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Al Museo del Tessuto di Prato al via la mostra Kimono. Riflessi d'arte tra Giappone e Occidente

FIRENZE - 'Kimono - Riflessi d'arte tra Giappone e Occidente' è il titolo della mostra organizzata dal Museo del Tessuto di Prato che ha ottenuto il patrocinio dell'Ambasciata del Giappone in Italia, in corso dal 29 aprile fino al 19 novembre 2023.
    La mostra, si spiega in una nota, esplora le contaminazioni creative e culturali - intervenute tra Europa e Giappone prevalentemente dalla fine dell'Ottocento alla prima metà del Novecento - attraverso l'esposizione di un'accurata selezione di opere che di quei reciproci influssi testimoniano i passaggi fondamentali.

Accanto al già noto fenomeno del Giapponismo, ovvero il modo in cui l'arte europea di quel periodo ha recepito e reinterpretato il linguaggio espressivo e decorativo dell'arte giapponese, il percorso espositivo si sofferma soprattutto ad illustrare il processo opposto, definito da alcuni Occidentalismo, nell'ambito del quale anche l'oggetto più iconico della cultura del Sol Levante, il kimono, risente dell'influenza della cultura e dell'arte figurativa occidentale.
    In esposizione una serie di dipinti, xilografie, cartoline d'epoca, stampe e tessuti provenienti sia da importanti collezioni private che da inedite raccolte del Museo, ma soprattutto i cinquanta kimono maschili e femminili appartenenti all'esclusiva collezione privata di Lydia Manavello, tutti databili al primo e secondo quarto del Novecento, realizzati in seta operata, ricamata o stampata. 

ansa.it

- Segnalazione web a cura di Giuseppe Serrone e Albana Ruci turismoculturale@yahoo.it

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Prato: regala molte sorprese

Stritolata dalla superba e vicina grandiosità di Firenze, Prato rischia di non essere valorizzata come merita. Perché la città toscana è molto più del capolugo del tessile, peraltro nel bel mezzo di una crisi. La "trasferta" di un grande artista veneto può essere l'occasione per scoprirla, lasciandosi sorprendere da piaceri e attrazioni inaspettate.

Partiamo dunque dalla visita di cortesia che la famiglia Bassano - una delle più grandi "macchine" di produzione pittorica, attiva dalla metà del Cinquecento - rende a Prato. Il maestro Jacopo, i suoi figli, gli artisti di bottega e gli innumerevoli seguaci furono celeberrimi ai loro tempi e autori di opere ricercatissime, oggi sparse nei musei di tutto il mondo. Dopo un periodo di oblio, la grandezza di questo movimento fu riscoperta di recente, agli inizi degli anni Novanta, con una mostra storica allestita nella loro casa, Bassano del Grappa, e poi replicata negli Stati Uniti. Ebbene, la straordinaria raccolta di dipinti di Jacopo Bassano e dei figli Francesco, Leandro e Gerolamo, custodita in permanenza nel Palazzo Thiene di Vicenza e di proprietà della Banca popolare vicentina, si è trasferita al Palazzo degli Alberti di Prato, dove resterà aperta al pubblico dal 17 dicembre al 5 febbraio 2012.
"Andata al calvario" di Francesco Bassano.
"Andata al calvario" di Francesco Bassano.
 
La collezione comprende alcuni capolavori di Jacopo, come Lazzaro alla mensa del ricco Epulone, la Madonna con Bambino e San Giovannino, meglio nota come Madonna Spencer perché donata dal re d'Inghilterra agli inizi del Settecento ai conti Spencer, avi di Lady Diana. Verrà presentata al pubblico anche l'ultima acquisizione della raccolta dei Bassano di Palazzo Thiene, un inedito dipinto di Francesco Bassano, il più talentuoso dei figli di Jacopo: Andata al calvario. E siccome alle visite di cortesia bisogna rispondere con un'altra visita di cortesia, a Vicenza arriveranno i capolavori toscani della Banca, cusotoditi di norma proprio al Palazzo degli Alberti.

Una volta che la famiglia Bassano vi avrà condotti a Prato, non vi resta che lasciarvi sorprendere dalle sue bellezze e dai piaceri che sa regalare. Ne indicheremo alcuni. Agli appassionati d'arte contemporanea si presenta l'occasione di visitare il Centro Pecci, molto attivo e ricco di iniziative. Ricche e notevoli le architetture religiose. Limitandoci al centro storico, merita una sosta il Duomo - che contiene un'altra delle ragioni per cui vale la pena andare a Prato, ovvero gli affreschi di Filippo Lippi, una delle massime espressioni del Rinascimento -, le Chiese di Sant'Agostino, San Domenico e San Francesco e il Monastero di San Vicenzo. Di Prato era anche il fondatore dell'Istituto degli innocenti di Firenze, tal Francesco Datini, celebre mercante del Quattrocento: sul sito www.francescodatini.it è segnalato un suggestivo itinerario cittadino di "luoghi datiniani", fra palazzi, ville, chiese, archivi, oratori. Quanto ai piaceri della gola, in centro troverete le irresistibili creazioni del Caffè nuovo mondo.
 
Paolo Perazzalo - famigliacristiana.it