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Enoturismo, torna l’evento “Fine” di Valladolid: riflettori su Marche e Sicilia

 

Si terrà a Valladolid (Spagna) il 13 e 14 marzo il Salone Internazionale dell’Enoturismo – Fine #WineTourismMarketplace – che vedrà quest’anno una nutrita partecipazione italiana di cantine e strade del vino supportate dalla Regione Marche e dall’Irvo della Regione Sicilia, pronte a presentare a top buyer qualificati provenienti da tutto il mondo le proprie proposte in tema di enoturismo.

Fine è un mercato di contrattazione rigorosamente B2B riservato ai professionisti dell’enoturismo che celebrerà quest’anno a Valladolid la sua 5ª edizione. Sono attese 140 aziende enoturistiche provenienti da Spagna, Portogallo e dalle regioni italiane che incontreranno quasi 90 operatori turistici provenienti da 23 Paesi.

Il direttore generale della Feria de Valladolid, Alberto Alonso, ha spiegato come Fine «presentandosi come un mercato aperto ai professionisti di tutto il mondo, riconfermi la sua vocazione internazionale» e come «l’inclusione, quest’anno, dell’offerta italiana proposta dalle Regioni Marche e Sicilia, consolidi ulteriormente questa caratteristica. L’ampliamento dell’offerta enoturistica sarà molto apprezzato dai buyer/tour operator che animano il market place i quali beneficeranno una maggiore diversità di proposte per disegnare i loro modelli di viaggio».

La presenza della Regione Marche e della Sicilia prevede anche la loro partecipazione al programma di conferenze tecniche, dove si parlerà di modelli enoturistici di successo in diverse parti del mondo e di come il cinema e la letteratura possano fare da apripista alle visite in cantina e alla scoperta dei territori.

Questa edizione di Fine ha visto una crescita sia nel numero di cantine e wine routes sia nel numero di buyer internazionali presenti. L’attività si estenderà anche ai seminari tecnici e ai fam trip. Il programma di conferenze tecniche inizierà con un intervento di Paul Wagner, esperto americano che parlerà dei modelli enoturistici di successo in diverse regioni del mondo.

lagenziadiviaggimag.it

Viaggi Marche / La Capitale della Cultura 2024 si fonda su Rossini

PESARO - "Senza Rossini e il Rossini Opera Festival, Pesaro non sarebbe stata in grado di emergere come città della musica, poi Città Creativa Unesco della Musica e infine Capitale Italiana della Cultura nel 2024".

Ne è convinto il sindaco Matteo Ricci, che parla con l'ANSA di una città che "prova a vivere di musica", mentre la 44/a edizione del Rof è in pieno svolgimento, tra titoli d'opera, concerti e incontri.

Pesaro è "anche altro" sottolinea Ricci, riferendosi alle importanti realtà industriali del territorio. Ma la sua idea come sindaco è stata di trasformare l'immagine e l'economia della città, puntando sulla cultura e legandola ancora di più al nome di Rossini. Così Pesaro, sede di un conservatorio grazie al lascito testamentario dell'autore del Barbiere di Siviglia, è diventata prima 'Città della Musica", poi Città Creativa Unesco della Musica e infine Capitale Italiana della Cultura 2024. Ma tutto questo - ammette Ricci - non sarebbe stato possibile "senza l'intuizione dei fondatori del Rof", il lavoro di riscoperta accanto alla Fondazione Rossini del 'sommerso rossiniano'. Un impegno musicologico, che per la città ha portato risultati "anche dal punto di vista economico e lavorativo. Intorno al festival lavorano circa 600 persone" e "non si esaurisce tutto in qualche mese d'estate". Senza contare l'indotto per l'economia locale: alberghi, ristoranti, negozi.
    "Abbiamo sviluppato una music economy, con una vera e propria impresa culturale - sottolinea Ricci - di cui siamo orgogliosi".
    Il modello è quello di Salisburgo, una città medio-piccola, legata indissolubilmente a Mozart, con alti standard di qualità musicale e di vita. Un paragone fatto anche dall sottosegretario alla Cultura Vittorio Sgarbi.
    Il Comune di Pesaro intende condividere l'esperienza come Capitale Italiana delle Cultura (titolo ottenuto con il progetto 'La natura della cultura') con il territorio, coinvolgendo i Comuni della provincia di Pesaro Urbino. Ma anche con la città di ucraina di Kharkiv, anch'essa Città Unesco per la Musica, "a cui abbiamo dedicato la vittoria. Abbiamo studenti ucraini che studiano nel conservatorio".
    Il Rof avrà un ruolo importante anche nel 2024, quando celebrerà la sua 45/a edizione con un programma impegnativo: cinque opere, tra cui Il Barbiere di Siviglia con l'allestimento di Pier Luigi Pizzi e un titolo identitario come il Viaggio a Reims, riscoperto dal Festival nel 1984. Tra i progetti c'è anche quello di realizzare installazioni in città con parti di scenografie provenienti dai depositi del Rof. E si punta restituire alla fruizione spazi vecchi e nuovi: il Teatro Rossini, restaurato, riaprirà in autunno, per il prossimo anno dovrebbe essere pronto anche il Palafestival, il vecchio palazzo dello sport ricostruito in base alle esigenze del Rof e ribattezzato Auditorium Scavolini.
    "Intendiamo continuare a investire nel Rof - insiste il sindaco - che porta avanti anche una formidabile opera di internazionalizzazione per Pesaro. Ci stiamo presentando all'estero, in Giappone, Corea, Germania, Dubai, Shangai, luoghi dove c'è già un nucleo di persone che conosce il festival. Alla musica abbiniamo così anche impresa, cibo, turismo, design, economia".
    Un lavoro che non si esaurirà nel 2024: sullo sfondo c'è il progetto di concorrere come Capitale Europea della Cultura nel 2033, questa volta insieme a Urbino, che fu nel 2013 l'ultima città marchigiana finalista per il titolo del 2019.
   

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"Stoccafisso de San Ceriago", l’enogastronomia lancia il turismo

La fiera di San Ciriaco è finita, ma un’iniziativa avviata nel corso della tradizionale ‘quattro giorni’ prosegue. E’ ‘Stoccafisso de San Ceriago’, che proseguirà fino a venerdì 12. Organizzata dall’Accademia dello Stoccafisso all’Anconitana, l’evento che omaggia un’antica tradizione culinaria che ha reso caratteristica la cucina anconetana prosegue con successo in 31 ristoranti.

"L’accattivante manifestazione consente di lanciare anche la stagione turistica - dice il presidente dell’Accademia Pericle Truja -. Occorre fare di tutto per attirare i turisti anche stranieri, non solo con le bellezze paesaggistiche e i beni storici e artistici, ma anche con la buona cucina".

I ristoranti che hanno aderito sono: Da Giacchetti, Elis Marchetti Conero Golf, Emilia Baia di Portonovo, Il Fortino Napoleonico, l’Arnia del Cuciniere, L’Accademia di Agugliano, La Botte, La Cantinetta del Conero, Il Mago di Morro D’Alba, La Degosteria, La Moretta, La Tavola del Carmine, La Vecchia Osteria, Le Tredici Cannelle, La Bitta, Manifattura di Mare, Maffy Camera Café, Miscia Vino e Cucina, Osteria Bottega di Pinocchio, Osteria del Baffo, Osteria del Pozzo, Pesci Fuor D’Acqua, Ristorante Gino, Ristorante 60126, Trattoria Carotti, Trattoria Da Nordio, Trattoria del Piano, Trattoria Irma, Trattoria La Cantinetta, Trattoria Mafalda e Wine not?.

Camerino venerdì 6 gennaio 2023 ritorna la Festa del torrone

 

(TurismoItaliaNews) Com’è ormai consuetudine, a Camerino venerdì 6 gennaio 2023 ritorna la Festa del torrone, ormai classico appuntamento che si svolge ogni anno nel giorno dell’Epifania e che da questa edizione diventa nuova sede di tappa del Grand Tour delle Marche 2022, il circuito di eventi promosso dall’organizzazione di Tipicità con Anci Marche, in collaborazione con la Regione Marche e la partnership progettuale di Banca Mediolanum e Mediolanum Private Banking.

 Camerino è famosa per la sua antica Università, ma anche per un’altra particolarità, un prodotto tipico che è un vero e proprio simbolo delle tradizioni e della cultura della nobile Città Ducale: il torrone. Le origini di questa autentica golosità si perdono nel tempo: la prima testimonianza documentale nelle Marche nella quale si utilizza il termine torrone, riferito al dolce natalizio come lo intendiamo oggi, risale al 1793, come risulta da un atto depositato presso il notaio camerte Stefano Ricci. Ma è lecito pensare che il “torrone di Camerino” sia nato molti secoli prima.

Infatti, questa specialità gastronomica è profondamente radicata nella tradizione popolare camerinese, tant’è vero che il torrone in passato veniva preparato in ogni focolare domestico, con devota ritualità, per prepararsi alla celebrazione del Natale. Recentemente ha rischiato di scomparire, per poi risorgere grazie all’impegno di una famiglia, gli Attili, che hanno riportato in auge quello che è considerato un patrimonio del territorio, al punto che nel 2020 il Torrone di Camerino ha ricevuto la De.C.O. Nel complesso iter che l’ha condotto a godere del prestigioso riconoscimento, un ruolo di primo piano hanno recitato i ricercatori del corso di laurea in Scienze gastronomiche dell’Ateneo camerte.

A partire dalle 15 di venerdì 6 gennaio, la Festa del torrone si svolgerà all’interno del “Sottocorte Village”, articolandosi in un ricco programma di eventi che, tra l’altro, comprende l’attesissima premiazione della “Gara dei torroni fatti in casa”, nonché la misurazione del torrone, con la quale si perpetua un cerimoniale che il 7 gennaio 2007, con ben 408,61 metri di lunghezza, lo portò a conquistare addirittura il titolo di “torrone più lungo del mondo”, chiave di accesso al mitico “Guinness dei primati”. A seguire, la “Tradizionale cerimonia del taglio del torrone” e, subito dopo, l’agognato momento della degustazione chiuderà la manifestazione. E mai, per una conclusione, fu più degno ed appropriato l’antico adagio … “dulcis in fundo”. Tutte le info sulla manifestazione nel sito www.tipicitaexperience.it

Le quattro Terre Belle: Terre Roveresche di meraviglia e storia (video)

Terre Roveresche è un Comune nato il 01 gennaio 2017 dalla fusione dei Comuni di Barchi, Orciano di Pesaro, Piagge e San Giorgio di Pesaro. Un Comune formato da 4 castelli principali e da tante frazioni a cavallo tra le vallate del Metauro e del Cesano.

Un nuovo Comune che, per promuoversi e per farsi conoscere, ha deciso di avviare una seria politica di riposizionamento della propria offerta culturale e turistica per dare a Terre Roveresche il ruolo che merita.
Alba e Tramonto – Terre Roveresche

Le silenziose riprese nei borghi e nei paesaggi di questa terra segreta.


segnalazione web a cura di Giuseppe Serrone e Albana Ruci (Turismo Culturale)

La Regione Marche, in collaborazione con ENIT presenta “Raffaello Una mostra impossibile”

L’aeroporto di Ancona ospiterà fino al 6 gennaio “Raffaello, una mostra impossibile”


La Regione Marche, in collaborazione con ENIT – Agenzia Nazionale Turismo e Aerdorica Aeroporto delle Marche e con il sostegno del Ministero per i beni e le attività culturali e per il turismo, presenta “Raffaello Una mostra impossibile”, dando così il via alle celebrazioni per il 500° anniversario dalla morte del maestro urbinate previste per il 2020.

La Regione Marche – recentemente nominata da Best in Travel 2020, l’annuale classifica di Lonely Planet, la seconda regione al mondo da visitare tra le dieci migliori e unica destinazione italiana per il 2020 – partendo da Urbino, città natale di Raffaello Sanzio nonché Patrimonio Unesco, vuole, attraverso la vita e le opere del grande artista rinascimentale, portare i visitatori alla scoperta di un territorio ricco di fascino, storia e tradizioni culturali ed eno-gastronomiche. E quale miglior modo di farlo se non organizzare una vera e propria mostra impossibile nell’aeroporto marchigiano a lui intitolato?

L’esposizione Raffaello Una mostra impossibile, ideata e curata da Renato Parascandolo e con la direzione scientifica di Ferdinando Bologna recentemente scomparso, presenta 45 dipinti di Raffello – compreso l’affresco de La Scuola di Atene – riprodotti in scala 1:1 e riuniti insieme, permettendo così di ammirare in un unico allestimento opere disseminate in 17 paesi diversi, un’impresa che non riuscì nemmeno a Raffaello in persona. L’esposizione si terrà dal 23 novembre 2019 al 6 gennaio 2020. 

Una carriera folgorante quella di Raffaello, morto a soli 37 anni, che la mostra racconta affiancando riproduzioni di opere provenienti dai maggiori musei del mondo – dagli Uffizi di Firenze, ai Musei Vaticani, dalla Pinacoteca di Brera a Milano alla Galleria Borghese a Roma, passando per il Louvre a Parigi, il Prado a Madrid e la Gemäldegalerie a Berlino, per arrivare a San Pietroburgo all’Ermitage e alla National Gallery di Washington, solo per citarne alcuni – che conservano capolavori assoluti come la Madonna Conestabile, la Madonna di Terranuova, lo Sposalizio della Vergine, la Madonna del Cardellino, la Deposizione, il Ritratto di Baldassare Castiglione e tanti altri fino ad arrivare alle Stanze Vaticane per cui Raffaello giunse a Roma ingaggiato da papa Giulio II che segnò la sua consacrazione a interprete della ”maniera moderna”.

Le riproduzioni sono stampate su un tessuto trasparente e retroilluminate e questa soluzione, oltre a conferire una particolare suggestione ai dipinti, consente di cogliere dettagli e sfumature difficilmente apprezzabili nelle tele originali ad occhio nudo o nelle riproduzioni a stampa. Dopo l’aeroporto di Falconara, la mostra arriverà a Le Carrousel du Louvre a Parigi dal febbraio 2020, ma non solo, nel corso del prossimo anno toccherà altre città europee fino a giungere in Russia.

Nella guida Best in Travel 2020 di Lonely Planet si legge a proposito della Regione Marche: “Una delle ragioni del suo grande fascino è proprio quella di poter esplorare con calma, e in relativa solitudine, maestose rovine romane, svettanti architetture gotiche, massicci castelli medievali e sublimi palazzi rinascimentali che custodiscono collezioni d’arte tra le più ricche d’Italia. Il tutto racchiuso tra alte montagne boscose e la placida costa dell’Adriatico e condito da golosi festival gastronomici”.

La Regione Marche con Raffaello La mostra impossibile, si appresta ad aprire il nuovo anno nel segno dell’arte, ma non solo. Il 2020 sarà anche l’anno del Giubileo Lauretano in occasione del centenario della proclamazione della Vergine Lauretana quale Patrona universale degli aeronauti, avvenuta il 24 marzo 1920. Il Giubileo avrà inizio l’8 dicembre 2019, con l’apertura della Porta Santa nel Santuario di Loreto presieduta da S. Em.za il Card. Pietro Parolin, Segretario di Stato e si concluderà il 10 dicembre 2020. Inoltre continua il progetto Marche Outdoor, inaugurato nel 2019 e che avrà come testimonial d’eccezione il campione del ciclismo mondiale Vincenzo Nibali. La filosofia del progetto è quella di promuovere un’economia del territorio sostenibile, proponendo la bicicletta come mezzo e non come “fine” e facendo vivere al cicloturista tutte le emozioni che la regione può offrire, attraverso 24 percorsi ciclabili che interessano tutte le Marche.

bonculture.it

Raffaello e gli amici di Urbino. La Galleria Nazionale delle Marche omaggia il genio a ottobre

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URBINO La fioritura di un genio, la conquista della modernità e di uno stile rivoluzionario, alla luce di una rete di incroci generazionali e scambi culturali: è la mostra "Raffaello e gli amici di Urbino" che la Galleria Nazionale delle Marche - Palazzo Ducale di Urbino accoglierà dal 3 ottobre al 19 gennaio, in occasione dell'anno raffaellesco che celebra i 500 anni dalla morte dell'artista urbinate.
    A cura di Barbara Agosti e Silvia Ginzburg, l'esposizione documenta quanto le relazioni personali di Raffaello Sanzio con un gruppo di artisti che operavano a Urbino abbiano contribuito alla nascita della sua eccezionale personalità. Analizzando il ruolo di Pietro Perugino nella formazione e nella prima attività di Raffaello e il rapporto tra quest'ultimo e i concittadini artisti Girolamo Genga e il più anziano Timoteo Viti (e soprattutto gli esiti diversi che i due ebbero rispetto a Raffaello di fronte alle nuove sollecitazioni della pittura figurativa) emerge nella mostra il grande salto qualitativo che il genio urbinate riuscì a compiere, dando il proprio contributo all'evoluzione del linguaggio pittorico tra '400 e '500.
    Il progetto espositivo presenta al pubblico circa 80 opere, di cui una decina di Raffaello, con un obiettivo ambizioso, quello di "trasmettere lo spirito dell'umanesimo e l'atmosfera di creatività che c'era nella seconda metà del '400 a Urbino dove è nato Raffaello", spiega a Roma il direttore della Galleria Nazionale delle Marche, l'austriaco Peter Aufreiter, che dopo 4 anni di direzione lascerà a fine anno Palazzo Ducale per trasferirsi a Vienna, dove guiderà il Technischen Museums, il Museo della Scienza e della Tecnica. Un addio amaro il suo, in polemica con la 'controriforma' ministeriale voluta dal ministro Bonisoli che ridimensiona l'autonomia gestionale dei musei (introdotta dall'ex ministro Franceschini): "Per esempio ora anche gli accordi per i prestiti internazionali saranno gestiti da Roma. Mi dispiace andare via proprio nel 2020, con l'anno raffaellesco, ma in questa situazione non mi sento più di dirigere il museo. Mi auguro che questa mostra di livello internazionale sia un punto di partenza per Urbino: se non si viene in questa città non si può capire Raffaello", dice il direttore, che lascia le Marche nonostante i successi (e il grande aumento di visitatori) ottenuti con la sua direzione.
    La mostra, il cui progetto ha richiesto circa 3 anni di lavoro, sarà dunque il primo omaggio che la Galleria Nazionale delle Marche farà al grande urbinate, per capire quanto il contesto cittadino sia stato fondamentale per l'artista e la sua crescita; poi seguiranno altri due appuntamenti espositivi, "Raphael ware. I colori del Rinascimento", dedicata alla ceramica cinquecentesca, e "Sul filo di Raffaello", legata alla realizzazione dei cartoni che il Sanzio fece per gli arazzi della Cappella Sistina. Intanto, proprio in vista delle celebrazioni raffaellesche, la Galleria ha appena portato a termine il progetto "Raffaello in Minecraft", in collaborazione con Microsoft: per la creazione del videogioco, che svela la storia di Raffaello nella città di Urbino, sono stati coinvolti attraverso un contest oltre 2000 studenti delle scuole primarie e secondarie per permettere loro di contribuire alla narrazione.
    Inoltre, la Galleria ha voluto realizzare per il suo pubblico più giovane ("un terzo dei nostri visitatori è costituito da studenti in gita scolastica che quest'anno sono addirittura aumentati del 20%", dice Aufreiter) il volume illustrato "Raffaello bambino", opera dell'illustratore urbinate Giancarlo Carloni: nel libro sono raccontate le vicende di Raffaello bambino che, sognatore, irrequieto e un po' pasticcione, scopre alla Corte di Urbino la sua vocazione, ossia diventare pittore come lo era suo padre Giovanni Santi.

Federalberghi lancia #emozionialcentro

PERUGIA - Una campagna social, e non solo, per il rilancio del turismo nel cuore dell'Italia colpito dal sisma. E' il progetto #emozionialcentro, per "rammentare al Paese che la provincia di Rieti e le regioni Abruzzo, Marche ed Umbria sono pronte per accogliere i turisti, con un’offerta caratterizzata da una straordinaria attrattività".
"Le emozioni che vivi, non tenerle per te: condividile con tutti. Scegli dal generatore un'immagine che ti piace e condividila con l'hashtag #emozionialcentro. Fai sapere che hai vissuto un'emozione al Centro", recita lo slogan dell'iniziativa, promossa da Ferdalberghi e ItalyHotels.
ansa

Ancona sorpresa glamour, la verde Portonovo e i 'ciavattoni'

Arrivare dal mare ha i suoi vantaggi: lo sguardo abbraccia dal Monte Conero alla Mole del Lazzaretto, la dominanza del Duomo di San Ciriaco, le bianche colonne vanvitelliane pensate per essere viste dai naviganti. Ma anche raggiungere Ancona via terra, attraversando chilometri di dolci colline marchigiane punteggiate dai filari di Verdicchio o Rosso Conero, che diventano sterminati campi di lavanda avvicinandosi al mare, predispone bene. ''Ho girato tutto il mondo ma non sono mai stato ad Ancona prima d'ora'' diceva un noto chef stellato sorseggiando un bicchiere di Verdicchio durante l'ultima edizione di ‘Tipicità in blu’. Ecco l'occasione per colmare la lacuna e godersi due giorni all'insegna del glamour nel capoluogo delle Marche, città affaccendata e pratica, dedita al commercio e agli scambi, abitata da gente spiccia, curiosa ma affatto incline all'incantamento.
Città protesa verso il mare quasi come volesse sottrarsi a un entroterra incombente. Sito antichissimo, fondato dai siracusani di stirpe Dorica nel 387 a.C., dopo l'iniziale ritrosia capace di schiudersi offrendo sorprendenti risorse. 
 
Arrivare dal mare dicevamo, niente di più probabile. Marina Dorica è l'elegante porto turistico anconetano, l'oasi-rifugio più grande e capiente lungo la rotta dell'Adriatico, quarto porto turistico nazionale. Fondale profondo, quasi 2000 posti barca di cui una notevole quota di barche a vela, caratteristica che inorgoglisce il presidente Moreno Clementi.
Panorama suggestivo dalla 'prua' foderata di teak dell'edificio a forma di nave che ospita Marina Dorica, il dilemma sarà la scelta tra uno dei sette tra ristoranti e pizzerie del porticciolo, che al tramonto si riempie di frotte di giovani anconetani, fedeli all'aperitivo all'ombra dell'ultimo sole.
A meno che non si decida di godersi il tramonto nella verdissima baia di Portonovo (poco più di 12 km lungo la strada provinciale del Conero), calice in mano e piedi lambiti dalle onde sulla spiaggia di bianchi sassi. Nessuno dei tanti ristoranti della baia mancherà di offrirvi i 'moscioli selvatici', presidio gastronomico della zona. Più saporito della comune cozza, il mosciolo anconetano non si alleva, si riproduce spontaneamente sullo scoglio del Trave dove si pesca con le mani. Non perdetevelo, da Marcello, sposato con gli spaghetti, oppure alla marinara, appena pescato.
Anche Giacomo Casanova soggiornò ad Ancona, segregato in quarantena nel Lazzaretto che allora era collocato sotto l'imponente Duomo a croce greca, dove sorgeva il tempio di Venere Euplea protettrice dei naviganti. Dall'altro lato della collina, divisa in due dal parco del Cardeto, era il tempio di Castore e Polluce. La cattedrale che domina il grande porto, custodisce un'altra curiosità: un dipinto della Madonna di san Ciriaco, donata quale ex voto da un navigante veneziano, che intimorì perfino Napoleone. Finito tra gli oggetti di razzia dell'Imperatore di passaggio ad Ancona, il dipinto - dice la leggenda - mosse gli occhi e spaventò a tal punto Napoleone che questi ordinò subito di restituire l'effigie agli anconetani, che ne sono devotissimi.
Passeggiata nel centro storico, lungo via Pizzecolli fino a piazza del Papa (ritrovo della movida del sabato sera) carica di richiamo storici e archeologici, molti reperti custoditi nel Museo archeologico delle Marche. Dalla cultura alla tavola, imperdibile l'appuntamento con lo stoccafisso, piatto tipico della cucina anconetana. Ottimo quello della Trattoria storica Carotti, nella popolare zona del Piano sulla strada per Posatora. Con i ciavattoni (tipo di pasta) o in teglia con le patate, si chiude comunque con il 'turchetto', rum anice e caffè, bevanda preferita dai pescatori prima di uscire in mare.
Ancona da sempre storica porta d'Oriente, oggi più vero che mai. Da poche settimane un idrovolante permette di raggiungere Spalato in soli 55 minuti, a tariffe più che accessibili. Il nuovo servizio è stato inaugurato in concomitanza con 'Tipicità in blu', appuntamento di maggio voluto dal Comune per promuovere il profilo turistico di 'Ankon'. Una novità, salutata da grande successo, anche le minicrociere in partenza dal molo del Mandracchio verso il Conero, assaporando on board un vino marchigiano, le pietanze della tradizione marinara, godendosi il water front di Ancona. 
ansa