FELTRINELLI 1+1  IBS.IT
Visualizzazione post con etichetta Genova. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta Genova. Mostra tutti i post

Viaggi Liguria, Al Palazzo Ducale di Genova lo charme di Franco Maria Ricci


Sette sale, ognuna delle quali intitolata alle principali collane della sua casa editrice per scoprire l'opera di Franco Maria Ricci, che si è inaugurata a Palazzo Ducale di Genova e che è un sigillo importante nell'anno in cui la città, dove vissero i suoi avi, è capitale del libro.


    La mostra (dal 20 aprile al 30 giugno, Loggia degli Abati) è un viaggio attraverso le opere di una figura importante, perché Franco Maria Ricci non era solo l'editore che ha dato vita al marchio più prestigioso dell'editoria moderna, ma è stato grafico, collezionista e anche visionario, visto che ha concepito il Labirinto in bambù più grande del mondo, al cuore del quale si trovano sia la redazione della casa editrice che la sua vasta collezione d'arte.

La mostra "Franco Maria Ricci. L'Opera al Nero", organizzata dalla Fondazione Franco Maria Ricci in collaborazione con Palazzo Ducale, diventa un omaggio a un cultore della bellezza e maestro di stile, che è stato punto di riferimento per il gusto italiano e internazionale. "Opera al nero perché il nero è una caratteristica evidente nelle opere di Ricci - spiega il curatore Pietro Mercogliano -. Lui aveva l'abitudine di far comparire le immagini dal nero che non era qualcosa di funereo ma di elegante, il colore della vita, perché li comprendeva tutti, e sul quale amava far spiccare le figure".
    Un percorso che riprende il suo famoso labirinto nel quale, oltre alla sua grande opera bibliografica, si trovano anche alcuni capolavori della sua collezione. "C'è un frammento di Adolfo Wilt, la madre, che era parte di un'opera più ampia distrutta nei bombardamenti - spiega il curatore - ma è esposta anche la Testa di tigre di Ligabue, la Regina di Saba di Erté, le statuine crisoelefantine di gusto decò e due vanitas, immagini di teschi che ricordavano la caducità della vita". Una mostra che ben si integra nell'offerta di Genova Capitale del Libro. 

ansa.it

A Genova capitale del libro gli scatti Librarium di Magurno. La mostra in bianco e nero a Palazzo del Grillo fino al 31 marzo

 

GENOVA -  Inaugura giovedì 7 alle 18 a Palazzo Grillo, e sarà visitabile fino al 31 marzo, la mostra Librarium di Fulvio Magurno, un evento artistico di Genova Capitale del libro, prodotto dal Comune di Genova a cura di Maurizio Gregorini e Anna Orlando Un viaggio nel mondo della lettura e del libro attraverso una suggestiva serie di immagini in bianco e nero, scattate da Fulvio Magurno tra la metà degli anni Ottanta e la metà degli anni Novanta del secolo scorso in Europa, Africa, Asia.

    In queste raffinate fotografie l'oggetto scritto è l'unico soggetto, la fascinazione per la parola scritta emerge in ogni scatto: nelle pagine consumate di un antico volume, nelle pagine fermate da un sasso per impedire alla brezza marina di scompigliarle, nello sguardo assorto di un bambino immerso nella lettura, nei dorsi di volumi celati dal velo di una tenda, scolpite su pietra erosa.

Il legame di Fulvio Magurno con la letteratura è ricorrente nel suo processo creativo: sperimentatore, fotografo e sofisticato intellettuale, costantemente alla ricerca di connessioni interdisciplinari tra le più diverse forme artistiche, Fulvio Magurno sublima nei suoi scatti, al tempo stesso modernissimi e classici, un universo culturale profondo e stimolante.
    In un momento come quello attuale, dove la lentezza della lettura, il gesto di sfogliare un libro, il sentire la consistenza delle pagine tra le dite sembrano appartenere ad un mondo in via d'estinzione, sopraffatto dalla voracità del mondo digitale, Librarium appare come un'oasi di calma e di riflessione. Un libro, una lettera, una poesia sono parole scritte e parole lette.

Riproduzione riservata © Copyright ANSA

WTE presenta la sua XV edizione, appuntamento a settembre a Genova

 

Nel 2024 il World Tourism Event – Salone Mondiale del Turismo nei siti Patrimonio Mondiale festeggia la sua 15^ edizione e lo fa a Genova dal 12 al 14 settembre con un evento che si presenta ricco di novità proprio per celebrare l’importante anniversario. Ad ospitare il WTE saranno due degli storici Palazzi dei Rolli, patrimonio UNESCO: a Palazzo Grimaldi della Meridiana avranno sede l’area espositiva e quella convegnista, mentre a Palazzo Spinola si svolgerà il workshop b2b, previsto per il 12 settembre.

Il WTE 2024 prevede un’Area espositiva, riservata non solo ai beni Patrimonio Mondiale, italiani e stranieri, ma anche a tutti quegli operatori turistici che vogliano offrire esperienze per vivere appieno la vacanza nei siti Unesco. Nell’area espositiva WTE, il visitatore potrà avere informazioni sui siti Patrimonio Mondiale, sull’offerta turistico-ricettiva ed entrare in contatto con enti del turismo e operatori.  Lo spazio resterà aperto e visitabile gratuitamente tutti e tre i giorni del WTE.

Nella giornata inaugurale dell’evento, il 12 settembre, si svolgerà anche il Workshop  b2b, ormai appuntamento di riferimento per gli operatori del settore. Il workshop è riservato a buyer internazionali specializzati nella valorizzazione dei siti Patrimonio Mondiale, che saranno selezionati in collaborazione con ENIT Agenzia Nazionale per il Turismo.

Infine, l’edizione 2024 avrà un’Area eventi ed esperienze, luogo di approfondimento e di animazione, pensata come uno spazio dinamico e sempre aperto a ingresso gratuito.
Focus specifici saranno dedicati alle scuole del territorio per sensibilizzare anche le nuove generazioni alla tutela dei beni Unesco e, allo stesso tempo, offrire loro nuove opportunità di crescita e di lavoro.

L’edizione 2024 del World Tourism Event è stata presentata a operatori e stampa specializzata in occasione della BIT, a Milano, nello spazio espositivo della Regione Liguria, alla presenza del Presidente della Regione Liguria Giovanni Toti, dell’Assessore agli impianti e attività sportive e Turismo della Città di Genova, Alessandra Bianchi, dell’Assessore al Turismo della Regione Liguria, Augusto Sartori.

“Dopo i primi quindici anni del WTE possiamo dire che l’evento è un’occasione costante, annuale e non spot di valorizzazione e promozione dei beni Patrimonio Mondiale, dal punto di vista turistico, ma più in generale gestionale e strategico -spiega Marco Citerbo, amministratore di M & C Marketing Consulting- La nostra sfida adesso è quella di consolidare ancora di più questo aspetto attraverso azioni, come la realizzazione di fam trip e workshop b2b dedicati al Patrimonio Mondiale italiano, una comunicazione, anche sui social, mirata a informare e sensibilizzare sul Patrimonio mondiale, durante tutto l’anno, che avranno il proprio culmine nella tre-giorni del WTE. Uno degli obiettivi -ha concluso- che il WTE ha raggiunto in questi 15 anni e che vogliamo consolidare sempre di più è, senz’altro, quello di favorire l’interazione concreta, fattiva, realmente utile a tutti, tra le istituzioni, gli esperti e gli operatori turistici sui temi del turismo e della gestione dei beni UNESCO. D’altro canto, teniamo particolarmente alla selezione degli operatori presenti, specializzati in un turismo culturale, responsabile e sostenibile, per favorire una domanda e offerta turistica di qualità”.

travelnostop.com


A Genova la 'Rotta dei Capolavori', network musei e opere d'arte. In occasione di The Ocean race 30 tappe tra arte e cultura


- E' pronta a Genova la 'rete delle meraviglie' (dal 19 maggio al 10 settembre 2023), ovvero la possibilità di percorrere un itinerario inedito per scoprire la ricchezza di un patrimonio culturale vario e di inestimabile valore. Da domani infatti sarà possibile incamminarsi sulla Rotta dei Capolavori, un progetto di network museale del Comune di Genova con Palazzo Ducale Fondazione per la Cultura, ideato e curato da Anna Orlando, la prima e più completa rete museale mai realizzata a Genova in cui ogni realtà si presenta con il proprio highlight.

Sono circa trenta le tappe, in strutture tutte diverse tra loro, che offrono una panoramica dell'arte e del sapere dall'antichità ai nostri giorni. I musei di Archeologia ligure e d'arte Contemporanea, la storia naturale e l'arte sacra, la Lanterna e il sommergibile Nazario Sauro sono alcune tappe di un itinerario che tocca tutto il territorio.
    L'edizione 2023 è targata The Ocean Race ed è stata pensata in occasione dell'arrivo della competizione internazionale a Genova. Il network culturale aprirà e chiuderà la 'navigazione' con alcuni 'capolavori ospiti': il 'Paesaggio con covoni e luna nascente' di Van Gogh esposto al Ducale è lo starting point e 'l'approdo' è 'Sinfonie d'arte', capolavori in dialogo tra Modena e Genova allestita a Palazzo Doria Carcassi. "La creazione di un itinerario tra i capolavori di Genova - ha detto il sindaco Marco Bucci -. rappresenta una grande opportunità. Un viaggio nel tempo tra arte e cultura che permetterà di riscoprire il patrimonio artistico genovese". Secondo il governatore Giovanni Toti "in questo modo la città si presenta ai visitatori con un'offerta culturale permanente, evocativa e legata a grandi artisti come Rubens, Van Gogh, Fontana o Cambiaso".
    "Dopo i risultati del network culturale creato attorno alla mostra 'Rubens a Genova' - ha detto la curatrice Anna Orlando - è ancor più evidente l'efficacia della rete e di progetti che mettano a sistema il nostro patrimonio per offrirlo a turisti e genovesi. L'occasione di The Ocean Race è idonea a creare un itinerario per segnalare le opere da non perdere, custodite in città, insieme alle mostre temporanee in corso in questo periodo".

ansa.it

La mostra. Rubens e Genova: così nacque il barocco

 L’artista fiammingo era di casa nella città legandosi alle famiglie più potenti. Qui mette a punto la sua pittura rivoluzionaria che cambia le sorti dell’arte italiana

Nel 1622 ad Anversa, dove ormai era tornato a risiedere da tempo, Pieter Paul Rubens dava alle stampe un volume in folio dedicato ai Palazzi di Genova. È un omaggio alla città che aveva costituito per lui quasi una seconda patria durante la sua giovanile, rivoluzionaria permanenza in Italia (16001608). Il quarto centenario della pubblicazione è lo spunto per una mostra (fino al 22 gennaio), a cura di Nils Büttner e Anna Orlando, che racconta proprio il rapporto tra Rubens e Genova, tappa di un percorso che – ad esempio con “Superbarocco” a Roma – sta rifocalizzando la centralità del contributo genovese, spesso lasciato fuori mappa, a un’intera epopea estetica. Nelle sue molte visite a Genova, vi giunge la prima volta da Mantova dove è al servizio di Vincenzo I Gonzaga, il quale è legato mani e piedi ai banchieri della Superba, Rubens libera tutte le sue potenzialità. Il sillogismo non è esplicito ma possiamo ricostruirlo con facilità. Se Rubens è “invenzione” (anche) genovese allora lo è pure il barocco. Non è un azzardo. Le nostre storie dell’arte preferiscono una genealogia italica, ma è difficile capire Bernini come il prodotto della faticosa transizione del tardomanierismo romano. Se le date non sono un’opinione (le sue pale sono collocate sugli altari di Genova nel 1605 e di Roma nel 1602 e nel 1608, per intenderci a Caravaggio vivente mentre Gian Lorenzo è un bambino) è il fiammingo Rubens, e con largo anticipo, il padre del barocco italiano. Non a caso la mostra, che ha un punto di riferimento nel metodo di Francis Haskell, il primo a mettere al centro il rapporto tra arte e società e il ruolo della committenza, si dirama nella città, a partire dalla chiesa del Gesù – a due passi da palazzo Ducale, sede dell’esposizione – dove si trovano due capolavori rubensiani. D’altronde Rubens dovette trovare a Genova un clima familiare rispetto alla sua Anversa. Qui la dimensione mercantile e finanziaria restava il nerbo della città. Nonostante la trasformazione in aristocrazia e le pulsioni egemoniche interne, la sua classe dirigente non aveva generato una signoria, conservando invece il regime oligarchico della Repubblica, governato da un complesso equilibrio di poteri. Rubens è un acuto osservatore e nei Palazzi rileva che lo spazio urbano, specchio della struttura politica e sociale, definisce un unicum nella penisola – anche rispetto a Venezia (per altro all’epoca ormai ini contrazione, come anche la stessa Anversa, mentre Genova è all’apogeo), dove ad esempio manca lo scenario compatto di una Strada Nuova, manifesto del sistema gedenziate novese e della sua trasformazione in senso moderno in seguito alla riforma della Repubblica da parte di Andrea Doria nel 1528. L’artista fiammingo osserva come gli edifici rispecchino la classe dirigente, mentre Palazzo Pitti a Firenze, le fabbriche farnesiane di Roma e Caprarola e “infiniti altri per tutta l’Italia... tutti eccedono di grandezza di sito e spesa le facoltà di gentilhuomini privati”. Rubens coglie in sostanza la qualità della struttura politico- economica di Genova rispetto al resto agli staterelli italiani dove vige un “principe assoluto”, ed è difficile che non pensi alla sproporzione tra le ambizioni oltre ogni tempo massimo di Vincenzo I nella periferia padana e il sistema della Repubblica genovese.

Il percorso della mostra si preoccupa quindi di collocare la presenza e il lavoro di Rubens in un preciso contesto, tanto largo – la Superba in generale – quanto nel campo più stretto delle relazioni, perfino amicali, che l’artista stringe con i potentati cittadini. Per altro a Genova la presenza di artisti fiamminghi è consolidata. La stessa immagine urbana ci è stata consegnata da figure specializzate provenienti dalle Fiandre. Negli anni di Rubens opera in città Jan Roos, che si italianizza in Giovanni Rosa. Né si può dimenticare poi Antoon Van Dyck, l’allievo prediletto di Rubens, che a Genova sarà di stanza. Ma la loro presenza nel percorso espositivo è sempre strumentale al racconto. Ad esempio, i dipinti dei fratelli De Wael sono chiamati a documentare le pratiche caritative verso le masse di indigenti, certo con la funzione di mantenere la pace sociale (gli scontri in città avvengono tra vecchi e nuovi nobili, mentre non si registrano rivolte popolari) ma d’altra parte la prodigalità dell’aristocrazia genovese verso le classi più disagiate, esercitata attraverso lasciti a opere di carità e ospedali per i poveri, va ben oltre una politica meramente opportunistica. Un albero genealogico ricostruisce i legami tra le principali famiglie di Genova e le loro relazioni con Rubens, evi attraverso i ritratti e le committenze (anche extracittadine: l’intervento alla Vallicella, a Roma, ha origine nel cardinale genovese Giacomo Serra). Tra le casate più legate al pittore c’è quella dei Pallavicino (creditori e feudatari del Gonzaga), responsabile in tempi diversi delle due committenze per la chiesa del Gesù, o ancora i Doria e soprattutto Ambrogio Spinola, condottiero militare avvolto dal mito, del quale Rubens afferma di averlo “praticato familiarmente” e di averlo “trovato sempre uomo fermo e sodo et di buonissima fede” nonostante, rivelando un interessante pregiudizio, “contra la mia prima opinione (avendole sospetto per essere italiano e genovese)”. Le singole famiglie e i loro membri aiutano a spiegare le iconografie, come il San Sebastiano commissionato dallo Spinola, o il tema del sacrificio nel dittico di Ercole e Deianira voluto da Pietro Maria Gentile, per cinque anni prigioniero dei Savoia. Genova è città coltissima, dove gli aristocratici si dilettano a scrivere, recitare, dipingere. Giulio Pallavicino, di nascita cadetta, si dedica alle lettere e vanta una biblioteca di duemila volumi. L’artista genovese Bernardo Castello, con cui Rubens ha stretti, rapporti, pubblica a proprie spese tre edizioni illustrate della Gerusalemme Liberata dell’amico Torquato Tasso, di grande successo. In questo clima, infine, Rubens sviluppa la sua rivoluzione del ritratto, svincolandolo dalle formule irrigidite diffuse da Madrid fino a Praga per improntarlo a un carattere vivo, scattante, singolare. L’innovazione non nasce dal nulla. Rubens ha per modelli Tiziano e il genovese Luca Cambiaso. E poi Tintoretto (l’altro vero inventore del barocco prima del barocco) ma anche i ritratti di Sofonisba Anguissola, cremonese sposa di un nobile genovese. E ancora Guilliam Van Deynen, suo coetaneo di Anversa che arriva a Genova nel 1602, e Frans Pourbus il Giovane, ritrattista di corte a Mantova. Ma è Rubens a condensare, nel giro di soli tre anni, tra il 1604-1607, tutto in una nuova maniera, imprimendo il suo sigillo all’intero genere per secoli.

Al Ducale di Genova la testa del David di Andrea Salvatori

 

Nel Cortile Minore di Palazzo Ducale di Genova si può ammirare una grande scultura in terra rossa che raffigura la testa rovesciata del David di Michelangelo. Opera dell'artista Andrea Salvatori, rappresenta un omaggio al grande Maestro del Rinascimento e costituisce il collegamento simbolico tra le diverse sedi della mostra Intorno a Michelangelo, realizzata tra i tesori rinascimentali di Albissola e Savona e a Palazzo Ducale in occasione dell'esposizione 'Michelangelo. Divino Artista'. Un progetto diffuso con le sculture di Salvatori che vuole approfondire il rapporto tra l'arte contemporanea e l'eredità culturale e artistica dei due Papi discendenti della famiglia savonese Della Rovere. Un dialogo a distanza tra la scultura contemporanea e i capolavori di Michelangelo.

ansa

Enit / Dal 2020 il treno giornaliero Genova-Zurigo

A partire dal 2020 sarà effettuato il collegamento via treno Genova-Zurigo. Lo annuncia il Comune di Genova in una nota legata alla presenza alla Giornata internazionale dei treni a Zurigo, in collaborazione con la sede locale dell’Enit, Ente nazionale italiano per il turismo.
Durante la giornata, alla quale si prevede parteciperanno oltre 10 mila persone, verranno inaugurati i tre nuovi treni Ice4 (Germania-Svizzera), Tgv 2n2 (Francia-Svizzera) e Giruno, che sarà destinato a effettuare il collegamento giornaliero Genova-Zurigo.
«La giornata di Zurigo – dichiara l’assessore allo Sviluppo economico turistico e marketing Territoriale Laura Gaggero – sarà una nuova occasione per rinsaldare la collaborazione e la conoscenza reciproca con la Svizzera, che in un’ottica di marketing turistico rappresenta per Genova un target ideale. È la tappa successiva all’incontro che, due settimane fa, ha portato a Genova per un educational una delegazione di giornalisti e operatori turistici, tra i quali Matteo Spiller, il rappresentante delle ferrovie Sbb, con il quale abbiamo anticipato gli scenari che il collegamento giornaliero con Zurigo potrà offrire, con vantaggi per entrambe le città».
Genova mostrerà le sue potenzialità e bellezze con un allestimento speciale all’interno di un vagone del treno Giruno e presso uno dei desk di accoglienza posizionato tra i binari 4 e 5 della stazione centrale. Ai visitatori verrà offerto anche un assaggio dei profumi della gastronomia genovese, con una dimostrazione di pesto al mortaio realizzata dall’Associazione Palatifini.
Il collegamento “fisico” tra le due città sarà simbolicamente anticipato in modo virtuale, con una diretta streaming con la città di Genova durante la quale il pubblico svizzero potrà interagire con una persona che accoglierà loro nella galleria Dorata di Palazzo Tobia Pallavicino di via Garibaldi, palazzo dei Rolli.

Le ferrovie svizzere organizzeranno, inoltre, un concorso che avrà come premio un soggiorno di due giorni a Genova offerto da Cb Genova, con la collaborazione della Camera di Commercio di Genova e dell’Acquario di Genova
blizjournal.it

Il Museo di Palazzo Reale a Genova

Museo Palazzo Reale Genova

Palazzo Reale di Genova nasce inizialmente come dimora patrizia della famiglia Balbi che lo costruì tra il 1643 ed il 1650. Il palazzo venne poi ampliato dai Durazzo tra la fine del Seicento e l’inizio del secolo successivo, prima di essere acquistato nel 1824 dai Savoia. L'edificio è uno splendido esempio di complesso architettonico tipico del '600-'700 genovese con all'interno dei grandi saloni di rappresentanza completi di affreschi, stucchi, dipinti, sculture, arredi e suppellettili appartenuti alle famiglie nobili e reali che lo abitarono. Le volte dei salotti e delle gallerie sono affrescate dai più importanti artsti del barocco e del rococò. Attualmente sono esposte nelle sale opere di celebri artisti genovesi del Seicento, ma anche capolavori di Anton Van Dyck, Tintoretto, Guercino, Luca Giordano, Ferdinand Voet e dei Bassano. 

PERCHE' ANDARE

Il percorso espositivo inizia dalla Sala delle Battaglie nel secondo piano nobile contraddistinta da due importanti tele di inizio Settecento con battaglie navali. Segue il Salone del Tempo, che prende il nome dal soggetto dell’affresco della volta raffigurante “La Verità svelata dal Tempo”, di Domenico Parodi. Alle pareti trovano collocazione 23 dipinti ad opera di Bassano, Tintoretto e Giovanni Benedetto Castiglione detto il Grechetto. Dopo il Salotto della Pace si giunge nella Sala del Veronese chiamata così per la presenza della “Cena di Cristo in casa di Simone il fariseo”, uno dei più famosi capolavori del maestro veneto. Anche se la tela originale è attualmente conservata alla Galleria Sabauda è comunque possibile ammirare una copia seicentesca già presente nel palazzo. La visita raggiunge poi uno degli ambienti più celebri ovvero la Galleria degli Specch, decorato tra gli anni venti e trenta del Settecento. L'ambiente successivo è quello della Galleria della Cappella che conserva un “Cristo alla colonna” di Filippo Parodi. Nella sucessiva Sala del Trono è possibile ammirare tele di Luca Giordano, mentre la Sala delle Udienze conserva il ritratto di Caterina Balbi Durazzo di Van Dyck.

DA NON PERDERE

Ricordiamo infine che nello splendido Appartamento dei Principi Ereditari, visitabile solo il sabato mattina, è possibile incontrare opere di Giovanni Benedetto Castiglione detto il Grechetto, Vincenzo Camuccini, Luca Cambiaso, Carlo Maratta, Domenico Parodi e i ritratti di casa Savoia.

turismo.it

Anni Venti, l'arte risponde all'inquietudine Grande esposizione a Palazzo Ducale Genova con oltre 100 opere

 © ANSA

L'inquietudine personale e collettiva, il senso di attesa per quello che sarebbe potuto essere il futuro, la paura di nuove guerre, l'entusiasmo della modernità, il rifugio nel sogno e nell'irrazionalità: alla straordinaria complessità esistenziale, sociale, culturale e politica del secondo decennio del '900 l'arte riuscì a rispondere seguendo varie strade, tutte documentate nella grande mostra "Gli anni Venti in Italia. L'età dell'incertezza", in programma a Palazzo Ducale di Genova dal 5 ottobre. Allestita fino al 1 marzo, e a cura di Matteo Fochessati e Gianni Franzone, l'esposizione presenta circa 100 opere provenienti da importanti collezioni pubbliche e private, distribuite in un percorso che si snoda attraverso le sale dell'Appartamento del Doge e che si sofferma in particolare sulla produzione pittorica e plastica di quegli anni. Tanti gli artisti presenti in mostra, capaci con il loro spirito e la loro incessante ricerca in varie declinazioni linguistiche di dare voce a un'epoca emblematica, che costituì una cruciale fase di passaggio tra il trauma della Grande Guerra e la crisi mondiale del decennio successivo. Da Carlo Carrà a Giorgio de Chirico, da Fortunato Depero a Felice Carena e Felice Casorati, da Ubaldo Oppi a Fausto Pirandello, da Alberto Savinio a Gino Severini e Mario Sironi, e poi Carlo Levi, Scipione, Achille Funi, Enrico Prampolini, Mario Tozzi: la mostra documenta le intuizioni e le risposte di artisti che, trovandosi immersi in una realtà piena di contraddizioni, di turbamenti ma anche di speranze, riuscirono a farvi fronte trasferendo ed elaborando ogni istanza nel linguaggio pittorico e plastico. Un lungo itinerario espositivo attende i visitatori, con ben 9 sezioni: "prologo" e "preludio", rispettivamente una galleria di ritratti che documentano la società dell'epoca e il ricordo drammatico dell'esperienza bellica appena trascorsa; "attese", che illustra l'incanto, lo stupore e il senso di sospensione; "l'uomo della folla", con il disagio che dà voce a una visione distopica del reale; "suggestioni dell'irrazionale", con spiragli aperti su sogni, incubi, angosce e ossessioni; "reificazione dell'individuo", la creazione dell'immagine di un uomo nuovo, improntato alla cultura del macchinismo; "evasioni", ossia la fuga dalla realtà quotidiana verso mondi fluttuanti nel tempo; "identità e differenze", con la sensazione della perdita della consapevolezza identitaria; infine "Déco in scena", la dimensione effimera che rappresentò l'altra faccia dell'"età dell'incertezza".

ansa

L’Alta Via dei Monti Liguri abbraccia Genova dall’alto

Alta Via Monti Liguri paesaggio autunnale
440 km di percorsi e sentieri permettono di vivere l’entroterra ligure dal confine francese alla Toscana in tutta la sua varietà e unicità. Si tratta dell’Alta Via dei Monti Liguri, percorribile in 44 tappe, con soste in comodi rifugi e agriturismi, percorsa dall’uomo fin dalla preistoria. Il tratto delle valli che si trovano alle spalle di Genova, città capoluogo al centro della regione ligure, è forse il meno conosciuto, un “tesoro nascosto” che attende di essere scoperto da chi va alla ricerca di atmosfere essenziali. Le tappe dalla 21 alla 26, per un totale di 55 km circa, vanno dal Passo del Faiallo, da cui si gode un bel panorama di Genova, fino al Passo del Turchino, senza mai perdere di vista la costa, e a seguire, tra monti, borghi e paesaggi incontaminati, Praglia, il Passo della Bocchetta, il Passo dei Giovi fino a Crocetta di Orero dalla quale è possibile organizzare escursioni fino al sistema dei forti che circondano la città di Genova. Viceversa chi si trova a Genova può organizzarsi un itinerario periurbano che gli consente di visitare i forti e poi raggiungere l’Alta Via. Una soluzione di particolare fascino è quella di utilizzare il trenino a scartamento ridotto che parte da Genova in Piazza Manin e raggiunge in un’ora il paesino di Casella. A piedi in bicicletta o in auto sono molte località suggestive e la possibilità di sperimentare l’autentica cucina ligure, le torte salate il pesto genovese e le fritture ad esempio, come alla Cascina Castello che si trova a Serra Riccò. Chi percorre l’Alta Via che attraversa il genovesato, dopo la tappa 26, proseguendo verso Levante, alla Scoffera, trova un sentiero che dal Monte Lavagnola conduce al Monte Antola. Si tratta di una deviazione che a primavera può riservare la sorpresa mozzafiato della fioritura del narciso che dopo la neve d’inverno ricolora il monte di bianco. 
fonte: https://www.genovatornainvilla.net

segnalazione web a cura di Turismo Culturale 

Santo Volto: più antica icona di Cristo, chiesa di San Bartolomeo degli Armeni Genova

Santo Volto: più antica icona di Cristo, chiesa di San Bartolomeo degli Armeni Genova

Si chiama Santo Volto ed è il lino dipinto a tempera ritenuto il più antico ritratto di Cristo, nonostante le sue origini siano ancora fonte di discussione tra gli studiosi. Più noto ai genovesi come "Santo Mandillo", termine dialettale proveniente dal greco mandylion, è custodito nella chiesa di San Bartolomeo degli Armeni, che si trova in piazza San Bartolomeo degli Armeni nel quartiere di Castelletto.
Ma qual è la sua storia? Secondo un’antica tradizione del III sec.d.C. Abgar, re di Edessa in Armenia, malato di lebbra ed avendo udito delle qualità taumaturgiche di Gesù che predicava in Palestina, mandò il pittore Anania perché raffigurasse il suo volto.
Non riuscendo però l’artista a ritrarre il Messia, Gesù prese il telo appoggiandovi il volto intriso di sudore e lasciandovi così impressa la sua immagine. Tornato in patria, Anania toccò il Re con quel sudario che miracolosamente lo guarì. Da qui ebbe origine l’adorazione della sacra effigie.
Nel 639 Edessa fu occupata dagli Arabi, che offrirono la reliquia a Bisanzio in cambio di denaro e prigionieri. Da Bisanzio, poi, nel 1362 la reliquia arrivò a Genova a seguito di Leonardo Montaldo che l’aveva ricevuta in dono dall’imperatore Giovanni V Paleologo. Montaldo donò il “Sacro Volto di Edessa” al monastero dei Basiliani armeni (dal 1650 ai Barnabiti) dove ancora oggi è custodito e venerato.
Fino alla metà del secolo scorso i genovesi accorrevano in massa alla festa di "San Bertommé di Erminni" perché il "Santo Volto" aveva il potere di liberare i "malefiziou" (malefici) e di proteggere Genova dalle calamità.
La reliquia è esposta all’adorazione dei fedeli permanentemente, negli orari di apertura della chiesa.
Potrebbe interessarti:http://www.genovatoday.it/

Mostre imperdibili: i Templari a Genova

http://www.daringtodo.com
Tra nebbie e leggenda, tra storia e mito l’Ordine dei Cavalieri del Tempio continua ad abitare l’immaginario collettivo di una contemporaneità orfana di fiabe, e alla perenne ricerca del senso nascosto delle cose, ammesso che esista. Allestita, con successo alla Commedia di Prè di Genova, la mostra Templari. Storia e Leggenda dei Cavalieri del Tempio aiuta a far luce su una vicenda che, intrecciando il mito, abita nel profondo dell’identità occidentale. Dal 1119, anno della fondazione dell’Ordine – siamo dopo la Prima crociata e i Cavalieri nascono per assicurare protezione ei pellegrini di Terra Santa – al 1314 con la morte sul rogo dell’ultimo maestro del Tempio, Giacomo De Molay per mano dell’ultimo e definitivo nemico dell’Ordine, il re di Francia Filippo IV – trascorrono poco meno di duecento anni. Due secoli nei quali i Cavalieri di Cristo sono passati dal potere alla disfatta, dalla ricchezza alla spoliazione, dalla costruzione alla diaspora. Enigmatico e controverso, il nobile esercito di monaci di Santa Romana Chiesa, dalla vita ascetica e dall’ineffabile disciplina militare ha affrontato il Saladino e i Mamelucchi, combattuto epiche battaglie e indossato le vesti dei banchieri per principi e sovrani. Ha costruito imponenti fortezze e straordinarie cattedrali in tutta Europa, e guadagnato un potere difficilmente paragonabile e una fama di mistero che ancora oggi  ne travolge la storia, dal Santo Graal al mitico tesoro perduto. Poi il tragico epilogo, il rogo di Giacomo Molay, lo sciogliemnto dell’Ordine, la diaspora, ad aprire nuove pagine al mistero.
Ma una mostra per trovare senso richiede prove materiali. E per questo l’esposizione ricorre a  significativi reperti storico-artistici dei Templari: icone, scrigni, reliquiari, manoscritti, statue, troni, sigilli, lastre tombali, codici miniati illustrando la questione templare innanzitutto come eredità storica. Diversi i reperti di grande rilievo, come la pergamena de La Regola dei Cavalieri del Tempio dalla Biblioteca Nazionale Lincei di Roma, i documenti del processo ai Templari dell’Archivio Segreto Vaticano, ed opere di prestigio come il San Pietro di Simone Martini, dal Museo dell’Opera del Duomo di Orvieto, la Madonna del colloquio di Giovanni Pisano dal Museo dell’Opera del Duomo di Pisa e tra le altre le Lastre tombali di cavalieri templari, dall’Abbazia di Fontevivo di Parma e dal Museo Archeologico Nazionale di Napoli.

Genova a tutta birra. L’Oktoberfest della Lanterna al via il 12 settembre

Oktoberfest Genova

La parola d’ordine “Ozapft is”, inizino le feste, scatterà alle 18.30 del 12 settembre con l’apertura del primo fusto alla presenza delle autorità. E da allora la birra scorrerà a fiumi. Torna nel capoluogo ligure l’Oktoberfest Genova, apripista della celebre festa popolare di Monaco di Baviera nonché unico evento in Italia riconosciuto dalle autorità tedesche. Una grande kermesse, in programma fino al giorno 22 e giunta alla nona edizione, all’insegna di svago, musica e boccali: che vedrà sbarcare sotto la Lanterna 1500 fusti di birra, per un totale di 40mila litri, 3 band tipiche con fisarmoniche, chitarre e fiati, costumi tradizionali, specialità gastronomiche ma soprattutto la famosa convivialità bavarese, capace di aggregare a caso in un brindisi (ein prosit der gemeuetlichkeit) persone sconosciute tra loro. Teatro dell’evento: piazza della Vittoria, cuore del centro storico. Sotto il grande tendone sarà possibile gustare fino a tarda notte (lunedì-venerdì 17.00-2.00/sabato-domenica12.00-2.00 - info 010/542988), gnocchetti spatzle, pollo arrosto o il classico stinco di maiale, seduti ai tavoli sociali, brindando con il mass, tipico boccale da 1 litro di vetro spesso (per conservare la giusta temperatura).
Ma anche assaggiare, in una fusion ligur-bavarese, i finger food ideati da 11 chef italiani. Tra questi, la focaccia ligure alla birra, ideata dallo stellato Ivano Ricchebono. L’Oktoberfest rossoblu è però anche un happening per famiglie: le domeniche del 15 e 22, oltre ai tanti clown, previste infatti attività per bambini presso il Kinder Garten, con mini corsi di chocolate design tenuti da un maestro cioccolatiere. Ma che birra si berrà nella 11 giorni genovese? “Un soltanto, la Märzen, una chiara di media gradazione, anche in versione analcolica e per ciliaci, prodotta dalla birreria Hofbräu dello stato di Baviera. E’ la stessa che viene servita a Monaco durante la festa”, spiega Alessio Balbi, titolare della birreria Hofbrauhaus, ideatore e organizzatore della manifestazione, insieme all’ASCOM (Associazione Commercianti), la Camera di Commercio di Genova e CIV (Centro Integrato di Via). “Noi all’Oktoberfest tedesco, in programma dal 21 al 6 ottobre, in pratica faremo un po’ da aperitivo, cominciando 9 giorni prima. Quanto pubblico ci aspettiamo? L’anno scorso abbiamo avuto 55mila visitatori, provenienti anche da Piemonte, Valle d’Aosta e Lombardia. I numeri più raccolti, rispetto agli 8 milioni di Monaco (dove è ovvio che capiti che qualcuno ecceda) garantiscono di controllare meglio l’evento”.
E difatti nelle edizioni precedenti non si sono mai resi necessari interventi delle forze dell’ordine. Non a caso alla manifestazione, che aderisce alla campagna delle birrerie tedesche per il consumo responsabile, sarà vietatissimo somministrare birra ai minori di 18 anni. Previsti invece taxi collettivi per rientri a casa sicuri e la possibilità di effettuare gratuitamente l’alcol test presso il Punto Accoglienza. A conferma del ruolo di ponte tra Monaco e Genova svolto dall’evento, la nuova formula varata quest’anno del Fuori Tendone, con ben 140 iniziative ed happening (segnalati in un’apposita App) organizzati da 50 negozianti sparsi per la città. Da provare quindi nelle pasticcerie il pandolce abbinato alla Märzen o le crepes alla birra, degustare aperitivi ad hoc in locali animati da dj, perdersi tra le vetrine decorate con le lattine. Ma anche acquistare gadget, anche in lana e tessuto. Ovviamente a forma di boccale e di wurstel (www.oktoberfestgenova.com).
RIPRODUZIONE RISERVATA © Copyright ANSA

Genova, 'non te l'aspetti cosi' bella!' E' campagna promozionale per la citta' per attirare visitatori


La rinascita del Porto Antico e di Palazzo Ducale, il restauro dei Palazzi dei Rolli patrimonio dell'umanita' Unesco, il recupero del centro storico, la vitalita' di musei e teatri, la bellezza delle chiese, hanno alimentato il boom turistico di Genova negli ultimi vent'anni. ''Genova. Non te l'aspettavi cosi' bella!'', e' diventata la promessa della nuova campagna promozionale di una Genova che sta scalando la classifica delle 10 citta' italiane piu' visitate ogni anno da viaggiatori nazionali e internazionali, anche grazie alla vicinanza di mete come Portofino e le Cinque Terre. Sbarcati dalla navi da crociera, atterrati all'aeroporto, arrivati in pullman, auto o treno, i turisti a passeggio lungo il centro storico piu' grande d'Europa, durante tutto l'anno, sono diventati una costante. Tornata a essere una meta ambita come al tempo dei Grand Tour culturali o turistico-economici dal Nord Europa, quando lungo gli stretti vicoli del centro storico (caruggi) capitava di parlare con Cechov, Nietzsche, Stendhal, Twain, Freud, Wilde, Flaubert, Byron e tanti altri. Genova e' una citta' ricca d'arte e storia, accanto a scorci che sembrano conservati intatti dal Medioevo sorgono gli splendidi Palazzi dei Rolli, edificati tra la fine del Cinquecento e l'inizio del Seicento, restaurati negli anni '90, e inseriti dal 2006 nel Patrimonio dell'Umanita' Unesco. Un ritorno al passato ma con importanti novita': come l'arte di Miro' e la fotografia di McCurry protagoniste di due mostre nella stagione 2012/2013 di Palazzo Ducale, uno dei piu' maestosi e affascinanti edifici storici della citta' affermatosi come polo museale-culturale del capoluogo ligure. Il rinnovamento del Porto Antico, ridisegnato da Renzo Piano nel '92, e' il simbolo della rinascita turistica della citta' della Lanterna, ospita strutture come l'Acquario, il Museo del Mare, la Citta' dei bambini, il Galeone dei Pirati, il Museo Luzzati, il Bigo, il sommergibile Nazario Sauro, il Museo dell'Antartide. Appuntamento del periodo natalizio la visita ai caratteristici presepi storici, mercatini e animazioni.
ansa

Salone Nautica a Genova, si salpa Tanti gli appuntamenti e le promozioni

GENOVA - Apre il 51/o Salone Nautico Internazionale di Genova.

GLI AVVENIMENTI DI OGGI - Inaugurazione (ORE 10.30) e saluti delle Autorita' presso Sala Liguria del Fieracongressi (ORE 11.30). Intervengono, tra gli altri, il ministro delle Infrastrutture Altero Matteoli, il presidente Regione Liguria, Claudio Burlando, la sindaco di Genova, Marta Vincenzi, il presidente di Ucina, Anton Francesco Albertoni.

Fiera, Teatro del Mare
- Conferenza stampa di chiusura dell'evento 'La Regata dei Cetacei 2011'. (ORE 14-15) - Presentazione progetto del giro del mondo 'Ocean Wolrd' di Matteo Miceli. (ORE 15-16). - Presentazione del libro 'Nessuno Resti a Terra' di Giovanna Caratelli con prefazione di Matteo Miceli. (ORE 16-17)

Fiera, Sala Stampa
- Presentazione del nuovo esame di patente nautica a quiz. (ORE 13). - 'Mare Sicuro 2011', conferenza sui dati inerenti i soccorsi a diportisti e bagnanti effettuati nel corso della stagione estiva dalla Capitaneria di Porto Guardia Costiera. (ORE 16-17). - Azimuth Yachts stand, piazzale Marina 1 Azimuth Benetti press meeting. (ORE 16). Fiera, ingresso del quartiere fieristico - Inaugurazione della mostra sui 150 anni dell'Unita' d'Italia. Dopo il taglio del nastro (10.30), fara' seguito una conversazione con il giornalista e velista Piero Ottobre, il presidente della Regione Liguria Claudio Burlando, l'architetto Giorgio Oikonamay e il professor Ferdinando Fasce. Terrazza padiglione B - Fiera di Genova - Premiazione de 'Il barchino d'oro' con concerto dell'orchestra del Teatro Carlo Felice. (ORE 20.30).

SCONTI E PROMOZIONI - Per la prima volta quest'anno il Salone resterà aperto nel giorno di inaugurazione fino alle 22.30: a partire dalle 18.30 l'ingresso costerà 12 euro e sarà gratuito per i bambini fino a 10 anni se accompagnati da un adulto. E' questa una della tante opportunità dell'edizione numero 51 della rassegna, che apre i battenti il primo ottobre.

Durante i normali orari di apertura diurna, dalle 10 alle 18.30, possono inoltre usufruire dell'ingresso ridotto a 12 euro le comitive composte da almeno 30 persone, i militari, i disabili e per i bambini da 6 a 10 anni. I bimbi fino a 5 anni entrano invece gratis. I biglietti ridotti si possono acquistare presso le biglietterie del Salone.

Il biglietto del salone offre molteplici opportunità in città, in particolare nell'area del porto Antico: riduzione di 2 euro (3 euro per gli espositori) sull'ingresso all'Acquario di Genova e al Galata Museo del Mare; sconto di 1 euro (2 per gli espositori) per l'accesso all'AcquarioVillage (valido un anno dalla prima visita) per la Città dei Bambini, per l'Ascensore del Bigo e per la Biosfera.

Presentando il biglietto del Salone si può usufruire, inoltre, dal 27 settembre all'11 ottobre, di tariffe agevolate per le visite ai Musei civici di Genova. Sconti anche al cinema, alla multisala The Space.

Sono numerose anche le promozioni speciali in occasione del Salone Nautico. AirFrance/Klm offre, dal 26 settembre al 14 ottobre apposite tariffe esclusive per i vettori con destinazione finale Genova. I biglietti si possono acquistare online utilizzando il codice identificativo 14121AF. Biglietti scontati infine per l'ingresso al Salone a tutti i soci del Touring Club Italiano. E' inoltre partita l'iniziativa "Qui Ticket di porta al Salone": i carnet di buoni pasto Qui! Group, nel mese di settembre, contengono un coupon-sconto per l'ingresso al salone.


ansa