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Vinitaly, nel 2019 dal 7 al 10 aprile A settembre in Brasile con Wine South America

 (foto: ANSA)

La 53/a edizione di Vinitaly si terrà alla Fiera di Verona dal 7 al 10 aprile 2019. Lo annuncia Veronafiere, a chiusura della quattro giorni di Salone internazionale del Vino. Ma già a settembre, sottolinea il direttore generale di Veronafiere, Giovanni Mantovani, le imprese vitivinicole italiane potranno incontrare il mercato sudamericano, e carioca in particolare, attraverso la nuova iniziativa Wine South America, in programma a settembre di quest'anno nello stato di Rio Grande do Sul, in Brasile.(ANSA).
   
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Per Vinitaly 144 aziende siciliane a Verona

Per Vinitaly 144 aziende siciliane a Verona (foto: ANSA)

La Sicilia parteciperà al Vinitaly dal 15 al 18 aprile a Verona con uno spazio espositivo di circa tremila metri quadri all'interno del quale è previsto il "Palcoscenico Sicilia", ovvero un'area business dedicata agli incontri con buyer e giornalisti provenienti da tutto il mondo oltre che alle attività di degustazione affidata a critici.

    "Quest'anno - ha spiegato l'assessore regionale all'Agricoltura, Edy Bandiera - la partecipazione delle cantine siciliane al Vinitaly non sarà più concertata dall'Istituto regionale della vite e dell'olio ma direttamente dalle associazioni di produttori vitivinicoli e dai consorzi di tutela, che hanno concordato la loro presenza direttamente con l'Ente Fiera di Verona"
.
    Le associazioni di produttori presenti al Vinitaly sono: la Providi e la Vitesi presenti con 59 aziende, Assovini presente con 42 aziende e il Consorzio Etna Doc presente con 43 aziende, per un totale di 144 aziende siciliane partecipanti. Le associazioni partecipano al Vinitaly nell'ambito dei rispettivi progetti, a valere sulla misura 3.2 del Prs 2014-2020 con una dotazione complessiva pari a 960 mila euro.

    "L'assessorato - ha proseguito Bandiera - partecipa con un investimento istituzionale, all'allestimento esterno del padiglione 2 (che ospita la Sicilia) e dell'area business "Palcoscenico Sicilia", all'interno del padiglione, che ha lo scopo di promuovere la partecipazione unitaria del vino siciliano di qualità nelle molteplici declinazioni dei suoi territori. Attività per la quale sono stati impegnati 240 mila euro.

    Oltre al padiglione 2 dedicato alle cantine, sarà presente all'interno della Fiera anche uno spazio "Sol" all'interno del quale saranno presenti le aziende siciliane dell'olio, la cui partecipazione sarà curata interamente dall'assessorato. (ANSA).
   

Vinitaly al via, la scommessa del 2014 è la ripresa del mercato interno

Il vino è bello e buono. Vale in tutti i sensi. Sempre che lo si consumi a misura, ovviamente. Ma non c'è dubbio che le produzioni vitivinicole nazionali, continuino a rappresentare una delle carte da visita migliori per il nostro Paese. Anche se il comparto non è esente da problemi da affrontare e risolvere. Eppure tutto sembra dire che vigne e bottiglie nostrane vincono ovunque. A testimoniarlo è ancora una volta il Vinitaly, che apre oggi l'edizione 2014.
Complessivamente, secondo Agrinsieme, il vino in Italia vale 12 miliardi di fatturato, 1,2 milioni di addetti (+50% in dieci anni) 450mila aziende (384mila agricole), oltre 654mila ettari. Nel 2013 la vendemmia è stata pari a 47,4 milioni di ettolitri (dati Assoenologi), 20 milioni (dato Istat), se ne vanno all'estero. Ma il mercato interno in termini numerici resta sempre fondamentale e se le vendite calassero in modo incontrollato, diventerebbe assai difficile garantirsi un
recupero anche tenendo conto delle vendite oltre confine. Perché le etichette nazionali vincono per davvero in tutto il mondo: nel 2013 le vendite all'estero sono cresciute del 7,3% e hanno oltrepassato i 5 miliardi di euro. I vini italiani competono con tutti e spesso vincono. Anche e soprattutto contro quelli dei francesi (tradizionali "nemici" in questo settore) ma non solo. Dagli umori che circolano a Verona, pare che anche l'Italia non sia così male come mercato, nonostante il costante calo dei consumi, scesi ormai sotto i 40
litri pro-capite: le cantine che hanno investito sulle vendite nazionali hanno notato comunque una certa ripresa. In termini assoluti, dopo il crollo del 2009, ci sono stati anni tutti leggermente positivi.
Parlare di vino, poi, è ormai come parlare di gran moda, di belle auto e della capacità dell'Italia di risalire la china, mettere in fila successi e trovare nuove vie per fare affari. Certo, anche fra le bottiglie si insinua la criminalità (per questo Coldiretti, proprio a Vinitaly, ha organizzato un convegno sul tema), ma l'immagine che il vino si porta dietro è in gran parte positiva, fatta com'è anche di un forte turismo specializzato, del fascino della nostra storia, di buona cucina, di paesaggi che tutti ci invidiano. Cose che creano valore, lavoro, sviluppo. Anche se si potrebbe fare ancora di più e anche se alla fine a vincere – almeno nelle grandi occasioni – sono i nomi che hanno già vinto tutto. Come quello di Jacopo Biondi Santi, erede di una delle case vitivinicole più blasonate e premiate al mondo, trionfatore quest'anno del Premio Internazionale Vinitaly.
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