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“Per le antiche strade”: Venerdì 18 Luglio 2014 a Termini Imerese tra storia ed emozioni

Venerdì 18 luglio alle ore 19 nello spazio di via Spucches 3 presso la Casa Museo Filippo Sgarlata a Termini Imerese sarà presentato il libro “Per le antiche strade. Da Idrisi a Carlo V, da Goethe alla Targa Florio. Guida storica alla “Palermo-Messina Montagne” di Salvatore Dalia (editore De Ferrari), prefazione di Sergio Buonadonna, foto dell'autore e di Lucio Paolo Ferrara. Condurrà l'incontro la giornalista Claudia Mirto, che intervisterà Salvatore Dalia. 
www.ibs.it/code/9788864055541/dalia-salvatore/per-antiche-strade.html?shop=4533
Documentata e ricca di immagini la nuova opera dello studioso palermitano ricostruisce la storia e la topografia della via “Palermo-Messina per le montagne”, la strada “reale” che dal Medio Evo alla fine del Settecento collegò la capitale con la città dello Stretto attraverso un percorso che va da Termini Imerese alle Madonie, ai Nebrodi, alla Valle dell'Alcàntara, a Randazzo, a Taormina, trasformando così intense pagine di storia in un viaggio modernissimo con gli occhi aperti alle bellezze naturali, alle peculiarità d'arte e agli appuntamenti della memoria come la Targa Florio. Termini Imerese è stata per secoli la città più importante della costa tirrenica tra Palermo e Messina. Possedeva un buon porto naturale ed era una tappa obbligata di mercanti, pellegrini, re ed eserciti lungo le grandi strade che collegavano le due principali città dell’Isola: la “Palermo - Messina Marine” e la “Palermo - Messina Montagne”. Ingiustamente trascurata dal turismo di massa ed oppressa da una crisi dell’industria che le è stata imposta e che certamente non ha meritato, sorprende per la ricchezza dei suoi valori artistici e ambientali; con le sue dimensioni ridotte e l’atmosfera piacevole e rilassata, sembra quasi mediare tra la congestione delle affollate “marine” della costa e la quieta realtà delle Madonìe, fatte di piccoli centri urbani e di solenni e solitari scenari naturali. Le acque termali, i ruderi romani e la bella posizione a dominio del golfo omonimo ne caratterizzano ancora oggi, malgrado le tante trasformazioni, l’immagine; il grandioso ponte sul San Leonardo testimonia e quello, più piccolo e quasi nascosto sul Barratina documentano la sua importanza come nodo stradale della Sicilia che fu.
fonte: http://www.comuneterminiimerese.pa.it/comunicato.asp?id=1355

Descrizione Libro
Dopo "Scoprire Palermo: Guida alla città moderna Ottocento-Novecento" del 1999, Salvatore Dalia si cimenta in un'altra guida storica esplorando una Sicilia inedita. "Per le antiche strade" è il nuovo viaggio dello studioso palermitano, frutto di una ricerca minuziosa condotta lungo la "strada reale", la "Palermo-Messina Montagne" alternativa alla via del mare. É quella di Dalia un'avventura storica e geografica lungo un asse rimasto sempre in disparte rispetto alle grandi correnti culturali e turistiche dell'Isola. La lettura di questo libro-guida restituisce storie, luoghi, curiosità e protagonisti di una vicenda che mette insieme gli arabi, i normanni, gli svevi, gli angioini, gli spagnoli fino ai più moderni esploratori come in qualche modo appaiono i Florio lungo i tornanti della famosa e amatissima Targa automobilistica. Passato e presente si rincorrono nelle pagine del libro attraversando territori carichi di storia, arte e natura. L'autore accompagna il lettore a scoprirli, ne attizza la curiosità, lo trasferisce a riguardare la meraviglia di Madonie, Nebrodi, valle dell'Alcàntara con l'occhio ammirato e stupito di chi non sapeva che la Sicilia possedesse così tanti tesori. Tutto ciò mantenendo inalterato l'obiettivo di ricostruire la storia e la topografia della via "Palermo-Messina per le montagne", l'evoluzione del tracciato e la sua importanza nelle diverse epoche storiche...  
per arrivare in Via Spucches 3 a termini Imerese (Mappa)
 
segnalazione web a cura di Giuseppe Serrone
turismoculturale@yahoo.it

V EDIZIONE DEL SALONE DEL CAMPER Camper e bicicletta: un binomio perfetto per il turismo in libertà


V EDIZIONE DEL SALONE DEL CAMPER

Camper e bicicletta: un binomio perfetto per il turismo in libertà

Ufficio Stampa Salone del Camper c/o extra comunicazione
Serena Ferretti 346 4182567 - Daniela Pierpaoli 346 6096602
ufficiostampa@extracomunicazione.it



 
(segnalazione web a cura di Giuseppe Serrone e Albana Ruci) 

Il Salone del Camper, che si terrà a Parma dal 13 al 21 settembre, dedicherà alla bicicletta un’area dedicata nel padiglione 2 del quartiere fieristico per rispondere al sempre maggior numero di camperisti che scelgono di portare con sé questo mezzo per le proprie vacanze. Oltre ad acrobazie spettacolari con i testimonial del bike trial, sarà dato ampio spazio al ciclismo e al cicloturismo. Saranno organizzati circuiti di sperimentazione dinamica per i più piccoli e forniti suggerimenti e informazioni su itinerari particolarmente adatti alla bicicletta.

È stata, inoltre, siglata una partnership con Bike Channel, il canale tematico di SKY, che presiederà tutta la manifestazione e organizzerà attività di animazione per adulti e bambini, in collaborazione con i principali espositori del mondo delle bike. Altra importante collaborazione è stata sottoscritta con Parma Bike che, dopo l’orario di chiusura del Salone, guiderà in città i visitatori interessati a conoscere e visitare, con la proprio bicicletta, Parma, il suo centro storico e i suoi scorci suggestivi.

Gli organizzatori della manifestazione fieristica di riferimento in Italia e seconda in Europa hanno deciso di dare ampio spazio a questo settore perché il mondo del camper risulta particolarmente legato a quello delle bike. Secondo i dati ACI, infatti, a fine 2013 in Italia circolavano 209.012 autocaravan, a cui si aggiungono milioni di veicoli stranieri che visitano ogni anno il nostro Paese. Ciascuna di queste autocaravan viaggia in media con due biciclette.

Questo mezzo viene scelto dagli amanti del plein air perché, una volta parcheggiata l’autocaravan nelle aree di sosta dedicate, viene utilizzato per scoprire le bellezze della nostra penisola, dai parchi naturali alle città d’arte, godendo appieno delle opportunità che solo il turismo all’aria aperta può offrire.

Secondo i dati ANCMA-Associazione Nazionale Ciclo Motociclo Accessori, rispetto alle vendite totali delle bici a conquistare il primo posto sono le trekking o city bike (32%), seguite dalle mountainbike (31%), dalle bici da bambino (18%), dai prodotti da corsa (6%), dalle classiche (9%), dalle elettriche (4%). In aumento le vendite di bici pieghevoli, circa 25.000 pezzi anno, un mercato di nicchia ma con grandi potenzialità.

I produttori di autocaravan - ha detto Gianni Brogini, Direttore Marketing APC-Associazione Produttori Caravan e Camper - offrono soluzioni tecniche adeguate alle richieste dei camperisti che utilizzano la bici per fruire delle particolarità dei territori raggiunti con il camper godendo appieno delle bellezze del nostro paese. Per questo le aziende del caravanning hanno ideato accessori e dedicato alle bike, sui veicoli ricreazionali, ampi spazi attrezzati per trasportarle in assoluta comodità”.

Abbiamo deciso di dedicare, in questo quinta edizione del Salone del Camper - ha dichiarato Gloria Oppici, Relazioni Esterne Fiere di Parma - un'area al mondo bike, per arricchire la proposta di turismo esperienziale e dinamico, così importante per i nostri visitatori. Saranno presenti stand presso i quali sarà possibile ricevere informazioni sui percorsi per il cicloturismo, associati ad aree di sosta camper attrezzate. L’opportunità di parcheggiare il proprio veicolo e godere di tutte le comodità di cui il camper è dotato, per partire in bici, con i bambini al seguito, alla scoperta di luoghi nuovi, è un’opportunità che solo questo binomio può offrire”.

Parma, 11 luglio 2014





TripAdvisor, la rete promuove i chiostri della Cattolica

I giudizi positivi di turisti, visitatori e frequentatori, tra cui quasi 3000 studenti provenienti dall’estero, sono valsi alla sede milanese dell’Ateneoil Certificato di eccellenza 2014

Milano, 9 luglio 2014 – Questa volta a dare i voti in Università Cattolica non sono i professori ma viaggiatori e turisti o, semplicemente, gli studenti stranieri che l’hanno frequentata apprezzando i luoghi visitati e le strutture di accoglienza.
E i voti per la sede milanese dell’Ateneo sono stati estremamente positivi: i giudizi postati sul sito di TripAdvisor, sono valsi, per la sede storica dell’Università Cattolica di largo Gemelli 1 a Milano, il 
Certificato di eccellenza 2014.
I chiostri bramanteschi rappresentano una attrazione storico-artistica come attesta la reazione di docenti e studenti di tutto il mondo quando si affacciano affascinati nel complesso monastico di Sant’Ambrogio, con l’incanto delle ore di luce o la quieta penombra della sera.
Per la prima volta, questa certezza è diventata una piacevole sorpresa sancita dal giudizio di chi inserisce nel tour della città di Milano anche la visita all’ateneo adiacente alla Basilica dedicata al santo patrono.
Nella lettera inviata all’ateneo, il presidente della società, Marc Charron, spiega che l’attestato «dimostra il costante feedback positivo espresso dai viaggiatori di TripAdvisor». Un riconoscimento che, aggiunge Charron, «viene attribuito in base alla qualità delle opinioni e delle recensioni pubblicate nel corso dell’anno passato».
Nei chiostri di Largo Gemelli passano non solo molti turisti stranieri, ma anche ben 2919 studenti provenienti da paesi esteri, soprattutto da Stati Uniti, Cina, Spagna, Francia, Germania, Messico e Colombia grazie ai programmi Exchange & Study Abroad, che stabilmente frequentano i chiostri e ne apprezzano la bellezza.
Insomma, il campus milanese si rivela una meta culturale apprezzata. E il riconoscimento di TripAdvisor non fa altro che certificare le caratteristiche di una sede universitaria straordinaria: collocata nel cuore della città, nell'antico monastero cistercense adiacente alla Basilica di Sant’Ambrogio, uno dei più prestigiosi complessi architettonici del capoluogo lombardo.  I due chiostri realizzati secondo il progetto rinascimentale di Donato Bramante, e l'annessa facciata di inizio Novecento progettata dall’architetto Giovanni Muzio, sono divenuti il simbolo dell’Università. Insieme a tante altre pregevoli patrimoni culturali, come l’aula magna, antico refettorio del convento, con gli affreschi cinquecenteschi di Callisto Piazza, l'atrio dello Zodiaco del diciassettesimo secolo, o la ghiacciaia dove i monaci conservavano le vivande. 


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Perché veg è meglio? I vantaggi nutrizionali di una dieta vegetariana e vegana

I vantaggi nutrizionali di una dieta vegetariana o vegana non saranno forse la prima ragione per intraprendere questa strada, ma avvalorano indubbiamente la bontà della scelta veg. È di questo parere il dott. Riccardo Trespidi, medico vegano da 15 anni e vegetariano da 30 anni.
Alla V edizione del Festival Vegetariano di Gorizia il dottor Trespidi ha illustrato gli aspetti nutrizionali dell'alimentazione priva di cibi di origine animale «anche se la scelta vegetariana o vegana va ben oltre la questione nutrizionale e ambientale», com'egli ha premesso. In particolare, ha illustrato quali patologie possono essere efficacemente contrastate passando da una dieta «cannibale», come la definisce Trespidi, a una a base vegetale.
Le prime malattie interessate sono naturalmente i disturbi cardiovascolari. L'eliminazione della carne dalla dieta può portare a risultati straordinari: uno studio condotto negli Stati Uniti su 76mila soggetti ha mostrato una riduzione della mortalità per cardiopatia ischemica del 20% tra le donne vegetariane e del 31% tra gli uomini vegetariani, rispetto ai carnivori.
 
È importante ricordare, in questo caso, che i vegetariani sono mediamente più attenti allo loro salute sotto molteplici aspetti: spesso non fumano, non bevono e fanno attività fisica. Questo però non pregiudica lo studio, anzi: è un ulteriore stimolo a intraprendere la strada vegetariana come stile di vita.
Altre patologie sulle quali la dieta veg ha effetti benefici sono l'ipertensione, il diabete mellito e la diverticolite, malattia che affligge l'apparato digerente. La probabilità di contrarre quest'ultima, è stato notato, è addirittura dimezzata per i soggetti vegetariani. I quali, secondo molti studi, sarebbero colpiti con minore incidenza anche dallo sviluppo di tumori.
Una di queste ricerche è molto nota. Infatti nel 2012 è stato pubblicato anche in Italia il volume The China Study, opera di Colin Campbell e del figlio Thomas Campbell che affronta anche i temi legati ad alimentazione e tumori.

Un'alimentazione priva di cibi di origine animale aiuta a combattere anche l'artrite reumatoide e gli alti livelli di colesterolo. Questi ultimi possono essere ridotti quasi del 30% grazie alla dieta vegetariana. Molti pazienti potrebbero così fare a meno delle controverse statine per curarsi.
Uno dei maggiori problemi derivanti da un'alimentazione carnivora, comunque, rimane l'obesità, causata anche dal consumo smodato di bibite dolcificate e olio di semi. Il dato più impressionante è che oggi gli obesi sono più degli affamati, ma non solo nei paesi ricchi, bensì anche in quelli in via di sviluppo. Come in Messico, dove il numero di «grandi obesi» (indice di massa corporea superiore a quello degli «obesi») ha superato il numero delle persone sottonutrite.
Nella nostra quotidiana ricerca di informazioni, è fondamentale verificare ciò che ci viene servito come verità. Parlando di nutrizione e salute, la certezza e la scientificità dell'informazione sono essenziali. Gli studi sugli effetti benefici della dieta vegetariana sono in aumento e anche le più importanti istituzioni preposte alla corretta alimentazione ormai affermano che eliminare i cibi di origine animale è una pratica salutare. Tuttavia ricordiamoci sempre che non c'è niente di più importante della nostra salute: è bene calibrare le nostre scelte e basarci sempre su fonti affidabili.
Lorenzo Alberini
greenme.it 

In VAL DI FIEMME (TRENTINO), l’estate “green” costa meno

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Spezie, il giro del mondo seduti a tavola. Oltre la moda: più gusto, salute e integrazione culturale

di Marzia Apice

Non solo pasta, pizza e mozzarella. Da qualche anno ormai gli Italiani hanno accolto le spezie sulle proprie tavole, aprendo il palato ai sapori esotici. Sarà la moda, il desiderio di viaggiare in luoghi lontani anche se solo con il cibo, o ancora il semplice fatto che sono buone, ma le spezie rappresentano un fenomeno culturale, con un consumo in continua ascesa. Tanto che ormai solo gli irriducibili della dieta mediterranea sembrano volerne fare a meno.

Tra ristoranti etnici sempre più diffusi, i programmi di cucina che affollano le tv e la voglia di riassaggiare un piatto mangiato durante un viaggio, ormai è frequente sentir parlare (e mangiare) di curry, cous cous, hummus, falafel, kebab, burritos, tacos, tajine, tandoori masala.

Nomi non più estranei, anzi, del tutto normali, pronunciati da consumatori appartenenti a tutte le estrazioni sociali: ''abbiamo clienti di ogni tipo'', spiega all'Ansa la signora Bianca Maria, proprietaria di un negozio di spezie a Roma, ''a volte assistiamo a un vero e proprio scambio di ricette tra italiani e stranieri, mentre fanno la spesa'', racconta.

Ingredienti preziosi, che si abbinano facilmente alle erbe aromatiche nostrane, come il basilico e l'origano, e che i più fantasiosi possono anche mescolare per creare mix originali. Anche cercarle può rappresentare un divertimento: per chi ama le atmosfere popolari, non esiste luogo migliore del mercato per curiosare tra spezie e cibi di altri Paesi. Un esempio su tutti, il mercato multietnico per eccellenza della Capitale, quello del quartiere Esquilino. Qui si confondono odori e tradizioni, idiomi e colori della pelle, in un bell'esempio di integrazione culturale.

Tra i banchi del mercato si aggira Juan, di origini peruviane, ma cresciuto in Italia. Una laurea in architettura, vive a Roma con la famiglia e ci tiene a mantenere saldi i legami, anche culinari, con il suo Paese. Come un moderno Cicerone, illustra le coloratissime meraviglie provenienti dal Perù esposte in bella mostra in un banco specializzato sull'America Latina, dove lui è cliente fisso: i fagioli gialli, le varietà di peperone piccante aji amarillo (di forma simile a un friggitello nostrano ma di un intenso colore arancione) e rocoto (dal frutto tondo e rosso), la patata olluco (coltivata da tempo immemore nelle Ande), sono solo alcuni dei cibi presenti.

''Tanto ormai grazie a Internet chiunque può trovare le ricette per sperimentare'', afferma. Viene invece dall'India Ujjal, parla ancora poco l'italiano ma sa farsi capire. E mentre riempie un sacchetto di senape in polvere (il consiglio è di provarla con il pesce), indica orgoglioso i suoi tesori: ''curry, curcuma, tandoori, sesamo: è questo che piace di più agli italiani'', afferma. Subito accanto, Shafi - viene dal Bangladesh e da 2 anni lavora al mercato - accoglie chi si avvicina con un grande sorriso: ''Non so ancora spiegare come preparare i piatti'', rivela un po' intimidito, alludendo alla difficoltà della nostra lingua. Oltre alle miscele di curry, che stravincono, anche il cumino, lo zenzero e il cardamomo si piazzano in buona posizione nella sua personale statistica di venditore.

I segreti di questo successo? Profumate, saporite ed economiche, le spezie rappresentano inoltre un valido aiuto per una corretta dieta alimentare: fanno bene alla salute e facilitano la vita a chi deve mangiare con meno sale e condimenti. Senza contare poi che risultano indispensabili per i vegetariani: ''I semi di sesamo e papavero sono i nostri preferiti'', spiega Cristina, vegana da 5 anni, mentre fa la spesa con il fidanzato. E i suoi occhi si accendono quando rivela il sogno, che suona come una promessa, ''di visitare un giorno tutte le meravigliose terre da cui provengono queste spezie''.
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