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Weekend Gubbio, le delizie di "Gusta il centro"

GUBBIO - Sono 14 le edizioni di "Gusta... il centro storico", l'iniziativa promossa dalla Confesercenti che animerà stasera le vie dell'acropoli eugubina. Gastronomia in primo piano con i 4 percorsi, contrassegnati da colori diversi, per i ristoranti e bar del centro storico. Ma anche musica, animazione e mostre.
«Abbiamo mantenuto la formula standard dei quattro percorsi gastronomici del venerdì sera - spiega Gianfranco Urbani, presidente della Confesercenti di Gubbio - allungando però le iniziative anche al fine settimana». Con lo stesso biglietto infatti, sarà possibile infatti accedere anche agli eventi in programma domani e domenica.
Il programma di oggi. A partire dalle 19.30 cominceranno i percorsi gastronomici per le vie del centro storico contrassegnati dai colori verde, bianco, rosa e rosso. tutti i menu sono comprensivi di antipasti, primi, secondi, caffè, digestivi o gelati e dolci.
Dalle 20 alle 23.30 il duo musicale "Lubjan e Floriano" si esibirà in piazza Bosone.
Nello stesso orario in piazza Giordano Bruno ci sarà "Gonfia sgonfia", gonfiabili e animazione per bambini, in piazza Oderisi la "Diamantini active dance" con l'esibizione di Consuelo e Alessandro, alle Logge dei Tiratori la mostra personale di Sauro Nardelli e la dimostrazione di trattamenti viso-corpo di Ambra Ceccarelli.
Gli eventi del fine settimana. Domani alle 21, nel chiostro maggiore del complesso di San Francesco si terrà lo spettacolo "Io e..." di Marco Todisco, giovane talento allievo della scuola di Enrico Brignano.
Domenica, sempre alle 21 a San Francesco, il concerto del duo musicale "Lubjan e Floriano - pianoforte, chitarra e voce".
Gli organizzatori raccomandano a chi volesse partecipare all'iniziativa di acquistare in anticipo la prevendita, disponibile presso City service (numero 075/9271487).
Marco MOntedori
giornaledellumbria.it

In alto i calici per Cinemadivino Torna la rassegna che unisce film ed enogastronomia. Si parte il 17 giugno

Faenza (Ravenna), 13 giugno 2014 - Il cinema tra i vigneti. Parte da Brisighella Cinemadivino 2014 la manifestazione che coniuga film, vino e prodotti enogastronomici del territorio. Il 17 giugno inaugurazione della rassegna sulle colline faentine che proseguirà fino a settembre con una cinquantina di appuntamenti per le aziende vitivinicole della regione andando a toccare ben 25 comuni in 6 province. Con un calice di vino tra le mani sotto le stelle e con i vigneti a fare da quinta si potrà passare una serata all'insegna del relax.
Si potrà inoltre cenare al chiaro di luna con i menù preparati nello spazio gastronomico gestito direttamente dalle aziende, oppure proposti dal “Food Truck” di Cinemadivino: il furgone viaggiante che poterà nelle cantine i piatti pensati in collaborazione con importanti chef e lo “street food” di qualità.Impressionante il numero di aziende che aderiscono all'iniziativa che vedono in Cinemadivino l'opportunità di far conoscere i propri prodotti. Cinemadivino viaggerà tra aziende di Brisighella, Faenza, Santarcangelo, Monteveglio, Imola, Casalecchio di Reno, Terra del Sole-Castrocaro, Bertinoro, Civitella, Monte San Pietro, Ozzano dell’Emilia, Roncofreddo, Castel Bolognese, Russi, Forlì, Ravenna, Savignano sul Rubicone, Predappio, Tossignano, Poggio Berni, Polesine Parmense, Tredozio, Riolo Terme, Filo di Argenta, Rivergaro. E per la prima volta arriverà a Cervia e a Lido di Savio. La rassegna prenderà il via martedì 17 giugno, a Pietramora di Brisighella, con il documentario '1 mappa per 2'.
Gli appuntamenti successivi nel mese di giugno saranno: il 18 alla Fattoria Zerbina a Marzeno di Faenza ‘Per un pugno di dollari’, di Sergio Leone restaurato in formato digitale, il 19 alla Collina dei Poeti di Santarcangelo di Romagna ‘Smetto quando voglio’; il 23 alla Cantina di Faenza ‘Tutta colpa di Freud’; il 26 da Orsi – Vigneto San Vito a Monteveglio, un altro classico senza tempo ‘Amici miei’ di Mario Monicelli; il 27 alla Sabbiona a Oriolo dei Fichi a Faenza ‘La mossa del pinguino’; il 30 alla Casa Vinicola Poletti di Imola “Rush”.
E poi fra i tanti di luglio, si segnalano: il giorno 1 all’Azienda Tizzano di Casalecchio di Reno “L’innocente” di Luchino Vosconti con gli splendidi Laura Antonelli e Giancarlo Giannini; il 2 alla Tenuta Pennita di Terra del Sole “Resistenza naturale” di Jonathan Nossiter, l’autore del celebrato “MondoVino”; le pellicole italiane di successo “Sotto una buona Stella” di Carlo Verdone (Palazzona di Maggio, Ozzano dell’Emilia il giorno 15), l’Oscar “La grande bellezza di Paolo Sorrentino (Tenuta Massellina di Castel Bolognese il 19), “La mafia uccide solo d’estate” di Pif (alla Torre di Oriolo di Faenza il 21).
E poi in agosto ancora proiezioni quasi quotidiane (a esclusione della settimana di Ferragosto, dal 13 al 17), fino ad arrivare all’ultima data in programma il 2 settembre in piazza Nenni di Faenza con la proiezione di un film in anteprima nazionale. Le aziende saranno pronte a ospitare gli spettatori dalle 19.30 con le degustazioni, mentre dalle 20 sarà possibile effettuare anche una visita guidata delle cantine. L’inizio delle proiezioni è fissatoverso le 21.30. Per chi lo desidera, dalle ore 19.30 è anche possibile cenare in cantina. Il costo del biglietto d’ingresso è di 12 euro (ridotto 10), in alcune regioni può subire variazioni di prezzo, e comprende la visione del film, la visita guidata alla cantina e l’assaggio di 3 calici di vino in degustazione. Info sul programma e prenotazioni: tel. 3459520012 e al sito internet www.cinemadivino.net.
Il Resto del Carlino

A Manaus, dove giocano gli Azzurri. Alla scoperta dei luoghi più belli della foresta amazzonica

(di Ida Bini)

La prima sfida calcistica dell’Italia ai mondiali del Brasile si svolgerà il prossimo 14 giugno nel faraonico stadio di Manaus, capitale dello Stato di Amazonas, dove affronterà la squadra dell’Inghilterra. La città che ospita la prima gara degli Azzurri è al centro di un Brasile leggendario e antico, pieno di contraddizioni eppure dal fascino misterioso: è l’unica grande città dell’Amazzonia, stracolma di segreti e di bellezze struggenti.
Oasi di grattacieli e di eleganti costruzioni in marmo italiano e vetro francese, Manaus sorge proprio nel bel mezzo della foresta amazzonica e sulle rive del Rio Negro vicino alla confluenza con il grande Rio delle Amazzoni, porto strategico e punto di riferimento per la produzione e l’esportazione di alcune risorse naturali come il caucciù. Simbolo di Manaus è il sontuoso teatro Amazonas, costruito nel 1896 nel periodo di grande prosperità economica della città, quando i commercianti del caucciù ambivano a farla diventare una “Parigi dei tropici”. Nel teatro si esibiscono le più importanti compagnie teatrali del Paese e le orchestre di tutto il mondo. Anche il mercato di Adolpho Lisboa, il più vecchio della città, ricorda quello parigino di Les Halles, affascinante e ricco di atmosfera. In città, ovviamente, non mancano le aree verdi: parchi e giardini zoologici e botanici, tra cui il bosque da Ciência, il parque do Mindú e quello dell’università federale di Amazonas, dove nell’ateneo più antico del Brasile sorge la foresta urbana più grande del mondo.
Nei dintorni della città vale la pena visitare, a bordo di imbarcazioni, le spiagge lungo il fiume – la più bella e frequentata è Ponta Negra – e l’Ecoparco amazzonico, primo impatto con la celebre foresta, straordinario universo verde equatoriale e immenso territorio che si estende fino agli otto Paesi confinanti del Brasile. La sua natura vergine e selvaggia e la fauna, patrimonio mondiale di biodiversità, incanta per il suo inestimabile valore biologico e l’impareggiabile ricchezza paesaggista. Tra le attrazioni naturalistiche più suggestive c’è il Rio delle Amazzoni, uno dei fiumi più grandi del mondo, in cui vivono 2mila specie di pesci d’acqua dolce e alcuni straordinari mammiferi come il delfino rosa e la lontra gigante. In questo polmone verde a rischio di deforestazione vivono ben 30 milioni di persone, che appartengono a popolazioni indigene - amerindi soprattutto - suddivisi in circa 220 gruppi differenti. Per scoprire parte della grande foresta è consigliabile rivolgersi alle numerose agenzie specializzate di Manaus che organizzano tour con guide esperte partendo dalla città e con la possibilità di dormire all’aperto. Dalla capitale in mezz’ora di idrovolante o tre di imbarcazione, infatti, si arriva ai bordi del Rio delle Amazzoni e da qui si naviga sul fiume più incredibile e potente del mondo fino alle cascate di Paricatuba, circondate da rocce e un’abbondante vegetazione. Lungo il Rio Negro si trovano spiagge molto ambite: Tupé, a circa 34 chilometri dalla capitale, e la spiaggia della Luna, anch’essa accessibile solo via fiume. Imperdibile, poi, è l’encontro das águas, lo spettacolo del fenomeno naturale causato dall’incontro tra i due fiumi Negro e Solimões che confluiscono nel grande Rio delle Amazzoni: le acque molto scure del primo e l’acqua fangosa del secondo per 6 chilometri non si mischiano ma scorrono insieme, creando un incredibile gioco visivo. Il fenomeno è dovuto alla differenza di velocità e di temperatura dell’acqua dei due fiumi. A un centinaio di chilometri si raggiunge, infine, Anavilhanas, il più grande arcipelago di isole fluviali nel mondo: ci sono circa 400 isolette ricoperte di vegetazione che formano un labirinto naturale e che nascondono una miriade di spiagge di sabbia bianca. Per organizzare il viaggio e saperne di più: www.visitbrasil.com
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A piedi per 300 km in Sicilia i nuovi "nomadi"

(di Gloria Ravidà)

 Sono partiti a piedi da Palermo, davanti all'albero dedicato a Giovanni Falcone, per arrivare a Gela: quattordici giorni di viaggio, circa 300 chilometri di cammino per lanciare un messaggio e fondare una "Repubblica Nomade". Provenienti da tutta Italia, circa 40 camminanti concluderanno domani a Gela il loro il viaggio a cui, tra gli altri, ha aderito anche lo scrittore mantovano Antonio Moresco che, tra una sosta e l'altra, spiega l'origine della la singolare iniziativa. "Stiamo attraversando la Sicilia a piedi dormendo dove capita, condividendo la fatica e i disagi del cammino. Il cammino scioglie le differenze e in una terra come la Sicilia, investita dalle ultime tragiche migrazioni di donne e uomini provenienti dal Nord Africa e dal Medio Oriente che vogliono raggiungere l'Europa cercando la salvezza, assume un significato di condivisione".
I protagonisti di questo singolare viaggio, suddiviso in quattordici tappe, sono un gruppo di uomini e donne che si unisce per camminare, prendendo decisioni insieme, percorrendo strade sterrate, boschi, montagne, vie asfaltate, dormendo in palestre o dove i comuni offrono alloggio. I "nomadi" quest'anno hanno scelto la Sicilia per lanciare un messaggio nella terra dei migranti che arrivano ma anche dei siciliani che vanno via a causa della crisi, per dire che le frontiere devono "essere aperte" e per fondare una repubblica di camminanti. E' il loro quarto viaggio: nel 2011 hanno camminato da Milano a Scampia, quartiere degradato di Napoli, per protestare contro quello che definiscono "un forte sentimento antimeridionale"; nel 2012 hanno raggiunto, camminando per mezza Italia, L'Aquila, per dire che non solo la città abruzzese è terremotata ma anche tutta l'Italia; l'anno scorso, invece, sono arrivati a Strasburgo e hanno consegnato a Martin Schulz una lettera in cui criticavano "una Europa solo economica". Adesso è la volta della Sicilia. "In certi posti di questa terra - aggiunge lo scrittore Moresco - la povertà si tocca con mano.
Abbiamo visto paesi con case disabitate perché i siciliani sono emigrati, luoghi che danno una idea d'indifferenza. Non è la stessa cosa leggere le statistiche e vedere il paese vero, che soffre. E che noi vogliamo testimoniare attraverso una repubblica, in cui si decide insieme e ci si rispetta, che è nomade perché sceglie il cammino a piedi e il suo messaggio irradiante. Dopotutto siamo tutti in cammino e siamo tutti nomadi". (ANSA).
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Festival del Mondo Antico nel segno di Augusto

(di Marzia Apice)
 La luce della grande storia si irradia al contemporaneo: apre a Rimini il 20 giugno il Festival del Mondo Antico, la manifestazione che affronta trasversalmente i grandi temi del sapere umano con un occhio al turismo culturale legato al territorio. Al centro di questa XVI edizione, un simbolo per la città: il ponte sul fiume Marecchia, costruito per volontà di Augusto nel 14 d.C., anno della sua morte, e terminato dal successore Tiberio.
''Un ponte oltre gli imperi'', questo è il sottotitolo del festival, che celebra l'intero territorio riminese, ricco di testimonianze antiche: oltre al ponte, anche l'Arco della città, sempre di età augustea e il complesso archeologico della ''domus del chirurgo'', a comporre uno scenario ricco di fascino. Una manifestazione densa di appuntamenti e che in tre giorni, fino al 22 giugno, permetterà al pubblico di ''vivere pienamente l'archeologia, come scienza storica seria non come spettacolo'', ha dichiarato oggi Luigi Malnati, direttore generale per le Antichità del Mibact, alla presentazione alla stampa, ''divulgandola con un approccio corretto: né in modo esotico né solo per addetti ai lavori''.
Tomaso Montanari, Sandro De Maria, Claudio Strinati, Maurizio Bettini ma anche Michele Mirabella, Lia Celi, Giovanni Brizzi e Ivano Marescotti sono solo alcuni dei nomi presenti, in una kermesse che coniuga il dibattito ai concerti, il reading alle tavole rotonde, senza contare le visite al Museo della città di Rimini, con l'allestimento della nuova sezione archeologica. Accanto a studiosi di varie discipline ed esperti del mondo greco e romano, presenza tra le più attese è quella del sovrintendente ai Beni Culturali di Roma Umberto Broccoli, che sarà al Festival per ''parlare di Augusto cercando da un lato di non santificarlo, dall'altro di non renderlo troppo umano, ma dando il senso del presente''.
Un'occasione dunque per tessere legami tra ieri e oggi, nel tentativo di trovare nella storia significati e suggestioni ancora attuali: ''il mondo antico è sorgente di simboli e pensieri'', ha affermato Massimo Pulini, assessore alla cultura del comune di Rimini, che con l'Istituto per i Beni Artistici dell'Emilia Romagna organizza la manifestazione, ''così come lo è il ponte di Augusto con i suoi 2000 anni che rimanda all'idea di cucitura, ed è molto più di un collegamento tra due rive, ma un passaggio, un modo per comunicare''. Nel solco di un'identità così definita per il Festival si colloca anche la collaborazione con la casa editrice Il Mulino, che prosegue da due anni: l'idea è quella di passare dal libro al dialogo diretto con gli autori, in un continuo scambio di informazioni non solo a fini divulgativi ma anche dispensando qualche curiosità. E quindi accanto a temi relativi al rapporto tra il potere e la cultura, o il potere e le donne, o ancora sul mutamento degli imperi, ci saranno incursioni su questioni più leggere, come la cucina ai tempi di Augusto. Ultimo ma non meno importante tassello della manifestazione, il Piccolo Mondo Antico Festival, la sezione dedicata ai più piccoli: qui bambini e ragazzi incontreranno il fascino della storia attraverso archeologia sperimentale, giochi e racconti animati.
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Sud Italia: progetto Expo 2015 per un ruolo da protagonista

Fare si che Expo 2015 non sia solo una questione lombarda ma una opportunità anche per tutto il sistema turistico meridionale. E’ il messaggio che parte da Reggio Calabria dove, nel corso del convegno  “Expo 2015, il Sud protagonista” ospitato nel Museo Archeologico Nazionale di Reggio Calabria e organizzato da Federturismo Confindustria, è stato presentato un progetto per la creazione di un sistema di offerta turistica unico e coordinato per tutto il sud Italia.
Chiari gli obiettivi: superare la mancanza di unità e l’incapacità di sintesi strategica che hanno favorito in questi anni l’affermarsi di una visione prevalentemente negativa del Mezzogiorno che, unita all’insufficienza di infrastrutture, penalizza il territorio nel circuito del turismo mondiale.
“Come imprenditori siamo chiamati a rompere quello schema che per troppo tempo ha fatto prevalere nell’opinione pubblica solo le negatività del Sud Italia, riaffermandone il volto positivo che poi è quello conforme alla realtà – ha dichiarato Giuseppe Nucera, presedente di Federturismo Reggio Calabria – L’Expo non può essere un evento solo lombardo. Per questo abbiamo voluto confrontarci, per segnare l’inizio di una svolta in grado di far recuperare e valorizzare tutto l’orgoglio e la dignità di un patrimonio, culturale e paesaggistico, unico. Il progetto che abbiamo predisposto e che porrà Bronzi di Riace come testimonial d’eccezione del nuovo corso per il turismo del Sud, intende perseguire questi obiettivi”.
Il piano è già pronto anche perché, ha sottolineato lo stesso Nucara, “il 2015 è già passato e non ce ne siamo accorti”. Bisogna fra presto quindi, se si vuole puntare al coordinamento e all’integrazione dell’offerta turistica nel Sud Italia. Il progetto si chiama “Expo 2015, il Sud protagonista – Percorsi, tradizioni e dieta mediterranea” e si pone come obiettivi l’incremento sostanziale degli arrivi e delle presenze turistiche nel Sud, un effetto traino e di legacy grazie a Expo 2015, forte a stabile nel tempo, il miglioramento sostanziale della reputazione del Mezzogiorno e l’incremento della considerazione del Sud Italia quale sistema di destinazione nei mercati a lungo raggio.
Una reputazione che potrà far leva su asset tradizionali propri del territorio e andare anche oltre, proprio grazie ai temi dell’esposizione. “Intorno alla cultura e al paesaggio – ha infatti sottolineato il presidente di Federturismo Confindustria, Renzo Iorio – dobbiamo strutturare un modello di crescita alternativo a quello prevalente basato sul manifatturiero. L’Expo in tal senso sarà un forte catalizzatore. Serve una nuova consapevolezza circa il peso che il turismo ha sull’economia del Paese e dei singoli territori. Accanto a ciò – ha poi concluso – anche il contrasto all’indifferenza diffusa riguardo all’impiego delle risorse pubbliche destinate allo sviluppo e, in particolare, al settore turistico”.
A rassicurare gli imprenditori turistici meridionali è intervenuta Marina Geri, responsabile Marketing del Padiglione Italia di Expo 2015 che, illustrandone nel dettaglio gli allestimenti e gli spazi espositivi, ha rimarcato come l’esposizione universale non sia affatto un evento esclusivamente milanese. “Al contrario – ha aggiunto – si tratta di una manifestazione italiana che ha sede a Milano. Al suo interno vengono messi a disposizione degli strumenti di promozione territoriale che ogni regione è chiamata a sfruttare a dovere. Penso alla Calabria e alla sezione dedicata al vino e all’olio in cui poter veicolare tutte le eccellenze che vengono prodotte. E poi ci saranno le piazzette tematiche e i vari eventi utili non solo a veicolare i flussi turistici nell’immediato, ma a fidelizzarli anche per il futuro. Al centro di tutto in ogni caso, ci sarà la riscoperta dell’orgoglio italiano. Basta piangersi addosso. Oggi vedendo per la prima volta i Bronzi ho pensato che se gli americani avessero delle meraviglie simili, ne farebbero immediatamente delle icone mondiali”. Affermazioni che trovano una sponda nelle parole diLuca Mazzone, presidente della sezione Turismo Confindustria Benevento, che ha sottolineato come “spesso siamo noi per primi a parlare troppo di negatività. Condivido lo spirito di questo progetto, d’altro canto quando i cinesi programmano un viaggio pensano all’Europa e non ai singoli territori. Fondamentale, quindi, fare sistema”.
Una proposta interessante per creare condizioni di viaggio agevolate per i visitatori dell’Expo che intendono conoscere l’Italia del Sud, è stata avanzata da Massimo Salomone presidente della sezione Turismo Confindustria Bari e BAT, che ha ipotizzato la concessione di biglietti gratuiti per i trasferimenti a chi volesse raggiungere le nostre regioni meridionali per toccarne con mare le meraviglie.
fonte: http://webitmag.it/

Giovani a piedi con il 'passaporto' della Via Francigena

Non è un vero e proprio passaporto, ma una sorta di taccuino di viaggio dove riportare le impressioni ricavate nel corso della visita, annotare un indirizzo, fare uno schizzo oppure attaccare una foto: per fissare nella memoria un ricordo e per fermare una suggestione. E' questo l'obiettivo del 'Passaporto della Via Francigena', progetto che CTS - Centro Turistico Studentesco e Giovanile e la Regione Lazio hanno deciso di realizzare soprattutto per incentivare la fruizione della Via Francigena laziale da parte del pubblico più giovane in occasione del XX Anniversario della Via Francigena - Itinerario Culturale del Consiglio d'Europa. 


Il 'passaporto' contiene l'identikit dei luoghi e delle eccellenze imperdibili per i giovani turisti: basiliche e santuari, ma anche ville storiche e suggestivi manieri, e indicazioni di feste e sagre locali in cui degustare i prodotti della tradizione. E come si fa con il vero passaporto, anche con questo è possibile collezionare i timbri di ciascun hot spot scoperto lungo la Via. Chi riuscirà a percorrere a piedi almeno gli ultimi 140 km della Via Francigena (da Acquapendente) potrà ricevere, presentando la credenziale o il passaporto con i vari timbri delle strutture di accoglienza che si trovano lungo il percorso, il Testimonium, un documento che testimonia l'avvenuto pellegrinaggio.

Per ottenerlo bisogna entrare in San Pietro e recarsi all'Opera romana Pellegrinaggi (Piazza Pio XII 9) o agli Uffici della Canonica di S. Pietro (Piazza S. Uffizio). I timbri si possono effettuare presso le parrocchie, nei comuni, nelle pro loco e presso gli ostelli. Il Passaporto sarà distribuito, gratuitamente, presso tutti gli uffici CTS del Lazio, ed eventuali altre strutture individuate in accordo con la Regione Lazio. Può essere consultato all'url www.ctsassociazione.it/passaportoviafrancigena. Per info: ambiente@cts.it.
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Turismo ecosostenibile in Tennessee

(di Gina Di Meo)

Il turismo eco sostenibile trova casa in Tennessee. Lo stato del sud, nonostante i luoghi comuni lo associno al cibo fritto e ad uno dei tassi di obesita' piu' alti degli Stati Uniti, sembra prendersi una rivincita sfruttando la formula, ormai piu' che collaudata oltreoceano, de 'dalla terra alla tavola. Anzi, andando oltre, sembra quasi che il concetto di slow food vs fast food stia sempre piu' prendendo piede. Succede in particolar modo a Knoxville, nel Tennessee orientale (East Tennessee), alla fine del 18/mo secolo la prima capitale dello stato, e terza citta' dopo Nashville e Memphis, che sfruttando la sua posizione ai piedi delle Great Smoky Mountains nella catena dei monti Appalachi e attraversata dal Tennessee River offre lo scenario naturale per la buona tavola.

Questo scenario ha ispirato quello che puo' essere a tutti gli effetti definito un agriturismo ad alti livelli come 'Blackfarm', appena fuori Knoxville, localita' bucolica, quasi d'altri tempi, estesa su 17/mila ettari dove tutti viene prodotto 'in loco', dalla carne, alle uova ai formaggi al vino, sfruttando solo cio' che la natura offre. Ed e' cio' che viene servito nel caratteristico ristorante dell'agriturismo 'The Barn', un antico fienile recuperato in Pennsylvania e poi riassemblato integralmente in Tennessee. Ma Knoxville offre anche altre esperienze di contatto diretto con la natura e tutto nel raggio di pochi km. La citta', infatti, denominata anche 'The Marble City' per essere stata uno dei maggiori centri di distribuzione del marmo nel paese agli inizi del 20/mo secolo, e' circondata da centinaia di ettari di terreno dove e' possibile praticare le piu' svariate attivita' all'aria aperta.

'Ross Marble Quarry', ad esempio, da vecchia cava di marmo abbandonata e' stata trasformata in un'area che puo' vantare km e km di sentieri ciclabili e percorsi per trekking. Knoxville e' inoltre ricca di attrazioni, come il 'Women's Basketball Hall of Fame', e festival, soprattutto musicali date le influenze della musica country e bluegrass, nonche' del caratteristico 'Biscuit Festival' che dal 2010 si svolge ogni anno in tarda primavera.

E' il trionfo di uno dei prodotti che non mancano mai nelle tavole del sud, il biscotto salato che assomiglia ad un scone e che viene imbottito con ogni sorta oppure mangiato anche solo al naturale. Dal punto di vista artistico, vale una tappa al 'Knoxville Museum of Art' dove, tra le altre cose, si rimarra' estasiati di fronte ad una scultura monumentale in vetro, 'The Cycle of Life: Within the Power of Dreams and the Wonder of Infinity' di Richard Jolley. L'opera e' stata commissionata all'artista dallo stesso museo e e' un'installazione permanente. E' lunga oltre 30 metri, alta quasi quattro e pesa oltre sette tonnellate. Puo' essere considerata la piu' grande opera figurativa in vetro al mondo. Composta di migliaia di elementi in vetro, la scultura rappresenta diverse fasi del ciclo della vita. "Ho impiegato cinque anni per completarla - ha detto all'ANSA Jolley, 62 anni, originario del Kansas e trapiantato a Knoxville, con una grande passione per l'Italia e in particolare Murano - e ho usato otto tonnellate di materiale. La mia scultura e' un racconto dell'essenza dell'esperienza umana e ho usato il vetro perche' ritengo che sia un materiale non convenzionale che puo' prendere qualsiasi forma artistica". http://www.visitknoxville.com/ 
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Boom turisti russi in Italia, raddoppiati in 5 anni Spesa media giornaliera di 170 euro, +65% rispetto altri turisti

Da 461 mila del 2009 a 1 milione e 88 mila del 2013: in cinque anni sono più che raddoppiati i turisti russi che visitano l'Italia, e rappresentano un segmento molto ricco dato che la loro spesa media giornaliera nel 2013 è stata di 170 euro, superiore del 65% a quella degli altri turisti stranieri in Italia. E' quanto si legge nell''Indagine sul turismo internazionale dell'Italia' realizzata da Banca d'Italia e presentata a Milano all'Università Bicocca.

Negli ultimi 5 anni sono in crescita anche i pernottamenti, passati da poco meno di 3 milioni e 600 mila a quasi 8 milioni con la spesa che è salita da 623 milioni a 1 miliardo e 328 milioni di euro. Ma come valutano l'Italia i turisti russi? Dai dati dello studio 'Le opinioni dei turisti: come i russi vedono l'Italia e gli italiani la Russia', elaborato da Giovanni Tonini e Olga Dyakonova, è emerso che, in una scala da 1 a 10, il voto medio dato all'Italia dai viaggiatori russi è 8,88.

Nel 2013, i primi tre aspetti maggiormente apprezzati dai russi in Italia sono l'arte (9,29), l'ambiente (9,10) e il cibo (8,91). Viceversa, i tre aspetti meno apprezzati sono le informazioni (8,46), gli alberghi (8,01) e soprattutto i prezzi (7,38). Tra le destinazioni, il turismo dei viaggiatori russi si concentra in Emilia Romagna, seguita da Lombardia, Lazio, Veneto e Toscana.
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In Normandia, sulla costa della storia Ripercorrere i luoghi dello sbarco degli Alleati, tra arte e natura

(di Ida Bini)

Il 6 giugno di 70 anni fa, alle prime luci dell’alba, sulla costa della Normandia, nella Francia del nord, decine di migliaia di soldati inglesi, americani e canadesi sbarcarono per liberare l’Europa dal nazismo. Sulle spiagge tra l’estuario del fiume Orne, nel Calvados, e le coste orientali della Manche – chiamate in codice Sword beach, Juno beach, Gold beach, Omaha beach e Utah beach - si svolse la più grande battaglia della storia moderna che cambiò drasticamente il destino di Paesi e popoli. Il contributo di vite umane fu altissimo e, in questi giorni di celebrazioni, i ricordi sembrano ancora più pesanti ma oggi le bellissime spiagge dorate normanne, i borghi e l’entroterra costituiscono un gigantesco museo a cielo aperto e una storica testimonianza di libertà e pace. Ha una valenza ancor più importante ripercorrere quest’anno i luoghi dello sbarco sulle cinque spiagge, distese di sabbia fine affacciata sul mar della Manica, negli innumerevoli e piccoli spazi espositivi dedicati al D-Day, nel porto artificiale di Arromanches, nel bunker del Memoriale di Caen, utilizzato come quartier generale dal maggiore von Richter e che oggi racconta i principali conflitti del XX secolo. E ancora nell’Espace Historique de la Batalle de Normandie, scandito da numerosi percorsi tematici, nel museo dei radar ospitato nelle fortificazioni naziste recuperate e nei commoventi cimiteri affacciati sul mare che contano, solo in quello americano - Cimetière américain - ben 9.387 croci bianche nei sui 70 ettari di giardino. E’ un viaggio della memoria e della storia dove si percepisce il sacrificio di chi combatté per la nostra libertà ma anche la bellezza struggente di una natura selvaggia e irresistibile, un angolo di Francia che continua a omaggiare quei soldati e che accoglie i suoi visitatori con borghi e tesori culturali. Prima tappa del viaggio è la bianchissima scogliera di Falaise d’Amont che, affacciata sul canale della Manica e battuta da venti fortissimi, fu testimone del grande sbarco di settant’anni fa. Si raggiunge percorrendo un ripido sentiero dal villaggio di Étretat e ospita un memoriale eretto nel punto in cui i due aviatori, Nungesser e Coli, furono visti l’ultima volta mentre tentavano di effettuare una traversata dell’Atlantico senza scalo nel 1927. Dalla cappella dei marinai dedicata a Notre-Dame de-la-Garde, inoltre, si ammirano Étretat e i suoi dintorni, immersi tra campi punteggiati di fiori gialli che digradano verso le spiagge dorate e il mare blu scuro. E’ da panorami come questi che si comprende il motivo per cui i grandi artisti del secolo scorso amavano quest’angolo di Francia. A partire da Claude Monet, padre dell’Impressionismo francese, che viveva a Giverny, nell’entroterra, dove l’abitazione del pittore è stata trasformata in una casa-museo circondata da un giardino bellissimo, simile a una tavolozza, che merita una visita. Verso il mare si arriva a Rouen, la cui cattedrale è stata immortalata da Monet innumerevoli volte, mentre Camille Pissarro amava dipingere il suo mercato e il vecchio porto. Nei dintorni e lungo l’estuario della Senna si attraversano Le Havre, Deauville, Trouville-sur-Mer e Honfleur, piccole porti di charme e pittoreschi villaggi di pescatori, mirabilmente dipinti da altri grandissimi artisti, da Renoir a Sisley, da Degas a Boudin. Sono scorci e panorami che conosciamo grazie all’arte e che ogni volta regalano grandi emozioni e visite indimenticabili. Ultima tappa, che si consiglia di raggiungere verso il tramonto, è Mont Saint-Michel, rocca affascinante e dal grande potere evocativo sull’oceano. E’ sempre pieno di turisti quest’incantevole sito Unesco: l’ideale è visitare la sua abbazia, costruita per l’arcangelo Michele, e le mura di cinta medioevali al mattino prestissimo e godersi all’ora del tramonto la sua bellezza struggente, quando sale la marea e la rupe diventa un’isola magica, spirituale. Ci si avvicina a piedi, lungo i sentieri dei doganieri, sospesi sulla costa, esattamente come facevano i pellegrini nel Medioevo. L’arte e la cultura di questa sorprendente regione si completano con una cucina di altissimo livello: qui, dove vivevano i grandi artisti e i nobili parigini si ritiravano in vacanza, gli chef fanno a gara per creare piatti unici a base di pesce, carne – anatra e maiale soprattutto - e formaggi stagionati. Le ostriche, le capesante e le cozze – marinate o bollite - sono un antipasto obbligatorio, portate a tavola su letti di ghiaccio e alghe, accompagnate da patatine fritte e annaffiate dall’immancabile Calvados, mentre in un tripudio di profumi si gustano dolci a base di mele e panna. Per maggiori informazioni e conoscere tutte le celebrazioni per i 70 anni dello sbarco: http://it.rendezvousenfrance.com o www.normandie-tourisme.fr ANSA > In viaggio > News > Francia > In Normandia, sulla costa della storia
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