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Sono le ultime 2 settimane per visitare Fotografia Europea 2023: approfitta di questo weekend lungo per visitare le mostre!


 Sono le ultime 2 settimane per visitare Fotografia Europea 2023: approfitta di questo weekend lungo per visitare le mostre! 

Venerdì 2 giugno infatti, tutte le mostre saranno aperte e visitabili. Ecco gli orari del weekend: 
  • venerdì 2 giugno › 10-20
  • sabato 3 giugno › 10-20 
  • domenica 4 giugno › 10-20 
  • Ultime visite guidate in programma per questa edizione di Fotografia Europea! 
    • Domenica 4 giugno alle 11 puoi partecipare alla visita guidata che si terrà ai Chiostri di San Pietro
    • Domenica 11 giugno alle 11 puoi partecipare alla visita guidata che si terrà ai Chiostri di San Domenico e Palazzo da Mosto (sarà anche l'ultimo giorno di apertura di FE!). 
These are the last 2 weeks to visit Fotografia Europea 2023: take advantage of this long weekend to visit the exhibitions!

On Friday June 2nd, all the exhibitions will be open. Here are the weekend hours:
  • Friday 2nd June › 10-20
  • Saturday 3rd June › 10-20
  • Sunday 4th June › 10-20
  • Last chance to attend the guided tours of Fotografia Europea 2023! 
    • On Sunday June 4th at 11 you can attend the guided tour at the Chiostri di San Pietro
    • On Sunday June 11th at 11 you can attend the guided tour at the Chiostri di San Domenico and Palazzo da Mosto (it will also be the last day of opening of FE!).
    Fonte: Comunicato Stampa Palazzo Magnani

Sei ancora in tempo per partecipare alle visite guidate delle mostre di Fotografia Europea 2023! Ecco le ultime date in programma

 Ecco le ultime date in programma: 

  • Chiostri di San Pietro - domenica 4 giugno ore 11
  • Chiostri di San Domenico e Palazzo da Mosto - domenica 11 giugno ore 11 

Prenota via email: info@palazzomagnani.it

Le visite guidate delle mostre a Palazzo dei Musei si svolgono invece nelle seguenti date: 

  • "Un piede nell'Eden. Luighi Ghirri e altri sguardi. Giardini in Europa e l'architettura degli alberi" - ogni sabato fino al 10/06 ore 11
  • Giovane Fotografia Italiana #10 - 10 giugno ore 18 
Fonte: Comunicato Stampa Palazzo Magnani

Fotografia Europea a Reggio Emilia: tornano le attività per famiglie


 Sabato 27 maggio alle 16 è tornato  laboratorio "La vita di un seme" che, a partire dalla mostra di Geoffroy Mathieu, ha permesso ai piccoli partecipanti di costruire la storia della vita di un seme attraverso il linguaggio video-fotografico. 

Il laboratorio sarà ai chiostri di San Pietro ed è per bambini e bambine dai 6 agli 11 anni! 

Fonte: Comunicato Stampa - Palazzo Magnani

Accoglienza per immagini a Reggio Emilia

I luoghi di accoglienza a Reggio Emilia, tra cui le mense e le locande Caritas, le persone che li abitano e operatori e volontari che li animano compongono la mostra “Comfort zone is over” inserita nel circuito OFF di Fotografia Europea. Le opere sono esposte dal 28 aprile al ristorante “DiVino” in via del Guazzatoio a Reggio Emilia.


Il 28 aprile, al parco Santa Maria di Reggio Emilia, inaugura “Le fil de bois” una mostra di opere realizzate da ragazze accolte in una struttura della Caritas. L’esposizione è curata da Marianna Esposito che ha svolto un laboratorio di terapeutica artistica con le ragazze.

laliberta.info

“a ribbon and a prayer” da spazi laici a luoghi sacri

Dal 28 aprile all’11 giugno 2023, a Reggio Emilia, Binario49 ospita la mostra A ribbon and a prayer – da spazi laici a luoghi sacri, progetto fotografico di Massimiliano Camellini a cura di Andrea Tinterri e Benedetta Incerti.

A ribbon and a prayer rivela la trasformazione culturale e sociale di luoghi precedentemente dedicati al lavoro, all’abitazione, al commercio, al tempo libero, in luoghi di culto. Piccoli magazzini, capannoni industriali, laboratori, fattorie: edifici forzati a cessare la loro attività per il cambiamento di paradigmi economici e sociali, sono stati “riscattati” da comunità religiose (spesso composte di migranti) che li hanno trasformati in luoghi di preghiera, dando loro una nuova luce e una nuova prospettiva.

Andrea Tinterri lo descrive come “un processo che lascia spazio a un dibattito complesso, sulle cicatrici del capitalismo e dell’Occidente che vengono occupate, come fossero voragini fisiche, da comunità religiose, quasi sempre extraeuropee. […] La dimensione del lavoro è uno spettro che appare sotto forma di dettagli, residui alle pareti, la stessa configurazione dei soffitti, dei pavimenti. Dove prima c’era un banco di lavoro ora si materializza un altare carico di simboli e oggetti necessari al rito”.

L’indagine fotografica di Massimiliano Camellini ha toccato tutte le confessioni religiose, dall’Induismo al Cattolicesimo, dalle chiese Evangeliche a quelle Pentecostali, dall’Islam al Sikhismo, dallo Scintoismo al Buddismo e molte altre.

La sua macchina da presa svela piccoli mondi invisibili ai più: un tempio indù dietro i locali poco invitanti di un magazzino abbandonato; paia di scarpe accuratamente allineate all’ingresso di una sala di preghiera musulmana in un ex edificio industriale; l’iconostasi riccamente decorata e il lampadario in ottone di una chiesa moldava dietro le persiane di un’ex macelleria; le spaziose sale di preghiera delle congregazioni pentecostali e la loro fredda funzionalità estetica.

Il progetto fotografico, iniziato nel 2017, al momento principalmente europeo ma con l’obiettivo di estendersi a tutti i continenti nel prossimo futuro, dà una rappresentazione di tutte le religioni esistenti sul pianeta al fine di realizzare auspicabilmente una ricerca antropologica attraverso le immagini sull’evoluzione di spazi e oggetti comuni in luoghi di adorazione.

Massimiliano Camellini (Venezia 1964, vive e lavora tra Reggio Emilia e Milano). Negli anni Novanta si avvicina alla fotografia di ricerca. Dal 2001 realizza progetti costituiti da serie di opere dedicate a temi universali, accompagnate dai rispettivi progetti editoriali. La prima serie è dedicata agli istinti e sogni dell’uomo: appartengono a questo ciclo Oltre le Gabbie (2001), I Volanti (2004), Duel (2006), Nuove Arene (2009), Il laboratorio dell’ossessione (2010), Ore 18.00, l’orario è finito (2012) Al di là dell’acqua (2016), e l’ultimo progetto, a ribbon and a prayer (2022).

Le sue foto sono nelle collezioni museali di tutto il mondo tra cui Museum of Fine Arts (Houston, USA), Collezione Maramotti (Reggio Emilia), Galerie Municipale du Chateau d’Eau (Toulouse, Francia), Musée du Strasbourg (Francia), Museum of Photography (Seoul, Korea), Fondazione Sandretto Re Rebaudengo (Torino).

A RIBBON AND A PRAYER.
Fotografie di Massimiliano Camellini
28 aprile – 11 giugno 2023
a cura di Andrea Tinterri e Benedetta Incerti

Orari: venerdì – sabato 18.00 – 22.00; domenica: 17.00 – 21.00
29 e 30 aprile 2023: 15.00 – 22-00

Ingresso libero

RIPARTE PHOTOGRAPH-ER È ONLINE IL BANDO


 PHOTOGRAPH-ER è rivolto a giovani fotografə tra i 18 e i 35 anni di età residenti o domiciliatə in Emilia-Romagna, per sostenerlə nel loro percorso di formazione artistica e professionale.

Il percorso prevede lezioni frontali, tavoli di confronto e workshop con l’obiettivo di sviluppare e incentivare il processo artistico dei giovani artistə grazie all’incontro e all’insegnamento di fotografə affermati, ma anche di favorire l’accesso al mondo del lavoro attraverso lo scambio con diversi professionistə del settore.
Durante la formazione infatti i partecipanti avranno modo di confrontarsi con espertə del mondo dell’arte e della fotografia, provenienti da diversi ambiti e settori: fotografə professionistə, curatorə, photoeditor, galleristə.
Il percorso è totalmente gratuito.

 

 

PROGRAMMA

 

Sabato 25 marzo ore 10-17 [IN PRESENZA ]
Incontro di presentazione

 

Domenica 25 marzo ore 10-17 [IN PRESENZA ]
Workshop con Renata Ferri: come si scrive e presenta un portfolio

 

Sabato 1 aprile 2021 ore 11-13 [IN PRESENZA ]
Le gallerie: come promuovere e vendere il proprio lavoro?
Incontro con Marcella Manni e visita della galleria Metronom di Modena

 

Venerdì 14 aprile ore 16-18 [ONLINE]
La stampa: come collaborare con i giornali?
Incontro con Francesca Marani (Visual Editor of Global PhotoVogue) e Max Ferguson (Photo Editor Granta Magazine),

 

Sabato 15 aprile ore 11-13 [IN PRESENZA]
Progettare e organizzare mostre
Incontro con Giangavino Pazzola (curatore a Camera – Centro Italiano per la Fotografia) e Daniele De Luigi (curatore di Fondazione Modena Arti Visive e del progetto “Giovane Fotografia Italiana”)

 

Venerdì 28 aprile [IN PRESENZA]
Invito all’inaugurazione del festival Fotografia Europea
Accesso illimitato alle mostre del festival e agli eventi collegati dal 28 aprile all’11 giugno

 

Sabato 29 e Domenica 30 aprile [IN PRESENZA]
Letture portfolio
Durante le giornate inaugurali di Fotografia Europea i giovani fotografi potranno iscriversi a 2 letture portfolio a loro scelta

 

Lunedì 1 maggio – orario da definire [IN PRESENZA]
I protagonisti di Fotografia Europea 2023: incontro con i fotografi della nuova edizione

 

Sabato 20 e domenica 21 maggio – orario da definire [IN PRESENZA]
Workshop di 2 giorni con Arianna Arcara

 

Sabato 27 maggio – orario da definire [IN PRESENZA]
L’editoria specializzata: come sviluppare e pubblicare il proprio libro fotografico?
Incontro con Bruno Ceschel

 

Domenica 28 maggio – orario da definire [IN PRESENZA]
Visite guidate alle mostre organizzate dalla rete di partner di Fotografia Europea

 

Sabato 11 e domenica 12 giugno – orario da definire [IN PRESENZA]

Workshop di 2 giorni con Aaron Schumann

 

Gli incontri in presenza si terranno presso gli spazi di Fondazione Palazzo Magnani (corso Garibaldi, 31) e di SD Factory (via Brigata Reggio, 29) a Reggio Emilia.

 

+++ Il programma potrà subire variazioni +++

(Fonte: fotografiaeuropea.it)

Reggio Emilia, al via il Festival di Fotografia Europea 2019: ecco l'anteprima

Mostre, conferenze, spettacoli, workshop. Dal 12 aprile al 9 giugno 2019, Reggio Emilia ospita la XIV edizione di Ftografia Europea, il festival promosso e organizzato dalla Fondazione Palazzo Magnani insieme al Comune di Reggio Emilia e alla Regione Emilia-Romagna, con il sostegno del Ministero per i beni e le attività culturali, che esplora tutti gli ambiti della disciplina che meglio interpreta la complessità della società contemporanea. Ideata dal Comitato Scientifico della Fondazione Palazzo Magnani – composto da Marco Belpoliti, Vanni Codeluppi, Marina Dacci, Marzia Faietti, Walter Guadagnini, Gerhard Wolf – sotto la direzione artistica di Walter Guadagnini, Fotografia Europea è declinata sul tema "Legami. Intimità, relazioni, nuovi mondi", che unirà con un ideale filo rosso tutte le esposizioni che compongono il programma.

Gazzetta di Reggio

Fotografia Europea 2018 Reggio Emilia Paese ospite di quest'anno è l'Iran!


La scorsa edizione fu deciso che il Festival avrebbe allargato i propri confini "europei"... così abbiamo fatto spazio a più di 100 fotografie venute direttamente dal Sudafrica.

Quest'anno, invece, il Paese ospite sarà l'Iran: quale altra nazione avrebbe potuto incarnare al meglio le rivoluzioni, i cambiamenti, le ribellioni e le utopie che vogliamo raccontare, se non questa terra così controversa?

Con la mostra "Genesis of a latent vision: A window onto contemporary art photography in Iran" gli organizzatori vorrebbero aprire una piccola finestra su questo grande pezzo di mondo.
fonte: comunicato stampa

segnalazione web a cura di Giuseppe Serrone

Fotografia Via Emilia, andata e ritorno in foto

Lo chiamano “festival” e in effetti ha tutte le caratteristiche di una kermesse coinvolgente fatta di concerti, feste, incontri programmati e casuali, e mostre naturalmente (a decine nel circuito ufficiale, a centinaia in quello Off). Il tutto spalmato in spazi prestigiosi del centro storico, ma anche in luoghi occasionali, come case private o negozi. Reggio Emilia in questi giorni è totalmente coinvolta in questofestival che è Fotografia Europea (sedi varie, sino al 10 luglio). La manifestazione (catalogo Silvana), giunta alla sua undicesima edizione, è curata da Diane Dufour, Elio Grazioli e Walter Guadagnini, e ruota attorno al tema “La via Emilia. Strade, viaggi, confini” nella sua accezione più ampia. Vuole infatti offrirsi come riflessione che, partendo dall’antica arteria romana, intende approdare alle vie del mondo contemporaneo, ai luoghi di transito e di confine, alle nuove frontiere geografiche e sociali. 

L’indagine si collega, a trent’anni di distanza, alla storica mostra “1986. Esplorazioni sulla via Emilia”, curata da Luigi Ghirri, che segnò un ripensamento della rappresentazione del territorio, ma anche del linguaggio della fotografia e della figura dell’autore. Quella esposizione viene ora rievocata, a cura di Laura Gasparini, con una selezione di opere esposte in quella occasione di fotografi quali, oltre a Ghirri, Gabriele Basilico, Olivo Barbieri, Vittore Fossati, Guido Guidi, Mimmo Jodice. Il clima culturale dell’epoca in cui è maturato il loro lavoro di ricerca, iniziato nel 1984, sull’emergenza della scomparsa graduale del paesaggio, della forte urbanizzazione, dell’inquinamento e della cementificazione che produce la perdita di identità dei luoghi stessi e delle comunità che vi abitano, è documentato attraverso numerosi materiali storici, dal catalogo alle maquette di preparazione, ai provini a contatto. La via Emilia divenne un paradigma di esplorazioni territoriali che da quel momento non si realizzarono più attraverso la riproposizione dei luoghi più noti e diventata un’altra cosa. 

All’epoca era una delle arterie fondamentali del nord Italia, oggi è una strada quasi secondaria, scelta per spostamenti brevi, verso la quale il grande traffico ha voltato le spalle in favore della viabilità autostradale e dell’alta velocità ferroviaria. Dunque, quella che non più di qualche decennio fa era il simbolo della struggente orizzontalità e laboriosità della Pianura padana, ora pare poco più di un asse di collegamento di quella che può essere considerata una unica grande città che va da Piacenza a Rimini. Questa nuova situazione è oggetto della mostra “2016. Nuove esplorazioni”, a cura di Dufour, Grazioli e Guadagnini i quali hanno inteso prendere le mosse dalla valutazione su cosa avesse significato il progetto di Ghirri del 1986 all’interno della cultura fotografica del periodo e quale rapporto esso potesse avere con la realtà odierna. 

E siccome è una realtà in continua mutazione, richiede un linguaggio fotografico elastico e duttile che sia capace di portare a sintesi immagini provenienti dai più diversi ambiti, create con gli strumenti più differenti, composte secondo le più diverse modalità. Così che anche là dove la fotografia sembra rispondere alla sua vocazione più documen-taria, o comunque di prelievo dal reale, questa possibilità viene messa immediatamente in discussione attraverso strategie che vanno dall’intervento surreale di Alain Bublex alla narratività straniata di Antonio Rovaldi, agli assemblaggi di Lorenzo Vitturi, passando attraverso la memoria di Sebastian Stumpf, in un continuo gioco di spiazzamenti e suggestioni. Allora la via Emilia da oggetto di ripresa diventa soggetto di azione, protagonista di un viaggio sorprendente, tra realtà e immaginazione, tra documentazione e invenzione come capita con i lavori di Stefano Graziani, di Davide Tranchina o di Paolo Ventura.
Avvenire