FELTRINELLI 1+1  IBS.IT
Visualizzazione post con etichetta Unesco. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta Unesco. Mostra tutti i post

Valletta ottiene il premio ACTA per il miglior Sito Estero Unesco

 

In occasione di TourismA, il salone dell’Archeologia e del Turismo Culturale di Firenze, il GIST Gruppo Italiano Stampa Turistica ha consegnato gli Archaelogical and Cultural Tourism Award, nominando Valletta, la capita di Malta, miglior sito estero Unesco.

Il premio è stato assegnato a Valletta con la seguente motivazione: “La capitale di Malta è una città dal fascino millenario, crocevia di dominazioni, ma che sin dalla sua fondazione nel 1566 da parte dei Cavalieri di San Giovanni, è stata testimone di numerosi progetti di ricostruzione, diventando di fatto una città in continuo divenire. Pensata nel XVI secolo come creazione olistica del tardo Rinascimento, con una pianta a griglia uniforme all’interno di mura fortificate e bastionate, è attualmente protagonista di progetti firmati da archistar mondiali, come il Valletta City Gate, curato da Renzo Piano che riqualifica l’intera area di ingresso a Valletta. L’obiettivo principale di questi interventi è quello di riportare in primo piano il patrimonio storico e architettonico e creare nuovi spazi culturali e civici. La città si è trasformata inoltre in uno dei maggiori attrattori di turismo culturale, anche grazie al fatto di essere stata ripetutamente scelta come set cinematografico di vari colossal internazionali”.

“Valletta è una gemma nel cuore del Mediterraneo: con la sua architettura unica, la sua ricca storia e la sua frizzante atmosfera, è un’icona del patrimonio culturale di Malta. È una capitale europea imperdibile per chi cerca un viaggio che mescoli cultura, bellezza e autenticità, e lo status di Patrimonio dell’Umanità Unesco testimonia il suo ruolo di custode di un’eredità straordinaria. Sono orgogliosa di ritirare questo premio che una volta di più avvalora la preziosità di una città di immenso valore culturale quale è Valletta. Il riconoscimento gratifica anche gli investimenti fatti da Malta Tourism Authority volti al riposizionamento della destinazione come meta culturale e mette in evidenza la capacità di innovazione ed evoluzione che contraddistingue Malta. Con l’apertura della prima Biennale d’Arte di Malta il prossimo 15 marzo, l’Arcipelago rafforza la sua posizione nella classifica delle mete culturali internazionali. Con questa occasione sarà riaperto, dopo una ristrutturazione lunga quasi una decade, il Palazzo del Gran Maestro uno dei monumenti simbolo della storia di Valletta”, ha detto Ester Tamasi, Direttore Malta Tourism Authority Italia, ritirando il premio.

travelnostop.com


Patrimonio Unesco, l'Italia punta sui monasteri benedettini

 
I monasteri benedettini italiani nel patrimonio dell’Unesco? A questa candidatura punta e lavora il ministero della Cultura per il 2026, aprendo il dossier per inserire nella prestigiosa lista gli “Insediamenti benedettini altomedievali in Italia”. Dal monastero di Subiaco a quello di Montecassino e poi San Vincenzo al Volturno, San Pietro al Monte a Civate, Sacra di San Michele, San Vittore alle Chiuse di Genga, Sant'Angelo in Formis e Santa Maria di Farfa.

Otto realtà paesaggistiche e monumentali in sei regioni italiane (Piemonte, Lombardia, Lazio, Marche, Molise, Campania), che insistono in dieci comuni (Capua (CE), Cassino (FR), Castel San Vincenzo (IS), Civate (LE), Fara in Sabina (RI), Genga (AN), Rocchetta a Volturno (IS), S. Ambrogio (TO), Subiaco (RM), Chiusa San Michele (TO).

A promuovere la candidatura la Fondazione Comunitaria del Lecchese insieme al Comitato scientifico, che ha condotto alla selezione di questi straordinari complessi monastici. Il progetto di candidatura mira a testimoniare la nascita del fenomeno benedettino in connessione con l’evoluzione dell’architettura religiosa, con la trasmissione del sapere in Europa. Dopo la riunione di coordinamento, a cura dell’Ufficio Unesco del ministero del 31 maggio 2023, è stato elaborato il dossier per la verifica preliminare da parte degli organismi consultivi dell’Unesco (Icomos per i siti culturali) inviato a Parigi a settembre 2023. Nell’ambito di questa procedura il gruppo di lavoro, coordinato dall’Ufficio Unesco, sta predisponendo gli approfondimenti richiesti. Il percorso di candidatura condiviso con gli organi politici prevede l’invio a Parigi del dossier completo nel 2026 per la valutazione finale nel Comitato del Patrimonio Mondiale del 2027.

«È una richiesta che abbiamo sostenuto con convinzione fin dal primo momento – ha detto il ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano, presenziando oggi a un incontro a Roma per fare il punto sul dossier, con tutti i rappresentanti territoriali e i responsabili dei siti -. I monasteri sono parte integrante e attiva della nostra identità. Sono luoghi che nei secoli hanno rappresentato elementi centrali della vita dei territori e delle comunità italiane. Ogni monastero è stato un faro di cultura che ha trasmesso una grande storia e, inoltre, sono scrigni di arte e bellezza. Per questo è doveroso sostenere questa aspirazione».

avvenire.it

Questo straordinario complesso monastico d'Italia si candida come Sito UNESCO. Ecco quale è

 I Monasteri di Subiaco, tra cui il Sacro Speco e il Monastero di Santa Scolastica, sono stati nominati come candidati UNESCO. Questo riconoscimento celebra il ricco patrimonio monastico benedettino e la loro influenza nella storia europea. Scopriamo il loro valore storico e culturale.


Il Sacro Speco è il luogo dove San Benedetto di Norcia meditò e scrisse la celebre “Regola” benedettina, un documento che ha influenzato profondamente la vita monastica. Qui, il Santo trascorse tre anni in preghiera, dando vita alla regola “Ora Et Labora,” che sottolinea l’equilibrio tra preghiera e lavoro. Questo sito rappresenta un importante tassello nella storia della spiritualità cristiana.

Monastero di Santa Scolastica: un altro gioiello benedettino

Accanto al Sacro Speco, il Monastero di Santa Scolastica si presenta come un altro simbolo dell’eredità benedettina. Questo monastero è stato fondato da Santa Scolastica, sorella di San Benedetto, e continua a essere un luogo di preghiera e riflessione. La sua storia e la sua architettura contribuiscono al ricco patrimonio monastico della regione.

Un patrimonio da tutelare: altri monasteri candidati

Oltre ai monasteri, che rappresentano indubbiamente anche delle attrazioni di Subiaco, anche altri monasteri benedettini italiani sono stati proposti come siti UNESCO. Questa iniziativa è stata guidata dalla consapevolezza dell’importanza universale del monachesimo e del suo impatto sulla storia e la cultura europea. La famosa Abbazia di Montecassino, Farfa, San Vincenzo in Volturno, San Michele alle Chiuse, San Vittore alle Chiuse, Sant’Angelo in Formis e San Pietro al Monte a Civate sono alcuni degli altri monasteri inclusi in questa nomination. Essi rappresentano una selezione significativa di insediamenti monastici benedettini e il paesaggio circostante che li circonda.

La “Regola” di San Benedetto: un pilastro culturale

Un elemento fondamentale che ha portato a questa decisione è la “Regola” scritta da San Benedetto da Norcia per la vita comunitaria. Questa regola ha avuto un profondo impatto sulla formazione intellettuale delle popolazioni europee e sullo sviluppo del loro patrimonio artistico. I monaci benedettini, attraverso i loro insediamenti, hanno contribuito a creare esempi concreti di paesaggio culturale e sviluppo sostenibile.

Equilibrio tra ambiente, lavoro e preghiera

L’attenzione dedicata al monachesimo benedettino si basa anche sulla capacità dei monaci di integrare ambiente, lavoro e preghiera. Fin dai primi insediamenti medievali in Italia, i monaci benedettini hanno sviluppato un sistema di gestione delle risorse e di organizzazione amministrativa che ha lasciato un’impronta indelebile nei territori in cui si sono stabiliti.

Il futuro: passaggi verso l’UNESCO

La comunità benedettina di Subiaco accoglie con entusiasmo questa nomination, che rappresenta un riconoscimento al loro contributo alla costruzione dell’Europa sia dal punto di vista spirituale che culturale. L’Abate di Subiaco, Dom Mauro Meacci, sottolinea l’importanza di questa nomination e la visibilità aggiuntiva che porterà ai loro monasteri e ai siti di Subiaco in generale.

Il percorso del complesso monastico della Valle dell’Aniene verso l’ottenimento dello status UNESCO è ancora in corso. Dopo una serie di passaggi, la candidatura sarà ufficialmente trasmessa al Centro per il Patrimonio Mondiale UNESCO entro febbraio 2026. Questa nomination rappresenta un passo significativo nella preservazione e nella promozione del patrimonio benedettino e del suo profondo significato storico e culturale per l’Europa e il mondo intero.

Voloscontato

TURISMO, ENIT AL FIANCO DEI PATRIMONI UNESCO ITALIANI PER LA MACCHINA DI SANTA ROSA ATTESI MIGLIAIA DI TURISTI DEVOTI

Enit continua a sostenere i territori italiani e i comuni che rappresentano l’impalcatura identitaria dell’Italia riconosciuta anche tra i siti Unesco.

A settembre torno con una partnership speciale con il Sodalizio dei Facchini di Santa Rosa per unire il turismo culturale con quello religioso attraverso Un evento unico che restituisce uno spaccato d’Italia da far conoscere al mondo.

La macchina è dedicata alla patrona della città di Viterbo, appunto Santa Rosa. È l'avvenimento principale dell'anno cittadino, capace di catalizzare e monopolizzare l'attenzione dell'intera città e di attirare un sempre maggiore numero di turisti.

I Facchini, vestiti nella tradizionale divisa bianca con fascia rossa alla vita (il bianco simboleggia la purezza di spirito della patrona, il rosso i cardinali che nel 1258 traslarono il suo corpo), si recano in Comune dove ricevono i saluti delle autorità cittadine, poi vanno in visita a sette chiese del centro, infine in ritiro al convento dei Cappuccini, dove il capofacchino impartisce loro le ultime indicazioni sul trasporto.

Il sole tramonta circa un'ora prima del trasporto e la città si immerge nel buio della sera (tutte le luci pubbliche e private sono rigorosamente spente), con l'improvviso sfolgorare del gigantesco campanile che squarcia le tenebre.

Verso le ore 20 i Facchini, preceduti da una banda musicale (la banda di Vejano) che intona il loro inno (intitolato Quella sera del 3), partendo dal Santuario di Santa Rosa percorrono a ritroso il tragitto della Macchina, acclamati dalla folla, fino a raggiungere la Chiesa di S. Sisto, presso Porta Romana, accanto alla "mossa". Qui viene impartita loro dal vescovo la cosiddetta benedizione in articulo mortis, che prende in considerazione eventuali incidenti e pericoli.


“Enit non si sottrae mai alla promozione capillare dei territori, cercando di dare slancio e vigore agli appuntamenti della tradizione espressione dell’Italianità e del modo di vivere nostrano. Il folklore consente di diffondere i valori e la portata dell’ecosistema turistico poliedrico della nostra Penisola. Il turismo religioso è uno dei segmenti al centro della promozione turistica e sta regalando flussi sempre crescenti” dichiara Sandro Pappalardo consigliere Enit


“Quest’anno le celebrazioni saranno ancora più coinvolgenti con la partecipazione di Enit in prima linea a sostenere la promozione nazionale e internazionale di un evento già noto a livello globale ma che grazie ad una partnership con l’Agenzia Nazionale del Turismo e le proprie sede può amplificare i confini e la conoscibilità“ commenta Massimo Mecarini presidente Sodalizio Facchini di Santa Rosa.

fonte: comunicato stampa enit

Vicino/lontano, una mostra per 50 anni della Convenzione Unesco

ROMA - Un uomo che osserva la sua terra, tra le terrazze verticali dove si coltivano cipolle ad Argapura, in Indonesia. La meraviglia della storica Moschea della città di Bagerhat, in Bangladesh, al mattino, quando sembra specchiarsi nell'acqua.

Il cero di Nostra Signora di Nazareth nella città di Belém, in Brasile. La resilienza negli occhi di due bimbe dai capelli rossi, sulle spalle di papà, a Baffa, in Pakistan. E poi Roma con il corteo che sfila davanti al Colosseo per il 31/o anniversario dell'indipendenza dell'Ucraina, nei giorni dell'invasione dell'esercito russo. È un viaggio alla scoperta del patrimonio culturale e naturale dell'immigrazione in Italia la mostra Vicino/lontano, in programma a Roma dal 28 ottobre al 27 novembre per il 50/o anniversario della Convenzione Unesco sulla Protezione del Patrimonio Mondiale culturale e naturale, distribuita tra Palazzo delle Esposizioni e quattro Biblioteche di Roma Capitale: l'Europea a Piazza Fiume, Ennio Flaiano al Tufello, Pier Paolo Pasolini a Spinaceto, Enzo Tortora a Testaccio.

"La mostra è nata per festeggiare i 50 anni della Convenzione, ma questo non è un momento che si presta a grandi celebrazioni con due Paesi Unesco in guerra e le forze armate in Ucraina", dice il presidente della Commissione Nazionale italiana, Franco Bernabè. "L'Unesco - ricorda - è stata costituita per accordo internazionale nel '45, subito dopo la seconda guerra mondiale, perché proprio la cultura, le scienze, la bellezza, ci ricordassero di non cadere nello stesso errore". Oltre alla Convenzione per il patrimonio culturale e naturale del 1972, "nel 2003 - prosegue - è nata anche la Convenzione per il Patrimonio immateriale e nel 2005 per la molteplicità delle culture, così da salvaguardare il patrimonio nella sua interezza". Annullate dunque le celebrazioni inizialmente previste a Firenze, per il 50/o "abbiamo pensato, nel Paese con più siti, di raccontare l'apporto di culture diverse" che arrivano "con le migrazioni in Italia". "La mostra - anticipa il presidente Azienda Speciale Palaexpo, Marco Delogu - girerà in molte altre occasioni. Ieri l'ambasciatore ucraino l'ha vista e si è commosso davanti al muro di foto del suo Paese". In tutto, oltre 400 scatti nelle diverse sedi, realizzati da fotografi provenienti dai Paesi con il maggior flusso migratorio verso l'Italia, che hanno raccontato attraverso le immagini il patrimonio culturale e naturale del loro territorio d'origine. Un dialogo con le fotografie istituzionali dei siti Unesco che corre lungo il filo di cinque macro temi: gli insediamenti umani e i movimenti dei popoli; la spiritualità; feste, celebrazioni, artigianato, cibo ed espressioni artistiche; l'ambiente naturale, geo e bio diversità; e i ritratti.

"Il Mediterraneo conta solo il 2% delle acque del globo, però è circondato da una molteplicità di popoli, culture, scienze diverse - commenta il direttore dell'Istituto di studi sul Mediterraneo del Cnr, Salvatore Capasso - Tra le emergenze, le migrazioni sono un elemento fondamentale, ma più che emergenze per me sono opportunità. I Paesi, le economie, si sviluppano perché le persone si muovono, da un territorio all'altro, da un settore all'altro". Non a caso, "i Paesi oggi più sviluppati, dagli Usa all'Australia, sono così perché hanno ricevuto anche il contributo degli italiani. In Italia poi - conclude - in 10 anni abbiamo perso 400 mila nuovi nati. La migrazione è un elemento necessario". Ad accompagnare la mostra, anche un calendario di incontri ed approfondimenti.

Ansa

YEMEN LE CELEBRI TORRI SONO PATRIMONIO UNESCO Piogge torrenziali sgretolano gli edifici storici di Sana'a

Un uomo ispeziona un edificio protetto dall’Unesco nel centro storico di Sana’a (nella foto Ansa). Piogge torrenziali hanno colpito lo Yemen nelle ultime due settimane, causando danni a dozzine di edifici e strade. Almeno cinque edifici storici a torre a più piani nel centro di Sana’a sono crollati.
avvenire


Nasce Unesco ResiliArt a sostegno della cultura. Artisti, intellettuali e creativi per strategie di intervento

  © ANSA

L'Unesco, di fronte all'emergenza coronavirus che ha colpito duramente anche il settore della cultura, ha fondato il movimento globale Unesco ResiliArt "per sostenere la cultura, per salvaguardare il patrimonio culturale e dare voce ad artisti, intellettuali e creativi, attraverso il ruolo resiliente della cultura".

Per l'Unesco "l'arte è resiliente e per questo sarà in grado di sviluppare strumenti volti ad aiutare gli artisti a superare questa crisi epocale, mostrando al mondo che la creatività è inarrestabile". La pandemia "ha colpito duramente le industrie culturali e creative: dietro ogni concerto cancellato, festival posticipato, e dietro ai cinema, alle librerie, ai teatri chiusi, ci sono innumerevoli artisti e professionisti che hanno perso il loro reddito. Tuttavia, chi lavora nel mondo della cultura si trova inevitabilmente a pensare soluzioni creative, perché l'arte è resiliente". Unesco ResiliArt, quindi, "si pone l'ambizioso obiettivo di individuare una strategia di intervento, facendo luce sullo stato attuale delle industrie creative attraverso una discussione globale con i principali professionisti del settore, catturando idee, proposte, programmi culturali, voci di resilienza da parte di artisti sia affermati che emergenti".

ansa

Viaggio tra i siti Unesco d’Italia, la Campania Da Napoli a Caserta, ecco i sei siti patrimonio dell’umanità

null © Ansa

L’itinerario alla scoperta delle bellezze naturali, archeologiche e storico-artistiche della Campania che l’Unesco ha premiato con 6 siti considerati patrimonio dell’umanità parte dal capoluogo Napoli, che dal 1995 è tutelato e sorvegliato dall’organizzazione internazionale: Capodimonte con il parco e la reggia, Castel Sant’Elmo, la certosa di san Martino, la villa e il parco Floridiana, Villa Rosebery e il comune, il reale orto botanico, Marechiaro e i distretti di Villa Manzo e del Casale. 
Napoli è una delle città più antiche d’Europa, il cui tessuto urbano conserva gli elementi della sua lunga e movimentata storia. La disposizione a griglia rettangolare dell’antica fondazione greca è ancora riconoscibile nel tessuto urbano del centro storico, ma la storia della città è soprattutto legata al mare e al porto, che le ha conferito un importante ruolo culturale. Napoli, infatti, ha esercitato notevoli influenze soprattutto nell’architettura, espressa nei suoi antichi forti, nelle chiese e nei palazzi patrocinati dalle famiglie nobili. Il centro storico, diviso in due dalla celebre strada Spaccanapoli, rappresenta il nucleo più antico della città, fondata nel VI secolo a.C. con il nome di Neapolis. Culla delle correnti artistiche di ogni epoca, occupa 17 chilometri quadrati e accoglie numerosi quartieri, tra cui Avvocata, Montecalvario, Mercato, Stella, San Carlo all’Arena, Chiaia, Vicarìa e parte delle colline del Vomero e di Posillipo. Il motivo per cui tutta questa vasta area è stata dichiarata patrimonio dell’umanità è per la ricchezza senza uguali del tessuto urbano, degli edifici e delle strade che conservano e testimoniano una storia millenaria ricca di eventi, che ha visto succedersi e incrociarsi popoli e culture provenienti da tutta Europa. Nel centro storico abbondano obelischi, monasteri, chiostri, musei, catacombe, statue, monumenti, palazzi storici e numerosi scavi archeologici, sia all’aperto sia sotterranei. Della storia greca restano oggi solo alcune mura difensive, mentre sono più numerose le testimonianze d’epoca romana: i resti del teatro antico, delle catacombe e vari reperti, alcuni visibili nei musei e altri nelle zone archeologiche della città, tra cui l’area di san Lorenzo Maggiore. D’epoca svevo–normanna, invece, è l’edificio più celebre e simbolo della città: Castel dell’Ovo. Costruito nel I secolo a.C. sull’isolotto di Megaride come villa di Lucio Licinio Lucullo, il sito cambiò diverse volte funzione e aspetto nel corso dei secoli, fino all’arrivo di Ruggiero il Normanno che, conquistando Napoli nel XII secolo, fece del maniero la propria residenza. Da allora la fortezza subì numerose trasformazioni, soprattutto durante il periodo angioino e quello aragonese, fino a giungere allo stato in cui si presenta oggi. Il castello, annesso allo storico rione di santa Lucia, è visitabile e al suo interno si svolgono mostre, convegni e manifestazioni durante tutto l’anno. Al periodo successivo di dominazione spagnola, dal XV al XVII secolo, risalgono invece gli altri due castelli simbolo della città: Castel Nuovo o Maschio Angioino e Castel Capuano. Sempre in quel periodo vennero innalzate le mura difensive e costruiti il convento di sant’Agostino degli Scalzi, il Collegio dei Gesuiti di Capodimonte e il bellissimo palazzo reale che con la basilica di san Francesco di Paola incornicia la celebre piazza del Plebiscito. Oggi l’edificio ospita la biblioteca nazionale Vittorio Emanuele III. Durante il governo dei Borbone venne ingrandito il porto e vennero risanati alcuni borghi attorno al centro storico; è in quel periodo che vennero decorati gli interni dei palazzi reali e delle residenze nobiliari, molti dei quali oggi trasformati in musei e centri culturali.
Uscendo da Napoli la bellezza della Costiera amalfitana non poteva passare inosservata: è entrata nel prestigioso elenco dell’Unesco nel 1997 con 12 borghi di grande valore culturale e paesaggistico come i terrazzamenti di frutteti di Amalfi e di Ravello, le ville romane di Minori e di Positano del I secolo d.C. e i manufatti in ceramica di Vietri sul Mare. Della costiera l’Unesco volle tutelare il suo “meraviglioso esempio di paesaggio mediterraneo con straordinario valore naturale e culturale”. La costa, lunga una trentina di chilometri, è punteggiata da alberi di limoni, da chiazze di buganvillea viola e porpora che colorano i borghi, gli anfratti rocciosi, gli archi, le grotte e le rupi scoscese, che come passaggi verticali uniscono il cielo e il mare. Il litorale è uno spettacolo per il colore del Tirreno, giada e turchese, e delle case arrampicate sui monti; per le baie e le grotte che si aprono all’improvviso; per gli scorci sui Faraglioni e sulle tozze e gialle torri che vegliano dall’acqua; per i piccoli borghi di pescatori scolpiti nella roccia e per i terrazzamenti di vigneti. E’ il tratto di costa che ha incantato artisti, intellettuali, personaggi celebri del cinema e del teatro e che ogni volta che lo si percorre regala scorci sempre nuovi.
Delimitato dalla litoranea 163 Amalfitana, piena di angoli bellissimi che mozzano il fiato a ogni curva, la Costiera è piacevole da percorrere anche via mare noleggiando un’imbarcazione dal porto di Positano, dominato dalla chiesa di santa Maria Assunta con il tetto maiolicato, e navigare lungo la costa. Positano si raggiunge comodamente da Napoli con gli aliscafi o i traghetti che partono più volte durante la giornata. Dal mare si scoprono anfratti rocciosi, punteggiati da ville lussuose, grotte e piccole spiaggette nascoste, delimitate dalle torri cinquecentesche che difendevano la costa dagli attacchi dei saraceni e che oggi sono state trasformate quasi tutte in abitazioni private. Sotto l’arco del ponte che sostiene la statale, alto 28 metri, la montagna si apre e l’acqua del mare entra nel fiordo di Furore, scenografica insenatura con una manciata di case, aggrappate al dirupo. Subito dopo la grotta dello Smeraldo nell’incantevole baia di Conca dei Marini si arriva ad Amalfi, la più antica Repubblica marinara d’Italia e incantevole borgo che s’innalza con le sue case bianche, circondato da spiagge morbide e archi naturali. Nella cittadina merita una visita la cattedrale dedicata a sant’Andrea, incastonata nel centro storico: risale al IX secolo, quando la Repubblica era una potenza commerciale, e offre l’incantevole chiostro Paradiso del Duecento dove spesso si tengono concerti. Proseguendo nella navigazione si arriva davanti alla baia di Atrani, suggestivo borgo-presepe stretto tra il mare e le pareti rocciose e, adagiato su uno sperone, l’incantevole borgo di Ravello: i suoi belvedere e le terrazze di villa Rufolo e Cimbrone, dalle quali si ammira un panorama mozzafiato, incantarono tanti artisti, tra cui Greta Garbo e Richard Wagner in onore del quale, ogni anno, d’estate si svolge il Festival internazionale di musica. E poi, lungo la costa, si scoprono Maiori, borgo incantevole con una spiaggia a mezzaluna e la collegiata di santa Maria a Mare; Cetara, antico borgo di marinai e pescatori, e Vietri sul Mare, città etrusca e romana, famosa in tutto il mondo per il suo artigianato della ceramica, in particolare per le mattonelle dipinte con temi religiosi.
Importante e quasi scontata è la tutela dell’Unesco alle ricche aree archeologiche di Pompei ed Ercolano che, insieme all’area di Torre Annunziata, offrono un quadro preciso della vita quotidiana dell’antica Roma. Qui – Pompei con la Villa dei Misteri, Ercolano con la Villa dei Papiri, il teatro romano, e le ville di Torre Annunziata – il tempo si è fermato all’eruzione del Vesuvio del 79 d.C., quando tutto è stato sepolto dalla lava. Seppellite e protette per secoli sotto la cenere, gli scavi archeologici hanno portato alla luce – e ancora lo continuano a fare – le antiche città romane con le domus decorate, le botteghe, i teatri, gli uffici pubblici, numerosi luoghi sacri, tra cui le necropoli, e le strade perfettamente lastricate. Oggi si passeggia tra sculture, mosaici e pitture murali, case, templi, teatri e terme risalenti a più di duemila anni fa.
Sempre nel 1997 l’Unesco inserì tra i beni da proteggere anche la maestosa Reggia barocca di Caserta, progettata da Luigi Vanvitelli su incarico di Carlo III di Borbone nel XVIII secolo. Il complesso monumentale fu voluto per rivaleggiare con le regge di Versailles e de La Granja di Madrid: il risultato, sebbene non fosse come quello voluto in origine da Carlo III, era un grandioso palazzo con il suo parco di 120 ettari, i giardini, un’area naturale, i padiglioni di caccia e un complesso industriale per la produzione della seta. Rientrano nella tutela anche l’acquedotto Carolino, che alimenta le fontane del parco, e il complesso di san Leucio, tappa fondamentale della cultura settecentesca e dello sviluppo industriale e tecnologico del territorio campano. Il Belvedere di san Leucio è oggi la sede del Museo della seta, all’interno del quale si possono ammirare alcuni antichi telai e macchinari originali per la filatura della seta.
Sono protetti dall’Unesco come riserva della Biosfera anche il parco nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni con i siti archeologici di Paestum e Velia. A Padula, nel Vallo di Diano, c’è anche la certosa di san Lorenzo, considerata il più grande complesso monastico dell’Italia meridionale. Paestum, l’antica città greca di Poiseidonia, fondata alla fine del VII secolo a.C. e dedicata a Poseidone, dio del mare, conserva ancora oggi alcuni templi dorici. Velia, in greco Elea, nacque nel 540 a.C. e conserva nell’area dell’acropoli i resti di un tempio ionico, del teatro risalente al III secolo a.C. e delle terme di Adriano del II secolo d.C. Qui fiorì una scuola filosofica presocratica molto importante con Parmenide come fondatore e Zenone come illustre discepolo.
Infine vanno segnalate anche la pizza napoletana e le macchine dei santi inserite dall’Unesco nell’elenco del patrimonio immateriale dell’umanità.
ansa

LE COLLINE DEL PROSECCO DA OGGI SONO PATRIMONIO UNESCO

MOAVERO E ZAIA, 'VALORE UNICO DI CONEGLIANO E VALDOBBIADENE' "Le colline del prosecco" di Conegliano e Valdobbiadene "da oggi sono Patrimonio Mondiale dell'Umanità dell'Unesco. Grazie alla loro bellezza paesaggistica, culturale, agricola unica e al gran lavoro promozionale di squadra del sistema-Paese". Lo annunciano su Twitter il ministro degli Esteri, Enzo Moavero Milanesi e il presidente della regione Veneto Luca Zaia. La proclamazione è avvenuta oggi a Baku (Azerbaigian), in occasione della 43° sessione del Comitato del Patrimonio mondiale Unesco, con delibera unanime dei 21 Stati membri del Comitato, a conferma dell'alta qualità della candidatura italiana. 
ansa

SITI UNESCO, LA SICILIA OSPITA IL PROGETTO CHE METTE IN RETE 5 REGIONI DEL SUD ITALIA PER LA VALORIZZAZIONE DEI TERRITORI

Da oggi al 5 settembre invasioni digitali, approfondimenti
e suggestioni di teatromusica con il Festival Experience



Da oggi, domenica 2 a mercoledì 5 settembre, la Sicilia ospiterà il PROGETTO RETE SITI UNESCOelaborato dall’Associazione Province UNESCO Sud Italia e promosso dall’Upi (Unione delle Province d’Italia).
Dopo la presentazione ufficiale a Matera, in Basilicata, lo scorso 18 luglio, e le tappe in Puglia, Campania e Sardegna, è la volta della Sicilia accogliere il progetto nato con l’obiettivo di dar vita ad una rete tra i territori del Sud Italia che ospitano un sito UNESCO, per promuovere, a partire dalla capacità attrattiva del brand UNESCO, e attraverso l’utilizzo delle nuove tecnologie, l’insieme delle risorse paesaggistiche, culturali, enogastronomiche di tali territori in un’offerta turistica unica e integrata.

Interessati 14 siti Unesco del Meridione: i Sassi e il Parco delle Chiese Rupestri di Matera (MT), la Costiera Amalfitana (SA), il Parco Nazionale del Cilento e Vallo di Diano, con i siti archeologici di Paestum, Velia e la Certosa di Padula (SA), il Complesso monumentale di Santa Sofia (BN), la  Reggia di Caserta del XVIII con il Parco, l'acquedotto Vanvitelli e il Complesso di San Leucio (CE), Palermo arabo-normanna e le cattedrali di Cefalù e Monreale (PA), Siracusa e le necropoli rupestri di Pantalica (SR), le Città tardo barocche del Val di Noto (SR), la villa romana del Casale di Piazza Armerina (EN), l’Area Archeologica su Nuraxi di Barumini  (SU), i trulli  di Alberobello  (BA), Castel del Monte (BT), il santuario Garganico di San Michele a Monte Sant'Angelo (FG), la Foresta Umbra (FG).

Elemento fondamentale del progetto è il Festival Experience, la cui direzione artistica è stata affidata a Gaetano Stella, con la direzione organizzativa di Elena Salzano. Protagonisti i siti del Patrimonio Mondiale dell’Umanità del Sud Italia della Basilicata, Campania, Puglia, Sardegna e Sicilia. Ad ogni spettacolo (tutti ad ingresso gratuito) è stato abbinato un tema, in base anche al luogo in cui sono state ambientate le scene. Si parte, dunque, dal passato di un luogo, dalla sua storia, dalle sue leggende e tradizioni, per poi raccontare il viaggio della civiltà in chiave moderna. Il viaggio della civiltà non viene cristallizzato in una storia già scritta e raccontata, ma prende vita e forma da un presente mutevole e da vivere. Dieci i temi trattati all’interno degli spettacoli del Festival: la fede, la festa, il potere, il mito, l’amore, l’orgoglio, l’arte, la memoria, la libertà e l’origine. Tutti temi legati indissolubilmente alla storia della civiltà, con le sue battaglie, le sue rovinose cadute e le sue coraggiose risalite, con i suoi personaggi storici e mitologici che, in un modo o nell’altro, hanno creato l’uomo di oggi.
In ogni tappa, dunque, protagonisti i siti Unesco presenti sul territorio, con seminari inerenti lo sviluppo turistico e culturale delle aree coinvolte, spettacoli di teatromusica, concerti, convegni, eventi collaterali, invasioni digitali, oltre ad un tour di blogger dell’Associazione Italiana Travel Blogger che raccontano queste cinque regioni italiane attraverso la loro storia, ma con uno sguardo sempre rivolto al presente e al futuro.
All’interno del Progetto si avranno, quindi, delle vere e proprie “invasioni” digitali che riguarderanno le visite guidate di gruppo ai siti UNESCO con invito ai partecipanti di scattare foto e video e diffonderle in maniera virale sui social, con l’utilizzo dell’# ufficiale dell’evento #patrimonidelsud.
 
Questa sera, alle ore 20.30, nella Biblioteca Comunale di Piazza Armerina, si terrà lo spettacolo di teatromusica dal tema “L’orgoglio”. Protagonista “Il siciliano che inventò il jazz”, ovvero l’affascinante e suggestiva storia di Nick La Rocca, tra parole e musica.
 
Per la tappa siciliana del progetto, domani, 3 settembre, alle ore 18, le “invasioni digitali” saranno ambientate nell’antica Siracusa. Armati di smartphone, macchine fotografiche e videocamere, i visitatori potranno condividere la propria passione per far conoscere, attraverso il web, il nostro immenso patrimonio. Un social tour utile a fornire una visione differente e collettivamente costruita dei luoghi della cultura, regalando loro nuova vita.
 
Sempre il 3 settembre, alle ore 21, spettacolo di teatromusica nel Convitto delle Arti di Noto (Sr) con “BaroccoJazz”, Concerto di poesia barocca e musica jazz, un suggestivo spazio senza tempo dove passato e futuro si uniscono; la musica e la poesia, nell’universalità del loro linguaggio, travalicano stili, periodi storici e geografici per parlare al cuore degli uomini di ogni tempo.
 
Il 4 settembre, alle ore 17, nella Sala Consiliare del Comune di Cefalù (Pa), si terrà il seminario dal tema “I Presidi UNESCO: quali fattori di sviluppo turistico e culturale”durante il quale verrà presentata anche la rete "PatrimonidelSud", mirata a costruire il circuito di servizi nel territorio siciliano interessato dai Siti Unesco. Interverranno: il sindaco di Cefalù Rosario Lapunzina, il vescovo di Cefalù Giuseppe Marciante, il sindaco di Palermo Leoluca Orlando e il presidente dell’Associazione Province Unesco Sud Italia, Giuseppe Canfora.
 
Alle ore 21.30, nell’atrio della Scuola Elementare via Giglio Cefalù (Pa), spettacolo di teatromusica dal titolo “Si cunta e s’arricunta…”, dove il tema portante è “La memoria”. Protagonisti, infatti, antichi cunti siciliani per raccontare, tra storia e leggenda, la memoria di un popolo.
 
Ultimo appuntamento in Sicilia il 5 settembre, alle ore 21, nel Palazzo del Governo del Libero Consorzio di Siracusa con lo spettacolo di teatromusica dal titolo “Uomini, idee e musica” – un viaggio verso il nuovo mondo fra sogni, speranze e arte- che rientra nel fitto calendario del Festival Experience. Per tutti gli spettacoli di teatromusica inerenti il Festival Experience, in Sicilia, protagonisti gli attori Elena Parmense e Gaetano Stella, e l’Acustic swing trio con Mauro Carpi (violino), Michele Pantaleo (chitarra), Giacomo Bertuglia (contrabbasso), Antonella Parnasso (voce).


Tra le attività messe in campo per la valorizzazione dei siti Unesco e dei territori ad essi collegati, meritano particolare attenzione anche il Portale www.unesconet.eu e la virtual app card.
Il Portale è un contenitore di servizi e di informazioni che rispondono concretamente alle esigenze del turista; consente la visita virtuale ai luoghi Unesco, la conoscenza delle caratteristiche e peculiarità dei territori, la costruzione di itinerari personalizzati e l’accesso ad altri servizi.
La virtual app card, invece, è una card turistica virtuale integrata che dà diritto a un sistema integrato di agevolazioni, quali sconti, promozioni, e dà visibilità agli operatori che hanno aderito alla rete. In tal modo il turista potrà optare per soluzioni integrate (ricettività, tempo libero, trasporto locale, acquisto di prodotti tipici, visite ai siti) con la possibilità di predeterminare in anticipo le risorse di cui vuole godere e la migliore combinazione di agevolazioni per l’accesso.
Il progetto, dopo il ricco calendario in Sicilia, si concluderà in Basilicata il prossimo 14 settembre.

“Desidero, anche, in qualità di Responsabile della Comunicazione, - sottolinea Filippo Spallina, Responsabile Attività Operative Comunicazione e Disseminazione del Progetto Rete Siti Unesco -  ringraziare preliminarmente tutti coloro che hanno contribuito fattivamente sia a livello istituzionale che come società aggiudicatrici delle relative gare previste dal Progetto per aver consentito in tempi ristretti l’espletamento di un progetto la cui attuazione era prevista originariamente nell’arco di due anni e che invece si sta realizzando in pochi mesi.
Il progetto ha avuto la preziosa quanto sinergica collaborazione di Associazioni di Categoria degli Imprenditori e in particolare del settore turistico, alberghiero, della ristorazione, della cultura e dei servizi commerciali in genere.  Un segmento fondamentale del Progetto è il Festival Experience che in questi giorni vedrà protagonisti i Siti Unesco proprio della regione Sicilia. Infatti, si svolgeranno diverse manifestazioni/eventi presso il Libero Consorzio Comunale di Siracusa, il Comune di Noto ed il Libero Consorzio Comunale di Enna. L’organizzazione degli eventi è avvenuta di concerto con la Società Ediguida Srl. Tanti gli appuntamenti che si terranno in questa tappa siciliana. Tra gli altri, a Cefalù, il 4 settembre, si svolgerà il seminario “I Presidi Unesco quali fattori di sviluppo turistico e culturale”. Saranno presenti i sindaci dell’Itinerario Arabo Normanno: il sindaco Metropolitano, Leoluca Orlando, il sindaco di Cefalù, Rosario Lapunzina, il sindaco Monreale, Piero Capizzi, il presidente dell’Associazione Province Unesco Sud Italia, Giuseppe Canfora e altri sindaci del territorio della Città Metropolitana di Palermo. Sono stati, altresì, invitati l’assessore Regionale del Turismo, dello Sport e dello Spettacolo, Sandro Pappalardo, l’assessore regionale dei Beni Culturali e dell'Identità Siciliana, Sebastiano Tusa, il Prefetto, Antonella De Miro, il Vescovo di Cefalù e altre autorità e rappresentanti delle Associazioni di categoria sia dell’Imprese che dei Consumatori". 

“La costituzione del progetto Rete Siti Unesco e la promozione del Festival Experience all’interno delle sue bellezze, – sostiene il sindaco di Ventimiglia di Sicilia, Antonio Rini - è la conferma di un cammino dei territori che costruiscono il proprio futuro in ragione dello sviluppo economico culturale e sociale, partendo dalle proprie radici. L’inserimento dell’itinerario Palermo Arabo Normanno come Patrimonio dell’umanità, ha aiutato cittadini e operatori ad una sana presa di coscienza prestando attenzione ai crescenti flussi turistici che costituiscono la conferma che, partendo dalla propria storia, è possibile coniugare cultura, futuro e sviluppo economico”.

"Con il riconoscimento della World Heritage List dell'Unesco, - sottolinea Andrea Cusumano, assessore alla Cultura, Beni Culturali del Comune di Palermo - l'itinerario Arabo-Normanno di Palermo Cefalù e Monreale è diventato ancor più fortemente simbolo di quell’ideale di bellezza che unisce i popoli e sollecita la costruzione di un mondo di pace. La dimensione sincretica del nostro patrimonio monumentale ha consentito di ricostruire una narrazione su Palermo come città dell’accoglienza e del dialogo tra le culture, riportandoci al centro dell’attenzione internazionale. Capitale della Cultura e Manifesta, proseguendo in questo solco, rappresentano l’impegno che la città sta sostenendo per imporre autorevolmente la propria voce su temi d'importanza globale come la mobilità internazionale ed i cambiamenti climatici. Questo il senso più profondo del cambiamento culturale a cui ha contribuito il riconoscimento Unesco, a cui va certamente aggiunto una maggior attenzione alla cura del nostro patrimonio materiale ed una crescita significativa del settore turistico".

"L’equilibrio tra protezione della natura e tutela dei beni culturali – illustra Antonella Fucile, Capo Settore pubblica istruzione, servizi sociali, cultura e sport Libero Consorzio Comunale di Siracusa - rappresenta una continua interazione tra l’uomo e la natura, spesso in antitesi e conflitto. Le cronache quotidiane ci raccontano di quanto difficile sia il mantenimento di questa armonia ed evidenziano come sia importante conoscere ogni bene rispettandone la cornice civile e politica. Con il progetto "Rete Siti Unesco" i territori del Sud Italia hanno messo al centro i loro "gioielli di famiglia", i siti UNESCO, portatori di esperienza di vita, costumi, linguaggi diversi, per creare, attraverso la passione della civiltà del passato, occasioni di incontro e di dialogo, superando le differenze e diffondendo una cultura comune nell’unicità che i siti rappresentano”.

“Il Festival Experience - sottolinea Vincenzo Garbo, assessore alle Politiche culturali del Comune di Cefalù - può essere una opportunità per analizzare l’importanza dei siti Unesco come fattore di sviluppo dei territori. Elemento assai importante, specialmente in Sicilia e nel Meridione d’Italia. La sfida che ci attende è fare del riconoscimento Unesco dei nostri siti, tra i quali “Palermo arabo- normanna e le cattedrali di Cefalù e Monreale” una occasione per incrementare il turismo culturale, in maniera tale da puntare su un target che consenta la progressiva destagionalizzazione dei flussi turistici. L’auspicio è che si possano incrementare le sinergie tra gli Enti di governance del territorio, istituzioni culturali e operatori del settore della ricettività turistica. In tal senso i segnali sono incoraggianti. Occorre continuare a lavorare in questa direzione”.  


“Siamo molto contenti – dice l’assessore al Turismo del Comune di NotoGiusi Solerte – che la nostra città sia stata scelta per ospitare la tappa di un appuntamento che coinvolge tutto il Sud Italia, zona che ospita un grande numero di Siti Unesco. Sarà l’occasione per uno scambio culturale e per la creazione di un sistema di rete per la valorizzazione dell’enorme patrimonio artistico che accomuna i territori coinvolti, guardando anche alle ricadute in termini economici e all’indotto portato da politiche che puntano sul turismo esperienziale e culturale. È una straordinaria opportunità per la nostra città,  di confronto ma anche e soprattutto di messa in campo delle best practice in tema di turismo esperienziale e  valorizzazione delle  risorse artistiche e architettoniche, accompagnato dalla matura consapevolezza che la sinergia tra i diversi siti Unesco, possa realizzare compiutamente la virtuosa  promozione di un vasto territorio, senza perdersi in sterili campanilismi, con una offerta variegata ed esaustiva in grado di soddisfare la richiesta del viaggiatore esigente, che vuole immergersi nel territorio e sentirsi parte della storia di esso, respirare le sensazioni ed emozioni della tradizione locale, segno di un genius loci che va preservato, tutelato e diffuso".

segnalazione web a cura di Giuseppe Serrone
Turismo Culturale
turismoculturale@simail.it

A Palermo la storia del Castello a mare



PALERMO - Il 27 maggio 1860 le artiglierie del Castello a mare e delle navi borboniche in rada vomitarono su Palermo fuoco e morte. Il compianto Rosario La Duca ha dedicato numerose pagine al baluardo posto all'imboccatura del porto, carcere dalle oscure segrete, sede vicereale e poi dell'Inquisizione. Forse per la sua storia, nel 1922, il forte venne distrutto fra l'indifferenza generale per far posto all'ampliamento del porto. Solo qualche voce di intellettuale si levò alta in difesa. Grazie all'impegno di storici, architetti e archeologi, primo fra tutti proprio La Duca, da un ventennio il sito dove sorgeva è sede di ricerche per riportare alla luce le consistenti fabbriche superstiti, fra cui spicca la torre aragonese. "Il Castello a mare, un poderoso baluardo difensivo nel porto di Palermo" è il titolo della mostra documentaria, allestita nel cortile Maqueda del Palazzo reale, dedicata al Castello attraverso i secoli. Un'iniziativa che conduce al convegno del prossimo luglio di Unesco Sicilia con l'obiettivo di ottenere un ampliamento del percorso arabo-normanno. Il Castello a mare è, infatti, con le chiese della Magione e della Maddalena e il castello di Maredolce e la Cuba, fra i principali candidati ad entrare nell'itinerario della World Heritage List, anche perché il Molo Sammuzzo sarà il nuovo hub delle grandi navi da crociera e il Castello potrebbe così diventare l'apertura del percorso arabo normanno dal mare. La mostra, su progetto di Marco Failla, è divisa in cinque sezioni accompagnate da un esaustivo repertorio iconografico.
    Nelle prime tre sono illustrate le vicende storiche e architettoniche del Castello a mare dalle origini fino al suo recupero; la quarta sezione descrive lo stato attuale; l'ultima offre ipotetiche proposte di fruizione che raccontano virtualmente il sito futuro. Il Castello a Mare è già documentato nel XII secolo come Castrum inferior, per distinguerlo dal Castrum superior (il Palazzo Reale). Era costituito da un impianto con alte torri collegate da cortine murarie, che racchiudevano un baglio; un primo ampliamento è datato XV secolo sotto Ferdinando il Cattolico. Utilizzato come dimora dei vicerè di Sicilia dal 1517 al 1553, il Castello fu rafforzato dal Ferramolino. Nel 1860 fu incamerato dallo Stato italiano, venne adibito a caserma del Regio Esercito d'Italia (Caserma Orsini) fino al 1922 quando venne raso al suolo.
    Quarant'anni dopo l'area con i resti del Castello a mare passò all'Ente autonomo del porto. Nel frattempo, il cemento e le costruzioni abusive avevano coperto le tracce dell'ex fortezza.
    Fino agli anni '80, quando fu iniziato il recupero dell'area, riportando alla luce le antiche strutture del castello, che dal 2009 è stato riaperto al pubblico. Nell'anno di Palermo Capitale Italiana della Cultura, la mostra è promossa dal Comitato del sito seriale Unesco "Palermo arabo-normanna e le Cattedrali di Cefalù e Monreale", realizzata dalla Fondazione Patrimonio Unesco Sicilia con il Lions Club Palermo Host. All'inaugurazione interverranno l'assessore regionale ai Beni Culturali Sebastiano Tusa, il direttore della Fondazione Federico II, Patrizia Monterosso, il direttore della Fondazione Unesco Sicilia Aurelio Angelini, Francesco Montemagno (Lions Sicilia), Francesco Bertolino a capo della Commissione Cultura del Comune di Palermo, Marilena Volpes, già direttore generale dell'assessorato regionale ai Beni Culturali e l'attuale direttore generale, Sergio Alessandro. La mostra è aperta fino al 3 luglio.

Concerti ed eventi in 19 siti Unesco e luoghi del "Patrimonio mondiale dell'umanità" di 10 regioni

 © ANSA

CASERTA - Concerti ed eventi in 19 siti Unesco e luoghi del "Patrimonio mondiale dell'umanità" di 10 regioni, dalla Reggia di Caserta al Sacro Monte di Varallo Sesia, dall'Orto Botanico a Padova al Nuraghe di Tanca Manna a Nuoro.
Parte il 28 aprile e dura fino al 1 maggio Unesco in Musica che vanta manifestazioni in Piemonte, Lombardia, Veneto, Emilia Romagna, Toscana, Marche, Puglia, Sicilia, Sardegna e Campania, anche in vista dell'International Jazz Day del 30 aprile. Il progetto è coordinato dall'associazione I-Jazz, col supporto del Mibact, in collaborazione con l'associazione Italiana Giovani per l'Unesco, la Federazione Il Jazz Italiano, l'Istituto Italiano di Cultura a Parigi, il Comune di Pomigliano d'Arco, la Reggia di Caserta e l'Associazione Spazio Musica.
Pomigliano Jazz (www.pomiglianojazz.com), che è tra i promotori di I-Jazz e referente per la Campania, ha programmato due giornate di iniziative. Domenica 29 aprile alle 17.30 nella Cappella Palatina della Reggia di Caserta con il duo Diálektos composto dalla cantante partenopea Maria Pia De Vito e il pianista britannico Huw Warren. Lunedì 30, invece, a Pomigliano d'Arco (NA) va in scena R.A.M. (random access music), progetto che vede insieme Flavio Guidotti (synth, elettronica), Aldo Capasso (basso elettrico, synth) e Massimo Del Pezzo (batteria), con ospiti Gamino e gli allievi della scuola Spazio Musica, che ospiterà il live set, anticipato alle 17.30 da proiezioni di film e video, ascolto guidato di vinili e presentazione di cd.


ansa

Alla scoperta dei nuovi siti patrimonio Unesco

GULANGYU (CINA) - Nel mondo sono oltre un migliaio i patrimoni dell’umanità, e ogni anno l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l'Educazione, la Scienza e la Cultura riceve svariate decine di candidature per nuovi siti. Per essere selezionato, il sito deve essere di inestimabile valore e rientrare almeno in uno dei dieci rigidi criteri richiesti. Quest’anno l’Unesco ha annunciato 21 nuovi siti patrimonio dell’umanità, di cui 3 naturali e 18 culturali, disseminati in vari angoli del pianeta, dai ghiacci della Groenlandia al deserto del Kalahari, dalle Ande ai templi cambogiani.
Per celebrare l’introduzione di queste nuove meraviglie culturali e naturali,Booking.com ha selezionato alcuni dei siti più straordinari, a volte situati in zone piuttosto remote, ma sempre nei pressi di una struttura in cui poter soggiornare.
Los Alerces National Park (Argentina)
Il parco nazionale di Los Alerces sorge sulle Ande, nella provincia argentina di Chubut ed è una delle nuove aree naturalistiche protette dall’UNESCO. Il nome deriva dai numerosi “alberi alerce” che lo popolano, in un paesaggio composto da vaste foreste, prati alpini e meravigliosi fiumi e laghi. Il parco ospita anche diverse specie in via di estinzione, come la lontra provocax, lo huemul della Patagonia e il cervo puda puda.
Dove soggiornare: Laguna Larga Lodge Lago Futalaufquen - Il Laguna Larga Lodge è situato in una tenuta di 120 ettari all’interno del parco nazionale, a poco meno di 5 km dallo splendido lago di Futalaufquen e a pochi passi dal lago di Laguna Larga. 

Zona del tempio di Sambor Prei Kuk, sito archeologico dell’antica Ishanapura (Cambogia)
Isanapura era la capitale del regno di Chenla, fiorito tra la fine del VI e l’inizio del VII secolo. Oggi è ancora possibile ammirare le rovine di decine di templi ed edifici presso il sito archeologico di Sambor Prei Kuk nella provincia di Kompong Thom. L’architettura e l’arte che si svilupparono in questi luoghi posero le basi per l’inconfondibile stile Khmer del periodo Angkor, che si riconosce nei templi a forma ottagonale e nei colonnati, architravi e frontoni meravigliosamente decorati. 
Dove soggiornare: Sambor Village Hotel Kompong Thom - Affacciato sul pittoresco fiume Stung Sen, il Sambor Village Hotel sorge a meno di 600 metri dal centro di Kompong Thom e a 40 minuti in auto da Sambor Prei Kuk. Secondo i viaggiatori di Booking.com, questo è l’hotel con il miglior rapporto qualità-prezzo a Kompong Thom.

Gulangy, uno storico insediamento internazionale (Cina)
Isoletta situata nell’estuario del fiume Chiu-lung, al largo della costa dello Xiamen, Gulangyu vide arrivare i primi visitatori stranieri nel 1842, quando il porto di Xiamen fu aperto al commercio internazionale, e nel 1903 divenne addirittura un insediamento internazionale. Questo scambio culturale è visibile negli eccezionali stili architettonici dell’isola, come l’Amoy Deco. Con oltre 10 milioni di visitatori all’anno, Gulangyu è una nota meta turistica ed è raggiungibile in traghetto dal centro di Xiamen in soli 5 minuti. L’accesso ad auto e biciclette è vietato.
Dove soggiornare: Flower Yard Inn Xiamen Gulangyu Anhai Garden Branch. Situata a Guilangyu, a meno di 2 km dal porticciolo dei traghetti di Huangu, questa locanda si trova a non più di 4 km dal tempio di Nanputuo, che può essere visitato con una delle escursioni organizzate dallo staff. E' una delle strutture con le migliori recensioni degli ospiti per la posizione.

Taputapuātea (Polinesia francese)
Taputapuātea è un comune della Polinesia francese che si estende sulla parte orientale dell’isola di Ra’iatea. È considerato il centro del triangolo polinesiano ed è formata da Avera, Puohine e Opoa, dove si può ammirare il “marae”, luogo sacro che rappresenta un centro cerimoniale, politico e funerario per il popolo Ma’ohi. Fondato 1000 anni prima dell’era volgare e restaurato nel 1994, consiste di un ampio cortile pavimentato e affacciato sul mare, di una grande pietra verticale e di diversi tiki. È uno dei marae più grandi e importanti del mondo.
Dove soggiornare: Fare Oviri Lodge Opoa - Il Fare Oviri Lodge affaccia sulla propria spiaggia privata e offre bungalow in stile polinesiano con patio privato e una splendida vista sulle montagne e sul mare. La struttura ha ottime recensioni per la gentilezza dello staff! L’Oviri Lodge dista poco meno di 5 km dal marae di Taputapuātea.

Cattedrale e Monastero dell’Assunzione sull’isola-città di Sviyazhsk (Russia)
Sviyazhsk è un’isola e una città della Repubblica del Tatarstan, in Russia, fondata nel 1551 da Ivan il Terribile e utilizzata come avamposto per la sua conquista del Kazan Khanate. In origine non era un’isola, ma quando fu creato il Bacino di Samara, i terreni tutt’intorno furono inondati. Esiste tuttavia una strada che ancora collega Sviyazhsk alla terraferma. Sull’isola si trovano la Cattedrale e il Monastero dell’Assunzione, entrambi risalenti al XVI secolo. La cattedrale è caratterizzata da affreschi originali, tra gli esempi più rari di pittura muraria ortodossa orientale.
Dove soggiornare: Hotel Complex Dejavu Innopolis  - L’Innopolis Hotel Complex Dejavu si trova a Innopolis, un parco tecnologico che ha acquisito lo status di città nel 2014. Situato a 30 minuti in auto da Sviyazhsk e Kazan, è apprezzato particolarmente per la posizione.

Paesaggio Culturale del Khomani (Sud Africa)
Il Paesaggio Culturale del Khomani si trova nel deserto del Kalahari, nell’Africa meridionale, ai confini con la Namibia e il Botswana. Il popolo nomade ǂKhomani San fu il primo a insediarsi in Sudafrica e imparò ad adattarsi alle dure condizioni climatiche del deserto e ad altre caratteristiche geografiche dell’ambiente. Imperdibile una visita al Kalahari Gemsbok National Park per farsi un’idea del Paesaggio Culturale del Khomani.
Dove soggiornare: Xaus Lodge, Parco transfrontaliero Kgalagadi - Lo Xaus Lodge si trova nel Kalahari Gemsbok National Park, che fa parte del Parco transfrontaliero Kgalagadi. Il lodge è proprietà di alcune comunità autoctone sudafricane e gli chalet sono progettati secondo il modello delle dimore tradizionali e una vista sulle diverse specie animali nell’acqua. È possibile esplorare la vegetazione circostante o visitare il villaggio del popolo San. Gli ospiti di Booking.com hanno apprezzato la gentilezza dello staff.

ansa

Visitdolomites.com, meraviglie a misura di turista

L'aria tersa e il cielo blu che sembra più vicino, le terrazze panoramiche, i profili sempre diversi delle cime montuose, i laghi limpidi e le ampie valli, i parchi lussureggianti e le aree verdi protette, i rifugi, il cibo genuino ma anche i tanti musei per conoscere le caratteristiche più rilevanti del territorio, tra natura e cultura, geologia ed etnografia, tradizione e innovazione, cultura popolare e storia. Nelle alte quote delle Dolomiti, l'inimitabile arcipelago fossile Patrimonio dell'Umanità condiviso dalle regioni Veneto, Trentino Alto Adige e Friuli Venezia Giulia, ci sono meraviglie uniche al mondo che potranno essere scoperte e visitate in un modo inedito, e completamente a misura di turista: nasce infatti Visitdolomites.com, il nuovo portale web pensato per organizzare fin nei minimi dettagli la propria visita in questo paradiso montano.


Il nuovo portale, frutto del Progetto di Eccellenza "Dolomiti Patrimonio Mondiale dell'Umanità", coordinato dalla Regione del Veneto e disponibile in tre lingue (italiano, inglese e tedesco), è pronto dunque a diventare un efficace strumento di valorizzazione turistica e il riferimento ufficiale e più completo per imparare a conoscere nel modo più appropriato i territori delle Dolomiti. A disposizione del turista infatti un'enorme mole di informazioni utili a organizzare il viaggio a seconda delle proprie esigenze, dei gusti e delle attitiudini, sia che ci si muova da soli o con gli amici, in coppia o con la famiglia. I milioni di visitatori che ogni anno scelgono di scoprire le Dolomiti potranno utilizzare questa 'bussola' per orientarsi al meglio nel territorio, scoprendo le bellezze paesaggistiche di montagne che non smettono di stupire, da un lato apparentemente immobili nelle vette verticali ma sempre mutevoli nei colori della natura, mentre inseguono il trascorrere delle stagioni. 

Torino, patrimonio Unesco: presentata la candidatura della Sacra di San Michele


Non è solo uno dei simboli del monachesimo benedettino, ma è il simbolo del Piemonte da metà degli anni 90. Non solo un elemento dei paesaggi a cavallo tra Torino e la Valle di Susa, la Sacra di San Michele è senza dubbio uno dei monumenti più rappresentativi della Regione che è impegnata da decenni nella sua valorizzazione.

La candidatura del sito come patrimonio Unesco, all'interno di un pacchetto di otto monasteri benedettini in Italia, è un ulteriore tassello di questo percorso. "E per rimarcare l'importanza che ha per noi il sito da un punto di vista culturale e turistico - sottolinea l'assessore alla Cultura, Antonella Parigi - abbiamo fatto la richiesta di far passare la proprietà del bene dal Demanio alla Regione. Il che vuol dire un impegno importante da un punto di vista economico per la sua conservazione e manutenzione".
La candidatura della Sacra dovrebbe arrivare a termine entro cinque anni. "Lo sviluppo del nostro Paese deve passare attraverso una consapevolezza sempre più grande delle radici del territorio", spiega l'assessore alla Cultura della giunta Chiamparino. Assessore che, fresca di nomina, nel 2014 è partita per Doha per la candidatura di Langhe e Roero. "È stato uno di quei momenti in cui si è fieri di rappresentare il paese", dice Parigi.

In prima fila ieri alla presentazione della candidatura anche l'ex assessore Giampiero Leo che ha voluto la Sacra come simbolo del Piemonte. Oltre a Langhe-Roero e Monferrato, i siti già inseriti nella lista Unesco sono tutte le Residenze Sabaude, i Sacri Monti del Piemonte, i siti palafitticoli di Viverone nel Torinese e Mercurago nel Novarese. La Sacra di San Michele non è l'unico sito candidato a diventare Patrimonio dell'Umanità, ma due settimane fa sette Regioni hanno firmato per proporre la Via Francigena. "Sono quattro i percorsi - racconta Parigi - di questi due sono certificati. Uno passa dalla Valle d'Aosta, l'altro dalla Valle di Susa". Altri luoghi del Piemonte che aspirano alla targa Unesco sono la Città di Ivrea come Città Industriale del XX secolo e poi "il tartufo come bene immateriale ". L'assessore alla Cultura ha poi annunciato che il prossimo passaggio sarà chiedere al Demanio di far passare anche la proprietà del Forte di Exilles in capo alla Regione Piemonte.

La candidatura è stata già inserita nella "tentative list", la lista propositiva italiana dei beni da candidare, ed è stata recepita dalla conferenza internazionale Unesco di Parigi ad ottobre 2016. "Il riconoscimento Unesco della Sacra potrà dare risonanza mondiale ad un bene straordinario - dice Parigi - ma anche all'intero territorio piemontese e in particolare alla Valle di Susa il cui paesaggio culturale è storicamente legato alla presenza di altri importanti insediamenti benedettini, in primo luogo Novalesa e San Giusto di Susa".
Per Ruggero Longo, che guida il team di ricerca del processo di candidatura, ideato dalla Fondazione Comunitaria del Lecchese, la Sacra è "un sito seriale - spiega il professore - composto da una serie di monumenti. È uno dei siti emblematici, un'eccellenza del nostro patrimonio culturale. Ha un valore eccezionale ed universale".

Per don Vito Nardin, il padre generale dei Rosminiani, "la candidatura della Sacra come patrimonio Unesco è il culmine di un percorso iniziato 30 anni fa rispetto all'accoglienza" Con padre Giuseppe Bagattini, rettore della Sacra, vive un altro padre rosminiano di origine indiana. "Per noi è un riconoscimento che aumenta la responsabilità della gestione che portiamo avanti da 180 anni. Gioia e responsabilità", dice don Vito Nardin, padre generale dei Rosminiani.E aggiunge: "Il valore religioso è uno degli elementi determinanti di questa candidatura".

torino.repubblica.it