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Vaticano: nasce il mini-sito dedicato alle quattro Basiliche Papali

 

Milano, 22 feb. (askanews) – Nasce oggi il mini-sito “From Tourist to Pilgrim”, con l’obiettivo di accompagnare i fedeli in un cammino alla scoperta delle quattro Basiliche Papali e scoprirsi così “pellegrini” oltreché “turisti”.

Nell’ambito del progetto “Faith Communication in the Digital World” 16 giovani professionisti da 10 paesi diversi selezionati dal Dicastero per la Comunicazione della Santa Sede, hanno potuto scoprire le Basiliche, non solo come monumenti architettonici, ma come testimonianza vivente della nostra fede: “Ci siamo commossi quando abbiamo visitato le Basiliche. Ognuno di noi ha vissuto un coinvolgimento profondo almeno con una di esse. Alcuni di noi hanno persino capito qualcosa di veramente importante per la loro vita – hanno commentato i giovani comunicatori -. Vogliamo che i visitatori vivano la stessa esperienza, ma nel mondo digitale. Più siamo in grado di capire le origini della nostra fede, più siamo in grado di comunicare bene il Messaggio per toccare i cuori delle persone”.

Il mini-sito multilingue è la risposta alla sfida di tradurre questa esperienza in una proposta digitale per far scoprire le Basiliche anche a un pubblico più giovane. Le figure dei santi e degli artisti, la cui vita e le cui opere hanno plasmato questi luoghi simbolici, accolgono chi accede al sito, e lo invitano a “sedersi a tavola con loro”. La tavola come spazio comune di condivisione, non solo di cibo, ma di sguardi, racconti, esperienze, invita dunque a fermarsi un attimo e dedicare del tempo a una breve riflessione.

Il linguaggio principale scelto per trasferire l’esperienza vissuta in prima persona è la voce: gli spazi sacri con le loro opere d’arte sono raccontati da chi frequenta quotidianamente questi luoghi e accoglie i pellegrini: curatori d’arte, responsabili di scavi e restauri, docenti e religiosi, “testimoni” che, con il calore delle loro voci, riescono a comunicare il loro amore per ciò che le quattro Basiliche papali rappresentano.

Così “From Tourist to Pilgrim” diventa anche un podcast con l’idea di accompagnare il pellegrino per mano attraverso i luoghi più significativi del pellegrinaggio romano, con “tappe” e approfondimenti speciali legati agli spot più significativi delle Basiliche: “Quella che al turista può sembrare solo una piazza, agli occhi del pellegrino si trasforma in una tappa, in un itinerario, in un simbolo divino. Queste piccole visite sono pensate per mostrare le bellezze nascoste di Roma, rivelate attraverso la lente del pellegrinaggio”.

Infine, così come i “pellegrini-comunicatori” hanno lasciato le loro testimonianze personali, anche il visitatore del sito è invitato a condividere a sua volta, attraverso i propri account social, la sua esperienza e a lasciare una testimonianza del suo pellegrinaggio, reale o digitale che sia, attraverso l’hashtag #FromTouristToPilgrim. L’auspicio è che, nella prospettiva di un percorso che porterà al Giubileo 2025, questa esperienza contribuisca e sia d’incoraggiamento per rilanciare il racconto della millenaria tradizione di pellegrinaggio “Ad Limina Apostolorum”.

Quaresima ai Musei Vaticani, visita speciale alle opere su Passione e Resurrezione

A partire dal 17 febbraio, i Musei del Papa propongono per sei sabati consecutivi un percorso tematico guidato che avvicini i visitatori alle opere e agli artisti delle collezioni vaticane che più hanno rappresentato, nei secoli, gli episodi della Passione e della Resurrezione del Signore.

Vatican News

A partire dal 17 febbraio, nella ricorrenza del tempo liturgico quaresimale, i Musei del Papa propongono per sei sabati consecutivi una visita guidata speciale lungo un percorso tematico che avvicini i visitatori alle opere e agli artisti delle collezioni vaticane che più hanno rappresentato, nei secoli, gli episodi della Passione e della Resurrezione del Signore.

L’itinerario museale si snoda attraverso le raffigurazioni degli eventi centrali della vita di Gesù, dai sarcofagi dei primi Cristiani, istoriati con immagini della Morte e Resurrezione, ai capolavori custoditi nella Pinacoteca Vaticana: primo fra tutti la Deposizione del Caravaggio e la sua mirabile resa del corpo livido del Cristo morto. Sarà quindi la volta delle Gallerie Superiori e infine, come tappa conclusiva di questo singolare “viaggio”, insieme storico, artistico e spirituale, sarà naturalmente la Cappella Sistina con il trionfo della speranza cristiana che splende nel Giudizio Universale di Michelangelo.

Un’esperienza di visita aperta a tutti, anche alle famiglie con bambini al seguito (età consigliata 6+). Le visite guidate – condotte in lingua italiana o inglese – sono totalmente accessibili alle persone con disabilità sensoriali, motorie e intellettive.


L'evento. Papa Francesco incontra gli artisti nella Cappella Sistina

Venerdì prossimo l'udienza con duecento tra pittori, scultori, architetti, scrittori, musicisti, registi e attori da tutto il mondo. Da Anselm Kiefer a Ken Loach, da Ligabue a Alessandro Baricco

Duecento tra i più importanti artisti da 30 paesi incontreranno papa Francesco nella Cappella Sistina. L'occasione venerdì mattina a 50 anni dall'inaugurazione della Collezione d'Arte Moderna e Contemporanea dei Musei Vaticani.
L'udienza continua una tradizione avviata nel 1964, quando Paolo VI chiese di rinnovare l'amicizia tra la Chiesa e gli artisti. «La volontà del Santo Padre è quella di celebrare il lavoro e la vita degli artisti, evidenziando il loro contributo alla costruzione di un senso di umanità condivisa e alla promozione di valori comuni», si legge in una nota del dicastero per la Cultura e l'Educazione.
Impossibile elencare tutti, tra pittori, scultori, architetti, scrittori, musicisti, registi e attori: si va da Anselm Kiefer, Jean Nouvel, Anish Kapoor, Andres Serrano, Thomas Saraceno, Mario Botta, Rem Koolhaas, Joana Vasconcelos, Doris Salcedo a Ken Loach a Mario Ceroli, Giuseppe Penone, Fabrizio Plessi, Michele De Lucchi, Mimmo Paladino, Raul Gabriel, Nicola Samorì, Andrea Mastrovito, Stefano Arienti... e poi Caetano Veloso, Eric-Emmanuel Schmitt, Valerie Perrin, Amelie Nothomb, Colum McCann, Ferzan Ozpetek, Abel Ferrara, Jhumpa Lahiri, Javier Cercas Nicolò Ammaniti, Roberto Andò, Alessandro Baricco, Marco Bellocchio, Gianrico Carofiglio, Paolo Cognetti, Simone Cristicchi, Alessandro Zaccuri, Giuseppe Lupo, Luca Doninelli, Ludovico Einaudi, Giovanni Sollima, Mariangela Gualtieri, Alessandro Haber, Emilio Isgrò, Nicola Lagioia, Vivian Lamarque, Luciano Ligabue, Mario Martone, Arnoldo Mondadori, Michela Murgia, Mogol, Alice Rohrwacher, Sergio Rubini, Roberto Saviano, Igiaba Scego, Susanna Tamaro, Sandro Veronesi...

L'iniziativa conferma il ruolo del dicastero per la Cultura e l'Educazione come promotore delle relazioni tra la Santa Sede e il mondo della cultura, «privilegiando il dialogo come strumento indispensabile di vero incontro, di reciproca interazione e di arricchimento, affinché i cultori delle arti, della letteratura e della Cultura, in ogni sua forma, si sentano riconosciuti dalla Chiesa come persone al servizio di una sincera ricerca del vero, del bene e del bello».

Il prefetto del dicastero, cardinale José Tolentino de Mendonça, afferma che «abbiamo bisogno di rilanciare l'esperienza della Chiesa come amica degli artisti, interessati alle domande che la contemporaneità ci pone (tanto quelle attuali, pressanti di drammaticità, come quelle così visionarie che indicano nuovi futuri possibili) e disponibili a sviluppare un dialogo più ricco e una crescita della comprensione reciproca». L'evento è organizzato in collaborazione con il Governatorato vaticano, i Musei Vaticani e il dicastero per la Comunicazione.

avvenire.it

Spezie e antiche ceramiche. I Musei Vaticani svelano due nuove sale


La Spezieria di Santa Cecilia in Trastevere e la Sala delle Ceramiche aprono per la prima volta al pubblico. I due ambienti ricchi di fascino e storia sono ora visitabili su prenotazione

I Musei Vaticani si confermano uno scrigno di arte e fede dalle porte aperte. Ancora una volta infatti le collezioni pontificie svelano tesori finora nascosti, custoditi lungo i secoli. Dopo un lungo lavoro di studio, ricerca, restauro e allestimento museale sono infatti vistabili l’antica Spezieria di Santa Cecilia e la Sala delle Ceramiche. Le stanze, da poco musealizzate e accessibili su richiesta, per studio o visita guidata si trovano lungo il percorso di visita che conduce alla Cappella Sistina.

Il complesso dell’antica “Farmacia” proviene dal monastero delle suore benedettine di Santa Cecilia in Trastevere, legato all’adiacente basilica del quale per trent’anni dal 1560 al 1618 fu titolare il cardinale Paolo Emilio Sfondrati. Nel 1936 per evitarne la dispersione l’intero corredo apotecario fu trasferito da Pio XI nella collezione della Biblioteca Apostolica Vaticana. Solo nel 1999 con un Rescritto di san Giovanni Paolo II gli spazi museali della Biblioteca passano ai Musei Vaticani nell’attuale Reparto di Arti Decorative istituito vent'anni fa.

Per chi oggi accede nella sala della Spezieria, il tempo sembra essersi fermato. Armadi, cassettiere, torchi, scatole e vasi apotecari in vetro e ceramica, contenenti spezie, unguenti, rimedi erboristici e preparati officinali si presentano nelle stesse condizioni in cui furono lasciati dalle monache benedettine quando l’attività della Spezieria si interruppe e l'intero corredo venne trasferito in Vaticano. Al centro della stanza domina un mortaio ricavato probabilmente già in epoca medievale da un capitello di età romana.

“Abbiamo restaurato, curato e allestito la Spezieria di Santa Cecilia”, spiega la direttrice dei Musei Vaticani Barbara Jatta, “con l’intento di condividere, di far conoscere la sapienza e l’attenzione delle suore benedettine che attraverso le piante medicinali e le spezie curavano non solo i pontefici, ma tutto il popolo romano”.

vaticannews.va

Vaticano: con turismo di massa possibile perdita identità


Un turismo “sostenibile” e “responsabile” nel quale ci sia spazio anche per “l’accoglienza cristiana”. E’ quanto auspica il Dicastero per l’Evangelizzazione nel Messaggio in occasione della Giornata Mondiale del Turismo, che si celebrerà il 27 settembre.
In particolare monsignor Rino Fisichella, Pro-Prefetto del Dicastero per l’Evangelizzazione, sottolinea che “la Chiesa ha sempre riconosciuto e sostenuto il valore e l’importanza dell’arte, della cultura e della loro salvaguardia perché permettano di conoscere Dio e di mantenere vive le radici cristiane. La via della bellezza è parte integrante della nostra missione di annunciare il Vangelo e di promuovere la crescita spirituale dei credenti. Per questa ragione serve che gli investimenti non mirino solo al turismo di massa, possibile veicolo di perdita di identità culturale e religiosa – scrive Fisichella nel Messaggio -. Al contrario, è opportuno che mentre si concentrano gli investimenti sulle infrastrutture, si promuova la dignità di tutti i lavoratori del settore turistico, così da contribuire ad aumentare la qualità del loro lavoro e del turismo stesso”.
travelnostop.com

Turismo. Dalla Stazione Vaticana riparte il treno per le Ville Pontificie

 

Dal 2 aprile, ogni sabato, turisti, curiosi e appassionati avranno la possibilità di salire su un convoglio per raggiungere la residenza estiva dei Papi adagiata sui colli romani. Storia e bellezza

Dal 2 aprile, ogni sabato, turisti, curiosi e appassionati avranno la possibilità di salire a bordo di un treno dedicato in partenza dalla Stazione Vaticana - la più piccola al mondo - per raggiungere la residenza estiva dei Papi adagiata sui colli romani.

Il collegamento ferroviario, sospeso a causa dell'emergenza sanitaria, offre la possibilità di vivere una esperienza straordinaria: prima la visita ai Musei Vaticani, poi una passeggiata nei Giardini per raggiungere l'antica stazione costruita nel cuore verde dello Stato Pontificio, la partenza in treno con destinazione Albano Laziale e quindi l'arrivo alle Ville Pontificie di Castel Gandolfo.

Qui sarà possibile di nuovo immergersi nei colori dei rigogliosi Giardini di Villa Barberini e varcare la soglia di quelle che una volta erano le camere private dell'appartamento del Papa nel Palazzo Apostolico. Una proposta particolarmente ricca, dunque, che unisce la passione per l'arte, l'amore per la natura e la spensieratezza di una gita "fuori porta" con la famiglia e gli amici, si legge in una nota dei Musei Vaticani.

Michelangelo e Raffaello, il Laocoonte e il Torso del Belvedere, la fontana dell'Aquilone e le verdi geometrie dei Giardini all'italiana che, complice l'arrivo della bella stagione, tornano a colorarsi di rose, azalee, primule e gelsomini. E poi ancora i lecci, le querce e gli abeti che si incastrano nei ruderi dell'antica villa dell'imperatore Domiziano, innalzata accanto al Lago di Castel Gandolfo e con un panorama che arriva
sino al porto di Anzio.

Infine l'accesso a Palazzo: lo studio privato del Papa, la sua biblioteca, la camera da letto e la Cappella dove per la prima volta nella storia due pontefici hanno pregato assieme. "Tutto qui"? Niente affatto! Prima di concludere la giornata è possibile prenotare un invitante pranzo a base di prodotti tipici, servito nel Padiglione del Riposo, e poi passeggiare lungo il lago oppure nei vicoli stretti del caratteristico centro storico del piccolo borgo romano.

Per il ritorno a casa, appuntamento per tutti alle 16:30/16:45: navetta per la stazione di Castel Gandolfo e quindi treno con arrivo, ore 18:30 circa, alla Stazione Ferroviaria di Roma San Pietro.

Avvenire

Messaggio del Dicastero per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale in occasione della Giornata Mondiale del Turismo 2021

Pubblichiamo di seguito il Messaggio che il Prefetto del Dicastero per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale, Em.mo Card. Peter Kodwo Appiah Turkson, ha inviato in occasione della Giornata Mondiale del Turismo, che si celebra ogni anno il 27 settembre:

Turismo per la crescita inclusiva

La persona oltre le statistiche

In occasione della Giornata Mondiale del Turismo 2021, il Dicastero per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale riconosce il grave impatto della pandemia da COVID-19 sulle imprese e sui lavoratori impegnati in questo settore, in particolare, i lavoratori part-time e a bassa retribuzione che ricevono sussidi statali, nonché quei lavoratori che si trovano senza alcun sostegno economico. Prestiamo particolare attenzione, dunque, al tema scelto dall’Organizzazione Mondiale del Turismo per quest’anno, Turismo per la crescita inclusiva, e all’incoraggiamento dell’Organizzazione a riconoscere che questa “è un’opportunità di guardare oltre le statistiche del turismo e riconoscere che dietro ogni numero c’è una persona.”1

Nel corso del suo Pontificato, Papa Francesco ha frequentemente esortato i fedeli cattolici e tutte le persone di buona volontà ad “andare oltre” i dati economici per “incontrare la persona in difficoltà; esercitare la creatività che pennette di trovare soluzioni ad un’impasse; invocare la dignità umana di fronte alla rigidità della burocrazia” e “promuovere il benessere sociale e economico di tutta l’umanità, offrendo ad ogni persona l’opportunità di perseguire il suo proprio sviluppo.”2

Di fronte alla pandemia da Covid-19, il Santo Padre ha fatto appello all’intera famiglia umana perché “non possiamo tornare alle false sicurezze delle strutture politiche ed economiche che avevamo prima della crisi.”3 Abbiamo bisogno di sistemi economici che consentano a tutti di avere accesso ai frutti della creazione, alle necessità basilari della vita: terra, casa e lavoro. Questo è infatti il genere di crescita inclusiva o, nel linguaggio della Dottrina Sociale della Chiesa, di sviluppo umano integrale che il Dicastero desidera promuovere in occasione di questa Giornata Mondiale del Turismo. Uno sviluppo che sia per ogni persona, per tutte le dimensioni della persona, che rispetti la terra, cioè la nostra ‘casa comune.’ La pandemia ci ha fatto comprendere che siamo legati gli uni agli altri. Anche il turismo in un paese soffre se in altri paesi le persone non possono spostarsi a causa delle restrizioni sanitare.

“Dobbiamo recuperare la consapevolezza che, come popolo, abbiamo un destino comune.”4 È quindi necessario concentrarsi su un approccio inclusivo al turismo e resistere alle tentazioni dell’individualismo e del nazionalismo troppo prevalenti nella società contemporanea. Solo in questo modo evitiamo la “variante” del virus che si diffonde quando fomentiamo un’economia malata che permette a poche persone ricchissime di possedere di più di ciò che possiede tutto il resto dell'umanità, e quando i modelli di produzione e consumo distruggono il pianeta.

Pertanto, in occasione della Giornata Mondiale del Turismo di quest’anno, il Dicastero incoraggia tutti a impegnarsi per un turismo che permetta l’incontro tra le persone e con i diversi territori, dove l’ammirazione della bellezza possa aprire stili di vita rispettosi degli altri e del pianeta.

Facciamo appello ai vescovi e ai responsabili per la custodia del turismo, perché ci sia una stretta collaborazione con le autorità locali per favorire un turismo che rispetti le persone e la natura, e promuova un’economia giusta e inclusiva. Solo un tale turismo potrà diventare un fattore di primaria importanza nella costruzione di un mondo nel quale ogni essere umano si realizza pienamente.5

Esprimiamo la nostra sincera gratitudine a tutti coloro che si sono impegnati a sostenere, sia materialmente sia spiritualmente, le persone che si trovano tuttora in situazioni di difficoltà economica a causa della sospensione delle attività turistiche. In molte chiese locali i pastori, insieme ai loro collaboratori, con l’appoggio dei gruppi nazionali e locali della Caritas, hanno moltiplicato gli sforzi per trovare le migliori soluzioni al fine di rimediare alle situazioni di disagio sociale. Questo è un esempio concreto dello sviluppo inclusivo: quella “nuova fraternità capace di aiuto reciproco e di stima vicendevole” della quale abbiamo urgente bisogno.6

Peter K. A. Cardinale TURKSON
Prefetto

________________

1 UNWTO, World Tourism Day 2021 - Background Note, https://www.unwto.org/world-tourism-day-2021

2 FRANCESCO , Discorso ai Partecipanti al Congresso Mondiale dei Commercialisti, 14 novembre 2014, httos://www.vatican.va/content/francesco/it/speeches/2014/november/documents/papa-francesco 20141114 congresso­ mondiale-comrnercialisti.html

3 FRANCESCO, "The COVID-19 Crisis Reveals What is in our Hearts," Op-Ed article in New York Times, Thanksgiving Day, 26 November 2020, in: Papa Francesco, Ritornare a sognare. La strada verso un futuro migliore, Piemme, Casale Monferrato, 2020, p.6

4 FRANCESCO, "The COVID-19 Crisis Reveals What is in our Hearts," Op-Ed article in New York Times, Thanksgiving Day, 26 November 2020.

5 Cfr. FRANCESCO, Lettera enciclica Laudato Si', n. 84.

6 FRANCESCO, Messaggio per la 4a Giornata Mondiale dei Poveri, 15 novembre 2020, n. 7.

[01223-IT.01] [Testo originale: Italiano]

[B0554-XX.01]

Fonte: https://press.vatican.va/content/salastampa/it/bollettino/pubblico/2021/09/11/0554/01223.html


Messaggio del Prefetto del Dicastero per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale in occasione della Giornata Mondiale del Turismo 2019


Pubblichiamo di seguito il Messaggio che il Prefetto del Dicastero per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale, Em.mo Card. Peter Kodwo Appiah Turkson, ha inviato in occasione della Giornata Mondiale del Turismo, che si celebra ogni anno il 27 settembre:

Messaggio
“Il Turismo e il Lavoro: un futuro migliore per tutti” è il tema della Giornata Mondiale del Turismo, che ricorre il 27 settembre, promossa dall’Organizzazione Mondiale del Turismo (UNWTO). Un tema che richiama l’iniziativa: “Il futuro del lavoro”, voluta dall’Organizzazione Internazionale del Lavoro (ILO), che quest’anno celebra il suo centenario.
La scelta di trattare il tema del turismo dalla prospettiva del lavoro appare particolarmente opportuna a fronte delle criticità radicate e crescenti che caratterizzano la dimensione lavorativa della vita per moltissime persone, a tutte le latitudini. Gli obiettivi auspicati della pace, la sicurezza, la promozione e l’inclusione sociale non possono essere raggiunti se si trascura l’impegno congiunto per assicurare a tutti un lavoro dignitoso, equo, libero, costruito intorno alla persona e alle sue esigenze primarie di sviluppo umano integrale. “Lavorare è proprio della persona umana. Esprime la sua dignità di essere creata a immagine di Dio”1, ha detto Papa Francesco. Dove non c’è lavoro, non ci può essere progresso, non ci può essere benessere, e sicuramente, non ci può essere un futuro migliore. Il lavoro, che non è solo l’impiego, ma la modalità attraverso cui l’uomo realizza se stesso nella società e nel mondo, è una parte essenziale nel determinare lo sviluppo integrale sia della persona che della comunità nella quale essa vive.
“Siamo chiamati al lavoro fin dalla nostra creazione” ha scritto Papa Francesco nell’Enciclica Laudato si’, rimarcando che “Il lavoro è una necessità, è parte del senso della vita su questa terra, via di maturazione, di sviluppo umano e di realizzazione personale”2. “Senza lavoro – ha detto ancora nel videomessaggio ai partecipanti alla 48.ma Settimana Sociale dei Cattolici Italiani (Cagliari, 26-29 ottobre 2017) - non c’è dignità”.
Come ricorda poi il Compendio della Dottrina Sociale della Chiesa: “La persona è il metro della dignità del lavoro” e - citando l’Enciclica Laborem exercens - «Non c'è, infatti, alcun dubbio che il lavoro umano abbia un suo valore etico, il quale senza mezzi termini e direttamente rimane legato al fatto che colui che lo compie è una persona»”3.
Con particolare riferimento al turismo, nel suo Messaggio per la XXIV Giornata Mondiale del Turismo4, San Giovanni Paolo II spiegava altresì che tale settore “va considerato come un'espressione particolare della vita sociale, con risvolti economici, finanziari, culturali e con conseguenze decisive per gli individui e i popoli. La sua diretta relazione con lo sviluppo integrale della persona dovrebbe orientarne il servizio, come per le altre attività umane, all'edificazione della civiltà nel senso più autentico e completo, all'edificazione cioè della ‘civiltà dell'amore’ (cfr Sollicitudo rei socialis, n. 33)”.
Ad oggi non sono poche le problematicità legate all’esercizio del lavoro nel settore del turismo, che si declina in professionalità variegate e con mansioni specifiche. Consulenti di viaggio e guide turistiche, chef, sommelier e camerieri, assistenti di volo, animatori, esperti di marketing turistico e social network: in molti operano in condizioni di precarietà e talvolta di illegalità, con retribuzioni non eque, costretti ad un lavoro faticoso, spesso lontano dalla famiglia, ad alto rischio di stress e piegato alle regole di una competitività aggressiva.
Indigna poi lo sfruttamento del lavoro nei paesi poveri ma ad alta vocazione turistica in virtù del ricco patrimonio ambientale e storico-culturale che li caratterizza, dove a trarre beneficio dall’utilizzo delle risorse locali raramente sono i popoli autoctoni. Inaccettabili sono anche gli atti di violenza contro le popolazioni che accolgono, l’offesa della loro identità culturale, e tutte le attività che causano il degrado e lo sfruttamento vorace dell’ambiente.
Al riguardo, ancora San Giovanni Paolo II nel 2003 evidenziava che “L'attività turistica può svolgere un ruolo rilevante nella lotta alla povertà, sia dal punto di vista economico, che sociale e culturale. Viaggiando si conoscono luoghi e situazioni diverse, e ci si rende conto di quanto grande sia il divario tra Paesi ricchi e Paesi poveri. Si possono, inoltre, meglio valorizzare le risorse e le attività locali, favorendo il coinvolgimento dei segmenti più poveri della popolazione”5.
In tal senso, a ben vedere le potenzialità di sviluppo offerte dal settore del turismo sono riguardevoli, sia in termini di opportunità di impiego che di promozione umana, sociale e culturale. Opportunità che si aprono in particolare ai giovani e che ne incoraggiano la partecipazione come protagonisti del loro sviluppo, magari attraverso iniziative di autoimprenditorialità nei paesi svantaggiati.
I dati diffusi dall’Organizzazione Mondiale del Turismo (UNWTO) rilevano che su 11 posti di lavoro nel mondo almeno 1 è generato – direttamente o indirettamente – dal turismo, e registrano una costante crescita del fenomeno che coinvolge milioni di persone in tutti gli angoli della terra. Si parla di un ciclo espansivo, con enormi implicazioni sul piano sociale, economico e culturale, che ha superato le più rosee aspettative. Basti pensare che nel 1950 i turisti internazionali erano poco più di 25 milioni mentre nel prossimo decennio si stima che potrebbero raggiungere la cifra di 2 miliardi di viaggiatori in tutto il mondo.
A fronte di questi flussi, ci pare incoraggiante la dimensione dell’incontro che il lavoro nel turismo può offrire. Gli operatori del settore a tutti i livelli, nell’esercizio delle loro mansioni quotidiane, in molti casi, hanno l’opportunità di confrontarsi con persone provenienti dai più diversi paesi del mondo, e di avviare quella conoscenza che costituisce il primo passo per l’abbandono di pregiudizi e stereotipi e per la costruzione di rapporti improntati all’amicizia. Del turismo come occasione di incontro ha parlato Papa Francesco rivolgendosi ai giovani del Centro Turistico Giovanile nel marzo scorso, in occasione del 70.mo anniversario di fondazione dell’associazione. Il Pontefice ha espresso apprezzamento per l’impegno da loro profuso nella promozione di un “turismo lento”, “non ispirato ai canoni del consumismo o desideroso solo di accumulare esperienze, ma in grado di favorire l’incontro tra le persone e il territorio, e di far crescere nella conoscenza e nel rispetto reciproco”6.
Il Dicastero per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale fa dunque appello a tutti i governanti e ai responsabili delle politiche economiche nazionali affinché favoriscano il lavoro, particolarmente dei giovani, nel settore del turismo. Un lavoro che metta al centro la dignità della persona - come d’altronde raccomanda anche la Commissione Mondiale sul Futuro del Lavoro dell’Organizzazione Internazionale del Lavoro (ILO)7 - che si faccia strumento di promozione dello sviluppo integrale di ogni uomo e di tutto l’uomo, che cooperi allo sviluppo delle singole comunità, ciascuna secondo le proprie peculiarità, e che favorisca la creazione di rapporti di amicizia e fraternità tra persone e i popoli.
Assicuriamo la nostra vicinanza e il nostro sostegno a tutti coloro che sono impegnati nel raggiungimento di questi obiettivi, ed esortiamo i responsabili e gli operatori del turismo ad acquisire consapevolezza circa le sfide e le opportunità che caratterizzano il lavoro nel settore turistico. Infine, desideriamo ringraziare in particolare gli operatori pastorali per tutte le energie quotidianamente profuse affinché la Parola di Dio possa illuminare e vivificare questo singolare campo del vivere umano.
Dal Vaticano, 23 luglio 2019
Peter K. A. Cardinale TURKSON
Prefetto
_________________
1 Francesco, Catechesi all’Udienza generale, 15 agosto 2015.
2 Francesco, Lettera Enciclica Laudato si’, 24 maggio 2015, n. 128
3 Compendio di Dottrina Sociale della Chiesa, n. 271.
4 Giovanni Paolo II, Messaggio per la XXIV Giornata Mondiale del Turismo, 2003.
5 Ibidem.
6 Francesco, Discorso durante l’Udienza ai Dirigenti e ai Soci del Centro Turistico Giovanile, 22 marzo 2019.
7 Lavorare per un futuro migliore, Rapporto della Commissione mondiale sul futuro del lavoro, 22 maggio 2019; disponibile anche sul sito: https://www.ilo.org/rome/risorse-informative/comunicati-stampa/WCMS_664152/lang-- it/index.htm
[01251-IT.01] [Testo originale: Italiano]
[B0606-XX.01]
http://press.vatican.va/content/salastampa/it/bollettino/pubblico/2019/07/24/0606/01251.html

XVII festival internazionale di musica e arte sacra



Con l’autunno torna a Roma nelle basiliche papali l’appuntamento con la grande musica sacra organizzato dalla Fondazione Pro Musica e Arte Sacra. Oltre seicento musicisti provenienti da tutto il mondo fra professori d’orchestra, direttori  e cantanti impegnati in sei concerti gratuiti animano la diciassettesima edizione di un festival che non ha uguali per qualità dei musicisti e bellezza e unicità dei luoghi in cui i concerti si svolgono, le basiliche della cattolicità, San Pietro, San Giovanni in Laterano, Santa Maria Maggiore e San Paolo fuori le Mura. 
Un appuntamento che si rinnova dal 2002 grazie al contributo di benefattori, sostenitori e sponsor e all’entusiasmo e le capacità organizzative del fondatore e presidente della Fondazione Hans Albert Courtial. Quest’anno la manifestazione è dedicata a papa Paolo VI, proclamato santo il 14 ottobre a quarant’anni dalla morte. Il papa ieratico, intellettuale e profetico, che ha regnato in un periodo difficile, di forti  cambiamenti per la società e la chiesa, gli anni del terrorismo e del Concilio Vaticano II. Un papa cui si devono decisioni importanti per la chiesa come il riavvicinamento nel ‘64 con Athenagoras, patriarca di Costantinopoli. E Paolo VI, il rappresentante del più piccolo paese del mondo,  parla all’ONU nel ‘65. Papa Montini svolge un ruolo importantissimo nel ricucire i rapporti della Chiesa con l’arte contemporanea. Memorabile il suo invito agli artisti in Cappella Sistina nel ’64 “…Rifacciamo la pace? Quest’oggi? Vogliamo ritornare amici?”. A lui si deve anche la creazione  nel’73 della collezione  di arte religiosa e moderna dei Musei Vaticani.
“Paolo VI ha cambiato anche la mia vita”, confessa il dottor Courtial. Aveva vent’anni, ero venuto a Roma da Bad Godesberg col suo parroco che ne aveva 75, alloggiavano in una pensione di piazza Cavour. Con in tasca due biglietti per il baciamano al papa prendono l’autobus per il Vaticano, ma fanno tardi anche per la pioggia. Gli svizzeri alla fine li fanno entrare mandandoli negli ultimi posti. Quando il papa entra con la sedia gestatoria per farsi vedere il giovane Courtial  grida “Viva il papa” e Paolo VI si ferma e li benedice due volte. Un ricordo umanissimo di un papa che poteva sembrare distaccato, ma che “ha fatto cantare la storia”, dice Courtial.
I sei concerti nelle quattro basiliche romane dal 31 ottobre al 14 novembre (gratuiti con possibilità di prenotare il posto online) spaziano dalla musica contemporanea alla musica classica, con complessi orchestrali e vocali di primissimo ordine, come il Coro Statale della Cappella San Pietroburgo che vanta una storia di oltre 500 anni, per la prima volta al Festival, e i Wiener Philarmoniker, orchestra in residence fin dalle origini, che quest’anno si presenta in una formazione ridotta, in versione da camera.  
Il concerto inaugurale il 31 ottobre alle 21 a San Paolo fuori le Mura presenta in prima assoluta  due formazioni giovani, per la prima volta ospiti della manifestazione, che vengono da paesi diversi di tradizione religiosa protestante, il complesso strumentale TrondheimSolistene norvegese e dal Minnesota il Together in Hope Choir  che raccoglie sessanta voci provenienti dai più importanti cori degli Stati Uniti.  Norvegese  anche Kim Andrè Arnesen autore dei due pezzi in programma, il mottetto “So That The World May Believe” in prima esecuzione assoluta dedicato a Papa Francesco, “Holy Spirit Mass” composto nel ’17  per i 500 anni della Riforma protestante e i 50 anni del dialogo cattolico-luterano.
Sabato 10 novembre si entra nel vivo alla Basilica di San Pietro. Dapprima con la Santa Messa celebrata dal cardinale Angelo Comastri, arricchita dagli antichi “canti orasho” testimonianza musicale delle prime comunità cristiane in Giappone e dagli interventi musicali del “Coro Statale della Cappella San Pietroburgo”, quindi a seguire alle ore 16 da una elevazione spirituale affidata alla “Messe solennelle de Sainte-Cècile” di Charles Gounot eseguita a Parigi per la prima volta nel 1855, lodata da Camille Saint-Säens che parlò di semplicità “grandeur”, luce purissima. A interpretarla i complessi giapponesi, per il sesto anno al Festival, “Illuminart Philarmonic Orchestra e Illuminart Chorus diretti da Tomomi Nishimoto.
Gli stessi musicisti giapponesi sono impegnati il giorno dopo, domenica, a San Paolo fuori le Mura con la “Messa da Requiem” di Giuseppe Verdi, composta come è noto nel 1874 in occasione del primo anniversario della morte di Alessandro Manzoni. Voci soliste Misaki Takahashi (soprano), Takako Nogami (mezzosoprano) e Takashi Masu (baritono). Il concerto è dedicato a don Luca Pellegrini, recentemente scomparso, fine cultore della musica e per oltre dieci anni addetto stampa del Festival (“luxpell” per gli amici).
Il 12 novembre alle ore 21 a Santa Maria Maggiore un concerto sicuramente molto atteso, “Musica corale-sprituale dalla Russia” di uno dei cori più celebri di tutta la Federazione Russa, il Coro Statale della Cappella di San Pietroburgo, una formazione le cui origini risalgono al 1479, diretto da oltre quarant’anni da Vladislav Chernushenko.
A seguire, in crescendo, da non perdere, martedì 13 novembre a San Paolo fuori le Mura con i Wiener Philarmoker  la “Sinfonia n.4 in Sol maggiore” di Gustav Mahler  composta nel 1900 quando il musicista dirigeva la compagine viennese. E’ in versione da camera, non ci sarà alcun direttore d’orchestra,  soprano Mojca Erdmann, capace di spaziare dal barocco al contemporaneo, secondo il New York Times. “Mahler ha un rapporto molto speciale con la nostra orchestra – ricorda il primo violino e section leader dei Wiener – Fu proprio lui nel 1902 a condurre i Wiener nella sua “Quarta Sinfonia” in un concerto in abbonamento nel Musikverein di Vienna”. La “Quarta Sinfonia” è una delle opere più eseguite dai Wiener, è stata diretta nel 1920 anche da Richard Strauss. Fra i primi grandi interpreti Bruno Walter che colse in essa il “tono raro e commovente” e “l’anelito struggente di superare l’esistenza umana” .
Il 14 novembre, a chiusura, a San Giovanni in Laterano, la “Sinfonia n.9 in re minore per soli, coro e orchestra op. 125” di Ludwig van Beethoven. Soojin Moon Sebastian soprano, Quilin Zhang contralto, Paulo Ferreira tenore, German Olvera baritono, quattro giovani voci e i Wiener Singverein, una formazione corale fra le più celebri al mondo. Alla bacchetta Justus Franz che torna al Festival con la Philharmonie der Nationen, l’orchestra fondata dal maestro, formata da musicisti di ogni parte del mondo, di diverso credo politico e religioso. Un messaggio universale perfettamente in linea col capolavoro  beethoveniano.
La Fondazione che organizza il festival nasce nel 200 e si occupa di promuovere la musica sacra ma anche di sostenere finanziariamente imponenti progetti di restauro (“Ars artem salva”) illustrati alla presentazione in conferenza stampa da Pietro Zander, l’archeologo responsabile della necropoli vaticana e per conto della Fabbrica di San Pietro della conservazione e del restauro dei beni artistici della basilica. Dove “i lavori non finiscono mai”, dice. Dopo il restauro della facciata della Basilica per il Giubileo del 2000 e del colonnato, la Fondazione tra il 2006 e il 2016, solo per citare i più importanti interventi, ha contribuito al grandioso restauro dei prospetti esterni della Basilica progettati da Michelangelo, prospetto sud, ovest e nord, qualcosa come 35mila metri quadrati di travertino. Senza dimenticare i tetti dove è stata restaurata la Fontana della Burbera. A 35 metri di altezza è stato trovato un albero di fico e il nido di un falco pellegrino. Uccelli che non ci sono più come i piccioni scacciati dai gabbiani. Negli ultimo due anni si è provveduto al restauro delle due cupolette delle cappelle Gregoriana (più antica della cupola di San Pietro)  e Clementina. Il primo terminato, l’altro ancora in corso. Ed ora ci aspetta  il “cupolone”. Fino al 2020 la Fondazione sarà impegnata nel restauro del tamburo della grande cupola della Basilica di San Pietro e nel restauro del mobilio in noce con tessere in bosso  del XV -XVI secolo della Sagrestia della Basilica di San Paolo fuori le mura. Una imponente opera in legno costruita in loco, aggredita da polvere, muffe, insetti, che ha subito danni strutturali e distacchi.
Ai concerti e agli interventi a favore dei monumenti si aggiungono iniziative che riguardano specificamente la musica. Come il grande progetto dedicato a Anton Bruckner con i Wiener Philharmoniker. Ricorrendo nel 2024 i 200 anni dalla nascita del maestro, i Wiener da quest’anno al 2024 presenteranno l’intero ciclo delle sinfonie di Bruckner scegliendo una vota all’anno una delle più importanti cattedrali europee .  Alla Stiftkirche St. Florian in Austria   hanno   eseguito la Sinfonia n. 1.  A seguire  Londra, Barcellona, Praga, Stoccolma, Pisa, Milano.  
Programma completo su www.festivalmusiceartesacra.net
in qaeditoria.it

La prima volta di Rembrandt in Vaticano

MUSEI VATICANI (CITTA' DEL VATICANO) - I mille volti del popolo dolente, dei mendicanti, degli infermi, dei poveri e dei ricchi intorno alla luce del Gesù nella celeberrima Stampa dei cento fiorini, la tristezza del Giove anziano che spia la carnale vitalità della giovane Antiope addormentata, le citazioni barocche nella Morte della Vergine, gli autoritratti, con quello sguardo fiero che siamo abituati a conoscere. Nei 500 anni dalla Riforma e fortemente voluta nella strada del dialogo tra cattolici e protestanti, arriva per la prima volta ai Musei Vaticani il genio di Rembrandt, con una piccola, splendida mostra che da oggi al 26 febbraio racconta l'infinita maestria del pittore di Leida per le acqueforti, tecnica nella quale raggiunse livelli insuperati. In tutto 53 incisioni, due lastre in rame e due dipinti (ma uno è l'autoritratto ottocentesco di un altro abilissimo pittore e incisore, lo svedese Zorn dalla cui strepitosa collezione arrivano molte delle opere esposte) in un allestimento intimo e prezioso curato dall'architetto Roberto Pulitani negli appartamenti di Pio V, ad un passo dalle Stanze di Raffaello e dalla Cappella Sistina di Michelangelo. Tanti piccoli grandi capolavori da ammirare a lungo e con pazienza, aiutati da una lente d'ingrandimento (viene fornita all'entrata), scoprendo con sorpresa particolari sempre nuovi. Le scene sono in gran parte mutuate dalla Bibbia, di cui il protestante Rembrandt era un profondo conoscitore, fitte di particolari, di segni, di emozioni, nei volti, ma anche nelle atmosfere, come nel Cacciatore di Topi, avvolto dalla cupezza della peste nera che in quegli anni flagellava l'Europa. Piccoli quadri compiuti dove la capacità del maestro di restituire la vita segreta delle cose "tocca livelli preclusi anche alla pittura", come spiega il direttore dei Vaticani Antonio Paolucci, introducendo la rassegna che questa sera verrà inaugurata alla presenza della Regina Silvia di Svezia e della Principessa Beatrice dei Paesi Bassi. Aperta a poche settimane dalla visita di Papa Francesco che ha presenziato alla Preghiera Ecumenica Comune in Svezia in occasione della commemorazione della Riforma, "Rembrandt in Vaticano - Immagini fra cielo e terra", curata da Johan Cederlund, direttore del museo Zorn (Svezia) e da Arnold Nesselrath, delegato per i dipartimenti scientifici ed i laboratori dei Musei Vaticani, è stata resa possibile dai prestiti del museo svedese, dal quale provengono le 53 acqueforti, e della Collezione Kremer di Amsterdam, da cui, insieme con le due lastre in rame che qui finalmente si ricongiungono con le loro stampe, arriva anche l'unica tela di Rembrandt presente in mostra, il Busto di uomo anziano con turbante che il grande olandese dipinse giovanissimo nel clima oppressivo della sua città, Leida, dilaniata dallo scontro tra protestanti tolleranti e ortodossi. E d'altra parte tutta la vita di Rembrandt, come ricorda Padre Brian Farrell del Pontificio Consiglio per la promozione dell'unità dei cristiani, "è stata fortemente influenzata dai forti scontri sociali e religiosi che accompagnarono la Riforma. Lui, che aveva un padre protestante e una madre di origine cattolica - ricorda - visse in un'epoca di guerre confessionali, controversie ideologiche, agitazioni sociali e politiche". Ma nell'anniversario dei 500 anni dalla pubblicazione delle 55 tesi di Lutero (1517), prosegue, la mostra allestita al Vaticano sottolinea oggi "lo spirito di reciproco avvicinamento che ha sostituito l'antagonismo del passato". Rembrandt l'acquafortista, fa notare Paolucci, era già arrivato a Roma, in una grande mostra allestita nel 2008 alle Scuderie del Quirinale. Ora torna ai Musei Vaticani (che tra i loro tantissimi capolavori non posseggono neppure un'opera del maestro olandese), "nel cuore del cattolicesimo romano, accanto ai capolavori della statuaria classica, accanto a Michelangelo e a Raffaello, accanto agli autori e alle opere che rappresentano per lui, il protestante di Leida, l'altra faccia della luna"
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I Musei Vaticani svelano i loro segreti

MUSEI VATICANI (ROMA) - La grande Madonna di Giaquinto Palmezzano tornata a indossare il suo manto blu e l'autoritratto di Casanova, con il marmo ancora ricoperto di una patina gialla.
Il trecentesco Polittico Bolsi le cui tavole hanno smesso di tirare l'oro della pittura, ma anche l'altare del contemporaneo Eduardo Cillida o i temibili scudi cerimoniali delle tribù della Papua Nuova Guinea in attesa di tornare a incutere terrore.
Tutto proprio sotto le grandi stanze affrescate da Raffaello o a pochi passi dalla Cappella Sistina. Per una volta, i Musei Vaticani aprono le porte del loro "dietro le quinte", svelando storie, aneddoti e immagini inedite del terzo museo più visitato al mondo nel volume "Musei Vaticani Arte - Storia - Curiosità", a cura di Sandro Barbagallo e presentato oggi insieme al direttore dei Musei Antonio Paolucci, del direttore di Focus Storia Jacopo Loredan e Gigi Proietti (ed. Musei Vaticani e Focus Storia).
E consentendo, eccezionalmente, alla stampa di varcare quelle porte "segrete", che, quasi museo nel museo, sono i laboratori di restauro dove dal 1923, si lavora per ridare voce e colore non solo alle opere custodite nei 7 chilometri di gallerie dei Musei, ma anche a tutti capolavori dei Palazzi del Papa, delle chiese, delle nunziature apostoliche. Al lavoro 60 operatori, più decine di collaboratori esterni, divisi per sezioni: Pitture, Marmi, Carta, Ceramiche e metalli, Arazzi, Polimaterico.
"Ma dobbiamo stare attenti, perché il maggior pericolo per le opere sono proprio i restauratori", racconta Guy Devreux, responsabile del Laboratorio sui marmi. Basta scendere una rampa per lasciarsi alle spalle tutto il fragore dei sei milioni di turisti l'anno e ritrovarsi davanti all'Artemide Efesina che ha appena riconquistato la sua fierezza o al sarcofago egizio, arrivato ricoperto da una patina grigia causata dalla colla e che grazie al laser ora svela accesissimi azzurri e rossi. "Oggi - prosegue - siamo fortunati perché qui abbiamo a disposizione tutte le tecnologie all'avanguardia, dalla diagnostica alla nanotecnologia ai materiali di ultimissima generazione. Si lavora scambiando esperienze e scoperte. Ma soprattutto agli elementi chimici qui ai Vaticani preferiamo sostanze naturali, olii essenziali e materiali atossici, che rispettino anche l'ambiente e l'uomo".
Capita spesso che l'opera ringrazi, svelando con la pulitura segreti custoditi per secoli. Come nell'Adorazione dei magi che sul cavalletto del laboratorio dei dipinti, proprio sotto il sovrano più anziano prostrato ai piedi del Cristo neonato, ora lascia intravedere una delle rarissime firme autografe di Lorenzo Lotto. O l'imponente Madonna della cintola, entrata nella collezione papale nell'800, ma mai esposta proprio per il terribile stato di conservazione. Il restauro, racconta Maria Ludmila Putska "non solo l'ha riportata ai suoi colori originali, ma ha finalmente permesso l'attribuzione a Vincenzo Pagani". C'è poi "l'uomo dei brevetti", Massimo Alesi, che ha inventato un sistema di molle tarate per far "respirare" le tavole senza che "rompano" la superficie pittorica. O le restauratrici-mediatrici culturali del laboratorio polimaterico che "curano" la collezione etnografica avviata da Stefano Borgia. "Noi - racconta Stefania Pandozy - lavoriamo a stretto contatto con popoli e culture fuori dai confini, a volte ancora misteriosi. Non ci occupiamo di artisti famosi, ma abbiamo la responsabilità di popolazioni indigene che non hanno loro musei".
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Vaticano incoraggia turismo per tutti


Non siano esclusi dalla possibilità di praticare "turismo sociale" "coloro che hanno una cultura diversa, meno risorse economiche o che vivono in regioni più svantaggiate". Lo afferma il Messaggio per la Giornata mondiale del turismo 2016 pubblicato dal Pontificio consiglio per i migranti. Il tema scelto dalla Organizzazione mondiale del turismo per la Giornata di quest'anno è "Turismo per tutti: promuovere l'accessibilità universale". 

Turismo: Santa Sede, promuovere “turismo per tutti” che sia “etico e sostenibile”

“Turismo per tutti”, che “può essere usufruito da chiunque e che integra i concetti di turismo accessibile, turismo sostenibile e turismo sociale”. È l’obiettivo indicato nel Messaggio del Pontificio Consiglio della pastorale per i  migranti e gli itineranti per la Giornata mondiale del turismo, in programma il 27 settembre sul tema “Turismo per tutti: promuovere l’accessibilità universale”.

Con l'antico treno a vapore del Papa per le ville pontificie. Ogni sabato un viaggio all'interno del Vaticano fino a Castelgandolfo

Dal, 12 settembre, ogni sabato turisti e curiosi avranno la possibilità di salire a bordo di un treno dedicato, in partenza dall'antica Stazione Vaticana, all'interno dello Stato Pontificio, e arrivare direttamente alle stazioni di Castel Gandolfo e Albano Laziale. L'iniziativa è il frutto della collaborazione tra i Musei vaticani e gruppo F.S Italiane.

Il nuovo collegamento ferroviario unirà idealmente i "due vaticani" e consentirà a tutti di conoscere non solo i musei ma anche le Ville di Castel Gandolfo. Qui sarà possibile accedere al Palazzo Apostolico, da sempre riservato solo al Papa e ai suoi più stretti collaboratori. Il nuovo servizio, pensato anche in vista del giubileo, viene inaugurato oggi con uno speciale treno storico con locomotiva a vapore.
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Tempo di vacanze, di viaggi, di mete esotiche e il Vaticano diffonde il manuale del turista eco-sostenibile


Città del Vaticano Tempo di vacanze, di viaggi, di mete esotiche e il Vaticano diffonde il manuale del turista eco-sostenibile. Un viaggiatore politicamente corretto a metà strada tra il no-global e l’ambientalista. In un messaggio intitolato “Un miliardo di turisti, un miliardo di opportunità” il Pontificio consiglio per i Migranti e Itineranti in occasione della Giornata Mondiale del Turismo che sarà celebrata il 27 settembre, raccoglie una serie di suggerimenti per contribuire a difendere il creato, anche attraverso il turismo. Del resto il fenomeno turistico non può essere liquidato, o ignorato, visto che in tutto il mondo ha toccato la barriera simbolica di un miliardo di arrivi turistici internazionali e quest’anno potrebbe arrivare a due miliardi. Un record. Per tutti una sfida globale “Questa crescita lancia una sfida a tutti i settori coinvolti in questo fenomeno globale: turisti, imprese, governi e comunità locali. E, certamente, anche alla Chiesa. Il miliardo di turisti deve necessariamente essere considerato soprattutto nel suo miliardo di opportunità” scrive il cardinale Vegliò, raccogliendo le riflessioni contenute nella enciclica Laudato si’ di Papa Francesco, dedicata alla cura della casa comune. Un testo da tenere in forte considerazione “perché offre importanti linee guida da seguire anche in vacanza!”.

SPOSTAMENTI
“Siamo in una fase di mutamento, in cui cambia il modo di spostarsi e, di conseguenza, anche l’esperienza del viaggio. Chi si muove verso Paesi diversi dal proprio, lo fa con il desiderio, più o meno consapevole, di risvegliare la parte più recondita di sé attraverso l’incontro, la condivisione e il confronto. Il turista è sempre più alla ricerca di un contatto diretto con il diverso nella sua straordinarietà. Si è ormai affievolito il concetto classico di “turista” mentre si è rafforzato quello di “viaggiatore”, ovvero, colui che non si limita a visitare un luogo, ma, in qualche modo, ne diventa parte integrante. È nato il “cittadino del mondo”. Non più vedere ma appartenere, non curiosare ma vivere, non più analizzare ma aderire. Non senza il rispetto di ciò e di chi si incontra”.

AZIENDE “Il giusto approccio da adottare nei confronti dei luoghi e dei popoli visitati è lo stupore.
E anche le imprese del settore sono le prime a doversi impegnare nella realizzazione del bene comune. La responsabilità delle aziende è grande, anche in ambito turistico, e per riuscire a sfruttare il miliardo di opportunità è necessario che ne siano consapevoli. Obiettivo finale non deve essere il guadagno quanto l’offerta al viaggiatore di strade percorribili per raggiungere quel vissuto di cui è alla ricerca. E questo le imprese lo devono fare nel rispetto di persone e ambiente. È importante non perdere la coscienza dei volti. I turisti non si possono ridurre solo a una statistica o a una fonte di introiti. È necessario mettere in atto forme di business turistico studiato con e per gli individui, investendo sui singoli e sulla sostenibilità così da offrire anche opportunità lavorative nel rispetto della casa comune”.

LEGGI
“Allo stesso tempo, i Governi devono garantire il rispetto delle leggi e crearne di nuove atte alla tutela della dignità dei singoli, delle comunità e del territorio. È indispensabile un atteggiamento risoluto. Anche in ambito turistico, le autorità civili dei diversi Paesi devono pensare a strategie condivise per creare reti socio-economiche globalizzate a favore di comunità locali e viaggiatori, così da sfruttare positivamente il miliardo di opportunità offerte dall’interazione”.

FORZA
“Un miliardo di turisti, se ben accolto, può trasformarsi in un’importante fonte di benessere e sviluppo sostenibile per l’intero Pianeta. La globalizzazione del turismo porta, inoltre, al nascere di un senso civico individuale e collettivo. Ogni viaggiatore, adottando un criterio più corretto per
girare il mondo, diventa parte attiva nella tutela della Terra. Lo sforzo del singolo moltiplicato per un miliardo diventa una grande rivoluzione”.
ilmessaggero.it

Il 2016 sarà un anno molto intenso per il Vaticano e il turismo religioso

Il 2016 sarà un anno molto intenso per il Vaticano e il turismo religioso, visto il Giubileo straordinario indetto da Papa Francesco. Ricco di eventi religiosi e in attesa di milioni e milioni di pellegrini, oltre alla canonizzazione di Madre Teresa di Calcutta, che avverrà il 4 settembre 2016, l’altro evento clou sarà l’ostensione di Padre Pio e del santo cappuccino Leopoldo Mandic in Vaticano. Una notizia di cui si parlava da un po’, ma di cui ancora non si conosceva la data, che a quanto pare sarà proprio il 10 febbraio 2016, non a caso il mercoledì delle ceneri
Ma cos’è l’ostensione? Si parla di ostensione quando reliquie sacre o ostie consacrate vengono esposti ai fedili, in modo tale che questi ultimi possano fare loro visita.
L’ostensione dei due santi porterà moltissimi fedeli in pellegrinaggio a San Pietro per tutta la durata dell’evento, che dovrebbe corrispondere a circa due o tre settimane e già si presenta come uno dei principali e più importanti eventi clou del Giubileo 2016.
Non è un caso che a San Giovanni Rotondo l’atmosfera sia già molto carica e sentita, a causa dei preparativi già avviati per il trasferimento della salma.
Non solo Padre Pio: l’ostensione riguarderà anche il frate cappuccino Leopoldo Mantic (al secolo Bogdan Ivan Mandic), nato a Castelnuovo (nell’attuale Montenegro) nel 1866 e santificato da Papa Giovanni Paolo II nel 1983.
aciclico.com

San Pietro e Duomo Milano incoronate su Tripadvisor. Nella top 10 mondiale dei luoghi storici più apprezzati

Per il terzo anno consecutivo la basilica di San Pietro entra nella top 10 mondiale dei Travelers' Choice Attractions Luoghi Storici aggiudicandosi la sesta posizione e riconfermando l'apprezzamento dei viaggiatori internazionali. E non è l'unica: a essere premiato anche il Duomo di Milano, che conquista la settima posizione a livello globale. La classifica mondiale vede sul podio il tempio di Angkor Wat in Cambogia, seguito da Machu Picchu in Perù e dal Taj Mahal in India.

    I riconoscimenti hanno incoronato quest'anno più di 700 luoghi storici nel mondo, con classifiche locali per Africa, Asia, Caraibi, Europa, Sud America, Sud Pacifico e Stati Uniti.

    San Pietro e il Duomo sono anche sul secondo e terzo gradino della classifica europea dominata dalla Sagrada Familia di Barcellona.

    Nelle prime dieci posizioni della classifica italiana sono due le regioni italiane che si aggiudicano, a pari merito, il maggior numero di riconoscimenti. Grazie a Roma, che risulta la città italiana più premiata, il Lazio vanta ben tre attrazioni nella top 10: il Colosseo (3/o), il Pantheon (4/o) e la Fontana di Trevi (7/a). Tre i premi anche per la Toscana con la Cattedrale di Santa Maria del Fiore a Firenze (5/a), la Torre di Pisa (9/a) e la Cattedrale di Siena (10/a). Vincitrice a livello nazionale, la Basilica di San Pietro, seguita dal Duomo di Milano (2/o). Premiati anche Palazzo Ducale a Venezia (6/o) e Pompei (8/o).
   
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Giubileo, al lavoro su tpl e cammini religiosi. Monsignor Andreatta: “Roma pronta ma combattere illegalità”


«Penso che Roma sia pronta per il Giubileo purchè si facciano alcuni passi importanti». A dirlo dal palco dell’assemblea generale di Federalberghi a Como è monsignor Liberio Andreatta, amministratore delegato dell’Opera Roma Pellegrinaggi. «Sono – dice Andreatta – completamente d’accordo con gli albergatori che il primo elemento di difficoltà è l’abusivismo. Bisogna combattere, e lo faremo insieme, l’illegalità ed è importante lavorare ad armi pari. Questo è un valore umano e non solo cristiano. Poi la città deve essere accogliente e non piena di ambulanti, borseggiatori e non parliamo di quelli che vendono una bottiglietta d’acqua da 1 euro a 5. Dobbiamo combattere quest’immagine di Roma ladrona perchè è un aspetto isolato che non va generalizzato. Servono poi sicurezza e decoro». Infine una considerazione generale: «Il turismo – spiega – è fatto di emozioni, i viaggiatori e i pellegrini hanno il cuore pieno di ciò che hanno vissuto. L’Enit spenderebbe meno soldi in promozione se i turisti tornassero a casa contenti per l’accoglienza che hanno ricevuto e si facessero ambasciatori delle belle emozioni provate in Italia». - Sono quattro i ‘pacchettì per il Giubileo che la Regione Lazio presenterà nei prossimi giorni: dopo la sanità, illustrata oggi, ci saranno i trasporti, l’accoglienza e Protezione civile e i ‘Camminì religiosi. Lo ha spiegato il vicepresidente della Regione Lazio Massimiliano Smeriglio, delegato per l’Anno Santo. «Ci aspetta una riunione lunedì pomeriggio in Vaticano – ha affermato – Pensiamo che per essere fedeli alla squadra bisogna svolgere al meglio il proprio ruolo. Noi ci concentreremo sulle deleghe di competenza storica delle Regioni. In questo caso il pacchetto sanitario, sostanzialmente a costi invariati rispetto alla programmazione, ma con l’impegno di accelerare i processi riorganizzativi. La stessa cosa faremo sull’accoglienza e sul piano di Protezione civile, in cui la Regione gioca un ruolo molto importante. Poi lo faremo sui trasporti pubblici e sui percorsi spirituali fuori dalla città di Roma, con particolare attenzione a un dettato che ci arriva direttamente dalla Santa Sede, cioè favorire i pellegrini rispetto ai turisti, e il pellegrinaggio a piedi. Questo significa organizzare intorno alla Santa Sede tre o quattro punti di accoglienza – ha proseguito – e di valorizzare i Cammini storici, il più importante dei quali è quello di Francesco su cui siamo già a buon punto. Ci sono poi il Cammino di San Benedetto e la via Francigena che sostanzialmente attraversa verticalmente tutta la nostra Regione. Ci concentreremo su questi quattro aspetti – ha concluso Smeriglio – e ogni dieci-quindici giorni presenteremo alla stampa il dettaglio di questi quattro ‘pacchettì»
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Roma apre le case dei Santi. Suggestivo itinerario religioso, artistico e culturale

Le Case di otto Santi (S. Antonio M. Zaccaria; S. Camillo de Lellis; S. Carlo da Sezze; S. Felice da Cantalice; S. Giovanni Leonardi; S. Giuseppe Calasanzio; S. Ignazio di Loyola; S. Leonardo da Porto Maurizio) protagonisti delle vicende culturali e spirituali di Roma tra il 1500 e il 1700, aprono le loro porte al pubblico.
“L’iniziativa - spiega l’assessore alle Politiche Culturali e Centro Storico Dino Gasperini - mette in relazione due secoli di rapporti tra la storia della Chiesa e della Città che passano attraverso i Santi. E’ il racconto di una storia popolare, quotidiana in cui le chiese tornano ad essere la mappa della città e un percorso tra i secoli. Il centro storico di Roma ritrova la sua vocazione di santuario a cielo aperto.
Si pone l’attenzione sull’aspetto umano del sacro: i Santi colti nella loro quotidianità. Sette Ordini Religiosi, sette Santi possono essere conosciuti in un percorso nella Roma cristiana visitando le loro Case, accanto ad opere d’arte meravigliose e poco note. Al Centro culturale Ara Coeli va il merito di aver messo in sinergia i sette ordini religiosi e aver aperto le Case dei Santi. È un’iniziativa che ripeteremo anche in futuro facendo vivere un itinerario religioso, artistico e culturale di rara bellezza e suggestione”.
Per tre giorni a settimana (venerdì, sabato e domenica) e per la durata di un mese (25 maggio-23 giugno), il pubblico avrà l’opportunità di conoscere, attraverso visite guidate gratuite, e specifiche conferenze, alcuni dei luoghi altamente simbolici per la Città Eterna. Per informazioni: tel. 06 06 08
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Un accordo per il patrimonio culturale ecclesiastico

È stato firmato lo scorso 28 giugno un "accordo operativo propedeutico alla definizione di un accordo programmatico per la tutela, la conservazione e la valorizzazione del patrimonio culturale ecclesiastico" tra la Regione Sicilia e la Conferenza episcopale siciliana (Cesi). L'accordo, siglato dall'assessore regionale ai Beni culturali e all'Identità siciliana, Sebastiano Missineo, per la Regione Sicilia, e da mons. Domenico Mogavero, vescovo delegato per i beni culturali ecclesiastici della Cesi, per la Chiesa siciliana, si prefigge, come obiettivo, di dare attuazione all'Intesa tra il presidente della Regione Sicilia e il presidente della Conferenza episcopale siciliana, riguardante la tutela, conservazione e valorizzazione dei beni di istituzioni ed enti ecclesiastici con interesse culturale, sottoscritta il 6 agosto 2010 e pubblicata sulla Gazzetta ufficiale della regione Sicilia n.23 del 27 maggio 2011.

No a corsie preferenziali.
"In questo momento - ha detto mons. Domenico Mogavero - stiamo cercando di raggiungere con la Regione Sicilia un'intesa che ci consenta di poter lavorare facendo attenzione al piano economico regionale. Vogliamo evitare, come già accaduto nel passato, delle 'corsie preferenziali' e dare la possibilità a tutte le diocesi di accedere allo stesso modo alle risorse per ottenere un trattamento in base alle reali esigenze". Grazie all'intesa, ha notato mons. Mogavero, "si esce dalla visione un po' esclusiva dei beni della Chiesa e si comincia un percorso di valorizzazione e di fruizione dei nostri siti. Ad esempio, pensiamo alla promozione di eventi di grande richiamo per incrementare i flussi di turismo culturale e religioso, che possono avere una forte ricaduta occupazionale ed economica sul territorio".

Le caratteristiche dell'accordo.
Ma cosa stabilisce in concreto l'accordo? Prima di tutto le fonti finanziarie che concorreranno ad assicurare adeguata copertura economica al programma d'interventi: i Programmi operativi Fesr e Fse 2007/2013, il Programma attuativo regionale del Fondo aree sottoutilizzate 2007/2013, il Programma operativo interregionale "Attrattori culturali, natura e turismo", altri programmi comunitari, oltre alle risorse della Conferenza episcopale italiana (otto per mille) e alle risorse previste dai bilanci regionale e statale. I programmi d'intervento dovranno essere orientati secondo i parametri stabiliti nell'Intesa del 2010 sottoscritta tra Regione e Cesi. In particolare: urgenza per la conservazione dei beni, importanza qualitativa dei beni, particolari esigenze di culto, prosecuzione e conclusione lavori iniziati. Per consentire la puntuale definizione del programma pluriennale e dei programmi annuali, oltre che per effettuare le relative fasi di ricognizione e selezione degli interventi che saranno dichiarati ammissibili al finanziamento, l'articolo 4 dell'accordo prevede la costituzione di un "Comitato tecnico di programmazione" formato da 8 membri: il dirigente generale regionale pro tempore dei beni culturali, tre esperti designati dall'assessore regionale ai beni culturali, il direttore dell'Ufficio regionale dei beni culturali della Cesi e tre esperti designati dalla Conferenza episcopale siciliana. L'accordo prevede anche la creazione di reti tra operatori culturali e di partenariati pubblico-privati per la gestione del patrimonio culturale, nonché la realizzazione di programmi formativi per migliorare le competenze professionali.

A favore di tutti.
L'accordo, rileva don Giuseppe Pontillo, direttore dell'Ufficio beni culturali, arte sacra ed edilizia di culto della diocesi di Agrigento, "istituisce un Comitato che valuterà quali progetti finanziare". L'auspicio del sacerdote è che il Comitato ponga fine "a una situazione senza regole che vede la forza politica prevalere sul bene comune. Anche le Soprintendenze ai beni culturali dovranno attenersi alle scelte determinate dall'organismo". "Ci auguriamo - prosegue don Pontillo - che non ci siano più contrattazioni tra parroci, funzionari e politici di turno, ma un meccanismo trasparente, chiaro e con criteri precisi". Questa intesa "dovrebbe evitare che singoli assessori finanzino direttamente, con fondi interni, la ristrutturazione di chiese e monumenti ecclesiali senza darne comunicazione" ed è "un ulteriore passo verso forme di collaborazione e trasparenza che vedono la comunità siciliana, e quella ecclesiale prima di tutto, impegnata per un nuovo modello di legalità e prassi etica". "Ci auguriamo, grazie a questo accordo - conclude il sacerdote - di dare risposte più concrete e veloci alle esigenze dei legali rappresentanti degli enti ecclesiastici detentori di beni culturali".

a cura di Marilisa Della Monica

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