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Al Museo Omero la casa di Barbie non vedente con 268 ausili

ANCONA - Arriva al Museo Tattile Statale Omero di Ancona la casa di Barbie non vedente (o ipovedente) realizzata dall'architetto e museologo Fabio Fornasari, aggiungendo alla Dream House originale della celebre bambola creata dalla Mattel ben 268 accessori che gli consentono di muoversi in autonomia.

Ospitata nella Collezione Design del Museo, l'opera, unica nel suo genere perché frutto di un lavoro di trasformazione artigianale, è stata presentata in un incontro pubblico dal suo artefice e dall'ideatore dell'iniziativa Andrea Socrati.

Nata nel 1959 dall'ingegno di Ruth Handler (1916-2002) che l'ha battezzata col diminutivo della figlia Barbara, si stima che la Barbie sia stata venduta in 150 Paesi per un totale di un miliardo di esemplari al ritmo di tre al secondo. Nella sua vita ha interpretato più ruoli, identificativi di altrettanti mestieri e aspirazioni femminili, suscitato polemiche e controversie legali, oltre ad aver avuto due fidanzati, molteplici amici di diverse etnie e viaggiato in tutto il mondo, parlando 50 lingue. Dopo essere stata accusata d'indurre le giovanissime all'anoressia per assomigliarle, ha arrotondato le sue forme (nel 1997) ed è stata anche l'astronauta Samantha Cristoforetti e la biologa Sarah Gilbert che ha contribuito a creare il vaccino anti Covid. L'ha ritratta perfino Andy Warhol, dopo Marilyn Monroe, e la Mattel l'ha ringraziato vestendo la bambola con un abito che porta sul davanti il viso dell'indimenticabile attrice da lui riprodotto.
    Ma al Museo Omero, Barbie è anche una designer che tiene in mano un iPad da cui fuoriesce l'immagine della sua casa in miniatura, una disabile con una protesi e una non vedente con un bastone bianco e rosa. Uno spazio reso rassicurante da sensori di movimento, bolliacqua parlanti, rilevatori di ostacoli, calendari tattili, lettori automatici e piccoli bottoni cuciti nei vestiti per riconoscerli. Un luogo del cuore e un rifugio dove tornare, da condividere con chi amiamo e che esprime la nostra personalità, proprio come Fornasari ha scritto nella sua "Intervista possibile: Omero incontra Barbie", letta da Gianluca Paliotti, voce della collezione Design, nel corso dell'iniziativa.
   

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Vanvitelli, un ciclo di studi e un tour per riscoprirne il genio

L'uomo, l'architetto, l'ingegnere, il musicologo, l'inventore: la celebrazione del 250/o anniversario della morte dell'architetto Luigi Vanvitelli sarà l'occasione per assegnare al padre del maestoso progetto della Reggia di Caserta un posto di rilievo tra gli indiscussi geni della cultura italiana.

E' l'obiettivo di un ambizioso convegno di studi nato dopo una call for papers che riunirà studiosi, storici dell'arte, ingegneri ed architetti di fama internazionale per riscoprire nuovi aspetti di questa fondamentale figura del panorama artistico del Settecento.

La sessione di studi, intitolata il Maestro e la sua eredità, si terrà alla Mole Vanviteliana di Ancona dal 7 al 9 settembre, grazie alla collaborazione tra la Regione Marche, il Comune di Ancona e la Reggia di Caserta che hanno inserito il convegno tra le celebrazioni che si sono aperte proprio a Caserta lo scorso marzo.

"E' un convegno importantissimo che mette in luce la personalità complessa di questo artista e che ha trovato la sua gloria a Caserta ma che anche nelle Marche ha portato il suo genio in progetti che hanno coniugato funzionalità e bellezza" dice il critico d'arte e sottosegretario alla Cultura, Vittorio Sgarbi presentando queste giornate di studi assieme alla direttrice della Reggia di Caserta, Tiziana Maffei e alle assessore alla Cultura del Comune di Ancona e della Regione Marche Anna Maria Bertini e Chiara Biondi.

Insieme hanno anche promosso un "Grand Tour" Vanvitelliano nelle Marche, che passa dalla Mole Lazzaretto, l'Arco Clementino e la Chiesa del Gesù di Ancona, passando per Urbino, Macerata, Loreto, Pesaro "per far conoscere - dice Maffei sottolineando lo spirito di collaborazione tra le diverse istituzioni - l'artista in tanti dei luoghi in cui questo personaggio poliedrico ha lasciato un segno".

ansa.it


"Stoccafisso de San Ceriago", l’enogastronomia lancia il turismo

La fiera di San Ciriaco è finita, ma un’iniziativa avviata nel corso della tradizionale ‘quattro giorni’ prosegue. E’ ‘Stoccafisso de San Ceriago’, che proseguirà fino a venerdì 12. Organizzata dall’Accademia dello Stoccafisso all’Anconitana, l’evento che omaggia un’antica tradizione culinaria che ha reso caratteristica la cucina anconetana prosegue con successo in 31 ristoranti.

"L’accattivante manifestazione consente di lanciare anche la stagione turistica - dice il presidente dell’Accademia Pericle Truja -. Occorre fare di tutto per attirare i turisti anche stranieri, non solo con le bellezze paesaggistiche e i beni storici e artistici, ma anche con la buona cucina".

I ristoranti che hanno aderito sono: Da Giacchetti, Elis Marchetti Conero Golf, Emilia Baia di Portonovo, Il Fortino Napoleonico, l’Arnia del Cuciniere, L’Accademia di Agugliano, La Botte, La Cantinetta del Conero, Il Mago di Morro D’Alba, La Degosteria, La Moretta, La Tavola del Carmine, La Vecchia Osteria, Le Tredici Cannelle, La Bitta, Manifattura di Mare, Maffy Camera Café, Miscia Vino e Cucina, Osteria Bottega di Pinocchio, Osteria del Baffo, Osteria del Pozzo, Pesci Fuor D’Acqua, Ristorante Gino, Ristorante 60126, Trattoria Carotti, Trattoria Da Nordio, Trattoria del Piano, Trattoria Irma, Trattoria La Cantinetta, Trattoria Mafalda e Wine not?.

La Regione Marche, in collaborazione con ENIT presenta “Raffaello Una mostra impossibile”

L’aeroporto di Ancona ospiterà fino al 6 gennaio “Raffaello, una mostra impossibile”


La Regione Marche, in collaborazione con ENIT – Agenzia Nazionale Turismo e Aerdorica Aeroporto delle Marche e con il sostegno del Ministero per i beni e le attività culturali e per il turismo, presenta “Raffaello Una mostra impossibile”, dando così il via alle celebrazioni per il 500° anniversario dalla morte del maestro urbinate previste per il 2020.

La Regione Marche – recentemente nominata da Best in Travel 2020, l’annuale classifica di Lonely Planet, la seconda regione al mondo da visitare tra le dieci migliori e unica destinazione italiana per il 2020 – partendo da Urbino, città natale di Raffaello Sanzio nonché Patrimonio Unesco, vuole, attraverso la vita e le opere del grande artista rinascimentale, portare i visitatori alla scoperta di un territorio ricco di fascino, storia e tradizioni culturali ed eno-gastronomiche. E quale miglior modo di farlo se non organizzare una vera e propria mostra impossibile nell’aeroporto marchigiano a lui intitolato?

L’esposizione Raffaello Una mostra impossibile, ideata e curata da Renato Parascandolo e con la direzione scientifica di Ferdinando Bologna recentemente scomparso, presenta 45 dipinti di Raffello – compreso l’affresco de La Scuola di Atene – riprodotti in scala 1:1 e riuniti insieme, permettendo così di ammirare in un unico allestimento opere disseminate in 17 paesi diversi, un’impresa che non riuscì nemmeno a Raffaello in persona. L’esposizione si terrà dal 23 novembre 2019 al 6 gennaio 2020. 

Una carriera folgorante quella di Raffaello, morto a soli 37 anni, che la mostra racconta affiancando riproduzioni di opere provenienti dai maggiori musei del mondo – dagli Uffizi di Firenze, ai Musei Vaticani, dalla Pinacoteca di Brera a Milano alla Galleria Borghese a Roma, passando per il Louvre a Parigi, il Prado a Madrid e la Gemäldegalerie a Berlino, per arrivare a San Pietroburgo all’Ermitage e alla National Gallery di Washington, solo per citarne alcuni – che conservano capolavori assoluti come la Madonna Conestabile, la Madonna di Terranuova, lo Sposalizio della Vergine, la Madonna del Cardellino, la Deposizione, il Ritratto di Baldassare Castiglione e tanti altri fino ad arrivare alle Stanze Vaticane per cui Raffaello giunse a Roma ingaggiato da papa Giulio II che segnò la sua consacrazione a interprete della ”maniera moderna”.

Le riproduzioni sono stampate su un tessuto trasparente e retroilluminate e questa soluzione, oltre a conferire una particolare suggestione ai dipinti, consente di cogliere dettagli e sfumature difficilmente apprezzabili nelle tele originali ad occhio nudo o nelle riproduzioni a stampa. Dopo l’aeroporto di Falconara, la mostra arriverà a Le Carrousel du Louvre a Parigi dal febbraio 2020, ma non solo, nel corso del prossimo anno toccherà altre città europee fino a giungere in Russia.

Nella guida Best in Travel 2020 di Lonely Planet si legge a proposito della Regione Marche: “Una delle ragioni del suo grande fascino è proprio quella di poter esplorare con calma, e in relativa solitudine, maestose rovine romane, svettanti architetture gotiche, massicci castelli medievali e sublimi palazzi rinascimentali che custodiscono collezioni d’arte tra le più ricche d’Italia. Il tutto racchiuso tra alte montagne boscose e la placida costa dell’Adriatico e condito da golosi festival gastronomici”.

La Regione Marche con Raffaello La mostra impossibile, si appresta ad aprire il nuovo anno nel segno dell’arte, ma non solo. Il 2020 sarà anche l’anno del Giubileo Lauretano in occasione del centenario della proclamazione della Vergine Lauretana quale Patrona universale degli aeronauti, avvenuta il 24 marzo 1920. Il Giubileo avrà inizio l’8 dicembre 2019, con l’apertura della Porta Santa nel Santuario di Loreto presieduta da S. Em.za il Card. Pietro Parolin, Segretario di Stato e si concluderà il 10 dicembre 2020. Inoltre continua il progetto Marche Outdoor, inaugurato nel 2019 e che avrà come testimonial d’eccezione il campione del ciclismo mondiale Vincenzo Nibali. La filosofia del progetto è quella di promuovere un’economia del territorio sostenibile, proponendo la bicicletta come mezzo e non come “fine” e facendo vivere al cicloturista tutte le emozioni che la regione può offrire, attraverso 24 percorsi ciclabili che interessano tutte le Marche.

bonculture.it

Ancona sorpresa glamour, la verde Portonovo e i 'ciavattoni'

Arrivare dal mare ha i suoi vantaggi: lo sguardo abbraccia dal Monte Conero alla Mole del Lazzaretto, la dominanza del Duomo di San Ciriaco, le bianche colonne vanvitelliane pensate per essere viste dai naviganti. Ma anche raggiungere Ancona via terra, attraversando chilometri di dolci colline marchigiane punteggiate dai filari di Verdicchio o Rosso Conero, che diventano sterminati campi di lavanda avvicinandosi al mare, predispone bene. ''Ho girato tutto il mondo ma non sono mai stato ad Ancona prima d'ora'' diceva un noto chef stellato sorseggiando un bicchiere di Verdicchio durante l'ultima edizione di ‘Tipicità in blu’. Ecco l'occasione per colmare la lacuna e godersi due giorni all'insegna del glamour nel capoluogo delle Marche, città affaccendata e pratica, dedita al commercio e agli scambi, abitata da gente spiccia, curiosa ma affatto incline all'incantamento.
Città protesa verso il mare quasi come volesse sottrarsi a un entroterra incombente. Sito antichissimo, fondato dai siracusani di stirpe Dorica nel 387 a.C., dopo l'iniziale ritrosia capace di schiudersi offrendo sorprendenti risorse. 
 
Arrivare dal mare dicevamo, niente di più probabile. Marina Dorica è l'elegante porto turistico anconetano, l'oasi-rifugio più grande e capiente lungo la rotta dell'Adriatico, quarto porto turistico nazionale. Fondale profondo, quasi 2000 posti barca di cui una notevole quota di barche a vela, caratteristica che inorgoglisce il presidente Moreno Clementi.
Panorama suggestivo dalla 'prua' foderata di teak dell'edificio a forma di nave che ospita Marina Dorica, il dilemma sarà la scelta tra uno dei sette tra ristoranti e pizzerie del porticciolo, che al tramonto si riempie di frotte di giovani anconetani, fedeli all'aperitivo all'ombra dell'ultimo sole.
A meno che non si decida di godersi il tramonto nella verdissima baia di Portonovo (poco più di 12 km lungo la strada provinciale del Conero), calice in mano e piedi lambiti dalle onde sulla spiaggia di bianchi sassi. Nessuno dei tanti ristoranti della baia mancherà di offrirvi i 'moscioli selvatici', presidio gastronomico della zona. Più saporito della comune cozza, il mosciolo anconetano non si alleva, si riproduce spontaneamente sullo scoglio del Trave dove si pesca con le mani. Non perdetevelo, da Marcello, sposato con gli spaghetti, oppure alla marinara, appena pescato.
Anche Giacomo Casanova soggiornò ad Ancona, segregato in quarantena nel Lazzaretto che allora era collocato sotto l'imponente Duomo a croce greca, dove sorgeva il tempio di Venere Euplea protettrice dei naviganti. Dall'altro lato della collina, divisa in due dal parco del Cardeto, era il tempio di Castore e Polluce. La cattedrale che domina il grande porto, custodisce un'altra curiosità: un dipinto della Madonna di san Ciriaco, donata quale ex voto da un navigante veneziano, che intimorì perfino Napoleone. Finito tra gli oggetti di razzia dell'Imperatore di passaggio ad Ancona, il dipinto - dice la leggenda - mosse gli occhi e spaventò a tal punto Napoleone che questi ordinò subito di restituire l'effigie agli anconetani, che ne sono devotissimi.
Passeggiata nel centro storico, lungo via Pizzecolli fino a piazza del Papa (ritrovo della movida del sabato sera) carica di richiamo storici e archeologici, molti reperti custoditi nel Museo archeologico delle Marche. Dalla cultura alla tavola, imperdibile l'appuntamento con lo stoccafisso, piatto tipico della cucina anconetana. Ottimo quello della Trattoria storica Carotti, nella popolare zona del Piano sulla strada per Posatora. Con i ciavattoni (tipo di pasta) o in teglia con le patate, si chiude comunque con il 'turchetto', rum anice e caffè, bevanda preferita dai pescatori prima di uscire in mare.
Ancona da sempre storica porta d'Oriente, oggi più vero che mai. Da poche settimane un idrovolante permette di raggiungere Spalato in soli 55 minuti, a tariffe più che accessibili. Il nuovo servizio è stato inaugurato in concomitanza con 'Tipicità in blu', appuntamento di maggio voluto dal Comune per promuovere il profilo turistico di 'Ankon'. Una novità, salutata da grande successo, anche le minicrociere in partenza dal molo del Mandracchio verso il Conero, assaporando on board un vino marchigiano, le pietanze della tradizione marinara, godendosi il water front di Ancona. 
ansa