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Eurobirdwath 2012, sabato 6 e domenica 7, in 70 oasi italiane. Un weekend osservando la migrazione autunnale

Germani reali in volo - LIPU - Maurizio Bonora
Un weekend con il naso all'in su' per osservare e ammirare gli uccelli selvatici, la natura e lo spettacolo della migrazione. Torna, sabato 6 e domenica 7 in 70 oasi italiane, Eurobirdwatch il piu' grande evento dedicato al birdwatching organizzato dalla LIPU-BirdLife Italia in collaborazione con Il Corpo forestale dello Stato.
''L'Eurobirdwatch - dichiara Fulvio Mamone Capria, presidente LIPU - e' un evento non solo per gli appassionati ornitologi, ma anche per le famiglie che vogliono avere un primo approccio con la conoscenza della natura attraverso l'osservazione degli uccelli migratori. Conoscere la natura vuol dire sensibilizzare alla tutela dell'ambiente e alla necessita' di un modo di vivere e di consumare risorse piu' sostenibile''.
Settanta le aree ad alto valore naturalistico che apriranno le porte in occasione dell'evento, tra cui 28 oasi e riserve della LIPU (dalla Riserva Palude Brabbia, in provincia di Varese, all'Oasi Ca' Roman, nella laguna di Venezia, fino all'Oasi di Carloforte, in Sardegna), 26 riserve naturali gestite dal Corpo forestale dello Stato e altri 20 'paradisi' del birdwatching scelti dai volontari delle sezioni LIPU (tra cui la foce dell'Isonzo in Friuli-Venezia Giulia, le saline di Margherita di Savoia in Puglia, la Riserva dei Pantani della Sicilia Sud orientale).

Tra le specie piu' facili da vedere la LIPU segnala, nelle zone umide, numerose specie di aironi come la garzetta, l'airone cenerino, l'airone bianco maggiore e la nitticora e inoltre rapaci come il falco di palude e lo sparviere, mentre negli habitat boschivi si potranno osservare molte specie di passeriformi, da quelle comuni come pettirossi, merli, fringuelli e verdoni a quelle piu' rare e localizzate quali il passero solitario, il basettino e il forapaglie castagnolo.


Il programma completo di tutti gli eventi e' disponibile sul sito www.lipu.it, mentre per facilitare il riconoscimento delle specie e' possibile scaricare gratuitamente alla pagina http://www.lipu.it/birdwatching/?utm_source=banner&utm_medium=banner&utm_term=banner&utm_content=birdwatching&utm_campaign=birdwatching una Guida per il riconoscimento delle 120 specie di uccelli piu' facili da osservare.
ansa

Natura e cultura salveranno l'Italia. Se solo lo vorremo

Cultura e ambiente, tesori trascurati

La denuncia arriva da Florens 2012, la Biennale che vuole fare del nostro patrimonio artistico e paesaggistico una risorsa per la rinascita, anche economica, del Paese.

04/10/2012
Nel rendering, un'idea del lavoro che affronterà Mimmo Paladino 
per costruire la croce in Piazza Santa Croce a Firenze.
Nel rendering, un'idea del lavoro che affronterà Mimmo Paladino per costruire la croce in Piazza Santa Croce a Firenze.
Natura e cultura salveranno l'Italia. Se solo lo vorremo. Il primo merito di Florens, la Biennale dei beni culturali e ambientali nata nel 2010, è quello di ricordarci una verità spesso dimenticata: siamo il Paese con il più grande patrimonio storico-artistico (per 2.500 anni ne abbiamo avuto il primato) e possediamo un paesaggio che il mondo intero ci invidia. A questa realtà non corrispondono una stretegia e una politica adeguate. La speranza è che almeno la crisi in cui siamo precipitati ci apra gli occhi, facendoci cogliere le potenzialità di tale risorsa.

Florens 2012 - la seconda edizione della Biennale, in programma dal 3 all'11 novembre a Firenze - cade in un momento favorevole: la scadenza elettorale della primavera prossima e, appunto, la congiuntura economica sfavorevole. L'obiettivo sarà, ha detto Andrea Carandini, uno dei direttori, di convincere almeno un politico che questa è la questione cruciale per il nostro Paese. Per questo istituzioni private e pubbliche, teatri, musei, festival, ricerca scientifica, editoria, artigianato, fiere si incontreranno per studiare proposte concrete da sottoporre alla classe politica.

Dopo il grande successo del 2010, quando l'avvento della Biennale destò dibattito e confronto, l'edizione 2012 annuncia grandi contenuti: 350 relatori da tutto il mondo, un articolato Forum internazionale, oltre 40 tra convegni e tavole rotonde, lectio magistralis, eventi e installazioni urbane, aperitivi culturali e appuntamenti musicali (tutti a ingresso libero). La direzione è stata affidata a Mauro Agnoletti, per quanto riguarda il paesaggio e la pianificazione del territorio, ad Andrea Carandini, per quanto riguarda l'aspetto culturale, e a Walter Santagata, per quanto riguarda l'economia.
In questo rendering, l'abbraccio degli ulivi al Battistero.
In questo rendering, l'abbraccio degli ulivi al Battistero.
Il Forum, in programma da giovedì 8 a sabato 10 novembre, verterà su tre temi portanti: conservazione e valorizzazione dei beni culturali, paesaggio e industrie creative. Ben 12 ricerche, coordinate dai tre direttori culturali e realizzate specificamente per Florens 2012, saranno presentate nell'ambito del Forum. Le tavole rotonde indagheranno ancora più a fondo i temi del Forum in sette appuntamenti nella Sala de' Dugento a Palazzo Vecchio. I massimi esponenti della cultura, in ogni sua espressione, si confronteranno e porteranno le loro esperienze nei convegni. Alberto Asor Rosa, Andrea Carandini, Mimmo Paladino, Gaetano Pesce, Vandana Shiva e Gustavo Zagrebelsky terranno le lectio magistralis.

Ferve già l'attesa per alcuni degli eventi che animeranno Florens. Paladino realizzerà in Piazza Santa Croce una maestosa croce di 80 metri per 50 lavorando su blocchi di marmo. In contemporanea, i crocifissi lignei di Donatello, Brunelleschi e Michelangelo saranno esposti per la prima volta insieme nel Battistero di Santa Maria del Fiore. Due iniziative di grande valore simbolico, che uniscono presente e passato e chiamano in causa le radici cristiane della nostra identità culturale. In Piazza San Giovanni, poi, 70 ulivi secolari abbracceranno idealmente il Battistero, materializzando quel connubio fra arte e natura su cui si deve fondare il nuovo Rinascimento italiano.

Info: www.fondazioneflorens.it
Paolo Perazzolo / famigliacristiana.it

Maldive, l'eco-turismo si apre a Sud

Maldive autentiche e sostenibili: anche gli atolli meridionali dell'arcipelago nell'Oceano Indiano si aprono all'eco-turismo grazie a un nuovo scalo regionale inaugurato all'inizio di settembre. Operativo da poco più di due settimane, l'aeroporto di Kooddoo nell'atollo Gaafu Alifu riduce i tempi di viaggio dalla capitale Malé a 45 minuti di volo e alza il sipario su un angolo meno conosciuto dell'arcipelago maldiviano.

Mentre la maggior parte dei resort maldiviani si concentra a Nord, il nuovo scalo consente di esplorare gli atolli del Sud, ancora più incontaminati, se possibile, e in grado di offrire a chi sogna la vacanza "sull'isola in mezzo al nulla" una barriera corallina fra le più ricche e meglio preservate, l'assenza di inquinamento e un contatto più stretto con cibo e concetto di benessere locali. Dalla metà di settembre i voli interni maldiviani vanno direttamente da Malè allo scalo di Kooddoo con voli che operano due volte al giorno. Una novità di cui ha approfittato il gruppo Hyatt che circa un anno fa ha inaugurato nell'arcipelago la sua prima proprietà, il Park Hyatt Maldives Hadahaa, sull'atollo di Huvadhoo (Gaafa Alifu).

Il resort fa dell'eco-sostenibilità il proprio tratto distintivo e punta al mercato europeo, italiano in particolare: completamente rinnovato con lavori durati sei mesi e un investimento di 5 milioni di dollari, il complesso comprende 50 ville immerse nella vegetazione con accesso privato a spiaggia dalla sabbia bianca e fine. Sull'atollo banditi plastica e altri materiali non riciclabili, vengono sfruttati sistemi all'avanguardia per il riciclo delle acque, i cittadini maldiviani rappresentano oltre la metà della forza lavoro e vengono proposti menu a base di ingredienti e spezie locali. Sforzi "verdi" premiati con il Green Good Design 2012 e con l'assegnazione di tre "golden tents" da parte di EcoLuxury, il network globale di resort ecosostenibili.
ansa



Una giornata fra gli animali, cuccioli 'star'. Nei parchi zoologici italiani è tutta una scoperta del mondo animale

Una giornata tra animali che difficilmente si avrebbe l'occasione di conoscere nella vita: elefanti, leoni, giraffe, ragni giganti e "draghi". Nei parchi zoologici italiani è tutta una scoperta, per grandi e piccoli, del mondo animale. L'opportunità è quella di osservare le meraviglie del mondo animale e imparare qualcosa in più sulla loro vita, sulle specie a rischio e sugli sforzi per preservarle. Catalizzatrici dell'attenzione dei bambini sono soprattutto, ma non solo, le "baby star", i cuccioli.

L'ultimo arrivato è al Bioparco di Roma, nel cuore di Villa Borghese. È Marcella, femmina di zebra di Grant nata nella notte tra il 7 e l'8 settembre scorsi. Trenta chili di salute per il cucciolo e l'immediata simpatia di grandi e piccoli che già hanno avuto modo di ammirarla insieme alla madre. Il parco è una delle attrazioni principali per le famiglie che visitano la capitale. Tra i suoi ospiti più rari ci sono le "scimmie-lilliput", arrivate lo scorso anno, mentre quest'estate per la prima volta per un giardino zoologico italiano sono approdati direttamente dallo zoo di Los Angeles due esemplari di Drago di Komodo, i sauri più grandi e pericolosi del mondo. Ad ottobre (14 e 28) chi ama i lemuri non può perdere una domenica all'insegna di tutti i segreti delle proscimmie del Madagascar. I bambini potranno anche preparare un pasto speciale a base di bambù, con frutta, miele e pinoli (www.bioparco.it).

Il Safari Park in provincia di Novara offre emozioni particolari con la nuova sezione aperta quest'anno e riservata agli insetti giganti. Presenti anche i 'must' della Savana africana: antilopi, giraffe, rinoceronti, zebre e gnu. Gli animali, spiega la biologa Cathrin Schroeder, "vivono in grandi recinti, ricreando al massimo le condizioni naturali in cui vivono negli ambienti di origine. Abbiamo anche recinti per felini come tigri, leoni e ghepardi". Da pochi giorni è stato inaugurato un nuovo habitat per i lemuri, dove visitatori e animali possono avere contatti ravvicinati. Gli ultimi nati sono invece dei piccoli di antilope. Nella fattoria i bambini possono divertirsi a cavalcare in tutta sicurezza i pony, mentre ogni giorno c'è lo spettacolo dei rapaci in volo. Tra i progetti che il parco porta avanti ce n'è uno per la salvaguardia dell'elefante del Borneo.

Il Parco Faunistico "Le Cornelle", in provincia di Bergamo, accoglie circa 120 specie di animali in un'area di 100mila metri quadri: mammiferi, volatili e rettili pronti a magnetizzare l'attenzione di piccoli e grandi. Tra gli esemplari più rari, o in pericolo di estinzione, si ha l'opportunità di ammirare il leopardo delle nevi, la gru della Manciuria, l'ara giacinto, i leoni bianchi e la rarissima tigre bianca, custodita in Italia solo in questo parco. Tra le ultime baby star c'è Otto, l'ippopotamo nato l'8 agosto di quest'anno, e Paco, il pappagallino Ecletto nato all'inizio di agosto. Tra le novità il rinnovamento dell'area di tigri e medi felini, mentre l'anno scorso è stata inaugurata la serra tropicale Isola di Aldabra, che prende il nome dall'omonimo grande atollo corallino delle Seychelles: ricostruisce l'ambientazione tipica dell'arcipelago dell'Oceano Indiano e ospita soprattutto le tartarughe delle Seychelles (www.lecornelle.it).

Un cucciolo di ippopotamo è il 'principe' del momento al Parco Natura Viva di Bussolengo (Verona). Il piccolo è nato poco più di un mese fa e l'estate 2012 è stata abbastanza generosa in quanto a nascite in questo sito: per la gioia dei bambini sono arrivati anche un piccolo bradipo, un bisonte europeo che probabilmente andrà a ripopolare i boschi dell'Europa dell'Est, e un panda rosso. In un'area ad hoc si può passeggiare imbattendosi in un Dodo oppure in uno Stegosauro: una particolarità del parco è quella di proporre la conoscenza degli animali "dal passato", grazie alla riproduzione a grandezza naturale e in ricostruzioni ad hoc di dinosauri ma anche altri mammiferi, uccelli o altre specie estinte. Nella parte del parco safari si viaggia non più a piedi ma a bordo del proprio veicolo, osservando iene, leoni, giraffe e ghepardi (www.parconaturaviva.it).

Ci si muove come in un vero e proprio safari anche allo Zoosafari di Fasano, in Puglia, che chiude il 3 novembre per la stagione invernale. I bambini e chi li accompagna si divertono ad individuare tigri e leoni, orsi tibetani, elefanti, giraffe, cammelli e fenicotteri rosa. Tra gli esemplari più curiosi il parco ospita un gruppo di Capibara, i più grandi roditori al mondo. Impressionanti nella sala tropicale i ragni giganti vivi. Decisamente non adatta a chi soffre di aracnofobia. Si può diventare anche ranger per un giorno, in compagnia della zoologa del parco, per un "viaggio" unico nel dietro le quinte di Zoosafari (www.zoosafari.it).

Il Bioparco di Sicilia, in provincia di Palermo, organizza di continuo laboratori per le scuole (www.bioparcodisicilia.it) mentre lo Zoom in provincia di Torino ricostruisce diversi habitat tra Asia e Africa attraverso un percorso interamente pedonale accanto ad esperti biologi e ornitologi: Madagascar, la baia dei pinguini, la fattoria del baobab, i rapaci di Petra e Sumatra. Novità della primavera 2013 sarà il Serengeti (www.zoomtorino.it).
ansa

Senigallia, il pane in piazza

Dalla focaccia ligure alla pitta catanzarese, fino al 23 settembre i prodotti da forno sono protagonisti della manifestazione "Pane Nostrum" nella cittadina marchigiana.

22/09/2012
Un dei fornai di "Pane Nostrum" con un'enorme focaccia.
Un dei fornai di "Pane Nostrum" con un'enorme focaccia.
Appena terminata l’estate, Senigallia, nelle Marche, è tornata ad animarsi. Questa volta a brulicare non è la cosiddetta “spiaggia di velluto”, con la sua sabbia finissima, o il porto dove tutto l’anno si vedono i pescherecci entrare di primo mattino per consegnare il pesce freschissimo. In questo penultimo fine settimana di settembre ad animarsi è il caratteristico centro storico. Quattro giorni di mani sapienti che impastano il pane e di mani attente che apprendono. Quattro giorni di viaggio intorno alle molteplici latitudini e declinazioni di un alimento che unisce le culture di tutto il mondo.

Pochi gesti come lo “spezzare il pane” hanno una valenza universale, e non solo per i cristiani. E' tornata "Pane Nostrum", Festa Internazionale del Pane, che da dodici anni si svolge a Senigallia, quest’anno fino al 23 settembre (www.panenostrum.com). Pani e prodotti da forno di tutte le forme e di tutti i sapori, provenienti da tutta Italia e da regioni estere sono i protagonisti di questo fine settimana dedicato all’arte bianca. Quest'anno, gli ospiti d'onore sono: dal Trentino Alto Adige il pane delle Dolomiti e lo Shuttelbrot (pane di Segale), dalla Liguria il libretto e la focaccia ligure, il pane del pescatore, dalla Toscana il pane di Altopascio e i presidi Slow Food: Marocca di Casola con farina di castagne e il Testarolo Pontremolese, dall'Umbria il Pane di Terni e il Pan Pepato, dal Lazio il pane di Genzano, dall’Abruzzo i Fiadoni, dalla Calabria la pitta catanzarese, dalla Sicilia il pane etneo tradizionale, la mafalda, il pane con le olive e i biscotti al sesamo.   
Due fornai davanti alla rocca di Senigallia, in provincia di 
Ancona.
Due fornai davanti alla rocca di Senigallia, in provincia di Ancona.
A fare gli onori di casa come sempre i pani delle Marche, come il pane sciapo di Fabriano, il pane cotto a legna ai fiocchi di patate, il pane di mosto e mandorle e la pizza al formaggio. «Fare il pane è un rito domestico dai tratti pagani e religiosi insieme», sostiene lo scrittore Predrag Matvejevic. E questo rito viene riproposto in questi giorni a Senigallia in piazza, nei forni a cielo aperto, nelle aule didattiche e in alcuni dei luoghi più rappresentativi della città dove si svolge la rassegna, come gli eleganti spazi di Piazza del Duca o i Giardini della Rocca Roveresca. Il prato della Rocca ospita le aule didattiche dove adulti e bambini possono imparare i segreti della panificazione, grazie ai corsi gratuiti condotti da esperti panificatori (su prenotazione) o ancora il laboratorio per i più piccoli “Mani in pasta!”.

Per gli amanti della pasta madre, è da non perdere l'incontro con Barbara Gobbi che presenterà un lievito madre di 150 anni, ereditato dalle donne della sua famiglia e oggi portato in coltura liquida. I pluripremiati chef di Senigallia Moreno Cedroni e Mauro Uliassi proporranno delizioso street food da consumare godendosi in pieno la manifestazione. Come ogni anno, Pane Nostrum propone anche iniziative “senza glutine”, pensate per i celiaci  e quest'anno rivolte in particolare ai bambini.  

Vi sono poi raffinatissimi Laboratori del gusto in collaborazione con Slow Food e serate in cui scoprire la birra artigianale e i suoi abbinamenti, in collaborazione con l'Associazione Amici della Birra Marca Gallica di Senigallia.   Da segnalare anche lo speciale menù di “Pane in cucina” a cui aderiscono ogni anno osterie e trattorie del centro storico. Lo spirito è quello di tornare alla gustosa e sana cucina contadina che insegna a non sprecare neanche una briciola e che ha fatto un'arte del riutilizzo del pane raffermo, senza rinunciare alla fantasia e al gusto. Una bella lezione per tutti.
Gabriele Salari / famigliacristiana.it

Il Canton Ticino festeggia Hermann Hesse. In Svizzera sui luoghi cari allo scrittore tedesco


un acquarello di Hermann Hesse che ritrae casa Camuzzi, oggi sede del museo dedicato all'artista tedesco
 (di Ida Bini) Hermann Hesse, di cui quest’anno si celebra il 50esimo anniversario della morte, amava il Canton Ticino. Vi arrivò nel 1919 a 42 anni con alcuni romanzi e molte poesie alle spalle e non lo lasciò mai più. Scelse Sorengo e poi Montagnola, a pochi chilometri da Lugano, splendida località immersa tra i castagni e una natura che subito stimolò la sua sopita creatività. Scrisse e pubblicò tanti romanzi, i suoi più famosi (L’ultima estate di Klingsor, Siddharta, Il lupo della steppa), e si dedicò con inaspettato successo alla pittura. Dipinse acquarelli e illustrazioni che gli regalarono linfa creativa e, in quel primo periodo svizzero, anche l’unico sostentamento economico. Un giorno scoprii una gioia tutta nuova, scrisse il romanziere, incominciai già quarantenne, tutt’a un tratto, a dipingere. Non che mi ritenessi un pittore, o che lo volessi diventare. Ma dipingere è meraviglioso, rende più lieti e più pazienti. Questo scriveva Hermann Hesse della sua passione per la pittura, un aspetto meno conosciuto rispetto al suo lavoro letterario Per scoprire e approfondire la vena pittorica di Hermann Hesse il Museo cantonale d’arte di Lugano (www.ticino.ch) ha organizzato un’affascinante retrospettiva dei suoi migliori acquarelli (Sorvolare i confini), molti dei quali esposti per la prima volta, e che si potranno ammirare fino al 21 ottobre. Sono dipinti che riflettono un interesse nuovo dell’artista per la vivacità e la forza dei colori, per i temi bucolici e una maggior luminosità nel tratto pittorico. Complessivamente dipinse a Montagnola tremila acquarelli, molti dei quali illustrano la natura ticinese – le montagne, il lago, i boschi – e la vita quotidiana della gente del posto, che ritrasse nelle cantine, per strada e al lavoro. A Montagnola Hermann Hesse viveva a Casa Camuzzi, nel cuore della cittadina, dove dal 1997 è nato un ricco museo (www.hessemontagnola.ch) con oggetti, testimonianze e ricordi del grande poeta e scrittore tedesco: libri, pennelli, vestiti, taccuini, gli occhiali tondi, l’inseparabile giacca bianca e la tavolozza che usava quando dipingeva all’aperto. Nel 1931 si trasferì con la terza moglie nell’adiacente Casa Rossa, uno stravagante palazzo del 1850 con elementi barocchi ispirati all’architettura russa. Qui scrisse altre opere di grande successo – Narciso e Boccadoro, Il gioco delle perle di vetro – e da qui partì per la Svezia per ricevere, nel 1946, il premio Nobel per la letteratura. Non lasciò mai la cittadina ticinese e ricevette spesso le visite di amici pittori e filosofi, poeti e scrittori che amavano risiedere nel borgo, nella sua vecchia abitazione, o poco fuori, sul monte Verità sopra il lago, un centro studi (ma anche hotel e museo), nato all’inizio del Novecento da una comunità di artisti. Hermann Hesse si spense nel 1962 e oggi riposa nel cimitero di Sant’Abbondio, complesso chiesastico del XVII secolo, poco fuori dall’abitato, che oggi è una delle 11 tappe del percorso che il comune di Montagnola ha creato per scoprire i luoghi cari allo scrittore. E’ un itinerario da fare a piedi con un’audioguida, con cui ascoltare la voce di Hesse e i suoi testi letti da attori professionisti, oppure seguendo i cartelli esplicativi. Si parte dalla casa-museo, dove il 27 e il 28 settembre è organizzato il Festival Hermann Hesse con concerti e letture, e si percorrono i luoghi cari allo scrittore: sul lungolago, in montagna, nel grotto che frequentava, nel bosco dove passeggiava, nelle case e nel cimitero dove è sepolto. Due sono le versioni delle passeggiata a lui dedicata: una a Montagnola di mezz’ora e una più lunga di due ore, approfondita, immersa nella natura della Collina d’Oro ticinese. ansa Galaxy Tab Image Banner 300 x 250