3-6, sarà affiancato sul set dai registi Giuseppe Capotondi (episodio 4) e Laura Luchetti (episodio 5).  

La serie è scritta da Richard Warlow, che ne è anche creatore ed executive producer, assieme a Benji Walters. Il direttore della fotografia è Nicolaj Bruel. I costumi della serie sono a firma di Carlo Poggioli ed Edoardo Russo, le scenografie di Dimitri Capuani.

Le musiche originali sono di Paolo Buonvino. Le riprese dureranno oltre quattro mesi e si svolgeranno tra PalermoSiracusaCatania e Roma.

Basato su uno dei più grandi romanzi italiani di tutti i tempi, Il Gattopardo è un racconto epico, sorprendente e sensuale, ambientato in Sicilia durante i moti del 1860. Al cuore della serie troviamo Don Fabrizio Corbera, l'indimenticabile Principe di Salina, che conduce una vita intrisa di bellezza e privilegio.

Ma l'aristocrazia siciliana si sente minacciata dall'unificazione italiana, e Fabrizio si rende conto che il futuro della sua casata e della sua famiglia è in pericolo. Per non soccombere, Fabrizio sarà costretto a stringere nuove alleanze, anche se questo significherà andare contro ai suoi principi, fino a trovarsi di fronte ad una scelta che pare impossibile.

Don Fabrizio avrà il potere di organizzare un matrimonio che salverebbe il futuro della sua famiglia, quello tra la ricca e bellissima Angelica e suo nipote Tancredi ma, facendolo, spezzerebbe il cuore della sua adorata figlia Concetta. La serie esplora con lo sguardo di oggi temi che si tramandano da secoli e sono universali: il potere, l'amore e il costo del progresso. 

La serie girata anche a Palermo

Le riprese saranno girate anche a Palermo, con un casting di 2.500 comparse tutte residenti in Sicilia e il coinvolgimento di una considerevole quantità di maestranze locali.

"Siamo onorati di ospitare nella nostra citta' alcune delle riprese della serie tv - dice il sindaco Roberto Lagalla - una produzione internazionale che darà spazio al racconto della Sicilia e di Palermo attraverso la bellezza del suo patrimonio storico e artistico noto in tutto il mondo e che dimostra come Palermo si presenti sempre più come 'Città cinematografica'. Una vocazione naturale che certamente questa amministrazione vorrà valorizzare e sostenere alla luce dei notevoli flussi turistici ed economici che può contribuire a portare in tutto il territorio regionale".

"Ospitare una grande produzione internazionale ispirata ai luoghi de Il Gattopardo - afferma l'assessore Maurizio Carta - è una grande occasione per Palermo per due motivi: da un lato, perché permette di mostrare la città e le sue bellezze a un pubblico internazionale, amplificando ulteriormente il messaggio di attrattività e accoglienza turistica che Palermo già trasmette al mondo. Dall'altro, perché attiva una filiera produttiva e logistica a supporto delle riprese che stimola l'economia palermitana, contribuendo ad attivare quei processi di rigenerazione urbana che le nuove economie creative, a cui appartengono le produzioni cinematografiche, generano producendo un alto impatto che supera sicuramente i piccoli disagi quotidiani prodotti dalle riprese". 

Expo 2030: gli ispettori promuovono Roma, "troppo bella"

AGI - Una promozione in piena regola che lancia Roma nella difficile corsa per Expo 2030: è positivo il bilancio degli ispettori del Bie dopo cinque giorni di incontri e sopralluoghi nella Città Eterna. Un punto debole? "Roma è troppo bella, sarà difficile per le altre città competere con Roma", ha risposto con un sorriso il segretario generale del Bie, Dimitri Kerketzes, che ha accompagnato nella visita i quattro ispettori, "al Bie siamo felici perchè abbiamo una candidatura che sarà un punto di riferimento per il futuro".

Al di là dei convenevoli di rito, il funzionario greco nato a Londra ha lanciato segnali importanti come quello che si terrà conto anche dei diritti umani e del trattamento dei lavoratori, tallone d'Achille di Riad, la più temibile rivale di Roma. "Ci sono stati eventi che hanno avuto una cattiva pubblicità in passato, ma per Expo 2030 tutti i governi devono indicare questo aspetto nell'organizzazione", ha sottolineato.

Lo spettacolo di luci al Colosseo 

La visita è stata "molto efficiente e ben organizzata", ha confermato il presidente della delegazione del Bie, il kazako Murager Sauranbayev, nel punto stampa di Mercati di Traiano. Dal sopralluogo a Tor Vergata (il cui "sviluppo permetterà di servire anche dopo un'area molto ampia con un ospedale e l'università", è stato annotato) allo spettacolo di luci con 500 droni al Colosseo, gli ispettori sono apparsi molto colpiti dal modo in cui Roma si è presentata. Lo show ai Fori Imperiali "è stata una cosa da togliere il fiato, questo dimostra la cultura che potete offrire in Italia e quello che potrete fare nel 2030", ha osservato Kerketzes.

Con Roma si sono completate le ispezioni nelle quattro città candidate: le altre sono Riad, la sudcoreana Busan e l'ucraina Odessa (in quel caso c'è stata una videoconferenza a causa della guerra). Sulla base delle relazioni degli ispettori, entro la prima decade di maggio il Comitato esecutivo del Bie deciderà quali candidature possono andare avanti. Poi il 20 giugno si farà il punto all'Assemblea generale che darà il via alla volata finale verso il voto dei 171 Stati membri a novembre.

Massolo: "Abbiamo un progetto forte e condiviso"

"È andata bene", ha assicurato il presidente del Comitato Promotore di Expo 2030, Giampiero Massolo, "credo che siamo riusciti a dimostrare che abbiamo un progetto solido, sostenibile, soprattutto condiviso dalle autorità nazionali, locali, dalle forze politiche di maggioranza e opposizione, dalle forze sociali e soprattutto dell'opinione pubblica e dalla società civile". Una compattezza che non può riguardare altre candidature e che fa del progetto italiano "l'Expo della libertà, dell'inclusione e del lavorare insieme".

"La visita è stata un grande successo", ha esultato il sindaco Roberto Gualtieri, "Roma è pronta e perfettamente all'altezza di organizzare e ospitare un evento di portata mondiale come Expo 2030".

Massolo non si è sbilanciato in previsioni ma ha lanciato un appello ai partner europei, alcuni dei quali come Francia e Grecia sarebbero orientati a votare per Riad: "Abbiamo, e siamo forti di questo, il sostegno delle istituzioni europee. Io spero che chi ora dà la propria preferenza ad altri possa ricredersi per tempo, perchè voterebbe per un progetto valido, nell'interesse non solo dell'Italia ma dell'Europa intera", ha detto l'ex segretario generale della Farnesina. 

#Roma vista con gli occhi di un pellegrino del VI secolo d.C

A Palazzo Venezia il cammino di ronda sui tetti di Roma

 

Passeggiare letteralmente "sui tetti di Roma", guardando la città dall'alto per ammirarne alcuni degli scorci più suggestivi, e muoversi poi attraverso i sottotetti, proprio sopra i saloni monumentali, per scoprire gli antichi dispositivi utilizzati per manovrare gli imponenti lampadari di uno degli edifici più celebri della Capitale: c'è anche l'originale "cammino di ronda" tra gli eventi organizzati nel mese di aprile a Palazzo Venezia, che insieme al Vittoriano compone il Vive, il nuovo Istituto diretto da Edith Gabrielli.
    Tanti gli appuntamenti disponibili per il pubblico, tra nuovi itinerari, visite guidate sorprendenti (come quelle gratuite alla Sala della Crociera al Collegio Romano) e iniziative per famiglie in programma dal 9 aprile, per raccontare e vivere in modo inedito i due storici complessi.

Intanto il 3 aprile anche al Vive torna la prima domenica del mese a ingresso libero del Ministero della Cultura, con accesso gratuito per tutti, un'imperdibile occasione per conoscere un patrimonio museale tra i più rappresentativi d'Italia, dal Vittoriano alla Terrazza Panoramica, dal Museo Centrale del Risorgimento al Museo Nazionale del Palazzo di Venezia e al Giardino grande di Palazzo Venezia. Il calendario completo delle attività per tutto il mese di aprile è disponibile al sito vive.beniculturali.it. (ANSA).
   

Da Caravaggio alle rovine, i tormenti di Guido Reni a Roma

 

La Roma delle grandi committenze legate al Giubileo del 1600, l'impatto stravolgente con l'archeologia, il confronto con Caravaggio e i rapporti non facili con gli altri grandi del suo tempo, l'urgenza di trovare un linguaggio nuovo e davvero suo, per la pittura religiosa, ma anche per le scene di paesaggio che tanto piacevano ai ricchi committenti.

Colto, raffinato, perfezionista, il grande Guido Reni, a dispetto di come la storia lo ha sempre raccontato, era anche un uomo irrequieto e tormentato, una personalità non meno complessa e in certi tratti non meno ombrosa di quella dichiaratamente maledetta del coetaneo Michelangiolo Merisi.

"Un pittore che abbiamo sempre considerato uno straordinario interprete della pittura religiosa, con profondi riferimenti classicisti, ma che è stato pure uno straordinario sperimentatore", spiega appassionata la direttrice della Galleria Borghese Francesca Cappelletti presentando la piccola grande mostra che a più di trent'anni dall'ultima grande esposizione italiana darà il via dal 1 marzo alla prima di una serie di iniziative internazionali dedicate al Maestro del Seicento italiano. Intitolata 'Guido Reni a Roma. Il Sacro e la Natura', curata da Cappelletti (con la collaborazione di un team di studiosi tra cui Raffaella Morselli e Maria Cristina Terzaghi), l'esposizione ruota al "ritorno a casa" della Danza Campestre, una tela della collezione Borghese, dispersa nell' 800, che il prestigioso museo romano è riuscito a ricomprare. E proprio questo olio che racconta una festa da ballo all'aperto sotto un cielo dalle mille gradazioni di blu, si è rivelato un tassello fondamentale per ricostruire i primi anni romani dell'artista, i conflitti, le sperimentazioni, la messa a punto di un suo personale e particolarissimo linguaggio. "Non un percorso di formazione perché Reni arriva a Roma sull'onda di una carriera già brillante", spiega Cappelletti. "Era un pittore che già sapeva troppo e che in città resta un isolato di grande successo". Piuttosto, allora, il racconto di quello che il maestro ha preso dalla sua esperienza romana e del segno che ha lasciato. E anche un invito a riscoprirlo con un itinerario di luoghi romani che si affiancherà al catalogo. (ANSA).

L'Eur Roma del futuro, da qui al 2070

 

ansa

ROMA - Ecco l'Eur del futuro, da qui al 2070. Nascono da Spam, il festival dell'architettura della capitale promosso dall'Ordine degli architetti che si è chiuso il 22 ottobre, i progetti che potrebbero cambiare il volto dello storico quartiere romano. Elaborati nel corso dei workshop e presentati oggi i progetti , avviati in partnership con EUR spa, hanno visto 25 giovani professionisti impegnati nella produzione delle loro "visioni" per il quartiere più futuristico della Capitale. Articolati in tre filoni principali (climate change, spazio pubblico, luce e scenografia urbana), i laboratori hanno prodotto altrettante progettualità: "Da questi lavori - spiega Alberto Sasso, Presidente di Eur SpA - scaturiranno tre progetti pilota da realizzare operativamente all'EUR". E così dal workshop "Luci e scenografia urbana", coordinato da Vincenzo Latina, i grandi spazi dell'Eur e gli edifici razionalisti vengono messi in risalto e "ricomposti" attraverso una visione unica di luci e istallazioni, impalcati e pedane, per ridare "attraverso la spettacolarità, unitarietà allo spazio pubblico".

Dalle luci al verde pubblico, con il laboratorio "Città resiliente e Climate change", coordinato da Michelangelo Pugliese ed Elena Farnè, si fa largo l'idea dell'"EUR città parco", un progetto che vede la progressiva intensificazione del verde urbano e la riduzione calibrata degli spazi dedicati alla mobilità automobilistica e all'asfalto. Partendo dal presupposto di una via Cristoforo Colombo "arteria strutturale ma divisiva del quartiere", con il workshop "Spazio urbano e spazio pubblico" coordinato da Orazio Carpenzano, si è cercato di reinterpretare l'assetto dando rilievo ai portici come spazio di vita sociale, verdeggianti e confortevoli, ricucendo i due lembi del quartiere e ordinando una nuova mobilità ciclo-pedonale come un'infrastruttura alberata, connessa, senza soluzione di continuità, al mare di Roma.

"E' il nostro contributo per immaginare e iniziare a costruire un pensiero per la città di domani", spiega Roberto Grio, consigliere dell'Ordine degli Architetti di Roma e ideatore di SPAM, soddisfatto dalla seconda edizione del festival "Innanzitutto perché lo abbiamo fatto - spiega - e in questo momento difficile non era affatto scontato. Dare un segnale di continuità, proposte e voglia di andare avanti è il messaggio più importante che noi architetti possiamo dare in questo periodo di emergenza". 

#Roma #TevereDay, è festa grande per il "biondo" di Roma

 

ROMA - Oltre 8 chilometri di sponde, per un giorno trasformate in teatro a cielo aperto. Una festa lunga 75 eventi e con 65 enti e associazioni riuniti. Forse un momento tanto glorioso il Tevere, il fiume di Roma, non lo viveva da millenni. Non solo perché torna la seconda edizione del partecipatissimo Tevere Day, in programma quest'anno il 4 ottobre con un calendario fitto di appuntamenti. Ma perché il "biondo" di Roma, come lo chiamano nella capitale, "rischia" anche di ritrovarsi candidato a Patrimonio dell'Umanità Unesco.
    Una battaglia "lunga e complicata", racconta Alberto Acciari, presidente dell'Associazione Tevere Day che promuove la campagna pro-candidatura, illustrando l'iniziativa al Salone Mondiale Città e Siti Unesco World Tourism Event alla presenza del sottosegretario all'Ambiente, Roberto Morassut, del responsabile della Segreteria politica della presidenza della Regione Lazio, Maurizio Veloccia, e del delegato della sindaca di Roma per la riqualificazione del fiume, Silvano Simoni. "Ma la candidatura - dice Acciari - è un progetto che il Tevere merita", in modo che a Roma "non sia solo il centro storico a essere patrimonio Unesco. E sappiamo di avere una grande forza: il Tevere sano lo vogliono i cittadini. E' un giacimento culturale e naturalistico immenso. Io poi - aggiunge - sogno di rendere visitabile la Cloaca Massima. Penso anche a quanto ne godrebbero i porti imperiali o un'oasi come Farfa".
    Intanto, appuntamento il 4 ottobre, per celebrare (o riscoprire) questo lungo fiume, che dalla campagna si insinua nel centro della città, scorrendo tra cupole barocche e fortezze papali e puntando al mare, via fondamentale per i commerci della Roma imperiale oggi tanto fotografato dai turisti, qualche volta un po' dimenticato dai suoi concittadini.
    Il Tevere Day, che lo scorso anno ha coinvolto oltre 30 mila cittadini e turisti, spiega Acciari, "è nato proprio per esaltare tutte le componenti sociali, sportive, culturali del fiume". Da Castel Giubileo al Foro Italico, dal Ponte della musica allo Scalo del Pinedo, dall'isola Tiberina e Testaccio a Ostia, ecco allora che in un calendario a metà tra impegno e festa, si pensa all'archeologia con l'apertura degli scavi di Emporium a Testaccio condotti dalla Sovrintendenza alle Cripte sotto l'ospedale Fatebenefratelli, i locali del vecchio Ospedale Israelita e della vecchia sinagoga. All'ambiente, con l'iniziativa Clean Up per la pulizia delle acque e delle sponde in accordo con Ama; e all'arte con la mostra fotografica Oltre il fiume realizzata da Photo Tales e le passeggiate cine-letterarie di Roma Slow Tour per raccontare come il Tevere sia stato immortalato dal cinema e dalla letteratura, fino ai concerti delle bande popolari e la performance letteraria delle Donne di carta. A rivelare Storia, storie e leggende pensano invece il Touring Club, Stefano Caviglia e i circoli storici sul fiume. Tra gite sui barconi e incursioni sulle sponde, ecco anche la scoperta delle vecchie usanze alimentari romane nelle apette dello street food. E c'è anche tanto sport, dalle esibizioni dei campioni di skate e pattini a rotelle ai corsi di calcio, canottaggio, paddle e mini tennis, tiro alla fune, yoga, pilates, bici e boccette. Ma, tranquilli, confidando nel tempo, si potrà anche solo prendere un po' di sole lasciandosi cullare dal canto dell'acqua che scorre. (ANSA).

Raffaello a Roma tra ville, chiese e musei. Dove vedere le opere del geniale artista

 
Terminata la mostra di Raffaello alle Scuderie del Quirinale, le opere del grande maestro urbinate tornano a casa, nei luoghi d'origine ma alcune restano a Roma: nei Musei Vaticani, alla galleria Borghese, a Palazzo Barberini e a Villa Farnesina. Per omaggiare il geniale pittore rinascimentale in occasione del cinquecentesimo anniversario della sua morte, ecco una passeggiata nel centro di Roma alla scoperta dei luoghi che conservano le sue opere o che sono stati progettati dallo stesso artista. Nei Musei Vaticani quattro stanze sono interamente dedicate al pittore urbinate: le sale facevano parte dell'appartamento al secondo piano del palazzo Pontificio, scelto da Giulio II come propria residenza e utilizzato anche dai suoi successori; qui la decorazione venne realizzata da Raffaello dal 1508 fino alla sua scomparsa, nel 1520, e in seguito dai suoi allievi. Oggi questi straordinari affreschi si possono ammirare in sicurezza nelle sale di Costantino, di Eliodoro, della Segnatura e nella stanza dell'incendio di Borgo - le 4 sale di Raffaello - oltre che nella sala della Pinacoteca, recentemente riallestita e dedicata al pittore. Tra le opere più famose e significative ci sono la Scuola di Atene, tela del 1508 conservata nella sala della Segnatura e, nella Pinacoteca, l'Incoronazione della Vergine, nota come Pala Oddi, dipinta nel 1502 a Perugia; la Madonna di Foligno del 1511-12; e la Trasfigurazione, dipinto realizzato tra il 1518 e il 1520, un tempo esposto nella basilica di San Pietro dove invece oggi si trova una sua copia in mosaico. Nella stessa sala si trovano i sontuosi arazzi realizzati a Bruxelles per Leone X su progetto di Raffaello del 1515.
    Con lo stesso biglietto dei Musei Vaticani si entra a Villa Farnesina, nel cuore di Trastevere, sede dell'Accademia dei Lincei e di due mostre dedicate a Raffaello: "Galatea e Psiche" dal 6 ottobre al 6 gennaio e "Raffaello e l'antico nella Villa di Agostino Chigi" dal 25 marzo al 27 giugno 2021. La Villa è uno dei più nobili e armoniosi palazzi del Rinascimento italiano, commissionato a Baldassarre Peruzzi dal banchiere senese Agostino Chigi per l'adorata sposa con gli affreschi ispirati ai grandi classici, da Raffaello a Giulio Romano e a Sebastiano del Piombo. Tra gli affreschi spiccano al piano terra Trionfo di Galatea, dipinto da Raffaello nel 1512 e che recentemente ha portato alla scoperta del colore "blu egizio" , il primo artificiale della storia messo a punto dall'artista nella sua bottega, e Loggia di Psiche del 1518, che suggella l'amore di Chigi per la moglie Francesca Ordeaschi, cortigiana veneziana.
    In quegli stessi anni, dal 1513 al 1514, Raffaello progettò per il banchiere l'architettura e gli eleganti mosaici della cupola della cappella Chigi nella basilica di Santa Maria del Popolo, terminata nel secolo successivo da Gian Lorenzo Bernini. Sempre a Raffaello il banchiere commissionò l'affrescò Sibille e angeli sull'arco superiore di un'altra cappella di famiglia nella chiesa di Santa Maria della Pace, ispirato alle figure di Michelangelo nella Cappella Sistina. A pochi passi c'è la basilica di Sant'Agostino dove si trova Profeta Isaia, affresco del 1512.
    Tra il 1518 e il 1519 Raffaello dipinse la tela Fornarina, molto probabilmente un ritratto dell'amante Margherita Luti, figlia di un fornaio di Trastevere; in attesa che dalle Scuderie del Quirinale torni alla sua originaria collocazione, sarà possibile vedere l'opera a Palazzo Barberini, una delle sedi della Galleria d'arte antica. E' un luogo magico ricco di opere d'arte e di capolavori nel cuore di Roma. Dalla mostra delle Scuderie la Dama con liocorno torna al suo posto di sempre, dal 1760 nella collezione permanente della Galleria Borghese; la si ammira nella stanza numero 9, la sala Didone, assieme ad altri due capolavori: Ritratto di Uomo e Deposizione di Cristo. Sempre nella Galleria Borghese si trova l'olio su tavola Deposizione Baglioni, dipinta nel 1507 in ricordo del massacro avvenuto qualche anno prima a Perugia, passato alle cronache come "le nozze di sangue" dove morì l'unico figlio della committente, Atalanta Baglioni.
    Sempre nel centro di Roma, la Galleria Doria Pamphili di via del Corso ospita il Ritratto di Andrea Navagero e Agostino Beazzano, datato 1516. Una tra le ultime opere del grande artista rinascimentale fu la progettazione di Villa Madama, su incarico di papa Leone X e sotto la guida del potente cardinale Giulio de' Medici: l'elegante edificio fu disegnato da Raffaello sui modelli delle antiche ville romane, tra cui Villa Adriana di Tivoli e la Domus Aurea, vicino al Colosseo. Infine, per omaggiare il poeta rinascimentale, è doveroso recarsi al Pantheon, sempre nel cuore di Roma, dove si visita la sua tomba che giace accanto ad altri illustri artisti: Annibale Carracci, l'architetto Baldassarre Peruzzi e il musicista Arcangelo Corelli. (ANSA).

River Park Ostiense, musica ed eventi enogastronomici sul Tevere


ROMA - Lungotevere Dante, tutto pronto per il RIVER PARK OSTIENSE!
Uno spazio eventi immerso nel verde sulla riva del Tevere sito nell’oasi metropolitana di Cantieri Marconi. Si presenta così River Park Ostiense, la manifestazione estiva che dal 6 Giugno, dal lunedì alla domenica darà vita ad un alternarsi d’iniziative musicali, artistiche, teatrali ed enogastronomiche. 
Si è concluso in questi giorni l’allestimento delle strutture ideate in esclusiva dal collettivoOrizzontale per lo spazio verde che prevedrà aree attrezzate per temporaryrestaurant, bar e mixology, streetfood, zone sociali di relax e open air stage.
La calendarizzazione degli eventi è in continuo divenire ma già nella programmazione delle prime settimane appaiono nomi come Stag e Lemandorleche porteranno proprio al River le date romane del loto tour estivo.
La Produzione di River Park Ostiense è in piena attività, il lavoro è intenso ma il parco è sicuramente pronto a diventare un bucolico punto di riferimento alternativo alle frenetiche serate romane, un contenitore ideale aperto a diversi format di intrattenimento dove buon cibo, musica, arte e cultura trovano la loro giusta dimensione.

ansa

Caravaggio e la natura morta

GALLERIA BORGHESE (ROMA) - C'è anche un capolavoro assoluto come la 'Canestra di frutta', raro da vedere in mostra e prestito eccezionale della Pinacoteca Ambrosiana, nell'importante esposizione che da domani al 19 febbraio racconta alla Galleria Borghese la rivoluzione di Caravaggio e la nascita della Natura morta, genere diventato tra i più amati in pittura, e germinazione dell'arte moderna. Allestite circa 40 opere, tra cui il 'Bacchino malato' e il 'Ragazzo con canestra di frutta', alcuni dei più famosi dipinti del Merisi conservati alla Borghese, nonché le tele del Maestro di Hartford, attribuite negli anni '70 da Federico Zeri a un giovane Caravaggio, e la celeberrima 'Fiasca spagliata con fiori' del Maestro della fiasca di Forlì, di suprema fattura, però ancora senza attribuzione certa, affiancata da un'inedita seconda versione.
Con il titolo 'L'origine della Natura morta in Italia. Caravaggio e il Maestro di Hartford', la mostra (interamente realizzata dal museo romano) costituisce la prima occasione per ammirare una serie di opere non solo bellissime, ma fondamentali per la comprensione filologicamente corretta del processo concettuale che ha portato Michelangelo Merisi, appena giunto a Roma, a compiere fino in fondo una profonda trasformazione dell'arte del tempo partendo dal naturalismo lombardo. E' proprio da lì che prende il via il percorso espositivo: dalla 'Fruttivendola' di Vincenzo Campi (dalla Pinacoteca di Brera), dove ancora la figura umana è preponderante, da 'L'ortolano' di Giuseppe Arcimboldo, che è in realtà un tegame con le verdure rovesciato, e la prima Natura morta realizzata in Italia, vale a dire 'Piatto metallico con pesche e foglie di vite', dipinto in modo sublime tra il 1590 e il 1594 da Giovanni Antonio Figino, tanto da ispirare alcuni madrigali nel segno delle Vanitas.
Ed ecco il 'Bacchino malato' e il 'Ragazzo con canestra di frutta', due dei Caravaggio della Borghese in cui i brani di Natura morta inseriti dal pittore nella scena fecero scalpore nella città eterna alla fine del '500. Si dice infatti che, una volta giunto a Roma, il Merisi trovasse posto nella bottega del Cavalier d'Arpino che l'avrebbe destinato a fare fiori e frutta.
Per questo, quando Federico Zeri tornò a studiare la raccolta di Scipione Borghese e a fianco dei due ritratti di giovane del Caravaggio, trovò le quattro grandi Nature morte del cosiddetto Maestro di Hartford, ipotizzò (non senza tumultuose polemiche) che anche queste ultime potessero essere tra le prime opere romane del genio lombardo. Grazie alla curatela di Davide Dotti e della direttrice del museo Anna Coliva, per la prima volta è possibile vedere le opere perfettamente affiancate, in un allestimento che rende lampante l'estrema diversità delle due mani: "più secca e legnosa" quella dell'artista ancora sconosciuto, piena della poesia del naturalismo quella di Caravaggio.
Ad ogni modo, aggiunge Dotti, il Maestro di Hartford è il primo a dedicarsi interamente a questo genere, mentre il Merisi lo usa per fare la sua personalissima rivoluzione della pittura.
Come è evidente nella 'Canestra di frutta' dell'Ambrosiana, che troneggia a metà percorso. "Ha una monumentalità straordinaria, come se fosse una Madonna, ha l'identica dignità di una figura", sottolinea la Coliva, spiegando che qui la Natura morta "non è un incidente, un topos, né un banco di prova del talento del pittore", bensì diventa "volontà d'arte". Non a caso, lo stesso Caravaggio dice che per lui dipingere una figura o un frutto è la stessa cosa, "il valore di ciò che fa è trasferito dal soggetto in questione alla pittura stessa". L'arte, dunque, prosegue Anna Coliva, già per Michelangelo Merisi, "non riproduce semplicemente la realtà, ma è una sorta di mondo parallelo", proprio come nelle concezioni delle prime Avanguardie storiche all'inizio del '900.
La mostra prosegue indugiando sui numerosi maestri che nel '600, in seguito alla lezione di Caravaggio, hanno dedicato parte della loro produzione al cosiddetto 'Still Life'. Opere di grande importanza tra cui spicca la 'Fiasca spagliata con fiori' del Maestro della fiasca di Forlì, attribuita anche al Cagnacci per la sua bellezza. Per l'occasione la tavola è stata sottoposta a indagini diagnostiche e si è visto che sotto lo strato di pittura c'era un ritratto preesistente. Forse il proprietario si era stancato di quel soggetto e ne ha voluto uno nuovo. Infine, il capolavoro dei Musei civici di Forlì è stato allestito accanto a una sua seconda versione, esposta qui per la prima volta, che conferma l'estrema maestria dell'autore.
"Probabilmente - ha concluso la Coliva - si tratta di un importante pittore di figura che ha fatto solo qualche incursione nella Natura morta". 
ansa

Giubileo, al lavoro su tpl e cammini religiosi. Monsignor Andreatta: “Roma pronta ma combattere illegalità”


«Penso che Roma sia pronta per il Giubileo purchè si facciano alcuni passi importanti». A dirlo dal palco dell’assemblea generale di Federalberghi a Como è monsignor Liberio Andreatta, amministratore delegato dell’Opera Roma Pellegrinaggi. «Sono – dice Andreatta – completamente d’accordo con gli albergatori che il primo elemento di difficoltà è l’abusivismo. Bisogna combattere, e lo faremo insieme, l’illegalità ed è importante lavorare ad armi pari. Questo è un valore umano e non solo cristiano. Poi la città deve essere accogliente e non piena di ambulanti, borseggiatori e non parliamo di quelli che vendono una bottiglietta d’acqua da 1 euro a 5. Dobbiamo combattere quest’immagine di Roma ladrona perchè è un aspetto isolato che non va generalizzato. Servono poi sicurezza e decoro». Infine una considerazione generale: «Il turismo – spiega – è fatto di emozioni, i viaggiatori e i pellegrini hanno il cuore pieno di ciò che hanno vissuto. L’Enit spenderebbe meno soldi in promozione se i turisti tornassero a casa contenti per l’accoglienza che hanno ricevuto e si facessero ambasciatori delle belle emozioni provate in Italia». - Sono quattro i ‘pacchettì per il Giubileo che la Regione Lazio presenterà nei prossimi giorni: dopo la sanità, illustrata oggi, ci saranno i trasporti, l’accoglienza e Protezione civile e i ‘Camminì religiosi. Lo ha spiegato il vicepresidente della Regione Lazio Massimiliano Smeriglio, delegato per l’Anno Santo. «Ci aspetta una riunione lunedì pomeriggio in Vaticano – ha affermato – Pensiamo che per essere fedeli alla squadra bisogna svolgere al meglio il proprio ruolo. Noi ci concentreremo sulle deleghe di competenza storica delle Regioni. In questo caso il pacchetto sanitario, sostanzialmente a costi invariati rispetto alla programmazione, ma con l’impegno di accelerare i processi riorganizzativi. La stessa cosa faremo sull’accoglienza e sul piano di Protezione civile, in cui la Regione gioca un ruolo molto importante. Poi lo faremo sui trasporti pubblici e sui percorsi spirituali fuori dalla città di Roma, con particolare attenzione a un dettato che ci arriva direttamente dalla Santa Sede, cioè favorire i pellegrini rispetto ai turisti, e il pellegrinaggio a piedi. Questo significa organizzare intorno alla Santa Sede tre o quattro punti di accoglienza – ha proseguito – e di valorizzare i Cammini storici, il più importante dei quali è quello di Francesco su cui siamo già a buon punto. Ci sono poi il Cammino di San Benedetto e la via Francigena che sostanzialmente attraversa verticalmente tutta la nostra Regione. Ci concentreremo su questi quattro aspetti – ha concluso Smeriglio – e ogni dieci-quindici giorni presenteremo alla stampa il dettaglio di questi quattro ‘pacchettì»
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Lunedì dell'Angelo alla Tenuta della Landriana

A pochi chilometri da Roma, gli storici giardini della Landriana aprono le porte al pubblico per il lunedì di Pasquetta: patrimonio di architettura paesaggistica di raro pregio, il parco è stato recentemente rinnovato e riaperto in occasione della primavera. Durante il periodo di chiusura, infatti, sono stati realizzati importanti lavori di ringiovanimento delle piante, che si presentano ai visitatori in una veste completamente nuova e vivace.
L'oasi mediterranea nei pressi di Ardea, sulla costa laziale, viene consegnata al pubblico da una storia del tutto singolare, che intreccia il caso alla nascita di una profonda passione. Tutto ebbe inizio nel 1956, quando il marchese Gallarati Scotti e sua moglie, Lavinia Taverna, decisero di acquistare, ad un'asta giudiziaria, una proprietà rurale che chiamarono la "Landriana", in omaggio ad uno dei nomi della famiglia Taverna. Dopo aver piantato degli alberi per frenare i venti che soffiavano dal mare, un'amica di famiglia donò a Lavinia Taverna una bustina di semi e la marchesa, quasi per gioco, provò a seminarli. Il risultato dell'esperimento fu sensazionale: nacquero delle piantine e con esse un profondo amore di Lavinia verso il giardinaggio. La marchesa iniziò ad avvicinarsi al giardino con grande ardore, dedicandosi con estrema cura alla semina e allevando con amore le centinaia di piante nate grazie al suo attento lavoro nell'area che circondava la casa, senza seguire uno schema preciso. A dare una struttura al giardino fu in seguito l'architetto paesaggista Russell Page, che lo suddivise in spazi circoscritti dal disegno fortemente geometrico, attraverso la creazione di siepi e vialetti.
Alla sua morte, nel 1997, Lavinia Taverna ha lasciato al pubblico l'inestimabile patrimonio di un giardino moderno e unico in Italia, fatto di attente giustapposizioni, accurate potature, viali e camminamenti lastricati o in erba, schemi di colori armoniosi. Oggi la Landriana costituisce uno stimolo ed una fonte d'ispirazione preziosa per chiunque intenda avvicinarsi al giardinaggio, sia con un approccio poetico e riflessivo, sia con un'attitudine più concreta e scientifica.
Durante il lunedì di Pasquetta, visite guidate accompagneranno il pubblico alla scoperta degli angoli più suggestivi della tenuta di dieci ettari: la Valle delle Rose, il Viale Bianco, il Giardino degli Ulivi e il quieto Lago circondato dalle rose antiche che proprio in questa fase dell'anno regalano un magico scenario. Un punto ristoro nel cuore del parco permetterà di fermarsi per il pranzo. Le festività della nuova stagione ai giardini sul litorale laziale proseguono dal 24 al 26 aprile con il ventennale del flower show "Primavera alla Landriana": all'evento sono attesi circa 150 espositori internazionali che presenteranno non solo piante insolite e rare, come da sempre recita il claim della Landriana, ma anche soluzioni tra le più nuove e sostenibili per gestire giardini o balconi. Era l'aprile del 1995 quando la marchesa Lavinia Taverna decise di allestire nei suoi meravigliosi giardini mediterranei una delle prime mostre di fiori e piante in Italia: a distanza di vent'anni, i giardini della Landriana, oggi guidati da sua figlia Stefanina Aldobrandini, sono divenuti un punto di riferimento del florovivaismo di qualità e simbolo di un valore culturale fiorito nel tempo proprio come le sue piante.
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