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Georgia, Ecuador ma non solo: 8 mete insolite per il 2023

Si annunciano numeri da record per il turismo italiano nel 2023, soprattutto per un ritorno in massa dei turisti stranieri: stando alle previsioni degli operatori del settore ci attende un’estate decisamente affollata. Per chi proprio non sopporta la ressa e non vuole trascorrere le ferie litigando con i vicini di ombrellone Tramundi (https://www.tramundi.it), marketplace italiano di viaggi di gruppo organizzati, ha pensato a 8 destinazioni meno battute ma bellissime.

Mare, montagna, buon cibo e vino: ad ogni idea di viaggio la sua meta.

1. In Tunisia, ma in montagna. Dai villaggi berberi arroccati sulle pendici dei monti alle dune sabbiose del Sahara, la Tunisia non offre solo stazioni balneari affollate e popolari: tra escursioni in quad e passeggiate a cavallo è possibile godere di tramonti infuocati e di incontri memorabili. Da non perdere è Chenini, spettacolare villaggio berbero situato sui pendii montani. Gli amanti del buon cibo saranno nel posto giusto: la cucina locale è una gemma rara, saporita e poco costosa.

2. La Georgia, per essere trendy prima degli altri. Prepariamoci a veder esplodere la popolarità di questa (ancora) misteriosa nazione del Caucaso, che vede anno dopo anno crescere il suo hype tra i turisti ma che non avrà certo un’estate affollata. Lo scenario montano è magnifico (ed è Patrimonio Unesco), i monumenti storici sono incredibili, ma a stregarvi saranno il calore dell’accoglienza e l’eccellenza del vino: questo è uno dei paesi produttori di vino più antichi del mondo (hanno iniziato 8000 anni fa) e tra gli appassionati di vino naturale – biodinamico, macerato, senza solfiti – è già gara a chi prenota per primo.

3. Tra i fiordi della Norvegia: una vacanza senza calca, se non altro perché lontana dalle “solite” spiagge, è possibile nel nord Europa. I fiordi norvegesi, anch’essi patrimonio Unesco, sono stati scolpiti dai ghiacciai durante l’era glaciale, lasciando insenature di mare strette e ripide che offrono un’esperienza di crociera davvero unica. Paesaggi di granito scosceso, cascate vertiginose, acque blu accecanti, terreni agricoli verdeggianti e neve incontaminata creano alcuni dei paesaggi più celebri di tutta Europa. Come se non bastasse, un giro in estate permette ai turisti di vivere l’esperienza del sole di mezzanotte.

4. Un viaggio in Madagascar, alla scoperta del paradiso della biodiversità: l’unica folla che incontrerete in questa terra è quella animale. Il 90% dell’eccezionale fauna selvatica del Madagascar non si trova da nessun’altra parte sulla Terra, inclusi uccelli coua blu, camaleonti delle dimensioni di un gatto, fossa simili a delle manguste e la principale ragione per visitare questa nazione: 50 tipi di lemuri, dai graziosi sifaka ai grandi indri. Tra le tappe imperdibili c’è Nosy Be, un territorio al largo dell’isola che ospita anche alcune delle spiagge più da sogno dell’Oceano Indiano e dove, d’estate, è possibile assistere al passaggio delle balene. Di ritorno sulla quarta isola più grande del mondo, le piantagioni di vaniglia, i laghi vulcanici e i baobab centenari vi resteranno impressi nella memoria.

5. In Uzbekistan, lungo la via della Seta. È una delle destinazioni “alternative” più trendy per l’estate 2023: tante le cose da vedere, da Tashkent, ricca di musei ed edifici sovietici – perfetti da immortalare se siete appassionati di street photography – a Samarcanda, l’antica capitale dorata dove le moschee con piastrelle blu del Registan sono un’antica meraviglia del mondo. Più a ovest c’è Bukhara e le sue nebulose viuzze che si intonano al deserto. L’architettura islamica di Khiva, risalente a 1.500 anni fa, è così ben conservata che vi lascerà senza fiato.

6. Mai pensato di partire per un viaggio in Romania? Questa economica destinazione dell’Europa orientale, nel paesaggio dei monti Carpazi, è pronta a stupire i turisti. Tra le varie tappe possibili è bene non perdere il Monastero di Cozia, uno dei più antichi della Romania, esempio di architettura val acca con influenza bizantina e una visita nella città di Bran, dove si trova la più antica fortezza della Transilvania, meglio conosciuta come il Castello di Dracula.

7. In Armenia, in bilico tra Asia e Europa. Dal rosa della capitale Yerevan all’oro della città di Gyumri; dallo smeraldo dei canyon del fiume Debed allo zaffiro del Lago Sevan: l’Armenia è un paese dai colori vivaci. La piccola nazione transcaucasica è un tripudio di storia, escursioni, cibo e vino; la sua cultura, forgiata nel fuoco di un passato tumultuoso, è una delle più affascinanti della terra.

8. In Ecuador, per un viaggio alla fine (anzi, a metà) del mondo. Dal cuore verde della Foresta Amazzonica alla storica città coloniale di Quito, l’Ecuador ha mille opportunità di divertimento, relax e immersione in uno dei patrimoni naturalistici più incredibili del mondo. Gli appassionati di trekking hanno qui a disposizione dozzine di vulcani, la cui sommità è spesso raggiungibile persino a piedi.

travelnostop.com

In Georgia, dove iniziò il sogno di Martin Luther King

Georgia © ANSA


Era il 17 aprile del 1944 e la confraternita 'Colored Elks' della Georgia tiene la sua convention annuale alla 'First African Baptist Church' a Dublin, una cittadina a circa 200 km da Atlanta. Per l'occasione sponsorizza un concorso di dissertazione. Sul podio sale uno studente 15enne del liceo 'Booker T. Washington' di Atlanta e tiene un discorso intitolato 'The Negro and the Constitution' (I neri e la Costituzione). Quello studente si chiamava Martin L.
    King e una platea ignara era stata appena testimone degli albori del movimento per i diritti civili (Civil Rights Movement) con il suo leader piu' carismatico, il futuro premio Nobel per la pace nel 1964 nonché il reverendo Dr. Martin Luther King. Cinquant'anni dopo la sua morte, la Georgia onora il reverendo con un itinerario che ricalca le sue orme e ribattezzato 'Georgia's Footsteps of Dr. Martin Luther King, Jr.
    Trail'. A Dublin, quel podio da dove il giovane Mlk ebbe modo di dimostrare le sue capacita' oratorie e' ancora nella chiesa battista, all'esterno una placca per ricordare quel giorno mentre di fronte la citta' ha realizzato il Martin Luther King, Jr. Monument Park, con un murales e la scritta 'Where the Dream Began' (dove inizio' il sogno). Nel suo viaggio di ritorno in autobus verso Atlanta, il giovane Mlk fu vittima di un episodio razzista quando per la prima volta gli fu chiesto di cedere il suo posto e di sedersi nel retro con il suo insegnante.
    All'inizio si rifiuto' ma poi il suo stesso insegnate lo convince a cedere. Circa 10 anni dopo Rosa Louise McCauley Parks fu protagonista del Montgomery Bus Boycott quando si rifiuto' di cedere il suo posto nella sezione per soli neri ad un passeggero bianco. Il viaggio sulle orme di Mlk passa anche per Atlanta, la citta' dove nacque il 29 gennaio del 1929. A Auburn Street, tra le altre cose, c'e' la casa che gli ha dato i natali, la Ebenezer Baptist Church, dove fu battezzato e ordinato ministro di culto, il memoriale con la sua tomba e quella della moglie Coretta. L'intera area e' stata designata 'Martin Luther King Jr Historical Park'. Ad Atlanta si puo' visitare anche il 'South View Cemetery', il primo luogo dove fu sepolto e il 'Center for Civil and Human Rights', un museo dedicato alle conquiste del movimento per i diritti civili negli Stati Uniti. Ad un'ora di distanza da Atlanta c'e' Macon, un'altra roccaforte dei diritti civili con il museo Tubman, dedicato a Harriett Tubman, conosciuta come la 'Mosè della gente nera' per aver guidato verso la liberta' decine di schiavi. Oltre a battersi per l'abolizione della schiavitu' la Tubman e' stata anche attivista del movimento per il suffragio femminile.
    http://www.exploregeorgia.org, http://www.georgia.org/newsroom/press-releases/georgia-tourism-l aunches-georgias-footsteps-of-dr-martin-luther-king-jr-trail/ 


ansa - 24 aprile 2018 ore 06,46

La Venere di Botticelli va in Georgia

TORINO - Con l'arrivo dell'autunno la Venere di Botticelli, uno dei tesori più preziosi di proprietà dei Musei Reali, riprende il suo tour come ambasciatrice della cultura italiana nel mondo. Dal 4 ottobre al 30 novembre farà tappa a Tbilisi, nella Galleria del Museo Nazionale Georgiano, dove verrà collocata in una sala unica a lei dedicata.
    L'iniziativa si inserisce nelle celebrazioni per il 25/o anniversario del ristabilimento delle relazioni diplomatiche italo-georgiane, che fece seguito al riacquisto dell'indipendenza georgiana nel quadro della dissoluzione dell'Urss. Venere sarà anche la protagonista di una campagna di comunicazione articolata in diverse puntate: Botticelli, la bellezza, in cui la Venere di Torino è archetipo di bellezza e simbolo di una centralità italiana sulla scena culturale georgiana; Caravaggio, la luce; Leonardo, il genio.
    La Venere di Torino proviene dalla collezione Gualino. Dal 1930 è patrimonio della Galleria Sabauda di Torino.(ANSA).


Reportage Caucaso, poesia e vino Viaggio in Georgia

Ci sono popoli che devono essere raccontati. Hanno vicende importantissime. A volte salgono alla ribalta per motivi geopolitici di forte attualità, poi rientrano, per noi, nel loro buio millenario. Li conosciamo poco o niente. 
Ad esempio i Georgiani. Verrebbe da dire, per iniziare questo racconto che qualcun altro proseguirà: be’, sono come gli italiani, una grande storia alle spalle e una gran voglia di stare bene. E hanno il senso dell’amicizia. Quando Boris Pasternak fu espulso dalla unione degli scrittori sovietici nessuno lo andava piu a trovare. Si recavano da lui solo gli amici poeti e scrittori georgiani. A loro scrisse delle lettere bellissime, uscite in un libro. 

Uno di questi era Titsian Tabidze. Morì in una prigione sovietica nel ’37. Il suo viso di ragazzo serio e lucente mi ha accompagnato nel breve viaggio che ho compiuto per un festival di poesia in una tenuta a due ore da Tbilisi. E nel parco museo di Tsinandali, con il padrone di casa Georg e il suo socio, con le foto della stirpe dei Chavchavadze, stirpe di generali, principesse e letterati, con il bravo poeta georgiano Dato Meghnaze e sua moglie, la elegante Lali, circondati da parenti, amici e invitati, ecco, ho avuto la riprova: somigliano agli italiani questi pazzi georgiani. Lo si capisce da come amano il vino, ad esempio, o da come cantano. E dall’orgoglio con cui fanno risalire un sacco di cose alla loro terra. 

Qui era l’antica Colchide, gli argonauti vennero a cercare il vello d’oro, la maga Circe era di queste parti. Poi si allargano un po’: dicono che gli etruschi erano protogeorgiani, che son state trovate qui le prime ossa di uomo europeo, che c’è oro a bizzeffe. Difficile credere a tutto, mentre non la finiscono di fare brindisi e viene il sospetto che li facciano giusto per versarsene un altro po’. Ci somigliano, però ci sono apparizioni straordinarie che ti fanno pensare: «Ma dove sono finito?». E non mi riferisco alla bizzarra Rolls Royce rosa che spunta su una piazza a Tblisi. Ci sono apparizioni e storie che si imprimono per la loro verità. Ad esempio, i gioielli d’oro antichi tolgono il fiato, e le spade e i pugnali. È un paese terra di re, principesse e nobiltà. Il re Davide IV l’edificatore, strappò queste terre all’islam dopo che già nel IV secolo si erano convertite al cristianesimo. Ancora è onorato. Così come re Eracle II, nella regione di Kakheti, il cui centro Telavi è un paesone di dolce collina in faccia ai monti del Caucaso. Sì, qui si sentono di sangue regale. È un Paese ponte, a questo deve la sua fortuna e la sua sofferenza. Sempre preso di forza, dai mongoli ai comunisti. Ora ci sono altri modi di dominare. 

Ma la Georgia può essere protagonista del proprio destino. Ha condizioni geopolitiche (tra cui il privilegio di un trattato di libero scambio europeo) e caratteristiche di distribuzione della proprietà che offrono buone prospettive in campo agricolo e turistico. Perciò l’amicizia con gli italiani può far fiorire varie cose. Lo pensano in tanti qui, tra questi anche l’ambasciatore italiano, Antonio Bartoli, da sette mesi mandato quaggiù dopo importanti esperienze negli Usa. Somigliano e non somigliano agli italiani, dunque. 

Il principe Andronikos conversa e canta con la malinconia nobile e invincibile che conosciamo bene. Ma con una dolcezza lievemente orientale che da noi è rara. Le donne sono eleganti e sanno essere pazze. Alcune conservano dolori dentro come un diadema, uno sparo. Altre, come Nunu Geladze, splendida traduttrice, cantano tirando fuori una voce che viene dai grandi boschi e dalle distese del Caucaso. Qui molti hanno visto amici sparire, intere famiglie. 
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L'antico monastero di St. Ninos a Samtavro

E nel Museo dell’occupazione sovietica, all’entrata immerso in una luce rosso sangue sta il vagone maledetto traforato dai colpi della mitragliatrice su cui erano molti intellettuali. Sembra un oggetto di mille anni fa, ma sono solo ottanta. Con il grande cugino russo che pulsa subito di là dal confine la partita è ancora aperta. I media di tutto il mondo hanno documentato la durezza di certe repressioni, prima che si arrivasse alla indipendenza, nel ’92 e poi – con la rivoluzione delle rose nel 2003 – all’attuale struttura politica. 

Il passaggio dall’abbraccio con l’ingombrante vicino alla libertà non è stato indolore. In una foto del museo si vede una bella ragazza che da un auto sventola una bandiera, piena di determinazione e di speranza nei giorni della indipendenza. Ora quella donna, mi dicono, fa la badante o qualcosa del genere in Italia. Tblisi è una città bizzarra, una storia di continue sovrapposizioni. È nata in modo bizzarro, del resto. La sua storia, infatti, inizia da un fagiano caduto nel fiume. Il suo cacciatore, l’antico re Vakhtang Gorgassali, scoprì così le proprietà delle acque calde di qui, sulfuree e curative. La Georgia è situata in un punto strategico, un ponte, un corridoio un tempo per la seta oggi per il gas. È senza popolazione numerosa, con una industria poco sviluppata. Ci sono più georgiani in Turchia che in Georgia, dicono i numeri. 

E ovunque ne trovi, anche a Palermo, dove c’è una giovane scrittrice che vi arrivò profuga, Ruska Jorjoliani, o a Bari, Milano. Ma forse non somigliano a nessuno i georgiani. A settembre viene il Papa. Viene apposta per loro. Perché sono unici, come l’alfabeto incomprensibile che usano. Ce l’hanno solo loro al mondo, qualcosa vuole dire...
Avvenire

Meraviglia Georgia, culla dell'Homo europeo Un ritrovamento archeologico eccezionale invita a scoprire il Paese caucasico

“Siamo tutti Georgiani”. Il ritrovamento in Georgia di un teschio risalente a quasi 2 milioni di anni fa ribalta le certezze scientifiche: l’uomo europeo viene dal Caucaso.
L’archeologo David Lordkipanidze presenta a Roma, in occasione dell’evento GeorgiaOne a cura dell’associazione Scudo di san Giorgio, il ritrovamento di Skull 5, un teschio risalente a 1,8 milioni di anni fa che ribalta secoli di certezze. “Si tratta di una scoperta che ha portato alla luce il teschio di un antenato dell’uomo, il più completo mai ritrovato, in grado di mutare il nostro modo di comprendere le origini e l’evolversi del genere homo”. L’eccezionale scoperta, che ha scosso il mondo accademico internazionale, testimonia la migrazione dei primi ominidi al di fuori dell’Africa e la loro diffusione nel continente europeo, avvenuta circa due milioni di anni fa. I primi europei, dunque, vivevano in Georgia e le differenze morfologiche, prima ritenute segni evidenti di una evoluzione da una specie all’altra, dimostrano invece come il genere cui appartiene l’uomo derivi da un’unica specie, caratterizzata da grande varietà morfologica tra i singoli individui.

Il ritrovamento del teschio Skull 5 nel sito archeologico di Dmanisi, nella regione di Kvemo Kartli, è anche l’occasione per parlare della Georgia, un’interessante e nuova destinazione turistica, culturale ed economica, ponte geografico e politico tra l’Europa e l’Asia. Musicisti, antropologi, intellettuali, diplomatici e il regista Zaza Urushadze, che con il film Mandariinid ha ricevuto la nomination come miglior film straniero sia agli Oscar sia ai Golden Globe nel 2015, presentano in Italia per la prima volta il passato e il futuro della Georgia, uscita dalla fase di declino dopo l’indipendenza dal regime sovietico e il confronto militare con la Russia nel 2008 per l’Ossezia del sud.
Oggi la Georgia sta vivendo una fase di interesse turistico con una rilevante crescita di visitatori nelle antiche città di Tbilisi, Kutaisi e Telavi, sulle splendide spiagge di Batumi e nelle aree montuose del Caucaso. Inoltre, va evidenziato che la stabilità politica, il favorevole regime fiscale, i costi competitivi e il basso livello di corruzione hanno portato in Georgia numerosi investitori stranieri in diversi settori, dal finanziario al manifatturiero. Da un punto di vista turistico, infine, hanno dato grande slancio e vitalità al Paese il porto di Anaklia, esempio di apertura verso l’Europa grazie agli investimenti da parte della Cina, e il ripristino della storica Via della Seta, che permette a beni e a merci di viaggiare attraverso il più breve percorso geografico.
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