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Martinsicuro, fuori dal turismo di massa. Basta una giornata o un week end

il Gransasso
(Di Eugenia Romanelli)
Martinsicuro, piccolo comune in provincia di Teramo (Abruzzo), è un luogo tanto pittoresco quanto caratteristico di quell’Italia nascosta al turismo di massa capace di regalare piccole perle d’atmosfera. Basta una giornata o un week end per goderne, soprattutto adesso che la primavera inoltrata diffonde colori e profumi tra questi vicoli e queste stradine. Noto per lo più per il Martinbook Festival, raffinata manifestazione culturale voluta dal Comune di Martinsicuro, dall’Associazione “Martinbook” e dalla casa editrice “Di Felice Edizioni” per diffondere la cultura del libro e dell’arte contemporanea, effettivamente la cittadina è da anni un magnete per intellettuali e turisti solitari alla ricerca di un angolo di pace. Prima di diventare comune autonomo (1963), apparteneva al comune di Colonnella (vedi articolo correlato), con cui tutt’ora mantiene rapporti molto stretti e solidali per via di un passato gemellare. Fu durante gli anni Sessanta e Settanta che Martinsicuro divenne quella che è oggi, ossia una raffinata località balneare: come pure la vicina frazione di Villa Rosa (vedi articolo correlato), nonostante abbia una discreta capacità d’accoglienza turistica resta ancora una delle spiagge meno affollate del litorale. Soprattutto il tratto tra le foci dei fiumi Tronto e Vibrata è una lingua di sabbia dunosa con vegetazione psammofila (piante da sabbia) piena di canneti e fossi naturali che ospitano varie specie di uccelli.
La sua storia non è banale ed è molto antica: su una collina sopra il fiume Tronto, esattamente nella località Colle di Marzio, è stato infatti ritrovato un insediamento addirittura dell’età del Bronzo (X-IX secolo a. C.). Dagli studi archeologici e leggendo i testi di Plinio il Vecchio e di Strabone, si sono potuti tracciare gli effettivi natali di Martinsicuro: inizialmente denominata Truentum, era una delle colonie fortificate della regio V Picenum dei Liburni e sorgeva alla foce del fiume Truentus, tra il fanum Cupra e Castrum Novum (odierna Giulianova). Gli scavi a Case Feriozzi degli anni Novanta hanno poi aiutato a ricostruire la fisionomia della città che possedeva anche un suo quartiere commerciale (conquistata in seguito dai romani, si estese fino alla foce del Tronto). Le sue sorti furono poi le stesse di tante cittadine affini, ossia l’occupazione dei Longobardi. A dare l’attuale nome alla città è stata però la famosa torre di avvistamento di Carlo V, costruita nel 1547 dal nobile spagnolo Martin de Segura per avvistare i Saraceni: bellissima da visitare, fu l’oggetto architettonico attorno al quale sisviluppò l’attuale abitato (divenuto dogana, oggi ospita un interessante museo archeologico).
Sicuramente da non perdere è anche la moderna chiesa parrocchiale del Sacro Cuore di Gesù col dipinto absidale di Giuseppe Pauri e, proprio lì davanti, la maestosa Villa Bernabei, bellissima e suggestiva residenza signorile ottocentesca. I più curiosi potranno invece spingersi fino alle fornaci abbandonate (le Franchi e Fiore a Villarosa), un tempo fiorenti produttrici di laterizi, e sulla statale Adriatica per ammirare il Museo delle Armi Antiche. Anche i giovani e gli sportivi potranno trovare la loro Martinsicuro, viste le numerose piste ciclabili e i percorsi nella natura da un lato, e dall’altro i centri balneari (per chi volesse prendere un aperitivo in riva al mare, cerchi lo stabilimento Blue Marlyn) e commerciali: non mancano hotel, Pensioni, B&B, Residence, Villaggi Turistici, Camping, Ristoranti tipici, Agriturismi, Pub, Agenzie di Viaggio, discoteche.
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