Brassaï, “Soirée Haute couture, Paris 1935” (particolare) - © Estate Brassaï successione/Philippe Ribeyrolles
La mostra a Milano. Con Brassaï il chiaroscuro di Parigi diventa colore
A Camera Torino Dorothea Lange e la sua Mio grant Mother dal 19 luglio 200 opere sulla crisi climatica e le migrazioni
Steve McCurry racconta l'infanzia in 100 scatti. A Firenze la prima mostra sul tema del fotografo in Italia
ansa.it
Salone Off, Le vergini giurate alla Cavallerizza. Le foto di Stefanelli sulle donne albanesi diventate uomini
Vezzano sul Crostolo (Reggio Emilia) fiera dell’Asparago selvatico: arte e cultura
Domenica 7 maggio alle ore 10,30 nella Sala civica del comune di Vezzano sul Crostolo, nell’ambito della fiera dell’Asparago selvatico, il sindaco Stefano Vescovi presenta il libro ‘Il Paese – La Vecchia La Bettola’.
Il volume è il quinto di una serie di ricerche fotografiche che indagano il territorio del Comune pedecollinare e che si ripropone di arrivare a dieci, ricerca che ha avuto fin da subito l’appoggio degli amministratori locali.
Dopo il primo dedicato a Pecorile con gli scatti di una decina di fotografi, il secondo ha puntato gli obiettivi di Stefano Meschieri e Marco Reverberi su Montalto, il terzo volume, con le immagini di Luigi Menozzi, ha rivolto lo sguardo al paesaggio ed infine il quarto, con le fotografie di Matteo Colla, è stato dedicato alle architetture di tutto il Comune.
La serie è curata da Giuseppe Maria Codazzi che per questa ricerca sui borghi de La Vecchia e de La Bettola ha affidato l’incarico ad Annunziata Davoli e Daniela Storchi, fotoamatrici, sì, ma con una passione per l’immagine che a volte si fa fatica a riscontrare in tanti professionisti.
Dopo il centro di Vezzano sul Crostolo il borgo di La Vecchia è forse il più conosciuto, un po’ perché sosta, spesso inevitabile, per un caffè, ma soprattutto per un fatto ben più tragico, l’eccidio della vicina Bettola.
Oggi ce lo ricorda la ‘Composizione monumentale’, noto a tutti come monumento ai Martiri. L’istallazione artistica fu progettata da Paolo Gallerani, Luciano Aguzzoli e Nino Squanza, e segna così bene nel tempo e nello spazio questo luogo della memoria.
Anticamente il borgo era un’estensione delle proprietà del feudo di Montalto, di proprietà della famiglia Canossa, noto soprattutto per i suoi mulini alimentati così bene dalla vicina corrente del torrente Crostolo.
Ma quella che oggi è la Statale 63, per di lì, ha iniziato a passarci solo nel XIX secolo e l’attuale sviluppo di La Vecchia è figlio di quella decisione.
“Quella riga quasi diritta – scrive Codazzi nella presentazione – tirata dagli ingegneri, per unire la pineta di Vezzano con il ponte della Bettola, Annunziata e Daniela l’hanno percorsa parecchie volte. Ci sono andate la mattina presto, quando la luce arriva da Montalto, per ritornarci alla sera, quando il sole se ne va a letto a Paderna. Si sono fermate a chiacchierare con la gente del posto, per fare un ritratto, per cogliere un particolare, ma anche per sottolineare luoghi nascosti ai più.
Hanno lasciato il loro sguardo scorrere lungo le colline e sulle rive scoscese dei calanchi, sulla striscia nera d’asfalto lasciata libera dalla neve, sulle pietre delle case e sull’acqua del torrente, per arrivare fino a ridosso di quel ponte, anche lui spettatore del terribile eccidio.”
“La Vecchia è unica – scrive il vicesindaco Paolo Francia nell’introduzione – e ovvia nel contempo. Una località come tante e come nessuna… Perché La Vecchia si nasconde timidamente, davanti al passaggio continuo di innumerevoli viaggiatori che ripetutamente la attraversano.
La strada è una lama che la divide, la ferisce e ne condiziona la vita. La strada corre dritta e induce il passante disinteressato a guardare sempre davanti a sé. Ma la vita, le persone, i vicoli, i sorrisi e l’identità sono ai lati della via e fioriscono verso il fiume e la collina, con riservatezza e decoro.”
laliberta.info
Il giorno e la notte in un fiore, è italiana la foto del giorno della Nasa
AGI - Il giorno si trasforma in notte come lo scorrere dei petali di un fiore: il "momento magico" di questo passaggio è stato colto dall'astrofotografo siciliano Dario Giannobile, il cui scatto è stato scelto oggi dalla Nasa come foto del giorno (https://apod.Nasa.gov/apod/ap230506.html).
"Il cielo si tinge di blu scuro per poi scurirsi improvvisamente fino a diventare buio - spiega all'AGI Giannobile - ma questa fotografia è qualcosa di più: uno star trail a spirale dove il pianeta Venere e la Luna ruotano fino a lambire le rocce dell'Argimusco e si dispongono creando la forma di un fiore stellare".
L'altipiano dell'Argimusco è un complesso archeologico e rupestre, amato dagli archeoastronomi, nel Messinese, tra Montalbano Elicona e Novara di Sicilia. È una sorta di Stonehenge siciliana, sede di favoleggiamenti e rocce con figure zoomorfe e antropomorfe. Giannobile, astrofotografo già premiato dalla Nasa, si è appostato qui la sera del 22 aprile, calcolando ogni esposizione per mantenere un equilibrio costante di luce e colore. Vicino all'orizzonte occidentale, una falce di Luna e Venere sono i due fari celesti piu' luminosi. Petalo dopo petalo la coppia si avvicina a spirale al centro del fiore. In silhouette attorno al centro del fiore del crepuscolo ci sono le rocce siciliane dell'Argimusco.
RIPARTE PHOTOGRAPH-ER È ONLINE IL BANDO
PHOTOGRAPH-ER è rivolto a giovani fotografə tra i 18 e i 35 anni di età residenti o domiciliatə in Emilia-Romagna, per sostenerlə nel loro percorso di formazione artistica e professionale.
Il percorso prevede lezioni frontali, tavoli di confronto e workshop con l’obiettivo di sviluppare e incentivare il processo artistico dei giovani artistə grazie all’incontro e all’insegnamento di fotografə affermati, ma anche di favorire l’accesso al mondo del lavoro attraverso lo scambio con diversi professionistə del settore.
Durante la formazione infatti i partecipanti avranno modo di confrontarsi con espertə del mondo dell’arte e della fotografia, provenienti da diversi ambiti e settori: fotografə professionistə, curatorə, photoeditor, galleristə.
Il percorso è totalmente gratuito.
PROGRAMMA
Sabato 25 marzo ore 10-17 [IN PRESENZA ]
Incontro di presentazione
Domenica 25 marzo ore 10-17 [IN PRESENZA ]
Workshop con Renata Ferri: come si scrive e presenta un portfolio
Sabato 1 aprile 2021 ore 11-13 [IN PRESENZA ]
Le gallerie: come promuovere e vendere il proprio lavoro?
Incontro con Marcella Manni e visita della galleria Metronom di Modena
Venerdì 14 aprile ore 16-18 [ONLINE]
La stampa: come collaborare con i giornali?
Incontro con Francesca Marani (Visual Editor of Global PhotoVogue) e Max Ferguson (Photo Editor Granta Magazine),
Sabato 15 aprile ore 11-13 [IN PRESENZA]
Progettare e organizzare mostre
Incontro con Giangavino Pazzola (curatore a Camera – Centro Italiano per la Fotografia) e Daniele De Luigi (curatore di Fondazione Modena Arti Visive e del progetto “Giovane Fotografia Italiana”)
Venerdì 28 aprile [IN PRESENZA]
Invito all’inaugurazione del festival Fotografia Europea
Accesso illimitato alle mostre del festival e agli eventi collegati dal 28 aprile all’11 giugno
Sabato 29 e Domenica 30 aprile [IN PRESENZA]
Letture portfolio
Durante le giornate inaugurali di Fotografia Europea i giovani fotografi potranno iscriversi a 2 letture portfolio a loro scelta
Lunedì 1 maggio – orario da definire [IN PRESENZA]
I protagonisti di Fotografia Europea 2023: incontro con i fotografi della nuova edizione
Sabato 20 e domenica 21 maggio – orario da definire [IN PRESENZA]
Workshop di 2 giorni con Arianna Arcara
Sabato 27 maggio – orario da definire [IN PRESENZA]
L’editoria specializzata: come sviluppare e pubblicare il proprio libro fotografico?
Incontro con Bruno Ceschel
Domenica 28 maggio – orario da definire [IN PRESENZA]
Visite guidate alle mostre organizzate dalla rete di partner di Fotografia Europea
Sabato 11 e domenica 12 giugno – orario da definire [IN PRESENZA]
Workshop di 2 giorni con Aaron Schumann
Gli incontri in presenza si terranno presso gli spazi di Fondazione Palazzo Magnani (corso Garibaldi, 31) e di SD Factory (via Brigata Reggio, 29) a Reggio Emilia.
+++ Il programma potrà subire variazioni +++
(Fonte: fotografiaeuropea.it)
I volti dei bambini di Doisneau nella letteratura 12 gennaio a Camera in collaborazione con Alliance Française Torino
I volti dei bambini del fotografo francese Robert Doisneau a Camera - Centro Italiano per la Fotografia, in collaborazione con Alliance Française Torino. In compagnia di Chiara Ramero, ricercatrice specializzata in letteratura per ragazzi, il pubblico giovedì 12 gennaio alle 18.30, avrà l'occasione di scoprire opere letterarie che condividono quell'immagine dell'infanzia che ritroviamo nella fotografia di Doisneau, in un racconto sui sogni e sui desideri dei bambini del Secondo Dopoguerra.
Soggetto ricorrente nelle fotografie di Doisneau, i bambini sono tra i principali interpreti dell'ottimismo e della positività di cui la fotografia umanista è impregnata e della quale Doisneau è superbo interprete. Ritratti principalmente in strada mentre giocano e fanno marachelle, Doisneau non ne sminuisce le attività, le tratta anzi con il massimo rispetto, raccontando attraverso i gesti dei più piccoli un importante spaccato di vita urbana. Tra gli anni Trenta e gli anni Sessanta, la letteratura francese dedica molte delle sue pagine all'infanzia e all'adolescenza: personaggi o lettori, i bambini prima e gli adolescenti poi ottengono una considerazione crescente da parte della letteratura. L'albo illustrato vive la sua più grande rivoluzione, il fumetto conquista i giovani lettori, il romanzo per ragazzi inizia ad interessarsi a temi esplorati raramente prima di allora, le serie per bambini e ragazzi ottengono un successo editoriale strabiliante.
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In foto inedite la missione italiana a Vladivostok 1918-1920
CAVRIGLIA (AREZZO) - Una mostra con rare fotografie d'epoca racconterà dal 7 gennaio al 19 marzo al Museo delle Mine di Cavriglia (Arezzo) una poco nota missione militare italiana in Estremo Oriente, a Vladivostok (Russia), dal 1918 al 1920, con la prima guerra mondiale in corso. E' una selezione di foto mai viste scelte fra le quasi 200 scattate da un militare toscano, Felice Bottai, sergente volontario del VII Reggimento Genio Telegrafisti, Plotone Autonomo Estremo Oriente, originario di Lucolena (Firenze), frazione montana nel Chianti.
Bottai coi suoi commilitoni visse per quei tempi una straordinaria esperienza dall'altra parte del continente eurasiatico e la documentò. Rimpatriato, conservò le foto e le tramandò. Oggi la vicenda è ripercorsa dalle immagini e da contributi collezionati negli anni, tra cui ricerche d'archivio e diari nella mostra intitolata "Lucolena Vladivostok 1918-1920" a cura di Andrea Gigliotti, e con foto raccolte da Pechino da Lucrezia Rossi, Floriano Como e Elena Innocenti.
La missione a Vladivostok fu decisa dal ministero della Guerra, di concerto con le nazioni alleate timorose di un'espansione del comunismo in Europa, per difendere la ferrovia Transiberiana e aiutare i russi contro i bolscevichi che avevano deposto lo zar, nel pieno della guerra civile russa. La missione però non riuscì e il governo del Regno d'Italia ritirò il plotone mantenendo l'iniziativa ancor più 'segreta', scarsamente nota all'opinione pubblica. La missione si concluse ad agosto 1919 gli ultimi a rientrare in Italia sbarcarono a Napoli il 2 aprile 1920. Tra questi c'erano due nativi dello stesso paese, Lucolena. Erano Sergio Checcucci artigliere e il sergente Felice Bottai, telegrafista, il quale aveva scattato, raccolto e soprattutto conservato queste preziosissime fotografie che mostrano momenti d'arma e di riposo, paesaggi inediti e realtà locali dell'area più a est della Russia.
E' materiale rimasto nei cassetti per decenni e riscoperto grazie ad appassionati di storia locale con le iniziative per i 100 anni della Grande Guerra. A corredo c'è anche il libro "Missione Speciale in Estremo Oriente 1918-1920. Dai diari dei protagonisti".
ansa
Alla riscoperta di Lee Miller, pioniera del surrealismo fotografico
Ansa
Due importanti progetti europei per la conservazione di cetacei, tartarughe e del mollusco bivalve più grande del Mediterraneo
FOTOGRAFARE LE MERAVIGLIE DEL MEDITERRANEO
Fino al 25 settembre chi fotografa la bellezza e la varietà del nostro mare può partecipare ai concorsi legati a LIFE Conceptu Maris e LIFE Pinna, due importanti progetti europei per la conservazione di cetacei, tartarughe e del mollusco bivalve più grande del MediterraneoMilano, 01 agosto 2022 - Nell’epoca in cui nulla sfugge agli obiettivi di cellulari e macchine fotografiche, una nuotata con maschera e pinne o un’immersione sui fondali più vitali dei nostri mari, così come un’escursione in barca a vela o una giornata dedicata al whalewatching, rappresentano le opportunità migliori per immortalare la bellezza e la varietà che si nascondono nel nostro Mediterraneo.
L’occasione è ghiotta, quindi, anche per partecipare a uno dei concorsi fotografici lanciati dai progetti europei LIFE CONCEPTU MARIS (CONservation of CEtaceans and Pelagic sea TUrtles in Med: Managing Actions for their Recovery In Sustainability) e LIFE Pinna (Conservation and re-stocking of the Pinna nobilis in the western Mediterranean and Adriatic sea), cominciati nei mesi scorsi con l’obiettivo di proteggere e conservare alcuni degli animali più carismatici del Mediterraneo, come i cetacei e le tartarughe marine, e per salvare il mollusco bivalve più grande dei nostri mari, la nacchera di mare Pinna nobilis, portata in pochi anni sull’orlo dell’estinzione da un’epidemia globale.
I regolamenti dei concorsi si possono vedere sui siti dei due progetti, www.lifepinna.eu e www.lifeconceptu.eu.
L’iniziativa è rivolta a tutti coloro che, attraverso uno scatto, riescono a raccontare la bellezza della biodiversità che ancora si può trovare nel Mediterraneo, sia sui fondali costieri sia in mare aperto. Se “Vita tra gli scogli” è, infatti, il tema scelto dal progetto LIFE Pinna per celebrare la vita di un granchio, di piccoli pesci o di un’alga dalle forme particolarmente sinuose nei bassi fondali, “Profondo blu. Balene, delfini e tartarughe in mare aperto” è quello del concorso promosso da LIFE Conceptu Maris, a cui si potrà partecipare, per esempio, con una o più foto delle acrobatiche stenelle che danzano davanti alla prua di un’imbarcazione, oppure di una tartaruga marina in difficoltà per una lenza attorno a una pinna o, ancora, della coda di un capodoglio che si immerge.
I vincitori saranno annunciati anche sul sito e sui social dei progetti nei primi giorni di ottobre.
A proposito di mare aperto, i passeggeri che in agosto e settembre partiranno con uno dei traghetti che coprono le rotte Napoli-Palermo (Grandi Navi Veloci) e Cagliari-Palermo (Grimaldi Lines) potrebbero avere qualche chance in più di realizzare uno scatto memorabile. Almeno un paio di volte al mese, infatti, a bordo di queste linee o agli imbarchi, i team scientifici di Conceptu Maris sono a disposizione dei viaggiatori più interessati per condividere gli obiettivi del progetto, ma anche a dare le dritte utili per individuare cetacei e tartarughe durante la rotta.
Una giuria di esperti valuterà tutte le immagini ricevute entro la mezzanotte del 25 settembre. Per i partecipanti di ogni concorso in palio ci sono libri a tema marino, magliette e gadget legati ai progetti. Nei prossimi due mesi lasciatevi quindi ispirare da una delle celebri massime di Albert Einstein: “Guarda in profondità nella natura e poi capirai tutto meglio”.
Curti: «Quella di oggi è ancora fotografia?»
GIUSEPPE MATARAZZO Avvenire
«Ogni due minuti vengono realizzate più foto di quante abbia prodotto tutto l’Ottocento. Diventa necessario chiedersi: la fotografia come l’abbiamo conosciuta è ancora fotografia?». La domanda che pone Denis Curti nel suo ultimo, poderoso libro, Capire la fotografia contemporanea (Marsilio, pagine 368, euro 18,00), è di difficile risposta. Cerca di farlo l’autore curatore, direttore artistico della Casa dei Tre Oci a Venezia, fondatore dello spazio Still di Milano, ex direttore del mensile Il fotografo, con un passato fra Sotheby’s e Contrasto affrontando l’argomento da tutti i punti di vista: il senso e il valore della fotografia, come storytelling e forma di comunicazione, ma anche arte e collezionismo, fino alla prova del digitale. Un viaggio attraverso tutto il mondo della fotografia contemporanea, incontrando e ripercorrendo i lavori di illustri maestri, da Erwitt a Cartier-Bresson, da Salgado a Newton. Pagine dense di una fotografia che sembra appartenere a un’altra epoca. Eppure non è così. «Per me – scrive Curti – il fotografo era un fedele registratore della realtà. Ben presto, ho imparato a prendere le distanze da questa impostazione, una volta capito che la fotografia era una faccenda molto più sottile e complessa della pura trascrizione meccanica del reale, e che mi trovavo di fronte, piuttosto, a un 'linguaggio ambiguo'». A prescindere dagli stili e dalla tecnologia. Nell’era della postfotografia, per Curti è il momento di andare a fondo per capire un’arte che più di tutte ha dovuto fare i conti con la rivoluzione digitale. Pagandone il conto per certi versi, acquisendo straordinari vantaggi per altri. Tempo fa, Ferdinando Scianna, proprio da queste colonne, espresse il suo paradosso: «La fotografia? Sta morendo per eccesso di successo». È davvero così? O è solo un’altra cosa?
Curti propone un prezioso vademecum per orientarsi nel «vasto mare della fotografia contemporanea» e «plurale». Un invito a sapere guardare, a distinguere. Con questa consapevolezza: «La fotografia è sempre il risultato di una messa in scena, anche nel reportage, perché ogni volta il fotografo sceglie cosa guardare e come raccontarlo e la somma di queste scelte si chiama 'punto di vista', una vera e propria presa di posizione nei confronti delle cose del mondo, ed è evidente che una narrazione non può essere neutrale». E questo vale per l’analogico delle guerre di Capa e il digitale del citizen journalism e del siamo tutti fotografi. Certo, la rivoluzione digitale incide al punto che Curti parla – guardando a Instagram – di deriva «totalitaria» quando «il social network assurge a punto di riferimento» assoluto «nel look e nella moda», in una società del «narcisismo» che vede «nel selfie il suo apice realistico». In Black Mirror, serie tv sbarcata nel 2016 su Netflix, nell’ipotetica società di Nosedive la tecnologia è totalizzante e il valore di ogni individuo è decretato da un sistema a punti. Nosedive non è un futuro possibile, «ci parla del presente», dice Curti. In questo presente la fotografia diventa 'post' perdendo il supporto fisico, l’archeologico rullino. Il rischio è però che nella fotografia dei pixel si possa perdere la traccia, la stampa e quindi la memoria. La vera sfida è allora la prova del tempo: la fotografia come strumento per raccontare la Storia. Se è ancora fotografia dipende dalla fotografia. Ogni foto si racconta. «Noi guardiamo le fotografie – conclude Curti – ma anche loro, segretamente, guardano noi».
Wiki Loves Monuments Italia, vincono Polignano e i fenicotteri di Lesina
La natura che sorprende, borghi innevati abbracciati alle "loro" montagne, costruzioni da archistar e anche le frecce tricolori che tanto hanno significato quest'anno. Sono le 10 fotografie vincitrici della 9/a edizione di Wiki Loves Monuments, il più grande concorso fotografico del mondo che coinvolge oltre 50 Stati raccogliendo immagini di monumenti per documentare il patrimonio storico e culturale di ogni nazione e illustrare le pagine di Wikipedia.
I dieci scatti che raccontano la bellezza dell'Italia sono stati premiati ieri in una speciale cerimonia online organizzata da Wikimedia Italia e ora tutti potranno ammirarli sulle pagine di Wikipedia e riutilizzarli liberamente. Lanciato a settembre con l'invito a immortalare il monumento del proprio cuore, il concorso in Italia ha ricevuto 15 mila scatti da oltre 700 fotografi, incoronando il Paese terzo al mondo per partecipanti dopo USA e Iran. Oltre 300 le richieste di autorizzazione per inserire nuovi monumenti nella lista dei fotografabili, con un incremento di oltre 1.500 che porta ora a 15.312 quelli che potranno essere riprodotti in scatti condivisibili con licenza d'uso Creative Commons BY-SA. Tra i 10 vincitori di questa edizione, il podio è tutto pugliese con al primo posto la Mareggiata Polignano, scatto di Nicola Abbrescia che immortala Cala Paura tra le onde. Secondo è Gabriele Costetti con Brindisi - Teatro Verdi; e terzo è Alberto Busini con Tutto rosa, ritratto dell'oasi dei fenicotteri di Lesina (FG). Va però alla Toscana il primato per foto ricevute, oltre 4 mila, seguita da Lombardia (2.500 scatti) e poi Basilicata ed Emilia-Romagna (2 mila). Sono 2.300 invece le vedute panoramiche, nuova categoria dell'edizione 2020. Prossimo appuntamento a gennaio, quando la giuria internazionale di Wiki Loves Monuments eleggerà lo scatto più bello a livello mondiale. (ANSA).
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Man festeggia l'ivoriano François-Xavier Gbré
Il Man di Nuoro festeggia l'artista ivoriano François-Xavier Gbré, vincitore del Prix Découverte Louis Roederer 2020 del Festival Les Recontres de la Photographie di Arles e già protagonista nel 2018 nel museo barbaricino della prima mostra personale in Italia "Sogno d' oltre mare". Il prestigioso riconoscimento è arrivato per l'installazione di 57 fotografie sotto il titolo "Émergence, Abidjan, Côte d'Ivoire, 2013- 2020", in cui l'artista documenta la rapida evoluzione della città e del paesaggio circostante dopo il superamento della crisi post-elettorale attraversata dalla Costa d'Avorio nel 2011. Nel 2018 il Man aveva presentato una scelta di fotografie che esploravano le capitali dell'Africa occidentale, accostate a una nuova serie di immagini commissionate direttamente dal museo di Nuoro e realizzate dall'artista durante la sua residenza nell'Isola, resa possibile grazie al supporto della Sardena Film Commission. François-Xavier Gbré ha poi donato alla collezione permanente del Man una raccolta di 70 scatti dal titolo "Sardegna".
"Anche quest'anno il Man può celebrare un importante riconoscimento internazionale attribuito a un artista presente nella nostra collezione permanente e di cui abbiamo prodotto una mostra esito delle sue ricerche in Sardegna - spiega il direttore del Museo d'arte nuorese Luigi Fassi - Le scelte compiute dal Man nel corso degli ultimi anni per dotare la Sardegna di un fondo di importanti opere contemporanee, di artisti anche internazionali, che ne raccontino l'ambiente e le trasformazioni sociali, si vedono così ancora una volta autorevolmente confermate e condivise a livello europeo". Il lavoro di François-Xavier Gbré, nato nel 1978 a Lille e residente tra la Francia e la Costa D'Avorio, chiama il linguaggio dell'architettura a testimoniare la memoria storica dei luoghi e la velocità dei cambiamenti sociali.
Nell'esposizione al museo nuorese, con la proposta di immagini delle capitali dell'Africa e dei luoghi della Sardegna, si mescolano storie e culture di un artista cresciuto in un Paese che si affaccia nel Mediterraneo e che guarda alla Sardegna vista dal sud. Nel presentare la mostra del 2018 - comprendeva anche altre due esposizioni fotografiche, "Sabir" dell'artista israeliano Dor Guez, e "O Youth and Beauty", collettiva di Anna Bjerger, Louis Fratino e Waldemar Zimbelmann - il direttore del Man aveva sottolineato: "Gbré ha scelto di fotografare l'interno dell'isola da cui trarre le suggestioni del suo Paese nel post colonialismo: il sogno industriale prima e gli edifici abbandonati poi".
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Libri: il fotografo Geppetti tra Dolce vita e terrorismo
Ha immortalato il mito della Dolce Vita negli anni '60, con gli scatti di Anita Ekberg e dei 'bacio dello scandalo' tra Liz Taylor e Richard Burton, ma negli anni '70 Marcello Geppetti si trova anche all'Idroscalo di Ostia, dove è stato rinvenuto il corpo senza vita di PIer Paolo Pasolini e 4 anni dopo in via Caetani, il giorno del ritrovamento del cadavere di Aldo Moro. A raccontare la storia di uno dei re dei paparazzi romani è Vittorio Morelli con il libro 'Fotoreporter. Marcello Geppetti da via Veneto agli anni di piombo' (edizioni All Around).
Macchina fotografica al collo a cavallo della Vespa ad inseguire le star del cinema, Geppetti faceva parte di quel gruppo di fotografi d'assalto romani che Federico Fellini ha consegnato alla storia nel suo film. Nel 1960 riprende Anita Ekberg che si difende dai fotografi nel 1960 armata di arco e frecce davanti alla sua villa romana. Nel 1961 ferma su pellicola Audrey Hepburn in una panetteria romana; nel giugno del 1962 a Ischia riprende il bacio tra Taylor e Burton con il suo teleobiettivo Novoflex da 400mm raddoppiato e montato sulla Nikon F. Tutti 'colpi' messi a segno da un giovane fotoreporter arrivato da Rieti all'inizio degli anni Cinquanta e che aveva mosso i suoi primi passi nella professione iniziando da fattorino in un giornale della Capitale.
L'1 marzo del 1968 la reflex di Geppetti è in azione a Valle Giulia, sede della facoltà di Architettura dell'Università di Roma, dove riprende con vividezza gli scontri di piazza tra i manifestanti e le forze di polizia.
L'archivio fotografico di Geppetti, tenacemente conservato dal figlio, conta circa un milione di negativi. Pezzi di storia italiana. Che meritano di essere riscoperti. Assieme alla figura di un uomo che, come racconta il figlio, aveva una integrità morale tale da rifiutare i 12 milioni di lire (cifra astronomica nel 1962) da parte dell'avvocato di Richard Burton per ritirare le foto del bacio. La risposta di Geppetti fu no, perché "io lavoro per la stampa e non per i privati, e poi cosa si direbbe, di me, in giro?". (ANSA).
Mostre. I pellegrini di Alinka Echeverría all'interno del festival internazionale di fotografia e arte sul Mediterraneo PhEST - See Beyond the Sea
TORINO / Fino al 29 settembre è possibile visitare al Centro Italiano per la Fotografia una doppia mostra che vede protagonisti i fotografi Larry Fink e Jacopo Benassi
Foto: gli oggetti e le case di Sciascia Esposte dal 23 agosto nel Castello Chiaramontano a Racalmuto
ansa
Grandi fotografi al #Meeting2019 Nella mostra dedicata al sogno americano e agli esiti sociali della crisi economica, il racconto per immagini, musica e voci
World Press Photo. Ecco gli scatti di fotogiornalismo più belli dell'anno
L'immagine è stata scattata dal fotografo di Getty Images, John Moore lo scorso 12 giugno e ha alimentato le polemiche sulla politica di Trump sulla separazione delle famiglie al confine tra Stati Uniti e Messico.
Il vincitore è stato annunciato ieri sera al World Press Photo Awards Show ad Amsterdam nel corso dell'esclusiva cerimonia di premiazione del concorso nato in Olanda nel 1955.