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Per Pasqua porte aperte nelle cantine dell’Umbria

 

Non è troppo tardi per scegliere di trascorrere la Pasqua in Umbria, dove numerose cantine sono pronte ad accogliere enoturisti appassionati del binomio bellezza e gusto. Tra le cantine associate a Movimento Turismo del Vino dell’Umbria, che si impegna ogni giorno per promuovere la cultura del vino e le visite nei luoghi di produzione, ecco cinque top ‘wine destination’ a cui è possibile ancora prenotarsi.

In occasione della Pasqua Arnaldo Caprai aprirà le porte della sua cantina. Dopo un calice di grecante Grechetto servito nella piazzetta Monte della Torre, inizierà la visita guidata in Cantina alla scoperta dei processi di vinificazione, successivamente nelle sale dell’Enoteca Monte della Torre sarà possibile degustare le etichette più rappresentative abbinate ai prodotti tipici della tradizione pasquale.

Immersa nella valle della Chiesa del Carmine, l’omonima Vineria è invece il luogo d’elezione del Trebbiano spoletino: la proposta è per un pranzo a Pasqua e Pasquetta. Tutte le degustazioni guidate dei prodotti si svolgono alla Vineria del Carmine, il casale cinquecentesco che è anche punto vendita aziendale. Lì è possibile scegliere l’opzione preferita e lasciarsi guidare dai sommelier alla scoperta dei vini e dell’olio o visitare la Chiesa del Carmine, l’antica pieve sconsacrata, oggi agriturismo e fulcro del lavoro di ospitalità.

Nascosto tra le verdi e rigogliose colline umbre, il Castello di Montegiove risale al XIII secolo e dal 1780 appartiene ai Marchesi Misciattelli. Oggi, è al centro dell’omonima tenuta che si estende per 1200 ettari nella campagna umbra e comprende un’operosa azienda agricola e un esclusivo agriturismo. Per Pasquetta, il 1° aprile alle 11, è in programma una visita e una degustazione: una piacevole passeggiata durante la quale è possibile visitare une parte del castello medievale e la cantina risalente al 1500 ubicata nei sotterranei e ascoltare le affascinanti vicende che hanno caratterizzato la storia del castello durante il suo glorioso passato. La visita si concluderà con la degustazione di tre vini e dell’olio extra vergine d’oliva con un tagliere di formaggi e norcineria locali.

Assisi, gioiello incastonato tra le verdi vallate, si prepara a vestirsi a festa per accogliere visitatori da ogni dove. La Cantina Saio, a pochi passi dalla Basilica di San Francesco, offre un’esperienza enogastronomica autentica e coinvolgente. Gli enoturisti possono scegliere tra una passeggiata tra i vigneti panoramici e scoprire i vitigni autoctoni dell’Umbria, così come assaporare vini bianchi freschi e fruttati e vini rossi corposi e ricchi durante le degustazioni guidate direttamente dal produttore.

Ad Amelia, in Umbria, in unazona collinare dominata dall’antica casa padronale e dal complesso delle cantine, da cinquant’anni la famiglia Zanchi produce vini esclusivi e dalla spiccata identità territoriale. In collaborazione con Slow Food, la cantina Zanchi propone uno speciale itinerario di gusto. Dopo un passaggio accanto al boschetto dei daini, si entrerà in cantina per conoscere le pratiche di vinificazione naturale e di affinamento, qui è possibile ammirare anche gli antichi utensili del piccolo museo del vino. Al termine, la degustazione dei vini sarà un momento conviviale, una tipica merenda campagnola umbra tra le vigne. I tre vini biologici della collezione Antichi Cloni saranno accompagnati da prodotti gastronomici selezionati esclusivamente tra le aziende dell’itinerario Transameria Slow Food Travel.

travelnostop.com

Toscana, Umbria e non solo per una vacanza rurale a Pasqua

 

Il fine settimana di Pasqua rappresenta un’occasione speciale per concedersi una breve vacanza dal ritmo lento e rilassato della primavera. Con i suoi territori ricchi di cultura e natura, l’Italia dei piccoli borghi e dei sentieri naturalistici è tra le mete preferite dai viaggiatori italiani e stranieri.
A confermare il trend positivo per le vacanze rurali lungo lo Stivale sono i dati raccolti da Feries – leader italiano nella ricettività extralberghiera online – relativi alle previsioni di viaggio per il weekend di Pasqua attraverso i suoi due portali  Agriturismo.it e CaseVacanza.it. Tra le regioni preferite dagli utenti che hanno scelto un soggiorno extraurbano ci sono la Toscana al primo posto, seguita dall’Umbria (in forte crescita rispetto al 2023 con il 58% delle ricerche in più) e la Lombardia. Secondo le rilevazioni di Feries la durata media dei soggiorni per la prossima festività tocca le cinque notti per una spesa di circa 530 euro per 4 persone. In particolare, gli agriturismi segnano un forte interesse da parte dei turisti stranieri (con il 45% delle richieste) e un amento della presenza dei gruppi di almeno 10 persone (+5% rispetto al 2023).
Tra l’affascinante Val d’Orcia e l’originale Valnerina, passando da un più classico Lago di Como e un’inedita Liguria, fino alla Costiera Amalfitana e al sud della Sardegna da scoprire fuori stagione, Agriturismo.it e CaseVacanza.it propongono sei destinazioni rurali che uniscono armoniosamente bellezze naturali, sano relax, buona cucina e gite alla scoperta di spettacolari attrazioni storico-culturali. 

La magia della Val d’Orcia
Attraversata da bianche strade di campagna protette da lunghi filari di pioppi, costellata di piccoli borghi incantati e caratterizzata dalla presenza costante nel suo paesaggio di dolci e dorate colline, la Val d’Orcia è pura magia, uno degli angoli più preziosi della Toscana.
Pienza, Montalcino con la vicina Abbazia di Sant’Antimo e Bagni Vignoni sono i borghi più noti di questa splendida terra dichiarata Patrimonio dell’Umanità dall’Unesco.
Tra cucina tipica, cantine, camere con vista sul morbido paesaggio collinare, l’agriturismo è il posto giusto dove alloggiare e dove, perché no, godere anche di un gustoso pranzo pasquale. Poderuccio a Castiglione d’Orcia è uno dei tanti meravigliosi agriturismi della zona.
Per chi preferisce uno spazio più esclusivo e isolato, si può optare per una casa vacanza, come questo casale con giardino vicino a Pienza.

Pace e relax in Valnerina
La Valnerina è una stretta valle tra i monti dell’Umbria sud-orientale. Tra paesaggi naturali incontaminati e borghi, la valle percorsa dal fiume Nera è uno degli angoli più selvaggi dell’Umbria e anche uno dei più belli. Un trekking all’interno del Parco dei Monti Sibillini, sotto le sue cime e in mezzo ai suoi verdi boschi, darà grandi soddisfazioni a chi ama le passeggiate ad alta quota. Tra i borghi spicca su tutti il suggestivo Castelluccio di Norcia. Luogo di favole, leggende e tradizioni, il paese si erge su una solitaria collina in mezzo a una vasta pianura che già a Pasqua, con la primavera appena iniziata, potrebbe dipingersi coi suoi fiori dai mille colori.
Una casa vacanza nel verde della Valnerina, come questo splendido casale ristrutturato situato tra il castello e il pittoresco borgo di Bazzano, è l’ideale per respirare al meglio la natura selvaggia e la pace di quest’angolo di Umbria.
Per chi preferisce l’accoglienza dell’agriturismo, c’è l’agriturismo Santa Serena nel verde Parco dei Monti Sibillini.

L’inizio della primavera sul Lago di Como
Il lago di Como è un grande classico, ancora più speciale a Pasqua con il primo caldo dell’anno, i favolosi giardini delle ville (Carlotta e Camilla solo per citarne due), cittadine da cartolina e le vette delle Prealpi lombarde ancora innevate.
I borghi sul lago, alto o basso Lario, sponda di Lecco o di Como poco cambia, sono molti. Due su tutti: Rezzonico e Varenna. Altrettante le meraviglie naturali, come l’isola Comacina, parco naturale ed archeologico o l’orrido di Bellano. Per gli amanti del trekking tre le vette da raggiungere, dove la fatica sarà ricompensata dalla vista meravigliosa sulle acque lacustri e sui suoi borghi: Monte Generoso, Monte Grona e i Piani d’Erna (raggiungibili anche dai più pigri a bordo di una spettacolare funivia).
Per scoprire il Lago di Como, si può scegliere una casa vacanze vista lago (come questo appartamento ad Argegno) o un agriturismo affacciato sul lago e sulle montagne circostanti, come l’agriturismo Poppo a Bellano.

A Imperia e dintorni in una Liguria inedita
La Liguria non è solo le Cinque Terre o Genova (e dintorni): ogni suo punto è magnifico. Sceglierla a inizio primavera, quando il clima è più mite e la natura rinasce dopo il rigido inverno, è un’occasione davvero speciale.
Nella Riviera di Ponente, la provincia di Imperia è una meta tutta da scoprire a iniziare dal capoluogo, bellissima città sul mare. E non mancano borghi storici come Cervo, affacciato sul mare e vicino alle spiagge sabbiose di San Bartolomeo al Mare, Apricale, che si trova invece nell’entroterra di Bordighera arroccato sulla cima di una montagna o Dolceacqua che, tra il suo iconico Ponte Vecchio e il Castello dei Doria, offre tante sorprese ai suoi visitatori. Oltre al mare le montagne liguri sono uno spettacolo da togliere il fiato agli appassionati e non solo. Il Parco delle Alpi Liguri è una meraviglia incontaminata da scoprire.
In un agriturismo – vista mare come Cà de Runde a Ospedaletti – si possono assaggiare i piatti tipici a base di pesce immersi nella rigogliosa natura ligure.
Chi viaggia in gruppo o con la famiglia, può optare per una casa vacanza in uno dei borghi o delle cittadine della zona, come questa spaziosa villa a Sanremo con una bella terrazza vista mare.

L’incanto della Costiera Amalfitana
In primavera la Costiera Amalfitana mostra il meglio di sé. Senza la folla estiva un viaggio alla (ri)scoperta di una delle coste più famose d’Italia e del mondo permette di immergersi nelle sue bellezze paesaggistiche, architettoniche, culturali e gastronomiche. Estesa per 40km da Vietri sul Mare a Positano, è un susseguirsi di borghi: Cetara, Maiori, Minori, Ravello, Scala, Atrani, Furore e Conca dei Marini. Ma, soprattutto, Amalfi, cuore geografico e storico della Costiera. Basta perdersi tra i vicoli per scoprire con lentezza la sua architettura e le sue viste panoramiche. Per chi cerca la natura incontaminata ci sono la meravigliosa riserva Valle delle Ferriere o il Sentiero degli Dei, nella top ten dei sentieri più belli al mondo. Molte anche le grotte che si aprono in vari punti del litorale, come la Grotta dello Smeraldo, per citare la più famosa.
Le case vacanze disponibili, di lusso (come questa villa a San Cosma) o più economiche, per due o per gruppi sono moltissime, così come gli agriturismi a picco sulle splendide acque campane, come il Villa Divina a Vietri Sul Mare.

Il Sud Sardegna tra mare e cultura
Tra spiagge, isole e borghi storici, il Sud Sardegna è la destinazione giusta per vivere una Pasqua diversa dalle altre.
Nella parte più meridionale, dalle isole di San Pietro e Sant’Antioco fino a Porto Corallo, si avvicendano spiagge dall’anima tropicale. Carloforte è un bellissimo comune sull’Isola di San Pietro. Iglesias, regina delle rievocazioni medievali, accoglie fra miniere e antiche chiese. Pula, con le sue animate piazzette e il patrimonio artistico dell’area archeologica di Nora offrono l’occasione di riflettere sulle civiltà del passato. Perla del Sud è Villasimius. Poco distante Capo Carbonara, che con le isole dei Cavoli e di Serpentara è stata nominata area marina protetta
Senza dimenticare Cagliari, il capoluogo dell’Isola al centro del Golfo degli Angeli, città di bellezze artistiche che si rincorrono fra le vie dei quartieri storici.
Nell’entroterra sardo l’agriturismo Su Cappeddu a Villa San Pietro offre ogni comfort, esperienze e consigli per visitare i dintorni, oltre a un’ottima cucina. Per soggiornare in una casa vacanza in riva al mare, isolata da tutto e tutti, si può scegliere questa villa con giardino privato a Torre delle Stelle.

travelnostop

Superstar del Duecento, a Perugia il Maestro di San Francesco

 

Ha toccato i vertici della pittura del Duecento ma resta senza nome l' artista che ha raccontato San Francesco nella meravigliosa biografia per immagini realizzata a secco in tempi da record tra il 1255 e il 1260 nella navata unica della Basilica Inferiore di Assisi.

L' autore di quel capolavoro e delle vetrate nella Basilica Superiore, che con i fondamenti concettuali di Bonaventura da Bagnoregio pose Francesco al centro del progetto che lo indicava come il salvatore della Chiesa e del mondo, fu il protagonista di una svolta radicale che venne oscurata in breve tempo dall' arrivo sulla scena di Cimabue.

''Fu l' ultimo fuoco di artificio dell' eredità bizantina che sarà spazzata via da Giotto'', dice Andrea De Marchi, curatore con Veruska Picchiarelli e Emanuele Zappasodi, della mostra che la Galleria Nazionale dell' Umbria gli dedica dal 10 marzo al 9 giugno, nella ricorrenza degli 800 anni delle stimmate del Santo morto nel 1226. ''L' enigma del Maestro di San Francesco. Lo stil novo del Duecento umbro'' si snoda, appunto, tra il museo del capoluogo e Assisi, riunendo per la prima volta sette delle nove opere attribuite all' artista sconosciuto e altre cinquanta per contestualizzare il racconto, con arrivi di rarità da musei stranieri prestigiosi - Louvre, National Gallery di Londra, Metropolitan Museum di New York, National Gallery di Washington. L' obiettivo è ''accendere i riflettori su un giro di boa fondamentale della storia dell' arte'' e proporre un itinerario nei luoghi in cui operò il pittore - chiamato sul finire dell' 1800 dallo studioso tedesco Henry Thode ''Maestro di'' come accadde per molti altri artisti dell' epoca noti per i soggetti raffigurati ma non identificabili per l' assenza di firma e documentazione.
Punto di partenza e fulcro del percorso è la enorme Croce Dipinta datata 1272, di quasi cinque metri - tra le più grandi con quella di Cimabue mai realizzate in Italia - posta all' ingresso della Gnu di cui ormai rappresenta il simbolo. Un capolavoro mozzafiato per lo splendore dei colori e la bellezza del soggetto, il crocifisso descritto nella sua sofferenza di uomo, il corpo piegato su un lato, con gli occhi chiusi, l' esatto contrario del Cristo trionfante sulla morte, eretto e con gli occhi aperti dell' epoca precedente come quello di San Damiano. La grande Croce, dipinta per la chiesa perugina di San Francesco al Prato, si richiamava al modello realizzato nel 1236 da Giunta Pisano, conservata nel museo della Porziuncola e concessa per l' esposizione con un' altra tavola fondamentale, Francesco tra due angeli, realizzata dal maestro di San Francesco sull' asse di legno sulla quale secondo la tradizione fu appoggiato il corpo morto del Santo. Assisi, dopo la canonizzazione nel 1228 e la posa della prima pietra della basilica due anni dopo, divenne un cantiere internazionale con l' arrivo di artisti francesi e tedeschi. In questo clima effervescente, il Maestro raccontò Francesco dipingendo i momenti salienti della sua vita su un lato della navata in dialogo con le scene della vita di Gesù sul lato opposto, appunto per rafforzare l' idea che il santo povero fosse il Nuovo Cristo, anche in virtù delle stimmate ricevute. Le scene erano un tripudio di colori e decorazioni fino ai piccoli specchi disseminati nel blu della intera volta per simulare, illuminate dalle fiaccole, le stelle nella notte. Tinte oggi sbiadite che rendono solo lontanamente l'idea dello sfarzo pensato per l' epoca. Nel 2016 un ospite 'speciale' in visita alla Galleria Nazionale dell' Umbria davanti al grande Crocifisso del Maestro di San Francesco riassunse in una sola frase la chiave di lettura della mostra che sta per aprirsi: ''Qui c' è Giunta Pisano ma non c'è ancora Cimabue''. Non era il parere di uno storico dell' arte di lungo corso ma il commento ammirato del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella. 

ansa.it

Assisi lancia campagna di valorizzazione del turismo


Assisi sarà protagonista di una campagna di comunicazione nazionale e internazionale, finalizzata a valorizzarla nel suo complesso e a promuoverla come meta turistica ideale da vivere tutto l'anno.

A firmarla sarà l'agenzia Armando Testa, cui il Comune ha affidato un progetto definito "innovativo per un nuovo posizionamento dell'immagine della città".
    L'iniziativa - ha reso noto l'Ente - è sostenuta, principalmente, con fondi ministeriali legati al bando promosso dal ministero del Turismo per il rilancio turistico di città a vocazione turistico-culturale, riconosciute dall'Unesco come patrimonio dell'umanità, vinto dal Comune di Assisi.

Le risorse vanno a finanziare il progetto generale denominato "Vivi Assisi.
    Valorizzazione dei luoghi francescani, con itinerari naturalistici etici ed esperienziali", finalizzato a sostenere varie attività come il rilancio di beni culturali strategici, opere e allestimenti funzionali all'incremento della fruizione e dell'attrattività turistica, nonché nuovi progetti di promozione, comunicazione e marketing. Previsto anche il restyling del portale www.visit-assisi.it, il sito internet istituzionale della promozione turistica, che verrà completamente rinnovato e dotato delle più recenti funzionalità legate anche al tema dell'accessibilità.
    "È la prima volta - sottolinea la Stefania Proietti - che la nostra città è protagonista di una campagna del genere, con un investimento economico importante, possibile grazie a fondi ministeriali che il nostro Comune è stato capace di intercettare e che vanno a potenziare le azioni di promozione già intraprese in questi anni, considerando che Assisi rappresenta ormai stabilmente il 25% dell'intero flusso turistico regionale. Si tratta di un progetto che ha l'obiettivo di presentare al mondo Assisi come meta ideale tutto l'anno, 'capitale' di valori, spiritualità, arte e cultura. Un approccio in linea con il grande lavoro che stiamo portando avanti da tempo per la filiera del turismo e dell'accoglienza, in vista dei grandi appuntamenti del Giubileo e del centenario francescano nel 2026, che di certo favorirà nuove opportunità di sviluppo economico e sociale per la città e per l'intero territorio".
ansa.it

Ad Assisi un nuovo itinerario alla scoperta del Perugino

ASSISI - Ad Assisi è nato un nuovo itinerario culturale e turistico itinerante e permanente, alla scoperta delle opere del Perugino e della sua scuola presenti sul territorio.

Si tratta di un tour fra musei e chiese del centro storico e frazioni, attraverso il quale è possibile ammirare 21 tra dipinti e affreschi del Divin Pittore e di artisti che ne restarono influenzati, nel periodo compreso tra il 15/mo e il 16/mo secolo.

L'iniziativa - promossa dall'ufficio Turismo e marketing territoriale del Comune di Assisi - s'inserisce nel progetto avviato in Umbria, in occasione delle celebrazioni per i 500 anni della morte del Maestro. Un evento che ha visto una grande mostra nella galleria nazionale dell'Umbria e una serie di azioni intraprese, su invito della Regione, da Comuni che conservano tracce dello stesso, come Assisi, Foligno e Spello che si sono aggregati per la realizzazione del progetto Il Perugino per tutti che propone fino al 9 settembre visite guidate gratuite alle opere presenti in città.

In questo contesto è nata la proposta itinerante che offre la possibilità di ammirare nel territorio assisano 21 opere del Perugino e del suo entourage. Per l'occasione è stata anche realizzata una speciale pubblicazione, promossa ed edita dal Comune di Assisi, che le raccoglie e descrive tutte. Le prime copie sono state consegnate ai partecipanti della seconda uscita con partenza da Assisi de Il Perugino per tutti, che ha registrato nuovamente il tutto esaurito.

L'opera principale del nuovo itinerario culturale e turistico dedicato al Perugino - spiega il Comune di Assisi - è la Crocifissione, affresco datato 1485-1486 e posto sulla parete posteriore esterna della Porziuncola nella Basilica di Santa Maria degli Angeli. C'è poi la "Madonna col Bambino" in Pinacoteca comunale, attribuita al Perugino.

"Questa iniziativa - evidenziano Stefania Proietti e Fabrizio Leggio, sindaco e assessore al turismo di Assisi - rappresenta un nuovo strumento per promuovere un patrimonio culturale e artistico forse meno noto, ma altrettanto prezioso e importante.

Si tratta di un'opportunità ulteriore per arricchire l'offerta turistica della città e del territorio, favorendo la conoscenza di risorse che meritano di essere messe maggiormente in risalto".

"Il Comune di Assisi - sottolinea Giulio Proietti Bocchini, responsabile dell'ufficio Turismo e marketing territoriale e dei Musei civici - oltre a valorizzare l'opera certa del Perugino, la Crocifissione, presente nella Porziuncola, ha voluto realizzare un itinerario volto a sottolineare l'enorme fortuna del linguaggio pittorico del Maestro nella scena artistica regionale e mostrare come il suo stile influenzò una vasta schiera di artisti attivi nel periodo compreso tra il XV e il XVI secolo. Il percorso proposto, facilmente fruibile in maniera autonoma o con eventuale visita guidata, è illustrato in una pubblicazione che spiega tutte le opere in maniera sintetica e facilmente accessibile. La stessa, in collaborazione con Opera laboratori, è distribuita gratuitamente ai visitatori che si recano in Pinacoteca comunale".

Riproduzione riservata © Copyright ANSA

Al via la Festa dei boschi in Umbria. Dal 7 maggio dieci appuntamenti domenicali

PERUGIA - Escursioni a piedi o pedalando, musica, intermezzi bio-gastronomici, passeggiate notturne, laboratori creativi all'aria aperta, visite a musei e luoghi della cultura: sono alcune delle proposte dell'ottava edizione della Festa dei boschi, promossa dalla Regione Umbria e organizzata da Fai - Bosco di San Francesco di Assisi, Forabosco di Collestrada con Ecomuseo del Tevere, Fondazione per l'Istruzione Agraria con il Centro di ateneo per i musei scientifici, Parco di Colfiorito, Ecomuseo Paesaggio degli Etruschi di Porano, Bosco di Santa Cristina di Gubbio, Bosco di Collicello di Amelia, Boschi del Parco del Monte Subasio, Percorso fluviale di Bastia Umbra e Bosco di Monteluco di Spoleto.
    A partire da domenica 7 maggio, con l'iniziativa all'Ecomuseo del Paesaggio degli etruschi di Porano, prenderanno il via i dieci appuntamenti domenicali organizzati per conoscere altrettanti boschi dell'Umbria, le loro storie, gli animali e le piante che li popolano e per passare una giornata all'aria aperta.

Scopo della Festa - ha spiegato l'assessore regionale alla Cultura - è valorizzare e tutelare i polmoni verdi e le aree di interesse culturale dell'Umbria, attraverso attività che sappiano evocare il mistero, il fascino, la pace e il silenzio di questi luoghi. A tal fine, è necessario educare in particolare le nuove generazioni in modo da sviluppare nella comunità la consapevolezza dell'importanza di questo grande patrimonio.
    Un ringraziamento va tutti coloro che, a vario titolo, contribuiscono all'organizzazione e realizzazione della Festa dei boschi che si è consolidata e rafforzata negli anni diventando un appuntamento primaverile atteso e apprezzato che continua a crescere grazie all'impegno e alla passione dei suoi organizzatori.
    Anche quest'anno - riferisce un comunicato della Regione - il programma coinvolge le biblioteche comunali e i volontari di "Nati per leggere Umbria" che promuovono incontri con i libri per bambini da zero a sei anni.
    Oltre alle passeggiate, ai laboratori creativi, alla musica, alle visite ai luoghi della cultura tra cui gli ecomusei umbri, non mancheranno lezioni pratiche per conoscere, raccogliere e utilizzare le erbe spontanee, nonché attività di animazione naturalistica, intermezzi gastronomici e merende e pranzi a prezzi convenzionati che vengono proposti dagli organizzatori per permettere di trascorrere l'intera giornata all'aperto.
    Dopo il primo appuntamento di domenica 7 maggio all'Ecomuseo del Paesaggio degli Etruschi (Porano), sono previste le seguenti iniziative: domenica 14 maggio al Bosco di Collestrada (Perugia), domenica 21 maggio al Bosco di Collicello ad Amelia, domenica 28 maggio al Parco di Colfiorito (Foligno), domenica 4 giugno al Bosco di Santa Cristina (Gubbio), domenica 11 giugno al Bosco di San Francesco (Assisi), giornata organizzata dal Fai, domenica 18 giugno alla Rocca di S. Apollinare e a San Biagio della Valle (Marsciano), domenica 25 giugno al Percorso Fluviale di Bastia Umbra, domenica 2 luglio ai Boschi del Parco del Monte Subasio, ultimo appuntamento domenica 9 luglio al Bosco di Monteluco di Spoleto.
    Il programma delle singole giornate potrà subire variazioni per situazioni contingenti o maltempo: si invita a contattare organizzatori per conferme su orari e luoghi www.regione.umbria.it/cultura.

ansa.it

- Segnalazione web a cura di https://viagginews.blogspot.com/

Inaugurato il Polo culturale della Città di Trevi, che ha sede nel complesso dell'ex convento di san Francesco

 

Inaugurato il Polo culturale della Città di Trevi, che ha sede nel complesso dell'ex convento di san Francesco.
    "E' uno strumento con grandi potenzialità, la casa dell'identità culturale della nostra città, tra tesori e mirabilia.

Una fucina di idee e progetti per la crescita umana e culturale dei cittadini trevani" ha detto il sindaco Bernardino Sperandio. Alla cerimonia hanno partecipato anche Donatella Tesei, presidente della Regione Umbra, e Vittorio Sgarbi, sottosegretario alla Cultura.
    "Nel ritorno a Trevi - ha commentato Sgarbi - la cosa che mi ha toccato di più, come non sarebbe stato venticinque anni fa quando vidi inaugurare questo museo, è l'integrità del paesaggio olivato. Qui c'è un paradiso nella coscienza degli amministratori e nella beatitudine di chi viene a vedere un paesaggio integro e francescano. Da tempo c'è questa passione a Trevi. La passione di chi in un museo può affiancare Pinturicchio a Orbetto determina l'importanza di un museo che, senza finanziamenti particolari, è stato allargato alla parte paesistica, che è importante, e alla parte archeologica che non era allestita in questi termini. La natura e l'arte vivono insieme".
    La nuova strutturazione da conto delle tre anime del museo (biblioteca, archivio, raccolte archeologiche, artistiche e antropologiche) e ai diversi fondi e acquisizioni. Accanto alle raccolte museali c'è, infatti, un patrimonio di conoscenze, dall'archivio storico alla biblioteca. 

ansa

Viaggi, dieci destinazioni da sogno per il 2023

Air France 2022

di Ida Bini (ANSA) - PERUGIA, 01 GEN - I viaggi nel 2023 saranno all'insegna dell'originalità per rendere memorabile ogni spostamento.

Secondo una ricerca del portale Booking.com i viaggiatori desiderano esperienze sempre più singolari e fuori dai soliti percorsi: dai soggiorni in natura ai viaggi virtuali con l'intelligenza artificiale, dalle esperienze adrenaliniche alle vacanze nostalgiche. Per Skyscanner, la piattaforma dei voli, i prezzi condizioneranno le scelte ma si viaggerà ugualmente, ispirati da Instagram (38%) e con una predilezione per i viaggi in solitaria (37%).

Ecco 10 viaggi consigliati da esperti e guide.
    Partendo dall'Italia, Lonely Planet suggerisce di recarsi in Umbria per le eccellenze gastronomiche e per l'arte: nel 2023, infatti, si celebreranno i 500 anni dalla morte del Perugino. Il 20 gennaio si inaugura il calendario degli eventi della Capitale italiana della Cultura 2023, assegnata a Bergamo e Brescia. Oltre a visitarle si potrà scoprire una ciclovia di 75 km che collegherà i percorsi Unesco presenti nelle due città, 800 beni di interesse storico-culturale e 3 parchi regionali.

    Per chi ama l'Oriente l'agenzia Civitatis suggerisce la città coreana di Busan, famosa per le spiagge e i templi, scelta anche per la sua "energia creativa" al Busan International Film Festival. Il National Geographic consiglia di salire a bordo di un treno d'epoca nel Giappone dei samurai. Si viaggia sul Kyushu Rail nella regione più a sud del Paese tra la penisola di Shimambara, il mar di Cina e il monte Aso. Sono previste fermate per le escursioni ai villaggi, ai templi scintoisti, ai giardini e ad antiche città. La Lonely Planet consiglia una destinazione in Indonesia, fuori dalle solite rotte turistiche: Raja Ampat, spettacolare arcipelago di 1.500 isole, famose per le barriere coralline e le spiagge. Il modo migliore per visitarlo è noleggiare una barca per immersioni, attrezzata per il pernottamento a bordo. In Medio Oriente c'è il Dhofa, nel sud dell'Oman, lungo la Via dell'incenso: è una terra di contrasti tra l'oceano e il deserto di Rub Al Khali. Si parte dalla capitale Salalah e si prosegue verso 4 siti Unesco: il bosco dell'incenso Wadi Dawkah; la città nella sabbia di Ubar; la leggendaria Sumhurum e i resti di Al-Balid.
    In Europa la Lapponia svedese regala esperienze emozionanti, soprattutto d'inverno, con la possibilità di ammirare l'aurora boreale tra paesaggi innevati e una natura incontaminata. I luoghi dove inseguire le scie luminose sono Abisko, Kiruna, Haparanda e la valle del fiume Torne. Secondo la guida Lonely Planet Marsiglia è un concentrato di meraviglie per un viaggio ricco di scoperte, dai quartieri multiculturali alla street art e alle pitture rupestri, ricostruite in un nuovo museo. In America Civitatis suggerisce le Ande peruviane con le rovine inca di Choquequirao, accessibili solo a piedi per ora, ma proprio per questo fuori dalle solite rotte e che meritano il viaggio. Evolution Travel fa viaggiare in Colombia tra i 60 parchi naturali e il fascino dei luoghi resi celebri dallo scrittore Garcia Marquez e dall'artista Botero. (ANSA).



Nessuno può restistere alla Magic Winter con camere a partire da 19€

Deltaplani di tutta Europa nei cieli dell'Umbria



Comunicato stampa 
Dopo lo stop forzato a causa della pandemia, i deltaplani tornano a volare nel cielo del Monte Cucco, sito considerato la culla per volare con questo mezzo senza motore inventato dagli australiani Bill Moyes e Bill Bennet nei lontani anni ‘60. Pioniere in Europa è stato Alfio Caronti che il 4 novembre del 1971 spiccò per primo il volo dal monte Murelli per atterrare nelle acque del lago di Como. I mezzi che utilizzeranno i piloti della ventina di squadre nazionali d’Europa per conquistare il titolo continentale ovviamente sono ben diversi dal prototipo utilizzato da Caronti. Quello era una specie di aquilone più che un deltaplano, efficienza quasi inesistente contro la possibilità di reggersi in aria per centinaia di chilometri dei deltaplani di oggi a velocità che in picchiata possono sfiorare i 200 km/h. Il tutto sfruttando le masse d’aria ascensionali, dette termiche, prodotte dall’irraggiamento solare del suolo, il “motore” più ecologico che si possa immaginare. Il sito del Monte Cucco, sopra Sigillo (Perugia), è per questa disciplina tra i più generosi in un paese come l’Italia che conta dorsali montuose dove si generano condizioni ottimali per il volo libero come da nessun’altra parte. Infatti ha già ospitato quattro edizioni dei campionati europei e tre dei mondiali. Quest’anno dal 10 al 23 luglio la competizione ufficiale riconosciuta dalla FAI (Federazione Aeronautica Internazionale) si dipanerà in un ampio territorio che dall’Umbria lambirà anche Toscana e Marche. Le giornate di gara saranno dieci con altrettanti percorsi che i piloti dovranno chiudere nel minor tempo possibile. La somma dei risultati dei singoli voli, o di quelli che la meteo consentirà di eseguire, daranno le classifiche finali a squadre e individuali. La nazionale italiana si presenta come detentrice in contemporanea dei titoli europeo e mondiale che ha vinto rispettivamente quattro e dieci volte. Un ricco programma di eventi e spettacoli, dal titolo “Notti in Volo”, accompagnerà per l’intera durata la manifestazione alla quale si legano. 

Ufficio Stampa FIVL Associazione Nazionale Italiana Volo Libero


Da Perugino a Piero, riapre la Galleria Nazionale dell'Umbria. Dopo un anno di lavori brilla a Perugia lo scrigno di capolavori

 

La grande croce del Maestro di San Francesco del 1272, meraviglia di quasi cinque metri metri, è il pezzo da novanta di apertura. Poi il Perugino con l' Annunciazione Ranieri e altri 14 dipinti, scelti tra i 23 che costituiscono il corpus di opere del pittore più consistente al mondo.

E infine, il sommo Piero della Francesca con lo straordinario Polittico di S. Antonio, che tutti conoscono ma ignorano sia conservato qui. E' il tris d' assi della Galleria Nazionale dell' Umbria che dal 1 luglio riapre al pubblico dopo un anno di lavori da cinque milioni di euro con un nuovo allestimento dei suoi tesori. Una collezione arricchita da tanti jolly, dal senese Duccio di Boninsegna ad Arnolfo di Cambio, Gentile da Fabriano, Beato Angelico, Benozzo Gozzoli, Pinturicchio, Luca Signorelli, i caravaggeschi fino al barocco di Pietro da Cortona e Bernini. E la novità della sala dedicata al contemporaneo con Gerardo Dottori, Pietro Dorazio e due tele di Alberto Burri.
    ''E' una storia dell' arte quasi completa'', commenta compiaciuto il direttore Marco Pierini. Alleggerire è stata la parola d' ordine degli interventi. Il numero delle opere esposte è passato da 280 a 235, togliendo pezzi 'ripetiviti' del Cinquecento e integrando con lavori dai depositi o ottenuti in comodato anche dall' estero. Il bianco delle pareti dà ora nuova luce agli ambienti. Ma l' operazione di restyling non è stata facile. ''Abbiamo allestito nel peggior momento possibile prima per la pandemia e poi per la guerra - spiega all' ANSA il direttore - perché oltre al blocco dei lavori sono aumentati i prezzi di tutti i materiali e i tempi delle forniture si sono dilatati. Pensavamo di riuscire a completare i lavori in nove mesi, ne abbiamo impiegati 12''. Il risultato premia gli sforzi.
    Il visitatore segue ora un percorso obbligato nelle 39 sale della Galleria in cui si snoda il racconto che comincia con le sculture di Arnolfo di Cambio e Nicola Pisano e i bronzi della Fontana Maggiore della città. Segue ''l' azzardo'' contemporaneo voluto da Pierini affidando allo scultore Vittorio Corsini la ricostruzione delle due vetrate perdute di San Costanzo e San Lorenzo nella Cappella dei Priori, affrescata da Benedetto Bonfigli tra il 1450 e il 1470 con la 'fotografia' della Perugia dell' epoca. La prima delle due sale - prima erano sette - dedicate a Pietro Vannucci, il Perugino, che il direttore definisce scherzosamente 'il pittore noioso più divertente del mondo'', accoglie le sue opere giovanili, con la Pietà del Farneto, datata 1472, la sua prima conosciuta, le Tavolette di San Bernardino, l' Adorazione dei Magi, e la celebre Annunciazione Ranieri. Un' altra chicca, è la stupenda sala dai grandi finestroni lasciata vuota perché si guardi verso l' alto per ammirare gli affreschi e il soffitto prezioso. A rendere orgoglioso il direttore è il sistema ''unico al mondo, pensato da noi e realizzato dalla ditta Arguzia di Benevento'', che grazie a un braccio meccanico su una base di acciaio consente a di allontanare senza sforzo dal muro le molte opere su tavola di grandi e medie dimensioni per controllare e intervenire facilmente sul retro. Sulla parete di uno dei corridoi l' artista Roberto Paci d'Alò ha tracciato sul percorso del Tevere la 'linea del tempo' del territorio, dal 1236 data della prima opera esposta in galleria, al 1961, prima marcia della Pace promossa dal filosofo Aldo Capitini, antifascista e antesignano della non violenza vissuto nel palazzo. Ecco poi la sala con le copie delle opere di Raffaello, che dal 1502 al 1506 fu a Perugia e realizzò capolavori, tra cui la Deposizione Baglioni, oggi alla Galleria Borghese, a Roma, perché il cardinale Scipione Borghese nel 1608 la fece rubare dalla Chiesa di San Francesco al Prato. A Pierini piace ricordare che la Galleria è l' unico museo nazionale nato civico e ospitato in un palazzo sede del comune. Al primo piano c' è l' ufficio del sindaco e si riunisce il consiglio, e questo spiega il legame così forte con i perugini. Il 2019, l' ultimo anno da considerare prima dell' emergenza Covid, ha segnato il picco di 98 mila spettatori.
    ''Nel 2023, lo dico con un po' di sfrontatezza, puntiamo a 120-130 mila persone - si augura il direttore - anche perché sarà tutto per il Perugino. Celebreremo il quinto centenario della sua nascita con una grande mostra''. (ANSA).

Segnalazione web a cura di Giuseppe Serrone - Turismo Culturale

Umbria natura acqua minerale itinerari Umbria regina delle acque

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Borghi ricchi di fascino e di testimonianze storiche ed una ricca tradizione enogastronomica, fanno dell'Umbria una meta particolarmente apprezzata dai viaggiatori che possono contare su veri e propri tesori tutti italiani immersi in una cornice paesaggistica di rara bellezza. Gli scenari che avvolgono le splendide località della regione sono una fonte inesauribile di preziosi ambienti naturali fatti di morbide colline, alte montagne e folti boschi ricchi di specie botaniche. Non a caso, parte del territorio della regione è tutelato da un magnificoParco Nazionale, quello dei Monti Sibillini che si estende a cavallo dell'Umbria e delle Marche. Proprio questa ricchezza naturalistica fa dell'Umbria anche una terra ricchissima di ottime acque che nascono dai monti e sgorgano purissime in diverse zone della regione.

Buona parte di esse vengono imbottigliate e distribuite in tutta Italia da SIAMI – Le Acque dell'Umbria.
Gubbio è senza ombra di dubbio uno dei borghi più belli e rinomati della regione. Sorge ai piedi del monte Ingino in una vallata incorniciata da una corona montuosa ricca di boschi, oliveti e vigneti. Ed è proprio da queste splendide montagne, meta di escursionisti ed amanti del trekking, che sgorga un'acqua oligominerale che, grazie alla natura del territorio, vanta una grande purezza, leggerezza e ricchezza di sali minerali. L'acqua Rugiada, dunque, rappresenta un altro dei preziosi tesori di Gubbio e viene imbottigliata, presso lo stabilimento locale, anche sotto il marchio commerciale Lieve.

Sono proprio i Monti Sibillini ad offrire due delle acque umbre più ricche di proprietà benefiche. Nel cuore del Parco, in Valnerina, da un bacino profondo viene captata l'acqua Viva, considerata un simbolo della cultura e della storia delle popolazioni che vivono sull'Appennino. La vallata, solcata dal fiume Nera, sfoggia una natura lussureggiante che custodisce preziosi ambienti naturali, cornice ideale per lunghe passeggiate ed escursioni all'aria aperta con tutta la famiglia. Da un altro profondo bacino idrico proviene anche l'acqua Misia, un'oligominerale che nasce da antiche fonti adiacenti ai Monti Sibillini. Dopo un lunghissimo percorso sotterraneo, durante il quale si arricchisce di preziose componenti, sgorga purissima ai piedi del crinale dove sorge il paese di Ponte, nel Comune di Cerreto di Spoleto.

Nella conca in cui il Nera confluisce con il Vigi sorge l'impianto di SIAMI, dove le Acque dell'Umbria vengono imbottigliate per essere distribuite in tutto il Paese. Non esiste cornice migliore per uno stabilimento di acque minerali. L'intera zona, infatti, è da sempre vocata al culto e alla raccolta delle acque come testimoniano le vestigia delle stazioni termali romane e antiche lapidi rinvenute sul territorio.

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Il Museo dell'Emigrazione italiana racconta una parte importante della nostra storia e cultura

New York

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I fenomeni migratori sono sempre esistiti. Anzi, sono alla base dell'evoluzione umana. Oggi il tema è ampiamente dibattuto, e occupa molto spazio nell'agenda politica di ogni nazione. In Italia, l'argomento è caldo, caldissimo, e spesso chi si accende particolarmente quando afferma che il fenomeno migratorio verso l'Europa va arrestato, dimentica di discendere da un popolo che è emigrato massicciamente, a più riprese. La storia dell'emigrazione italiana è complessa, e non si dovrebbe dimenticarla tanto facilmente: è per mantenere viva la memoria che in Umbria, a Gualdo Tadino, è nato il Museo Regionale dell'Emigrazione Pietro Conti, luogo espositivo ma anche centro di ricerca. 

Il museo nasce per valorizzare il patrimonio storico, culturale e umano dei grandi esodi migratori nostrani. Dalla fine dell'800 si stima che siano partite ben 27 milioni di persone solo dall'Italia. Siamo stati noi gli 'extracomunitari', gli 'invasori' di Stati Uniti, Canada, Brasile, Argentina, e anche di Francia, Svizzera, Germania. E l'integrazione non è sempre stata rose e fiori, anzi. Grazie a coinvolgenti proiezioni video (il museo si avvale dell'esclusivo materiale documentario di Rai Teche e della Radio Televisione della Svizzera Italiana) si può percorrere a ritroso la vicenda di molti nostri antenati.

L'arrivo, il viaggio, la partenza sono raccontati in tre fasi attraverso immagini, documenti e racconti di persone che provenivano da tutte le regioni italiane. Il percorso espositivo è un racconto corale, che parla di addii, nostalgie, difficoltà a mantenere le proprie radici e difficoltà ad inserirsi in un nuovo contesto, tutt'altro che ospitale. Un luogo di memoria, intitolato a Pietro Conti, primo Presidente della Regione dell'Umbria. La popolazione umbra, sebbene nelle prime ondate migratorie partecipasse con numeri trascurabili, arrivò ad essere la settima regione in Italia per partenze tra il 1911 e il 1913. E Gualdo Tadino, insieme ai comuni della fascia dorsale appenninica, è stata protagonista di questa importante vicenda storica e umana.

Secondo la Fondazione Paolo Cresci, che ha messo online una sorta di 'museo virtuale' dell'emigrazione italiana, gli emigrati italiani - considerando una media delle varie ondate - erano prevelentamente originari di Veneto, della Campania, della Sicilia, della Lombardia, del Piemonte e della Calabria. L'eredità degli Italiani emigrati si traduce oggi in numeri piuttosto precisi se si calcolano gli 'oriundi' attualmente presenti nei cinque continenti, ovvero i discendenti degli italiani, che in alcuni paesi costituiscono percentuali altissime della popolazione.

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Cosa rende speciali le maioliche di Deruta

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Sono oltre cinque secoli che la bella cittadina di Deruta, in provincia di Perugia, incanta con le sue preziose creazioni in maiolica la cui tradizione si fonda su tecniche ed abilità antiche che vengono ancora oggi tramandate di generazione in generazione ed insegnate presso le qualificate scuole specializzate.

LA TRADIZIONE
Ricostruire le origini della lavorazione della ceramica derutese non è semplice. Ma, in base alle testimonianze e ai reperti giunti sino ai nostri giorni, è stato possibile stabilire che sin dal medioevo, ed in particolare tra il XV e il XVII secolo, l'attività produttiva è stata sempre fiorente, seppure con qualche periodo di flessione nel XVIII secolo. Ancora oggi le ceramiche derutesi rappresentano uno dei fiori all'occhiello della produzione artigianale umbra e non solo. Gli artigiani locali erano soliti produrre essenzialmente manufatti destinati all'uso quotidiano che, soprattuto in origine, erano caratterizzati da decorazioni semplici basate su combinazioni di pochi colori. Nel corso del tempo, invece, stili e tecniche si evolsero per venire incontro ai nuovi gusti e alle nuove esigenze. Fu così che, per soddisfare le richieste dei nobili clienti italiani e stranieri gli abili artigiani derutesi si specializzarono nella realizzazione di piatti da pompa, destinati alle occasioni importanti, coppe amatorie, impagliate e stemmi nobiliari recanti un ricco repertorio di decorazioni con figure femminili, scene mitologiche, temi allegorici, motivi geometrici, disegni floreali, battaglie e immagini sacre dettagliate e variopinte. Per tenere viva la lunga tradizione ceramica la Scuola d'Arte Ceramica, nel centro storico del paese, si propone come un importante polo di formazione per gli allievi ai quali vengono forniti preziosi strumenti per l'apprendimento delle principali tecniche produttive attraverso corsi di Decorazione, Foggiatura, Tecnologia, Restauro, Raku.

LE CARATTERISTICHE
I manufatti derutesi sono realizzati con differenti tipi di argille impiegate per l'impasto che si differenziano l’un l’altra a seconda dei processi termici, il rivestimento e le tecniche di fabbricazione utilizzate. Si possono reperire sul mercato creazioni, ad esempio, in argilla rossa, porcellana e terraglia. A Deruta, però, il materiale più diffuso è la maiolica, ossia terracotta rivestita di smalto bianco o colorato a copertura della superficie porosa. Il “biscotto” così ottenuto viene, po, dipinto, decorato e spruzzato di vetro liquido in modo da assicurare che i colori rimangano brillanti e resistenti prima di passare per la seconda cottura.

IL TERRITORIO
Per scoprire ed approfondire i più interessanti segreti sulla produzione delle ceramiche derutesi l'appuntamento è presso il Museo Regionale della Ceramica, ospitato all'interno dell'ex Convento di San Francesco, nato nel 1898 da un'idea del notaio Francesco Briganti che fondò il "Museo artistico pei lavoranti in maiolica". Durante la visita è possibile ammirare oltre 6000 oggetti prodotti dal Medioevo fino Novecento disposti in ordine cronologico in un percorso espositivo che si sviluppa in 14 sale disposte su tre livelli. Il museo, inoltre, custodisce il prezioso pavimento della chiesa di San Francesco di Deruta, considerato uno dei più pregevoli esempi della produzione locale.

GLI INDIRIZZI
Per ammirare le produzione di una delle aziende storiche di Deruta vale la pena concedersi una sosta presso la sede della Ditta Ubaldo Grazia, la cui fondazione risale al XVI secolo. A testimonianza della qualità della produzione, l'azienda è stata inserita dal ‘The Economist’ nella lista delle più rilevanti attività a conduzione familiare ancora operanti. Al suo interno, inoltre, è stato allestito nel 2001 il Museo Grazia con ben 690 opere esposte attraverso le quali ricostruire la storia, le origini e l’evoluzione della produzione della famiglia. Tra le aziende di spicco della tradizione derutese spicca, inoltre, la produzione di Sambuco, specializzata nelle creazioni a tema religioso. Presso la U.Grazia Maioliche di Deruta, infine, è possibile prendere parte ad interessanti corsi di pittura su maiolica.

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segnalazione web a cura di Giuseppe Serrone

Viaggio tra i siti Unesco d’Italia, l'Umbria alla scoperta di Assisi e dei luoghi francescani, tutelati per l’alto valore artistico e culturale

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ASSISI - Due sono i siti che l’Unesco ha individuato in Umbria e che ha inserito tra i beni dell’umanità: Assisi e i luoghi legati a san Francesco, che tutela dal 2000, e dal 2011 la basilica di san Salvatore di Spoleto e il tempietto del Clitunno a Campello, come luoghi del potere dei Longobardi.
La città di Assisi, la chiesa di san Damiano, l’Eremo delle Carceri, il santuario di Rivotorto, la basilica di santa Maria degli Angeli e palazzo del capitano sono meraviglie storiche, artistiche e architettoniche da preservare. Meta ogni anno di milioni di pellegrini provenienti da tutto il mondo, Assisi è il luogo di nascita di Francesco, il celebre santo e patrono d’Italia, dove ebbe origine l’ordine dei frati minori. Tutto nella città umbra riconduce al Santo: fin dal Medioevo la storia di Assisi è associata al culto e alla diffusione del movimento francescano e alla trasmissione del suo messaggio universale di pace e di tolleranza. Religiosi, viaggiatori e turisti visitano ogni anno la città umbra, trasformata in un maestoso santuario all’aperto, e percorrono ogni anno la strada francescana che parte proprio dalla basilica dove riposa il Santo e dove Giotto raffigurò mirabilmente la sua vicenda umana e spirituale. La basilica, eccezionale esempio di complesso architettonico, ospita due chiese sovrapposte, quella inferiore del 1228 e quella superiore del 1253, e una cripta, scavata nel 1818 con la tomba del Santo, dove riposano le spoglie in un semplice sarcofago poggiato sulla roccia. Dal luogo sacro si passeggia verso il centro o lungo le mura cittadine, tra vie medioevali e scalette ricche di romantici scorci con panorami mozzafiato sulla vallata umbra. Fanno parte del patrimonio anche la chiesa di santa Chiara del XIII secolo, fondatrice dell’ordine delle Clarisse, il duomo di san Rufino, con una facciata del XIII secolo, la chiesa di san Pietro del XIII secolo, santa Maria Maggiore e la Chiesa Nuova del 1615. Tappa fondamentale per avvicinarsi alla vita del Santo è la chiesa di san Damiano, dove avvenne la conversione del giovane Francesco davanti a un grande crocifisso, che oggi si trova nella Cappella delle reliquie di santa Chiara e dove intorno al 1226 scrisse il celebre poema Cantico delle Creature. Altro simbolo della spiritualità francescana e sito tutelato è la Porziuncola, piccola cappella fondata nel IV secolo da alcuni pellegrini di ritorno da Gerusalemme, racchiusa nella basilica di santa Maria degli Angeli, a circa 5 chilometri da Assisi, dove il frate umbro costituì il primo convento stabile dell’ordine francescano. Qui accanto, la sera del 3 ottobre 1226, il frate morì in una semplice capanna che divenne la Cappella del Transito, trasformata nel 1569 in basilica per volere di papa Pio V. La visita dei luoghi sacri dedicati al frate umbro deve contemplare anche un pellegrinaggio alla basilica di santa Chiara, la fondatrice dell’Ordine delle Clarisse, e all’Eremo delle Carceri, immerso tra le querce, i casolari e gli eremi solitari del monte Subasio, a circa 4 chilometri dalla cinta muraria dove il Santo si ritirava in meditazione.
A Spoleto la basilica di san Salvatore, capolavoro d’architettura sacra antica, è temporaneamente chiusa al pubblico ma dal portone principale è possibile sbirciare all’interno e ammirare le tre navate e gli affreschi dell’abside.
Non lontano, a Campitello del Clitunno, invece, è possibile visitare un artistico tempietto, preso a modello dai maestri rinascimentali come luoghi del potere dei Longobardi. Si tratta di una piccola chiesa a forma di tempio corinzio su un’antica struttura romana. L’aspetto più interessante del tempietto è la sua suggestiva posizione, già descritta da Plinio il Giovane come un luogo coperto da “antichi e ombrosi cipressi ai cui piedi scaturisce una fonte che forma un laghetto”. All’interno, cui si accede da due scalinate laterali, ospita un’abside decorata e affrescata.

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All'Umbria 'Oscar' del turismo web


Puntando su tradizione e innovazione, cordialità e comfort, l'Umbria del turismo riesce a far presa sugli utenti del web. Tanto da risultare la regione italiana più "accogliente", con un sentiment positivo pari al 94,7 per cento, e la terza tra quelle "più amate dagli stranieri", con l'87,5% di recensioni positive. "La qualità delle strutture ricettive umbre, il contatto umano e personale che sanno proporre, l'enogastronomia, il paesaggio e l'ambiente formano un mix ideale" ha sottolineato il vicepresidente della Regione e assessore al Turismo Fabio Paparelli.
Dati e riconoscimenti che arrivano da Ttg Incontri di Rimini, la più grande fiera del settore del turismo B2B, nell'ambito della quale si è tenuta la seconda edizione del premio Italia destinazione digitale, organizzato da Travel Appeal, la startup partecipata da H-FARM che monitora e analizza in tempo reale i dati online del settore travel dedicati agli operatori del turismo. "Oscar" assegnati dopo una delle più grandi analisi mai compiute su come è percepita e quindi recensita online l'offerta turistica italiana dai viaggiatori e dagli utenti di tutto il mondo. Sono state infatti prese in considerazione ed elaborate a livello semantico, grazie al sistema di intelligenza artificiale di Travel Appeal, oltre 7 milioni di recensioni online (un milione in più rispetto alla prima edizione del premio) apparse sui canali Booking.com, Tripadvisor, Expedia, Google e relative a più di 200 mila strutture ricettive tra alberghiere, extralberghiere e appartamenti (+85% rispetto all'analisi del 2016). Sei le regioni premiate e tra loro l'Umbria, come "la più accogliente".
Paparelli ha sottolineato come il premio sia "frutto di un grande lavoro di squadra portato avanti dagli operatori del comparto con il sostegno della Regione che in questi anni ha predisposto dei bandi ad hoc per migliorare l'offerta turistica elevandone la qualità dei servizi".
"Anche sul piano delle politiche per il turismo - ha sottolineato il vice presidente della Regione - siamo impegnati per migliorare la qualità dell'offerta ricettiva. La nuova legge regionale e la strategia dell'accoglienza a essa legata sarà calata sulle esigenze del singolo soggetto. Puntando appunto su tradizione e innovazione".
Riguardo al 'podio' ottenuto tra le regioni più amate dagli stranieri, Paparelli ha sottolineato che "l'Umbria si conferma anche in questo ambito". Inghilterra, Germania, Paesi Bassi e Stati Uniti dove il cuore verde d'Italia risulta più apprezzato.

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Federalberghi lancia #emozionialcentro

PERUGIA - Una campagna social, e non solo, per il rilancio del turismo nel cuore dell'Italia colpito dal sisma. E' il progetto #emozionialcentro, per "rammentare al Paese che la provincia di Rieti e le regioni Abruzzo, Marche ed Umbria sono pronte per accogliere i turisti, con un’offerta caratterizzata da una straordinaria attrattività".
"Le emozioni che vivi, non tenerle per te: condividile con tutti. Scegli dal generatore un'immagine che ti piace e condividila con l'hashtag #emozionialcentro. Fai sapere che hai vissuto un'emozione al Centro", recita lo slogan dell'iniziativa, promossa da Ferdalberghi e ItalyHotels.
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