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Bologna, l’equiturismo scopre la romantica leggenda dell’abbadessa Lucia

Continuano gli appuntamenti del Progetto Turismo Equestre della Fise Emilia Romagna, che domenica 27 giugno propone un trekking all’interno del Parco Regionale dei Gessi e dei Calanchi dell’Abbadessa. L’escursione interesserà i comuni di San Lazzaro di Savena e Ozzano Emilia e come di consueto il percorso sarà rilevato con Gps e trasferito su cartografia della Regione Emilia Romagna.

La partenza è fissata per le 9 dal Gese (Gruppo Emiliano Sport Equestri) di San Lazzaro di Savena, alle porte di Bologna. Lungo i campi e le antiche strade in sasso intorno a San Lazzaro il gruppo raggiungerà la località di Pizzo Calvo con la sua caratteristica chiesa. Guadato il fiume Idice e attraversata la via Idice in località Cà de’Mandorli si entrerà nel comune di Ozzano Emilia. Attraverso i terreni della Facoltà di Veterinaria dell’Università di Bologna, in località Tolara, si risalirà la collina godendo di un panorama mozzafiato sui Calanchi Bolognesi, incorniciati da boschetti e campi coltivati. Salendo ancora lungo i terreni di Collegio di Spagna, fino al suggestivo Castello degli Spagnoli, si prenderà un sentiero che scende veloce e che in questa stagione è invaso dalle ginestre e dal loro profumo. Il sentiero conduce a una suggestiva valletta boscosa proprio ai piedi dei Calanchi dell’Abbadessa. Durante il Medioevo tutto il territorio era caratterizzato da piccoli centri abitati sparsi sui rilievi, in genere fortificati e riuniti intorno a un castello o a una pieve. San Pietro di Ozzano, uno dei fortilizi a difesa della via Emilia, ad esempio ebbe origine dagli abitanti di Claterna che, dopo la distruzione della città nel V secolo, si rifugiarono sulla vicina collina.

Poco oltre si incontra la pieve di Pastino, che esisteva già nell'XI secolo; decaduta nel XV secolo e sopravvissuta solo come oratorio, fu poi trasformata in abitazione civile. Non lontano dalla pieve, sorgeva il monastero femminile di Santa Cristina, nelle vicinanze del lungo crinale tra i calanchi noto come Passo della Badessa. Del monastero, demolito nel 1769, rimane memoria soltanto nella figura dell'abbadessa Lucia, poi Beata Lucia da Settefonti. Una romantica leggenda vuole che Lucia, dopo la morte, abbia miracolosamente salvato dalla prigionia in Terrasanta un giovane della nobiltà bolognese, che era solito risalire l'impervio crinale fino alla chiesa per intravvederla durante le funzioni religiose. I ceppi che imprigionavano il giovane e la salma di Lucia sono conservati nella vicina chiesa di Sant’Andrea, mentre a circa un chilometro di strada asfaltata, si possono vedere i ruderi del campanile di Settefonti, ultime vestigia dell’omonima abbazia che diede vita alla leggenda dell’abbadessa Lucia.

Risaliti alla pieve di Pastino il gruppo si dirigerà verso l’agriturismo Dulcamara di fronte a Villa Torre, sede del Museo archeologico del Parco Regionale dei Gessi e dei Calanchi dell’Abbadessa. Superato l’agriturismo s’imboccherà via del Pilastrino, una strada bianca che offre un panorama incredibile: nelle giornate limpide il Monte Cimone sembra talmente vicino da poterlo toccare e c’è chi dice che si può vedere anche il mare. Di sicuro via del Pilastrino conduce all’osteria la Palazzina e ai rinomati tortelloni della signora Claudia. Rifocillati, cavalli e cavalieri si rimetteranno in marcia. Superata la chiesa sconsacrata della Campanella, il sentiero di fitta vegetazione si apre su un calanco di emozionante bellezza che domina tutta la valle dell’Idice. Costeggiando Castel de’Britti e, guadato l’Idice, si procederà lungo la riva sinistra del fiume fino a Rio Zena, e subito oltre a La Mura San Carlo con il complesso architettonico dell’antico seminario di San Camillo, a meno di due chilometri dal Gese.



Altimetria: dagli 88 metri del Gese ai 230 metri di Villa Torre fino ai 328 metri della Palazzina (slm).



Le iscrizioni avranno termine il 21 giugno. Per ulteriori informazioni: Lanfranco Longhi cell 338 3187025.

L’organizzazione si riserva il diritto di modificare il programma o di annullarlo in caso di maltempo o giustificate motivazioni. Sono disponibili dalla sera precedente box presso le strutture del circolo e l’organizzazione può fornire indirizzi di alberghi o B&B della zona. Sono graditi abbigliamento e bardature consoni all’equitazione di campagna, nel rispetto delle proprie discipline. Sono richieste le certificazioni sanitarie previste per gli equidi ed il possesso di patente Fise o parificate.

Nella stessa giornata il Parco ha in calendario la visita guidata alle Grotte del Farneto: ore 9,30/11,00. E’ necessaria la prenotazione. Gli eventuali accompagnatori interessati possono rivolgersi al numero telefonico 051 6254821.

www.emilia-fise.it