FELTRINELLI 1+1  IBS.IT

Dai monaci al turismo. Museo, piazza e monastero per rilanciare il paese

SAN BENEDETTO PO. I restauratori danno gli ultimi ritocchi al busto in gesso di Matilde con elmo e spada che sovrasta l'ingresso al museo. La nobile guerriera, oggi candida dopo la ripulitura, è un simbolo del paese da secoli in lotta con le acque, e per questo capace con tenacia di produrre ricchezze della terra ed eccellenze religiose e culturali. Acqua, terra e cielo. Un destino assecondato dalle ultime amministrazioni che hanno dato impulso alla vocazione turistica sistemando il centro storico, la piazza e il complesso monastico con il suo museo. Per capire San Benedetto Po, in effetti, basta addentrarsi nel Museo che occupa tre ali del monastero benedettino. Che chiuderà i battenti in dicembre per riaprirli ad aprile, ultima tranche del cantiere da 2 milioni e mezzo di una delle più grandi collezioni etnografiche d'Italia. Dai campi al museo. Le collezioni nacquero dalla passione di un gruppo di giovani che negli anni '70 capì che il mondo contadino rischiava di andare irrimediabilmente perduto. «Giravamo le campagne con un furgone - ricorda ora Benito Benatti, 'anima' dell'associazione Amici della Basilica - raccogliendo quanto andava gettato: attrezzi, mobili, vestiti. Tutto». Un'intuizione profetica, per salvare una memoria antica e che il nuovo allestimento museale metterà in rilievo. «Abbiamo oltre 10mila reperti - spiega la conservatrice Federica Guidetti -. Ma ne esporremo pochi, organizzati in sale didattiche, senza lasciare nulla al caso. Valorizzare il contenitore, il complesso benedettino, sarà la vera sfida». Un impegno che renderà ancora più unico un museo il cui filo rosso è il rapporto con il territorio. Nato dalla gente attraverso raccolte e donazioni, si rivolge alla gente, scuole e visitatori attraverso il dialogo con le persone del luogo. Perché le guide non sono nastri registrati, ma volontari degli Amici del museo. Persone in carne ed ossa che sanno tramandare la San Benedetto forgiata nei chiostri benedettini, ma ben viva e vegeta.
Cultura e turismo. «Il museo non è un contenitore morto. È una fabbrica - dice sorridendo Benatti - e gli operai sono i ristoranti, i bar, gli agriturismi della zona». Una realtà che anche i numeri confermano. Nel 2002 l'offerta d'ospitalità era di 3 camere, 6 posti letto in un unico Bed and Breakfast. Ora le strutture sono 19 per 173 posti letto. Un boom che ancora prosegue, legato al Millenario Polironiano del 2007 che ha fatto conoscere la "Cassino del Nord" e il suo complesso monastico in Italia. Da lì in poi sono venuti i riconoscimenti, come quello dei Borghi più belli d'Italia, e i progetti, come l'inserimento nella lista Unesco. L'economia solida. La vocazione locale si capisce ancor più leggendo i dati economici della Camera di Commercio. Settecentoquarantadue imprese registrate a fine settembre, un terzo nell'agricoltura, un terzo in servizi legati al turismo e 1.131 imprenditori, uno ogni 7 abitanti. Un dato rimasto stabile negli ultimi tre anni, nonostante la crisi che ha inciso più riducendo il numero degli addetti, operai e impiegati, che delle aziende ed erodendo la base artigianale. Il ricambio è avvenuto, come in altre città, con un aumento dei piccoli imprenditori extracomunitari, che oggi sono 66 contro i 53 di 3 anni fa. Rispetto al 2000, ultimo censimento, cala il numero delle aziende agricole, mentre la superficie coltivata rimane uguale, segno di un progressivo fenomeno di concentrazione fondiaria. Complessivamente, insomma, l'economia tiene, pur con qualche calo, grazie alla crescita delle medie imprese a scapito dell'artigianato e dei piccoli fondi agricoli. In un territorio così vasto, 69 km quadrati, e frammentato in 8 frazioni, bar e caffè restano alti di numero (39) mentre, segno dei tempi, le pizze al taglio (4) hanno superato i panifici (3). Il futuro. Le tendenze sono già delineate. Ancora una volta ritornare al museo è la chiave. Le sale raccontano delle piene del Po e della produzione di Parmigiano, delle corti agricole e dei salumi. Partendo dal passato per arrivare al presente. E guardando al futuro con schermi multimediali, immagini tridimensionali, oltre al nuovo sito internet e Facebook. Quasi 42mila visitori nel 2008, l'anno delle mostre sul Millenario, contro i 13mila di media. In una parola: San Benedetto punta a crescere valorizzando il patrimonio del passato.

gazzettadimantova © RIPRODUZIONE RISERVATA

SULLA TAVOLA DEL NATALE LA MICOOULA, ANTENATO DEL PANETTONE

Nel mese del Natale, il borgo di Hone, nella bassa Valle d'Aosta, celebra la gustosa Micooula', l'antenato locale del panettone, con quattro giorni di festa tra spettacoli e degustazioni.

Scopo della manifestazione e' valorizzare e rinnovare la tradizione della preparazione della 'Micooula', un gustoso pane di segale che si differenzia dal normale pane nero per la presenza, tra gli ingredienti, di castagne, noci, fichi secchi, uva passa e anche scaglie o pezzettini di cioccolato. Questo antenato del moderno panettone (il cui nome nel 'patois' significa semplicemente 'pane un po' piu' piccolo e un po' speciale') in origine non era che l'antico pane contenente castagne, tipico della vallata di Champorcher e gia' conosciuto in epoca medioevale; successivamente, arricchito negli ingredienti, si e' imposto come dolce delle festivita' natalizie, destinato ad allietare anche le successive veglie invernali nel villaggio di Hone.

La 15/a edizione della 'Feuhta de' la Micooula', in programma dal 5 all'8 dicembre, proporra' animazioni, concerti e spettacoli, ma soprattutto 'sfornate' quotidiane del prelibato dolce, fino alla giornata dell'8 dicembre, il clou della manifestazione, con l'apertura del mercatino di articoli e prodotti artigianali, dimostrazioni di impasto e cottura della Micooula, la degustazione e la vendita del dolce negli stand della pro loco. (ANSA).

La cultura e i resti del passato sono le anime del turismo italiano

Ora i lavori comunali di riqualificazione della passeggiata tra la pievanale di S. Giustina e la storica chiesetta delle Grazie sono in dirittura d'arrivo. Cosicché la lunga colata di grigio cemento finirà nascosta dalla pavimentazione in cubetti di porfido. Si affermerà che quanto esposto non costituisce nulla di strano e che si tratta di normali lavori d'abbellimento di una zona del paese. E, infatti, sarebbe proprio così, se parte dell'area in questione, quella più prossima alla chiesa di Santa Giustina, non fosse d'interesse archeologico dimostrato dai ritrovamenti registrati, prima dell'interruzione estiva dei lavori, di stratificazioni contenenti ceramica e frammenti di terracotta come pezzi d'anfora d'epoca romana. In quella fase e non potendo fare altrimenti le ricerche, affidate all'archeologo Flavio Cafiero da Veneto Strade, furono limitate alla sola analisi e documentazione della sezione prima di consentire la costruzione del muro delimitante la sede stradale. Come dire che l'approfondimento delle indagini era stato rimandato, alla ripresa autunnale, con il rifacimento del marciapiede. Occasione che, purtroppo, non è stata assolutamente colta. Senza minimamente entrare in quelle che sono le implicazioni connesse alla mancata tutela dei beni culturali regolata dal Codice Urbani, una riflessione deve essere fatta sul valore culturale, scientifico ed economico-turistico costituito dai resti dell'insediamento che non sono stati indagati e compresi e che pertanto costituiscono una perdita non secondaria nella conoscenza dell'estensione dell'abitato romano scoperto per la prima volta nel 1999 in Borgata Tarin, nel 2000 in piazza S. Giustina e poi in piazza Vigo. In ogni modo i numeri di visitatori, registrati nei vari musei cadorini la scorsa estate circa 10.000, parlano più d'ogni altra cosa o polemica contro una strana concezione del progresso ancora troppo in voga in Cadore e più complessivamente in troppi centri della provincia. Insomma tutti quelli che hanno a cuore la sopravvivenza
dei nostri centri montani, dovranno prendere atto che la cultura è la base d'ogni processo rivolto al futuro. (e.p.)

corrierealpi

L'Italia perde quota in attrattività. Sempre ai massimi per il cibo e la cultura, frena il turismo

Il brand Italia perde appeal a livello globale ed esce dalla top ten della classifica del Country Brand Index 2010, lo studio sull'immagine dei principali paesi del mondo condotta da FutureBrand in collaborazione con Bbc World news. Scende infatti al dodicesimo posto dal sesto dell'anno scorso cedendo terreno a paesi come la Svizzera (quinta, l'anno scorso non era tra le prime dieci), Giappone (sesto, l'anno scorso era settimo), Finlandia (ottava), Gran Bretagna (nona, perde una posizione rispetto al 2009) e Svezia (decima). Al primo posto si classifica il Canada, seguito da Australia, Nuova Zelanda e Stati Uniti che perdono lo scettro.

Il nostro paese mantiene però la leadership nella classifica dei 25 migliori paesi per il patrimonio artistico e culturale avendo ottenuto ottimi piazzamenti nei parametri di valutazione della categoria: prima per arte e cultura davanti alla Francia; seconda, alle spalle di Israele, per il ruolo nella storia.

Si posiziona, però, al quindicesimo posto nella classifica dei 25 migliori paesi per il turismo dietro Spagna (dodicesima), Francia (tredicesima) e Austria (quattordicesima) tra le destinazioni Europee, e superata da Mauritius (al primo posto seguita da Australia, Nuova Zelanda, Canada, ma anche Giappone e Stati Uniti tra le mete più lontane.

Un primato però nei parametri di valutazione della categoria turismo l'Italia lo guadagna: quello del cibo (l'anno scorso era seconda), seguita da Giappone e Francia; mentre è terza (nel 2009 era settima), dopo Stati Uniti e Francia per lo shopping; settima per la vita notturna (da sedicesima l'anno scorso) con gli Usa primi; ottava (dal 48° posto del 2009) per bellezza e cura delle spiagge (qui il primato spetta all'Australia).

Non appare, però, come l'anno scorso, nella top ten dei parametri rapporto qualità-prezzo resort e offerta alberghiera, due segmenti fondamentali per un paese, come il nostro, a forte vocazione turistica, che sta cercando di guadagnare le quote di mercato cedute ai competitor.

«La classifica del Country Brand Index – spiega Susanna Bellandi, amministratore delegato di FutureBrand Italia e Francia – riconferma la nostra forza in storia, arte e cultura, ma anche food e shopping anche se nel turismo non eccelle per il rapporto tra prezzo e qualità, ma anche la Francia, che solitamente ha un buon rapporto, è andata male. Questo è attribuibile, oltre che a motivi interni, forse anche al fatto che sta aumentando la concorrenza di altri paesi che stanno migliorando la loro offerta. Bisognerebbe continuare a investire sugli asset nei quali siamo più forti, arte e cultura, perché l'attenzione da parte della gente c'è»

Un fatturato di quaranta milioni di euro con oltre 380 addetti: è questa la forza complessiva di
L'Italia perde quota in attrattività. Sempre ai massimi per il cibo e la cultura, frena il turismo


I paesi primi nella classifica generale, fa notare l'amministratore delegato, hanno stabilità politica e un'immagine di posti in cui si vive bene. «L'Italia – si legge nello studio – nonostante gli sforzi compiuti e le iniziative per presentarsi internamente ed esternamente quale destinazione turistica ricca di arte, cultura, bellezze naturali, paga lo scotto della continua litigiosità, degli scandali e, naturalmente, delle difficoltà della crisi globale».

L'instabilità del governo, ma anche fatti di cronaca come i rifiuti in Campania, alluvioni, terremoti e scandali di vario genere, secondo Bellandi «hanno offuscato la filosofia tutta italiana della "dolce vita". Infatti abbiamo perso, come marchio-paese, anche nella qualità di vita percepita dal di fuori e dalla facilità di fare affari nel nostro paese. Tutto questo dipende dai valori che comunichiamo come la trasparenza e la correttezza per il business. Quando sia parla di buon cibo, shopping e spiagge bisogna capire che è necessario tenere alta la qualità e le industria italiane, dall'alimentare alla moda, possono contribuire in maniera importante».
ilsole24ore

Viaggi: formalità USA, ecco cosa si fa

La procedura d'entrata per il territorio americano ha subito un'evoluzione. Le persone che viaggiano con un passaporto italiano devono pensare a convalidare la totalità delle formalità richieste.

Riprendendo una reunione organizzata in Francia dalla autorità americana, ecco un riassunto dei procedementi da fare.

ESTA (Electronic System for Travel Authorization): Visa Waiver Program
Si tratta di un documento da compilare on-line per tutti i cittadini italiani che prevedono un viaggio negli Stati Uniti. Permette di disporre prima della partenza di un'autorizzazione d'entrata negli USA, sotto la normativa VWP (Visa Waver Program, che rimpiazza il tradizionale "foglio verde"). L'autorizzazione costa 14 dollari ed è valida per 2 anni, o fine alla scandenza del passaporto.

Al fine della convalida del Visa Waiver, le autorità americane richiedono ai cittadini italiani di utilizzare esattamente il nome che figura sul loro passaporto. Per le donne sposate precisare il proprio nome da celibe non è obbligatorio anche se le autorità statunitensi raccomandano, nell'interesse del cliente, di dare il nome più completo possibile, indicando quindi i due cognomi: «in the client's best interest to put as much of their complete name as possible (to include using both names) ».

La procedura per l'ottenimento del documento (ESTA) deve essere effettuata dal passeggero stesso, prima del suo viaggio negli Stati Uniti. In questo modo, le informazioni fornite dal cliente sono per le autorità americane dissociate dagli altri due formulari che sono invece compilati dai professionisti del turismo. L'informazione comunicata dal cliente via gli ESTA è convalidata grazie al suo passaporto e non ha nessun legame al suo biglietto aereo.

La Redazione.
easyviaggio.com

Il crollo a Pompei scatena la polemica

Le transenne tengono lontani turisti e curiosi da via dell’Abbondanza a Pompei. Il crollo della Domus dei Gladiatori sulla via principale della città sepolta dall’eruzione del Vesuvio nel 79 d.C ha scatenato una polemica nel mondo politico italiano sulla gestione del patrimonio culturale: “Purtoppo il probelma di Pompei è il suo contesto – ha detto il Direttore dei Musei Vaticani Antonio Paolucci -. Se Pompei fosse in Lombardia, o in Toscana, sarebbe quello che deve essere, cioè ossia il sito aercheologico più importante del mondo, una risorsa turistica fruttuosa, un luogo meraviglioso di studi e di ricerche”.

A provocare il crollo sarebbero state le infiltrazioni di acqua e il restauro effettuato negli anni Cinquanta. Troppo il peso del tetto per le mura di quella che era la palestra dei gladiatori. Il ministro dei Beni culturali Sandro Bondi, criticato dall’opposizione, riferirà in Parlamento in merito al sopralluogo effettuato con i tecnici e gli archeologi a Pompei.

Copyright © 2010 euronews

n vero boom di turisti italiani è previsto per il 2011. Lo dichiara con orgoglio Slim Tlatli, Ministro del Turismo Tunisino.

La notizia giunge all’indomani dell’incontro con i membri del comitato esecutivo della Federazione Italiana degli Agenti di Viaggio (FIAVET).
Ma ancora, secondo Mustapha Nasri, rappresentante in Italia dell' Ufficio Nazionale del Turismo Tunisino, nel 2011 il tasso dei visitatori italiani dovrebbe avere un incremento del cinque o dieci per cento: “Tale flusso troverà accoglienza grazie al potenziamento del settore del trasporto aereo, allo sviluppo delle proposte relative al turismo sahariano, a quello sportivo, culturale e ai soggiorni di cura”, dichiara.

Lo stesso Ministro Tlati ha ribadito che il turismo tunisino si sta specializzando sempre più sotto il profilo dell’innovazione: “La nostra nuova strategia è basata sulla diversificazione dell'offerta, sull’ innovazione e qualità delle prestazioni e sulla padronanza delle tecnologie dell'informazione e della comunicazione per far conoscere a 360 gradi le bellezze di cui disponiamo”.

ilmediterraneo.it

n vero boom di turisti italiani è previsto per il 2011. Lo dichiara con orgoglio Slim Tlatli, Ministro del Turismo Tunisino.

La notizia giunge all’indomani dell’incontro con i membri del comitato esecutivo della Federazione Italiana degli Agenti di Viaggio (FIAVET).
Ma ancora, secondo Mustapha Nasri, rappresentante in Italia dell' Ufficio Nazionale del Turismo Tunisino, nel 2011 il tasso dei visitatori italiani dovrebbe avere un incremento del cinque o dieci per cento: “Tale flusso troverà accoglienza grazie al potenziamento del settore del trasporto aereo, allo sviluppo delle proposte relative al turismo sahariano, a quello sportivo, culturale e ai soggiorni di cura”, dichiara.

Lo stesso Ministro Tlati ha ribadito che il turismo tunisino si sta specializzando sempre più sotto il profilo dell’innovazione: “La nostra nuova strategia è basata sulla diversificazione dell'offerta, sull’ innovazione e qualità delle prestazioni e sulla padronanza delle tecnologie dell'informazione e della comunicazione per far conoscere a 360 gradi le bellezze di cui disponiamo”.

ilmediterraneo.it

Turismo; sci; da domani piste aperte su versante italiano

Dai 3500 metri di Plateau Rosa' ai 2812 di Cime Bianche Laghi

(ANSA) - BREUIL CERVINIA (AOSTA), 4 NOVEMBRE - Dopo la prima apertura sul Plateau Rosa' di lunedi' scorso, il comprensorio di sciistico di Breuil Cervinia inaugura domani la stagione invernale anche per le piste del versante italiano, accogliendo gli sciatori sulla parte alta della pista Ventina dai 3500 metri di Plateau Rosa' ai 2812 di Cime Bianche Laghi. Il buon innevamento (da 80 a 145 centimetri) consentira' inoltre, da sabato, l'apertura degli impianti di Plan Maison con le seggiovie Plan Maison, Fornet e Bontadini. (ANSA).

In vetrina tutte le novità sull'agriturismo nazionale e internazionale Ai nastri di partenza la 7^ edizione di ‘AgrieTour' ad Arezzo

AgrieTour, l'edizone 2009

Venerdì 12 novembre ad Arezzo prenderà il via AgrieTour, il salone nazionale dell'agriturismo. La manifestazione è l'unico evento in Italia interamente dedicato all'agriturismo. Organizzato da Arezzo Fiere, con il contributo tecnico di tre organizzazioni nazionali dell'agriturismo (Agriturist, Terranostra e Turismo Verde), la manifestazione presenta agli addetti ai lavori e agli appassionati tutte le ultime novità del settore del turismo rurale. Durante la manifestazione spazio zone rurali a vocazione turistica, strade del vino, regioni, province, comunità montane, parchi e oasi, ma anche tutte le novità riguardanti la fornitura dei servizi per la realizzazione di un agriturismo. Inoltre, in mostra centinaia di agriturismo provenienti da tutta Italia e dal mondo.
Anche quest'anno AgrieTour propone master e seminari di approfondimento. Oltre alle associazioni di categoria sono in fiera le Strade del Vino ad animare con degustazioni e attività collaterali l'offerta del salone. Particolare attenzione sarà riservata ai workshop internazionali con l'incremento della presenza di buyer specializzati provenienti da tutto il mondo. 130 i TO accreditati per il 2010 di cui oltre 70 da tutto il mondo presenti al Salone per scoprire le nuove offerte in Italia del settore. Proprio gli operatori stranieri sono ogni anno protagonisti di vari educational tour che AgrieTour promuove in varie regioni al fine di far "vivere il territorio" e toccare con mano le possibilità dell'offerta agrituristica del nostro Paese. Novità si quest'anno è ‘AgrieTour Bimbi', un padiglione dedicato alla scoperta della campagna da parte dei più piccoli. In questa area saranno presenti le offerte nazionali di ‘Fattorie didattiche', momenti di approfondimento, workshop con oltre 100 presidi in rappresentanza di scuole di tutta Italia e giochi per i pi piccoli. Tra le principali indagini presentate per questa 7^ edizione, la fotografia del settore realizzata dall'Osservatorio nazionale dell'agriturismo. A dare il via ai lavori sarà con il convegno ‘Il modello italiano dell'agriturismo nella politica europea di sviluppo rurale', promosso dalla Rete Rurale Nazionale che vedrà la presenza di Giancarlo Galan, ministro dell'Agricoltura, e di Paolo De Castro, presidente della commissione agricoltura del Parlamento Europeo.

travelnonstop