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Oltre le tendenze, al Micam obiettivo scarpe Made in Italy da collezione

 

Scarpe morbide e delicate in raso, pelli burrose, di pellicce e tessuti a maglia, colori neutri e sofisticati, per camminare cercando protezione e calore.

Oppure stivali multifibbie e biker, sneaker grintose, cinghie protettive, toni di fango, scuri insieme ad un rosso prepotente.

Al Salone internazionale delle calzature Micam, aperto da oggi a Fiera Milano Rho, circa un migliaio di brand, 464 italiani, 459 stranieri, presentano le loro proposte per le prossime stagioni definendo i macro trend che rispondono alle sfide di un momento in continua evoluzione. Ma, al di là delle tendenze, i calzaturieri italiani sembrano voler confermare con sempre maggior convinzione, la loro unicità e la grande creatività. "Siete competitivi nel mondo in prodotti di altissima gamma" ha detto il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, inaugurando Micam, insieme agli altri saloni aperti il 18 febbraio, Mipel, Milano Fashion&Jewels, The One Milano.
Parola d'ordine quindi 'Made to be collectible', ossia solo la scarpa che ha il marchio Made in Italy è un accessorio da collezionare, nel senso ovviamente di durata e valore nel tempo.
E' anche il titolo di una installazione centrale nei padiglioni fieristici, dove sono in mostra icone che ancora oggi possono fare da modello. Come le slingbacks shoes anni '40 o le mitiche sportive con inserti colorati anni '70: "Sono modelli che vengono ancora presi come riferimento, il nostro modo di far vedere attraverso il Made in Italy la nostra arte, ma questo è soprattutto un progetto per i giovani per far capire quello che eravamo in passato e quello che diventeremo", ha detto la presidente Micam e Assocalzaturifici Giovanna Ceolini che considera il coinvolgimento dei giovani in questo settore uno dei suoi impegni prioritari. "Utilizzando l'intelligenza artificiale insieme alla nostra creatività - ha aggiunto - si producono degli oggetti d'arte e quindi da collezionare, ma non come se fosse un oggetto antico, ma da prendere, imparare e svilupparne il modello".
E se proprio all'intelligenza artificiale è stato affidato il compito di elaborare la Trends Buyer Guide per la stagione AI 24-25 realizzata da Livetrend, attraverso un'analisi dei flussi di dati per offrire un'innovativa visione del futuro, i giovani hanno anche in questa edizione il loro spazio. L' area dedicata agli Emerging Designers ospita 12 creativi provenienti da tutto il mondo selezionati da una giuria di esperti del settore moda per la stagione in corso. Materiali riciclati o riciclabili e attenzione alla filiera produttiva sono solo alcune delle caratteristiche delle calzature che sono state proposte.
Micam, insieme agli altri saloni aperti oggi alla presenza anche del presidente Ice Matteo Zoppas, resta aperto fino al 21 febbraio. Complessivamente sono presenti 2951 brand. Attesi buyers e operatori da ogni parte del mondo. "Milano in questi tre giorni - ha detto Zoppas - è la capitale mondiale della filiera calzature, pelletteria, pellicceria e accessori grazie alla sinergia creata da sei appuntamenti fieristici. Per MICAM e MIPEL, in particolare, ICE ha organizzato l’incoming di 110 buyers provenienti da tutto il mondo. Confermando così la missione dell’ICE di incrementare la presenza e le vendite delle aziende italiane sui principali mercati di sbocco, aiutarle a cercarne di emergenti, promuovere la qualità dei prodotti e far conoscere nuove nicchie di produzione. Le attività sono realizzate in stretta collaborazione con tutti gli attori coinvolti, dalle Associazioni di Categoria alle Regioni dove si trovano i maggiori distretti produttivi, un patrimonio di oltre 7mila imprese calzaturiere e 5mila della pelletteria in grado di coprire sia la fascia media che l’alto di gamma, dove il Made in Italy è una eccellenza universalmente riconosciuta grazie alle materie prime pregiate, l’unicità del design e l’innovazione di prodotto".

ansa.it

(segnalazione web a cura di Giuseppe Serrone e Albana Ruci)

Milano Fashion Week al via: 10 eventi imperdibili e il calendario sfilate (giorno per giorno)

Bentornata, Milano Fashion WeekDal 20 al 26 febbraio, la capitale della moda italiana vedrà andare in scena le sfilate delle collezioni Autunno-Inverno 2024/2025, con tante star in front row e nuove tendenze da avvistare. Un’edizione che torna, anche questa stagione, con molte novità: più sotto, vi segnaliamo 10 momenti imperdibili su cui tenere puntati gli occhi.

Ben 56 saranno le sfilate fisiche in calendario, insieme a 5 fashion show digitali, 67 presentazioni (tra cui Fiorucci, che prosegue il nuovo corso della griffe) a cui se ne sommano 7 su appuntamento, e 26 eventi. Una Milano Fashion Week decisamente tanto ricca (come sempre), durante la quale saranno tre i debutti più attesi e chiacchierati: Adrian Appiolaza da MoschinoMatteo Tamburini da Tod’s e Walter Chiapponi da Blumarine. Interessanti anche il ritorno di Marni e il debutto sulle passerelle milanesi di Feben (col supporto di Dolce&Gabbana) e Sagaboi, il brand fondato e diretto dal designer emergente Geoff K. Coope. Entrambi, questi due, nomi fiori all’occhiello della scena internazionale in ascesa.

Immancabili i big nonché i colossi del Made in Italy: Giorgio Armani chiuderà ancora una volta la settimana della moda di Milano, con il nobile intento di trattenere il più possibile gli addetti ai lavori in città, che voleranno poi nella capitale francese per la Paris Fashion Week. Prada, Fendi, Etro, Dolce & Gabbana, Versace e Bottega Veneta saranno senz’altro da monitorare non solo per la bellezza delle collezioni ma anche per la presenza delle tantissime star che presidieranno i front row. Tantissima la curiosità anche per la nuova collezione proposta da Gucci: la seconda (femminile) del nuovo direttore creativo Sabato De Sarno.

A non sfilare questa stagione saranno invece Cormio, Boss, Act Nº1 (che si inserisce invece nel calendario delle presentazioni) e Andreadamo. Mancherà all’appello anche The Attico, il marchio moda di Giorgia Tordini e Gilda Ambrosio che aveva debuttato alla MFW proprio nella scorsa edizione. Pronti, ai posti, via: che la Milano Fashion Week abbia inizio.

Il calendario sfilate della Milano Fashion Week

Mercoledì 21 febbraio

09:30 Iceberg
10:30 Onitsuka tiger
11:30 Antonio Marras
12:30 Diesel
14:00 Fendi
15:00 Del Core
16:00 Marco Rambaldi
17:00 Alberta Ferretti
18:00 N°21
19:00 Roberto Cavalli
20:00 Etro

Giovedì 22 febbraio

09:30 Max Mara
10:30 Genny
11:30 Calcaterra
12:30 Anteprima
13:15 Sagaboi
14:00 Prada
15:00 MM6 Maison Margiela
16:00 Daniela Gregis
17:00 Emporio Armani
18:00 Moschino
19:00 GCDS
20:00 Tom Ford

Venerdì 23 febbraio

09:30 Tod’s
10:30 Blumarine
11:30 Sportmax
12:30 Philosophy di Lorenzo Serafini
13:30 Vivetta
15:00 Gucci
16:00 Marni
17:00 Sunnei
18:00 MSGM
19:30 Versace
20:15 Maxivive
21:00 Philipp Plein

Sabato 24 febbraio

09:30 Ferrari
10:30 Ermanno Scervino
11:30 Ferragamo
12:30 Tokyo James
14:30 Dolce & Gabbana
16:00 Jil Sander
17:00 Missoni
18:00 Bally
19:00 Elisabetta Franchi
20:00 Bottega Veneta

Domenica 25 febbraio

09:30 Feben supported by Dolce & Gabbana
10:30 HUI
11:30 Giorgio Armani
12:30 Luisa Spagnoli
13:15 Chiara Boni La Petite Robe
14:00 Aniye Records
15:30 Avavav
16:30 Rave Review
17:30 Francesca Liberatore

Lunedì 26 febbraio

10:00 Annakiki (digital)
10:30 Maison Nencioni (digital)
11:00 Münn (digital)
11:30 Phan Dang Hoang (digital)
11:30 Laura Biagiotti (digital)

in Vanity Fair

(Segnalazione web a cura di Giuseppe Serrone - Turismo Culturale)

Sold-out di turisti sui laghi lombardi, Milano corre con la moda


MILANO - Per l'estate in arrivo la Lombardia si prepara a fare il pieno di turisti, da Milano ai laghi, con numeri "da sold-out" negli alberghi secondo le stime dell'assessorato a Moda e Turismo della Regione, che prospettano risultati migliori dell'anno record di presenze, il 2019.
In base ai tassi di occupazione delle strutture per giugno, luglio e agosto, sul lago di Como si registra già l'83% delle presenze.

Bene anche il Garda (81%) e il lago di Iseo, per cui - in attesa di dati in elaborazione - gli enti turistici locali assicurano un superamento delle presenze dello scorso anno (800.000) e del 2017, anno da primato. I turisti italiani continuano a rappresentare la fetta più grande (tra il 40 e il 60%), ma aumentano i visitatori dal Nord Europa. Il Lago di Como si conferma meta privilegiata di americani, australiani, inglesi e asiatici, tra cui spiccano i coreani, e quest'anno, dopo il Covid, torneranno anche i cinesi. Sono invece tedeschi, austriaci e svizzeri i principali amanti del Lago di Garda, dove si rivedono turisti dei Balcani. Corre anche Milano, spinta dalle week come quella del Design dello scorso aprile e dalla prossima settimana della Moda Uomo, prevista per il 16-20 giugno, che ha contribuito a raggiungere l'83% delle prenotazioni negli alberghi. La domanda è particolarmente forte per gli hotel del centro città e nella zona del fashion di via Tortona e dintorni, con richiesta soprattutto di strutture di categoria superiore (4 e 5 stelle). "All'estero sono tutti innamorati pazzi dei laghi lombardi e della Moda a Milano, dove le sfilate continuano a essere volano indiscusso - commenta l'assessore regionale a Moda e Turismo Barbara Mazzali - sul Lago di Como ci sono già date, a luglio ed agosto, dove molte strutture non hanno più camere disponibili".

ansa.it

Ai Musei San Domenico di Forlì due secoli di intersezioni tra arte e moda

L’esposizione indaga l’abito che modella, nasconde, dissimula e segna il corpo; segno di potere, di riconoscimento, di protesta

Se l’abito fa l’artista (e viceversa)

Forlì

È di vecchia data il flirt fra arte e moda. Poi, via via nel tempo, il rapporto si è consolidato trasformandosi in un matrimonio di fatto (e di interesse, secondo Achille Bonito Oliva). A sancire l’unione ci ha pensato nel 1996 Germano Celant con il megaprogetto denominato “Il tempo e la moda” organizzato a Firenze con l’obiettivo di assegnare alla moda quel titolo nobiliare che gli avrebbe consentito l’ingresso ufficiale nel consesso delle arti. E ciò, aveva sentenziato Celant, in quanto «il colpo di forbice è simile al colpo di pennello, entrambi isolano con decisione assoluta una forma o una figurazione, marcano una superficie che genera una realtà». Che, più o meno, è come la pensava Oscar Wilde secondo cui «o si è un’opera d’arte o la si indossa». Passando attraverso i principali movimenti artistici del Novecento, la mostra era una carrellata sugli autori più in vista dell’espressività contemporanea che hanno interpretato l’abito come una seconda pelle, superficie cromatica e volumetrica sulla quale tessere l’opera. Non solo. Una delle sezioni del progetto, curata direttamente da Celant, si spingeva oltre, chiamando in causa moda e arte per una collaborazione sperimentale che vedeva coinvolte un gruppo di coppie stilista-artista (Gianni Versace-Roy Lichtenstein, Miuccia Prada-Damien Hirst, Karl Lagerfeld-Tony Cragg, per esempio), ciascuna autrice di un’opera a quattro mani.

L’evento fiorentino, tra appuntamenti mondani e qualche innocuo fuori programma a tempo determinato, aveva anche il non secondario compito di scuotere una città ingessata nella propria storia, puntando sul rapporto tra arte e moda, per riaffermare la propria identità culturale e ribadire nello stesso tempo il diritto di partecipare ai banchetti del presente.

Questa esposizione dedicata a “L’arte della moda. L’età dei sogni e delle rivoluzioni. 17891968” allestita a Forlì ai Musei San Domenico (fino al 2 luglio, catalogo Dario Cimorelli Editore), che interviene sullo stesso tema affrontato da Celant, non ha ambizioni del genere. Intendiamoci, non che gli organizzatori forlivesi non siano stati attenti e sensibili all’aspetto dell’audience, anzi («somiglia a un vero e proprio kolossal», hanno detto della mostra), ma l’argomento è stato trattato con enfatica problematicità senza calcare la mano sugli effetti speciali che non siano quelli legati all’imponente numero e alla qualità delle opere esposte provenienti da collezioni pubbliche e private, dai musei più prestigiosi del mondo e dalle più importanti case di moda.

La mostra, diretta da Gianfranco Brunelli e curata da Cristina Acidini, Enrico Colle, Fabiana Giacomotti e Fernando Mazzocca, attraverso trecento opere tra quadri, sculture, accessori, abiti d’epoca e contemporanei indaga, lungo un percorso cronologico e tematico (l’apertura è affidata all’allegoria dell’arte della tessitura del grande dipinto di Tintoretto Atena e Aracne), gli stili, i materiali, il sistema di comunicazione e di rappresentazione della moda dipinta, ritratta, scolpita, realizzata da grandi artisti e stilisti (tra i primi si incrociano, tra gli altri, Matisse, de Chirico, Picasso, Hirst, Fontana, Mondrian; tra i secondi si va da Armani a Ferragamo, da Dior a Prada, da Balenciaga a Gucci).

Ecco allora l’abito che modella, nasconde, dissimula e segna il corpo. L’abito come segno di potere, di ricchezza, di riconoscimento, di protesta. Come cifra distintiva di uno stato sociale o identificativa di una generazione. L’arte come opera e comportamento, come racconto e spirito del tempo. È il riflesso di un’epoca, infatti, quello evocato nella seconda metà del XVIII secolo dagli abiti riportati nei ritratti dipinti da George Romney e Joshua Reynolds che documentano il gusto e la predilezione per forme semplici e naturali espresse da una società aggiornata ed evoluta come quella inglese. I tessuti, le fogge, le pieghe diventano motivi dominanti di una pittura di luce, basata più sulle atmosfere e sul colore, che sul disegno, aprendo gli orizzonti della modernità. Così che la sobria praticità della moda inglese si diffonde in tutta Europa trasformandosi, anche per la nascita dei negozi, in oggetto di consumo sempre più diffuso.

La testimonianza di tali trasformazioni tra la fine dell’Ancien Régime, la Rivoluzione francese e gli anni dell’Impero, la ritroviamo nella produzione ritrattistica di Antoine-Jean Gros e Francois-Xavier Fabre che restituiscono il sapore di una società trasformata dalle ambizioni dei nuovi protagonisti che succedono a quell’aristocrazia che la Rivoluzione aveva fatto uscire di scena. E se poi gli anni del Romanticismo vedono come protagonisti della rappresentazione pittorica della moda, da una parte Francesco Hayez fino alla metà dell’Ottocento e in seguito, sul versante francese, James Tissot, che documentano l’evoluzione della figura femminile in un abbigliamento dipinto con straordinaria materialità e nitore, il Novecento è caratterizzato dalle Avanguardie, a partire dal 1905 con l’Espressionismo.

Agli artisti di quel movimento si ispirano stilisti come Paul Poiret che con le sue figure allungate, estenuate dai colori che appaiono abbacinanti e, in seguito, è quasi in parallelo con la nascita del Cubismo che cresce nella moda l’esigenza dell’impiego di forme geometriche, linee spezzate e lamellari. Nel clima di Picasso nasce Coco Chanel che riscrive da cima a fondo l’immagine della figura femminile con l’accuratezza matematica delle forme euclidee ed è a questa tendenza a geometrizzare l’abito che viene fatta risalire risalire ufficiosamente la nascita del Minimalismo in moda.

Negli anni Venti e Trenta è ancora più stringente il rapporto tra arte e moda. Dapprima ne è artefice la stilista Elsa Schiaparelli che stabilisce un vero e proprio sodalizio con alcuni maestri del Surrealismo ricavandone molti spunti di creatività. Con il Futurismo la moda viene ritenuta addirittura indispensabile perché tramite le sue fogge e i suoi colori può “propagare” un’idea così che Giacomo Balla parla di Vestito Antineutrale in una pubblicazione in cui detta alcune regole sull’abbigliamento futurista.

E mentre negli anni Quaranta e Cinquanta sono l’Informale e l’Espressionismo astratto a influenzare la moda “estrema” di Balenciaga e del primo Dior con la sua linea “a corolla”, gli anni successivi segnano prepotentemente l’entrata in scena della Pop art, che cerca l’incontro dell’arte con il contesto di massa, e del Made in Italy che lancia il Bel paese come la patria di riferimento del gusto e dello stile.

Franceschini, la moda è parte dell'arte contemporanea

 

 "La nostra moda è parte dell'arte italiana contemporanea e non c'è mai stata come ora questa consapevolezza. Al suo interno ci sono secoli di bellezza entrati nel nostro dna, di cultura, di conoscenza dei mestieri e di saperi tramandati. E' vero, nel nostro Paese c'è stata molta attenzione alla tutela del patrimonio artistico e architettonico lasciato dalle generazioni precedenti, e facciamo bene a farlo.
    Ma abbiamo dedicato poca attenzione al presente al contemporaneo. Per questo nella riforma del ministero (avvenuta nel 2019, ndr) abbiamo creato una direzione che si chiama Creatività Contemporanea, che per la prima volta ha un dirigente e un servizio che si occupa di moda e di design, perché vogliamo davvero lavorare molto con questo settore pieno di eccellenze, di giovani talenti e di mestieri sconosciuti ma straordinari che il mondo ci invidia". Lo ha detto in videoconferenza il ministro per i Beni le Attività Culturali e il Turismo, Dario Franceschini, intervenendo alla presentazione in digitale della nuova edizione Apritimoda, iniziativa ideata dalla giornalista Cinzia Sasso, patrocinata dal Mibact e sostenuta da Banca Intesa, che punta a valorizzare e a far conoscere le professioni, i mestieri e i luoghi più segreti della moda. La nuova edizione si terrà il 24 e 25 ottobre in 70 luoghi, tra residenze in palazzi storici, atelier, laboratori e sedi museali, sparsi in 13 regioni italiane. (ANSA).

Enit: “La moda fa crescere il turismo in Italia”




Lo shopping si conferma tra le motivazioni più forti che spingono il turista straniero a visitare l’Italia. Secondo un monitoraggio Enit sulle vendite degli operatori esteri dell’organizzazione intermediata di viaggi, riportato su HotelMag, sarebbero, in particolare, gli spagnoli ad esserne attratti, tanto da far crescere le vendite del brand Italia del 5% durante l’estate 2019 rispetto al medesimo periodo del 2018.

E sono soprattutto le città mete cult della moda ad attrarre i portafogli dei visitatori: Roma, Milano e Firenze per Belgio, Spagna e Russia. I russi prediligono Milano, gli outlet e i grandi centri commerciali di Rimini. Molto ricercata oltreoceano anche Venezia come destinazione in cui spendere. Così la Penisola ha incassato 1,5 miliardi di euro circa nel 2018 grazie agli acquisti internazionali: la spesa è aumentata del +2,5% rispetto all’anno precedente e rappresenta il 3,5% del totale complessivo speso dagli stranieri in visita nel nostro Paese. Il primato, sempre stando all’analisi dell’Agenzia Nazionale del Turismo, è della Lombardia (813 milioni di euro), che raccoglie circa il 55% della spesa turistica totale degli stranieri in Italia per acquisti e shopping non solo per la vicinanza dei principali mercati europei di provenienza ma anche per la presenza di destinazioni esclusive e di poli commerciali delle grandi firme.

L'occasione
Shopping anche come occasione per destagionalizzare il settore: il viaggio di questa tipologia può infatti contribuire a spostare la spesa su altri circuiti e in periodi dell’anno a minor carico antropico. Le entrate turistiche internazionali per acquisti – precisa Enit – seguono un andamento stagionale altalenante con picchi nel mese di aprile, per il primo semestre dell’anno, e a dicembre (rispettivamente 136 e 137 milioni di euro) rispetto al trend della spesa totale degli stranieri che vede il massimo nei classici mesi estivi. A quota 135 milioni di euro il mese di agosto e oltre 125 milioni di euro a gennaio, maggio, luglio e ottobre.
ttgitalia.com

Moda / METEO CAPRICCIOSO, MAI SENZA L'IMPERMEABILE VERSIONE FASHION

I capricci del meteo, con acquazzoni improvvisi, costringono a munirsi d'impermeabile, un capo amato-odiato dalle donne che oggi può diventare invece un 'sopra' molto fashion, adatto ad ogni momento della giornata e occasione, dal lavoro al pomeriggio più elegante. Intanto per ripararsi dalla pioggia la tendenza è quella di utilizzare la plastica trasparente, come propone Karl Lagerfeld per Chanel, con i suoi stivali ed i suoi spolverini in pvc. Il Kaiser, come recita il titolo del film di Guillermo del Toro, ha trovato La forma dell'acqua, che veste con stile anche con il temporale. E lo fa attraverso modelli e accessori che creano giochi di luci e trasparenze birichine sulle gambe e sui famosi tailleur. Anche Benetton punta sul parka in plastica trasparente. Da Escada invece il trench è un po' anche sahariana e parka. O meglio è un po' di tutti e tre, ma soprattutto è un coat, un antipioggia straordinario, capace di mixare con glamour e astuzia, dettagli casual e ricami che sanno di couture. Realizzato in nylon resistente, in una sfumatura di beige che non stanca mai e foderato con una leggera imbottitura matelassé ideale nelle stagioni di transizione, il trench di Escada ha grandi tasche applicate e coulisse in vita. Ogni dettaglio è curato, dalla chiusura a zip nascosta al cordoncino regolabile dall'interno. Il tocco fashion è nel colletto e nei polsi, ricamati con manciate di strass nella stessa calda sfumatura beige del capo. Maison Margiela ha collaborato con il marchio Mackintosh per creare un esclusivo trench. Per John Galliano, direttore artistico di Maison Margiela, l'iconico "Mac" è quasi un accessorio a sé stante, interpretato in due colori che riflettono i codici della maison così come l'arte di Mackintosh. Presentato durante la sfilata il classico trench è adattato per la donna con una silhouette allungata, è a doppio petto ed è dotato di cintura. Questa edizione speciale è realizzata in due colori ispirati al patrimonio Artisanal di Maison Margiela, beige e bianco. Con Maison Margiela Mackintosh ogni trench è realizzato a mano seguendo la tecnica Mackintosh, sviluppata dal fondatore Charles Mackintosh nel 1823 per creare l'iconico tessuto gommato. L'uso della gomma conferisce la qualità dell'impermeabilità. Tutte le cuciture sono incollate per creare un effetto senza cuciture.
Stile classico anche per Save the duck che reinventa l'impermeabile in un giallo papera molto ironico. I creative director del marchio Mackage, Elisa Dahan ed Eran Elfassy, per questa nuova collezione si sono concentrati sui dettagli tecnici di ogni singolo capo al fine di creare una collezione in cui ogni modello è speciale, esclusivo ma anche funzionale. Grazie ad una palette di colori vivaci che spazia dal blu oceano, al pesca fino all'azzurro cielo la nuova collezione porterà nel guardaroba un tocco di freschezza. Infatti per la collezione il brand Mackage trae ispirazioni dall'emozione che abitualmente regala la visione di un tramonto. Novità di questa stagione è anche l'introduzione di pattern ispirati alla bellezza dei paesaggi costieri, che daranno un'immagine del tutto nuova alle collezioni, donna, uomo ed accessori. Una collezione quella di Mackage che utilizza nuovi tessuti e materiali versatili e adatti ad essere utilizzati tutta la stagione. Per la donna il brand introduce nuovi fit, più ampi e casual, mentre per l'uomo, pur mantenendo le caratteristiche tecniche ormai rappresentative del brand, lo styling è tutto nuovo grazie alle tonalità della nuova palette cromatica.
ansa

Firenze, Pitti Uomo 90 apre i battenti

PERCHE’ SE NE PARLA A Pitti Uomo 90, alla Fortezza da Basso, da tempo fulcro del salone, saranno oltre 1.200 le collezioni in totale e più di 20.000 i compratori attesi, dei quali 8.200 i buyer esteri. L'evento, previsto dal 14 al 17 giugno, con pre-apertura il 13 giugno dedicata al Centro di Firenze per la Moda Italiana, vede in programma tanti eventi che avranno come protagonisti grandi nomi della moda. Il 14 giugno sarà inaugurata a Palazzo Pitti la mostra fotografica Karl Lagerfeld - Visions of Fashion, mentre il progetto di Raf Simons sarà presentato il 16 giugno con la sua collezione P/E 2017. Il 15 giugno, Gosha presenterà la collezione P/E 2017 assieme a un progetto fotografico. Fausto Puglisi è il Pitti Italics Special Event, e lancerà in anteprima la sua prima capsule per uomo assieme alla Resort donna 2017. Cartier presenta tra le mura di un palazzo di Firenze del XV secolo, l’orologio Drive, mentre il 16 giugno, Nakamura proporrà il suo marchio Visvim. A Pitti Italics evento speciale anche con la sfilata di Sansovino 6, mentre Pal Zileri presenta la linea Lab. Isko. Inoltre Xacus festeggia 60 anni con L’Uomo Vogue e GQ Italia il 14 giugno a Palazzo Budini Gattai. Per il calendario completo, il programma dettagliato sul sito ufficiale.
 
PERCHE’ ANDARCI Firenze ha una grande tradizione nella moda, e svolge un importante ruolo nel settore dell'Alta moda. Proprio qui, con la sfilata organizzata il 12 febbraio 1951 dal pioniere della moda italiana Giovanni Battista Giorgini, presso Villa Torrigiani in via dei Serragli, replicata poi alla Sala Bianca di Palazzo Pitti, alla presenza di tanti specialisti internazionali, che si parlò di moda internazionale. Oggi le principali boutique d'alta moda sono concentrate nel distretto commerciale del lusso, in via de' Tornabuoni e via della Vigna Nuova.
 
DA NON PERDERE La città ha l'unico museo italiano dedicato alla moda e alla sua storia: la Galleria del Costume, con una collezione che arriva a più di 6000 manufatti, con esemplari di grandi stilisti quali Giorgio Armani, Valentino, Gianni Versace, Emilio Pucci, e Ottavio Missoni. Inoltre è presente il museo Salvatore Ferragamo nel palazzo Spini-Feroni, dove è esposta a rotazione una parte della collezione delle oltre 10.000 scarpe realizzate dalla maison. Altri musei, più specifici, sono il Museo Capucci, incentrato sugli abiti-scultura disegnati dallo stilista Roberto Capucci per la Biennale di Venezia del 1995, il Museo Stibbert per gli abiti d'epoca, la Fondazione Arte della Seta Lisio, il Museo della paglia e dell'intreccio di Signa e, per quanto riguarda l'oreficeria, il Museo degli Argenti e il Museo Torrini.
 
PERCHE’ NON ANDARCI Firenze è una delle più belle e turistiche città italiane, e si vede dagli intensi flussi "migratori" che coinvolgono (e sconvolgono) la vita quotidiana dei residenti. Se avete voglia di vivere la città con calma e bellezza, se potete, scegliete i giorni infrasettimanali e prendetevi almeno due giorni per visitarla. Calcolate che, tra attesa e visita, per visitare gli Uffizi potreste impiegare anche 3 ore.
 
COSA NON COMPRARE Tra le cose più kitsch in cui potreste imbattervi, oltre alle classiche calamite, ci sono degli “straordinari” grembiuli da cucina con la parte inferiore del David di Michelangelo. Alla faccia della grande tradizione artigianale per il settore della moda. Se proprio volete fare un regalo cattivo con la scusa di far sorridere qualcuno, eccolo.
turismo.it

La moda è patriottica con il Tricolore style Dall'omaggio di Gattinoni agli abiti-cartolina di Dolce & Gabbana

La moda italiana ha un cuore patriottico che talvolta si esprime in creazioni di abiti e accessori che sposano il Tricolore. Così per i 70 anni della Repubblica, ma anche per tifare per lo sport Italico nei campi di calcio dei Campionati Europei, e per le le altre discipline sportive che vedranno i nostri campioni impegnati alle Olimpiadi del Brasile, l'estate 2016 sarà contrassegnata dal Tricolore, che potrebbe apparire sotto forma di make up sui volti dei tifosi negli stadi, sventolare dalle finestre di tutta Italia, oppure esprimersi attraverso l'abbigliamento. (di Patrizia Vacalebri)
    Il cuore patriottico batte forte nel petto di Guillermo Mariotto, direttore artistico di Gattinoni, che pur essendo nato in Venezuela, ama appassionatamente l'Italia, dove ha messo radici da molti anni con le sue sorelle. Gattinoni rende dunque omaggio alla Repubblica Italianacon un abito d'alta moda Tricolore: è in crinolina, con applicazioni d'organza dipinta a mano e tagliata a vivo, e di un plastron ricamato con lunghe schegge di Rhodoid e cristalli. Questo capo è stato creato con tessuti e materiali leggerissimi: pesa infatti 300 grammi, che è esattamente lo stesso peso della bandiera italiana. La coda fatta di lingue d'organza ricorda la scia delle Frecce Tricolore quando volteggiano nel cielo.
    Ebbene il Tricolore ha una storia lunga e affascinante. Diverse le ipotesi sull'origine: bolognese, massonica, francese, ideata dalla Repubblica Cisalpina. Ma dall'Unità d'Italia in poi, la bandiera e suoi colori, cominciano a campeggiare sulle etichette dei prodotti commerciali, marchio indiscusso del Made in Italy nel mondo. E allora ecco gli occhiali Gloryfy G6 Mugello, con montatura a mascherina bianca e logo con freccia tricolore sulla stanghetta. Animo sportivo per questo modello che unisce design e performance high-tech! Indistruttibile come tutti i modelli Gloryfy, è un passe-partout per tutti i look, perfetto sia con un abito elegante sia con un paio di bermuda a guardare la partita, perfetto sia con un look elegante, sia con un paio di bermuda e una T-shirt per guardare una partita.
    Ma l'apice del patriottismo è quello di Dolce & Gabbana, con la loro straordinaria collezione donna per l'estate in corso, ispirata al turismo nel Belpaese, la cui presentazione ha visto in pedana sofisticati abiti-cartolina e modelle impegnate in passerella a scattarsi i selfie come fanno tutte le turiste sbarcate in Italia. Vale la pena ricordare il racconto da cartolina della sfilata, con il ristorante Portofino, il fruttivendolo, il negozio di souvenir e quello di ceramiche, persino un teatro dei pupi siciliani come sfondo, e le modelle-turiste indaffarate a farsi un autoscatto da mandare sui social. Non mancavano le bancarelle dei souvenir con la torre di Pisa, i piatti-ricordo con il Colosseo, i ventagli con il Duomo, 'pommarola' e trecce di peperoncini. Sulla 'patriottica' scenografia campeggiava la scritta 'Italia is love', titolo della sfilata-omaggio al nostro paese. Così le storiche città della "vecchia signora" che compie 70 anni e i suoi monumenti più rappresentativi, sono stati stampati o ricamati su abiti, gonne e camicie, che colorano le vetrine di Dolce & Gabbana di questa patriottica estate. Come se non bastasse queste lussuose turiste portano foulard annodati sulla testa in stile Audrey, borsa di paglia al braccio, vestiti corti e svasati, con ricamato 'Italia is love', chemisier a righe, abito-chantilly con la scritta 'Portofino' in cristalli, vestitini- Torre di Pisa, prendisole con limoni stampati. Non manca l'immagine della Madonna con la blusa stampata con i 'saluti da Napoli', città dove secondo indiscrezioni Dolce e Gabbana potrebbero sfilare a luglio. 
ansa

Vintage! La moda che vive due volte” a Reggio Emilia dal 3 al 5 Maggio 2013

La Pin-up più cliccata dagli appassionati di moda d'epoca e accessori d'antan torna più bella che mai per una nuova scoppiettante edizione primaverile nei padiglioni di Reggio Emilia Fiere. Gli espositori provenienti da tutta Italia apriranno i loro negozi al pubblico, che potrà accaparrarsi il meglio della moda d’epoca, per uno shopping autenticamente vintage. Non mancheranno i corner di modernariato e articoli da collezionismo, come i profumi d'epoca, i vinili e gli hi-fi degli anni '80, che ancora resistono nella memoria di tutti. “Vintage! La moda che vive due volte” racconta il periodo che va dagli anni ’40 agli anni ’80, con la moda, il modernariato, articoli da collezionismo, profumi, capi sartoriali dell’epoca, pezzi di design, gli oggetti d'uso in quei decenni e il modo in cui sono stati abbandonati, riutilizzati, custoditi, rivenduti, con un occhio di riguardo al mercato che si è creato intorno ad essi e al mondo del collezionismo. LE AREE ESPOSITIVE SONO 3: Area Vintage: il fulcro principale della manifestazione. L'abbigliamento e gli accessori appartenuti al secolo scorso rimangono l'articolo più ricercato e costituiscono la maggior parte della merceologia esposta. Intendiamo precisare che in quest’area sono esposti pezzi di grandi firme della moda internazionale, a testimonianza dello stile di un’epoca passata che influenza ancora oggi gli stili di vita contemporanei. Vintage si distingue dal generico seconda mano o usato, poiché la caratteristica principale non è tanto quella di essere stato prodotto in passato e di essere appartenuto a qualcun altro ma di avere acquisito un certo valore per il progressivo trascorrere del tempo e per le doti d’irriproducibilità con gli standard qualitativi dell’epoca moderna.
Fiera mercato


Vintage! La moda che vive due volte” racconta il periodo che va dagli anni ’40 agli anni ’80, con la moda, il modernariato, articoli da collezionismo, profumi , capi sartoriali dell’epoca, pezzi di design; gli oggetti d'uso in quei decenni e il modo in cui sono stati abbandonati, riutilizzati, custoditi, rivenduti, con un occhio di riguardo al mercato che si è creato intorno ad essi e al mondo del collezionismo.
La Pin-up più cliccata dagli appassionati di moda d'epoca e accessori d'antan torna più bella che mai per una nuova scoppiettante edizione primaverile nei padiglioni di Reggio Emilia Fiere. Gli espositori provenienti da tutta Italia apriranno i loro negozi al pubblico, che potrà accaparrarsi il meglio della moda d’epoca, per uno shopping autenticamente vintage. Non mancheranno i corner di modernariato e articoli da collezionismo, come i profumi d'epoca, i vinili e gli hi-fi degli anni '80, che ancora resistono nella memoria di tutti. “Vintage! La moda che vive due volte” racconta il periodo che va dagli anni ’40 agli anni ’80, con la moda, il modernariato, articoli da collezionismo, profumi, capi sartoriali dell’epoca, pezzi di design, gli oggetti d'uso in quei decenni e il modo in cui sono stati abbandonati, riutilizzati, custoditi, rivenduti, con un occhio di riguardo al mercato che si è creato intorno ad essi e al mondo del collezionismo. LE AREE ESPOSITIVE SONO 3: Area Vintage: il fulcro principale della manifestazione. L'abbigliamento e gli accessori appartenuti al secolo scorso rimangono l'articolo più ricercato e costituiscono la maggior parte della merceologia esposta. Intendiamo precisare che in quest’area sono esposti pezzi di grandi firme della moda internazionale, a testimonianza dello stile di un’epoca passata che influenza ancora oggi gli stili di vita contemporanei. Vintage si distingue dal generico seconda mano o usato, poiché la caratteristica principale non è tanto quella di essere stato prodotto in passato e di essere appartenuto a qualcun altro ma di avere acquisito un certo valore per il progressivo trascorrere del tempo e per le doti d’irriproducibilità con gli standard qualitativi dell’epoca moderna. Le prime lenti erano in cristallo, poi vetro mentre la montatura era in legno e successivamente in corno o pelle ed erano usati solo dagli studiosi e dal clero, la maggior parte della popolazione era analfabeta. Dal XV secolo, parallelamente agli occhiali a perno si affermano quelli a ponte, la montatura incorporava ben due lenti e non più sovrapponibili. Venezia e Norimberga furono all’epoca importanti centri di produzione e l’invenzione della stampa attorno al 1450 permise una maggiore diffusione. Nel tardo ‘500 in Spagna si diffondo occhiali forniti di fori laterali ne quali inserivano un cordoncino che mettevano dietro l’orecchio per mantenerli fermi. All’inizio del ‘700 nasce il fassamano, occhiale che viene tenuto in mano e non appoggiato sul naso. Nell’800 si affermano il pince-nez o stringinaso evoluzione dell’occhiale a ponte. Fu grazie all’intuizione dell’inglese James Ayscough che si ebbe l’invenzione delle prime stanghette ripiegabili. Tra la fine del XIX e l’inizio del XX secolo si afferma l’occhiale caratterizzato da montatura e due astine che si appoggiano alle orecchie. I materiali usati sono il corno, un must dell’epoca, il nichel e l’acciaio, più economici e duttili oltreché accessibili a tutti. “A TAVOLA CON LE SILK RIBBON SISTERS” Rievocazione storica dell’Emilia degli anni ‘50 A fare da teatro alle Silk Ribbon Sisters sarà un suggestivo allestimento d’epoca; una cucina completamente arredata con pezzi originali degli anni ‘ 50 , dove le sorelline , truccate, parruccate e vestite rigorosamente in stile fifties , daranno vita a una rievocazione storica e culturale della tipica famiglia emiliana degli anni’ 50, dove performers e pubblico diventeranno artefici di questo spettacolo teatrale completamente in dialetto emiliano. Le Silk Ribbon Sisters interagiranno nei 3 giorni della Kermesse reggiana con il pubblico presente che verrà invitato a prender parte alla recitazione, le artiste già conosciute a livello internazionale come performer Burlesque con simpatia, ironia e una buona dote di sensualità , aprono nuovi scenari a l’arte della seduzione e dell’intrattenimento in stile vintage, dimostrando che si può essere sensuali e audaci anche in versione casalinga! ECOCORNER DESIGN Green Glamour tra arte e design.. A cura di Giorgio Paparo di Popdesign Che il riciclo sia utile per la salvaguardia del nostro pianeta non vi è alcun dubbio, ma se questo riesce a diventare anche un input significativo per stimolare la creatività di architetti, artisti e designer, allora possiamo affermare con certezza che riciclare è una vera e propria forma d’arte. Per quest’edizione, saranno i bottoni vintage recuperati da scarti sartoriali e vecchi abiti, a rivivere nelle creazioni di Giorgio Paparo della Popdesign, dimostrando che tutto può avere una seconda vita creando una nuova forma d’arte e che si può essere eco e trendy allo stesso tempo. PopDesign è una collezione di anelli e accessori moda creati utilizzando bottoni vintage trovati in giro per il mondo, tra mercatini dell’antiquariato e vecchi bottonifici. I bottoni collezionati negli anni sono tantissimi, di cui molti recuperati dalla vecchia attività di mio padre che ha fatto il sarto a cavallo degli anni '60. Un vasto assortimento di bottoni in madreperla, legno, pasta di vetro, tessuto e tanti altri materiali che testimoniano l'evoluzione della moda e delle tendenze che si sono affermate con il passare degli anni. Guardando questi piccoli oggetti d’arte, possiamo immaginare e capire quanto ogni bottone conservi una sua memoria, quanto ognuno di essi rappresenti un momento, una persona, un posto. Una collezione di bottoni così bella e diversa da testimoniare con forza le tracce del passato. Uno stile intramontabile e il gusto di indossare qualcosa che è unico, qualcosa che è oltre la moda... VINTAGE BAR & MUSIC By America Graffiti America Graffiti porta in Italia la cultura gastronomica "home made" e lo stile dei classici american diner degli intramontabili e sfavillanti anni ‘50. Ti accoglieremo in un'atmosfera davvero unica, potrai uscire dalla frenesia della quotidianità e trovare un ambiente rilassante e confortevole, dove potrai riscoprire i valori di altri tempi per un originale tuffo nel passato! America Graffiti permette di riscoprire le atmosfere ed i sapori dei locali a gestione familiare tipici dei paesi e delle campagne americane nel format tipico dei Diner che si trovano percorrendo una strada che attraversa i territori dell’Arizona, del Nevada o nei pressi di un lago a nord della California, arredati raccogliendo oggetti d’altri tempi quasi trovati per caso "on the road". Una collezione di vecchie insegne, pompe di benzina, flipper e juke-box ma anche oggetti che ricordano la vita quotidiana vissuta nelle piccole comunità, nelle cittadine dove sono ancora forti le vecchie e genuine tradizioni. Il ricco menù comprende oltre cento portate che spaziano dalle carni alla griglia, cucina tex-mex, enormi e gustosi hamburger, antipasti e contorni tipici, ma anche primi piatti e insalate. Il Rock ‘n’ Roll è l'esclusiva colonna sonora di tutti i locali America Graffiti nei generi country, hillbilly, bluegrass, la musica folk della gente degli Stati Uniti d’America. America Graffiti: l'unico posto per respirare e gustare la genuina old america way of life! Info, orari e prezzi: Come sempre si riconferma il venerdì mattina per la visita in anteprima gratuita agli operatori del settore, addetti stampa, collezionisti e alla ricerca, ma anche ai fedelissimi iscritti alla newsletter della manifestazione, agli amici di Facebook e My Space che potranno entrare gratuitamente prima dell'apertura al pubblico, per scegliersi per primi il meglio del vintage d'autore e non. Orari al pubblico: venerdì dalle 14.00 alle 20.00 – sabato e domenica dalle 10.00 alle 20.00 Preview gratuita su invito venerdì mattina: dalle 10.00 alle 14.00 Ingresso: euro 7,00 Coupon riduzione scaricabile dal sito www.fieravintage.it




Info:
Fiere di Reggio Emilia
Indirizzo: Via Filangieri, 15 - 42100 Reggio Emilia
Telefono: 0522 50.35.11
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