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In Piemonte torna la febbre dell’oro

( Di Rossella Cerulli )
Come Zio Paperone sul fiume Yukon nel Klondike. Come Charlie Chaplin nel celeberrimo film The Gold Rush. A Mongrando, nella Riserva naturale speciale della Bessa, in provincia di Biella, è in programma dal 19 al 25 agosto il 32mo Campionato mondiale dei Cercatori d’oro. In occasione del quale 400 appassionati provenienti da 23 paesi aderenti alla World Goldpanning Association si sfideranno in una caccia all’ultima pagliuzza.
Non tutti sanno infatti che il territorio della Bessa, area di 10 kmq tra Ivrea e Biella, a due passi dalle prealpi Biellesi, fu tra il II e il I sec. a.C. una delle più grandi miniere d’oro a cielo aperto del mondo. Sulle sponde del torrente Elvo i Romani, grazie alle conoscenze e al lavoro di una popolazione autoctona, gli Ictimuli, sfruttarono in maniera intensiva i giacimenti locali, destinati a finanziare le campagne belliche
E a tal punto modellarono il territorio (Strabone e Plino parlano di aurifodinae nell’Agro Vercellese) che ancora oggi la Bessa appare come un immenso paesaggio lunare dove cumuli di ciottoli di varia grandezza (alcuni arrivano a 10 m altezza, con perimetri ampissimi) si susseguono regolari per chilometri, frutto degli scarti secolari effettuati durante gli scavi e i lavaggi delle ghiaie del fiume, tra macchie di vegetazione fittissima.
Abbandonata dopo l’esaurimento dei filoni più ricchi (ne furono scoperti altri in Spagna), l’area tra strade, canali, iscrizioni e resti di capanne è ancora tutta da studiare, al punto che la Regione Piemonte nel 1985 ha deciso di trasformarla in Riserva speciale. Già, ma di oro oggi se ne trova ancora? “Beh, non è più come nel’ 50 quando una squadra di tre persone poteva raccoglierne 20 gr al giorno. Una tale attività permetteva anche di non andare a lavorare nei campi”, spiega Arturo Ramella, presidente dell’Associazione biellese cercatori d’oro e dell’omonima associazione mondiale. “Oggi è una buona giornata se con 8 ore di lavoro si riesce ad estrarne 1 grammo, sotto forma di piccolissime briciole di pane. E’ un oro alluvionale, disciolto ai margini delle ghiaie del torrente, trasportato qui in epoche remote insieme a minerali ferrosi, dal ghiacciaio balteo proveniente dalla Valle d’Aosta. Certo è molto scarso: ma l’importante è che non si perda questa tradizione così profondamente legata al territorio, specie tra i giovani”. A darsi appuntamento la seconda metà di agosto in questo grande happening aurifero cercatori provenienti dalla Finlandia (i più competitivi e preparati), dal Sudafrica, la California, l’Australia e perfino l’Honduras.
La competizione, aperta a tutti (per iscriversi www.elvo2013.it) non si svolgerà però lungo il greto del torrente bensì presso apposite vasche nelle quali le squadre si confronteranno in varie prove di abilità: tra queste, il setacciare in minor tempo possibile secchi di 20 kg di sabbia e ghiaia contenenti 20 piccolissime pagliuzze d’oro. Unico strumento di lavoro: la classica batea, scodella in metallo dove far depositare lentamente i vari materiali, fino a scovare il prezioso metallo. Il campionato sarà in realtà l’occasione per far conoscere “sul campo” questa zona misteriosa, così trasformata dall’uomo, anche ai non addetti ai lavori. Numerosi gli eventi collaterali: previste escursioni, lezioni di ricerca sul torrente con prove pratiche con badile e padella, percorsi a piedi o a cavallo lungo la Gtb, la grande traversata biellese, 2000 km di percorsi di varia difficoltà. Ma anche happening musicali e gastronomici, con vari tipi di pane sfornati in piazza, visite all’Eco-museo dell’oro e della Bessa a Vermogno di Zubiena e addirittura al Museo Egizio di Torino, in un ideale gemellaggio tra ori dei Faraoni e ori dei Romani. E siccome questa è terra di tessuti e lanifici (suggestivi gli ex-stabilimenti industriali della Strada della lana) da non perdere un gadget creato ad hoc e cioè un berretto in feltro di coniglio, realizzato nelle cappellerie di Sagliano Micca, identico a quello usato negli Usa dai cercatori di fine ‘800. Ma perché consigliare di trascorrere delle giornate intere chini su un fiume a setacciare? “Per capire la potenza dell’acqua”, spiega ancora Ramella. “E perché portare alla luce un tesoro mai visto prima è la scoperta più bella che c’è”. (info ATL Biella 800811800)
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