FELTRINELLI 1+1  IBS.IT

Alla Fondazione Le Costantine incontro con il Lama Ciampa Monlam. Dal 30 agosto al 1 settembre

comunicato stampa

 
La Fondazione Le Costantine di Casamassella incontra il Lama Ciampa Monlam, monaco buddista, anziano maestro di rituali e meditatore che, durante 3 giornate di permanenza nel Salento, terrà un discorso pubblico a Otranto e un incontro di insegnamenti presso la sede della Fondazione a Casamassella. Tutti gli incontri sono aperti al pubblico e gratuiti.
Lama Ciampa Monlam, il cui nome significa “preghiera d’amore”, nasce in Tibet nel 1926 ed entra, all’età di 4 anni, nel monastero Tsecioling,  dove riceve la formazione di “ maestro di cerimonia”. Nel 1962, a causa dell’invasione cinese, fugge dal Tibet e si rifugia prima in India e poi in Nepal, dove decide di dedicarsi alla meditazione, seguendo i consigli del suo maestro Lama Yeshe, spostandosi nei luoghi sacri nepalesi. Trascorre 9 anni in ritiro meditativo in una minuscola capanna, per poi spostarsi nuovamente nel tempio di Parpin, dove continua incessantemente la sua pratica, in particolare quella rivolta a Tara Bianca, della quale è profondamente devoto. A metà degli anni Novanta inizia ad avere discepoli occidentali, tra i quali Valentino Giacomin, fondatore dell’Alice Project, una scuola sperimentale per bambini disagiati con sede nel nord dell’India e nel 2005, su disposizioni del Dalai Lama, ne diventa guida spirituale.
Viene per la prima volta in Italia nel 2002 tramite alcuni discepoli, per poi ritornare nel 2006, ospite di Pomaia e relatore al convegno per la salvaguardia degli Stupa Buddisti. Altre sue visite risalgono al 2009 e 2011 e quest’anno è di nuovo in Italia ospite dell’Istituto Lama Tzong Khapa per insegnare in vari centri. È assistito e tradotto in inglese dalla nipote Anila Tenzin Tsomo del monastero di Kopan.
Lama Ciampa Monlam si definisce un semplice monaco, ma dietro questa sua umiltà si celano doti di grande compassione e profonda conoscenza della pratica Buddista.

Programma della visita nel Salento:
Venerdì 30 agosto ore 21.00 presso il Castello Aragonese di Otranto, discorso pubblico: “Consigli di un Monaco Tibetano per la nostra vita”.
Sabato 31 agosto / Domenica 1 settembre dalle 8.30 – 10.30 / 21.00-22.30 presso la Fondazione Le Costantine di Casamassella
Insegnamento: Le Quattro Nobili Verità

Chi decide di soggiornare presso la Tenuta Le Costantine, può trascorrere un weekend all’insegna del relax, della natura e della spiritualità. Si può visitare il laboratorio di tessitura con antichi telai; fare una bella passeggiata nel bosco di 33 ettari della Fondazione e fermarsi a cena nel ristorante della Tenuta, per degustare l’olio, gli ortaggi e la frutta da agricoltura biodinamica.

Ospitalità : 31 agosto b&b nella “Casa di Ora”  costa € 29 a persona in camera doppia; dal 1 settembre € 20 euro a persona in camera doppia; costo della cena è di € 25. Possibilità di pernottare in camere multiple.
Info:Le Costantine, tel. 0836.812110, 334.6671185, info@lecostantine.eu, www.lecostantine.eu

Fondazione Le Costantine
Oasi di pace di 33 ettari con uliveti, boschi e macchia mediterranea a 3 km da Otranto: masseria con ospitalità anche per disabili, antica tessitura e agricoltura biodinamica. 

Due nobildonne salentine, Giulia Starace e sua cugina Lucia De Viti De Marco, figlia del noto economista Antonio, dedicano tutta la vita agli altri. A curare ragazzi disabili, a dare autonomia alle donne di Casamassella, a spronare i giovani a lavorare con dignità nel paese natìo.
Nel 1982 nasce la Fondazione Le Costantine, un centro di attività agricola, artigianale e pedagogica, sorgente di benessere ed elevazione per gli abitanti del luogo. Un'oasi di pace immersa tra uliveti e macchia mediterranea, a 3 km da Otranto, che riunisce in una sola realtà la tessitura, l'agricoltura biodinamica, l'ospitalità anche per disabili e la formazione.

In un incantevole scenario a pochi passi da Otranto, Porto Badisco, Santa Cesarea Terme e Castro, la Fondazione "Le Costantine" di Casamassella oltre che come luogo di riscoperta delle antiche tradizioni, si propone come galleria d'arte, location per eventi culturali di qualità e oasi naturalistica per passeggiate con picnic.
Qui il tempo sembra essersi fermato, la pace interiore che la natura incontaminata profonde a chiunque vi si addentri per lavoro, studio o vacanza, è un'esperienza meravigliosa che resta impressa nell'animo, insieme al ricordo del calore umano di tutti coloro che portano avanti le varie attività della Fondazione.
Il 19 novembre 2010, nel suggestivo scenario del Palazzo Monte Frumentario di Assisi, è stato consegnato alla Fondazione Le Costantine il prestigioso Premio Turismo Cultura UNESCO nella categoria "Ospitalità".
Nel contesto dell'importante palcoscenico del WTE - primo Salone Mondiale del Turismo delle città e dei siti Unesco, Assisi 19/21 novembre 2010 - la Fondazione si è aggiudicata l'importante riconoscimento istituito da "L'Agenzia di Viaggi", da 45 anni il più importante giornale professionale per il turismo in Italia, con il patrocinio dell'UFTAA (United Federation of Travel Agents' Associations ) e di Trenitalia.

Sempre nel 2010 la Fondazione ha vinto a livello regionale l'Oscar Green edizione 2010, nella categoria "Sviluppo Locale", un appuntamento annuale di Coldiretti Giovani Impresa; mentre il 18 luglio le è stato attribuito il Premio Vrani, giunto alla XX edizione e assegnato a persone o associazioni meritevoli di aver onorato, difeso, valorizzato e divulgato il buon nome del Salento in Italia e all'estero.

La Fondazione "Le Costantine" si estende per oltre 33 ettari in agro di Uggiano la Chiesa, a due passi dal centro di Casamassella, a ridosso della Valle dell'Idro.
L'azzurro mare di Otranto fa da cornice a un incantevole scenario di boschi e macchia mediterranea.
Davanti agli occhi sfilano uliveti, prati, campi coltivati a cereali, ortaggi e agrumi, ginestre profumate e cespugli di mirto, robinie, lecci, pini e tante rarità botaniche,come la quercia Vallonea e le piccole orchidee selvatiche.
Qua e là ci sono testimonianze di un'agricoltura antica, come pozzi e cisterne per la raccolta dell'acqua piovana; l'apiario in muratura nell'agrumeto; le vasche in pietra per l'abbeveraggio degli animali; ma anche tracce di antichi insediamenti medievali, come la piccola cripta nascosta nel bosco.
Emozioni e suggestioni di un tempo passato. Silenzio fatto solo dalle voci della natura incontaminata del luogo. Un senso di pace interiore avvolge residenti e visitatori.

Recapiti

FONDAZIONE LE COSTANTINE
Via Costantine s.n.
73020 Uggiano la Chiesa (LE)
Presidente:
Avv. Maria Cristina Rizzo
Mobile: 334 6829629
Segreteria:
Telefono/Fax: 0836 812110
Mobile: 334 6671185
Area formazione
le.costantine@libero.it 
Orari di segreteria
Da Ottobre a Giugno:
dal lun. al ven.:
ore 9.00 – 13.00 e ore 16.00 – 19.00
il sabato: dalle 9.00 alle 13.00
Da Luglio a Settembre:
dal lun. al ven.:
ore 8.00 – 12.00 e ore 17.00 – 20.00
il sabato: dalle 8.00 alle 12.00


Meeting Rimini 2013 : Otello Cenci presenta gli spettacoli (Video)

In vista della XXXIV edizione del Meeting, dal 18 al 24 agosto, sul tema Emergenza Uomo abbiamo incontrato alcuni ospiti della manifestazione. Guarda l'intervista ad Otello Cenci, responsabile spettacoli Meeting Rimini.

Teatro, spettacoli e musica al Meeting 2013

Ad inaugurare il cartellone degli spettacoli del Meeting 2013 “Le confessioni di Sant’Agostino”.
Recital - evento a cura di Costantino Esposito con Sandro Lombardi. Omaggi poi a Gaber e Testori, in scena il romanzo di Chesterton. Concerti folk e swing, musica classica ma anche popolare. Tutto questo e tanto altro sul palco del Meeting.
Scarica il documento


Recital a cura di Costantino Esposito con Sandro Lombardi, drammaturgia di Fabrizio Sinisi.

Spettacolo inaugurale della XXXIV edizione del Meeting dell’amicizia fra i popoli, il cui titolo “Emergenza uomo” rispecchia perfettamente lo spirito dell'opera di Agostino, nonché la sua disarmante attualità: un umano "che emerge", prepotentemente come il pericolo di una perdita di sé, ma come l'affiorare di qualcosa che ci definisce, che costituisce il nocciolo dirompente e decisivo della nostra condizione.

Una confessione e insieme una confessione davanti a tutti gli uomini: un gesto personalissimo, e nel contempo un atto clamorosamente pubblico. 

Ad interpretare lo spettacolo, uno tra i più importanti attori di teatro italiani: Sandro Lombardi.
Interpreti:Sandro Lombardi

Per Informazioni web Contatti e staff >>>

http://www.meetingrimini.org/default.asp?ui=f44&id=355#f44

Meeting Rimini - Via Flaminia 18, 47923 Rimini, Italia
Tel. (+39) 0541 783100 fax (+39) 0541 786422
E-mail: meeting@meetingrimini.org

segnalazione web a cura di Albana Ruci e Giuseppe Serrone 
turismoculturale@simail.it 

Qualche idea interessante per il ferragosto 2013

Se siete stanchi di passare il solito ferragosto al mare o al lago, ecco qualche idea interessante per il ferragosto 2013, tra musei, città d’arte, eventi e picnic di ferragosto.
Per il prossimo ferragosto 2013, infatti, il pic nic sembra farla da padrone nei progetti degli italiani, complice anche una maggiore attenzione al risparmio. Niente ristoranti, quindi, ma un bel pic nic all’aria aperta, meglio se con prodotti a km zero e soprattutto la compagnia di amici e familiari.
Il pic nic di ferragosto organizzato dal FAI  presso il Monastero di Torba a Gornate Olona (Varese)ha proprio questo spirito: giochi all’aria aperta, un bel pic nic sul grande prato antistante al monastero, e naturalmente una visita guidata al complesso del monastero, per unire svago, divertimento e cultura (tutte le informazioni sul sito del FAI). E per chi, preferisce il ristorante, pranzo in convenzione ad un prezzo speciale.

Per chi pensa ad un ferragosto 2013 tra il fresco della montagna, interessante la proposta del parco del Gran Paradiso. “A piedi tra le nuvole”, in programma nei fine settimana dal 6 luglio al 25 agosto prevede infatti una speciale tappa in occasione del ferragosto. L’iniziativa, all’insegna della sostenibilità ambientale, dell’ecologia e della riscoperta del rispetto della natura prevede la chiusura al traffico degli ultimi 6 chilometri della S.P. 50 che conduce al Colle del Nivolet, per invitare alla riscoperta del tragitto a piedi, in bici o con speciali navette. Un invito ad un maggior contatto con la natura e alla partecipazione ai tanti eventi , conferenze e escursioni guidate e degustazioni. Info dettagliate sul sito web del parco nazionale del Gran Paradiso (pngp.it)
E ancora, per chi preferisce un ferragosto 2013 di cultura in una città d’arte non c’è che l’imbarazzo della scelta: Firenze, Roma, Siena, Torino, Venezia, Caserta e tante altre: sono decine e decine i musei aperti a ferragosto, alcuni dei quali con eventi in programma dedicati.

A Roma, ad esempio per il ferragosto 2013 resteranno aperti, la  Galleria Borghese, Palazzo Venezia, il Pantheon, Palazzo Barberini, il Foro Romano, gli  Scavi di Ostia Antica, le Terme di Caracalla, Castel Sant’Angelo, Il Colosseo, Villa Adriana di Tivoli e tanti altri. 
Tra i tanti eventi in programma a Roma per ferragosto 2013 vi segnaliamo quello della retrospettiva dedicata a Francesco Vezzoli, presso il MAXXI; la mostra “Umberto Mastroianni a Ostia Antica. Dalla Figurazione all'Astrattismo e Gli emblemata della collezione ostiense” presso l’Area Archeologica di Ostia; la mostra “Capolavori dell’archeologia: Recuperi, ritrovamenti, confronti” presso il  Museo Nazionale di Castel Sant’Angelo; l’apertura serale del Colosseo per tutta l’estate ed oltre (fino al 2/11/13) con un percorso notturno di 75 minuti; la mostra  “I sotterranei. La decorazione architettonica delle Terme di Caracalla” presso le Terme di Caracalla; la mostra dal titolo “Da Orvieto a Bolsena: un percorso tra Etruschi e Romani” organizzata dal Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia.
Per chi sta programmando il ferragosto 2013 a Firenze, invece, la proposta culturale del capoluogo toscano prevede l’apertura del Museo Horne, del Museo di Casa Martelli, del Museo degli Argenti, del Museo delle Cappelle Medicee, del Museo Archeologico Nazionale, della Galleria Palatina - Palazzo Pitti, del Palazzo Strozzi e naturalmente, della Galleria degli Uffizi.Ciascuno di questi musei di Firenze, propone, in particolare, accanto alla collezione permanente mostre temporanee, aperte anche a ferragosto 2013, come nel caso della mostra dedicata al principe Ferdinando De’ Medici presso gli Uffizi; quella dedicata a Papa Leone X presso le Cappelle Medicee;  gli eventi in programma in occasione del Festival D’Europa alla biblioteca Marucelliana; la mostra dal titolo “Archeologia in Oriente. Le collezioni vicino orientali del Museo Archeologico di Firenze” e quella dedicata ai “Medaglioni romani del Monetiere” presso il Museo Archeologico Nazionale.

E ancora, la nostra rassegna di eventi di ferragosto 2013 prosegue con il Museo di Capodimonte di Napoli, con la nuova esposizione dedicata ai “Manifesti Mele” e con la chiesa di Sant’Aspreno al porto e la visita guidata “Capolavori da riscoprire in città: conversazioni con i curatori”; con Caserta, e gli eventi in programma presso la Reggia; co Genova ed il museo di Palazzo Reale e il Palazzo Ducale; con Torino, che accoglierà i visitatori del Ferragosto 2013 con la sua offerta di musei e capolavori tra cui il  Museo di Antichità  (qui in programma la mostra “Archeologia a Torino” aperta fino al 31 maggio 2014), la Reggia Reale di Venaria, Il Palazzo Madama, e il Castello di Racconigi, tutti con eventi dedicati al ferragosto 2013.
Concludiamo la nostra rassegna di eventi dedicati al ferragosto 2013 in Italia toccando due altri grandi capoluoghi: Milano e Venezia.
Milano, due proposte estremamente interessanti. La prima è quella del Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia con la mostra dal titolo “Tech Stories” con la quale si celebreranno i 150 anni del Politecnico attraverso i pezzi più significativi della collezione che saranno organizzati successivamente in una mostra permanente; la seconda presso il Museo del Novecento, dedicata invece a Andy Warhol.
Infine, per chi si troverà a trascorrere il ferragosto 2013 a Venezia, davvero l’imbarazzo della scelta: dall’Arsenale alla Galleria Giorgio Franchetti alla Ca’ d’Oro, dalle Sale Monumentali della Biblioteca Nazionale Marciana alla Fondazione Querini Stampalia fino a Palazzo Ducale, saranno tanti gli eventi in programma, alcuni ricompresi nel calendario della 55. Esposizione Internazionale d’Arte della Biennale di Venezia.
Insomma, quale che sia la vostra scelta, vi consigliamo di iniziare a pensare fin da subito al Ferragosto 2013, per accaparrarvi la migliore offerta, meglio se in agriturismo o in bed and breakfast!
 fonte: http://www.agriturismiebedandbreakfast.com/blog_agriturismo_bb/ferragosto-2013.asp

Rimini. Sole e caldo fanno impennare il turismo in Riviera: ritornano anche i tedeschi

per soggiornare a Rimini
Hotel Days Inn Viale Regina Elena N.171 C.A.P. 47900 Rimini (RN) IT Tel. 0541/386888 | Fax 0541/381423 | info@daysinnrimini.it
Nuovo Quotidiano di Rimini: Il caldo spinge verso il “pienino”, soddisfatti anche i bagnini: “Spiagge piene, ma con pochi italiani” / Primo weekend col sorriso / La Riviera sfrutta il meteo, i tedeschi tornano e scelgono la formula B&B. L’Aia: “Ci voleva...”. I commercianti: “Pub e discoteche, seconda giovinezza”
RIMINI. Un week-end con i fiocchi : albergatori, commercianti e bagnini salutano con soddisfazione il primo vero e proprio fine settimana da tutto esaurito, o quasi. “Finalmente, ci voleva questa bella boccata d'ossigeno – esulta la presidente dell’Associazione Albergatori Rimini Rinaldis -. Certamente il caldo di questi giorni ci ha dato una mano, ma il merito è anche della nostra riviera che continua a essere una meta di forte richiamo per tantissimi italiani, che rimangono l'80% della nostra clientela, ma anche per molti stranieri, russi ma anche tedeschi”. Proprio il ritorno dei cittadini teutonici in riviera, che si fermano in genere almeno 4-5 giorni, a differenza degli italiani che fanno spesso solo il fine settimana, è una delle poche note liete di quest'estate: “Vengono da noi tante famiglie ma anche giovani, che scelgono in massa la formula pernottamento più prima colazione. Formula, questa, destinata a trovare sempre maggiore diffusione a Rimini negli anni a venire”. Di boom a luglio di giovani tedeschi e più in generale del Centro Europa, con i russi che la fanno comunque sempre da padrone, parla anche Indino, presidente della Confcommercio provinciale: “Il binomio Rimini-città del divertimento sta per fortuna vivendo una seconda giovinezza. Pub e discoteche quindi non si possono tutto sommato lamentare. Discorso diverso invece per le attività del commercio, alle prese con una clientela, anche straniera, dalla capacità di spesa finora assai limitata”. (...)

L’edizione autunnale del Salone Internazionale della Casa e del Bijoux cambia data e apre i battenti dal 12 al 15 settembre 2013

Macef, Salone Internazionale della Casa e del Bijoux, giunge al traguardo delle 95 edizioni e torna a Fieramilano dal 12 al 15 settembre.

Qualità, affiancamento agli operatori, opportunità concrete e cambio di data: ecco il contributo che Macef garantisce a visitatori e espositori per affrontare e capire un mercato in grande trasformazione. Macef a settembre inizierà una settimana dopo rispetto a quanto abitualmente previsto dal calendario fieristico, una scelta tesa a valorizzare un nuovo posizionamento nel panorama delle manifestazioni europee. “Una nuova collocazione temporale – ha sottolineato Cristian Preiata, neo Exhibition Manager di Macef – fortemente voluta dagli operatori e che Macef è riuscita a conquistare per favorire l’affluenza di espositori e visitatori”.

• I settori di Macef tra innovazione e tradizione
Tavola&Cucina, Arredo&Decorazione, Regalo e Bijoux. Ecco i quattro settori tematici in cui si suddivide l’offerta firmata Macef. Un panorama ampio e variegato del mondo “casa” e del comparto accessori, per una proposta che unisce i grandi nomi del settore e le idee di piccoli imprenditori e giovani designer, senza mai rinunciare a stile e qualità a servizio del retail.
All’interno dei padiglioni di Macef trovano spazio sezioni che nel tempo sono diventate autentici must: Creazioni, accessori e soluzioni per l’home living e decor nati dall’estro di designer emergenti; L’Opera Italiana, dove la tradizione è di casa, con le storie di vita artigiana raccontate dalle aziende attraverso i loro migliori prodotti; e ancora Home Garden, per vivere con stile ogni angolo della propria dimora, anche all’aria aperta, Storie di cose sostenibili, per una casa sempre più accogliente ad impatto zero e Opere d’arti, uno spazio dedicato a alle gallerie d’arte che propongono opere (fotografie d’arte, quadri, sculture e installazioni) molto vicine al mondo dell’arredo.


• Macef+, la fiera digitale conferma la voglia di fare business
I numeri parlano chiaro: con oltre 8.000 buyer certificati e 440.000 pagine visualizzate il progetto digitale lanciato ufficialmente a Macef gennaio ha ottenuto numeri incoraggianti e conferma la voglia di fare business. Con questo spirito Macef+ si prepara a tornare il prossimo 23 settembre sulla piattaforma macefplus.com. Anche in autunno quindi gli operatori potranno incontrarsi in rete per conoscersi e fare affari, mettendo a frutto i contatti acquisiti al Salone o creandone di nuovi. Un mese in più per sviluppare business “in alta definizione”.

• Matching e formazione: le tante proposte a supporto del mercato
Dopo il riscontro positivo ottenuto lo scorso anno, è in calendario la seconda edizione del Summit del settore “Casa – Tavola – Regalo” sponsorizzato da Macef ed organizzato dal Gruppo 24Ore con la rivista Casastile. Un momento di confronto qualificato per gli operatori del settore che si presenta con un tema promettente: “La combinazione vincente: quali le parole chiave per interpretare il nuovo consumo?” Il dibattito, prendendo la mosse da un'indagine esclusiva sul feeling dei consumatori verso le offerte e gli approcci proposti dai punti vendita del mondo della tavola, della casa e della cucina, indagherà i possibili asset su cui puntare per intercettare i nuovi stili di consumo.
Anche quest’anno, al termine, si svolgerà la premiazione della selezione del Global Innovation Award, il riconoscimento riservato ai punti vendita più innovativi.
Macef ha inoltre siglato un accordo con Nibi, il Nuovo Istituto di Business Internazionale legato alla Camera di Commercio di Milano e Promos, che prevede l’organizzazione di tre seminari di approfondimento, condotti da esperti docenti di questo istituto. Al centro degli appuntamenti i nuovi scenari dell’internazionalizzazione, con particolare attenzione a Russia, Emirati Arabi e Stati Uniti. Gli incontri, focalizzati principalmente sul settore Decorazione e Tavola&Cucina, mireranno a fornire una panoramica dell’attuale scenario economico e sociale di questi mercati, per quanto riguarda le potenzialità e i rischi legati  alle iniziative di business (il calendario degli incontri sarà disponibile a breve).
Licensing: ecco un altro tema destinato a suscitare vivo interesse tra gli operatori e che sarà al centro di un evento che affronterà lo sviluppo di questo new trend e le sue potenzialità. Si tratta di una “prima volta”: il mondo delle Licenze prende contatto diretto con la Casa, il suo stile, le sue tendenze. Il settore home si sta rivelando una nuova frontiera di grande interesse per questo mondo: un settore in cui il delicato equilibrio tra ricerca del gusto e del fashion si mescolano al potere del brand offrendo al comparto nuovo vigore e impulso.

Infine si riconferma il programma di match-making, un’agenda di incontri che Macef gestisce direttamente per favorisce gli incontri tra buyer ed aziende ed aziende, ottimizzando il tempo a disposizione in Fiera.


• Macef e Trenitalia, promozioni speciali per “non perdere il treno” del business
Macef e Trenitalia confermano la propria partnership per rendere più agevoli gli spostamenti dei visitatori di Macef che a settembre potranno raggiungere la fiera a bordo di convogli Frecciarossa e Frecciabianca che effettueranno fermate straordinarie alla stazione di Rho Fiera. Le fermate speciali sono state programmate al mattino e nel pomeriggio per facilitare gli spostamenti degli operatori. Inoltre, i soci Cartaviaggio di Trenitalia che arriveranno a Macef in Frecciarossa e Frecciabianca potranno entrare al Salone gratuitamente.
fonte: http://www.macef.it/riflettori-puntati-su-macef-settembre

Guccini racconta il suo percorso umano, oltre che musicale, e guarda al futuro che ci attende

di BRUNETTO SALVARANI
Si intitola L’ultima Thule ed è il disco finale della carriera di uno dei più grandi cantautori-poeti d’Italia. In questa lunga chiacchierata, Guccini racconta il suo percorso umano, oltre che musicale, e guarda al futuro che ci attende.
Francesco Guccini durante il concerto in onore di Demetrio Stratos il 14 giugno 1979 all’Arena di Milano.
Francesco Guccini durante il concerto in onore di Demetrio Stratos il 14 giugno 1979 all’Arena di Milano. OLYCOM
La notte pavanese che lui canta nell’ultimo disco è ancora di là dal sopraggiungere quando, oltrepassato il Ponte della Venturina e lasciato alle spalle l’estremo lembo appenninico di terra emiliana, tocchiamo finalmente Pàvana. Non è la prima volta che, con un paio di amici, vengo a trovare Francesco Guccini: per incontrarlo, chiedergli come sta e ringraziarlo una volta di più per quello che è, e per come è. Si tratta di un piacevole rituale, «un pellegrinaggio», scherziamo fra noi affrontando la salita conclusiva, che ogni volta conferma nella sensazione di trovarsi di fronte a una persona autentica, semplice di un’antica cortesia; certo non a un divo, ma a un uomo capace di dubbi e perplessità, capitato per sbaglio in un Paese tutto diverso, che non c’entra niente con lui. Nonostante la sua popolarità, addirittura in crescendo dopo il grande successo dei suoi lavori più recenti: il volume di memorie Dizionario delle cose perdute, che per parecchie settimane nel 2012 è stato tra i più venduti in Italia, e L’ultima Thule, l’album con cui ha scelto di congedarsi dalla scena della musica, uscito alla fine dello scorso novembre e diventato in breve disco di platino. Che abbiamo ascoltato, senza timore di risultare retorici, non solo con ovvia curiosità, ma anche e soprattutto con sincero affetto. Perchè siamo cresciuti con lui.
il cantautore in una immagine recente, davanti alla sua casa di Pàvana, sull’Appennino tosco-emiliano.
Il cantautore in una immagine recente, davanti alla sua casa di Pàvana, sull’Appennino tosco-emiliano. FRANCESCO CONVERSANO
L’abbiamo sempre considerato il fratello maggiore che non abbiamo avuto, l’amico saggio cui confidare qualcosa di davvero segreto, il cantautore famoso ma in grado di resistere al fascino perverso dello star-system (abbiamo appreso solo dopo, un po’ per naturale coerenza e il resto per naturale pigrizia e naturale timidezza). Così, le sue dichiarazioni sul fatto che si sarebbe trattato della sua definitiva fatica artistica in campo musicale ha, inevitabilmente, aumentato il tasso di commozione. Perchè il sapore di tramonto di una lunga stagione che si porta dietro è – ammettiamolo – qualcosa che ci riguarda da vicino. La chiusura di un’esperienza intergenerazionale e condivisa con tanti, eppure da custodire gelosamente, e l’esaurirsi di un tempo che si apre su un altro non necessariamente peggiore, nella consapevolezza che le cose umane sono segnate dalla loro evanescenza. Ed eccolo qui, il Maestrone, ben piantato nella sua barba candida, i suoi 73 anni non celati e la sua tana appenninica avvolta di libri e di ricordi.
Il batterista Ellade Bandini
Il batterista Ellade Bandini.
FRANCESCO CONVERSANO
 
Dove si lamenta da subito di essersi deciso a tornare troppo tardi, quando già da tempo Bologna non la sentiva più sua; e dove comunque ha rimesso radici da oltre un decennio, accompagnato amorevolmente dalla moglie Raffaella, che insegna Lettere in una scuola media qui vicino, con la quale ha risistemato questa casa avita. Accompagnati da un buon bicchiere di vin santo – in onore del sottoscritto, ci tiene a precisare – si comincia a ragionare de L’ultima Thule. «Sì, ci siamo divertiti a registrarlo, stando qui, insieme con i musici – come li chiamo io da sempre – per un mese intero, e non in un asettico studio di registrazione cittadino. Come si può notare dalle riprese de La mia Thule, il documentario girato nell’occasione ». Che è andato anche in onda sulla Rai, e in cui si può constatare la straordinaria operazione che ha trasformato magicamente l’antico mulino del bisnonno Chicon – oggi un bed and breakfast gestito dai cugini del Nostro – in una sala discografica dotata di ogni genere di conforto. La cornice più giusta per un album impregnato di memorie, tra gioia e nostalgia, e di celebrazioni di quel che resta di antiche speranze. Come capita di regola ai vecchi, vi affiorano soprattutto le cose più lontane, che appaiono come le più forti e le più vere, avendolo accompagnato una vita intera.
il bassista Pierluigi Mingotti.
Roberto Manuzzi alla fisarmonica.
FRANCESCO CONVERSANO
 
Ha voluto con sè, ovvio, al modo dei marinai che si accodarono baldanzosi a Ulisse nel suo estremo folle volo, i soliti compagni: Ellade Bandini, Juan Carlos Flaco Biondini, Roberto Manuzzi, Antonio Marangolo, Pierluigi Mingotti, Vince Tempera. Marinai di lungo corso e sicuro mestiere che del loro comandante sanno ormai tutto, soprattutto di quanto c’è bisogno per accompagnarlo adeguatamente: discrezione, ordine, compostezza e una manciata di coloriture che non disturbino la comprensione delle parole e l’ascolto della voce. Tra le canzoni presenti nel disco, la sua predilezione va a Canzone di notte n. 4, la quarta – appunto – che nel corso della carriera ha dedicato a quel momento magico e unico in cui le cose tornano a essere sè stesse: «Stavolta si tratta di un pezzo che torna indietro nel tempo, alla mia infanzia, quando il mulino di Chicon ancora funzionava, luogo mitico dei miei anni giovanili, fino a chiudersi su una visione attuale, con le luci del presepe e il raggiungimento di un senso di pace e tranquillità. Quegli anni lontani sono qui evocati anche dalle due voci che, all’attacco del brano, richiamano quelle dei miei genitori che mi ricordano che a letto si va per dormire non per leggere, perchè la luce elettrica andava risparmiata.
In realtà, però, una cosa del genere non me l’hanno mai detta... Anche se è vero, piuttosto, che mio padre spesso, quando mi vedeva divorare i giornalini a fumetti, mi rimproverava perchè sosteneva che così non avrei mai coltivato la voglia di leggere! Pensa te! Io che nella mia vita non ho fatto altro che leggere, sin da bambino... Ho letto di tutto, a cominciare dai romanzetti d’appendice che trovavo in casa portati da mia zia, che faceva la cameriera in quel di Genova e per questo era considerata l’intellettuale di famiglia!». Quella della lettura è davvero un’idea fissa per Francesco, che sente ancor più da quando un fastidio agli occhi gli crea più problemi del solito per dedicarsi a quest’operazione così usuale. Tanto che, quando mi viene di chiedergli con che cosa a suo parere dovrebbe uscire un giovane dopo avere frequentato le scuole superiori, risponde al volo: «Le cose che dovrebbe aver acquisito un giovane sono... una sola: l’amore per la lettura.
il maestro Vince Tempera
Il maestro Vince Tempera.
FRANCESCO CONVERSANO
 
è questa l’acquisizione più importante, che ti consente di coltivare la curiosità per il mondo! Purtroppo, anche se conosco la scuola italiana solo per i racconti che me ne fa Raffaella, penso abbia subito un netto declassamento, e anche la lettura non sia molto considerata. Qualsiasi lettura! Ricordo che, quando mi diedero il Premio Montale, vent’anni fa, era stato premiato insieme a me l’illustre poeta Nelo Risi, che nelle interviste sui suoi autori chiave rispose: Baudelaire, Leopardi... mentre io dissi il Paperino di Carl Barks, un autentico capolavoro!». E ridacchia. D’ altra parte, assieme alla lettura, tra le sue grandi passioni c’è la scrittura, praticamente da sempre. «Sì, è vero: sin da bambino volevo fare lo scrittore, anche se i miei genitori non ne erano per nulla convinti! Tanto più che, parlando con il mio maestro delle elementari, a Modena, mio padre che gliel’aveva rivelato si era sentito replicare brutalmente: “Sì, lo scrittore! Lui che a scrivere è un cane!”. Beh, penso che quel maestro avesse risposto così soprattutto perchè, come tutti dalle nostre parti all’epoca, era impregnato di positivismo, e disdegnava le attività umanistiche... ».
Francesco Guccini durante la registrazione del suo album
Il cantautore durante la registrazione del suo album.
FRANCESCO CONVERSANO
Una passione che lo portò, alla tenera età di dodici anni, a vincere un concorso indetto dal settimanale cattolico a fumetti Il Vittorioso, il cui tema era Descrivi la tua città. Naturalmente Francesco dedicò lo scritto a Sambuca Pistoiese, iniziando così: «Nella forra tortuosa e boscosa del Limentra occidentale...». Poi il primo lavoro, accettando per stipendio pochi soldi per firmare improbabili pezzi di cronaca sulla Gazzetta di Modena («un’esperienza massacrante, ventimila lire al mese per dodici ore al giorno!»); una passione che, ora che ha deciso di smetterla con la musica («e non tornerò indietro in questa decisione, mi conoscete», anche se ride di gusto quando gli suggeriamo di dire che era stato frainteso...), avrà modo di coltivare ancor più intensamente. Intanto, con due progetti in corso: per Natale, probabilmente, dovrebbe uscire la seconda parte del Dizionario delle cose perdute («ci metterò dentro la cabina telefonica e le cartoline con le scritte prestampate, quelle con le foto dei due innamorati; oggi ormai nessuno più scrive cartoline...»).
La proiezione al cinema Odeon di Bologna del film Francesco Guccini, la mia Thule
La proiezione al cinema Odeon di Bologna del film Francesco Guccini, la mia Thule.
FRANCESCO CONVERSANO
E poi la seconda puntata della saga di Poiana, l’ispettore della Forestale Marco Gherardini, che ha fatto il suo esordio come protagonista nel noir appenninico di Malastagione, uscito un paio d’anni fa, scritto a quattro mani con lo scrittore e amico Loriano Macchiavelli: «L’Appennino non sarà come le Alpi o le Rocky Mountains, ma ogni tanto, come tutte le montagne, richiede le sue vittime sacrificali...». Verrebbe da dire: nonostante la fine della sua lunga avventura musicale, il Nostro ha «tante cose ancor da raccontare», non più nei palasport, ma dagli scaffali delle librerie. Poi si torna sull’ultimo lavoro, giunto a ben otto anni da Ritratti, del 2004. In cui Francesco, dopo L’isola non trovata (1971), recuperata dal prediletto Guido Gozzano, ricorre alla metafora di un’altra isola, quella di Thule, descritta nei diari dell’esploratore greco Pitea come una terra di fuoco e ghiaccio dove non tramonta mai il sole. Il suo Virgilio stavolta è un altro poeta che apprezza da sempre, Jorge Luis Borges (il riferimento è alla poesia Un lettore, da Elogio dell’ombra).
Ne è uscita una canzone a metà fra il bilancio e il saluto da lontano: dopo un viaggio, lungo quasi mezzo secolo, che si spegne in una lunga cavalcata barocca, con l’occhio rivolto all’orizzonte, dove tutto finisce (L’Ultima Thule attende e dentro il fiordo / si spegnerà per sempre ogni passione / si perderà in un’ultima canzone / di me e della mia nave anche il ricordo). Ma è vero che l’avevi in testa da tanto tempo? «Certo, la prima strofa l’ho scritta una quindicina d’anni fa, ma il titolo l’avevo già deciso subito dopo Radici, nel ’72: pensavo di chiuderla lì con la mia carriera di cantautore... Ero giovane, avevo speranza nella vita che andava avanti, mentre penso che qui sia già indicativa la foto usata per la copertina del disco. Scattata sull’ottantesimo parallelo, non ritrae un tempo che passa ma l’arrivo di un tempo passato, giunto su una nave senza ciurma, perchè non c’è più l’equipaggio di un tempo, che ha le vele afflosciate. Non c’è più niente da fare, se non andare e perdermi là, nell’Ultima Thule, in quel luogo mitico lontano e perso nel ghiaccio... nella fine infinita». Mentre Francesco parla, mi torna in mente un passaggio del monaco Enzo Bianchi che rileggo spesso e mi verrebbe da applicare a questa situazione, che dice più o meno: «Credo ci sia posto per una spiritualità degli agnostici e dei non credenti, di coloro che sono in cerca della verità perchè non sono soddisfatti di risposte prefabbricate, di verità definite una volta per tutte... una spiritualità che si nutre dell’esperienza dell’interiorità, della ricerca del senso e del senso dei sensi, del confronto con la realtà della morte come parola originaria e con l’esperienza del limite; una spiritualità che conosce l’importanza anche della solitudine, del silenzio, del pensare, del meditare».
il bassista Pierluigi Mingotti.
Il bassista Pierluigi Mingotti.
FRANCESCO CONVERSANO
Mi torna in mente, poi, qualche verso de Gli artisti, altro pezzo de L’ultima Thule, così autobiografico e struggente e dalle atmosfere chiaramente francesi, dove lui canta: Fabbrico sedie e canzoni/, erbaggi amari, cicoria,/ o un grappolo di illusioni/ che svaniscono nella memoria,/ e non restano nella memoria. Come li spieghi, Francesco? «Orazio, il grande poeta latino, ha scritto: Ho eretto un monumento più duraturo del bronzo e più immortale dell’immortale mole delle piramidi. Io non credo che farò quella fine lì, non ho scritto canzoni più durature del bronzo e delle piramidi. Penso che ci siano canzoni che fanno parte della vita di ognuno, ognuno di noi ricorda brani legati a certi episodi del suo percorso, ma non sono molto più che grappoli nella memoria ». Ma se è così, come si spiega che molti giovani conoscano a memoria le tue canzoni e non pochi ti seguano addirittura in ogni data dei tour? «Me l’hanno già chiesto altre volte, e di solito me la cavo con una battuta, rimandando alla mia grande bellezza fisica... Non lo so, forse perchè le mie canzoni sono scritte per dire delle cose, nascono da qualcosa di vero, e di questo i giovani se ne accorgono!». Mentre lo salutiamo, dopo le foto di rito che vanno ad aggiornare il nostro già corposo album, sbuca non si capisce da dove il gatto nero che compare nella Canzone di notte n. 4. E la notte, che s’insinua in ogni anfratto,/ contro gli angoli più oscuri del paese. La lunga notte pavanese.
BRUNETTO SALVARANI
Jesus Luglio 2013

Terme, benessere e piacere etrusco

Fino a qualche tempo fa ci si potevano bagnare solo i Papi, oggi sono aperte a tutti: le terme della Tuscia viterbese si concentrano nell’area che si estende a nord dei Monti Cimini sino alla catena dei Volsini. Dalla Città dei Papi a Saturnia, quindi, passando per il ‘Bagnaccio’. La zona che si estende a nord di Viterbo è ricca di sorgenti sulfuree di origine vulcanica. Alcune libere e perse tra i campi di mais, altre all’interno di strutture ricettive convenzionate con il Servizio Sanitario Nazionale, ce n’è per tutti i gusti, tasche e orari.
Le ‘Terme dei Papi’ sono tra le più note di Viterbo. Aperte tutto l’anno e con una grande piscina scoperta, si trovano poco fuori la cinta muraria medievale. Il complesso termale, che ospita un albergo ed un ristorante, è specializzato in cure inalatorie, fangoterapia, ‘Grotta’ e cure per vasculopatie periferiche. La convenzione con l’SSN ne rende libero l’accesso se muniti di ricetta e ticket sanitario. (http://www.termedeipapi.it/index.php?zn=infoutili&subzn=&page=1)

Il ‘Bagnaccio’ è, invece, del tutto differente. Queste erano ‘pozze naturali’ d’acqua solfurea perse nella campagna. Recentemente ristrutturate, sono state date in concessione regionale ad un’associazione omonima che ne cura pulizia e mantenimento. La campagna circostante, adibita a parcheggio, le rende meta ideale per i camper e la strada in terra bianca, unica via d’accesso, ne impedisce l’affollamento.

Ancora più a nord, nell’entroterra grossetano, l’acqua delle terme di Saturnia sgorga da tremila anni ad una temperatura costante di 37 gradi. Famose per la suggestiva cascata offrono numerose possibilità di svago come il vicino campo da golf e ristoranti gourmet. (http://www.termedisaturnia.it/it/)
RIPRODUZIONE RISERVATA © Copyright ANSA

Bordeaux, il vino più buono del mondo

Lo pensano molti enologi di fama mondiale che il vino di Bordeaux sia il migliore del mondo. Di sicuro comunque è uno dei più noti e apprezzati. Prodotto nella zona della Gironda, tra i fiumi Garonna e Dordogna, si declina a partire dai vitigni di Cabernet franc, Cabernet-Sauvignon e Merlot per i rossi e in quelli di Sauvignon, Sémillon e Muscadelle per i bianchi. Anche i rosè non sono male, e sono molto ricercati. In particolare, i vigneti del Médoc sono sulla riva sinistra del Gironda, da Saint-Vivien-de-Médoc a Bordeaux, quelli dei Graves a sud di Bordeaux, lungo il Garonna fino a Langon, quelli di Blaye e Bourg tra la riva destra della Gironda e Charente Marittima, quelli del libournese sulla riva destra della Dordogna, e quelli Entre-Deux-Mers tra la Dordogna e la Garonna.
Le vigne hanno una lunga storia, molto fascinosa: si racconta che i notai di Bordeaux, visti i prezzi elevatissimi dei vini italiani, vollero creare dei vigneti autoctoni. Il commercio del vino cominciò a svilupparsi però solo nel XII secolo, quando Eleonora d’Aquitania si sposò con il re d’Inghilterra Enrico II. Dopo che, un secolo dopo, il re di Francia conquistò la Rochelle, dal cui porto si esportavano i vini bordolesi, l’Inghilterra divenne il maggiore importatore, anche grazie ai privilegi fiscali concessi ai negozianti. Quel vino era chiamato “claret” per via del suo colore chiaro, vista la miscela di uve diverse (prima del XVI secolo i vitigni ancora non avevano assunto la struttura degli attuali filari). Nel XVII secolo intanto, gli olandesi cominciarono ad esportare in Europa bevande alla cioccolata, caffè, the, birre e gin, cambiando il gusto dell’epoca.

Per questo cominciarono ad essere commercializzati anche i vini della penisola iberica, e in particolare i vini di Porto. Bordeaux rispose alzando la qualità del suo vino: la famiglia Pontiac per prima decise infatti di mettere in nuove barrique il vino e di occuparsi di curare di più le vigne. Fu allora che nacquero i vigneti del Médoc ed i grand cru bordolesi.
RIPRODUZIONE RISERVATA © Copyright ANSA

Mart, autunno super con Antonello da Messina. Dal 5/10 due grandi mostre. Bray, e' esempio da seguire

(di Silvia Lambertucci)
ROMA - Il genio rinascimentale di Antonello da Messina che invade le sale del contemporaneo. E a fare da contrappunto uno sguardo sui ritratti di oggi che è anche una riflessione sull'Altro inteso come 'altro da se'. Uscito dal suo anno nero, con l'emorragia di finanziamenti e di visitatori (-50% nel 2012) che lo ha fatto precipitare nelle classifiche internazionali, il Mart di Rovereto guarda al futuro e rilancia, offrendo per l'autunno una doppia mostra di sicuro richiamo.

Costata intorno alle 900 mila euro, la rassegna dedicata al grande Antonello da Messina (così pure come l'Altro Ritratto) aprirà le porte al pubblico il 5 ottobre e si potrà visitare fino al 12 gennaio 2014. Di richiamo i grandi prestiti internazionali, come sottolinea la direttrice del Mart Cristiana Collu, con l'atout di opere che mancavano persino nell'imponente retrospettiva romana di Palazzo delle Esposizioni, come Il Ritratto d'uomo appena restaurato e prestato dal Philadelphia Museum of art, il Salvator Mundi della National Gallery di Londra, la Madonna Benson che arriverà dalla National Gallery di Washington.

"Avvicinare antichità e contemporaneo non è un'idea nuova ma funziona", fa notare Ferdinando Bologna curatore della sezione dedicata ad Antonello da Messina. Il senso "é quello di un confronto fra due incontri con la realtà avvenuti in tempi diversi", spiega. Ma anche un modo per recuperare il senso della storia, riproporlo come radice di ciò che siamo, "Antonello non è solo un pittore di ritratti. E un pittore di tutto" che con i suoi quadri racconta dunque qual'era la visione del mondo al culmine del Rinascimento.

Il progetto, curato con Federico De Melis, propone quindi un'indagine sulla figura del grande pittore del Quattrocento e del suo tempo , attraverso lo studio degli intrecci storico artistici e delle controversie ancora aperte. Curata dal filosofo Jean Luc Nancy, esponente del pensiero post decostruzionista da sempre interessato al discorso del ritratto e della reciprocità dello sguardo fra soggetto e spettatore, la seconda rassegna, L'altro ritratto, torna al contemporaneo con un'esplorazione che comprende tutte le tecniche artistiche, dalla pittura al video, e intreccia diverse generazioni.

Un percorso che parte dai grandi ritrattisti , italiani e stranieri, del Novecento come Vito Acconci, Alberto Giacometti, Gerard Richter, Lucien Freud, Francesca Woodman, Giulio Paolini, Thomas Ruff, Shizuka Yokomizo sino ai lavori più recenti di Jeff Wall, Mark Lewis, Barbara Probst, Margot Quan Knigt, passando per le sperimentazioni di Douglas Gordon e Fiona Tan. Per il Mart non finisce qui: in progetto per l'autunno, in previsione del centenario che ricorre nel 2014 anche una mostra sulla Grande Guerra, aperta dal 4 ottobre al 24 maggio. E sabato 19 ottobre riapre la Galleria Civica di Trento, la cui gestione é stata affidata proprio al museo diretto da Cristina Collu.
RIPRODUZIONE RISERVATA © Copyright ANSA