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Da Ue riconoscimento a Italia sui visti

Una nuova politica dei visti per favorire i flussi turistici e la crescita economica nell'Unione Europea. Accogliendo l'invito del Ministro del Turismo, Piero Gnudi, e dei suoi omologhi di Germania e Irlanda, la Commissione Ue ha adottato una comunicazione strategica in cui si evidenzia che l'attuazione e lo sviluppo di una politica comune in tema di visti agevolerebbe la crescita nell'Unione offrendo maggiori occasioni di viaggio ai visitatori di Paesi terzi. Stando a quanto si legge nel documento, l'Italia con iniziative adottate a partire dal 2011 ha messo in atto delle "buone pratiche" che gli altri membri dell'Ue dovrebbero seguire per semplificare le procedure e agevolare il rilascio dei visti turistici in tempi stretti. Su impulso del Ministro degli Esteri Giulio Terzi, la rete diplomatica e consolare sta attuando uno snellimento delle procedure burocratiche, nel quadro della "diplomazia per la crescita" che punta a favorire investimenti e flussi turistici verso l'Italia. In particolare, grazie a un accordo tra il Ministero degli Esteri e l'Enit, l'Agenzia Nazionale per il Turismo, tra il 1 gennaio e il 31 agosto del 2011, il numero dei visti rilasciati a cittadini cinesi è cresciuto del 100% rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente. Ancora, secondo i dati dell'Osservatorio Nazionale del Turismo, i visitatori dalla Cina sono cresciuti tra il 2010 e il 2011 del 51%, passando da 149.000 a 225.000 e le spese complessivamente da loro sostenute nel nostro Paese cresciuti del 25,1%, aumentando da 199 a 249 milioni di euro. Complessivamente, nel primo semestre del 2012 sono stati rilasciati oltre 917mila tra visti turistici e d'affari, con un incremento di circa il 12% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. L'Italia si collocava già nel 2011 in terza posizione per numero di visti rilasciati (1.445.746) subito dopo Francia e Germania. Ecco perché la Commissione invita gli Stati membri a seguire il nostro modello, applicando innanzi tutto le regole già esistenti in tutta l'Unione (in primis il "Codice dei visti") e adottando nel lungo termine nuove norme volte ad accelerare, semplificare ed abbreviare le procedure, rafforzando la collaborazione locale Schengen (armonizzazione delle pratiche in fatto di visti) per aumentarne l'efficienza. (ANSA).

Thanksgiving come i padri pellegrini. Nei luoghi in cui la tradizione ebbe inizio: a Plymouth, nel museo a cielo aperto del Massachusetts

Poco meno di quattro secoli fa i “padri pellegrini”, i coloni inglesi che arrivarono nel Nuovo Mondo a bordo della Mayflower, festeggiavano il primo raccolto d'autunno e condivisero un lauto banchetto con la tribù dei nativi Wampanoag: siamo a Plymouth, nel Massachusetts, e questa è l'origine del Giorno del Ringraziamento, festeggiato ogni anno negli Usa il quarto giovedì di novembre. Tanti i festeggiamenti nel Paese, ma chi vuole fare un tuffo nel passato può rivivere la tradizione in un museo a cielo aperto tutto particolare.

Quest'anno il Thanksgiving Day è il 22 novembre. Destinazione perfetta è Plimoth Plantation, a Plymouth, uno dei due villaggi storici del Massachusetts. È il villaggio dei Padri Pellegrini, aperto tutto l'anno, che consente di immergersi nell'avventura dei primi coloni inglesi: ci sono interpreti in costume che ricreano scene d'epoca, narrano eventi e aneddoti, mostrano antichi mestieri, tradizioni, momenti di vita quotidiana, le usanze che i nativi insegnarono ai coloni. Per la ricorrenza vengono organizzati dei banchetti secondo la vera tradizione dei primi coloni. I partecipanti sono invitati a mangiare con le mani, il pepe era utilizzato con molta parsimonia visto che era fra le spezie più preziose, il dolce viene servito insieme a tutte le altre portate, non alla fine del pasto.

Anche i piatti preparati per l'occasione seguono le antiche ricette: il tacchino arrosto non manca ma è cucinato alla maniera dei nativi ed è affiancato da una particolare tagliata di manzo. Aperto ai visitatori anche il Wampanoag Homesite sulle rive dell'Eel dove non più figuranti, ma moderni discendenti della tribù di nativi sono pronti a spiegare e illustrare le proprie tradizioni. Qui il cibo è preparato solo con ingredienti che erano disponibili nel 1600. Altra attrazione è la Mayflower, ovviamente non l'originale ma una copia del 1957: a bordo si possono apprendere tutti i dettagli della prima traversata dei coloni inglesi. (www.plimoth.org)

L'altro villaggio-museo all'aperto è quello di Sturbridge, a circa un'ora d'auto a ovest di Boston. Qui è stata ricostruita una cittadina di campagna com'era nel 1830: si osservano i mulini, la Meetinghouse, la stamperia di campagna, l'ufficio dell'avvocato locale, la taverna, la banca, le abitazioni. In questo caso la celebrazione del Giorno del Ringraziamento si rifa al galateo e alle usanze della prima metà dell'Ottocento: il tacchino non è un 'must' perché non sempre disponibile e quindi poteva essere sostituito con pasticci di pollo o altra carne tritata. A tavola non mancava mai invece il Marlborough Pudding: torta di mele, limoni, uova, crema e vino.
ansa

A Tivoli per le “cinque giornate dell’arte”

( Di Eugenia Romanelli)
I fan di Margaret Mazzantini lo sanno bene, che Tivoli è la sua città adottiva. La scrittrice, infatti, è nata a Dublino ma già all’età di tre anni, con il papà – lo scrittore Carlo Mazzantini – e la mamma - la pittrice irlandese Anne Donnelly, sorella minore dell'attrice Giselda Volodi, si trasferisce in questa antica città (forse più antica della stessa Roma) un tempo chiamata da Virgilio Tibur Superbum (Eneide, Lib. VII). Per tutti gli altri, l’occasione per regalarsi una gita nella suggestiva cittadina è la quarta edizione delle Cinque Giornate dell’Arte, dall’8 al 12 dicembre, manifestazione diffusa per il centro storico con vari itinerari artistici. Ottima per perdersi in quello che certamente è un assoluto paradiso per gli appassionati di archeologia, che potranno visitare i più antichi siti urbani, come l'acropoli con il Tempio di Vesta, il Tempio della Sibilla, il Tempio della Tosse, e il Santuario di Ercole Vincitore. La Chiesa di Santa Maria Maggiore, quella di San Silvestro e quella di San Pietro alla Carità sono sicuramente le più interessanti da visitare. La prima per essere stata costruita sui resti di una villa romana e per il fatto di ospitare la preziosa “Madonna delle Grazie”, opera eseguita nel 1200 dal pittore francescano Jacopo Torriti, la seconda per gli affreschi del XII secolo e la terza per i pavimenti di opera cosmatesca. La Cattedrale, invece, è in splendido stile barocco e giace sopra l’antico Foro Romano: contiene il gruppo duecentesco della Deposizione, significativa testimonianza della scultura medievale, e il Trittico del Salvatore, pregevole pittura su tavola del XII secolo (attribuita ai monaci benedettini di Farfa). Di incredibile interesse anche l’anfiteatro romano (ristrutturato di recente, era destinato ai giochi dei gladiatori e della caccia con le fiere), la Mensa Ponderaria (luogo per i campioni dei pesi e delle misure usati per il commercio romano dell'adiacente foro), il Tempio di Vesta (del I secolo a.C., domina la valle e oggi sede della Villa Gregoriana) e di Sibilla (del II secolo), e il ponte Gregoriano: composto da un solo arco di 20 metri, fu costruito al posto dell'antica cascata, dopo la catastrofica piena dell'Aniene del 1826; ancora oggi offre uno scenario meraviglioso sull'acropoli romana. E poi c’è la Tivoli del centro, con la sua Piazza del Comune, una volta sede del Municipio, che sorge sopra le mura dell'antica cinta urbana e che diventò di proprietà comunale nel 1587, grazie al dono di Sisto V (nel Palazzo si può ammirare il S. Bernardino di Sano di Pietro da cui il nome del Palazzo stesso). Da percorrere una delle vie più pittoresche, Via del Colle, cordonata con abitazioni a schiera tardomedievali: la più bella è la Casa Gotica, con il profferlo (scala esterna con sottostante arcata) e merlature sorrette da mensoline marmoree. Anche Vicolo dei Ferri conserva l'antico carattere, con case torri e il teatro ricavato dalla Chiesa di S. Stefano dell'XI-XII secolo, ora sconsacrata. La piazza monumentale invece era il cuore del potere religioso, civile e commerciale rappresentato dalla Chiesa di S. Michele, dal Palazzo dell'Arengo (sede del Comune dove si riuniva l'assemblea popolare), dalla torre comunale e dalla piazza delle Erbe, dove si faceva il mercato. L'intero complesso monumentale è al centro dei tre conventi principali: S. Francesco, S. Biagio dei Domenicani e S. Arcangelo Michele nel rione Castrovetere. Dalla torre di guardia, poi, punto di avvistamento a fianco del Ponte di S. Martino, e dal ponte stesso, si vede il Santuario di Quintiliolo e la torre dell'ex convento di Santa Caterina. E infine la Rocca Pia, costruita nel 1461 dal Papa Pio II e trasformata successivamente in carcere.
ansa

Agriturismo in crescita, +2,2% in 2011

Nonostante la crisi il mondo dell'agriturismo risulta in crescita: nel 2011 le aziende agricole autorizzate all'esercizio dell'agriturismo sono 20.413, 440 in più (+2,2%) a confronto con il 2010. E' quanto rileva l'Istat, aggiungendo che rispetto al complesso delle aziende agricole rilevate dall'ultimo censimento dell'agricoltura, gli agriturismi si trovano soprattutto in montagna (33,2% rispetto al 17%) e meno in pianura (15% rispetto al 31,6%) e sono più concentrati nelle regioni settentrionali (45,6% degli agriturismi), seguite da quelle del Centro (34%) e del Mezzogiorno (20,4%).
Nel dettaglio, spiega l'Istat, nel corso del 2011, le nuove aziende autorizzate all'attività agrituristica sono 1.189 e quelle cessate 749. Rispetto al 2010, precisa l'Istituto, risultano in calo le nuove autorizzazioni (-512 unità), mentre le cessazioni sono stabili. Inoltre prosegue la tendenza delle aziende a offrire pacchetti turistici integrati con servizi differenziati, per "meglio qualificare l'attività agrituristica rispetto al territorio in cui viene esercitata", evidenzia il rapporto. Guardando ai ritmi di crescita, tra il 2010 e il 2011 gli agriturismi aumentano soprattutto nel Nord-ovest (+5,6%) e nelle Isole (+3,6%). In particolare Toscana e Alto Adige (con 4.125 e 2.998 aziende rispettivamente) si confermano i territori in cui l'agriturismo risulta storicamente più radicato. Ma l'attività agrituristica è rilevante anche in Lombardia, Veneto, Umbria, Piemonte e Emilia-Romagna (con oltre mille aziende), Campania, Sardegna, Lazio e Marche (con oltre 700 aziende). E spesso alla guida c'é una donna, infatti più di un'azienda su tre è a conduzione 'rosa'. (ANSA).

Nel mondo rosa di Hello Kitty. Hotel e parchi a tema ma non solo: anche ristoranti, aerei, spa e perfino un reparto maternità

(Di Stefania Passarella)

Inaugurato l'anno scorso a Natale, il ristorante Hello Kitty di Pechino sta diventando particolarmente popolare: non per il cibo, sia pure simpaticamente e rigorosamente a immagine e somiglianza del cartone animato giapponese, ma in qualità di location perfetta per fare la proposta di matrimonio alla propria fidanzata.

Hello Kitty Dreams, questo il nome del ristorante, è una piramide tutta rosa di tre piani che si trova nel centro commerciale di Sanlitun. Aperto da un anno, è il primo ristorante dedicato a Hello Kitty di tutta l'Asia. A farne polo d'attrazione più che il cibo sono l'arredamento, la forma con cui vengono servite pizza, verdure e carne nel piatto e soprattutto un'atmosfera sdolcinata tale da indurre più di qualcuno a vedere “rosa” sempre e comunque. Non tanto i turisti, quanto i residenti sembrano aver scelto questo locale come luogo per proporsi all'altra metà. Almeno questa è la tendenza riscontrata sempre più di frequente dallo staff del locale e riportata da Cnn Travel. Per non parlare delle famiglie che trovano l'ambiente iper accogliente per i bambini.

L'industria del turismo legata alla gatta rosa del cartone animato giapponese è in espansione. Intanto Hello Kitty è stata scelta come icona dall'Ente del turismo del Giappone come 'guida' del Paese attraverso un'applicazione per smartphone. Poi i parchi a tema: oltre allo storico Harmony Land giapponese (www.harmonyland.jp), ha appena aperto la Sanrio Hello Kitty Town in Malesia e nel 2014 è in programma l'inaugurazione del nuovo parco di Anji, a 220 chilometri da Shanghai in Cina. I fan di Hello Kitty possono trovare pane per i propri denti in tutto il mondo e in mille modi diversi. La compagnia aerea taiwanese Eva Air (http://evakitty.evaair.com/en/) ha una flotta di ben cinque aeroplani a tema, fuori e dentro. L'ultimo velivolo è stato presentato la scorsa primavera. A bordo tutto, dalla divisa delle hostess agli snack, dai fazzoletti al sapone nella toilette reca l'immagine del cartone animato. Ci sono diversi hotel a tema in Asia, mentre a Dubai è nata la prima Spa di Hello Kitty (http://hellokittybeautyspa.com/home.php). Non andrà forte fra i turisti ma giusto per la cronaca esiste perfino un reparto di ginecologia ad hoc nell'ospedale Hau Sheng a Taiwan.
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Autunno, tempo delle mele

Autunno tempo delle mele. Il frutto e' predominante nei reparti ortofrutta di supermercati e ipermercati e sui banchi dei fruttivendoli.

Tra le varieta' torna in questi giorni il gusto di Kanzi®, la mela coltivata in Italia dai Consorzi VOG e VI.P, nei terreni dell’Alto Adige / Südtirol, ottimali per lo sviluppo delle sue caratteristiche. Nata dall’incrocio tra varietà Gala e Braeburn, questa mela cattura il palato al primo morso con la sua dolcezza, per poi liberare il suo sapore aromatico e le sue note acidule. Un gusto unico, a cui si aggiungono un colore rosso e una polpa croccante e succosa. Grazie a queste qualità Kanzi® è una delle mele più versatili in cucina. Per un primo originale, si può provare ad esempio l’abbinamento con la zucca, in un risotto o una vellutata. Questi  frutti possono stupire anche gli ospiti più esigenti, magari in un’insalata accompagnata dai funghi o insieme alla carne.

Le mele Kanzi® sono deliziose anche nei dolci: le loro particolarità sono in grado di dare un tocco inconfondibile a pancake o frittelle. Infine al naturale, per uno snack gustoso e salutare, che fornisce vitamine e sali minerali utili per affrontare i mesi freddi.

A questa mela e' legata anche l’iniziativa lanciata dalla pagina Facebook “The Seductive World of Kanzi®” (http://www.facebook.com/KanziApple.italia) per celebrare insieme ai propri fan l’inizio della stagione di questa mela rossa. Non solo: ci sono 2 iPad in palio per chi saprà indovinare quante mele ci sono in un carrello della spesa.

Per partecipare all’iniziativa, è sufficiente accedere entro il 18 novembre all’applicazione Facebook (www.facebook.com/KanziApple.italia/app_431220440270134), cliccare “Mi piace” sulla pagina e tentare di indovinare il numero di mele Kanzi® presenti all’interno del carrello della spesa mostrato in una immagine.

Infine , in collaborazione con Mela Val Venosta, il 7 e 10 novembre alle ore 16.00 sarà possibile partecipare ad una lezione dedicata ai bambini “L’ABC DELLA MELA IN CUCINA” proposta dalla scuola di cucina Congusto. Le lezioni si svolgeranno presso la sede di Congusto in via G.B. Nazari 3 a Milano. Un pomeriggio divertente rivolto ai piccoli chef in erba per fare loro scoprire l’immensa versatilità delle mele in cucina. Il corso è gratuito per gli iscritti al club Congusto.

Dai bimbi al mondo del design: il Consorzio la Trentina, azienda che produce e commercializza mele, in collaborazione con DesignHUB e POLI.design – Consorzio del Politecnico di Milano, propone un’altra sfida ai giovani designer autoproduttori. Un contest last minute – le cui adesioni si chiuderanno il 15 novembre 2012 – per la progettazione di prodotti innovativi relativi al tema “La filiera della mela: dall’albero al consumo”. Due sono le categorie che verranno premiate: packaging “monouso” e prodotto/servizio per i bambini. I vincitori delle 2 categorie riceveranno un premio di 1000 euro e i progetti saranno presentati nel corso dell’edizione 2012 di '”L’Artigiano in fiera” dal 1 al 9 dicembre 2012 presso il polo fieristico di Rho-Pero (MI), in uno spazio dedicato all’interno dell’Area Trentino
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Oasi di gusto e tranquillita' nel cuore della Citta' Santa, meta di ogni viaggio in Israele

(di Francesco Gerace)

Se andate a Gerusalemme, non negatevi un pranzo nel ristorante armeno Bulghourji. Il locale si trova (naturalmente) nel quartiere armeno della citta' santa, a pochi passi dalla porta di Jaffa e dalla torre di Davide, ed e' dunque facilmente raggiungibile. L'ingresso del ristorante passa quasi inosservato, trovandosi in una lunga e anonima strada che conduce dal quartiere arabo a quello ebraico, attraversando appunto la zona armena. Ogni giorno da qui passano migliaia di pellegrini e turisti diretti soprattutto al Muro del pianto, ma trattandosi di una via stretta, quasi senza marciapiedi e trafficatissima dalle auto con il clacson facile, raramente ci si ferma a curiosare.

Il quartiere armeno e' il piu' piccolo dei quattro quartieri in cui e' suddivisa Gerusalemme (gli altri sono quello ebraico, islamico e cristiano). Anche gli armeni sono cristiani, ma per una serie di vicissitudini lontane nel tempo e non sempre facili da comprendere e ricostruire, hanno mantenuto una loro singolare autonomia. Il quartiere armeno e' davvero molto piccolo, il ristorante Bolghourji sorge lungo la 'Armenian Ortodox Patriarchate Road', nome invero pomposo per questa specie di budello di cemento che conduce alla zona ebraica di Gerusalemme senza passare per il quartiere islamico.

 Bulghourji merita una sosta per un motivo semplice: si mangia bene, costa poco, il locale e' accogliente e pulito, il personale molto gentile, il servizio rapido. Chi conosce Gerusalemme, comprende di che cosa stiamo parlando. Naturalmente la cucina e' quella tipica armena, fortemente influenzata dalla tradizione araba, anche non speziata per chi eventualmente non gradisce il genere. Vi si trovano birra e vino, anche di qualita'. Se cercate piatti occidentali, andate altrove. Con una spesa che in genere non supera i 15 euro si mangiano prelibatezze varie, quasi tutte a base di verdure e salse, piccanti ma non solo, con tanti condimenti diversi, su tutto svetta una straordinaria crema di ceci. Dopo l'antipasto arrivano le pietanze a base soprattutto di carne d'agnello e di pollo. Il solo antipasto in realta' equivale a un pranzo vero e proprio, trattandosi di una dozzina di abbondanti assaggini, accompagnati dalla pita, il pane tipico di queste parti, che assomiglia a una specie di piadina spessa.

La maggior parte dei turisti, forse a causa della difficile comprensibilita' del menu, al momento di ordinare, chiedono ai giovani camerieri del Bulghourji 'fate voi'. Cosi' oltre al ricco antipasto sulla tavola si materializzano delle piacevoli e saporite composizioni a base di coni di riso bianco, rotoli di carne di montone, bocconcini di pollo, carote e salsine. Quindi gli imperdibili dolcetti al miele. Infine un modesto conto da pagare. Va aggiunto che il personale e' molto gentile, qualcuno dei ragazzi ha anche studiato in Italia quindi parla bene la nostra lingua; inoltre il locale e'accogliente e pulitissimo, cose non propriamente scontate nei locali della citta' vecchia, dove l'igiene non e' propriamente di casa e la cortesia una perfetta sconosciuta.

Al Bulghourji c'e' una sala con pochi posti e un po' in penombra, giusto all'ingresso del locale; sul retro, un grande salone, in parte all'aperto, in mezzo al verde, puo' ospitare oltre cento persone. Al riparo dal clamore dei clacson e dal vociare dei turisti che sciamano lungo la via armena. Luogo ideale per pranzare e riposare qualche ora prima di riprendere il faticoso e suggestivo cammino lungo le stradine della citta' santa.
Bulghourji - Armenian Ortodox Patriarchate Road, aperto a pranzo e a cena - tel 0579443920
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Ultimi giorni di spettacolo del grandissimo Circo American Circus a Reggio Emilia fino al 18 Novembre

L’ AMERICAN CIRCUS può essere paragonato ad una piccola città viaggiante, completamente autosufficiente; ogni tappa della tournée prevede, ad esempio, lo spostamento di 148 carovane abitazione, di tre enormi scuderie, di 40 grandi camion e di due treni speciali per il trasporto degli animali e delle strutture. Il materiale per il montaggio del tendone, che misura m. 50x80 ed ha una capienza di 4.000 posti, viene spostato su 60 carri. L’operazione di montaggio, che richiede solo 6 o 7 ore - mentre per smontarlo sono sufficienti 4 ore - impegna 200 persone. Bisogna tenere presente che - mentre in inverno il Circo tocca i centri più importanti, arrivando a fermarsi nella stessa città anche un mese - durante l’estate la tournèe costringe a spostamenti ogni 4 o 5 giorni, con l’impegno che ne consegue. Due gruppi elettrogeni indipendenti da 400 Kilowatt forniscono, attraverso 2500 metri di cavi, l’energia alle 18.000 lampadine ed ai 520 tra riflettori, scanner ed effetti speciali che trasformano il circo in un mare di luci erendono possibili gli effetti speciali del numero “spaziale” con gli elefanti.
La maggior parte dei numeri si svolge sulle tre piste, per tracciare le quali sono necessari 100 metri cubi di segatura; ogni pista ha un diametro - standard per ogni circo - di 13 metri, ma all’occorrenza possono essere riunite in un unico ovale che misura 50x18 metri. Artisti, musicisti, ballerine, tecnici, staff organizzativo: all’American circus convivono circa 400 persone per le quali ogni anno vengono preparati circa 105.000 pasti da una mensa aziendale. Per ogni pasto vengono consumati circa 50 Kg di cibo, tra pasta, carne, verdura, uova etc. Va sottolineato che questa moltitudine è composta da persone di nazionalità e religione diverse, pertanto i cuochi devono tener conto delle esigenze di ogni gruppo etnico: I Musulmani non possono consumare carne di maiale di cui invece i polacchi sono ghiotti; gli indiani, per contro, non mangiano carne di bue, ramadan e imposizioni religiose costringono le cucine a orari strani e così via... Uno zoo composto da 13 elefanti indiani, 60 cavalli, 8 tigri tra le più rare al mondo, bianche tabi, rosa e reali del bengala, scimmie, ghepardi, orsi, cammelli, zebre ecc. Ogni giorno vengono dati in pasto ai tanti animali presenti oltre 2000 Kg di frutta e verdura, 350 chili

PRIMA PARTE
Arriva il circo la leggendaria parata dell’American circus
PIRAMIDI A CAVALLO gli Alex
BAYBAK TRAMPOLINO COMICO (troupe Ukraina)
STRAORDINARIO BALLETTO AEREO Gli Elastonautes
ARRIVANO I CLOWN e diventano PUGILI  Ives e Davide Caveagna
NEL MONDO DI INDI con gli elefanti dei Togni
STRAORDINRI ATLETI ALLA BANCHINA Troupe Atlantics
TRE PISTE di CAVALLI IN LIBERTA' in frac presentati da Cristina, Daniele e Flavio togni
Le Farfalle Volanti in un quadro FASCE (ROSSE)
                                           
SECONDA PARTE
TIGRI di tre differenti colori  FLAVIO TOGNI
LA COMICITA' con la MACCHININA comica di Bubù
Straordinari atleti alle sbarre FLKY TO DE STAR
La grande alta scuola della FAMIGLIA TOGNI
MAYA & IVAN SOSTENUTO AEREO
I CLOWN CON la ripresa APE DAMMI MIELE  Ives e Davide Caveagna
It’s MAGIC il più grande show di illusionismo e magia da Las Vegas il celebre Mister Walter Forgione e le sue partners
Il gran finale magico dell’ American circus

A bordo di un fuoristrada tra le dune del deserto omanita

(di Ida Bini)
Oman, punto d’incontro tra Asia e Africa nella parte sud-orientale della penisola arabica, è un Paese sicuro, tranquillo, ricco di paesaggi affascinanti e misteriosi, a poco più di sei ore di volo dall’Italia. L’antica terra della regina di Saba offre tanti volti diversi: dallo stretto di Hormuz fino all’oceano Indiano si attraversano spiagge mozzafiato e deserti infiniti, città d’arte e piccoli villaggi che racchiudono antiche tradizioni, grotte inaccessibili, alte montagne rocciose e canyon strettissimi. I due terzi del Paese, che è poco più grande del nostro, sono occupati dal deserto – le dune di sabbia di Rub al-Khali, Sabkha con il lago salato di Umm Al-Samim, il deserto roccioso di Jiddat el Harassis e quello sabbioso di Wahiba - con dune rosse, gialle e ocra, alte anche 300 metri che si muovono con il vento che ogni giorno ridisegna il paesaggio. Queste distese infinite di territorio sono punteggiate da villaggi nomadi con case fatte di foglie di palma e tende di lana di dromedario e capra, e di città-oasi lussureggianti, nate dal complesso sistema tradizionale d’irrigazione dei falaj. Abbracciato dalle montagne e custode millenario di antiche civiltà nomadi, il vasto deserto dell’Oman affascina chiunque lo attraversi. Ed è proprio l’autunno il momento migliore per scoprirlo e apprezzare a fondo la straordinaria natura del Sultanato: le temperature sono favorevoli e l’escursione termica è praticamente assente. Da Muscat, la capitale, e dalle principali località turistiche omanite partono avventurose escursioni in fuoristrada verso le oasi più belle, dove, in alcuni casi, è possibile anche alloggiare: verso sud si arriva alla suggestiva Wadi Bani Khalid, nella regione al-Sharqiyya, dove si trova il deserto di sabbia pietrificata più vasta del mondo; alla città di Ibra, famosa per il coloratissimo mercato delle donne beduine, vietato agli uomini, che si tiene ogni mercoledì, e, poco lontano, a Wahiba Sand, famosa per le dune dorate, incontrastato territorio dei beduini. Per godersi i magnifici tramonti e i passaggi delle carovane dei nomadi è consigliabile alloggiare all’Al Raha Tourism Camp (www.alrahaoman.com), che ospita in lussuose capanne di palme da dattero, in tende e in piccoli bungalow; nelle tende in tessuto del Desert Camp (www.safaridesert.com), a 25 chilometri da Al-Ghabbi, nella città di Bidiyah, o nel tradizionale 1000 Nights Camp (www.1000nightscamp.com) dove si dorme in romantiche tende beduine illuminate dalle candele. Le escursioni arrivano anche al villaggio Jabrin tra i palmeti e con uno dei forti meglio conservati del Paese, risalente al 1670, e alla città delle ceramiche Bahla, inserita nell’elenco del patrimonio mondiale dell’Umanità, circondata da 12 chilometri di mura e con un antico forte. C’è anche Nizwa, antica capitale del Sultanato, famosa per una fortezza risalente al XVI secolo, per gli edifici in stile omanita e un grande souq, che sorge in una grande e verdissima oasi di palme, situata nel punto di incontro delle brulle piste carovaniere provenienti da Nord e da Sud. Ovunque spuntano canyon profondi sul corso dei wadi, i fiumi secchi. Non lontano si arriva ad Al Hamra con le sue case color ocra a due piani, calde e accoglienti dove, sul lato ovest della catena dei monti Hajar, si può alloggiare presso il resort The View (www.theviewoman.com), un lussuoso campo tendato a 1400 metri d’altezza, il luogo ideale per scoprire la regione di Jabal Shams con le montagne rosse, i canyon e i caratteristici villaggi dove il tempo sembra essersi fermato
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Milano, citta' di libri e scrittori. Al debutto Bookcity e writers

(di Alessandra Scanziani)
Libri, incontri con autori, maratone di lettura, fotografie, mostre, performance teatrali, dibattiti e ancora presentazioni delle novità cartacee e digitali. Milano, cuore pulsante dell'editoria italiana, dedica una speciale attenzione agli amanti della buona lettura e ospita due prime edizioni: dal 16 al 18 novembre sarà l'esordio di BookCity (www.bookcitymilano.it) e dal 24 al 25 novembre debutterà Writers (www.writersfestival.it). Il cuore pulsante di BookCity sarà il centro storico di Milano, il Castello Sforzesco con i suoi magnifici cortili delle Armi, Ducale e della Rocchetta, che diventeranno luoghi d'incontro e diffusione della pratica della lettura in tutte le sue forme, dal cartaceo all'e-book.
Una rete di librerie, biblioteche, palazzi storici, la Triennale di Milano, teatri, l'acquario, scuole e istituti culturali, tutti insieme trasformeranno la città in un salotto letterario, coinvolgendo, in oltre 350 eventi, l'intera filiera dell'editoria: editori grandi e piccoli, librai, bibliotecari, autori, agenti letterari, traduttori, grafici illustratori, blogger, fino a scuole di scrittura e ai gruppi di lettura. Molti anche gli appuntamenti per bambini, per i quali oltre alla mostra al Castello Sforzesco 'Da Pinocchio a Harry Potter. 150 anni di illustrazione italiana dall'Archivio Salani. 1862-2012', che resterà aperta fino a gennaio, sono previsti numerosi laboratori. In occasione di Writers aprirà al pubblico il complesso dei Frigoriferi Milanesi (www.writersfestival.it) in via Piranesi 10: nati nel 1899 come fabbrica del ghiaccio e magazzini refrigeranti, affiancati nel 1923 dal Palazzo del Ghiaccio, la pista ghiacciata coperta più grande d'Europa, oggi sono stati trasformati in spazio polifunzionale dedicato alla cultura e sono diventati la prima realtà europea a integrare tutte le attività necessarie alla gestione, conservazione e valorizzazione delle opere d'arte. Writers vuole essere una forma più intima d'incontro, nel quale gli scrittori si lasciano conoscere dal loro pubblico attraverso ciò che a loro piace: un quadro, uno strumento, una lettura, un suono, un cibo. Un'occasione unica che aprirà al pubblico i 1200 mq dei Frigoriferi Milanesi: si va dalla Cucina, dove tre autori si proporranno con un menù a loro particolarmente caro, ai Laboratori di restauro di Open Care che ospiteranno una scenografica mostra di Pop-Up; dal vecchio e potente telescopio Schiapparelli in restauro, fin dentro al Caveau più grande d'Europa.
E poi videoproiezioni e letture nella Sala Carroponte, dove il gancio del carroponte di un tempo per il trasporto dei blocchi di ghiaccio è rimasto spettatore; musica e un ricco bistrò con comodi angoli di lettura nel Cubo, dove una volta c'erano i motori che ghiacciavano l'acqua; e infine una lunga Galleria di libri negli ex magazzini del ghiaccio. Ci sarà spazio anche per gli autori esordienti che partecipano all'iniziativa con sei appuntamenti Book Up!
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