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Nel Segno di Picasso, a Lecco capolavori grafici. Fino al 13 luglio 100 incisioni dal periodo blu al dopoguerra

(di Nicoletta Castagni) (ANSA) - ROMA, 24 MAR - I capolavori grafici di Pablo Picasso, dal periodo blu al dopoguerra, sono in mostra a Lecco, negli spazi del Palazzo delle Paure da oggi al 13 luglio.
Esposte 100 incisioni del genio catalano in grado di ricostruirne lo straordinario percorso creativo e rivelare così un'evoluzione stilistica che non ha pari. La rassegna, che si intitola 'Nel segno di Picasso', è stata organizzata per celebrare i 30 anni di attività della Galleria Bellinzona, una realtà che nelle sedi di Lecco, Milano e Como ha dato molto all'arte contribuendo alla crescita culturale dell'area. Il percorso espositivo si apre con i 'Saltimbanchi', realizzati tra il 1904 e il 1906, a cavallo tra i periodi blu e rosa che racchiudono in maniera esemplare l'immaginario figurativo del giovane Picasso. È questa una delle serie più importanti e formalmente più eccelse della storia della grafica, tra cui spicca l'acquaforte su zinco 'Le repas frugal', uno dei massimi vertici dell'artista, che raffigura un uomo e una donna seduti a tavola, avvolti in un'atmosfera grigia e irrequieta e che rispecchia il momento di vita disagiata che Picasso stava attraversando. Si prosegue con 'Sogno e menzogna di Franco' (Sueno y Mentira de Franco), incisioni contemporanee al capolavoro 'Guernica' e che riflettono il periodo tragico della guerra civile spagnola, quando l'esercito repubblicano si contrapponeva alle milizie di Francisco Franco, raffigurato da Picasso come un mostro ripugnante impegnato nelle azioni più disdicevoli. La rassegna lecchese mette quindi a confronto i fogli creati per illustrare le poesie di Luis de Gongora, poeta del siglo de oro spagnolo, con quelli realizzati per la Carmen di Prosper Merimee. I due libri illustrati dal maestro catalano con opere grafiche originali, apparse tra il 1948 e il 1949, ma difficilmente sembrano riconducibili alla mano dello stesso artista: barocche, materiche e di gusto fortemente pittorico le prime, essenziali, geometriche, quasi astratte le seconde. Il confronto tra i due volumi dimostra con evidenza la libertà mentale e artistica di Picasso, il suo eclettismo e la sua tecnica inarrivabile. La mostra si conclude idealmente con 'La Celestina', la serie di 66 lastre, incise all'acquaforte e all'acquatinta apparsa nel 1971, anno in cui Picasso compì 90 anni. Qui Picasso illustra il testo della 'Tragicomedia de Calisto y Melibea' (nota appunto come 'La Celestina'), capolavoro della letteratura spagnola, scritto da Fernando de Rojas nel 1499, in cui si raccontano le vicende della mezzana Celestina, le sue macchinazioni diaboliche e i consessi amorosi, con una particolare attenzione, al limite dell'ossessione, per i nudi femminili.
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