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Parma capitale del plein air fino al 2019


Fiere di Parma e APC confermano la sinergia vincente:

Il Salone del Camper sarà a Parma per i prossimi 5 anni

In moto la macchina organizzativa per dar vita a un'altra edizione di successo

Fiere di Parma e APC-Associazione Produttori Caravan e Camper hanno confermato inquesti giorni la joint venture vincente che ha reso il Salone del Camper lafiera di riferimento a livello nazionale e la seconda in Europa per l’industria del caravanning e il comparto del plein air. Sarà, quindi, il quartiere fieristico di Parma che, fino al 2019, ospiterà il mondo del turismo all’aria aperta, dalle aziende produttrici agli addetti ai lavori, fino ad amanti e curiosi del settore.

Gli organizzatori stanno lavorando alla V edizione del Salone del Camper, dal 13 al 21 settembre, per rispondere alle esigenze del comparto del caravanning che oggi, nonostante le difficoltà che lo accomunano ai settori industriali italiani,continua a rappresentare un’eccellenza del made in Italy nel mondo, come testimoniato anche dalla crescita dell’export pari al 77%. Il Salone del Camper 2014 è la massima espressione di queste eccellenze con un’attenzione particolare agli utenti dei veicoli ricreazionali, vero punto di riferimento per la ricerca e la realizzazione di un prodotto di assoluta qualità.

Tante, infatti, le iniziative messe in campo da Fiere di Parma e APC per replicare il successo della passata edizione che, oltre ad aver registrato la presenza di oltre 127mila visitatori, è stato il punto d’incontro ideale fra domanda e offerta del turismo en plein air: lo testimoniano l’incremento delle vendite (+15%) e delle intenzioni di acquisto e la grande soddisfazione delle oltre 300 aziende espositrici presenti nei padiglioni della Fiera. Le informazioni necessarie per gli espositori saranno presto online nella sezione dedicata presente nel sito internet della manifestazione www.salonedelcamper.it, rinnovato nella sua veste grafica.

“Una delle prime attività da neo Presidente dell’Associazione – ha detto Jan de Haas, Presidente di APC – è stata riconfermare la partnership con il quartiere fieristico di Fiere di Parma. La città che ospita il Salone del Camper, infatti, è strategica dal punto di vista territoriale perché facilmente raggiungibile da aziende e appassionati italiani ed europei. Questa manifestazione è una straordinaria vetrina per le imprese nazionali e non che vogliono esporre le novità di un mercato che, dopo un periodo non positivo, sta registrando nuovi e incoraggianti segnali di ripresa. Il nostro impegno è far sì che questa manifestazione diventi ancora di più un appuntamento fondamentale a livello europeo”.

“Il team del Salone del Camper – ha affermato Antonio Cellie, Amministratore Delegato di Fiere di Parma – è già al lavoro per replicare, anzi superare, gli ottimi risultati raggiunti nella scorsa edizione, sia in termini di visitatori che, soprattutto, in termini di business. La scelta di rinnovare il contratto per altri cinque anni è quella giusta: garantisce continuità e dà la possibilità di proseguire questo percorso in un’ottica di lungo termine in modo da potenziare ulteriormente i servizi e le aree dedicate ai visitatori e l’offerta per le aziende di settore che scelgono di esporre a Parma”.


Parma, 5 marzo 2014

Ufficio Stampa Salone del Camper 2013 c/o extra comunicazione
ufficiostampa@extracomunicazione.it
Serena Ferretti - 346 4182567 Daniela Pierpaoli - 346 6096602

Monsignor Andreatta ha guidato una delegazione Orp in Iraq

Collocata nella cattedrale siro - cattolica di Baghdad una reliquia di Giovanni Paolo II, che non potè compiere quel viaggio a causa della guerra di Mariaelena Finessi


«Siamo tutti figli di Abramo, sotto l’unica bandiera dell’Iraq». Monsignor Liberio Andreatta, amministratore delegato e vice presidente dell’Opera romana pellegrinaggi, è di ritorno da un viaggio tanto atteso: quello nella terra di Abramo, «là dove la storia della salvezza ha avuto inizio». Ad Ur, «simbolo delle promesse e della libertà per tutti credenti nell’unico Dio e che rappresenta le comuni origini che uniscono ebrei, cristiani e musulmani». Dal 12 al 19 dicembre, monsignor Andreatta ha condotto nel Paese asiatico una delegazione dell’Orp - composta da sacerdoti e giornalisti - per compiere il tradizionale «gesto profetico», cioè un gesto simbolico. «Si chiama "profetico" perché richiama i segni biblici, i segni che Dio ha compiuto per la salvezza dell’uomo e li ripropone nel tempo», spiega il sacerdote che, come dono agli «uomini di buona volontà» che abitano quella terra dilaniata da così tanti anni di sofferenza, ha portato alcuni oggetti benedetti da Papa Francesco.

Quello realizzato in Iraq, Paese musulmano a maggioranza sciita, è il primo gesto profetico dopo un’interruzione di alcuni anni, e nasce nel segno di Giovanni Paolo II. In pellegrinaggio nella terra che Wojtyla non poté visitare a causa della guerra è stata portata e collocata nella cattedrale siro-cattolica di Baghdad proprio una reliquia del Pontefice polacco: un frammento della veste, sporca di sangue, che indossava il giorno dell’attentato del 13 maggio 1981. Quindi una statua del beato Pontefice lasciata alla cattedrale caldea, un’icona processionale donata alla cattedrale armena e infine una «lampada della pace», dono per la cattedrale latina. Conservata fino a oggi nella chiesa romana di San Giovanni della Pigna in attesa di essere portata a Baghdad, la lampada - di cui esistono altri tre esemplari a Gerusalemme, Nazareth e Betlemme - era stata benedetta da Giovanni Paolo II nel 2001. «Pensavo di trovare un popolo triste e invece il nostro arrivo ha risvegliato in loro la speranza di poter ricominciare a vivere insieme, senza divisioni». Monsignor Andreatta racconta così l’accoglienza riservata loro dai pochi cristiani che ancora vivono in Iraq, a dispetto di una emorragia che li ha visti partire per altre mete, sconfitti dalla sofferenza e dalla povertà. «C’era in loro uno stato d’animo colmo di gioia nel vedere dei fratelli cristiani arrivati dall’Europa. A torto colpevolizzati per la guerra condotta dall’Occidente, i musulmani li hanno considerati responsabili del conflitto armato». È una «questione culturale», precisa Andreatta. «Per i musulmani il potere civile e religioso si identificano». Occidente come sinonimo di cristianità: «Non riuscendo a dividere le due sfere, hanno vissuto la guerra come una nuova crociata ma oggi è in atto una riconciliazione. Certo, si tratta di un cammino difficile però speranzoso».

A Babilonia sono rimaste cinque famiglie cristiane. «Qui ci hanno raccontato che da quattro anni non si vede un prete, non celebrano le ricorrenze religiose. Il vescovo ausiliare di Baghdad, Warduni, che era con noi, sorprendendo tutti ha promesso che sarà lui a celebrare per loro la Messa di Natale». Tra le varie tappe, la delegazione ha raggiunto Nassiriya e nel giardino della Camera di commercio - edificio costruito sull’area dove sorgeva la base italiana colpita dall’attentato che 10 anni fa uccise 19 militari - è stato piantato un ulivo, simbolo di pace. I pellegrini hanno poi attraversato la zona delle paludi, detta delle «Marshland». Gli abitanti, discendenti diretti dell’antico popolo sumero, vivono in piccole case galleggianti. Un ambiente naturale di meravigliosa bellezza che, insieme al patrimonio archeologico di cui è ricco il Paese, rappresenta un’attrattiva per il turismo. Terminata la sistemazione delle strutture ricettive e delle stesse infrastrutture, sarà possibile dare il via ai pellegrinaggi nel Sud dell’Iraq, «dove c’è sicurezza». Monsignor Andreatta conclude, lanciando la sfida: «Dal 2014, per piccoli gruppi, porteremo i pellegrini in viaggio laggiù».
in Roma Sette

A febbraio, Convegno nazionale teologico pastorale dell’Opera romana pellegrinaggi

Dal 16 al 19 febbraio si svolgerà a Roma il XVI Convegno nazionale teologico pastorale dell’Opera romana pellegrinaggi (Orp). Il tema “Eucarestia, pane del pellegrino”, riporta l’agenzia Sir, mette in luce il profondo legame fra il pellegrinaggio e il centro della vita cristiana, l’Eucaristia. Ad aprire i lavori, la prolusione del cardinale Camillo Ruini, cui seguiranno le relazioni di mons. Piero Marini, presidente del Pontificio Comitato per i congressi eucaristici internazionali, e di Andrea Gallo, ordinario di Teologia sacramentaria al Pontificio Ateneo Sant’Anselmo. A conclusione della prima giornata, il cardinale Agostino Vallini, presidente dell’Orp, presiederà la Santa Messa. Il 18 interverranno padre Antonio Spadaro, direttore della rivista ‘Civiltà Cattolica’, e don Paolo Asolan, docente di Teologia pastorale alla Pontificia Università Lateranense. Il pomeriggio del 18 sarà dedicato ad una tavola rotonda e le conclusioni saranno a cura del vice presidente dell’Orp, mons. Liberio Andreatta. La celebrazione eucaristica finale del convegno verrà presieduta dal cardinale Gianfranco Ravasi, presidente del Pontificio Consiglio della Cultura. (G.A.)

Milano accoglie HOMI: in fieramilano dal 19 al 22 Gennaio... una nuova idea di fiera dedicata agli stili di vita (video)



I NUOVI STILI DI VITA SONO QUI

Milano accoglie HOMI: una nuova idea di fiera dedicata agli stili di vita, nata per raccontare la persona, le sue abitudini e i suoi spazi. Un luogo speciale dove accoglienza italiana e gusto internazionale si incontreranno per ispirarti, ampliando scenari e creando nuove occasioni di business.

HOMI, il nuovo brand di Fiera Milano vedrà la sua prima edizione a gennaio 2014, in fieramilano dal 19 al 22 Gennaio 2014


Se il modo di abitare e di vivere la casa si rinnova, anche Macef si rinnova con HOMI, il nuovo brand di Fiera Milano che esordirà a gennaio 2014 dal 19 al 22. Guidato da Cristian Preiata – Exhibition Manager, Etienne Cochet – Strategic Advisor e Alessandro Agrati – Art Director, che si avvale della collaborazione di Loredana Villani e Lucy Salamanca, questo progetto si offrirà come esperienza emozionale, una guida innovativa al business per tutti i visitatori. Homi sarà la nuova visione del negozio di domani dedicato ad un’utenza multiculturale attenta al benessere della persona e dell’ambiente che la circonda, attraverso. 

10 le aree. 10 le visioni dell’abitare e del vivere: LIVING HABITS tavola, cucina, arredi e complementi, illuminazione; HOME WELLNESS, bagno, wellness, relax, sport; FRAGRANCE & PERSONAL CARE, profumazione per l’ambiente e la persona; FASHION & JEWELS, accessori, gioielli, abbigliamento; GIFTS & EVENTS, regalo, eventi, merchandising, licenze; GARDEN & OUTDOOR, sistemi, arredi e complementi per esterno, gardening, accessori per animali; KID STYLE, arredi e complementi, moda e accessori per il bambino; HOME TEXTILE, mondo tessile, home wear, organizer; HOBBY & WORK, viaggio, hobby, musica e lavoro; CONCEPT LAB, concept design companies, editors, contract, food. (tratto da http://preziosamagazine.com)

seglalazione web a cura di  Giuseppe Serrone

XVIII Edizione del Presepe Vivente di Chia Nei giorni 26 e 29 dicembre e 1, 5 e 6 gennaio 2014

Per il diciottesimo anno consecutivo, durante le feste natalizie il piccolo borgo medievale di Chia si impegna in una rappresentazione profondamente suggestiva del Presepe Vivente, che ha visto negli anni un crescendo di notorietà e numero di visitatori, che a migliaia lo visitano ogni anno durante le varie rappresentazioni, tanto da diventare uno dei presepi più importanti e apprezzato della provincia, un appuntamento irrinunciabile durante le feste natalizie.
Il presepe vivente, "fondato quando era Parroco don Giuseppe Serrone" (ndr),  è ambientato tra i ruderi della chiesa medievale di San Giovenale in un sito archeologico nel quale regnò la civiltà Etrusca e dove sono ancora visibili numerose testimonianze dell'epoca.
In questo scenario straordinario, tra le grotte e le tombe, lungo un percorso campestre, quasi tutti gli abitanti del paese daranno vita a una riproduzione di Betlemme, ricreando antiche botteghe artigiane, taverne e tante tappe in cui il visitatore può assaporare l'atmosfera vissuta all'epoca, tanto reali che vi sembrerà di tornare indietro nel tempo .
Durante l'itinerario, inoltre, sarà anche possibile degustare sfiziosi prodotti tipici locali, che vi saranno offerti.
La natura incontaminata, illuminata da luci soffuse, fuochi e fiaccole accese faranno da contorno allo scenario che vi farà vivere la magia della nascita di Gesù.
Le rappresentazioni si svolgeranno nei giorni 26 e 29 dicembre e 1°, 5 e 6 gennaio 2014. Ingresso dalle ore 17:00 alle 19:30 
fonte: tratto da viterbonews24.it

L’Unesco premia i tesori medicei

(di Ida Bini)
Dodici ville e due giardini in Toscana, nei dintorni di Firenze, sono gli ultimi tesori paesaggistici e architettonici che l’Unesco ha dichiarato patrimonio dell’Umanità, facendo così salire a 49 i siti italiani inclusi nell’ambìto elenco. Quest’ultimi gioielli appartengono alla più importante famiglia toscana, i de’ Medici, di cui raccontano la storia e mostrano il potere e il patrimonio artistico e culturale, una ricchezza inestimabile tra affreschi, tele, statue, mobili e arredi d’epoca rinascimentale. Le residenze e i giardini, che la famiglia de’ Medici costruì all’interno di Firenze e nei suoi bellissimi dintorni tra il XV e la prima metà del XVIII secolo, sorgono su vaste proprietà terriere, utilizzate storicamente come luoghi di caccia per nobili e di ritrovo per intellettuali e artisti.
Famosissimo è il giardino di Boboli, costruito dietro palazzo Pitti, nel cuore di Firenze, come semplice orto; nei secoli, grazie agli interventi decorativi di artisti come Giorgio Vasari e Bernardo Buontalenti, su richiesta della famiglia de’ Medici, divenne un giardino all’italiana, un modello per le altre corti europee, attraversato da sentieri che portano a laghetti, grotte e scorci decorati da statue e fontane rinascimentali.
E’ un vero museo all’aperto e si visita tutti i giorni, tranne il primo e l’ultimo lunedì del mese, dalle 8.15 alle 16.30; l’entrata per chi non risiede a Firenze costa 7 euro. Vanno invece programmate le visite a Villa di Poggio Imperiale, sede di un collegio femminile e di un liceo nel capoluogo toscano. Oggi la villa medicea è la meno fedele a quella originaria, quando Cosimo I, duca di Firenze, la confiscò nel 1565 alla famiglia Salviati, proprietaria della residenza, e la regalò alla figlia Isabella; nel Settecento la villa venne parecchio modificata secondo i canoni estetici asburgici a cui si aggiunsero tocchi esotici con tappezzerie e arredi orientali. Sempre in città, ma in posizione panoramica, c’è Villa La Petraia, forse la più bella delle residenze medicee: grandiosi sono gli affreschi interni e del cortile, che ritraggono i fasti della celebre famiglia toscana, e spettacolari sono il giardino a terrazze con ruscelli e laghetti e il parco all’inglese. La Villa si visita gratuitamente tutti i giorni, tranne il secondo e il terzo lunedì del mese, dalle 8.15 alle 16.30.
E’ anch’essa in posizione panoramica sulla città Villa di Castello, la residenza preferita di Cosimo I per il suo magnifico giardino disposto su tre terrazze, che celebrava la grandezza della famiglia medicea. Si visita solo il parco gratuitamente tutti i giorni, tranne il secondo e il terzo lunedì del mese, dalle 8.15 alle 16.30; in particolare, il giardino dei limoni, creato nell’Ottocento da due serre ai lati di una delle terrazze, e la grotta degli animali con statue in pietra su vasche di marmo con giochi d’acqua e mosaici alle pareti. Bernardo Buontalenti, l’autore della grotta dei Boboli, realizzò anche il giardino di Pratolino, in località Veglia, su commissione di Francesco I. Il risultato è spettacolare: macchinari idraulici, grotte, fontane e giochi d’acqua decorano il giardino, modello manierista, in un perfetto equilibrio artistico, scientifico e paesaggistico.
Nell’Ottocento venne trasformato in un parco romantico ma ancora oggi si possono ammirare la cappella di Buontalenti, la vasca della maschera e il gigante dell’Appennino, opera di Giambologna, numerose grotte e alberi secolari. Tra Firenze e Prato, ai piedi del Monte Albano, si visita gratuitamente tutti i giorni, tranne il secondo e il terzo lunedì del mese, dalle 8.15 alle 16.30 la maestosa villa Poggio a Caiano, che ospita il Museo della natura morta con 200 dipinti provenienti dalle collezioni medicee. Acquistata da Lorenzo de’ Medici nel 1474 come tenuta agricola, venne ingrandita e abbellita secondo i canoni umanistici dell’epoca; Cosimo l commissionò preziosi arazzi con scene di caccia per decorare le 20 sale della villa e si affidò a Niccolò Tribolo, anch’egli ideatore di Bobòli, e a Giorgio Vasari la creazione dei giardini.
Nell’Ottocento alla villa venne aggiunto uno scalone esterno. Sempre vicino a Prato, a Carmignano, c’è Villa di Artimio o “villa dei cento camini” per la presenza di numerosi comignoli: è un’imponente residenza, voluta da Ferdinando come residenza di caccia, elegante e lineare, con uno scenografico scalone d’accesso a doppia rampa. Belle sono le sale riccamente affrescate, che ospitano convegni, cerimonie, congressi e un albergo. Dal 1983 vi risiede anche il museo archeologico comunale di Artimino che accoglie numerosi reperti archeologici del periodo etrusco. Si visita dal giovedì alla domenica, dalle 10 alle 12, e il costo del biglietto è di 4 euro. Su una collina che domina Fiesole si trova Villa Medici di Fiesole o Belriposo, considerata l’esempio più illuminante di ville rinascimentali secondo i canoni di Leon Battista Alberti e la meglio conservata tra le residenze medicee. Era un luogo di svago con una grande apertura sull’esterno e priva di torrette difensive; con Lorenzo il Magnifico divenne un circolo culturale. Oggi della Villa, di proprietà privata, si visita solo il giardino. Non si può visitare, invece, Villa di Careggi, in località Careggi, sottoposta a una serie di restauri. Era la residenza preferita di Lorenzo il Magnifico che la usò come sede dell’Accademia platonica, il più importante centro culturale del Rinascimento; nell’Ottocento il parco che la ospitava venne abbellito da piante esotiche.
E’ chiusa per lavori di ristrutturazione anche Villa di Cafaggiolo, una delle più antiche appartenute alla famiglia de’ Medici già nel Trecento. Sorge a nord di Firenze, nel comprensorio del Mugello, tra le dolci colline toscane, ed ha una chiara struttura medievale con torrette, fossato e ponte levatoio, mentre il giardino è di impronta rinascimentale con fontane, viali e boschi attorno alla proprietà. Cosimo il Vecchio fece costruire delle stanze sopra le logge, dando alla villa una forma rettangolare; Lorenzo il Magnifico la trasformò in un buen retiro per filosofi e letterati e Cosimo I le regalò una riserva di caccia con animali rari. Appartengono alla Villa anche il borgo medievale, una tenuta di 300 ettari e vecchie case coloniche che dopo la ristrutturazione ospiteranno un resort di lusso con Spa e campo da polo. A pochi chilometri, in cima a un poggio che domina la Val di Sieve, sorge il Castello del Trebbio, una delle prime residenze di villeggiatura dei de’ Medici. Da castello fortificato divenne presto una villa signorile con giardino, corte e vigna. Nel giardino terrazzato vennero sistemati degli orti che ancora oggi si possono visitare ma solo su prenotazione. Bisogna spostarsi in provincia di Lucca, alle pendici delle Alpi Apuane, per visitare il Palazzo di Seravezza, voluto da Cosimo I come base per recarsi alle cave di marmo e alle miniere metallifere della zona. Nata come villa fortificata, austera e semplice, con il tempo venne ingentilita da un giardino all’italiana e da un bosco che la trasformò in riserva di caccia. Oggi il Palazzo è sede di mostre ed eventi e ospita, oltre a un archivio storico, la biblioteca e la fondazione Terre Medicee.
A nord di Prato, in provincia di Pistoia, si visita ogni terza domenica del mese Villa La Magia, in località Quarrata. Era una sfarzosa dimora usata per feste e battute di caccia, che Francesco I de’ Medici comprò all’asta e incaricò Buontalenti di restaurare. Nel Seicento divenne una residenza signorile con arredi di pregio e opere d’arte; oggi è sede di mostre e di concerti. Sempre in cima a un colle, verso ovest, si visita tutti i giorni, tranne il secondo e il terzo lunedì del mese, Villa di Cerreto Guidi nell’omonimo centro toscano. Nata come tenuta da caccia, è una residenza monumentale e austera, saccheggiata durante la Seconda guerra mondiale, che oggi ospita il museo della caccia e del territorio.
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