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Cineturismo a Soave, Montalcino, e Chianti

Arriva finalmente su grande schermo il vino Made in Italy. Dopo il cult-movie Sideways, una produzione americana, la Summit Ent. di Santa Monica, torna a scommettere sul tema vino, con 'Letters to Juliet' al cinema in Italia dal 25 agosto e gia' uscito negli Usa da maggio, con la regia di Gary Winick. Con paesaggi vinicoli che, c'e' da scommettere, sapranno attrarre i cineturisti.



Stavolta e' il vigneto Italia a far da cornice, magnificata dalla fotografia di Marco Pontecorvo, alle vicende di una giovane reporter del New Yorker (Amanda Seyfred) che giunge a Verona (www.comune.verona.it), scoprendo ed entrando a far parte del team delle 'segretarie di Giulietta' Capuleti, che ogni giorno rispondono alle lettere inviata alla paladina di tutti gli innamorati, per la celeberrima opera di Shakespeare Giulietta e Romeo. Mentre il fidanzato, Gael Garcia Bernal, aspirante chef e patron di un ristorante di cucina italiana a New York, si entusiasma per le lezioni di risotto all'Amarone, le aste dei vini, le cerca dei tartufi nel territorio veneto. La prima parte del film si svolge a Verona, e nelle suggestive gallerie sotterranee di Borgo Rocca Sveva, centro d'eccellenza di Cantina di Soave (www.cantinasoave.it). ''Si tratta di una importante occasione promozionale - ha detto il direttore generale di Cantina di Soave Bruno Trentini - per i nostri vini e per l'intera denominazione del Soave, anche in chiave turistica''.

Alla ricerca di un amore perduto, la vicenda approda poi in Toscana, a Siena e nelle due aziende di proprieta' di Elisabetta Gnudi Angelini, il relais Borgo Scapeto a Castelnuovo Berardenga e l'azienda vinicola Caparzo (www.caparzo.com), il cui Brunello di Montalcino scandisce le tappe fondamentali del viaggio di Vanessa Redgrave, Christopher Egan e Vanessa Redgrave, gia' giovane protagonista di 'Mamma mia'.

Le riprese a Borgo Scopeto (www.borgoscopetorelais.it), circondato dalle colline di Vagliagli, ''dovevano durare solo una settimana, nella nostra piscina, ma poi la produzione - ha sottolineato il direttore del relais Alessandro Montermini - ha scelto il nostro albergo per tutte le riprese, coinvolgendo nella pellicola gli ospiti. Il Brunello Caparzo ha fatto da collante nei piccoli momenti di tensione nel set, e la passione per la buona cucina ha coinvolto anche gli attori, a punto che la Redgrave ci ha chiesto il permesso di preparare la torta del suo compleanno e ha trascorso le sue pause di lavoro tra farine e mattarello''.

Il film e' stato molto apprezzato negli Stati Uniti, dove sta ottenendo successo di pubblico con pagine dedicate su tutti i principali Social network. E il ritorno c'e': ''arrivano gia' le prime prenotazioni in albergo - ha detto Montermini - o telefonate di vecchi clienti che hanno riconosciuto la struttura sul film. E le vendite del Caparzo annata 2005 volano, sulla scia del film e dei 92 punti assegnati da Robert Parker nella sua guida ai vini''.

L'esperimento di product placement in una pellicola di distribuzione internazionale non e' la prima volta che coinvolge il vino italiano: gia' una etichetta-cult nel mercato mondiale, il 'Sagrantino 25 anni' del produttore umbro Marco Caprai e' approdata nel 2009 su grande schermo nel film 'Holy Money' del regista belga Maxime Alexandre.

ansa