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Gli scavi archeologici nei castelli di Canossa e Crovara

Canossa
936 anni or sono avveniva lo storico incontro di Canossa tra papa Gregorio VII e l'imperatore Enrico IV. Fu un momento nodale della lotta per le investiture. La vicenda vide protagonista Matilde, al cui nome sono legati numerosi castelli del reggiano.
L'Unione Cattolica Italiana Insegnanti Medi, il Club Alpino Italiano e l'Associazione Insigniti Onorificenze Pontificie promuovono due incontri, con l'intervento dell'arch. Giuliano Cervi, dedicati ad altrettanti castelli matildici: Canossa e Crovara e in particolare alle risultanze dei recenti scavi effettuati in questi importanti siti.
Questo il programma

Venerdì 18 gennaio 2013, ore 16.00 Marco Podini (Soprintendenza Archeologica dell'Emilia-Romagna) "Tutela e valorizzazione dei beni archeologici nell'Appennino reggiano".

Giuliano Cervi "Nuove scoperte a Canossa. Esiti della campagna di ricerca promossa dal Club Alpino Italiano in collaborazione con la Soprintendenza ai Beni Archeologici e Architettonici nell'area della rocca di Canossa"

Venerdì 25 gennaio 2013, ore 16.00 Giuliano Cervi -Tatiana Scarin "Alberto Caro Da Palude signore della rocca di Crovara crociato in Terra Santa, un nobile reggiano al seguito dell'imperatore Barbarossa nella terza Crociata. I primi esiti delle indagini condotte nel suo castello"

Gli incontri si svolgono presso il Centro Giovanni XXIII - Via Prevostura 4, Reggio Emilia. Gli incontri sono rivolti a docenti, dirigenti scolastici, appassionati di storia locale e studenti. Sono previste videoproiezioni. Sarà disponibile la dispensa su supporto digitale. Verrà rilasciato attestato di partecipazione. Le iscrizioni si ricevono presso il Centro Giovanni XXIII, via Prevostura 4, Reggio Emilia.
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Neve e sport per tutte le tasche Prezzi favorevoli e divertimento assicurato in quattro comprensori sciistici europei

(di Ida Bini)
La crisi economica rallenta le partenze degli italiani: secondo i dati dell’Isnart (Istituto nazionale ricerche turistiche) 9 italiani su 10 non hanno ancora programmato una vacanza per i prossimi mesi. Comprensibilmente chi ama viaggiare attende le occasioni giuste e i prezzi più convenienti, in particolare per chi d’inverno ama sciare, fare sport e divertirsi sulla neve. E’ per questo che si cercano formule vantaggiose (skipass o trasporto o noleggio gratis per permanenze di almeno alcuni giorni) e vacanze scontate, magari su piste alternative, lontane dalle località più celebrate. In effetti è possibile contenere le spese scegliendo di trascorrere una settimana bianca (o magari solo qualche giorno) in località estere convenienti che nulla hanno da invidiare alle stazioni alpine più blasonate. Ecco quattro comprensori sciistici, perfetti per una vacanza sulla neve: Špindlerův Mlỷn sui monti Giganti in Repubblica ceca, Zakopane in Polonia, Kranjiska Gora in Slovenia e Bansko in Bulgaria. A due ore d’auto da Praga si scia nel comprensorio sciistico di Špindlerův Mlỷn sui Monti dei Giganti o Krkonoše, le montagne più alte della Repubblica ceca: 25 chilometri di piste da discesa, 3 snowpark, 3 zone dedicate ai più piccoli e oltre 90 tracciati per lo sci di fondo; impianti di risalita modernissimi, tariffe scontate per tutta la famiglia, servizi turistici e tracciati di alta qualità. Qui, quasi al confine con la Polonia, si pratica lo sci alpino e quello nordico, lo snowboard e lo slittino, persino il bob con un’area specializzata solo per gli sportivi che amano le avventure più adrenaliniche e che possono anche usare le motoslitte per sfrecciare sulla neve in totale tranquillità senza infastidire gli altri sciatori o lanciarsi in discese da brividi sugli slittini e i gommoni. Si scia anche di notte e chi ama il fondo non deve perdere la pista che va da Sv. Petr al centro della cittadina Špindlerův Mlýn e i 17 chilometri che conducono dalla Špindlerovka a Labské pláně. Chi non scia, invece, può fare escursioni con le racchette da neve o le ciaspole tra i boschi del vasto comprensorio oppure fare romantiche passeggiate su slitte trainate dai cani. Tantissimi sono gli sconti che prevedono il 30 per cento in meno per skipass e albergo e che si possono prenotare al sito: www.spindleruv-mlyn.com/en/skipass-accommodation. Per ulteriori informazioni: www.skiareal.cz Zakopane è la storica e più famosa località sciistica della Polonia, dove sono assicurati sport e divertimento sulla neve a poco prezzo. Qui nel 1929 si svolgevano già le prime gare di sci nordico e alpino; amata dai polacchi per la sua bellezza e le sue moderne strutture, è stata da poco riscoperta anche dal resto degli appassionati di sci d’Europa. Zakopane è una delle mete invernali più frequentate del Paese per i suoi quattro comprensori, per le innumerevoli opportunità di escursioni con gli sci e con le ciaspole o le racchette da neve sui Monti Tatra, le montagne più alte e suggestive della Polonia, tutelate dal parco nazionale dei Tatra, a sua volta iscritto nelle riserve della biosfera dell’Unesco.
I quattro comprensori di Zakopane sono tutti dotati di moderni impianti di risalita, di ottime scuole di sci e ovunque si può noleggiare la giusta attrezzatura da sci. Kasprowy Wierch, adatta a sciatori intermedi ed esperti e collegata al centro di Zakopane con bus e minibus, è la località più rinomata del comprensorio; qui le piste migliori sono: Gasienicowa, lunga 1.400 metri con un forte dislivello e raggiungibile con quattro seggiovie, e Goryczkowa, lunga circa 2 chilometri e con un tracciato molto divertente. Le altre piste sono facili e adatte ai principianti; per sciare ovunque un’intera giornata si spendono appena 15 euro di skipass. Ben collegata a Zakopane è la località di Harenda, che offre bei tracciati adatti sia ai principianti sia ai più esperti, uno snowpark dedicato agli snowboarder e agli appassionati di freestyle e una pista di pattinaggio. Infine c’è Szymoszkowa, raggiungibile sempre in minibus da Zakopane, che regala le piste con i paesaggi più belli sui monti Tatra; anche qui si scia su piste sempre perfettamente innevate ad appena 20 euro al giorno.
A nordovest della Slovenia, incastonata tra le Alpi Giulie, c’è Kranjska Gora, famosa ma conveniente località di montagna che offre di tutto: musei, chiese, ottimi alberghi e ristoranti, due casinò e tracciati bellissimi e spettacolari per gli appassionati di montagna ma anche piste facili e ampie, simili ad autostrade, per tutta la famiglia. Si scia sulla cima del Vitranc, da Rateče al centro della cittadina, da dove si innalza il muro di ghiaccio della Podkoren, la celebre pista nera dei campioni di slalom, che il 9 e il 10 marzo ospita la Coppa del Mondo e che regala sempre forti emozioni con i suoi continui cambi di pendenza. Trenta sono i chilometri di piste da discesa intorno a Kranjska Gora, accessibili a tutti e ideali per i bambini e per i principianti; i tracciati più facili sono quelli di Mala Pišnica, sempre soleggiati e serviti da impianti che partono direttamente da Kranjska Gora. Le discese più divertenti sono la Dolenčev Rut, illuminata anche di notte e, staccata dal comprensorio, la pista di Gozd-Martuljek, circondata da una pista da slittino lunga cinque chilometri e percorribile anche la sera, magari dopo aver cenato in baita. Per chi pratica lo sci di fondo ci sono 40 chilometri di tracciati (i migliori sono gli anelli che attraversano il Parco nazionale del Triglav) ma la vera attrattiva di Kranjska Gora è lo snowpark, un parco dei divertimenti sulla neve per chi fa snowboard, aperto anche di sera. E’ possibile fare passeggiate a piedi e con le ciaspole o fare ice-climbing, cioè scalare le numerose cascate ghiacciate presenti nel comprensorio; Peričnik è la cascata più facile, una vera palestra per chi vuole affrontare per la prima volta questo emozionante sport. Anche qui ci sono numerosi pacchetti con sconti per chi acquista lo skipass e pernotta; per conoscerli: www.kranjska-gora.si Da due anni Bansko, stazione sciistica bulgara a 150 chilometri da Sofia, con la sua celebre pista “Alberto Tomba” è diventata tappa ufficiale delle gare internazionali di sci alpino grazie alla sua bellezza tra le foreste del massiccio del Pirin, ai suoi numerosi tracciati per esperti e principianti, alla sua tranquillità e ai moderni impianti di risalita ma soprattutto al vantaggio di essere una destinazione accessibile e ancora a buon mercato. Circondata dalle montagne del parco nazionale del Pirin, del massiccio del Rila e dei monti Rodopi, Bansko offre uno splendido complesso sciistico: 78 chilometri di piste per tutti i gusti e i livelli, 14 impianti di risalita, un’area dedicata allo snowboard e al freestyle e un asilo nido dove i bambini tra i 4 e i 7 anni imparano a sciare giocando. Fanno da cornice alle piste ottime strutture alberghiere – per lo più grandi complessi appartenenti alle catene internazionali -, residence, centri benessere e casinò che da febbraio offrono interessanti pacchetti sport-benessere ma che già da queste settimane mettono a disposizione numerose offerte last minute. Per informazioni: www.bulgariaski.com/bansko/index.shtml
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Innamorarsi nei luoghi di Rossella O'Hara e Rhett. Un tour in Georgia fra musei e antiche dimore legate al 'mito' di Via col Vento

Chi resta incollato al televisore ogni volta che va in onda Via col Vento dovrebbe considerare l'idea di un tour a tema fra luoghi e cimeli legati ai tormenti d'amore di Rossella O'Hara e Rhett Butler. Dove? In Georgia, negli Stati Uniti, ad Atlanta, Jonesboro e Marietta.

Fra i romanzi più venduti di tutti i tempi, tradotto in 37 Paesi, "Gone with the Wind" è frutto della penna di Margareth Mitchell, mentre a portarlo sul grande schermo fu il produttore David Selznick con la regia di Victor Fleming: la Guerra di Secessione americana vissuta dal punto di vista dei Sudisti fa da contesto alle vicissitudini personali dei protagonisti. Chi è impaziente può mettersi subito in viaggio, magari per un San Valentino che sia romantico ma diverso, altrimenti può programmare una visita in occasione del 75/mo anniversario della pellicola che cadrà il prossimo anno.
Luogo perfetto di partenza per rivivere il mito di Rossella è Atlanta, che si raggiunge con volo diretto da Roma con Delta Air Lines. Anche l'inverno è indicato come periodo visto che la Georgia gode di un clima abbastanza mite tutto l'anno. Nella città è aperta al pubblico la casa-museo di Margaret Mitchell (990 Peachtree Street): si tratta di una villa costruita nel 1899, iscritta nella lista dei siti storici di interesse nazionale degli Usa, dove Margaret Mitchell scrisse il suo romanzo. All'interno c'è un'ampia sezione museale dedicata al film. È Atlanta la città che brucia alle spalle di una Rossella disperata in cerca di salvezza con la cugina Melania partoriente al seguito. Fuori tema, ma da non perdere, il Martin Luther King, Jr. National Historic Site. Febbraio è il Black History Month, mese dedicato ad attività che puntano a preservare storia e tradizioni della cultura afro-americana.

Senza perdere di vista il mito di Rossella, da Atlanta si raggiunge facilmente Jonesboro, dove è stato realizzato il Road to Tara Museum (104 North Main Street), il museo della "strada verso Tara", la proprietà degli O'Hara, quella che Rossella raggiunge disperata e affamata quando la guerra incalza e Atlanta brucia. Nella cittadina si trova pure un'ampia raccolta di cimeli legati a libro e film nell'antico Train Depot del 1867, anche centro di accoglienza di Jonesboro. Chi vuole immergersi nell'atmosfera di allora può visitare una residenza d'epoca: la Stately Oaks (100 Carriage Lane alla Jodeco Road) che risale al 1839 che durante la Guerra Civile fu punto di riferimento per le truppe di entrambi gli schieramenti. A una trentina di chilometri da Atlanta, ma in direzione opposta rispetto a Jonesboro, si trova la cittadina di Marietta, che ospita il museo del film di Via col Vento (18 Whitlock Avenue) con una bella collezione di cimeli del set, fra cui alcuni dei costumi originali usati durante le riprese e le sceneggiature. Al Welcome Center di Marietta si può prendere una brochure dettagliata per partire alla scoperta dei suoi cinque distretti storici nazionali che contano oltre 50 edifici storici e abitazioni. Alcune residenze sono private e non aperte al pubblico, ma si possono comunque ammirare dall'esterno.

A mezz'ora d'auto da Atlanta si raggiunge anche la Antebellum Plantation dello Stone Mountain Park dove si possono ammirare alcuni edifici costruiti tra il 1790 ed il 1845: ogni struttura è originale e può essere visitata in autonomia anche se guide in costume d'epoca sono sempre nei paraggi pronti ad aiutare. Ci sono le ex case degli schiavi, la casa elegante del possidente terriero, ma anche fienile, stalla, ufficio del dottore, cucina, toilette esterna, tutto perfettamente restaurato.
 
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Il più antico sito francescano delle Marche giace nel più completo abbandono

Si trova nel comune di Acquaviva ed è forse stato fondato proprio da San Francesco
Di Nicola Rosetti
SAN BENEDETTO DEL TRONTO, 08 Gennaio 2013 - Anche se ai più non è noto, la nostra diocesi può vantare di avere nel suo territorio uno dei più antichi siti francescani della storia. Si tratta della chiesa di San Francesco e dell’annesso convento che si trovano nel comune di Acquaviva.
Purtroppo il sito, nonostante la sua importanza, versa in pessime condizioni.
Pare, ma non è certo, che questo complesso venne fondato proprio dal Poverello di Assisi che numerose volte visitò la terra marchigiana. Di certo la struttura è annoverata fra i 24 conventi che erano in possesso dell’ordine francescano nel 1228, cioè a due anni dalla morte del Santo
L’attuale struttura si innesta su una precedente di epoca bizantina (V-VI sec.). Attraverso una botola posta all’interno della chiesa è ancora possibile vedere le mura di fondazione risalenti a questo periodo
Nel 1653 Papa Innocenzo X, constatando che nel convento risiedevano pochi frati, ne decise la chiusura.
Attorno al convento caduto in disgrazia sorsero miti e leggende. Alcune fonti parlano di campane che suonavano senza essere attivate da nessuno e di lampade votive perennemente accese senza che venissero alimentate da olio nuovo.
Nel convento giunse in visita anche il malato Francesco Acquaviva d’Aragona, figlio del Duca di Atri, che guarito e divenuto cardinale, risollevò le sorti del convento con cospicue donazioni. I battenti del convento furono riaperti nel 1713 come anche ricorda una lapide posta su un muro esterno dell’edificio.
Nel 1865, a seguito delle leggi anticlericali del neonato stato italiano, il convento incamerato dal Regno e donato al comune di Acquaviva che in seguito lo restituì al demanio. Infine il convento venne venduto a privati.
Vista dall’esterno la chiesa presenta una semplice facciata a capanna. Il campanile a vela è dotato di due campane. L’interno è composto da una sola navata con abside quadrata, una particolarità molto rara, osservabile in genere nelle sole chiese appartenenti all’ordine cistercense.
Il convento invece è composto da vari piccoli ambienti dove i frati vivevano in comunità e fra questi particolarmente suggestivo è il chiostro a pianta quadrata. La parola chiostro deriva dal latino “claustrum” che vuol dire “chiuso” ed infatti esso esclude la vista verso l’esterno per indirizzare lo sguardo solo verso il cielo. Al centro del chiostro si trova un pozzo.
Allo stato attuale, solo la chiesa, di proprietà del comune di Acquaviva, ha potuto beneficiare di un intervento di restauro, mentre il convento giace nel più assoluto abbandono.
Speriamo che il Crocifisso parli ancora al cuore di qualcuno come un giorno fece con San Francesco e dica: “Va’ e ricostruisci la mia chiesa che è tutta in rovina”. La salvezza di questo complesso potrebbe venire da qualche imprenditore o da un privato del settore alberghiero che potrebbe riadibire la struttura, pur rispettandone i vincoli architettonici, in un luogo di recezione turistica.
(Articolo tratta da Àncora Online, il settimanale della Diocesi di San Benedetto del Tronto)

Capodanno dall’altra parte del mondo. Fuga in Polinesia, sulle isole di Moorea e Raiatea, per godersi il paradiso

(di Ida Bini) Se volete cominciare l’anno nuovo dall’altra parte del mondo, negli incantevoli atolli della Polinesia francese, dovete avere a disposizione almeno 2.800 euro e dieci giorni di vacanza, salire su un aereo e viaggiare per 24 ore. Poi, atterrerete in paradiso. E’ un viaggio lungo e impegnativo, ma già dall’arrivo in aeroporto si capisce che sarà un’esperienza indimenticabile, che vale la pena fare almeno una volta nella vita. Anche una breve vacanza su una qualsiasi delle 118 isole dell’arcipelago, persino la più turistica e affollata, corrisponde esattamente all’idea che ognuno ha di quest’isole da sogno: lettini in riva a un mare caldo e cristallino, i piedi immersi nella sabbia che sembra velluto, negli occhi il sole che tramonta con il suono melodioso dell’ukulele che inonda il bungalow sotto le palme. Per ottimizzare i costi del viaggio nell’oceano Pacifico meridionale è consigliabile scegliere atolli raggiungibili via mare (i prezzi degli aerei interni sono piuttosto cari) e scegliere piccoli alberghi o pensioni invece dei resort da mille e una notte. Si parte da Tahiti, l’isola maggiore con l’aeroporto internazionale e da dove si raggiungono gli altri atolli. Papeete, esuberante capitale dell’isola, offre alcune belle spiagge, il museo Gauguin e il grande mercato dove acquistare perle nere, sacchetti di vaniglia e parei stampati con le tele più famose del pittore francese oppure farsi un tatuaggio tipicamente polinesiano. E’ bene regalarsi una sosta nei ristorantini ambulanti (vere roulotte) di place Vainete e provare il delizioso pesce alla griglia con il latte di cocco. Sull’isola vale la pena anche vedere la baia di Cook, dove venne girato il celebre film Gli ammutinati del Bounty e che stregò il grande attore Marlon Brando, la valle di Papenoo, ricca di cascate, e la route du Monoi, itinerario che permette di scoprire coltivazioni di fiori e laboratori che producono oli essenziali. Al molo della città partono i traghetti della Moorea Express che in mezz’ora raggiungono Moorea, incantevole isola con i castagni che si arrampicano sul monte Mouaputa e le strisce bianche di sabbia che contrastano con il mare color lapislazzulo e turchese, trasparente come una piscina. E’ amata dai surfisti e da chi cerca emozioni forti nuotando vicino agli squali, alle balene, ai delfini e tra i coralli. Sembra di trovarsi in mezzo all’acquario più grande del mondo tra pesci dai colori e dalle forme più incredibili. Imperdibile è un’escursione con gli specialisti del Moorea Dolphin Center che organizza gite guidate alla scoperta dei delfini. Prima di riprendere il mare con i traghetti della compagnia Vaeanu per raggiungere l’isola di Raiatea, è bene fare visita al Tiki Village, accurata riproduzione di un antico villaggio polinesiano per scoprire tradizioni e cultura mahoi e fare acquisti. Terra sacra del popolo Mahoi è proprio l’isola di Raiatea, che conserva i resti archeologici del più grande santuario dell’arcipelago: Marae Taputapuatea. La sacralità dell’isola, attraversata dall’unico fiume navigabile della Polinesia francese, pervade anche il paesaggio: montagne, baie profonde, spiagge bianche, crateri, cascate e preziosi tesori sottomarini, dai giardini di corallo alle grotte e ai relitti da scoprire. Eppure soltanto i sub più esperti possono addentrarsi nella grotta della piovra, sotto la barriera corallina, che regala emozioni indescrivibili. Prima di lasciare l’isola è bene attraversare le piantagioni di vaniglia e recarsi nella splendida baia di Faaroa, che ospita un giardino enorme, composito da alberi da frutta e fiori esotici. Un vero paradiso nell’isola di Raiatea che significa letteralmente “cielo dalla dolce luna”, nome incantevole tanto quanto la sua accogliente popolazione. Informazioni: www.tahiti-tourisme.it
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“Vieni a Siracusa e riparti con il pieno anche a Capodanno e fino all’Epifania”



Comunicato Stampa - Siracusa, 28 dicembre 2012
Prorogata l’iniziativa fino al 6 gennaio 2012
   Vieni a Siracusa e riparti con il pieno anche a Capodanno e fino all’Epifania”

L’iniziativa denominata “Vieni a Siracusa e riparti con il pieno”, il cui termine era previsto per il 28 dicembre, è stata prorogata comprendendo il Capodanno  fino alla Epifania del 6 gennaio 2012.
L’iniziativa prevede per chi prenota sul portale www.siracusaturismo.net e soggiorna almeno 2 notti, presso le strutture ricettive convenzionate, di ricevere al momento del pagamento in hotel un buono carburante del valore di € 50,00, spendibile presso tutti i distributori italiani affiliati alla rete emittente. Il prezzo delle camere offerte dagli hotel  per l’iniziativa, a garanzia e per trasparenza nei confronti dei viaggiatori, è in parity rate con gli altri portali booking on line. Chi usufruirà dell’iniziativa “Vieni a Siracusa e riparti con il pieno”, potrà, inoltre, utilizzare le convenzioni stipulate con musei ed associazioni del territorio.
La proroga dell’iniziativa, ha dichiarato Seby Bongiovanni presidente del Consorzio Siracusa Turismo, nasce dalle richieste degli operatori nell’utilizzare al meglio il periodo festivo, considerando le chiusure delle scuole, consentendo alle famiglia di usufruire di questa iniziativa che lega le bellezze del nostro territorio alla convenienza dell’offerta sotto il profilo economico. L’iniziativa, conclude Bongiovanni, è stata mirata ad incrementare il turismo di vicinato e i primi dati confermano di aver raggiunto l’obbiettivo.

Info: 0931-1756232   393.3310175  e-mail: redazione@siracusaturismo.net       www.siracusaturismo.net 

segnalazione web a cura di Giuseppe Serrone turismoculturale@simail.it

Il piatto festivo? La polenta taragna

Debbo tornare indietro di almeno 30 anni, quando giovane studente universitario andavo a Pagnona, a casa di un amico che aveva la nonna con l'osteria. La Valsassina io l'ho conosciuta così, prendendo
il pullman che da Lecco portava fin su, prima a Premana, che era il paese dei coltelli, e poi a Pagnona che guardava il monte Legnone. Una gita in mezzo a una civiltà che cercava di rimanere se stessa, dove il piatto della festa era la polenta taragna, buonissima, mentre fuori nevicava con abbondanza. Ricordo ancora, a memoria, i nomi di due paesi minuscoli, Avano e Tremenico (saranno paesi o frazioni, a me poco importa, perché ogni aggregazione umana ha la sua dignità) sui quali poi si imbastivano leggende. Che nostalgia la Valsassina, che voglia di prendere l'auto e fare una gita, magari per andare a Moggio (e da lì c'è una strada che esonda nel Bergamasco fino a Taleggio) dove c'è la Cascina Coldognetta di Attilio ed Eliana Locatelli. È una vera e propria oasi di pace, dove dalla metà degli Anni Ottanta si dedicano con passione alla trasformazione di mirtilli neri, ribes, fragoline e rosa canina. Nel laboratorio realizzano gelatine, sciroppi (come il Capriccio di bosco, sciroppo di frutti rossi a produzione limitata), succhi di frutta, tisane, caramelle. Hanno costruito anche un agriturismo "bioclimatico", nel massimo rispetto dell'ambiente, immerso nel verde di prati e boschi. E qui ovviamente si mangia anche il Taleggio, che è una delle sublimazioni del formaggio italiano. I nuovi allevatori non hanno dimenticato le antiche regole dell'allevamento del bestiame che prevedono, tra l'altro, il trasferimento estivo delle mandrie sugli alpeggi alle quote più alte. Quella del Taleggio è storia che risale al X-XI secolo e tracce di questo cacio si trovano già nel 1344, nella lista dei cibi per l'incoronazione di Papa Clemente VI nonché al banchetto di nozze di Francesco Sforza e Bianca Maria Visconti in Cremona. Il mio produttore preferito è Beri di Primaluna che fa un formaggio dalla consistenza pastosa e dal sapore pieno. Ottimo, insomma per cucinare una polenta taragna come si deve. Per questo ci vogliono farina gialla
e farina di grano saraceno per 350 grammi ciascuna, poi della toma per 100 grammi, burro con 250 grammi e Taleggio per almeno 200 grammi; sale, salvia e aglio quanto basta. Il procedimento è semplice: miscelando le due farine, si prepara la polenta con acqua salata in modo da tenerla morbida. Dopo 40 minuti di cottura si aggiungono i formaggi tagliati a pezzetti e si amalgama in modo che si sciolgano completamente (circa 10 minuti). A parte si fa rosolare il burro con la salvia e l'aglio per unirli alla polenta un minuto prima di servire. E per finire, i dolci tipici della Valsassina, tra cui i caviadini (tipici di Cortabbio) oppure i sassetti della Valsassina che si mostrano come biscottini con mandorle, ottimi col vino. Da citare anche il Dolce Grigna, realizzato come gli antichi dolci con fichi secchi, noci, frutta candita e uva sultanina. Un dolce del recupero che fa il verso alla torta di pane (pane raffermo, amaretti sbriciolati, uvetta, cannella, uova, ma talvolta anche mele, cioccolato o cacao). Infine la "Miascia", preparata anticamente col latte della mucca che ha appena partorito, zucchero e farina di mais. È o non è una nostalgia questa Valsassina?
avvenire.it

Focus on turismo e sostenibilità. Principi, strumenti, esperienze

Focus on turismo e sostenibilità. Principi, strumenti, esperienze


Il volume affronta alcuni temi centrali del dibattito in corso tra istituzioni e operatori sullo sviluppo sostenibile e responsabile del turismo. Nella prima parte vengono esaminati i principi base della sostenibilità applicata al turismo, anche attraverso esperienze e buone pratiche realizzate in ambito internazionale. Nella seconda parte sono presentati i risultati di due indagini, condotte dagli studenti del Master in Management del Turismo dell'Università IULM sulla percezione degli italiani del tema e sulla comunicazione adottata dagli operatori. Le due analisi dimostrano il cruciale ruolo della cultura, intesa come conoscenza e consapevolezza, nell'impegnativo percorso verso un turismo sostenibile. La terza parte raccoglie esperienze emerse durante il forum "Turismo e sostenibilità", organizzato dall'Università IULM, di alcuni ottimi, sebbene isolati, casi di successo nell'attivazione di processi di sostenibilità, al fine di valutarne le possibilità di applicazione in altri contesti. Il volume è destinato a manager e imprenditori di aziende del turismo, a operatori di istituzioni che hanno la responsabilità dello sviluppo turistico del territorio e a docenti e studenti di corsi universitari sui temi del turismo e dell'ambiente.
Focus on turismo e sostenibilità. Principi, strumenti, esperienzeTitoloFocus on turismo e sostenibilità. Principi, strumenti, esperienze
Prezzo€ 13,00
Dati2008, 112 p.
CuratoreDe Carlo M.; Caso R.

La guida al turismo culturale. Dalla formazione all'attività professionale

Negri Arnoldi Francesco; Tagliolini Barbara - La guida al turismo culturale. Dalla...


Le guide turistiche sono figure fondamentali per il ruolo di mediazione e di divulgazione che svolgono, ma oggi sono ingiustamente relegate ai margini delle attività di promozione dei beni culturali. Questo agile manuale vuole contribuire alla valorizzazione di questa importantissima figura, sia per quanto riguarda la preparazione teorica sia per l'attività pratica della guida al turismo culturale. Esso fornisce inoltre utili indicazioni per facilitare l'accesso alle principali fonti di informazione, agli ordinamenti legislativi vigenti, alle istituzioni e alle strutture amministrative competenti in materia.
La guida al turismo culturale. Dalla formazione all'attività professionaleTitoloLa guida al turismo culturale. Dalla formazione all'attività professionale
AutoreNegri Arnoldi FrancescoTagliolini Barbara
Prezzo
Sconto 30%
€ 8,89
(Prezzo di copertina € 12,70 Risparmio € 3,81)

Fascino Twilight, nella penisola di Washington.

Fascino Twilight, nella penisola di Washington

L'ultimo capitolo della saga è re di incassi al cinema ma business anche per settore turismo

(di Stefania Passarella)

Re di incassi nei botteghini nordamericani e in testa ai film più visti delle ultime settimane anche in Italia, Breaking Down 2 conferma la passione dei giovani per Twilight, saga cinematografica tratta dagli omonimi romanzi di Stephanie Meyer. Vero cult per teenager e non solo, l'amore fra Bella Swan e il vampiro Edward Cullen – alias la tormentata coppia Kristen Stewart e Robert Pattinson – fa sognare anche chi viaggia, alla ricerca dei luoghi conosciuti nei libri e nei film.

Su tutti si è alzato il sipario su Forks: prima del 2005 era un'anonima cittadina della Penisola di Washington (mappa) ma da quando Meyer vi ha ambientato Twilight nulla è stato più come prima. La storia d'amore del vampiro e della bella umana si intreccia con i luoghi della città, pare fra le più piovose degli Stati Uniti e in perfetta sintonia con lo stato d'animo dei Cullen. Il 'pellegrinaggio' di giovanissimi alla ricerca dei luoghi dei protagonisti è schizzato in particolare fra il 2008 e il 2009 con l'uscita del primo film tratto dai romanzi di Meyer e prosegue ancora oggi. Secondo quanto dichiarato a media americani da Marcia Bingham, direttore della Chamber of Commerce di Forks, nell'area i turisti arrivati grazie a libri e film sono oltre 200mila, mentre prima della saga non erano che poche centinaia.

Tante le tappe per gli appassionati: la Forks High School dove Edward e Bella si incontrano, il negozio dove lei lavora part time, i boschi di Second Beach dove si riuniscono i licantropi, le abitazioni dei Cullen (un B&B) e di Charlie Swan (un'abitazione privata). Nella città sul mare di Port Angeles c'è il ristorante Bella Italia dove la coppia cena per il primo appuntamento. Forks ha inaugurato un Twilight Visitors Center e ha creato perfino lo Stephanie Meyer Day in onore dell'autrice, giorno che è stato fissato al 12 settembre, il compleanno di Bella. Tutta la Olympic Peninsula promuove tour a tema mentre le cittadine che sono nominate nel romanzo pullulano di locali con gadget e souvenir legati ai vampiri e agli altri protagonisti come il licantropo Jacob.

Le scene del film, in particolare del primo, sono state girate per lo più nei dintorni di Portland, in Oregon, con qualche set allestito anche negli Stati di Washington e della California. La versione cinematografica di Forks è Vernonia, sul fiume Nehalem a nordovest di Portland. L'abitazione di Bella e di suo padre nel film si trova a Saint Helens, al confine con lo Stato di Washington. La scuola che diventa la Forks High School è ricostruita nella città di Kalama. La spiaggia dei surfisti “La Push” che realmente esiste nello Stato di Washington è ambientata a Indian Beach, Ecola State Park ed è pure “cinematograficamente” famosa perché vi sono state girate le scene di Point Break. L'hotel di Phoenix dove Bella si rifugia dopo la fuga da Forks nella pellicola è a Santa Clarita, nella California meridionale. L'albergo trasformato in set è l'Hyatt Valencia.

I viaggi da twilighters o la Twivacation è un fiore all'occhiello di tanti operatori e agenzie che operano nella Olympic Peninsula, ma non solo. Per l'uscita dell'ultimo capitolo una proposta ad hoc arriva da Wimdu.it, piattaforma di social travel, che tra le sue soluzioni ha aggiunto soggiorni ispirati alla saga dei vampiri, perfino una luna di miele a tema. Tra le location che si possono prenotare ci sono la Miller Tree Inn a Forks, alias la casa dei Cullen, decorata con repliche e cimeli della pellicola, e la villa di Paraty, vicino Rio de Jainero, dove sono state girate alcune scene della luna di miele di Bella ed Edward in Breaking Dawn parte prima. Per i fan più sfegatati si può soggiornare nell'abitazione di un'appassionata della saga a Colorado Springs che ha fondato una sua compagnia di visite guidate a tema vampiresco.
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