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Belize, la Terra "soffre" già dai tempi dei Maya


I Maya hanno dovuto affrontare importanti pressioni ambientali, compreso l’innalzamento del livello del mare, da 3.000 a 1.000 anni fa, e la siccità da 1.200 a 900 anni fa
Belize, maya, America centrale

fonte: turismo.it
PERCHE' SE NE PARLA
Già da qualche tempo si parla di come l’Antropocene, l’era geologica caratterizzata da significativi impatti dell’uomo sul territorio e il clima, sia partita molto prima di quanto pensassimo. Una ulteriore conferma è arrivata pochi giorni fa: l'ultima ricerca a disposizione è stata condotta nella zona paludosa del Belize, su 250 chilometri quadrati, tramite immagini laser ad alta precisione. Il lavoro ha studiato l'area e i sistemi di canali utilizzati dai Maya per l’agricoltura, per i trasporti e per il commercio. Metodi, questi, che hanno probabilmente inciso sull’innalzamento del livello del mare e sulla siccità.

I Maya hanno dovuto affrontare, infatti, importanti pressioni ambientali, compreso l’innalzamento del livello del mare nei periodi Preclassico e Classico, da 3.000 a 1.000 anni fa, e la siccità da 1.200 a 900 anni fa. Il lavoro svolto dal team di specialisti dimostra che tale popolo ha risposto a tali pressioni convertendo le foreste in campi paludosi e scavando canali per la gestione dell’acqua.

PERCHE’ ANDARCI 
Nel Belize, il Paese affacciato sul mar dei Caraibi, si possono esplorare giungle lussureggianti con animali esotici e praticare attività sportive quali pesca d'altura, nuoto, snorkeling e immersioni. Si tratta di uno dei Paesi con il più alto tasso di biodiversità grazie alla conservazione delle sue risorse naturali: oltre il 90% del territorio è ricoperto da foreste incontaminate e protetto da una delle barriere coralline più belle al mondo. Circa il 40% del territorio, inoltre, è coperto da riserve di vario tipo, per un totale di 94 aree protette, compresi 16 parchi nazionali. 

DA NON PERDERE
Da un punto di vista archeologico, invece, Xunantunich è uno dei siti più interessanti, costruito dalla civiltà Maya, a 130 km da Belize City. Il suo nome significa donna di pietra nella lingua Maya, e fa riferimento al fantasma di una donna dagli occhi infuocati, che sembrerebbe abiti nel sito sin dal 1892. Molte delle strutture vennero costruite tra il 200 e il 900 e furono danneggiate da un terremoto, che probabilmente causò l’abbandono della zona. Conta ben 26 templi e palazzi, ma la piramide conosciuta come El Castillo è la struttura principale: la seconda più alta del Belize, dopo il tempio di El Caracol, con i suoi 40 metri d’altezza. 

PERCHE’ NON ANDARCI 
E’ fortemente sconsigliato recarsi nelle zone a ridosso del confine con il Guatemala, dove si sono verificati negli ultimi anni scontri a fuoco. È in ogni modo sempre opportuno aggiornarsi localmente sulla situazione della sicurezza.

COSA NON COMPRARE 
Molto particolari le penne dal design maya e le stoffe ipercolorate. E poi ancora piccole borse in tessuto, cimeli tribali e grandi conchiglie. Tra le cose più brutte da comprare, i bicchierini per l'alcol con la mappa geografica.

Vacanze ai Caraibi: dal 16 dicembre al cinema, dal 2016 meta turistica sotto i riflettori

Mai come quest’anno il cinepanettone che accompagnerà gli italiani al cinema a Natale è stato pensato anche come un’operazione di promozione turistica. “Vacanze ai Caraibi” è il titolo del film di Neri Parenti che uscirà nelle sale il 16 dicembre 2015 e che vedrà come attori principali Christian De Sica, Massimo Ghini, Ilaria Spada, Luca Argentero, Dario Bandiera e Angela Finocchiaro. Il film, girato nella Repubblica Dominicana e diviso in tre atti, non è solo una commedia che invita al buonumore ma una vera e propria celebrazione delle bellezze paesaggistiche e delle attrazioni turistiche delle isole centroamericane.
Un’occasione che non è passata inosservata a diverse compagnie del travel che hanno contribuito alla realizzazione del film in cambio di operazioni di product placement.
Ilaria Spada in una scena del film al Viva Windham Dominicus Beach
Ilaria Spada in una scena del film al Viva Wyndham Dominicus Beach
A cominciare dalla catena alberghiera Viva Wyndham Resorts, che possiede e gestisce 8 resort all inclusive nei Caraibi, di cui cinque nella Repubblica Dominicana e che ha messo a disposizione il suo resort più noto e apprezzato, il Viva Wyndham Dominicus Beach, per le riprese del nuovo film.
Il Viva Wyndham Dominicus Beach ha ospitato la troupe e il cast del film, da fine agosto ai primi di ottobre. Dapprima Christian De Sica, Massimo Ghini e Angela Finocchiaro, successivamente Luca Argentero, Ilaria Spada e Dario Bandiera. Un’alternanza che ha suscitato la gioia degli ospiti del resort, che talvolta hanno assistito alle riprese e in alcuni casi sono stati chiamati a fare da comparse del film.
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Una scena del film girata sulla Costa Fortuna
Anche Costa Crociere ha contribuito alla realizzazione del film con Costa Fortuna, nave da 103.000 tonnellate che si è trasformata in un autentico set cinematografico in navigazione, svolgendo un ruolo di primo piano nello sviluppo di uno dei tre episodi del film. I due protagonisti dell’episodio, Luca Argentero e Ilaria Spada, si incontrano per la prima volta proprio sul ponte della nave, e la loro storia d’amore incomincia durante la crociera.
Girate nello scorso mese di ottobre a bordo della nave della flotta, le riprese hanno coinvolto 45 persone dello staff cinematografico, compresi i due attori protagonisti, che sono stati ospiti della compagnia per una settimana. Per ricostruire l’atmosfera natalizia, la nave è stata addobbata a festa: dal grande albero nella hall centrale fino alla ricostruzione, nel ristorante principale, della cena di Capodanno con il coinvolgimento anche del personale di bordo e dei dipendenti della compagnia, che hanno partecipato numerosi.
Entrambe le società si aspettano un incremento delle prenotazioni dall’Italia dopo l’uscita del film e sarà interessante verificare tra qualche mese l’impatto del cineturismo sia per le due aziende sponsor che in generale sulla destinazioni Caraibi e Repubblica Dominicana.
webitmag.it

Mille sapori di Barbados al Food & Wine and Rum Festival. L’evento eno-gastronomico più cool dei Caraibi ritorna dal 19 al 22 novembre

Delizie culinarie, rum, polo, shopping, feste in spiaggia e party fino a tarda notte attendono i partecipanti della sesta edizione del Barbados Food & Wine and Rum Festival, l’evento gastronomico più glamour dei Caraibi che si terrà dal 19 al 22 novembre 2015 sull’isola di Barbados.

La nuova edizione sarà ancora più ricca di eventi, come annunciato da William Griffith, CEO di Barbados Tourism Marketing Inc. (BTMI), ente del turismo di Barbados: “Giunto al sesto anno, il Food & Wine and Rum Festival si conferma un evento di punta per gli amanti della buona cucina nell’area caraibica. Quest’anno il festival si arricchisce e rinnova, ospitando importanti nomi della ristorazione internazionale, i migliori chef locali e ancora più eventi in tutta l’isola”.

Superstar dell’edizione 2015 l’acclamato chef Marcus Samuelsson, già ospite delle precendenti edizioni: autore di libri di successo, vincitore del premio James Beard Award e campione di Top Chef Master, Samuelsson ospiterà un evento speciale dedicato a Barbados, Bajan Invasion launch party, nel suo iconico ristorante newyorkese Red Rooster Harlem il 17 settembre.

Saranno inoltre presenti, per la prima volta quest’anno, numerosi chef di fama internazionale: Chris Cosentino, ristoratore di successo di San Francisco, Carla Hall, presentatrice del programma televisivo di cucina The Chew trasmesso da ABC, Craig Harding, chef e proprietario del ristorante Campagnolo di Toronto e presentatore della serie web The Chef’s Bar, e Andrew Pern, chef del ristorante stellato Starr Inn di Harome, in Inghilterra.

Tra i talenti locali, Duayne Holligan, executive chef di Crane Resort, Handerson Butcher, executive chef del Pureocean Beachside Dining Restaurant presso il Divi Southwinds hotel, Dane Saddler, proprietario e chef di Caribbean Villa Chefs. Sarà presente, inoltre, il miscelatore e bartender barbadiano Philip Antoine, vincitore della scorsa edizione del festival con “Rum Passion”, selezionato come cocktail ufficiale dell’edizione 2015.

I visitatori si devono aspettare un ricco menu di appuntamenti a partire dall’evento di apertura Coastal Blend con Marcus Samuelsson, che si terrà a Oistins il 19 novembre. Pesce fresco, dimostrazioni di cucina, un’esibizione di miscelazione e tanta musica locale sono gli ingredienti per una serata di divertimento, buon cibo e danze.

Il 20 novembre, il nuovo Fusion Rooftop Restaurant all’interno dell’esclusivo Limegrove Lifestyle Centre ospiterà la serata Evening Reserve, un aperitivo chic con gustosi hors d’oeuvres preparati secondo le ricette dei celebrity-chef partecipanti al festival, degustazione di vino e musica.

Il pomeriggio del 21 novembre, l’appuntamento è all’Holder’s Polo Club per il Taste the Spirits of Polo: gli appassionati potranno assistere a una partita di polo gustando deliziosi cocktail e canapé. Alla sera, sarà invece possibile seguire il proprio chef preferito per una cena indimenticabile, partecipando ad una delle quattro serate speciali Gourmet Safari al Cobbler’s Cove, The Crane, Fairmont Royal Pavilion e The Cliff Beach Club. La notte proseguirà con l’after party nella Second Street di Holetown.

Il festival si concluderà il 22 novembre sulla spiaggia di Needham’s Point presso l’Hilton Barbados con il beach party Fiesta in the Sand, dalle 11 alle 15. I partecipanti potranno rilassarsi sulla spiaggia sorseggiando un cocktail, assistere agli showcooking dello Chef Chris Cosentino e gustare un autentico BBQ.

Per maggiori informazioni su Barbados Food Wine and Rum Festival: www.foodwinerum.com

Per informazioni su Barbados: www.visitbarbados.co/it/

RIPRODUZIONE RISERVATA © Copyright ANSA

Caraibi, dritte per la stagione degli uragani. Sì all'assicurazione di viaggio e attenzione ai bollettini, per una vacanza a prova di emergenza

Vacanza a prova di emergenza. Sì all'assicurazione di viaggio e attenzione ai bollettini ufficiali del meteo, ma anche una batteria carica di riserva per il cellulare e un paio di indumenti più pesanti in valigia: sono alcune dritte utili per chi sceglie i Caraibi anche durante la stagione degli uragani.

Le spiagge di isole e coste dell'America centrale e meridionale bagnate dal Mare Caraibico sono un sogno per i turisti 365 giorni l'anno, ma non sono esenti da problemi visto che il paradiso di palme e mare cristallino si trova su una delle fasce di uragani più attive. Il periodo clou degli uragani è fra agosto e ottobre, ma la stagione ufficialmente dura dal primo giugno a fine novembre. Dunque anche se si sceglie per la vacanza un mese statisticamente meno a rischio è meglio non farsi trovare impreparati nell'eventualità di una forte tempesta o peggio di un uragano.

Ecco perché, spiega nel suo vademecum l'Huffington Post, intanto è meglio viaggiare accompagnati da un'assicurazione di viaggio che copra eventuali spostamenti in aereo o nave cancellati o modificati ed è sempre meglio controllare il contratto stipulato perché, se al momento della prenotazione i bollettini meteo già segnalavano tempeste, eventuali cambiamenti possono non essere coperti. Bene anche sapere in anticipo a chi e come inoltrare eventuali richieste di assistenza. Può essere una buona idea quella di rivolgersi a tour operator specializzati e ad agenzie in grado di aiutare il viaggiatore a distanza nelle modifiche a soggiorno e trasporto, ma è comunque meglio fare i 'pignoli' su clausole e modalità di rimborsi prima di prenotare, non dopo.

Qualche accortezza in più mentre si prepara la valigia, portando ad esempio una batteria carica di riserva per il cellulare, i numeri utili per le emergenze a portata di mano e magari un cambio più pesante per la pioggia o un brusco calo della temperatura. In caso di blackout elettrici anche i bancomat potrebbero essere fuori uso, quindi è salvifico tenere del denaro contante a disposizione. Una radiolina portatile che funzioni anche con le batterie è utile per sintonizzarsi in caso di bisogno su un canale di news. Prima e durante il viaggio occorre prestare attenzione ai bollettini ufficiali del meteo per capire se ci sono tempeste in arrivo: il National Hurricane Center è la fonte più affidabile (www.nhc.noaa.gov). Utili anche il Weather Channel's Tropical Storm centre (www.weather.com/newscenter/tropical) e le innumerevoli applicazioni disponibili per gli smartphone (ecco le migliori secondo la Cnn).

Infine l'Huffington Post dà qualche dritta sulle località. Nessuna isola caraibica è in assoluto al riparo da un uragano, ma alcune sono meno a rischio di altre. In particolare le cosiddette 'Abc' che non hanno alcun riferimento con la recente politica italiana ma sono Aruba, Bonaire e Curacao, al largo delle coste venezuelane. Rari gli uragani a Puerto Rico e Panama. Anche Trinidad e Tobago sono fuori dalla fascia degli uragani, nonostante per via delle piogge sia meglio andarci tra metà settembre a metà ottobre.
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