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Terme Pré-Saint-Didier, benessere ai piedi del Monte Bianco

Terme di Pré-Saint-Didier

Esistono luoghi la cui rara bellezza è in grado di mozzare il fiato. Come Pré-Saint-Didier, ridente località turistica sita ai piedi del Monte Bianco che, data la ricchezza paesaggistica, offre ai turisti stimoli continui. Sono tante infatti le escursioni così come le attività sportive che permettono di avventurarsi alla scoperta del territorio e di riscoprire il contatto con la natura. Ma non solo.

Oltre a deliziare tutti coloro che desiderano trascorrere una vacanza attiva, Pré-Saint-Didier asseconda anche le esigenze dei vacanzieri che intendono ritrovare quella sensazione di pace ormai dimenticata. Ad assicurare intensi attimi di spensieratezza e vitalità ci pensano le preziose acque termali (famose per le virtù antireumatiche) che sgorgano dal cuore della montagna a una temperatura di circa 37°.

Le salubri acque sorgive erano note e apprezzate, in realtà, già in epoca romana ma fu a partire dalla metà del Seicento che le fonti termali iniziarono ad essere sfruttate a scopo curativo tanto che, nell’Ottocento, Pré-Saint-Didier divenne una gettonata località di villeggiatura cara soprattutto ai Savoia. Risale invece al 1834 la costruzione dello storico stabilimento termale che, per 150 anni, rappresentò una delle attrazioni principali della Valle d’Aosta. Dopo oltre 30 anni di abbandono recentemente, al fine di continuare a offrire agli ospiti piacevoli esperienze multisensoriali, quest'oasi del benessere (appartenente al circuito Qc Terme) è stata ristrutturata e riportata all'antico splendore.
 
Ebbene sì il tempo passa ma le sue calde acque, ricche di minerali, oggi come ieri rappresentano la soluzione ideale per curare il corpo, rigenerare lo spirito, lenire la stanchezza e ritrovare la pace interiore. La teoria però non è sufficiente: bisogna dunque lasciarsi andare all’esperienza dei sensi e liberarsi da ogni tensione per sperimentare una sensazione di benessere assoluto.
 
Fare visita al QC Terme Pré-Saint-Didier significa dunque catapultarsi in una dimensione senza tempo che tra magici silenzi, cascate tonificanti, idromassaggi con acqua termale, saune e piscine termali (sia interne che esterne), invita a rallentare il passo e a rilassarsi. Non ha prezzo immergersi tra i vapori termali e ritrovarsi circondati ora dal candore della neve ora da un verde prato di montagna: a prescindere dalla stagione, ogni visita è unica e memorabile. 
 
Non è da meno il QC Termemontebianco, un vero e proprio rifugio del benessere sito alle pendici delMonte Bianco che, all’interno, ospita una SPA di oltre 1.000 mq dove concedersi momenti di assoluta quiete tra idromassaggi, vasca panoramica, saune, bagno turco e un ricco menu di trattamenti. 

Ingegneria & turismo Pronte le nuove funivie del Monte Bianco


Appena 19 minuti per sfiorare il tetto d'Europa a quasi 3.500 metri, nel comfort più assoluto e con un panorama mozzafiato. Queste sono le nuove funivie del Monte Bianco, che oggi hanno avuto la preapertura in vista dell'inaugurazione ufficiale alla presenza del premier Matteo Renzi (tra il 22 e il 26 giugno).

Ma più di ogni altra cosa parla il dito indice che un freerider francese mette sulle proprie labbra per zittire il compagno di escursione, a cui è stato chiesto un confronto tra gli impianti italiani e quelli d'Oltralpe. Già, l'ammirazione e l'entusiasmo, celati o meno, non sono mancati tra chi è salito sull'impianto. Quattro anni di lavoro inarrestabile e spesso in condizioni estreme, per un investimento da 105 milioni di euro.
L'acciaio e il vetro delle due stazioni e delle quattro cabine si inseriscono in un contesto che rimane dominato dai giganti delle Alpi, ma che ora è più accessibile: anche i diversamente abili infatti possono raggiungere Punta Helbronner (3.462 metri) dove la terrazza panoramica, dal diametro di 14 metri, in caso di necessità "si trasforma in elisuperficie", spiega Sergio Ravet, coordinatore della sicurezza del cantiere.

Rispetto alla vecchia funivia, ormai dismessa per limiti di età, questa è "una nuova dimensione". "Innanzitutto - spiega la guida alpina Gianluca Marra, salito alle 7.30 sulla prima cabinovia partita - è più veloce e poi non facciamo più le scale per arrivare sul ghiacciaio".

Ma anche chi la montagna la guarda soltanto, non si annoia di certo. Sia la stazione del Pavillon del Mont Frety (2.172 metri) sia quella di Punta Helbronner sono trasparenti, grazie alle amplissime vetrate. Come le cabine, che durante la corsa a 9 metri al secondo (poco più di 30 chilometri orari) ruotano su loro stesse di 360 gradi, con tanto di sottofondo musicale.

Un capolavoro di ingegneria e design, che va dal pilone alto 102 metri (nel secondo tratto della funivia) ai due ristoranti (con capienza di 150 persone), alla sala conferenze-cinema (150 posti a sedere) al locale commerciale della stazione del Pavillon del Monte Frety. "Se non fosse per le vetrate, sembrerebbe di essere in un aeroporto!", si lascia scappare la ristoratrice.

Un'opera complessa anche per l'adattamento di chi ha lavorato in quota. A Punta Helbronner il termometro d'inverno arriva anche a -25 gradi. "Il problema più grande? Sicuramente è il freddo!", conferma Jean Paul, operaio senegalese che ha visto nascere il cantiere, mentre con altri colleghi ultima alcuni lavori di rifinitura. "Non siamo ancora in grado di fornire tutti i servizi. La vera apertura sarà verso fine giugno", spiega l'amministratore delegato, Roberto Francesconi.
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