FELTRINELLI 1+1  IBS.IT
Visualizzazione post con etichetta campania. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta campania. Mostra tutti i post

Dal Salento alla Sardegna, ecco 10 spiagge nascoste in Italia

Clima mite, posti poco affollati e prezzi più convenienti sono alcuni degli innegabili vantaggi di una vacanza al mare in primavera. Goboony, la piattaforma di camper sharing, ha selezionato dieci tra le più suggestive spiagge italiane nascoste e perfette per una vacanza in camper al mare durante la stagione primaverile.

Eccole:

1. TORRE ULUZZO E PORTO SELVAGGIO – SALENTO, PUGLIA
In Salento, più precisamente nel territorio di Nardò, c’è una bellissima spiaggia selvaggia e rocciosa: la baia di Torre Uluzzo. A strapiombo sul mare, la torre dal prestigioso valore archeologico domina una cala incantevole. Il periodo migliore per visitare questo luogo è sicuramente la primavera, quando il fiore da cuiprende il nome – l’asfodelo, in dialetto uluzzu – fiorisce e colora tutto di bianco. Questa meravigliosa baia
regala spazi rocciosi isolati dove poter prendere il sole, un mare azzurro e cristallino dove potersi tuffare e fresche pinete dove potersi appisolare all’ombra di alti pini.  Torre Uluzzo è raggiungibile a piedi tramite un sentiero sterrato accessibile dalla strada litoranea tra Santa
Caterina e Sant’Isidoro. Da Torre Uluzzo è poi possibile percorrere un bellissimo sentiero naturale che collega la baia a un altro luogo spettacolare e incontaminato: Porto Selvaggio. Tutta la zona fa parte dell’area naturale protetta del Parco Naturale Regionale di Porto Selvaggio e Palude del Capitano, inserita nel 2007 dal FAI nell’elenco dei “100 luoghi da salvare”. Raggiungibile solo a piedi con una passeggiata di circa venti minuti, la spiaggia di Porto Selvaggio, contornata da maestosi pini d’Aleppo, è il luogo ideale dove passare, anche in primavera, piacevoli giornate in totale tranquillità con il pregio di essere immersi in un ambiente naturale, incontaminato e selvaggio.
La zona è ricca di parcheggi, aree sosta e campeggi dove poter sostare o alloggiare.

2. SPIAGGIA DI CALAMOSCHE – SICILIA
Nel Parco Naturale di Vendicari, nella zona sud-orientale della Sicilia, in provincia di Siracusa, c’è un luogo magico: la spiaggia di Calamosche. Una caletta di sabbia dorata e finissima lunga circa 200 metri e circondata da scogliere e vegetazione mediterranea. Il mare turchese e cristallino è sempre calmo perché è protetto dalle correnti grazie ai due promontori che sorgono alle estremità laterali.
Il fondale è sabbioso e basso nella parte centrale, diventa più profondo e roccioso alle estremità. Qui è facile incontrare splendidi esemplari di fauna marina locale. Questa spiaggia infatti è tra le preferite tra gli amanti dello snorkelling. Dal parcheggio attrezzato che si trova percorrendo la SP19, parte un sentiero naturale di circa 1,2 km praticabile solo a piedi e che porta direttamente alla spiaggia. Una piccola fatica per godere di un vero e proprio paradiso naturale.

3. CALA VIOLINA – TOSCANA
Nella macchia mediterranea della riserva naturale di Scarlino, Cala Violina è un lembo di spiaggia con un mare incontaminato e racchiuso tra due promontori. È un patrimonio naturale di altissimo valore e fortemente tutelato. Cala Violina è famosa per un particolare che la rende un luogo unico e magico: ad ogni passo fatto sulla spiaggia i minuscoli granelli di quarzo “suonano” una melodia. Già narrate nei viaggi di Marco Polo, le spiagge sonore sono un fenomeno antico ed esclusivo di pochi luoghi nel mondo. Se ne contano appena un centinaio in tutto il mondo e Cala Violina è uno di questi luoghi magici. Dopo aver parcheggiato il proprio veicolo, (l’area di sosta più vicina è quella di Val Martina con 200 posti disponibili) Cala Violina si raggiunge esclusivamente a piedi o in bicicletta. Dal 1° giugno al 30 settembre l’accesso è regolato tramite un sistema di prenotazione. La prenotazione si fa online sul sito dedicato e il costo per l’accesso alla Cala è di 1 euro. Mentre la tariffa giornaliera per il parcheggio del camper è di 15 euro.

4. CALA GOLORITZÈ – SARDEGNA
Situata su uno dei tratti costieri del Golfo di Orosei, il nome Goloritzè deriva probabilmente dalle parole sarde “colóvuru”, “caboru”, “carhodu” che significano serpente. La spiaggia viene anche chiamata “spiaggia dell’Aguglia”, per la presenza dell’Aguglia, una formazione rocciosa appuntita nota anche come Punta Caroddi. La cala si può raggiungere via terra con una camminata di circa un’ora attraverso il sentiero Bacu Goloritzè sul Supramonte di Baunei. Proprio perché si tratta di un’area preservata non è possibile fare camping su questa spiaggia, ma è possibile sostare presso la Cooperativa Goloritzè. Qui sono disponibili diversi servizi come maneggio, ristoro ed anche
guide ambientali in grado di consigliare itinerari di trekking, arrampicata e fuoristrada.

5. SPIAGGIA DI SAN FRUTTUOSO DI CAMOGLI – LIGURIA
La spiaggia di San Fruttuoso è probabilmente la spiaggia più piccola di tutta la riviera ligure e la più incontaminata, probabilmente per via del difficile accesso. Può essere raggiunta, infatti, solo in barca o a piedi attraverso vari sentieri escursionistici, caratterizzati da diversi gradi di difficoltà. Uno dei più belli è quello che parte da Portofino e dura circa 1 ora e mezza. La spiaggia si trova nel Parco Regionale di Portofino – zona B dell’area naturale marina protetta, è piuttosto piccola e caratterizzata da ciottoli bianchi; il mare è cristallino e dal colore verde smeraldo. È molto amata dai sub, grazie alla bellezza dei fondali e alla presenza del Cristo degli Abissi, una statua di bronzo alta circa 2,5 metri che è stata posta nel 1954 sul fondale della baia a 17 metri di profondità.

6. BAIA DI PORTO MIGGIANO O SPIAGGIA DEI CENTO SCALINI – SALENTO, PUGLIA
La Baia di Porto Miggiano è conosciuta anche come “spiaggia dei cento scalini”, per via del numero di scale che bisogna fare prima di arrivare al mare. Situata nella cittadina di Santa Cesarea Terme – famosa stazione termale ricca di sorgenti naturali – Porto Miggiano è un vero e proprio gioiello incastonato in una meravigliosa insenatura. Fondali ricchi di meraviglie da scoprire, caratteristici faraglioni e suggestive grotte preistoriche, come quella dei Romanelli, rendono questo luogo un paradiso terrestre dove potersi rilassare e ammirare l’incanto della
natura. Da visitare preferibilmente in primavera, tra maggio e giugno o a settembre. In piena estate infatti è una meta molto affollata. La zona dispone di un ampio parcheggio, su strada sterrata, dove poter parcheggiare il proprio veicolo. Inoltre, proprio in cima alla baia e immerso nel verde si trova il Camping Porto Miggiano, luogo ideale per un camping con vista sulla splendida insenatura.

7. SPIAGGIA DELLA GAVITELLA, CAMPANIA
La spiaggia della Gavitella è un delizioso angolo di paradiso custodito tra le scogliere della splendida Costiera Amalfitana, luogo e patrimonio storico e gastronomico dall’inestimabile valore (sito Unesco dal 1997). Si tratta di una caletta naturale situata nella frazione di Vettica Maggiore a Praiano, raggiungibile percorrendo una scalinata panoramica costruita nel 1926. La via di accesso alla spiaggia della Gavitella inizia con la lunga scalinata di 413 gradini presso la Piazza San Gennaro di Praiano. Da qui il panorama incantevole su Positano e sui faraglioni di Capri lascia senza fiato. Altra particolarità di questo posto è la possibilità di godere del sole fino al tramonto grazie all’esposizione a ovest.

8. SPIAGGIA DELLA MARINELLA DI PALMI, CALABRIA 
Nella parte settentrionale della Costa viola e sovrastata dal Monte Sant’Elia, si trova la spiaggia della Marinella di Palmi, una baia caratterizzata da ghiaia bianca e da un mare turchese, limpido e trasparente. Nonostante sia facilmente raggiungibile è poco frequentata, perfetta per rilassarsi e godersi la pace del mare in primavera. Per poter arrivare è necessario prendere l’uscita per Palmi dalla Statale 18. Una volta qui basterà seguire le indicazioni per la spiaggia che è ben segnalata. Per quanto riguarda l’area camper dove poter sostare, a venti
minuti di guida dalla spiaggia si trova Summerland, un’area sosta dove sono disponibili servizi basici ma estremamente funzionali.

9. BAGNI DELLA REGINA GIOVANNA, SORRENTO
I Bagni della Regina Giovanna si trovano sul promontorio di Punta Capo a Sorrento e sono una delle spiagge nascoste più belle d’Italia.
Si tratta di una vera e propria piscina naturale circondata da roccia, natura incontaminata e dai resti di un’antica villa romana. Oltre che una piccola oasi naturale nell’area Marina Protetta di Punta Campanella, i Bagni della Regina Giovanna sono anche un sito archeologico protetto di notevole valore. I Bagni sono raggiungibili esclusivamente a piedi tramite un’escursione di circa 25/30 minuti o via mare. L’ingresso è gratuito ma contingentato durante tutto l’anno.

10. CALA LUNA – SARDEGNA
Simbolo della Sardegna orientale, Cala Luna è un vero e proprio monumento naturale di straordinario fascino. Si tratta di un’insenatura tra le falesie con al centro una striscia di sabbia finissima e dorata che si allunga nel mare limpido e azzurro. Ai confini tra Barbagia e Ogliastra, la spiaggia è di una bellezza selvaggia e incontaminata da lasciare senza fiato. È raggiungibile via mare con le barche che partono dal porticciolo di Cala Gonone e dalla spiaggia della Marina di Orosei. Per i camminatori esperti e allenati è possibile raggiungerla anche a piedi. Il sentiero di trekking è piuttosto difficile e parte da Cala Fuili o da Baunei.

travelnostop.com

"Con tutti i sensi": la campagna ENIT promuove la Costiera Amalfitana



Per tre mesi, dal 1 ottobre al 23 dicembre, l'Italia si promuove sul portale della guida turistica più venduta in Germania e punta sulla presentazione di otto prodotti turistici tra cui la vacanza attiva e termale, l'offerta culinaria, il turismo slow e verde.

La campagna "Mit allen Sinnen" (Con tutti i sensi) si svolge contestualmente in Germania, Austria e Svizzera. Prevede uno Smart Magazine con storytelling e integrazione di due video, teaser e banner su tutta la "rete viaggi" di MairDumont(Baedeker, Lonely planet, Dumont, weg.de, Eurowings, lastminute.de), invio di newsletter ad hoc e posting sui canali social di Marco Polo.

Obiettivo della promozione è ispirare a un viaggio in Italia 15 milioni di Unique Users, un target di viaggiatori smart & active con capacità di spesa medio-alta, un elevato livello di istruzione, preferenza di viaggi in Europa, interessati a prodotti editoriali turistici con suggerimenti, novità e presentazioni di aspetti inediti delle destinazioni.
amalfinews.it

Viaggio tra i siti Unesco d’Italia, la Campania Da Napoli a Caserta, ecco i sei siti patrimonio dell’umanità

null © Ansa

L’itinerario alla scoperta delle bellezze naturali, archeologiche e storico-artistiche della Campania che l’Unesco ha premiato con 6 siti considerati patrimonio dell’umanità parte dal capoluogo Napoli, che dal 1995 è tutelato e sorvegliato dall’organizzazione internazionale: Capodimonte con il parco e la reggia, Castel Sant’Elmo, la certosa di san Martino, la villa e il parco Floridiana, Villa Rosebery e il comune, il reale orto botanico, Marechiaro e i distretti di Villa Manzo e del Casale. 
Napoli è una delle città più antiche d’Europa, il cui tessuto urbano conserva gli elementi della sua lunga e movimentata storia. La disposizione a griglia rettangolare dell’antica fondazione greca è ancora riconoscibile nel tessuto urbano del centro storico, ma la storia della città è soprattutto legata al mare e al porto, che le ha conferito un importante ruolo culturale. Napoli, infatti, ha esercitato notevoli influenze soprattutto nell’architettura, espressa nei suoi antichi forti, nelle chiese e nei palazzi patrocinati dalle famiglie nobili. Il centro storico, diviso in due dalla celebre strada Spaccanapoli, rappresenta il nucleo più antico della città, fondata nel VI secolo a.C. con il nome di Neapolis. Culla delle correnti artistiche di ogni epoca, occupa 17 chilometri quadrati e accoglie numerosi quartieri, tra cui Avvocata, Montecalvario, Mercato, Stella, San Carlo all’Arena, Chiaia, Vicarìa e parte delle colline del Vomero e di Posillipo. Il motivo per cui tutta questa vasta area è stata dichiarata patrimonio dell’umanità è per la ricchezza senza uguali del tessuto urbano, degli edifici e delle strade che conservano e testimoniano una storia millenaria ricca di eventi, che ha visto succedersi e incrociarsi popoli e culture provenienti da tutta Europa. Nel centro storico abbondano obelischi, monasteri, chiostri, musei, catacombe, statue, monumenti, palazzi storici e numerosi scavi archeologici, sia all’aperto sia sotterranei. Della storia greca restano oggi solo alcune mura difensive, mentre sono più numerose le testimonianze d’epoca romana: i resti del teatro antico, delle catacombe e vari reperti, alcuni visibili nei musei e altri nelle zone archeologiche della città, tra cui l’area di san Lorenzo Maggiore. D’epoca svevo–normanna, invece, è l’edificio più celebre e simbolo della città: Castel dell’Ovo. Costruito nel I secolo a.C. sull’isolotto di Megaride come villa di Lucio Licinio Lucullo, il sito cambiò diverse volte funzione e aspetto nel corso dei secoli, fino all’arrivo di Ruggiero il Normanno che, conquistando Napoli nel XII secolo, fece del maniero la propria residenza. Da allora la fortezza subì numerose trasformazioni, soprattutto durante il periodo angioino e quello aragonese, fino a giungere allo stato in cui si presenta oggi. Il castello, annesso allo storico rione di santa Lucia, è visitabile e al suo interno si svolgono mostre, convegni e manifestazioni durante tutto l’anno. Al periodo successivo di dominazione spagnola, dal XV al XVII secolo, risalgono invece gli altri due castelli simbolo della città: Castel Nuovo o Maschio Angioino e Castel Capuano. Sempre in quel periodo vennero innalzate le mura difensive e costruiti il convento di sant’Agostino degli Scalzi, il Collegio dei Gesuiti di Capodimonte e il bellissimo palazzo reale che con la basilica di san Francesco di Paola incornicia la celebre piazza del Plebiscito. Oggi l’edificio ospita la biblioteca nazionale Vittorio Emanuele III. Durante il governo dei Borbone venne ingrandito il porto e vennero risanati alcuni borghi attorno al centro storico; è in quel periodo che vennero decorati gli interni dei palazzi reali e delle residenze nobiliari, molti dei quali oggi trasformati in musei e centri culturali.
Uscendo da Napoli la bellezza della Costiera amalfitana non poteva passare inosservata: è entrata nel prestigioso elenco dell’Unesco nel 1997 con 12 borghi di grande valore culturale e paesaggistico come i terrazzamenti di frutteti di Amalfi e di Ravello, le ville romane di Minori e di Positano del I secolo d.C. e i manufatti in ceramica di Vietri sul Mare. Della costiera l’Unesco volle tutelare il suo “meraviglioso esempio di paesaggio mediterraneo con straordinario valore naturale e culturale”. La costa, lunga una trentina di chilometri, è punteggiata da alberi di limoni, da chiazze di buganvillea viola e porpora che colorano i borghi, gli anfratti rocciosi, gli archi, le grotte e le rupi scoscese, che come passaggi verticali uniscono il cielo e il mare. Il litorale è uno spettacolo per il colore del Tirreno, giada e turchese, e delle case arrampicate sui monti; per le baie e le grotte che si aprono all’improvviso; per gli scorci sui Faraglioni e sulle tozze e gialle torri che vegliano dall’acqua; per i piccoli borghi di pescatori scolpiti nella roccia e per i terrazzamenti di vigneti. E’ il tratto di costa che ha incantato artisti, intellettuali, personaggi celebri del cinema e del teatro e che ogni volta che lo si percorre regala scorci sempre nuovi.
Delimitato dalla litoranea 163 Amalfitana, piena di angoli bellissimi che mozzano il fiato a ogni curva, la Costiera è piacevole da percorrere anche via mare noleggiando un’imbarcazione dal porto di Positano, dominato dalla chiesa di santa Maria Assunta con il tetto maiolicato, e navigare lungo la costa. Positano si raggiunge comodamente da Napoli con gli aliscafi o i traghetti che partono più volte durante la giornata. Dal mare si scoprono anfratti rocciosi, punteggiati da ville lussuose, grotte e piccole spiaggette nascoste, delimitate dalle torri cinquecentesche che difendevano la costa dagli attacchi dei saraceni e che oggi sono state trasformate quasi tutte in abitazioni private. Sotto l’arco del ponte che sostiene la statale, alto 28 metri, la montagna si apre e l’acqua del mare entra nel fiordo di Furore, scenografica insenatura con una manciata di case, aggrappate al dirupo. Subito dopo la grotta dello Smeraldo nell’incantevole baia di Conca dei Marini si arriva ad Amalfi, la più antica Repubblica marinara d’Italia e incantevole borgo che s’innalza con le sue case bianche, circondato da spiagge morbide e archi naturali. Nella cittadina merita una visita la cattedrale dedicata a sant’Andrea, incastonata nel centro storico: risale al IX secolo, quando la Repubblica era una potenza commerciale, e offre l’incantevole chiostro Paradiso del Duecento dove spesso si tengono concerti. Proseguendo nella navigazione si arriva davanti alla baia di Atrani, suggestivo borgo-presepe stretto tra il mare e le pareti rocciose e, adagiato su uno sperone, l’incantevole borgo di Ravello: i suoi belvedere e le terrazze di villa Rufolo e Cimbrone, dalle quali si ammira un panorama mozzafiato, incantarono tanti artisti, tra cui Greta Garbo e Richard Wagner in onore del quale, ogni anno, d’estate si svolge il Festival internazionale di musica. E poi, lungo la costa, si scoprono Maiori, borgo incantevole con una spiaggia a mezzaluna e la collegiata di santa Maria a Mare; Cetara, antico borgo di marinai e pescatori, e Vietri sul Mare, città etrusca e romana, famosa in tutto il mondo per il suo artigianato della ceramica, in particolare per le mattonelle dipinte con temi religiosi.
Importante e quasi scontata è la tutela dell’Unesco alle ricche aree archeologiche di Pompei ed Ercolano che, insieme all’area di Torre Annunziata, offrono un quadro preciso della vita quotidiana dell’antica Roma. Qui – Pompei con la Villa dei Misteri, Ercolano con la Villa dei Papiri, il teatro romano, e le ville di Torre Annunziata – il tempo si è fermato all’eruzione del Vesuvio del 79 d.C., quando tutto è stato sepolto dalla lava. Seppellite e protette per secoli sotto la cenere, gli scavi archeologici hanno portato alla luce – e ancora lo continuano a fare – le antiche città romane con le domus decorate, le botteghe, i teatri, gli uffici pubblici, numerosi luoghi sacri, tra cui le necropoli, e le strade perfettamente lastricate. Oggi si passeggia tra sculture, mosaici e pitture murali, case, templi, teatri e terme risalenti a più di duemila anni fa.
Sempre nel 1997 l’Unesco inserì tra i beni da proteggere anche la maestosa Reggia barocca di Caserta, progettata da Luigi Vanvitelli su incarico di Carlo III di Borbone nel XVIII secolo. Il complesso monumentale fu voluto per rivaleggiare con le regge di Versailles e de La Granja di Madrid: il risultato, sebbene non fosse come quello voluto in origine da Carlo III, era un grandioso palazzo con il suo parco di 120 ettari, i giardini, un’area naturale, i padiglioni di caccia e un complesso industriale per la produzione della seta. Rientrano nella tutela anche l’acquedotto Carolino, che alimenta le fontane del parco, e il complesso di san Leucio, tappa fondamentale della cultura settecentesca e dello sviluppo industriale e tecnologico del territorio campano. Il Belvedere di san Leucio è oggi la sede del Museo della seta, all’interno del quale si possono ammirare alcuni antichi telai e macchinari originali per la filatura della seta.
Sono protetti dall’Unesco come riserva della Biosfera anche il parco nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni con i siti archeologici di Paestum e Velia. A Padula, nel Vallo di Diano, c’è anche la certosa di san Lorenzo, considerata il più grande complesso monastico dell’Italia meridionale. Paestum, l’antica città greca di Poiseidonia, fondata alla fine del VII secolo a.C. e dedicata a Poseidone, dio del mare, conserva ancora oggi alcuni templi dorici. Velia, in greco Elea, nacque nel 540 a.C. e conserva nell’area dell’acropoli i resti di un tempio ionico, del teatro risalente al III secolo a.C. e delle terme di Adriano del II secolo d.C. Qui fiorì una scuola filosofica presocratica molto importante con Parmenide come fondatore e Zenone come illustre discepolo.
Infine vanno segnalate anche la pizza napoletana e le macchine dei santi inserite dall’Unesco nell’elenco del patrimonio immateriale dell’umanità.
ansa

L'Ospedale delle bambole da bottega a museo

Le bambole vecchie e rotte potranno avere una seconda vita. Accade a Napoli, nei locali delle restaurate scuderie di Palazzo Marigliano, dal 21 ottobre sede definitiva dell''Ospedale delle Bambole'. Un vero e proprio ospedale dotato di pronto soccorso, di corsie di degenza attrezzate con mini lettini e di reparti di specialistica: dall'oculistica all'ortopedia passando per la sala gessi. A curare le bambole dalle loro ferite e dai loro acciacchi dovuti all'età ci saranno il primario Tiziana Grassi, le sue assistenti, ma anche i bambini che potranno, una volta indossati i piccoli camici colorati situati all'ingresso dell'ospedale, aiutare le dottoresse a riparare gambe, braccia, occhi, a risistemare parrucche e ogni altra 'operazione' necessaria per far rivivere le bambole. Ma l'Ospedale accoglie anche peluche in un'apposita area veterinaria.
"In un ospedale - ha detto la dottoressa Grassi - c'è sempre bisogno di assistenza e i bambini saranno i miei paramedici. Finalmente, dopo venti anni, grazie a questo spazio possiamo far vedere tutto quello che abbiamo conservato con amore e con passione". L'Ospedale è un museo-bottega che si sviluppa su 180 metri quadri ed ospita una collezione centenaria di bambole, burattini, giocattoli d'epoca e pastori, catalogati per tipologia, provenienza e periodo storico. Lo spazio sarà aperto al pubblico dal lunedì al sabato dalle 10.30 alle 18 e nel periodo natalizio anche la domenica. Chi vorrà visitare l'Ospedale verserà un contributo di 3 euro che aumenterà leggermente se si vorrà indossare il camice, entrare in corsia e aiutare le dottoresse ad aggiustare le pazienti.
L'Ospedale si configura come un vero e proprio laboratorio di restauro dedicato alla cura e alla conservazione di un patrimonio culturale che per la sua unicità ha contribuito a caratterizzare la memoria storica di Napoli. L'Ospedale infatti nasce dall'eredità familiare della famiglia Grassi e dalla bottega storica di Luigi Grassi, padre di Tiziana, che per anni ha richiamato l'attenzione e la curiosità al civico 81 di via San Biagio dei Librai, a pochi passi dalla nuova sede dell'Ospedale delle Bambole. Lo spazio apre le porte anche alla collaborazione con altri artigiani attraverso 'Il Banco dell'Ospitalità'. La prima collaborazione è con l'orafo napoletano Gustavo Renna che ha realizzato per l'Ospedale una collezione di collane, bracciali e anelli che custodiscono in montature aperte o a scrigno foto di bambole antiche o degli stessi componenti della famiglia Grassi mentre sono all'opera. A completare lo spazio, ci sarà anche 'La Stanza delle meraviglie' che sarà completata per il Maggio dei Monumenti 2018 e che riprodurrà in scala ridotta la storica bottega di famiglia.
ansa

Campania, la Sagra del Casatiello

Gastronomia, artigianato e spettacoli folkloristici alla XXV Sagra del Casatiello di Sant’Arpino. Il paese in provincia di Caserta festeggerà dal 9 all’11 giugno uno tra i più antichi e suggestivi sapori della tradizione campana. Il casatiello è legato alla vita contadina, considerato da tutti un simbolo di rinascita della natura e dello spirito.

CASATIELLO: ANTICA TRADIIZONE CONTADINA IN CAMPANIA

Il rustico preparato con strutto, formaggio e salumi veniva preparato dai contadini Atellani in occasione della Pasqua per festeggiare l’arrivo della primavera e augurarsi un raccolto fruttuoso. I contadini dei paesi vicini a Sant’Arpino raggiungevano il monastero di San Francesco di Paola, per trascorrere la giornata mangiando casatielli tra musiche e danze popolari. Una tradizione che si rinnova da 25 anni.

CASATIELLO: DA RUSTICO DI PASQUA A SIMBOLO DI SOLIDARIETA’

La manifestazione prevede l’allestimento di stand enogastronomici e artigianali dove sarà possibile acquistare prodotti locali e degustare i Casatielli in tutte le loro varianti. Oltre a spettacoli e canti popolari, saranno allestite mostre come quella della tradizione della canapa, visite guidate al Palazzo Ducale con la rappresentazione delle “Farse Atellane” e le visite alla Chiesa di Sant’Elpidio.


La commissione istituita dalla Pro Loco di Sant’Arpino ha scelto come manifesto della sagra l’immagine ideata e realizzata da Romana Melone, alunna della classe 3 C- Sezione Arti Figurative del Liceo Artistico di San Leucio. La manifestazione è un imperdibile appuntamento annuale in cui si celebra il rustico campano. Negli anni scorsi è stato realizzato il “Casatiello da Guinnes dei primati” dal peso di circa quattro quintali e contenente circa quattrocento uova. Nell’ambito della Sagra, si svolge anche un originale “concorso” tra le massaie del paese, sponsorizzato da rinomati pastifici italiani, per la preparazione del Miglior Casatiello dell’anno.


Per diffondere la tradizione e la conoscenza del casatiello, nel 1993 la Pro loco, realizzò il filmato “A’ Fest ‘e Santu Calione”, interamente girato a Sant’Arpino. Basandosi su testimonianze e ricordi di persone anziane intervistate, è stato realizzato un documento visivo che integra quelli scritti, “affinchè nelle generazioni future resti il filo della memoria ed il significato storico delle tradizioni”. Nel casatiello si riflette il valore della vita contadina, la solidarietà e l’istinto comune della sopravvivenza.
turismo.it

In Campania l'estate è più buona: 5 ricette buonissime. Viaggio tra i sapori


IL FUSILLO DI FELITTO
Buonissimo e dalla storia secolare, il Fusillo di Felitto è il vanto della tradizione gastronomica della suggestiva località immersa nel Parco Nazionale del Cilento. Si tratta di un formato di pasta lungo e cavo che viene ottenuto ancora oggi con tecniche completamente manuali tramandate di madre in figlia nel corso dei secoli, e condito con il tipico Ragù di Castrato.
POMODORINI GIALLI DEL VESUVIO
I Pomodorini Gialli che crescono alle falde del Vesuvio evocano tempi lontani in cui il gustoso ortaggio, oggi diventato elemento imprescindibile della cucina mediterranea, era appena sbarcato in Europa e sfoggiava ancora il suo colore originario chiaro e dorato. Il gusto dolce ed intenso ed il profumo fresco e piacevole donano un tocco speciale ad ogni ricetta in cui vengono impiegati.
PASTA DI GRAGNANO IGP
La Pasta di Gragnano è un prodotto alimentare, ottenuto dall’impasto della semola di grano duro con acqua della falda acquifera locale, prodotto su tutto il territorio del comune di Gragnano in provincia di Napoli. I formati immessi al consumo sono, diversi, tutti tipici, frutto della fantasia dei pastai gragnanesi.
MUZZARELLA CO A' MURTEDDA 
Aromatica e saporita, la Muzzarella co a' Mortedda è una specialità campana del Basso Cilento che trae dagli aromi del mirto il suo gusto unico che la rende un prodotto del tutto diverso dagli altriformaggi a pasta filata. L'usanza di avvolgerla con i rametti e le foglie di questo arbusto, tipico della vegetazione locale, ne ha fatto una vera e propria eccellenza gastronomica.
PAPACCELLA NAPOLETANA
Sfiziose, saporite e coloratissime, le Papaccelle napoletane sono i piccoli peperoni della tradizione partenopea più apprezzati ed imitati. Sapendole riconoscere tra una moltitudine di ibridi simili, ma mai identici, si ottiene un ingrediente unico perfetto per arricchire numerose ricette, come i tipici peperoni ripieni ('mbuttunati), e per preparare stuzzicanti conserve sott'olio e sott'aceto.
turismo.it